Repetita iuvant
Com’è fatto il latino?
1. L’alfabeto e la fonetica
L’alfabeto è l’elenco di tutti i segni grafici (o lettere) delle quali una lingua dispone. Il latino
comprende 24 lettere, quindi ne ha tre in più rispetto al nostro: la K, la X, e la Y. La K ha un suono
gutturale e si incontra in poche parole; la X ha un doppio suono (C + S); la Y si trova solo in parole
di origine greca e va pronunciata come la I.
A, B, C, D, E, F, G, H, I, K, L, M, N, O, P, Q, R, S, T, U, V, X, Y, Z
Leggere era difficoltoso anche perché fino al III sec. a.C. non esisteva il segno G, che si sviluppò
dal segno C, il segno Y fu introdotto nel I sec. a.C. e fino al XVI sec. d.C. U e V avevano l’unico
segno V. Inoltre chi scriveva non separava sempre le parole. Le minuscole, infine, vennero
introdotte al tempo di Carlo Magno (VIII sec. d.C.), così come i segni di punteggiatura.
a, b, c, d, e, f, g, h, i, k, l, m, n, o, p, q, r, s, t, u, v, x, y, z
Oggi usiamo le maiuscole latine come in italiano, a parte che in latino si scrivono con le maiuscole
anche gli aggettivi e gli avverbi derivati da nomi propri (Roma - Romanus).
La fonetica è lo studio dei suoni (vocali, semivocali, dittonghi, consonanti) per quanto riguarda la
loro pronuncia, la loro grafia e le loro combinazioni. I suoni, accorpandosi, formano le sillabe, che,
combinandosi, formano le parole.
2. Il lessico
Il lessico di una lingua è l’insieme della parole che la costituiscono. Esso è quindi frutto di
un’evoluzione avvenuta in precedenza e cambia in continuazione subendo varie modifiche. Anche il
lessico del latino ha subito molte modifiche: nel latino letterario del periodo arcaico confluirono
contributi dalle parlate dei popoli italici e dal greco; nella fase classica, oltre alle trasformazioni,
alcune parole arcaiche passarono in disuso e se ne aggiunsero altre provenenti dai popoli
assoggettati.
3. La morfologia
La morfologia è lo studio delle forme delle diverse parti del discorso, che mentre in italiano sono
nove, in latino sono otto, poiché non esiste l’articolo. Ci sono allora quattro parti variabili
(nome, pronome, aggettivo e verbo) e quattro invariabili (avverbio, congiunzione, preposizione e
interiezione). Le parti variabili presentano un insieme di mutamenti che si chiama flessione, quindi
il latino è una lingua flessiva come l’italiano. La flessione di nomi, aggettivi e pronomi si chiama
declinazione, che vuol dire “modifica”, quella del verbo si definisce coniugazione. I nomi sono
distribuiti in cinque declinazioni, caratterizzate da due numeri, il singolare e il plurale, tre generi,
il maschile, il femminile e il neutro (che manca in italiano), e da sei casi (riassunti in seguito). I
pronomi si declinano secondo il numero, il genere ed il caso, e si distinguono in personali,
riflessivi, possessivi, dimostrativi, determinativi, relativi, indefiniti ed interrogativi. Gli aggettivi si
declinano secondo il numero, il genere ed il caso e sono raggruppati in due classi. Essi si dividono
in qualificativi, personali, possessivi, dimostrativi, determinativi, relativi, indefiniti, interrogativi e
numerali (divisi in cardinali, ordinali e distributivi). I qualificativi presentano tre gradi: positivo,
comparativo e superlativo. I verbi si suddividono in quattro coniugazioni (una in più dell’italiano)
e presentano le tre forme attiva, passiva e media (o deponente, che manca in italiano). Il verbo
latino mostra le due funzioni transitiva e intransitiva. Il latino ha otto modi: indicativo,
congiuntivo, imperativo, infinito, gerundio, participio, gerundivo, supino. Manca quindi il
condizionale, le cui funzioni sono svolte dal congiuntivo, e compaiono il gerundivo ed il supino
(che mancano in italiano). La classificazione di queste otto parti del discorso costituenti la
morfologia latina è compito dell’analisi grammaticale.
4. La sintassi
La sintassi è lo studio degli elementi di cui sono composti una proposizione o un periodo, attraverso
l’analisi dei rapporti in cui questi elementi stanno fra loro. La sintassi della proposizione tratta i
singoli elementi (soggetto, predicato, complementi, attributo, apposizione). La sinassi del periodo
studia i rapporti tra le proposizioni (principali o subordinate) di cui esso è composto. Lo studio della
sintassi è anche detto analisi logica, poiché attraverso un procedimento di analisi vengono
individuati i rapporti logici dei singoli elementi. La sintassi latina si suddivide in sintassi dei casi,
del verbo e del periodo.
5. I casi
In latino nomi, pronomi e aggettivi si declinano attraverso sei casi. I casi servono a indicare la
funzione logica svolta all’interno della frase da nomi, pronomi e aggettivi. Ecco uno schema
prospettico delle funzioni logiche espresse dai casi.
NOMINATIVO
GENITIVO
DATIVO
ACCUSATIVO
VOCATIVO
ABLATIVO
è il caso del SOGGETTO
è il caso del COMPLEMENTO DI SPECIFICAZIONE
è il caso del COMPLEMENTO DI TERMINE
è il caso del COMPLEMENTO OGGETTO
è il caso del COMPLEMENTO DI VOCAZIONE
è il caso di MOLTI COMPLEMENTI (allontanamento, mezzo, compagnia, modo, ecc...)