Semeiotica medica - Prof. Ssa Mandas Lezione 29, parte 1 20/05/2013 Continuo precedente lezione: ESAME OBIETTIVO OSTEOARTICOLARE ARTO SUPERIORE: Completiamo quello che è l’esame obiettivo dell’apparato osteoarticolare e, in particolare, l’eventuale presenza di dolorabilità, in corrispondenza dell’emicondilo, sia mediale che laterale e la presenza dei segni dell’infiammazione. Nell’esame obiettivo dell’apparato scheletrico, dovrete sempre descrivere l’eventuale presenza di alterazioni delle articolazioni, tumefazioni e segni legati alla flogosi (tumor, rubor, dolor, calor, functio laesa), e descriverete anche la limitazione funzionale per ogni articolazione esaminata, andando a verificare i movimenti che quell’articolazione non può esercitare ed effettuare. Importante è la descrizione della capacità funzionale, ad es. andando ad analizzare il gomito , i movimenti che devono essere valutati sono la flessione, l’estensione, la pronazione e supinazione; mentre,per quanto riguarda la spalla, andremo ad analizzare anche i movimenti di abduzione e adduzione e i movimenti di rotazione. Per quanto riguarda l’articolazione del polso, ricordatevi che le articolazioni simmetriche devono essere analizzate nelle differenze tra un articolazione e un'altra. Nel caso per es. delle mani e dei polsi, ci possono essere alterazioni abbastanza specifiche, come nell’artrite reumatoide, in cui vi possono essere alterazioni a carico delle articolazioni interfalangee, abbastanza caratteristiche con deviazione dell’asse della mano e aspetto ispettivo a colpo di vento e questo capita soprattutto nei pazienti che non rispondono più alla terapia farmacologica mirata. Nel polso, andrete a valutare l’estensione,la flessione e la deviazione ulnare-radiale del polso. Attenzione dovrete porre anche nelle articolazioni della struttura metacarpale. Nell’immagine sottostante (sx), potete vedere una paziente con artrite reumatoide dove c’è, appunto, un ingrossamento delle articolazione interfalangee, senza colpo di vento. Nella parte dx dell’immagine, invece, potete vedere la deformità e le tumefazioni in caso di gotta. Le articolazioni della mano che dovrete valutare sono quelle metacarpali e interfalangee, verificandone la dolorabilità durante la manovra palpatoria.Se sono presenti tumefazioni queste devono essere classificate e descritte. Anche la cute sovrastante l‘articolazione e i segni infiammatori se evidenti, devono essere descritti.Devono essere valutati, inoltre, i movimenti delle dita e del pollice e l’analisi dell’iperestensione e flessione delle dita della mano. ESAME OBIETTIVO OSTEOARTICOLARE ARTO INFERIORE: Andando a valutare la postura del paziente, andrete a verificare la presenza di decubiti compensatori perché, se c’è assimetria tra i due arti (un arto piu corto dell altro), come nei pazienti affetti da displasia congenita dell’anca, non adegutamente trattata in età pediatrica, nella quale si prenderanno posizioni compensatorie e possiamo verificare, in queste, alterazioni durante i movimenti di abduzione-adduzione di questa articolazione coxo-femorale. Nella valutazione della coxo-femorale, per verificare la presenza nell’adulto di lussazione congenita dell’anca o la presenza di un alterazione dei muscoli adduttori dell’anca, si mette in atto il test di Trendelemburg. In questo caso, si realizza che, durante la deambulazione con appoggio monopodalico, si ha una riduzione della forza muscolare degli adduttori dell’anca e quindi si evidenzia un alterazione, dal punto di vista ispettivo, alla deambulazione. Nell’articolazione dell’anca andremo a valutare la dolorabilità e qui si può sfruttare il test di Thomas, che permette di giudicare la capacità funzionale estensoria con paziente in decubito supino. Si valuta effettuando una flessione della coscia sul bacino e della gamba sulla coscia; in ogni caso anche nell’articolazione coxo-femorale, valuteremo le capacita estensorie nei movimenti concessi dall’articolazione stessa. L’ortopedico poi andra a valutare gli angoli di questi movimenti, tramite l’utilizzo del goniometro per giudicare la capacita e l’ampiezza; noi andremo solo a valutare le capacita funzionali delle articolazioni. Prenderemo in considerazione anche il movimento dall’esterno verso interno (e viceversa), con una manovra che prevede la coscia flessa sull’addome, tenendo ferma l’articolazione del ginocchio . Nell’ ambito dell’ispezione dell’articolazione del ginocchio andremo ad apprezzarne l’aspetto, che può essere normale o alterato,con possibili deformità, che possono essere maggiormente visibili, se il paziente è in posizione ortostatica in cui si può evidenziare il possibile valgismo o varismo. Quest ultimo è dato dalla deformazione dell’asse dell’arto inferiore con conseguente allontamento delle due articolazioni. Una tumefazione osservabile di frequente nell’ ecografia della cavita poplitea è la cisti di Baker. Se si ha una rottura di una cisti di questo tipo, possiamo notare la presenza di un cavo popliteo tumefatto con tale intumescenza che va a riempire quello spazio, che normalmente ha un aspetto cavo. Nel caso in cui ci sia un versamento articolare è necessario fare la manovra del ballottamento, come potete vedere nell’immagine, dove si effettua una pressione e si tiene conto se lateralmente abbiamo lo spostamento di tale versamento. Ovviamente, devono essere apprezzati i movimenti in estensione e flessione del ginocchio , se sono presenti contratture in flessione, queste possono essere dovute ad un interessamento del ginocchio . Poi ci sono tutte le manovre per verificare sia i crociati che le strutture meniscali, ma entrano a far parte dell’ iter dell’esame obiettivo osteoarticolare specifico. L’articolazione della caviglia e del piede deve essere analizzata nelle sue capacità funzionali. Il paziente, scalzo, dev’essere ispezionato in posizione ortostatica, per la verifica di deformità e alterazioni, come ad es. : alluce valgo, piede piatto, dito a martello o piede torto cavo. Le alterazioni piu frequenti sono il valgismo e il piede a martello. Come per la mano si valutano tutte le articolazioni. In questo caso metatarsali e interfalangee del piede, con tutte le loro caratteristiche. INTERPRETAZIONE DEGLI ESAMI DI LABORATORIO, MAGGIORMENTE USATI IN MEDICINA INTERNA: Esame emocromocitometrico : è un esame di laboratorio che ha lo scopo di valutare le quantità dei principali costituenti cellulari del sangue, tra i quali ricordiamo: globuli bianchi (leucociti), globuli rossi (eritrociti o emazie), piastrine (trombociti); è anche in grado di effettuare una valutazione dei livelli di ematocrito e dell'emoglobina, oltre a numerosi altri parametri del sangue. Es: Se noi abbiamo una leucocitosi con neutrofilia vuol dire che c’è aumento totale dei globuli bianchi accompagnato dall’ aumento della componente neutrofila.Abituatevi a valutare non solo il valore percentuale ma anche quelli che sono i valori assoluti, perchè può capitare che ci sia un alterazione che riguarda il valore percentuale, ma poi analizzando il valore assoluto notiamo che nulla è alterato. Magari ci puo essere un alterazione percentuale ma non necessariamente siamo di fronte ad una reale alterazione. Se c’è aumento dei neutrofili dovete andare a pensare a un processo infiammatorio, sostenuto fondamentalmente da batteri, se aumentano gli eosinofili può essere un allergia o un infezione parassitaria. Se aumentano i linfociti, questo può essere dovuto a infezioni virali, ma la linfocitosi in questo caso non è marcata come si verifica nelle proliferazioni linfocitarie anomale,in cui oltre, all’aumento dei linfociti circolanti abbiamo anche alterazioni morfologiche. Nell’esame emocromocitometrico è importante la valutazione dei dati per quello che riguarda l’anemia, intesa come riduzione delle concentrazione dell’Hb; tuttavia per la valutazione di un quadro anemico devono essere valutati, oltre i valori della concentrazione dell’emoglobina, anche i dati riguardanti la concentrazione e il numero degli eritrociti, le loro caratteristiche morfologiche e di volume e le concentrazioni medie per eritrocita, perché esistono diversi quadri anemici che si caratterizzano per differenti qualità. Per es. possiamo avere anemie caratterizzate da un aumento dei globuli rossi e diminuizione della concentrazione dell’Hb, come nelle anemie microcitiche. Poi ovviamente nella diagnosi differenziale, che si può avere tra un anemia sideropenica e un trait talassemico, si utilizza la valutazione dei valori ch riguardano l’assetto marziale, quindi si va a visionare la sideremia, la transferrina, la % della trasferrina insatura e la ferritina. Se c’è carenza di Fe avremo una riduzione della sideremia, la ferritina sarà diminuita, la transferrina sarà aumentata e la percentuale insatura diminuita. Invece, nel trait talassemico, l’organismo risponde alla diminuizione dell’Hb come se fossimo in un anemia da carenza di “mattoni”, quindi c’è un aumento dell’assorbimento del Fe; Tant’è vero che, nel trait talassemico possiamo avere o un normale assetto marziale o addirittura aumentato ma non ridotto. Se abbiamo riduzione, vuol dire che contestualmente c’è anche una componente iposideremica da insufficente apporto e, nel trait talassemico, abbiamo aumento dell’assorbimento del Fe o addirittura sia della sideremia, sia della ferritina che della % di tr insatura. Possiamo avere , inoltre, un quadro combinato quindi una carenza marziale in paziente affetto da trait talassemico. In qualunque quadro anemico dove c’è una carenza marziale, dovrete indagare sulla causa del deficit marziale.In questi casi sarà importante l’anamnesi alimentare associata all’indagine di perdite croniche di piccole quantita di sangue, che possono non essere visibili e che devono essere esplorate con indagini specifiche come la ricerca di sangue occulto nelle feci. La ricerca del sangue occulto delle feci può essere usato anche come test di screening per stabilire la presenza di malattie intestinali che determinano sanguinamento (polipi e/o neoplasie)nelle campagne di prevenzione primaria-secondaria. La ricerca va fatta più volte perché il sanguinamento può esser non continuo e incostante e quindi si sfruttano giorni diversi (almeno tre giorni). Il test è eseguito con anticorpi monoclonali diretti verso l’Hb. Se questo sarà positivo si effettueranno indagini diagnostiche di tipo endoscopico per vedere se ci sono patologie nello stomaco-duodeno o nel grosso intestino, anche se spesso si può trattare di angiodisplasie che possono essere valutate con video capsula o con endoscopia virtuale, messa in atta con strumento TC- addome che permette di visionare anche il piccolo intestino. Oltre all’aspetto marziale, andiamo a verificare il motivo di questi deficit e andiamo ad apprezzarne il quadro ematologico, dopo aver effettuato la correzione di questo assetto alterato, perche, se c’è una doppia componente come carenza di Fe e trait talassemico, avremo un miglioramento del quadro anemico per quella che è la componente marziale, ma manterremo una riduzione del VCM dei globuli rossi caratteristico del trait. Se c’è una carenza significativa di Fe, deve essere fatta una valutazione in itinere, per vedere se la terapia sta determinando l’effetto dovuto, ma il controllo dell’assetto marziale con l’emocromo devono essere effettuati dopo circa un mese dal trattamento, ma anche questo si valuta in base al grado di anemia e al grado di carenza di Fe. Nel quadro dell’anemia microcitica si va a valutare anche la quantità dei reticolociti, perché nel caso ci sia un emorragia, il midollo risponde con aumentata produzione di eritrociti ma anche aumento dei reticolotici. Se la perdita è molto lieve e cronica nel tempo, il deficit si realizza appunto perché è cronico e non reintegrato con la dieta e in questo caso avremo comparsa di anemia ma, in questo caso, l’aumento dei reticolociti non sarà apprezzabile. L’aumento del VCM può essere dovuto invece da carenza di folati e di vit B12. Condizione che si verifica nell’alcolismo cronico, accompagnato dalla funzionalità epatica ridotta, dovuto all’azione tossica dell’etanolo negli epatociti, quindi alterazione e aumento di transaminasi in circolo( ALT,AST, GAMMAGT, LDH) indicatori della necrosi epatocitaria (o colestasi). Questo può essere accompagnato dall’aumento di bilirubina mista(componente coniugata e componente non coniugata) nel sangue con conseguente ittero. Se c’è la presenza di colestasi, sull’azione di necrosi, avremo una prevalenza di quella che è la componente coniugata, quindi quella diretta. In questo caso se c’è una colestasi ,avremmo anche un aumento della fosfatasi alcalina, con conseguente prurito. Se c’è un ittero pre-epatico , dato dall’aumento della bilirubina indiretta, questo si verifica in seguito ad anemia emolitica e in questo caso avremo ittero ma non prurito. Il prurito compare quando abbiamo un versamento dei Sali biliari. Nel caso in cui ci sia una malattia infiammatoria cronica, l’emocromo può dimostrare la presenza di anemia reattiva normocromica normocitica , in seguito ad aumento di interleuchine circolanti che inibiscono l’emopoiesi transitoriamente, ma in questo caso vedremo aumentati gli indici di flogosi come la PCR, fibrinogeno e VES.