Economia e statistica
Ocse, Banca centrale europea, Ragioneria generale dello Stato, Istat.
Il profilo delle amministrazioni pubbliche attraverso il censimento 2011 – ISTAT
L’ISTAT prosegue il processo di diffusione dei dati del Censimento delle istituzioni pubbliche.
Attraverso questo elaborato l’Istituto presenta una serie di informazioni che riguardano la
mappatura locale dei dipendenti delle istituzioni pubbliche e di alcuni servizi pubblici offerti sul
territorio, la dotazione e l'uso di ICT, le modalità con cui avviene la comunicazione all'interno,
con le altre istituzioni e verso gli utenti, nonché le tematiche legate all'amministrazione
sostenibile.
Il_profilo_delle_istituzioni_pubbliche_attraverso_il_censimento_2011-ISTAT
Women government and policy making in OCSE countries – OCSE
Secondo lo studio effettuato dall’OCSE, poche donne vengono promosse a incarichi di governo
o ad alti ruoli decisionali del settore pubblico. Il rapporto mostra come le donne siano solo 16
dei 200 capi di stato e di governo del mondo. In media, solo uno su cinque dei legislatori di tutto
il mondo sono donne e nei paesi Ocse le donne costituiscono meno di un terzo di tutti gli alti
funzionari del settore pubblico. Il rapporto rivela come esistano grandi differenze tra i vari paesi.
Mentre le nazioni nordiche mostrano risultati migliori di nazioni dell'Europa orientale e
meridionale nella promozione delle donne nel settore pubblico, alcuni paesi emergenti, come il
Sud Africa e Costa Rica, presentano un buon rapporto tra i due sessi.
http://www.oecd.org/governance/women-government-and-policy-making.htm
Rapporto annuale 2013 – BCE
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Economia e statistica
Nel rapporto annuale 2013 diffuso dalla Bce, il presidente Mario Draghi afferma come l’attività
economica nell’area dell’euro ha iniziato a migliorare nel corso dell’anno passato. La domanda
interna si è rafforzata gradualmente, in linea con il miglioramento del clima di fiducia delle
imprese e dei consumatori, benché a livelli contenuti. I consumi privati, specie all’inizio del
2013, hanno risentito dell’impatto negativo del calo occupazionale sul reddito aggregato che è
stato compensato, nel prosieguo dell’anno, dall’impatto positivo dei ribassi delle materie prime.
Le aspettative di inflazione a medio-lungo termine sono rimaste saldamente ancorate in linea
con l’obiettivo del Consiglio direttivo di mantenere l’inflazione su livelli inferiori ma prossimi al
2% nel medio periodo, a conferma della credibilità della strategia di politica monetaria della
BCE. Nel 2013 i paesi dell’area dell’euro hanno continuato a compiere progressi nel
risanamento delle finanze pubbliche. Secondo le attese, il disavanzo medio sarebbe diminuito a
circa il 3% del PIL, rispetto al 3,7 del 2012. In prospettiva, sarà importante non vanificare gli
sforzi compiuti in passato, ma sostenere il risanamento dei conti pubblici nel medio periodo,
anche in considerazione del fatto che i rapporti debito/Pil restano elevati. Su questo fronte le
strategie dovrebbero essere in linea con il patto di bilancio (fiscal compact). Il rapporto è diviso
nelle sezioni: l’evoluzione economica e la politica monetaria; le operazioni e le attività di Banca
centrale; ingresso della Lettonia nell’area euro; stabilità finanziaria, compiti collegati al CERS e
integrazione finanziaria; le tematiche europee; le tematiche internazionali; l’attività di
comunicazione esterna; l’assetto istituzionale e organizzativo.
Rapporto_annuale_2013_BCE
Trattamenti pensionistici e beneficiari per l’anno 2012 – ISTAT
Nel 2012 la spesa complessiva per prestazioni pensionistiche, pari a 270.720 milioni di euro, è
aumentata dell'1,8% rispetto all'anno precedente, mentre la sua incidenza sul Pil è cresciuta del
0,45% (dal 16,83% del 2011 al 17,28% del 2012). Le pensioni di vecchiaia assorbono il 71,8%
della spesa pensionistica totale, quelle ai superstiti il 14,7%, quelle di invalidità il 4,0%; le
pensioni assistenziali pesano per il 7,9% e le indennitarie per l'1,7%. L'importo medio annuo
delle pensioni è pari a 11.482 euro, 253 euro in più rispetto al 2011 (+2,3%). I pensionati sono
16,6 milioni, circa 75 mila in meno rispetto al 2011; in media ognuno di essi percepisce 16.314
euro all'anno (358 euro in più del 2011) tenuto conto che, in alcuni casi, uno stesso pensionato
può contare anche su più di una pensione. Le donne rappresentano il 52,9% dei pensionati e
percepiscono assegni di importo medio pari a 13.569 euro (contro i 19.395 degli uomini). Il
47,8% delle pensioni è erogato al Nord, il 20,5% nelle regioni del Centro e il restante 31,7% nel
Mezzogiorno. Il 26,5% dei pensionati ha meno di 65 anni, il 50,0% ha un'età compresa tra 65 e
79 anni, il 23,5% ha più di 80. Il 42,6% dei pensionati percepisce un reddito da pensione
inferiore a 1.000 euro al mese; il 38,7% tra 1.000 e 2.000 euro, il 13,2% tra 2.000 e 3.000 euro;
il 4,2% tra 3.000 e 5.000 euro e il restante 1,3% percepisce un importo superiore a 5.000 euro.
Il 67,3% dei pensionati è titolare di una sola pensione, il 24,9% ne percepisce due e il 6,5% tre;
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il restante 1,3% è titolare di quattro o più pensioni.
Trattamenti_pensionistici_e_beneficiari_per_l'anno_2012-ISTAT Bollettino mensile. Aprile 2013 – BCE
Nella riunione del 3 aprile 2014, il Consiglio direttivo ha deciso di lasciare invariati i tassi di
interesse di riferimento della BCE. Le nuove informazioni confermano che la moderata ripresa
economica dell’area dell’euro prosegue in linea con la precedente valutazione del Consiglio
direttivo. Per quanto riguarda l’analisi economica, il Pil in termini reali dell’area dell’euro è
aumentato sul periodo precedente dello 0,2% nell’ultimo trimestre del 2013, dopo lo 0,1 del
terzo e lo 0,3 del secondo. I dati delle indagini congiunturali estese al primo trimestre di
quest’anno sono coerenti con il procedere di una crescita moderata, confermando la
precedente aspettativa che la ripresa in atto è sempre più sostenuta dal consolidamento della
domanda interna. Le aspettative di inflazione per l’area nel medio-lungo periodo continuano ad
essere saldamente ancorate in linea con l’obiettivo del Consiglio direttivo di mantenere i tassi di
inflazione su livelli inferiori, ma prossimi al 2%. Occorre attuare ulteriori interventi decisivi per
realizzare riforme nei mercati dei beni e servizi e del lavoro finalizzate a incrementare la
competitività, innalzare la crescita potenziale, creare opportunità di occupazione e rendere le
economie dell’area più flessibili. Quanto alle politiche di bilancio, i paesi dell’area dell’euro
hanno conseguito progressi importanti nella correzione degli squilibri delle finanze pubbliche.
Non dovrebbero vanificare i risultati già ottenuti su questo fronte, ma ricondurre gli elevati
rapporti debito/PIL su un sentiero discendente nel medio termine, in linea con il Patto di stabilità
e crescita.
Bollettino_mensile._Aprile_2013_-_BCE Development co-operation Peer review. Italy 2014 – OCSE
Secondo un nuovo rapporto dell'OCSE, l'Italia ha aumentato i contributi e innalzato il livello dei
futuri obiettivi di aiuto allo sviluppo, facendo registrare un'inversione della tendenza al ribasso
negli stanziamenti a favore della cooperazione allo sviluppo. Il Paese deve ora adottare misure
che consentano di attuare le raccomandazioni volte a migliorare la propria gestione dei
programmi di aiuti. Lo studio raccomanda cambiamenti istituzionali per migliorare la gestione, la
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Economia e statistica
realizzazione e la valutazione dei programmi di sviluppo e per assicurare la coerenza degli
interventi. Tali misure potrebbero prevedere regole destinate a definire i termini della
collaborazione dei vari ministeri nei Paesi beneficiari. L’Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS)
fornito dall'Italia ha registrato un calo continuo tra il 2008 e il 2012, in parte a causa di pressioni
dovute alla crisi economica, ma ha mostrato un aumento nel 2013. Anche se si è ancora lontani
dall'obiettivo di lunga data delle Nazioni Unite di un APS pari allo 0,7% del Reddito Nazionale
Lordo (RNL), l'Italia si è impegnata ad aumentare il rapporto APS/RNL dallo 0,14% nel 2012
allo 0,28-0,31% nel 2017. Il Paese ha anche adottato misure per migliorare il modo con il quale
comunica i flussi italiani di APS al Comitato di Aiuto allo Sviluppo. Delle 17 raccomandazioni
contenute in una precedente Peer Review del 2009, l'Italia ne ha pienamente attuate tre. Altre
dieci sono state attuate parzialmente e le restanti quattro non lo sono state affatto, tra cui una
raccomandazione che suggeriva di rivedere il quadro normativo della cooperazione allo
sviluppo.
Italy_Peer_Review_of_Development_Cooperation_2014-OCSE Il lavoro parasubordinato - aggiornamento all'anno 2012 – ISTAT
Nella sezione Banche dati e statistiche dell'Istat è stato pubblicato l’ultimo aggiornamento
dell’Osservatorio statistico sui lavoratori parasubordinati con i dati definitivi dell’anno 2012.
Nell’Osservatorio sono consultabili informazioni riferite al periodo 2008-2012 sui lavoratori
contribuenti alla Gestione separata di cui all’art.2, comma 26, della legge n. 335/1995. La banca
dati si compone di due sezioni: contribuenti professionisti e contribuenti collaboratori.
Quest’ultima presenta i dati di dettaglio in serie storica sul tipo di rapporto di lavoro e
sull’eventuale altra forma di previdenza obbligatoria dichiarati.
http://www.inps.it/webidentity/banchedatistatistiche/menu/parasub/parasub.html
Indagine su reddito e condizioni di vita. Anni 2004-2012 – ISTAT
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Economia e statistica
L’indagine su Reddito e condizioni di vita delle famiglie, condotta annualmente dall’ISTAT a
partire dal 2004, fa parte di un più ampio progetto, concordato in sede europea e coordinato da
EUROSTAT, denominato Eu-Silc (European Union Statistics on Income and Living Condition).
La rilevazione è finalizzata a fornire informazioni attendibili, comparabili e tempestive sulle
condizioni economiche e, più in generale, sulle condizioni di vita delle famiglie in tutti i paesi
membri dell’Unione. Il regolamento Eu-Silc lascia un elevato margine di flessibilità ai singoli stati
nelle modalità di raccolta delle informazioni. In Italia, l’ISTAT ha optato per una indagine di tipo
campionario, che coinvolge ogni anno circa 26 mila famiglie residenti in 800 comuni italiani di
diversa ampiezza demografica. L'unità di rilevazione è la famiglia di fatto, intesa come un
insieme di persone coabitanti e legate da vincoli affettivi, di matrimonio, parentela, affinità,
adozione e tutela. Oggetto della rilevazione sono sia i redditi percepiti nell’anno solare
precedente l’intervista, dai singoli membri della famiglia che abbiano compiuto quindici anni di
età, sia le condizioni di vita al momento dell’intervista (principalmente situazione abitativa ed
eventuali problemi economici, a livello familiare; livello di istruzione e partecipazione al mercato
del lavoro, a livello individuale). Per rispondere alle esigenze conoscitive degli enti locali, il
campione italiano di Eu-Silc è stato sovradimensionato, rispetto alle direttive europee, al fine di
consentire la produzione di stime affidabili anche a un livello di dettaglio regionale.
http://www.istat.it/it/archivio/4152
Indagine sui mutui contratti dagli enti territoriali per il finanziamento degli investimenti.
Anno 2012 – RGS
La Ragioneria Generale dello Stato pubblica l'aggiornamento relativo al 2012 dell'indagine
statistica sull'entità dei mutui concessi alle Regioni, alle Province autonome e agli Enti Locali
per il finanziamento degli investimenti pubblici e sul livello della relativa esposizione debitoria.
Le informazioni sono state acquisite da un campione di istituti finanziatori residenti in Italia,
costituito da 68 istituti di credito e dalla Cassa depositi e prestiti. Il documento presenta l'analisi
dei mutui concessi nei suoi vari aspetti secondo le classi degli enti beneficiari, in base
all'oggetto del prestito e sotto il profilo della distribuzione territoriale. Rappresenta inoltre la
consistenza del debito alla fine del periodo considerato e le rate di ammortamento dovute.
Nell'indagine sono stati rilevati anche i prestiti obbligazionari sottoscritti dagli Istituti facenti parte
del campione. L'indagine mostra un decremento dello stock delle passività a carico degli enti
territoriali relativamente ai mutui. Considerando congiuntamente regioni ed enti locali, il debito
residuo al 1° gennaio 2013 è pari a 63,7 miliardi di euro a fronte dei 67,6 miliardi registrati al 1°
gennaio 2012, con un decremento dello 0,25% del Pil. In calo anche lo stock dei prestiti
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Economia e statistica
obbligazionari: da 12,5 a 11,7 miliardi.
Indagine_mutui_contratti_da_enti_territoriali_per_finanziamento_investimenti_2012-RGS
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