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L’Editore Nota I curatori, l’editore e tutti coloro in qualche modo coinvolti nella preparazione o pubblicazione di quest’opera hanno posto il massimo impegno per garantire che le informazioni ivi contenute siano corrette, compatibilmente con le conoscenze disponibili al momento della stampa; essi, tuttavia, non possono essere ritenuti responsabili dei risultati dell’utilizzo di tali informazioni. Grafica di Copertina a cura di Progetto grafico a cura di ProMedia Studio di Antonella Leano – Napoli Fotocomposizione doma book di Di Grazia Massimo – Napoli Stampato presso Litografia Sograte S.r.l. – Città di Castello (PG) per conto di EdiSES s.r.l. – Piazza Dante, 89 – Napoli ISBN 978 88 7959 900 9 www.edises.it [email protected] Premessa alla Seconda Edizione Finalizzato alla preparazione al Concorso Nazionale per le Specializzazioni di Area Chirurgica, questo testo comprende un’ampissima raccolta di quesiti e casi clinici in parte selezionati da database e prove ufficiali, in parte appositamente redatti dagli autori, per consentire un rapido ripasso dei principali argomenti delle discipline ed esercitarsi in funzione della prova d’esame. Sulla base delle linee guida ministeriali ed alla luce delle prove ufficiali svolte, questa seconda edizione è stata profondamente revisionata, assicurando maggiore risalto a casi clinici correlati a scenari predefiniti. Il volume è suddiviso in due parti: – nella prima i quesiti sono ripartiti per disciplina ed argomento per favorire un ripasso sistematico delle nozioni; – nella seconda invece i quesiti si riferiscono a specifici scenari clinico-assistenziali. Gli scenari predefiniti sono evidenziati graficamente da un retino grigio e spesso seguiti da quesiti su dati clinici, diagnostici o analitici correlati come previsto dalle linee guida. Sia i quesiti nozionistici che i casi clinici sono accompagnati da un breve commento esplicativo che giustifica la risposta corretta. Il volume può essere affiancato allo studio teorico, come strumento di valutazione del proprio livello di apprendimento di un argomento, o utilizzato come guida al ripasso, in quanto i commenti ai quesiti aiutano a fissare le nozioni ed evidenziano eventuali lacune orientando lo studio teorico verso un ripasso mirato. In entrambi i casi, è essenziale partire dal presupposto che i quesiti qui raccolti non sono da fissare mnemonicamente e che, sebbene vi sia la possibilità che alcune delle domande possano essere riproposte in sede d’esame, lo scopo del testo è quello di consentire la valutazione del proprio livello di conoscenza, fornire nozioni, stimolare il senso critico, incentivare l’approfondimento teorico ed allenare alla risoluzione dei quesiti a risposta multipla. Il testo è accompagnato da un software di simulazione, scaricabile gratuitamente dal sito, che consente di esercitarsi sulle singole discipline o effettuare simulazioni trasversali sull’intero programma con le stesse modalità della prova reale. Per facilitare l’esercitazione è inoltre disponibile online la versione scaricabile e stampabile delle schede delle risposte; ciò consente di riscontrare più agevolmente la validità delle risposte fornite. Il software e le schede sono accessibili dall’area riservata a cui si accede mediante registrazione al sito edises.it seguendo la procedura indicata nel frontespizio del volume. Indice generale PARTE I – QUESITI 1 Chirurgia generale 3 1.1 Principi generali........................................................................................................................................ 3 1.2 Parete addominale ed ernie........................................................................................................................ 4 1.3 Apparato digerente.................................................................................................................................... 6 1.4 Apparato urinario e genitale...................................................................................................................... 13 1.5 Apparato cardiovascolare.......................................................................................................................... 13 1.6 Apparato respiratorio................................................................................................................................. 15 1.7 Apparato endocrino................................................................................................................................... 16 1.8Oncologia.................................................................................................................................................. 17 1.9 Chirurgia d’urgenza................................................................................................................................... 22 Soluzioni commentate................................................................................................................................ 25 2 Chirurgia dell’apparato digerente 57 2.1 Anatomia generale..................................................................................................................................... 57 2.2 Fisiologia generale.................................................................................................................................... 58 2.3 Patologia generale..................................................................................................................................... 60 2.4 Semeiotica addominale.............................................................................................................................. 62 2.5 Diagnostica addominale............................................................................................................................ 63 2.6Farmacologia............................................................................................................................................. 64 2.7 Ghiandole salivari e cavo orale.................................................................................................................. 64 2.8Esofago...................................................................................................................................................... 65 2.9 Stomaco e duodeno.................................................................................................................................... 67 2.10 Intestino tenue e mesenteriale.................................................................................................................... 68 2.11Colon-retto................................................................................................................................................ 69 2.12Ano............................................................................................................................................................ 71 2.13Fegato........................................................................................................................................................ 71 2.14 Vie biliari................................................................................................................................................... 73 2.15Pancreas..................................................................................................................................................... 74 2.16 Cavità peritoneale e milza......................................................................................................................... 77 2.17 Ernie e parete addominale......................................................................................................................... 77 2.18 Laparoscopia e chirurgia............................................................................................................................ 77 Soluzioni commentate................................................................................................................................ 78 viii Indice generale 3 Chirurgia pediatrica 115 3.1 Nozioni di anatomia, embriologia e fisiologia........................................................................................... 115 3.2 Management del paziente chirurgico......................................................................................................... 118 3.3 Testa e collo............................................................................................................................................... 119 3.4 Patologia toracica...................................................................................................................................... 119 3.5Esofago...................................................................................................................................................... 121 3.6 Patologia della parete addominale............................................................................................................. 123 3.7Addome..................................................................................................................................................... 125 3.8 Fegato, milza, pancreas............................................................................................................................. 129 3.9 Patologia urologica.................................................................................................................................... 131 3.10Genitali...................................................................................................................................................... 134 3.11 Patologia neoplastica................................................................................................................................. 138 3.12 Anomalie vascolari e linfatiche................................................................................................................. 139 Soluzioni commentate................................................................................................................................ 140 4 4.1 4.2 5 Chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica 205 Sezione generale ....................................................................................................................................... 205 4.1.1 Anatomia e istologia del corpo umano............................................................................................ 205 4.1.2 Tecniche e principi di base............................................................................................................... 207 4.1.3 Guarigione delle ferite..................................................................................................................... 207 4.1.4 Patologia chirurgica........................................................................................................................ 209 4.1.5 Patologia medica............................................................................................................................. 209 4.1.6 Terminologia medico-chirurgica..................................................................................................... 211 Sezione sistematica.................................................................................................................................... 212 4.2.1 Cute e tessuti molli........................................................................................................................... 212 4.2.2 Mammella........................................................................................................................................ 217 4.2.3 Patologia degli organi genitali........................................................................................................ 219 4.2.4 Arti superiori e mano....................................................................................................................... 220 4.2.5 Testa e collo..................................................................................................................................... 220 4.2.6 Tronco ed estremità inferiori........................................................................................................... 221 Soluzioni commentate................................................................................................................................ 222 Ginecologia ed Ostetricia 247 5.1 Anatomia ed embriologia dell’apparato genitale e del pavimento pelvico................................................ 247 5.2 Fisiopatologia dell’asse riproduttivo: ciclo mestruale e menopausa.......................................................... 248 5.3 Pubertà e anomalie dello sviluppo puberale e sessuale.............................................................................. 249 5.4 Amenorree e iperandrogenismi................................................................................................................. 249 5.5 Regolazione della fertilità e Infertilità....................................................................................................... 250 5.6 Endometriosi e dolore pelvico................................................................................................................... 251 5.7 Patologie del pavimento pelvico................................................................................................................ 251 5.8 Infezioni genitali........................................................................................................................................ 252 5.9 Patologie benigne e lesioni preneoplastiche ginecologiche....................................................................... 252 5.10 Neoplasie ginecologiche maligne.............................................................................................................. 253 5.11 Tecniche diagnostiche e chirurgiche in Ginecologia................................................................................. 253 5.12 La gravidanza fisiologica, patologica e il parto......................................................................................... 253 5.13 Diagnostica prenatale e anomalie dello sviluppo fetale............................................................................. 258 5.14 Malattie infettive e farmaci in gravidanza................................................................................................. 259 5.15 Il puerperio e complicanze del puerperio................................................................................................... 259 5.16Neonatologia............................................................................................................................................. 260 Soluzioni commentate................................................................................................................................ 261 6 Indice generale Ortopedia e Traumatologia ix 281 6.1 Anatomia e istologia dell’apparato locomotore......................................................................................... 281 6.2Deformità.................................................................................................................................................. 283 6.3 Esami clinico-strumentali e di laboratorio................................................................................................. 283 6.4 Semeiotica medica..................................................................................................................................... 283 6.5 Trattamento e profilassi............................................................................................................................. 284 6.6 Terminologia ortopedica............................................................................................................................ 285 6.7 Collo e tronco............................................................................................................................................ 286 6.8 Cingolo scapolare...................................................................................................................................... 286 6.9 Braccio e gomito........................................................................................................................................ 287 6.10Avambraccio.............................................................................................................................................. 287 6.11 Polso e mano.............................................................................................................................................. 288 6.12 Cingolo pelvico......................................................................................................................................... 288 6.13Femore....................................................................................................................................................... 290 6.14Ginocchio.................................................................................................................................................. 290 6.15Gamba....................................................................................................................................................... 291 6.16Piede.......................................................................................................................................................... 292 6.17 Lesioni traumatiche osteo-articolari.......................................................................................................... 292 6.18 Infezioni osteo-articolari........................................................................................................................... 294 6.19 Malattie articolari (malattie degenerative articolari)................................................................................. 294 6.20 Malattie metaboliche e reumatiche............................................................................................................ 295 6.21Tumori....................................................................................................................................................... 295 6.22 Patologia muscolo-tendinea e traumatologia dello sport........................................................................... 296 6.23Neuropatie................................................................................................................................................. 296 Soluzioni commentate................................................................................................................................ 297 7Urologia 319 7.1Anatomia................................................................................................................................................... 319 7.2 Diagnostica urologica................................................................................................................................ 321 7.3 Patologia urologica.................................................................................................................................... 323 7.3.1 Malformazioni................................................................................................................................. 323 7.3.2 Rene................................................................................................................................................. 324 7.3.3 Uretere............................................................................................................................................. 325 7.3.4 Vescica e prostata............................................................................................................................ 325 7.3.5 Testicolo........................................................................................................................................... 326 7.3.6 Uretra.............................................................................................................................................. 326 7.4 Calcolosi urinaria...................................................................................................................................... 326 7.5 Malattie infettive....................................................................................................................................... 327 7.6Andrologia................................................................................................................................................. 328 7.7Oncologia ................................................................................................................................................. 329 7.7.1 Rene................................................................................................................................................. 329 7.7.2 Vescica............................................................................................................................................. 330 7.7.3 Prostata........................................................................................................................................... 330 7.7.4 Uretra.............................................................................................................................................. 331 7.7.5 Testicolo........................................................................................................................................... 331 7.7.6 Pene................................................................................................................................................. 332 7.8 Chirurgia urologica.................................................................................................................................... 332 Soluzioni commentate................................................................................................................................ 333 x 8 Indice generale Chirurgia maxillo-facciale 377 8.1 Anatomia generale..................................................................................................................................... 377 8.2 Fisiologia generale.................................................................................................................................... 381 8.3 Patologia generale..................................................................................................................................... 382 8.4Embriologia............................................................................................................................................... 386 8.5Semeiotica................................................................................................................................................. 386 8.6Diagnostica................................................................................................................................................ 387 8.7Malformazioni........................................................................................................................................... 388 8.8Fratture...................................................................................................................................................... 389 8.9 Cavo orale.................................................................................................................................................. 389 8.9.1 Denti................................................................................................................................................ 390 8.9.2 Lingua.............................................................................................................................................. 390 8.9.3 Ghiandole salivari........................................................................................................................... 391 8.10 ATM – Articolazione temporo-mandibolare.............................................................................................. 391 8.10.1 Mandibola..................................................................................................................................... 391 8.10.2 Mascellare..................................................................................................................................... 392 8.11Naso........................................................................................................................................................... 392 8.12Cute........................................................................................................................................................... 392 8.13Chirurgia.................................................................................................................................................... 393 8.14Terapia....................................................................................................................................................... 396 Soluzioni commentate................................................................................................................................ 397 9Oftalmologia 9.1 9.2 9.3 9.4 9.5 9.6 9.7 9.8 431 Richiami di anatomia e fisiologia oculare.................................................................................................. 431 Semeiotica oculare..................................................................................................................................... 435 9.2.1 Disturbi soggettivi e segni obiettivi................................................................................................. 435 9.2.2 Esami strumentali............................................................................................................................ 436 Vizi di refrazione....................................................................................................................................... 436 Affezioni acute invalidanti la funzione visiva........................................................................................... 437 9.4.1 Emovitreo e occlusioni vascolari della retina.................................................................................. 437 9.4.2 Degenerazione maculare legata all’età........................................................................................... 437 9.4.3 Affezioni del nervo ottico................................................................................................................. 437 9.4.4 Cataratta......................................................................................................................................... 438 9.4.5 Glaucoma primario ad angolo aperto............................................................................................. 438 Affezioni a carattere prevalentemente irritativo........................................................................................ 439 9.5.1 Dacriocistiti e congiuntiviti............................................................................................................. 439 9.5.2 Cheratiti.......................................................................................................................................... 439 9.5.3 Iridocicliti........................................................................................................................................ 440 9.5.4 Attacco acuto di glaucoma – glaucoma ad angolo chiuso............................................................... 440 Tumori oculari........................................................................................................................................... 441 Occhio e malattie sistemiche..................................................................................................................... 441 9.7.1 Retinopatia diabetica...................................................................................................................... 441 9.7.2 Immunopatologia oculare................................................................................................................ 441 9.7.3 Papilledema e malattie infettive...................................................................................................... 442 9.7.4 Occhio e farmaci............................................................................................................................. 442 9.7.5 Occhio e sindromi............................................................................................................................ 442 Oftalmologia pediatrica............................................................................................................................. 443 9.8.1 Ambliopia e strabismo concomitante............................................................................................... 443 9.8.2 Patologia congenita o neonatale..................................................................................................... 443 Soluzioni commentate................................................................................................................................ 444 10Otorinolaringoiatria Indice generale xi 471 10.1Audiologia................................................................................................................................................. 471 10.2Rinologia................................................................................................................................................... 479 10.3 Cavo orale e orofaringe............................................................................................................................. 482 10.4Laringologia.............................................................................................................................................. 485 10.5 Ghiandole salivari...................................................................................................................................... 487 10.6 Collo e masse cervicali.............................................................................................................................. 488 10.7 Neoplasie maligne del distretto testa e collo.............................................................................................. 488 10.8 Urgenze ed emergenze in ORL.................................................................................................................. 489 Soluzioni commentate................................................................................................................................ 490 11Cardiochirurgia 519 11.1 Anatomia generale e dell’apparato cardio-vascolare................................................................................. 519 11.1.1 Anatomia dei vasi.......................................................................................................................... 519 11.1.2 Anatomia delle valvole.................................................................................................................. 522 11.1.3 Anatomia del cuore........................................................................................................................ 522 11.1.4 Circolazione fetale......................................................................................................................... 523 11.1.5 Anatomia del sistema di conduzione.............................................................................................. 523 11.2 Cardiochirurgia dell’adulto....................................................................................................................... 524 11.2.1 Chirurgia valvolare....................................................................................................................... 524 11.2.2 Chirurgia dell’aorta...................................................................................................................... 524 11.2.3 Rivascolarizzazione miocardica.................................................................................................... 525 11.3 Cardiochirurgia pediatrica......................................................................................................................... 525 11.3.1 Cardiopatie congenite................................................................................................................... 525 11.3.2 Tecniche chirurgiche...................................................................................................................... 526 11.3.3 Fisiopatologia............................................................................................................................... 527 11.4Farmacologia............................................................................................................................................. 527 11.4.1 Anticoagulanti e antagonisti.......................................................................................................... 527 11.4.2 Inotropi.......................................................................................................................................... 528 11.4.3 Farmaci cardio-vascolari.............................................................................................................. 528 11.5 Fisiopatologia cardiaca.............................................................................................................................. 529 11.5.2 Cardiomiopatie.............................................................................................................................. 529 11.5.3 Disturbi del ritmo.......................................................................................................................... 529 11.5.5 IMA................................................................................................................................................ 529 11.5.6 Monitoraggio emodinamico.......................................................................................................... 530 11.5.7 Scompenso cardiaco...................................................................................................................... 531 11.5.8 Tamponamento cardiaco................................................................................................................ 531 11.5.9 Tumori cardiaci............................................................................................................................. 531 11.5.10 Valvulopatie................................................................................................................................. 531 11.6 Procedure chirurgiche................................................................................................................................ 532 11.6.1 Chirurgia vascolare....................................................................................................................... 532 11.6.2 Complicanze.................................................................................................................................. 532 11.6.3 La circolazione extracorporea....................................................................................................... 533 11.6.4 Tecniche chirurgiche...................................................................................................................... 534 11.6.5 Trapianto cardiaco........................................................................................................................ 535 Soluzioni commentate................................................................................................................................ 536 12 Chirurgia toracica 569 12.1 Anatomia generale..................................................................................................................................... 569 xii Indice generale 12.2Fisiologia................................................................................................................................................. 572 12.3 Patologia generale................................................................................................................................... 573 12.4 Semeiotica toracica................................................................................................................................. 575 12.5Diagnostica.............................................................................................................................................. 576 12.6 Colonna vertebrale e coste....................................................................................................................... 576 12.7Esofago.................................................................................................................................................... 577 12.8Mediastino............................................................................................................................................... 578 12.9Bronchi.................................................................................................................................................... 578 12.10Polmone.................................................................................................................................................. 579 12.11Pleura...................................................................................................................................................... 580 12.12Cuore....................................................................................................................................................... 581 12.13 Grandi vasi.............................................................................................................................................. 582 12.14Mammella............................................................................................................................................... 582 12.15Chirurgia................................................................................................................................................. 583 Soluzioni commentate.............................................................................................................................. 585 13 Chirurgia vascolare 613 13.1 Patologia dei tronchi sovraortici.............................................................................................................. 613 13.2 Ischemie acute degli arti.......................................................................................................................... 614 13.2.1 Funzionali: malattia di Raynaud................................................................................................. 614 13.2.2 Chirurgia..................................................................................................................................... 615 13.3 Patologie ereditarie e congenite............................................................................................................... 615 13.4 Patologia aneurismatica.......................................................................................................................... 615 13.5 Ischemie croniche degli arti..................................................................................................................... 616 13.6 Patologie autoimmuni............................................................................................................................. 617 13.7 Patologia venosa...................................................................................................................................... 617 13.8 Tecniche anestesiologiche e rianimatorie................................................................................................ 617 13.9 Patologia cardiaca................................................................................................................................... 617 13.10 Embriologia, fisiologia e fisiopatologia del sistema cardio-vascolare.................................................... 618 13.11 Principi di chirurgia toracica................................................................................................................... 621 13.12 Patologie del tratto gastroenterico........................................................................................................... 622 13.13 Alterazioni dell’equilibrio acido-base..................................................................................................... 622 13.14 Patologia tromboembolica...................................................................................................................... 623 13.15 Anatomia del sistema cardio-vascolare................................................................................................... 623 13.16 Patologie del sistema endocrino.............................................................................................................. 627 13.17Traumi..................................................................................................................................................... 627 13.18 Indagini diagnostiche.............................................................................................................................. 628 13.19 Sistema linfatico...................................................................................................................................... 629 13.20 Patologia renovascolare.......................................................................................................................... 630 13.21 Fondamenti medico-chirurgici................................................................................................................ 630 13.22Aterosclerosi........................................................................................................................................... 632 13.23 Patologia dello stretto toracico superiore................................................................................................ 633 13.24 Patologie infiammatorie.......................................................................................................................... 633 13.25 Fistole artero-venose per emodialisi........................................................................................................ 633 Soluzioni commentate.............................................................................................................................. 634 14Neurochirurgia 665 14.1Fisiopatologia.......................................................................................................................................... 665 14.2Traumatologia......................................................................................................................................... 668 14.3Oncologia................................................................................................................................................ 669 14.4 Patologia vascolare.................................................................................................................................. 670 14.5 14.6 14.7 14.8 Indice generale xiii Patologia malformativa............................................................................................................................. 671 Patologia degenerativa della colonna........................................................................................................ 672 Sindromi compressive del sistema nervoso periferico............................................................................... 672 Elementi di neurochirurgia........................................................................................................................ 673 Soluzioni commentate................................................................................................................................ 675 PARTE II – CASI CLINICI 1 Chirurgia generale Soluzioni commentate................................................................................................................................ 709 2 Chirurgia dell’apparato digerente 881 Soluzioni commentate................................................................................................................................ 887 9 Oftalmologia 857 Soluzioni commentate................................................................................................................................ 864 8 Chirurgia maxillo-facciale 829 Soluzioni commentate................................................................................................................................ 841 7 Urologia 793 Soluzioni commentate................................................................................................................................ 807 6 Ortopedia e Traumatologia 771 Soluzioni commentate................................................................................................................................ 780 5 Ginecologia ed Ostetricia 745 Soluzioni commentate................................................................................................................................ 753 4 Chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica 735 Soluzioni commentate................................................................................................................................ 740 3 Chirurgia pediatrica 693 897 Soluzioni commentate................................................................................................................................ 904 xiv Indice generale 10Otorinolaringoiatria Soluzioni commentate................................................................................................................................ 926 11Cardiochirurgia 1013 Soluzioni commentate................................................................................................................................ 1019 14Neurochirurgia 981 Soluzioni commentate................................................................................................................................ 994 13 Chirurgia vascolare 937 Soluzioni commentate................................................................................................................................ 952 12 Chirurgia toracica 919 1027 Soluzioni commentate................................................................................................................................ 1033 Autori SCHEDE DELLE RISPOSTE – Estensioni web 1041 10 Otorinolaringoiatria quesiti 10.1 Audiologia 1) La soglia di udibilità consiste: A. nella capacità di percepire i suoni B. nella capacità di capire le parole C. nella capacità di capire logotomi D. nel livello di minima udibilità 2) Il cavo di Meckel è: A. uno sdoppiamento della dura madre in cui è accolto il ganglio di Gasser B. una cavità situata nel recesso epitimpanico C. lo spazio compreso tra la corda vocale vera e quella falsa D. la porzione posteriore del cavo orale 3) L’actina è una sostanza proteica con attività contrattile che si riscontra: A. nella perilinfa B. nelle cellule della stria vascolare C. nelle cellule di sostegno dell’organo di Corti D. nelle stereociglia delle cellule cigliate esterne 4) L’arteria uditiva interna è un ramo dell’arteria: A. cerebellare anteriore B. tronco-basilare o cerebellare antero-inferiore C. cerebrale posteriore D. cerebellare media 5) In una protesi acustica, la conversione di energia da acustica in elettrica è effettuata da: A.alimentatore B.ricevitore C.amplificatore D.microfono 6) La stria vascolare si trova a livello: A. della parete mediale della cassa del timpano B. della parete esterna del canale cocleare C. della macula dell’utricolo D. della membrana basilare 7) Il fenomeno del recruitment è presente: A. nelle ipoacusie cocleari B. nei tumori del temporale C. nella patologia dell’orecchio medio D. nella patologia del nervo acustico 8) Una mastoidite che erode la corticale dell’osso determina: A. una pericondrite B. una paralisi facciale C. una trombosi del seno laterale D. un ascesso sotto-periosteo 9) Un sintomo costante delle dermatiti auricolari è: A.l’acufene B.l’ipoacusia C. il prurito D.l’otorragia 10) Un’otite media può essere trattata con: A. mastoidectomia radicale B. timpanoplastica chiusa C. timpanoplastica aperta D. tutte le alternative sono corrette 11) Quale delle seguenti non è una complicanza dell’otite media cronica? A. Granuloma colesterinico B.Otosclerosi C.Atelettasia D.Timpanosclerosi 12) Il ventricolo laringeo è posto: A. tra la corda vocale vera e falsa 472 Parte I – Quesiti B. tra la cartilagine aritenoide e l’epiglottide C. tra l’epiglottide e la base della lingua D. tra glottide e ipoglottide 13) Quale dei seguenti sintomi è assente nel neurinoma dell’VIII nervo cranico? A. Deficit del III nervo cranico B.Ipoacusia C. Deficit del VII nervo cranico D. Deficit del V nervo cranico 14) La pericondrite dell’orecchio esterno: A. può dare esito a deformazioni del padiglione B. guarisce spontaneamente C. può complicarsi con sepsi D. invade le linfoghiandole del collo 15) Che cosa si intende per frequenza di un suono? A. La forza dello stimolo applicato B. Nessuna delle alternative è corretta C. La provenienza del suono D. La composizione armonica del suono 16) In quale delle seguenti affezioni potrà osservarsi il segno di Hennebert (positività del segno della fistola a membrana timpanica integra)? A. Malattia di Ménière B.Otosclerosi C.Tubercolosi D. Eredolue tardiva 17) L’organo uditivo è costituito funzionalmente da: A. un apparato di trasmissione e di trasduzione dell’energia meccanica vibratoria in energia nervosa B. un apparato di trasmissione dell’energia meccanica C. un apparato di trasferimento dell’energia nervosa D. un apparato di trasmissione dell’energia nervosa in sensazione acustica 18) La via efferente del riflesso cocleo-stapediale è rappresentata dal: A. fascicolo longitudinale mediale B. VIII nervo cranico C. V nervo cranico D. VII nervo cranico 19) La più bassa frequenza di un suono udibile è: A. circa 50 Hz B. meno di 10 Hz C. più di 50 Hz D. circa 20 Hz 20) La stapedotomia è un intervento: A. di fissurazione della platina della staffa con sostituzione della crura B. di stapedectomia con interposizione della protesi C. di stapedectomia senza interposizione della protesi D. di fissurazione della platina della staffa con rimozione dell’incudine 21) Il tegmen tympani mette la cassa timpanica in rapporto con: A. la fossa cranica media B. la fossa cranica posteriore C. la fossa cranica anteriore D. la mastoide 22) La vertigine da idrope endolinfatico dura: A. qualche giorno B. pochi secondi C. qualche minuto D. alcune ore 23) La staffa è articolata: A. nella finestra ovale B. nella finestra rotonda C. nella finestra quadrata D. nell’acetabolo malleolare 24) L’arteria uditiva interna è un ramo: A. dell’arteria linguale B. dell’arteria giugulare C. dell’arteria basilare D. dell’arteria oftalmica esterna 25) Nel test di Anderson per la valutazione uditiva, una delle frequenze verificate è: A. 2.000 Hz B. 1.000 Hz C. 3.000 Hz D. 4.000 Hz 26) In una sordità grave occorsa in periodo neonatale si interviene: A. con protesizzazione e rieducazione B. con la sola rieducazione C. con la sola protesizzazione D. aspettando la naturale evoluzione del linguaggio 27) Per presbiacusia si intende: A. un’ipoacusia da labirintosi involutiva del bambino B. un’ipoacusia di trauma acustico professionale cronico C. un’ipoacusia che non può essere protesizzata D. un’ipoacusia da labirintosi involutiva senile 28) La tuba di Eustachio è costituita da: A. uno scheletro osseo nel suo III laterale, uno scheletro fibrocartilagineo nei due terzi mediali B. uno scheletro osseo C. una struttura muscolare D. uno scheletro osseo nei due terzi laterali e fibrocartilagineo nel III mediale 29) Il nervo vidiano è costituito da: A.nervo gran petroso superficiale e nervo petroso profondo 99) Il nistagmo verticale caratterizzato da una fase rapida e una lenta è per lo più di origine: A. vestibolare periferico B.ottico-cinetica C.congenita D. vestibolare centrale 100) Il dotto cocleare e il sacculo sono posti in comunicazione da: A. dotto reuniente di Hensen B. sacco endolinfatico C. canale endolinfatico D. canali semicircolari 101) Quali sono i due muscoli dell’orecchio medio? A. Stapedio ed elevatore del velo B. Peristafilino interno ed esterno C. Stapedio e tensore del timpano D. Tensore del timpano e peristafilino esterno 102) Il muscolo tensore del timpano è innervato dal: A. nervo ipoglosso B. nervo glossofaringeo C. nervo facciale D. nervo trigemino 103) L’otite media con effusione può essere la conseguenza di: A.palatoschisi B. ipertrofia adenoidea C. carcinoma rinofaringeo D. tutte le alternative sono corrette 104) La comunicazione è: A. lo scambio di parole B. l’interazione personale C. lo scambio di messaggi D. l’interazione fra sistemi 105) Il condotto uditivo esterno è di origine: A.mesodermica B.endodermica C.mesenchimale D.ectodermica 106) L’articolazione incudo-malleolare si trova: A. nel mesotimpano B.nell’epitimpano C. nel condotto uditivo esterno D. nel condotto uditivo interno 107) La timpanometria è: A. uno studio dei rapporti fra l’impedenza acustica e la pressione esercitata sulla membrana timpanica B.la misurazione della superficie della membrana timpanica C. una prova per il rilievo del fenomeno del recruitment D. un test per la valutazione del fenomeno dell’adattamento 10. Otorinolaringoiatria 477 108) Il dendrite è una parte: A. del corpo cellulare B. del cilindrasse C. della guaina mielinica D. della membrana cellulare 109) L’arteria timpanica superiore è un ramo dell’arteria: A.occipitale B. faringea ascendente C. mascellare interna D.sfenopalatina 110) La teoria tonotopica dei suoni riguarda: A. l’effetto microfonico cocleare B. la localizzazione delle frequenze nella chiocciola C. l’impedenza dell’orecchio D. l’adattamento uditivo 111) L’acquedotto del vestibolo sbocca: A. nell’orecchio medio B. nella faccia laterale della mastoide C.nella faccia postero-mediale della piramide del temporale D. nel seno cavernoso 112) La malattia di Ménière è caratterizzata da: A. spasmo facciale B. ipoacusia trasmissiva fluttuante C. ipoacusia mista ingravescente D. ipoacusia neurosensoriale fluttuante 113) La membrana di Shrapnell è costituita: A.dalla pars flaccida della membrana timpanica B. dalla membrana timpanica C.dalla pars tensa della membrana timpanica D. dalla parete inferiore del condotto cocleare 114) La chiocciola dell’uomo percorre: A. due giri e mezzo B. un giro e mezzo C. due giri D. tre giri 115) Il nistagmo di I grado compare quando: A. i bulbi oculari sono ruotati verso il lato della componente lenta B. i bulbi oculari sono in posizione paramediana C. i bulbi oculari sono ruotati verso il lato della componente rapida D. le scosse nistagmiche non si presentano in maniera costante 116) Quale delle seguenti complicanze dell’otite media purulenta può determinare febbre di tipo settico con emocultura positiva? A.Petrosite B.Labirintite C. Ascesso encefalico D. Tromboflebite del seno laterale 478 Parte I – Quesiti 117) Quale dei seguenti sintomi è assente nella malattia di Ménière? A.Otalgia B. Senso di pienezza endoauricolare C.Vertigine D.Acufeni 118) Gli otoliti sono localizzati: A. nei canali semicircolari B. nel sacculo C.nell’utricolo D. nell’utricolo e nel sacculo 119) La fistola auris prende origine da: A. III tasca branchiale B. dotto faringeo branchiale C. I solco branchiale D. seno cervicale di His 120) La prova di Veits è un’indagine vestibolare di tipo: A.pneumatico B.rotatorio C.galvanico D.termico 121) Al parametro fisico di frequenza in acustica, corrisponde la sensazione di: A. nessuna delle alternative è corretta B. altezza del suono C. timbro del suono D.ottava 122) A che velocità si propaga il suono nel vuoto? A. Non si propaga affatto B. 20 m/s C. 120 m/s D. 200 m/s 123) Per riserva cocleare si intende: A. la differenza, espressa in dB, fra i valori della soglia per la via aerea e quelli della via ossea B. un dpi di 3 kHz nella via ossea C. il tempo di esaurimento della sensazione sonora a livello della soglia D. la residua sensazione uditiva dopo l’interruzione di una stimolazione sonora prolungata 124) La contrazione del muscolo stapedio si verifica per: A. esposizione al freddo del nervo facciale B. acufeni soggettivi C. stimolazione sonora di intensità elevata D. stimolazione tattile della guancia 125) L’endolinfa è molto ricca di: A.potassio B.calcio C.sodio D.magnesio 126) Quanto all’orecchio medio, non è vero che serve per: A. identificare la frequenza dei suoni B. trasmettere i suoni attraverso la catena degli ossicini C.trasmettere lo stimolo dal timpano alla finestra ovale D. permettere la trasmissione dei suoni per mezzo del martello, incudine e staffa 127) Una vertigine rotatoria posizionale è più probabilmente dovuta a: A. attacco ischemico vertebro-basilare B. intossicazione da oppiacei C. disfunzione labirintica D. lesione demielinizzante 128) Il suono è un fenomeno fisico di tipo: A.elettromagnetico B.elettrotermico C.biocibernetico D.meccanico 129) Nelle riniti allergiche la mucosa nasale appare: A. ricoperta di muco-pus B.normale C.pallida D. moderatamente iperemica 130) Secondo la classificazione di Brodmann, qual è l’area di proiezione corticale uditiva primaria? A. Aree 41 e 42 B. Area 44 C. Area 22 D. Area 8 131) Le cellule acustiche sono localizzate a livello di: A. membrana di Reissner B. organo del Corti C. canale cocleare D.utricolo 132) I suoni possono giungere all’organo del Corti attraverso: A. via aerea B. via ossea C. la via aerea e la via ossea D. la stimolazione tattile 133) L’accelerazione di gravità stimola: A. il neuroepitelio delle macule B. il neuroepitelio del canale semicircolare laterale C. il neuroepitelio dei canali semicircolari D. il sacco endolinfatico 134) L’otorrea è sinonimo di fuoriuscita di: A. sangue dalla tuba B. pus dal condotto uditivo interno C. pus dal condotto uditivo esterno D. pus dal vestibolo nasale 498 Parte I – Quesiti 103) D. L’otite media con effusione (o otite siero-mucosa) rappresenta un processo infiammatorio cronico a carico dell’orecchio medio. È caratterizzata dalla presenza di materiale siero-mucoso (fenomeno del glue ear, quando prevalentemente mucoso) che causa l’attenuazione dell’onda sonora dall’aria all’orecchio interno. Prevalentemente colpisce i bambini ma può osservarsi anche nell’adulto. Varie possono esserne le cause, quali palatoschisi, ipertrofia adenoide, deviazioni del setto nasale, neoplasie rinofaringee. 104) C. L’udito dell’uomo ha come finalità l’ascolto e la comprensione di suoni complessi che consentono l’apprendimento del linguaggio e la comunicazione. Quest’ultima si basa sullo scambio di messaggi e per tale motivo i messaggi vocali vengono usati in audiometria (audiometria vocale) per valutare eventuali deficit nelle capacità di comunicazione del soggetto; i semplici toni puri vengono invece impiegati nell’audiometria tonale per valutare in generale la soglia uditiva, con suoi eventuali deficit, del soggetto. 105) B. Il condotto uditivo esterno è formato dall’esterno verso l’interno da due porzioni, una cartilaginea e l’altra ossea, e insieme al padiglione auricolare costituisce la porzione dell’orecchio definita orecchio esterno. Le tre porzioni dell’orecchio (esterno, medio, interno) originano embriologicamente da diversi tessuti. Nello specifico l’orecchio esterno, come il medio, origina dal tessuto endodermico mentre l’orecchio interno deriva dal tessuto ectodermico. 106) B. Gli ossicini timpanici, procedendo in senso latero-mediale, sono rappresentati dal martello, dall’incudine e dalla staffa. Questi si trovano nella porzione dell’orecchio medio e con il loro movimento determinano il passaggio dell’energia sonora dalla membrana timpanica ai liquidi labirintici. Sono tra loro uniti grazie alla presenza di due articolazioni: l’articolazione incudo-malleolare (tra la superficie postero-mediale della testa del martello e la faccia anteriore del corpo dell’incudine) e l’articolazione incudo-stapediale (tra il processo lenticolare dell’incudine e la testa della staffa). L’articolazione incudo-stapediale si trova nell’area della cassa timpanica chiamata epitimpano. 107) A. La timpanometria è un esame strumentale con il quale si misura la motilità del sistema timpano-ossiculare. Si valutano gli effetti determinati da variazioni di pressione, indotte all’interno del condotto uditivo esterno, sulla quantità di energia sonora riflessa dalla membrana timpanica (rapporti fra l’impedenza acustica e la pressione esercitata sulla membrana timpanica). Il risultato è trasposto su grafico (timpanogramma) e può avere tre principali rappresentazioni grafiche secondo la classificazione di Jerger (tipo A, B, C). 108) A. Il neurone, o cellula neuronale, è costituito da un corpo centrale (detto soma) e da un insieme di prolungamenti citoplasmatici (detti neuriti), rappresentati dall’assone e dai dendriti attraverso i quali si verificano la conduzione e la ricezione degli impulsi nervosi provenienti dalle cellule nervose limitrofe. I dendriti possono inoltre variare in numero e dimensioni, a seconda della loro specifica funzione, da neurone a neurone. 109) C. La vascolarizzazione dell’orecchio nell’insieme delle sue tre porzioni (esterno, medio, interno) è garantita sia da rami provenienti dall’arteria carotide esterna sia da rami provenienti dall’arteria carotide interna. In particolare, per quanto riguarda l’arteria timpanica superiore, essa rappresenta un piccolo ramo dell’arteria meningea media, che è a sua volta un ramo dell’arteria mascellare interna. Si deve comunque ricordare che all’irrorazione della porzione dell’orecchio interno è deputata una vascolarizzazione cosiddetta terminale (ovvero priva di terminazioni collaterali). Questo elemento è importante in quanto spiega perché anche variazioni moderate del flusso ematico possono rappresentare un insulto e quindi manifestarsi sintomatologicamente. 110) B. Le strutture della porzione interna dell’orecchio sono rappresentate dal vestibolo (funzione vestibolare) e dalla chiocciola (funzione uditiva). Per quanto riguarda la funzionalità uditiva della chiocciola (e in realtà l’intera via acustica), si può parlare di organizzazione tonotopica delle cellule deputate alla trasmissione e all’elaborazione dell’impulso. Nello specifico della chiocciola, infatti, le cellule del suo giro basale sono deputate alla ricezione di stimoli a elevata frequenza (suoni ad alta frequenza), mentre man mano che si procede verso il giro apicale le cellule sono deputate alla ricezione di stimoli con frequenza progressivamente decrescente (suoni a bassa frequenza). Questo permette di stabilire in funzione del deficit osservato, con un minore margine di errore, la zona interessata dall’insulto causante. 111) C. Il vestibolo e la chiocciola (parti che costituiscono l’orecchio interno) sono messi in comunicazione con la cavità cranica da due piccoli canali detti rispettivamente acquedotto della coclea e del vestibolo. Grazie al primo è resa possibile la comunicazione tra la perilinfa contenuta nella scala timpanica della chiocciola con la fossa cranica posteriore, mentre attraverso il secondo la comunicazione è resa possibile con il passaggio del dotto endolinfatico e del successivo sacco (endolinfatico). L’acquedotto del vestibolo ha inizio a livello della parete mediale del vestibolo stesso e sbocca a livello della faccia postero-mediale della piramide del temporale. Soluzioni commentate – 10. Otorinolaringoiatria 499 112) D. Tra le patologie a carico della porzione dell’orecchio interno va ricordata la malattia di Ménière, caratterizzata dalla presenza contemporanea di vertigini, ipoacusia, senso di ovattamento auricolare e acufeni. Come le vertigini, che si presentano con la particolarità di durare da alcuni minuti a diverse ore, anche l’ipoacusia presenta peculiarità legate al carattere cocleare e fluttuante (il soggetto affetto riferisce periodi di completo benessere intervallati da periodi in cui è presente l’insieme del corteo sintomatologico). La fluttuazione e la presenza di tutti i sintomi ne costituiscono, infatti, le caratteristiche specifiche grazie alle quali si rende possibile la diagnosi. 113) A. La membrana timpanica separa anatomicamente il condotto uditivo esterno dalla cassa timpanica. Nella membrana si distinguono due parti: pars tensa e pars flaccida (o membrana di Shrapnell), situata in alto e in avanti, al di sopra del processo breve del martello. Quest’ultima è costituita da due strati (è assente lo strato intermedio), mentre la pars tensa è formata da tre strati rappresentati da: strato esterno (costituito da cute), intermedio (costituito da fibre collagene con diversa distribuzione) e interno (costituito dalla mucosa). La pars tensa è la parte fondamentale alla trasmissione dell’onda sonora. 114) A. La chiocciola (o coclea) rappresenta la struttura anteriore dell’orecchio interno (la posteriore è invece rappresentata dal vestibolo) ed è costituita da tre elementi: il modiolo, il canale spirale (che si avvolge appunto a spirale attorno al modiolo compiendo due giri e mezzo) e la lamina spirale (che unitamente alla membrana basilare determina la suddivisione del canale in una scala vestibolare e una scala timpanica). Le due scale sono in comunicazione tra loro a livello apicale attraverso l’elicotrema. Inoltre, la scala vestibolare è in comunicazione con la finestra ovale su cui si inserisce la platina della staffa, responsabile con i suoi movimenti all’interno della scala del moto dei liquidi in esso contenuti e in ultima analisi della stimolazione delle cellule acustiche. 115) C. Il nistagmo è un movimento oculare tonico-clonico, coordinato, involontario e ritmico dei globi oculari. La sua presenza esprime lo squilibrio esistente tra i vestiboli dei due lati in cui il labirinto sano (o più sano) determina una deviazione coniugata degli occhi verso il lato opposto (fase lenta) e una successiva scossa di compenso verso il “suo” lato (fase rapida). Nella pratica clinica la direzione del nistagmo è per convenzione indicata dalla fase rapida e il nistagmo è suddiviso in tre gradi: I grado (il nistagmo compare quando i bulbi oculari sono ruotati verso il lato della fase rapida), II grado (il nistagmo è evidente con i bulbi oculari in posizione mediana), III grado (il nistagmo compare quando i globi oculari sono ruotati verso il lato della fase lenta). 116) D. L’otite media purulenta rappresenta un processo infiammatorio, acuto o cronico, a carico dell’orecchio medio, caratterizzato obiettivamente dalla presenza di perforazione della membrana timpanica e secrezione purulenta repertabile nel condotto uditivo esterno. La terapia del processo infiammatorio è medica (antibioticoterapia) ma non rare sono le complicanze. Queste ultime si suddividono in: mastoidee (mastoidite acuta), endotemporali (labirintiti, paralisi del facciale), endocraniche (meningite, ascesso del lobo temporale), venose (tromboflebite del seno laterale, del seno cavernoso). Nella tromboflebite del seno laterale è possibile osservare tra i sintomi anche una febbre di tipo settico con emocultura positiva. 117) A. La sindrome di Ménière è caratterizzata da acufeni, vertigini di tipo oggettivo e fullness (sensazione di orecchio pieno). 118) D. Il vestibolo è costituito dall’utricolo, dal sacculo e dai canali semicircolari (superiore, posteriore e laterale). All’interno dell’utricolo e del sacculo sono presenti zone specifiche sensoriali chiamate macule disposte su 2 piani differenti (verticale, macula del sacculo; orizzontale, macula dell’utricolo) e ricoperte da una struttura gelatinosa, detta membrana otolitica, sulla cui superficie sono adesi cristalli di carbonato di calcio detti otoliti. Le membrane otolitiche rappresentano recettori sensibili sia alle accelerazioni lineari sia alla componente gravitazionale. 119) C. Processi patologici a carico dell’orecchio esterno possono essere suddivisi in malformativi, infiammatori, allergici, tumorali. Tra i processi malformativi, la fistola auris congenita prende origine dal I solco branchiale, rappresentando la persistenza di suoi residui a sviluppo avvenuto. Spesso può essere bilaterale e si manifesta con la presenza di secrezioni sierose nella zona in cui frequentemente si osserva (zona anteriore al trago o all’elice). La terapia consiste nell’exeresi chirurgica che, se incompleta, predispone alla ricorrenza. 120) D. L’esame della funzione vestibolare (funzionalità del sistema dell’equilibrio) prevede la ricerca dei sintomi vestibolari spontanei e provocati. Con i secondi la funzionalità del sistema viene indagata mediante l’utilizzo di diverse metodiche, tra le quali le più comunemente adoperate sono la prova rotatoria, in cui il sistema dell’equilibrio viene stimolato ponendo il soggetto seduto su una sedia in rotazione, e la prova calorica, in cui il sistema Parte II Casi clinici 694 Parte II – Casi clinici 12) A proposito dell’ernia crurale, tutte le seguenti affermazioni sono corrette, tranne che: A. è sempre facilmente riducibile B. è più frequente nelle donne C. ha una alta incidenza di strangolamento D. può contenere a destra l’appendice ciecale 13) Perché le ernie crurali sono più frequenti nelle donne? A. Per un maggiore livello ematico di testosterone B. Per un maggiore livello ematico di estrogeni C. Per una maggiore svasatura del bacino dopo la pubertà D. Per un minore livello ematico di testosterone 14) Quale di queste patologie non entra in diagnosi differenziale con l’ernia crurale? A. Linfonodo crurale B. Ernia inguinale C. Varice della safena D. Testicolo ritenuto 15) L’ernia crurale fuoriesce: A. al di sopra del legamento di Falloppio B. al di sotto del legamento di Falloppio C. nello scroto D. nella vagina 16) Quale delle seguenti patologie non rientra tra i difetti della parete ventrale (addominale)? A.Onfalocele B.Laparoschisi C. Estrofia della vescica D. Ernia di Spigelio 17) L’ernia di Spigelio si fa strada: A.a livello del margine laterale del muscolo retto, all’altezza dell’angolo esterno dell’arcata di Douglas B. in corrispondenza della linea alba C. a livello del triangolo di Petit D. a livello del canale inguinale 18) Quando si parla di ernia di Spigelio si intende: A. una rara forma di erniazione cerebrale B. una rara forma di erniazione cerebellare C. un’ernia nella parete anteriore dell’addome D. una forma di spina bifida 19) Il dolore in corrispondenza dell’ipocondrio destro con contrattura di difesa e positività del segno di Murphy deve far pensare a: A. colecistite acuta B.appendicite C. colica renale D. cisti ovarica torta 20) Se la colecistite acuta evolve verso l’empiema o il flemmone compare: A. febbricola serotina B.diarrea C.ascite D. piastrone palpabile nell’ipocondrio destro 21) Quale di queste indagini strumentali è più utile per porre diagnosi di colecistite acuta? A.Ecografia B.TAC C. Radiografia dell’addome D.Gastroscopia 22) La terapia di elezione della colecistite acuta alitiasica è: A. terapia antibiotica B. colecistostomia percutanea C.colecistectomia D. terapia con acidi biliari 23) La terapia di scelta della colecistite acuta alitiasica è: A.colecistectomia B. colecistostomia chirurgica C. colecistostomia percutanea D. terapia antibiotica 24) L’emissione con le feci di sangue color mattone orienta per: A. invaginazione intestinale B. volvolo dell’intestino C. reflusso gastro-esofageo D. diverticolo di Meckel 25) L’ernia di Littré contiene: A.omento B. ovaio con salpinge C. diverticolo di Meckel D.testicolo 26) Con il termine di diverticolo di Meckel si intende: A. un residuo embrionario del canale onfalo-mesenterico B. un residuo embrionario dell’uraco C. una estroflessione della valvola ileo-ciecale D. una invaginazione ileo-ileale 27) L’emorragia digestiva (enterorragia) nel diverticolo di Meckel è provocata da: A. infiammazione del diverticolo B. occlusione intestinale provocata dal diverticolo C.ulcera peptica contigua ad isole eterotopiche di mucosa gastrica D. presenza del diverticolo in un sacco erniario 28) Quale è fra quelle indicate la più frequente causa di enterorragia in età pediatrica? A. Rettocolite ulcerosa B. Poliposi disseminata C. Neoplasie del colon D. Diverticolo di Meckel 29) Nell’adulto, a quale distanza dalla valvola ileocecale si impianta di solito il diverticolo di Meckel? A. 5-10 cm B. 50-60 cm C. 70-80 cm D. 150-200 cm 30) Il diverticolo di Meckel è il residuo di: A. arteria ombelicale B.uraco C. dotto onfalo-mesenterico D. nessuna delle alternative è corretta 31) La laparoscopia ha sensibilmente ridotto l’incidenza delle seguenti complicanze post-operatorie: A.laparoceli B. TVP arti inferiori C.diarrea D.febbre 32) La corretta definizione di laparocele è: A. protrusione di tessuto adiposo properitoneale attraverso smagliature della linea alba B. protrusione di tessuto erniato nel punto di incontro tra i vasi epigastrici inferiori e la linea semilunare C. protrusione di tessuto peritoneale dall’orifizio interno del canale otturatorio D.protrusione di visceri addominali attraverso una breccia muscolo-aponeurotica della parete, in sede di una precedente incisione chirurgica 33) Rappresenta una controindicazione assoluta alla laparoscopia: A. pregressi interventi addomino-pelvici B. presenza di protesi degli arti inferiori C.sesso D. una grave miocardiopatia dilatativa 34) L’approccio laparoscopico rappresenta il gold standard per il trattamento di: A. litiasi della colecisti B. obesità patologica C. malattia da reflusso gastro-esofagea severa D. tutte le alternative sono corrette 35) La laparoscopia nell’addome acuto rappresenta una controindicazione “assoluta” in caso di: A. sospetta appendicite acuta B. colecistite acuta litiasica C. cisti ovarica emorragica D. nessuna delle alternative è corretta 36) Rappresenta una controindicazione “assoluta” alla laparoscopia: A. pregresso intervento addominale B. grande obesità (BMI > 50) C. età superiore ai 75 anni D. nessuna delle alternative è corretta 1. Chirurgia generale 695 37) La laparoscopia tra i suoi vantaggi annovera: A. un incremento delle aderenze viscero-viscerali B. un incremento delle aderenze viscero-parietali C. una drastica riduzione delle aderenze post-operatorie D. una drastica riduzione solo nei pazienti non operati precedentemente 38) La laparoscopia consente: A. la visione solo della cavità peritoneale B. l’esplorazione sia della cavità peritoneale che del retroperitoneo C. la sola visione di alcuni organi retroperitoneali D. l’esplorazione della pelvi 39) L’approccio laparoscopico rispetto alla chirurgia tradizionale: A. riduce la degenza post-operatoria B. riduce il dolore post-operatorio C. accelera la ripresa dell’attività lavorativa D. tutte le alternative sono corrette 40) Fistole perianali in sede atipica e multipla fanno parte del corteo sintomatologico: A. della rettocolite ulcerosa B. del morbo di Crohn C. della tubercolosi intestinale D. della colite ischemica 41) Tutte le seguenti procedure possono trovare indicazione nella terapia chirurgica del morbo di Crohn, tranne: A. resezione ileo-ciecale B. colectomia totale con ileo-retto anastomosi C. miotomia extramucosa di Heller D. emicolectomia destra 42) In quale delle seguenti patologie è tipico l’interessamento flogistico di tutti gli strati della parete intestinale? A. Rettocolite ulcerosa B. Morbo di Crohn C.Malassorbimento D. Tutte le alternative sono corrette 43) L’incidenza del morbo di Crohn è maggiore: A. in età inferiore ai 20 anni B. tra i 40 e i 50 anni C. ha un andamento bimodale con un picco nella seconda-terza decade e un secondo picco minore nella sesta decade D. negli ultraottantenni 44) In caso di intervento chirurgico per morbo di Crohn, quanto intestino è necessario resecare? A. Unicamente il segmento interessato dal morbo di Crohn B. Il segmento coinvolto più un ampio tratto a valle C. Il segmento coinvolto più un ampio tratto a monte 696 Parte II – Casi clinici D. Il segmento coinvolto più un ampio tratto a monte e a valle 45) Una paziente si presenta con una fistola anale recidiva, diarrea, anemia e febbre. La diagnosi più verosimile è: A. ascesso gluteo B. diverticolite del sigma C. sinus pilonodalis D. malattia di Crohn 46) Nel morbo di Crohn la malattia interessa: A. il digiuno B.l’ileo C. il colon D. tutto il canale alimentare 47) La localizzazione più frequente della malattia di Crohn è: A. il colon discendente B. il duodeno C. l’ultima ansa ileale D. il digiuno 48) L’aspetto mucoso ad “acciottolato romano” è tipico di: A. rettocolite ulcerosa B. cistite bollosa C. morbo di Crohn D. esofagite eosinofila 49) Quale delle seguenti condizioni non è riscontrabile nel morbo di Crohn? A.Fistole B.Ascessi C.Stenosi D. Nessuna delle alternative è corretta 50) Ascessi, ragadi e ulcere perianali possono costituire l’esordio clinico di: A. allergie alimentari B. neutropenia ereditaria C. persistenza della cloaca D. morbo di Crohn 51) La disposizione di aria “a falce” tra fegato e diaframma è caratteristica di: A. perforazione intestinale B. interposizione del colon fra fegato e diaframma C. rottura cisti aerea del polmone D. cisti da echinococco 52) Quale tra i seguenti sintomi e segni, pur presenti in caso di perforazione del tubo gastro-intestinale, ne è segno patognomonico? A.Leucocitosi B. Contrattura dei muscoli addominali C. Scomparsa dell’aia di ottusità epatica D. Aumento della frequenza cardiaca 53) Nella perforazione di un viscere cavo, quale reperto semeiologico risulta patognomonico? A. Scomparsa dell’aia d’ottusità epatica B. Silenzio auscultatorio C.Iperamilasemia D. Leucocitosi neutrofila oltre 20.000 54) Quale tra queste non rappresenta una complicanza delle enterostomie? A. Perforazione intestinale B.Necrosi C.Stenosi D.Prolasso 55) Nel sospetto di una perforazione in peritoneo libero, quale dei seguenti esami è di maggior aiuto diagnostico? A. RX digerente per os B. RX diretta addome C.Esofagoscopia D.Ecografia 56) Paziente con rettorragie discrete postalvine con dischezia e tenesmo rettale. Quale fra le seguenti è una indagine di prima scelta? A. Eseguire una esplorazione rettale digitale ed una ano-rettoscopia B. Eseguire una pancolonscopia C. Richiedere l’esecuzione di un clisma opaco a doppio contrasto D. Eseguire un esame chimico e parassitologico delle feci 57) Tutte le seguenti condizioni sono causa di emorragia del tratto gastro-intestinale inferiore, tranne: A. malattia diverticolare del colon B. carcinoma colorettale C.angiodisplasia D. compasso aortomesenterico 58) La causa più frequente di emorragia massiva del tratto gastro-intestinale inferiore è: A. malattia diverticolare del colon B. carcinoma colorettale C.angiodisplasia D. poliposi colica 59) Come si definisce una emorragia rettale? A.Ematemesi B.Melena C.Proctorragia D.Enterorragia 60) Una donna di 65 anni si presenta al Pronto Soccorso con diagnosi di melena associata ad ipotensione e tachicardia ed un valore di emoglobina pari a 7 g/dl; viene eseguita una emotrasfusione e successivamente una EGDS che tuttavia risulta negativa. A questo punto, quale tra i seguenti esami risul- Soluzioni commentate – 1. Chirurgia generale 709 Soluzioni commentate 1) ??è il più potente anticoaugulante. Tuttavia esso non va utilizzato per la profilassi della trombosi 1) C. Il warfarin venosa profonda 2) ?? bensì solo per il trattamento della stessa. Nel caso in cui il paziente rifiuti l’assunzione di eparina sottocutanea a scopo profilattico è bene utilizzare la compressione pneumatica intermittente. 2) D. La vena grande safena origina dal punto di confluenza tra la vena dorsale dell’alluce e l’arco venoso dorsale del piede, decorre lungo la parte mediale della gamba e si unisce alla vena femorale superficiale, nella regione del triangolo femorale. 3) D. L’embolia polmonare è solitamente la conseguenza del distacco di un frammento di trombo formatosi nel distretto venoso sistemico. Le sedi più comuni della trombosi venosa sistemica sono le vene profonde degli arti inferiori, per ragioni ovvie legate alla gravità e dunque al maggior ristagno venoso. Anche l’atrio destro può essere sede di trombi e dunque causa di embolia, soprattutto nei soggetti con fibrillazione atriale, sebbene questa evenienza sia meno frequente. 4) B. L’embolia polmonare è l’ostruzione acuta, completa o parziale di uno o più rami dell’arteria polmonare da parte di materiale trombotico proveniente dalla circolazione venosa sistemica. La comparsa di emboli nella maggior parte dei casi è dovuta a coaguli di sangue nelle vene delle gambe. La formazione di coaguli di sangue nelle vene è conosciuta come tromboflebite, trombosi venosa profonda o più comunemente trombosi e colpisce circa il 3% della popolazione. Nel 15% dei casi i trombi si rompono e migrano attraverso il flusso sanguigno dall’area interessata fino alle arterie polmonari divenendo emboli responsabili dell’embolia polmonare. I coaguli di sangue nelle vene superficiali (come le varici) non possono invece migrare. Solamente i coaguli nelle vene profonde possono raggiungere i polmoni e sfociare in embolia polmonare. 5) C. Il quadro dei sintomi dell’embolia polmonare è abbastanza complesso e variegato. Tra i sintomi più comuni ci sono il dolore al petto, in particolare sotto lo sterno o su un lato della cassa toracica, improvvise difficoltà respiratorie, fiato corto con sibilo, dispnea, tosse improvvisa e molto forte con espettorato striato di sangue. Il segno più precoce è, comunque, quello del dolore al petto. 6) B. L’ernia inguinale diretta attraversa la fossetta inguinale media portandosi dall’indietro all’avanti, lateralmente ai vasi epigastrici. Attraverso questo tipo di ernia può discendere la vescica, da sola o con altri visceri; il sacco erniario ha un rapporto di sola contiguità col funicolo e non lo interessa quasi mai. Di solito si verifica in uomini adulti o anziani e spesso è localizzata su entrambi i lati; fattori predisponenti sono l’indebolimento dei tessuti, la gravidanza, l’obesità e lo sfiancamento muscolare. 7) A. L’ernia inguinale diretta fuoriesce medialmente ai vasi epigastrici, in corrispondenza della fossetta inguinale media, e al di sopra del legamento inguinale. L’ernia che fuoriesce lateralmente ai vasi epigastrici è detta “ernia obliquo esterna”, ed attraversa l’anello inguinale interno. L’ernia che attraversa il canale otturatorio è detta “ernia otturatoria”. 8) C. Nell’uomo l’ernia inguinale obliqua esterna è il tipo di ernia addominale che si osserva nella più alta percentuale di casi, seguita dall’ernia diretta. L’ernia di Spigelio è poco comune. L’ernia femorale è poco comune nell’uomo; nella donna, invece, assume una rilevanza maggiore. 9) B. Le ernie addominali sono costituite da tre parti principali: la porta, il sacco erniario e il contenuto. Per porta erniaria si intende l’orifizio o il tragitto attraverso il quale migra il viscere erniato, i cui margini sono detti pilastri della porta erniaria. Il contenuto è rappresentato dai visceri erniati (più frequentemente le anse del tenue). Il sacco invece corrisponde al rivestimento del viscere erniato, rappresentato dal peritoneo parietale. 10) D. Nelle ernie inguinali, il contenuto erniario può essere rappresentato da omento o da un viscere addominale, come il colon, il tenue o la vescica. Quest’ultima, in particolare, può far parte del contenuto di ernie inguinali obliquo interne e dirette, ma non nell’ernia obliquo esterna o diretta, essendo il tragitto dell’ernia lontano dalla sede anatomica della vescica. 11) B. L’ernia crurale è un’ernia più frequente in età adulta e nel sesso femminile, si presenta come una tumefazione posta nella regione inguinale bassa, frequentemente interessata dallo strozzamento e dall’incarceramento del contenuto erniato. La tumefazione darà impulso al tatto, risulta frequentemente riducibile e di consistenza 710 Parte II – Casi clinici molle, è posizionata internamente rispetto all’arteria femorale e richiede una terapia chirurgica nel caso in cui si determinino complicazioni locali. L’ernioplastica prevede l’incisione a livello inguinale, seguita da riduzione del difetto e sutura della parete tramite plastica, sutura diretta o tecniche tension-free. 12) A. L’ernia crurale (o femorale) è un’ernia acquisita, palpabile al di sotto della linea di Malgaigne, quindi al di sotto del legamento inguinale: questo è utile per distinguerla dalle ernie inguinali che invece sono localizzate al di sopra di esso. È un tipo di ernia più frequente nel sesso femminile per via della conformazione slargata del bacino e della maggior ampiezza della lacuna dei vasi femorali. Inoltre, i margini della porta erniaria sono rappresentati da strutture rigide (il legamento inguinale, il muscolo pettineo, il legamento di Cooper e il legamento di Gimbernat), cosa che favorisce lo strozzamento dell’ernia e ne ostacola la riduzione. In alcuni casi, a destra, può contenere l’appendice ciecale. 13) C. Le ernie crurali sono più frequenti nel sesso femminile per via della maggior ampiezza (o svasatura) del bacino in età adulta. 14) D. L’ernia crurale è un tipo di ernia acquisita della parete addominale, più frequente nelle donne, che protrude attraverso il canale crurale (o femorale) per indebolimento del fascio ileo-pubico. Vista la sede, questo tipo di ernia può entrare in diagnosi differenziale con altri tipi di ernie (soprattutto l’ernia inguinale), patologie venose (varici della safena) o tumefazioni del linfonodo crurale (o linfonodo di Cloquet). Non può invece entrare in diagnosi differenziale con un testicolo ritenuto in addome, perché l’ernia crurale è più frequente nel sesso femminile e perché tende a comparire in età adulta. 15) B. Nelle ernie crurali la porta erniaria è al di sotto del legamento inguinale o legamento di Falloppio che risulta teso dalla spina iliaca anteriore superiore al tubercolo pubico. 16) D. I difetti della parete addominale anteriore includono alterazioni congenite della parete addominale: onfalocele (o exonfalo), gastroschisi (o laparoschisi), estrofia della vescica, ernia ombelicale, ernia epigastrica, prune belly syndrome e diastasi dei muscoli retti dell’addome. L’ernia di Spigelio (o semilunare) è una varietà acquisita di ernia che si localizza nei punti in cui i vasi epigastrici inferiori incontrano la linea di Spigelio (nel punto di intersezione tra il margine laterale del muscolo retto con l’arcata di Douglas). 17) A. L’ernia di Spigelio, o della linea semilunare, è un’ernia relativamente rara, acquisita, solitamente di piccole dimensioni, che si fa strada nel punto di incontro fra la linea semilunare di Spigelio e i vasi epigastrici inferiori, ovvero lateralmente al muscolo retto, a livello dell’angolo esterno dell’arcata del Douglas, mentre il sacco erniario si trova al di sotto dell’aponeurosi dell’obliquo esterno. 18) C. L’ernia di Spigelio, detta anche ernia semilunare, è una varietà poco frequente di ernia, solitamente acquisita, localizzata nel punto in cui si incontrano i vasi epigastrici inferiori a livello della linea semilunare di Spigelio (lateralmente al margine del muscolo retto, a livello dell’angolo esterno dell’arcata di Douglas). 19) A. Nella diagnosi differenziale di un quadro di addome acuto, la presenza di una positività del segno di Murphy accompagnata da dolore in ipocondrio destro è fortemente suggestiva per colecistite acuta. Una spiccata positività del segno di Murphy suggerisce già di per sé la diagnosi di colecistite acuta: in presenza di colecistite cronica o calcolosi della colecisti il segno è più sfumato. 20) D. L’empiema della colecisti è un’infiammazione purulenta della colecisti che produce una peritonite circoscritta. Da un punto di vista clinico si caratterizza per la presenza di febbre, dolore in ipocondrio destro e contrattura di difesa dell’addome in ipocondrio destro (piastrone). 21) A. Il gold standard per la diagnosi della colecistite acuta è l’ecografia. Il segno ecografico tipico della flogosi della colecisti è l’aspetto “a doppio binario” della parete della colecisti, la presenza di versamento peri-colecistico e la distensione della stessa. 22) C. La colecistite acuta alitiasica è una variante di colecistite acuta meno frequente della colelitiasi. È spesso dovuta ad infezione ed è caratteristica dei pazienti anziani in condizioni generali critiche, spesso in associazione ad altre patologie sistemiche quali diabete, nutrizione artificiale prolungata, traumi ed immunosoppressione ed è gravata da un tasso di mortalità aumentato, probabilmente in relazione a queste condizioni sottostanti. L’intervento di elezione è la colecistectomia anche se rispetto a quelle eseguite per colelitiasi è gravata da un tasso di mortalità più elevato, ed è eseguibile sia con tecnica classica sia per via laparoscopica. Soluzioni commentate – 1. Chirurgia generale 711 23) A. La colecistite acuta alitiasica è una condizione clinica che insorge spesso in pazienti anziani, in condizioni generali critiche e con patologie associate. Tra le possibili cause riconosciamo le infezioni da salmonelle, ustioni gravi, digiuno prolungato o nutrizione parenterale prolungata o immunosoppressione ed è una patologia che presenta tassi di mortalità più elevati rispetto alla variante litiasica. L’intervento di prima scelta è la colecistectomia, anch’essa gravata da un tasso di mortalità più elevata rispetto allo stesso intervento eseguito per patologia litiasica, probabilmente a causa delle condizioni decadute del paziente. 24) D. Il diverticolo di Meckel è un’anomalia clinicamente silente nella maggior parte dei casi, ma talora può manifestarsi con: – emorragie digestive: secondarie ad ulcere della mucosa sul tratto di ileo limitrofo al diverticolo di Meckel. Sono legate alla presenza di mucosa gastrica eterotopica che secerne succhi acidi. L’entità del sanguinamento è varia, potendosi manifestare episodi intermittenti modesti misconosciuti con anemizzazione progressiva o emorragie massive con shock ipovolemico. L’aspetto del materiale ematico evacuato (emorragia o melena) è legato all’entità del sanguinamento. In genere non si associa a dolore addominale; – occlusione intestinale: da volvolo, invaginazione, inginocchiamento su bande fibrose, ernie interne, aderenze, ernia di Littré (il diverticolo si strozza nell’ernia inguinale o ombelicale); – dolori addominali (diverticolite). 25) C. L’ernia di Littré è una rara complicanza del diverticolo di Meckel, essendo costituita dall’erniazione dello stesso attraverso l’orifizio crurale o inguinale. Altri tipi di ernie (ad esempio inguinali o crurali) possono contenere l’omento, le ovaie o l’uretere. Il testicolo, invece, non costituisce il contenuto dell’ernia, ma la borsa scrotale spesso ne rappresenta il sacco dove possono migrare altre strutture. 26) A. Il diverticolo di Meckel è un’estroflessione della mucosa ileale dovuta alla persistenza di un residuo del dotto onfalo-mesenterico (o dotto vitellino), un canale di collegamento che nel feto collega il sacco vitellino al lume intestinale, il quale normalmente si oblitera e scompare durante la 9° settimana di gestazione. La presenza di questo diverticolo può portare spesso ad emorragie, che si manifestano clinicamente con episodi di melena. 27) C. Il diverticolo di Meckel è un’anomalia congenita dovuta alla presenza di un residuo del dotto onfalomesenterico, che si organizza come un diverticolo, un sacco a fondo cieco a livello ileale. Misura mediamente 3–5 cm ed è situato nell’ileo entro 100 cm dalla valvola ileociecale, più spesso tra i 45–60 cm prossimali, sul versante antimesenterico. Poiché le cellule vitelline sono pluripotenti, può contenere, circa nella metà dei casi, tessuto eterotopico, più spesso gastrico (50%) e pancreatico (5%) e, più raramente, mucosa colica, biliare, endometriale. La presentazione clinica può essere caratterizzata più spesso da emorragie (25-50%) acute o croniche recidivanti, per ulcerazione della mucosa ileale adiacente alla mucosa gastrica eterotopica; l’emorragia si può presentare sotto forma di melena in quanto il tessuto gastrico eterotopico può digerire il sangue. 28) D. Il diverticolo di Meckel è un’anomalia clinicamente silente nella maggior parte dei casi, raramente sintomatico dopo i 10 anni, caratterizzato più spesso da emoraggie acute o croniche recidivanti nei bambini al di sotto dei 2 anni (negli adulti è più comune l’ostruzione). Tali emorragie digestive, secondarie ad ulcere della mucosa sul tratto di ileo limitrofo al diverticolo di Meckel, sono legate alla presenza di mucosa gastrica eterotopica che secerne succhi acidi. L’entità del sanguinamento è varia, potendosi manifestare episodi intermittenti modesti misconosciuti con anemizzazione progressiva o emorragie massive con shock ipovolemico. L’aspetto del materiale ematico evacuato (emorragia o melena) è legato all’entità del sanguinamento. In genere non si associa a dolore addominale). 29) B. Il diverticolo di Meckel è un’anomalia congenita presente in circa l’1% della popolazione ed è rappresentato dalla formazione di un sacco a fondo cieco a livello ileale, dovuto alla persistenza del dotto onfalo-mesenterico. Questa struttura embrionale mette in collegamento il sacco vitellino con il lume intestinale e va solitamente incontro ad obliterazione. La persistenza di una parte del dotto determina il diverticolo di Meckel, che è solitamente situato a circa 50-60 cm dalla valvola ileo-cecale. Tra le complicanze principali riconosciamo l’emorragia e un aumentato rischio di patologie addominali quali l’intussuscezione, l’occlusione e la perforazione. 30) C. Il dotto onfalo-mesenterico, anche chiamato dotto vitellino, è una struttura embrionale che mette in comunicazione il sacco vitellino con l’intestino nel feto, e va incontro ad obliterazione intorno alla 9ª settimana di gravidanza. L’incompleta o la mancata obliterazione di questa struttura porta alla formazione di un diverticolo, il diverticolo di Meckel, solitamente asintomatico ma che determina un rischio aumentato di patologia addomina- 712 Parte II – Casi clinici le. Si riscontra in circa l’1% della popolazione e non è una condizione patologica finché non subentrano complicanze. 31) A. La laparoscopia è un approccio chirurgico che prevede l’inserimento della strumentazione chirurgica nella sede da operare attraverso dei trocar inseriti in determinati punti dell’addome. Viene in seguito generato uno pneumoperitoneo e visualizzata la cavità attraverso un sistema ottico, anch’esso introdotto attraverso i trocar. Questo tipo di approccio permette di evitare la classica ferita chirurgica ed una complicanza in particolare, ovvero il laparocele, dovuto all’erniazione dei visceri dalla zona di minor resistenza. 32) D. Il laparocele per definizione è un’ernia che si fa strada attraverso una precedente incisione chirurgica. Si tratta, dunque, di un’ernia vera e propria la cui patogenesi è riconducibile all’azione di vari fattori. Condizioni predisponenti l’insorgenza del laparocele sono: infezione della ferita, che ritarda la cicatrizzazione; il diabete, per la microangiopatia che ne deriva; l’obesità, per l’aumentata pressione endoaddominale. Anche la tecnica di chiusura può condizionare l’insorgenza del laparocele, essendo esso meno frequente quando la sintesi della parete addominale viene eseguita con tecnica continua. Quando la sutura cede ne consegue la protrusione del sacco e del suo contenuto attraverso la parete addominale. 33) D. La chirurgia laparoscopica è una tecnica utile in numerose condizioni cliniche ed è utilizzabile su un elevato numero di persone. Le controindicazioni all’approccio laparoscopico sono classificate come assolute e relative. Mentre le relative, considerate dal chirurgo, dipendono dal caso e dal tipo di intervento, le controindicazioni assolute riguardano i pazienti affetti da gravi cardiopatie, come la miocardiopatia dilatativa, o gravi patologie polmonari, e devono essere valutate da specialisti quali cardiologi, pneumologi ed anestesisti. Spetta a loro, insieme al chirurgo, appurare il rischio chirurgico del paziente e porre la controindicazione. 34) D. La laparoscopia rappresenta il trattamento gold standard in diverse patologie dell’apparato digerente. Per via laparoscopica può essere infatti eseguita una colecistectomia, intervento risolutivo della calcolosi della colecisti, possono essere eseguiti interventi di chirurgia bariatrica in pazienti affetti da obesità patologica e può essere risolto anche il reflusso gastro-esofageo severo. Molte altre patologie possono essere trattate al giorno d’oggi per via laparoscopica, approccio che presenta numerosi vantaggi e che trova sempre più indicazione nella pratica chirurgica. 35) D. Nessuna tra le risposte elencate è una controindicazione alla tecnica laparoscopica. La sospetta appendicite acuta non ha motivo di essere considerata una controindicazione alla laparoscopia, così come la presenza di una cisti ovarica emorragica, condizioni cliniche vantaggiosamente trattate con questa tecnica. Anche la colecistite acuta litiasica è una condizione facilmente e rapidamente trattabile. 36) D. Le controindicazioni alla laparoscopia si distinguono in assolute e relative. Le assolute sono le pneumopatie gravi e le cardiopatie, che vengono indagate dal pneumologo, dal cardiologo, dal chirurgo e dall’anestesista. Le controindicazioni relative invece comprendono i pregressi interventi di chirurgia addominale open, pazienti grandi obesi o di età avanzata, e vengono valutate dal chirurgo in base al caso e al tipo di intervento. Un esempio: è stato dimostrato che l’età avanzata non modifica significativamente morbilità e mortalità nelle colecistectomie LPS; in questo caso, il chirurgo potrebbe quindi scegliere la laparoscopia come approccio chirurgico. 37) C. La laparoscopia è una tecnica che consente in pazienti selezionati di ridurre una serie di complicanze relative alla chirurgia open. In pazienti che non hanno mai subito interventi di chirurgia addominale, l’utilizzo della laparoscopia permette una drastica riduzione delle aderenze post-operatorie. Questo si verifica anche nei pazienti che sono già stati sottoposti ad altri interventi chirurgici; tuttavia, la presenza di aderenze dovute ai precedenti interventi possono rendere più difficoltosa la procedura laparoscopica e quindi far orientare il chirurgo verso un approccio di chirurgia tradizionale. 38) B. L’approccio laparoscopico è un tipo di approccio chirurgico che consente l’esplorazione sia della cavità peritoneale che del retroperitoneo, cosicché gli organi bersaglio di trattamenti laparoscopici sono numerosi. Questa tecnica offre una serie di vantaggi tra cui minor dolore post-operatorio e minor incidenza delle infezioni. Attraverso l’immissione in addome di trocar, strumenti attraverso cui vengono inseriti i supporti chirurgici ed ottici, è possibile l’approccio chirurgico su numerosi organi endo- ed extraperitoneali, come il fegato, il colon, la colecisti, l’apparato genitale femminile, il pancreas, lo stomaco, l’esofago, le ghiandole surrenali, nonché tecniche di chirurgia bariatrica per la cura dell’obesità. Soluzioni commentate – 1. Chirurgia generale 713 39) D. La laparoscopia trova ogni giorno un maggior consenso e un maggior impiego in quanto i vantaggi riscontrati sono numerosi. Essendo limitata l’invasività della tecnica rispetto alla chirurgia open, essa permette un minor tasso di infezioni chirurgiche, minor contatto di corpi esterni con gli organi interni, diminuzione del dolore post-operatorio e anche del tempo di degenza ospedaliera con minor perdita di produttività. Inoltre, le cicatrici sono limitate e questo aspetto è molto ben visto da parte del paziente; infine, il management delle medicazioni ambulatoriali post-dimissione risulta più breve e più semplice. 40) B. Il morbo di Crohn è una malattia infiammatoria cronica intestinale che può colpire qualsiasi porzione del tratto digerente, dalla cavità orale all’ano, frequentemente interessa la porzione ileale e presenta una etiologia sconosciuta, probabilmente multifattoriale, con una componente di trasmissione genetica importante. La manifestazione clinica varia a seconda della porzione di digerente attaccata, ad esempio l’interessamento ileale dà frequentemente manifestazione di patologia occlusiva, mentre il coinvolgimento anale porta fistolizzazione, sanguinamento e dolore. Il quadro clinico è caratterizzato da alterazioni dell’alvo, diarrea, perdita di peso e fistolizzazioni frequenti e numerose. Si associano anche sintomi sistemici, come febbre e malassorbimento, e sintomi extraintestinali a carico di altri organi come l’occhio, la cute, il sistema nervoso e le articolazioni. 41) C. La miotomia extramucosa di Heller è una tecnica chirurgica utilizzata nel trattamento delle discinesie esofagee, che non prevede la resezione del tratto interessato dall’infiammazione da morbo di Crohn. Invece tutte le altre tecniche, come la resezione ileo-ciecale, la colectomia totale, l’emicolectomia destra prevedono la resezione di un tratto più o meno esteso del canale alimentare, che può essere interessato dal morbo di Crohn. 42) B. L’interessamento flogistico della parete intestinale è caratteristico di un gruppo di patologie chiamate “malattie infiammatorie croniche intestinali”, comprendente principalmente il morbo di Crohn e la rettocolite ulcerosa. Queste malattie sono simili per certi aspetti, ma interessano in misura diversa lo spessore della parete intestinale. Infatti il morbo di Crohn colpisce tutti gli strati della parte intestinale, mentre la rettocolite ulcerosa si limita alla mucosa. 43) C. La malattia di Crohn è diffusa in tutto il mondo e raggiunge la massima prevalenza nelle nazioni occidentali. Il rapporto tra femmine e maschi colpiti è intorno a 1,35:1. I fumatori presentano due volte di più la probabilità di sviluppare la malattia di Crohn rispetto ai non fumatori. La malattia si riscontra in percentuale maggiore nelle persone di sesso femminile tra i 20 e i 30 anni anni, ma va estendendosi anche a soggetti di più giovane età. Un secondo picco si osserva in età più avanzata intorno alla sesta decade di vita. 44) A. Il cardine del trattamento chirurgico del morbo di Crohn sta nel minimizzare la quantità di intestino sacrificata ad ogni intervento chirurgico. Tale cardine si fonda da una parte sul fatto che la malattia tende ad interessare nel corso degli anni tutto il piccolo intestino, dall’altra sul fatto che i pazienti affetti da questa malattia vanno incontro a 3-4 interventi chirurgici in media nel corso della loro vita. Le resezioni intestinali per occlusione andrebbero evitate quando possibile e, quando ciò non sia attuabile, il tratto di intestino resecato dovrebbe essere il più piccolo possibile. 45) D. Una paziente che si presenta con una fistola anale recidiva, diarrea, anemia e febbre mostra un quadro suggestivo di morbo di Crohn, una malattia cronica infiammatoria intestinale che può interessare qualsiasi porzione del tratto digerente, anche il tratto anale con tendenza alla recidiva. Il quadro colitico spiega la diarrea, il sanguinamento cronico spiega l’anemia, mentre la febbre è indice di un processo infiammatorio diffuso. La manifestazione della malattia rimane comunque varia e dipende strettamente dalle caratteristiche della lesione. 46) D. Il morbo di Crohn è una malattia infiammatoria cronica intestinale di tipo granulomatoso, che può colpire qualsiasi tratto del canale alimentare, in modo discontinuo, in particolare: ileo-colon 60%, piccolo intestino 30%, grosso intestino 10%. I tratti intestinali interessati appaiono ispessiti per edema e deposizione di collagene; la mucosa appare ulcerata e l’infiammazione si estende a tutta la parete dell’intestino. L’evoluzione è di tipo sclero-cicatriziale. 47) C. Il morbo di Crohn è una malattia infiammatoria cronica intestinale di tipo granulomatoso, ad eziologia incerta. Può colpire qualsiasi tratto del canale alimentare, in modo discontinuo, in particolare: l’ileo-colon (60%) con particolare interessamento dell’ultima ansa ileale (in minore percentuale il piccolo intestino 30% e il grosso intestino 10%). I tratti intestinali interessati appaiono ispessiti per edema e deposizione di collagene; la mucosa appare ulcerata e l’infiammazione si estende a tutta la parete dell’intestino.