COMUNICATO N. 6 I tanti nomi della religione e l’intreccio indissolubile con l’attualità del mondo Roma, 8 dicembre 2016. Nella nostra epoca di conflitti identitari e rivendicazioni religiose, qual è il significato della spiritualità e che dialogo può esserci tra fedi e confessioni diverse? A questi interrogativi hanno provato a rispondere il filosofo Sergio Givone, il pastore della Chiesa Valdese Maria Bonafede, gli storici Lucetta Scaraffia e Franco Cardini e lo psicologo Angelo Villa nell’incontro La nuova spiritualità e le nuove opportunità del dialogo e della pace moderato da Gian Mario Gillio e a cura di CRIC - Coordinamento Riviste Italiane di Cultura (che a Più libri più liberi ha portato la prima rassega delle riviste italiane di cultura e nel suo spazio dedicato ha in programma diverse presentazioni, fra le quali domani alle 17 “Todomodo” a cura di Olschki e domenica 10, alle 11 “Bibliofilia” sempre a cura di Olschki e alle 16 i “Quaderni del Circolo Rosselli”a cura di Pacini). Per introdurre un dibattito sulla religione occorrerebbe anzitutto intendersi sulla definizione di sacro ma, come ha illustrato Franco Cardini, difficilmente le religioni di ceppo abramitico riuscirebbero a concordare su una versione comune. E non è l’unica difficoltà: oggi assistiamo a “un ritorno selvaggio di Dio, in forme che sfuggono alle istituzionalizzazioni delle Chiese e che pongono il problema della possibilità di un dialogo: non solo fra loro ma anche con i non credenti”. Escludendo il piano dell’assoluto, l’unico sul quale le diverse religioni potrebbero e dovrebbero intendersi è il piano relativo dell’umano, delle necessità e degli orizzonti degli uomini. E la pace? “Il diritto romano parlava di iustitia et pax: il fondamento della pace non può non essere la giustizia”. Su questa sfida si inserisce Maria Bonafede: di fronte al recupero degli identitarismi e dei fondamentalismi in tutte le religioni, al nuovo pluralismo religioso che modifica il profilo di vari Paesi, i credenti devono comprendere il rischio “che la verità della fede resti imprigionata in formule che non riusciamo più a sciogliere, a rendere credibili e a proporre agli altri. Il nostro compito è capire come si è trasformato il nostro messaggio e come possiamo diffonderlo”. La storica Lucetta Scaraffia insiste invece su un aspetto peculiare: l’oppressione delle donne, mascherata da precetto religioso. Con i movimenti di emancipazione, le donne si chiedono sempre più se l’oppressione che le riguarda sia scritta nella religione (di matrice cristiana, ebraica e musulmana) oppure se sia la società patriarcale ad aver frainteso o falsificato il messaggio. “Oggi che le religioni sono tornate prepotentemente alla ribalta intorno al tema centrale del corpo femminile, trattare questo argomento significa mettere in discussione le radici delle tre religioni abramitiche, rileggerle e guardarle con gli occhi delle donne”. Il filosofo Sergio Givone mette in guardia contro il grande racconto della modernità per cui “la religione ci spiega chi siamo, perché siamo al mondo, ma è anche qualcosa in cui ci specchiamo, proiettiamo noi stessi, in cui alieniamo quel bisogno ineliminabile di soddisfazione che ci appartiene”. Questa interpretazione dell’illuminismo e del marxismo non convince: “L’esserci della religione testimonia qualcosa di ben diverso: la religione non ha a che fare con il mondo, ovvero se è nel mondo vi è per dire che l’ultima parola sul mondo non è il mondo a dirla. Potrebbe essere anche vero che siamo figli di Dio e questa è una verità che apre alla speranza: vuol dire che siamo liberi, che veniamo da un altrove e che un altrove ci è destinato”. Chiude il cerchio delle prospettive lo psicologo Angelo Villa, che racconta del progetto Crossing a Lecco, dedicato ai bambini provenienti da ogni parte del mondo: “Ascoltando le esperienze di ciascuno e i vissuti delle loro famiglie, fatico a capire cosa intendano per religione. Il riferimento identitario ha la meglio su quello più spirituale e la dimensione dell’inconscio è intrecciata indissolubilmente a quella religiosa”. E conclude: “Le persone sono separate le une dalle altre a partire dal riferimento a qualcosa che rientra nell’ordine del mistero, di qualcosa che non conoscono, eppure per rafforzare la propria identità si trasforma il mistero in una certezza”. UFFICIO STAMPA Associazione Italiana Editori Daniela Poli Tel. 02 89280823 – cell. 335 1242 614 Ex Libris Comunicazione Tel. 02 45475230, [email protected] Carmen Novella (335 6792295) Elisa Carlone (334 6533015) Marta Santopolo (331 3213168) [email protected]