[CAPITOLO 9]
L'ascesa della monarchia francese.
(PARAGRAFO 3)
Carlo VIII si approfittò della morte di Carlo il Temerario per impadronirsi di alcuni suoi territori scontrandosi, così,
con il marito della figlia di Carlo il Temerario pretendente all'eridità di quei territori. Nacque una guerra la quale finì
nel 1493 con il trattato di Senlis con il quale Carlo VIII rinunciava ad alcuni territori del Temerario in cambio del
controllo della Borgogna annessa successivamente alla Francia. A questa conquista seguì l'assorbimento dei Ducati di
Angiò e di Bretagna. Carlo VIII si spinse in Italia tentando di rivendicare i propri diritti sul regno di Napoli, lo raggiunse
velocemente grazie all'appoggio di alcuni Ducati e Signorie occupandolo. Poco tempo dopo fu cacciato da una lega
Antifrancese.
La guerra delle Due Rose e la dinastia Tudor.
(PARAGRAFO 4)
La guerra delle Due Rose vide come protagonisti la fazione dei Lancaster e la fazione degli York, durò 30 anni circa e
si concluse con la vittoria dei Lancaster i quali posero sul trono Enrico VII che diede il via alla dinastia dei Tudor.
Enrico VII ebbe come obiettivo il ripristino della corona contro gli aristocratici, per sradicare questo potere il re
utilizzò la Camera stellata ovvero un tribunale apposito che operò senza subire le intimidazioni aristocratiche. Per
quanto riguarda l'amministrazione, Enrico VII diede grande risalto al Concilio regio dal quale rimosse tutti i nobili
tranne coloro che avevano dimostrato fedeltà. Al loro posto furono nominati esperti di diritto e funzionari pubblici.
Per quanto riguarda l'apparato amministrativo si servì di giudici di pace ("la gentry") sceli dalla classe borghese i quali
non erano pagati ma erano indipendenti, a loro appartenevano le funzioni giudiziarie, manutenzione delle strade e
sorveglianza delle corporazioni.
La fusione dei regni iberici.
(PARAGRAFO 5)
All'inizio del secolo erano presenti 5 stati, ma grazie al matrimonio tra Ferdinando e Isabella si ebbe l'unione delle
due corone seguita dalla conquista del regno di Granada e del regno di Navarra. Rimasero due stati: la Spagna e il
regno di Portogallo. L'amministrazione si modificò come in Francia e si ebbe uno sviluppo economico durante il quale
furono incentivati viaggi di esplorazione marittimi. Per quanto riguarda la religione, era presente in maggioranza
quella cristiana cattolica utilizzata anche come fonte di costruzione di una coscienza nazionale spagnola. Nel
Portogallo invece rischiò molte volte di essere assorbito dalla Spagna ma grazie all'appoggio dei ceti mercantili e di
Enrico il Navigatore e del re Giovanni II, riuscì a contrastarla creando anche le basi per il futuro destino coloniale.
Gli stati dell'Est e del Nord.
(PARAGRAFO 6)
Il Regno di Boemia passò sotto il controllo di molti poteri (come per esempio il Lussemburgo). L'ultimo sovrano fu
Ferdinando d'Asburgo e successivamente la storia del Regno di Boemia si confuse con quella della Casa d'Austria.
Nel Regno di Polonia-Lituania la "svolta" si ebbe quando il regno di Polonia si staccò dal regno di Ungheria grazie a
Lidislao II fondatore della dinastia dei Jagelloni. Una volta diviso dal regno ungaro riuscì a sconfiggere i Teutonici
nella battaglia di Tannenberg e successivamente con la battaglia di Torun' assorbì la Prussia occidentale. Il potere
aristocratico non fu contrastato in quanto non era presente una forte borghesia.
Anche nel regno di Ungheria i nobili erano troppo forti e non ci fu modo di creare uno stato accentrato questo anche
grazie alla sua posizione geografica la quale era una posizione di frontiera, questo causò l'invasione mongola e la
successiva invasione turca. Dopo un lento declino si annesse alla Casa d'Austria fino al XX secolo.
La Bulgaria e la Serbia dopo aver ottenuto l'indipendenza dall'Impero bizantino la Bulgaria si espanse assorbendo
l'attuale Romania, Macedonia e Albania. La Bulgaria però era una compagine territoriale debole e per questo fu
occupata dai turchi i quali la divisero in tre province governate da un governatore di Sofia. Ugualmente accadde al
regno di Serbia che dopo esser riuscito ad assorbire la Macedonia, la Bosnia e l'Albania fu sconfitta dai turchi i quali
si impadronirono della penisola balcanica.
La Russia, il Principato di Mosca sotto la guida di Ivan I estese i propri domini sugli altri principati russi consolidando
il potere grazie anche all'appoggio della Chiesa russa. La svolta ci fu con la ribellione contro i mongoli e la nomina di
Ivan III come "zar di tutte le Russie" il quale centralizzò il potere appoggiandosi sulla nobiltà ed eliminando il potere
aristocratico.
I paesi scandinavi non riuscirono mai a compiere l'opera di centralizzazione amministrativa in quanto l'aristocrazia
feudale era molto potente.
La debolezza dell'Impero.
(PARAGRAFO 7)
La Germania era divisa in piccoli Stati, città libere e domini ecclesiastivi appartenenti ad un vescovo-principe. Alla
morte di Sigismondo fu eletto Alberto II d'Austria il quale aveva anche la corona di Boemia e dell'Ungheria. Con
Massimiliano I il titolo imperiale riacquisì prestigio e fece crescere il peso politico del potere imperiale all'interno
della Dieta* in cui divenne l'organo più importanti in fatto di decisioni di politica interna ed estera.
*Assemblea rappresentativa di tutti i principi tedeschi e delle città libere nella quale si coordinava l'attività politica e si discutevano le controversie tra le singole realtà politiche presenti sul territorio
dell'Impero.
La Confederazione Elvetica.
(PARAGRAFO 8)
Grazie ad un patto difensivo perpetuo fatto tra Uri, Schwyz e Unterwalden per resistere alla forza Austriaca portò a
molti successi militari e all'ampliamento della Confederazione e, quindi, al successivo assorbimento di nuovi membri
del patto. La Confederazione dovette lottare per mantenere la propria autonomia ed affermare la propria esistenza il
che portò ad un'altra fase di espansione. La Confederazione Elvetica era una grande potenza militare grazie alla
fanteria di arcieri e i montanari che combattevano come fanti, fu per questo che la loro fama di querrieri li resero
molto richiesti e venivano assoldati come mercenari.
La Chiesa dopo il "papato avignonese".
(PARAGRAFO 9)
Dopo aver ristabilito la sede papale a Roma, fu eletto pontefice Urbano VI. L'elezione di questo pontefice però fu
data soprattutto dal protestare del popolo di Roma e per questo i cardinali francesi denunciarono questo
comportamento definito "intimidatorio" ed elessero un papa francese, Clemente VII il quale pose la sede ad
Avignone. Alcuni stati si schierarono dalla parte del papa italiano, altri dalla parte del papa francese e si diede l'avvio
al così detto "Grande Scisma" ovvero la divisione della cristianità. Di fronte a questa situazione ci fu un concilio per
tentare di risolvere la situazione: venne eletto un unico papa (Martino V) e Roma tornò ad essere la "capitale della
fede". La conclusione del Grande scisma fece anche risaltare il successo del conciliarismo il quale redeva più
equilibrato il governo della Chiesa.
Le Eresie tardomedievali e la mistica femminile.
(PARAGRAFO 10)
Le eresie di John Wycliffe in Inghilterra e Jan Hus in Boemia. Wycliffe era un teologo all'università di Oxford, pensava
che i cristiani dovessero vivere nella povertà secondo le regole evangeliche, la vera Chiesa era invisibile ed era
formata da tutti i fedeli predestinati alla salvezza. Si formarono movmenti come quello dei "lollardi" (da lollen =
pregare") i quali usavano interpretare la Bibbia tradotta da Wycliffe senza la predicazione di un sacerdote. Furono
prima visti positivamente dal potere politico e in seguito perseguitati a causa del carattere sovversivo delle loro idee.
Jan Hus invece oltre a criticare le autorità ecclesiastiche pensò che combattere la Chiesa cattolica significava
combattere anche l'invasione tedesca. Hus si recò al concilio di Costanza cercando di convincere i cardinali della
giustezza delle proprie idee ma fu catturato e bruciato vivo. Questo fatto provocò la formazione di una lega di 500
nobili sostenuti dalla borghesia i quali combatterono contro la Chiesa cattolica. Però furono annientati da
SIgismondo di Lussemburgo. Donne come Giovanna d'Arco, Caterina da Siena e Brigidia di Svezia si credevano che
furono incaricate da Dio per manifestare agli uomini la volontà divina, questo diede il via ad una visione mistica della
donna.