Gestione, Innovazione e Sviluppo Agricolo Sicurezza e Salute in Agricoltura Informare Prevenire Proteggere a cura di Francesco Mazzeo Volume redatto nell’ambito del Piano provinciale dei Servizi di Sviluppo Agricolo 1998, con il contributo della Regione Lombardia (L.R. 47/86) Pr.I.m.A.V.E.R.A. Progetto d’Integrazione e Modernizzazione dell’Agricoltura per la Valorizzazione Equilibrata delle Risorse Agroambientali PROVINCIA DI LECCO Assessore Attività Economiche e Trasporti Graziano Morganti Dirigente Settore Attività Economiche Bruno Rigoldi Autore dei testi Francesco Mazzeo Illustrazioni Mariella Binda V classe Liceo Artistico “Medardo Rosso” di Lecco Anno scolastico 1998/1999 Sommario Presentazione 7 Nota di presentazione 9 Introduzione 13 Informazioni generali 15 Antiparassitari 27 Agenti Biologici 45 Movimentazione manuale dei carichi (mmc) 53 Attrezzature di lavoro 63 Corrente elettrica 75 Incendio 79 Pronto soccorso 85 Presentazione L'attività agricola espone i lavoratori e gli imprenditori a numerosi rischi, a causa di differenti fattori caratterizzanti il settore d'attività. Impiego di macchine numerose e diverse, attività svolta all'aria aperta, condizioni variabili di molti luoghi di lavoro (campi, magazzini, stalle, serre, ecc), manipolazione di sostanze chimiche e contatti con animali rappresentano i principali fattori che impongono agli operatori agricoli l'adozione di livelli di attenzione adeguati al livello di rischiosità presente e a cui sono esposti nel loro lavoro. Le Associazioni degli agricoltori hanno da sempre condotto, ma soprattutto a partire dal momento di attuazione del D.Lgs. 626/94, un'intensa attività di assistenza e di divulgazione presso gli operatori agricoli, che comporta peraltro una continua azione di aggiornamento, di sensibilizzazione e di richiamo dell'attenzione sui problemi della sicurezza e della salvaguardia della salute. L'amministrazione provinciale, con questa pubblicazione realizzata nell'ambito di una più vasta e articolata attività divulgativa che trova concreta attuazione con la pubblicazione della collana "Pr.I.M.A.V.E.R.A.", intende offrire un contributo, volto a creare in agricoltura sempre più elevati livelli di sicurezza e una più radicata cultura della prevenzione dei rischi. Questo quaderno, arricchito da belle illustrazioni, fornisce risposte "sicure" a numerose domande che sorgono intorno al tema della salvaguardia della salute e della sicurezza in agricoltura. Esso non può e non vuole sostituire il prezioso lavoro che le Associazioni degli agricoltori svolgono presso imprenditori e lavoratori agricoli. Questo volume, piuttosto, è auspicabile che possa integrare utilmente l'azione di educazione alla sicurezza, per rendere più moderna la nostra agricoltura. 7 Devo, infine, un particolare ringraziamento al preside, prof. Rocco Bova, alla prof.ssa Marzia Galbusera e alla V classe, indirizzo GraficoVisivo del Liceo Artistico "Medardo Rosso" di Lecco, che hanno accolto con entusiasmo la proposta di illustrare il volume, dedicandosi ad esso con alto impegno e professionalità, i cui risultati di eccellente qualità sono da chiunque verificabili. Anche per questo non posso che esprimere l'auspicio che questa collaborazione trovi ancora altri momenti in cui esprimersi, consentendo fra l'altro di fare diventare l'agricoltura lecchese patrimonio non solo degli addetti ai lavori, ma dell'intero corpo sociale e soprattutto delle giovani generazioni. Maggio 1999 Graziano Morganti Assessore alle Attività Economiche della Provincia di Lecco 8 Nota di presentazione L'attenzione per le problematiche che maggiormente interessano il nostro tempo ed il nostro territorio, ha indotto il Liceo Artistico Statale M. Rosso di Lecco ad accettare la proposta di collaborazione avanzata dalla Provincia di Lecco, settore Agricoltura, per la realizzazione di materiale informativo e divulgativo sui rischi connessi al lavoro agricolo. Offrire il nostro contributo, sul piano della comunicazione grafica, affinchè gli operatori di tale settore produttivo si soffermino a riflettere sulle norme di sicurezza, sulla salute dei cittadini, sul trattamento degli animali, ci è parso importante e significativo. Condurre i giovani a rapportarsi con la realtà esterna in modo concreto, attraverso la realizzazione di un prodotto tangibile, costituisce un'opportunità sicuramente valida per il raggiungimento degli obbiettivi formativi che la nostra scuola si prefigge. Ed è per noi motivo di soddisfazione pensare che queste illustrazioni, realizzate dall'allieva Mariella Binda, indirizzo Grafico Visivo, sotto la guida dell'insegnante Marzia Galbusera, potranno raggiungere le aziende agricole della nostra provincia. Rocco Bova Il Preside del Liceo Artistico “Medardo Rosso" - Lecco 9 Introduzione Il lavoratore agricolo svolge spesso diversi lavori colturali e più mansioni nella stessa giornata. Ciò, da un lato, rende il lavoro agricolo raramente monotono, dall'altro però determina fattori di rischio variabili. Il lavoratore agricolo non di rado è esposto alla variabilità degli agenti climatici ed il luogo di lavoro, in particolare il terreno, si presenta eterogeneo e con rischi non sempre facilmente prevedibili. A tutti questi elementi se ne possono aggiungere altri di carattere sociale, quali ad esempio la dispersione territoriale delle aziende agricole, il ridotto numero di addetti per azienda, la prevalenza di lavoratori autonomi rispetto a quelli dipendenti, l’età media avanzata degli addetti al settore, elementi che certamente non si pongono in funzione semplificativa del rapporto sicurezza - lavoro agricolo. Non è da considerare ininfluente, inoltre, la diffusione sia della meccanizzazione, sia dell'uso dei prodotti chimici in agricoltura che, a fronte della riduzione della fatica fisica e della maggiore garanzia di riuscita delle coltivazioni, hanno comportato l’aumento dei rischi connessi al loro impiego. Dal quadro descritto emerge la complessità del tema della sicurezza e della salute nell'attività agricola, che tuttavia registra negli anni una favorevole evoluzione. Ciò è senz'altro positivo ma è necessario intensificare l’azione di informazione, di sensibilizzazione e di formazione dei lavoratori, per favorire la tutela della salute e per rendere il lavoro agricolo maggiormente sicuro. Con questo intento questo volume vuole contribuire a fornire uno strumento in più agli imprenditori e ai lavoratori agricoli, affinchè possano affrontare il problema della sicurezza all’interno dell’azienda agricola avendo a disposizione informazioni e mezzi di valutazione efficaci. La vastità normativa e descrittiva della materia è tale da richiedere un lavoro ben più poderoso di quello presentato, tuttavia è stato dato spazio ad una schematica e ampia casistica dei rischi presenti nel13 l’ambiente agricolo. Fitofarmaci, macchine, agenti biologici, incendio, corrente elettrica e movimentazione manuale dei carichi sono stati affrontati ed esposti con uno schema che è stato ritenuto semplice e chiaro allo stesso tempo, formulando risposte alle domande che sicuramente imprenditori e lavoratori agricoli si pongono. Con il D.Lgs. 626/94 la sicurezza nei luoghi di lavoro assume a tutti gli effetti i connotati di sistema e non di intervento episodico e ciò comporta, inevitabilmente, un innalzamento del livello di cultura della sicurezza fra gli addetti agricoli. L'efficacia, poi, delle misure adottate nell'ambito del sistema aziendale della sicurezza è da correlarsi, senz'altro, al continuo lavoro di sensibilizzazione effettuato dai tecnici dei servizi di sviluppo, e non solo, che quotidianamente sono a contatto con gli agricoltori. 14 1. Informazioni generali 1.1 Cosa si intende per ✘ pericolo proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore (materiale, attrezzatura, metodo di lavoro) avente il potenziale di causare danni ✘ situazione pericolosa qualsiasi situazione in cui una o più persone è esposta ad uno o più pericoli ✘ rischio combinazione di probabilità e di gravità di possibili lesioni o danni alla salute in una situazione pericolosa ✘ valutazione del rischio valutazione globale delle probabilità e gravità di possibili lesioni o danni alla salute, in una situazione pericolosa, al fine di scegliere adeguate misure di sicurezza. 1.2 Quali sono i contenuti del D.Lgs 626/94? Il D.Lgs 626/94, integrato dal D.Lgs 242/96, nel recepire nell’ordinamento italiano otto Direttive (89/391/CEE – 89/654/CEE – 89/655/CEE – 89/656/CEE-90/269/CEE90/270/CEE-90/394/CEE – 90/679/CEE), completa il quadro relativo alla tutela della salute dei lavoratori e della sicurezza nei luoghi di lavoro, istituendo un sistema di gestione della sicurezza, organicamente concepito. Il sistema di gestione della sicurezza è sorretto da un’impalcatura costituita da diverse figure, definite all’art. 2 del medesimo D.Lgs 626/94. Esse hanno ciascuna una propria 15 funzione all’interno del sistema della sicurezza. Dal corretto espletamento delle funzioni di ognuna deriva un ambiente di lavoro sicuro che non espone i lavoratori a rischi, che spesso si rivelano permanentemente invalidanti, se non addirittura mortali. 1.3 Quali sono le altre norme di riferimento per la sicurezza sul lavoro? Le principali disposizioni di legge inerenti la materia della sicurezza e della salvaguardia della salute, oltre alle norme più generali contenuti nella Costituzione della Repubblica Italiana (Artt. 32-35-38-41), nel Codice penale (Artt. 437451-591) e nel Codice civile (Art. 2087), sono riportati nei seguenti testi legislativi: • D.P.R.n.547 del 27 aprile 1955 “Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro” • D.P.R.n. 302 del 19 marzo 1956 “Norme di prevenzione degli infortuni sul lavoro integrative di quelle generali emanate con Decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1955, n.457” • D.P.R. n. 303 del 19 marzo 1956 “Norme generali per l’igiene sul lavoro” • D.P.R.164/56 “Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro nel settore delle costruzioni” • D.P.R. n. 459 del 24 luglio 1996 “Regolamento per l’attuazione delle direttive 89/293/CEE, 91/368/CEE, 93/44/CEE e 93/68/CEE concernenti il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relativamente alle macchine” 16 • D.P.R. 577/82 Attività soggette al controllo VV.FF. • D.Lgs. 277 del 15 agosto 1991 “Attuazione delle direttive 80/1107/CEE, 82/605/CEE, 83/477/CEE, 86/188/CEE e 88/642/CEE, in materia di protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici durante il lavoro, a norma dell’art.7 della legge 30 luglio 1991 n.212” • D.Lgs. 494/96 Recepimento della “direttiva cantieri” • L. n.46 del 5 marzo 1990 “Norme per la sicurezza degli impianti” • Legge 186/68 “Regola dell’arte nell’esecuzione degli impianti elettrici” • Legge 300/70” Statuto dei lavoratori” (art.9) • Norme tecniche inerenti la sicurezza delle macchine. 1.4 Com’ è strutturato il sistema della sicurezza? Gli attori del sistema della sicurezza La concezione della sicurezza con il D.lgs 626/94 si fonda su apporti diversi organicamente concepiti, all’interno di un’organizzazione di sistema. Concorrono a costituire tale sistema i seguenti attori: ✘ datore di lavoro soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, comunque, il soggetto che ha la responsabilità dell’impresa ovvero dell’unità produttiva, in quanto titolare dei poteri decisionali e di spesa ✘ lavoratore persona che presta il propio lavoro alle dipendenze di un datore di lavoro, con rapporto di lavoro subordinato 17 anche speciale. Sono equiparati ai lavoratori i soci lavoratori di cooperative e società, gli utenti dei servizi di orientamento o di formazione scolastica... ✘ medico competente medico in possesso di uno dei seguenti titoli: specializzazione in medicina del lavoro, tossicologia industriale, clinica del lavoro,..., docenza o libera docenza in medicina del lavoro,...etc ✘ responsabile del servizio di protezione e prevenzione persona designata dal datore di lavoro in possesso di attitudine e capacità adeguate ✘ rappresentante dei lavoratori per la sicurezza una o più persone, elette o designate, che rappresentano i lavoratori in materia di salute e sicurezza durante il lavoro. 1.5 Quali sono le misure generali di tutela indicate dal D.Lgs. 626/94? Il D.Lgs 626/94 individua numerose azioni volte a garantire condizioni adeguate di sicurezza ai lavoratori, indicando in primo luogo la valutazione dei rischi quale momento preliminare per l’impostazione di ogni programma di salvaguardia e tutela della salute e della sicurezza sul posto di lavoro. In ogni caso l’art. 3 del D.Lgs 626/94 indica le seguenti misure generali di tutela ✘ valutare i rischi per la salute e la sicurezza ✘ eliminare o ridurre al minimo i rischi in base alle conoscenze tecniche ✘ ridurre i rischi alla fonte ✘ programmare la prevenzione integrando le condizioni 18 produttive, organizzative e dell’ambiente di lavoro ✘ sostituire ciò che è pericoloso con ciò che non lo è o lo è di meno ✘ scegliere delle attrezzature, definire dei metodi di lavoro e concepire dei posti di lavoro nel rispetto di condizioni ergonomiche ✘ dare priorità alle misure di protezione collettiva rispetto a quella individuale ✘ limitare al minimo i soggetti esposti a rischi ✘ limitare l’uso di agenti chimici, fisici e biologici ✘ sottoporre a controllo sanitario i lavoratori esposti a rischi ✘ allontanare dall’esposizione a rischi i lavoratori inidonei ✘ adottare misure igieniche e di protezione collettiva e individuale ✘ predisporre misure di emergenza (pronto soccorso, incendio,...) ✘ dotarsi di segnali di avvertimento e di sicurezza ✘ effettuare la regolare manutenzione di macchine, impianti, ambienti ✘ informare, formare, consultare e dare istruzioni ai lavoratori. 1.6 In che cosa consiste la valutazione dei rischi? La valutazione dei rischi effettuata in base al D.Lgs. 626/94 riguarda essenzialmente i rischi residui nel luogo di lavoro, anche se questo è conforme alla legislazione vigente antecedentemente al D. Lgs. 626 stesso. Ciò in considerazione della preesistenza al D.Lgs. 626/94 di norme relative 19 alla tutela della salute e alla salvaguardia della sicurezza sul lavoro e ai conseguenti obblighi di conformità, a cui erano tenute le aziende agricole. Dalla valutazione scaturisce un documento, redatto secondo precisi criteri, contenente una relazione sulla valutazione effettuata, l’individuazione delle misure di prevenzione e protezione e i dispositivi di protezione individuali da impiegare, nonchè il programma delle misure ritenute opportune per migliorare nel tempo le condizioni di sicurezza. Il processo di valutazione dei rischi si articola pertanto nelle seguenti fasi: IDENTIFICAZIONE DEI PERICOLI E DEI SOGGETTI ESPOSTI ▼ VALUTAZIONE DEI RISCHI ▼ IDENTIFICAZIONE E VERIFICA DELLE SOLUZIONI DA ADOTARE ▼ DEFINIZIONE DELLA PRIORITÀ DEGLI INTERVENTI ▼ ATTUAZIONE DEGLI INTERVENTI ▼ VERIFICA DELL’EFFICACIA DEGLI INTERVENTI EFFETTUATI ▼ AGGIORNAMENTO E REVISIONE PERIODICI DEGLI INTERVENTI 20 1.7 Quali sono gli obblighi del datore di lavoro? Il Datore di lavoro, ai sensi dell’art. 4 D.Lgs. 626/94, è sottoposto ai seguenti obblighi: ✘ valutare i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori ✘ elaborare il documento di valutazione ✘ designare il responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione ✘ designare gli addetti al Servizio di Prevenzione e Protezione ✘ nominare il medico competente (se previsto) ✘ fornire ai lavoratori i Dispositivi di Protezione Individuali (D.P.I.) ✘ aggiornare il registro degli infortuni ✘ informare e consultare i lavoratori. 1.8 Quali sono gli obblighi dei lavoratori? L’art. 5 del D.Lgs. sancisce gli obblighi dei lavoratori all’interno del sistema di gestione della sicurezza nei luoghi di lavoro. Nello stabilire che ciascun lavoratore deve prendersi cura della propria salute e della sicurezza di coloro che sono presenti sul luogo di lavoro e sui quali possono ricadere le conseguenze delle omissioni e delle azioni da egli svolte, elenca i doveri che i lavoratori devono osservare. Altri doveri dei lavoratori sono previsti dall’art. 39 relativamente all’uso delle attrezzature di lavoro, dall’art. 44 relativamente all’impiego dei D.P.I., all’art 86, relativamente alla sorveglianza sanitaria, nei casi previsti. I lavo21 ratori sono sottoposti pertanto ai seguenti obblighi: ✘ osservare disposizioni e istruzioni impartite dal datore di lavoro o da altra persona da questi preposta ✘ utilizzare correttamente macchinari, impianti e dispositivi di sicurezza ✘ utilizzare appropriatamente i dispositivi di protezione individuale ✘ segnalare le eventuali deficienze di macchinari e d.p.i. ✘ non manomettere dispositivi di sicurezza, segnalazione e controllo ✘ astenersi dal compiere azioni non di propria competenza, che possono compromettere la propria o l’altrui sicurezza ✘ contribuire, con il datore di lavoro, all’adempimento degli obblighi previsti dall’autorità competente per garantire la sicurezza sul lavoro. 1.9 Quali sono i diritti dei lavoratori? A fronte dei doveri a cui sono sottoposti, per i lavoratori scaturiscono dei diritti, tesi a tutelarli sia nell’integrità fisica, sia in quella morale. Da tali diritti scaturisce per i lavoratori che: ✘ non devono sopportare oneri finanziari per l’applicazione delle misure relative alla sicurezza, all’igiene e alla salute (art. 3, co. 2) ✘ non possono subire pregiudizio in caso di allontanamento dal posto di lavoro in presenza di un pericolo grave e immediato, che non può essere evitato. Parimenti non possono subire pregiudizio, fatti salvi i casi di negligenza, qualora in assenza del superiore gerarchico competente assumono iniziative per evitare le conseguenze 22 del pericolo (art. 14) ✘ devono essere informati e formati sulle problematiche ✘ della sicurezza sul luogo di lavoro ( artt. 21-22) e sulle caratteristiche delle lavorazioni e dei mezzi impiegati (artt. 37- 56-57-66-85) il datore di lavoro deve consultare il rappresentante dei lavoratori (artt. 4-18-19-20). 1.10 A quali obblighi sono sottoposte le aziende agricole? Il D.Lgs 626/94 per le aziende agricole opera una distinzione fra due tipi di aziende, da cui discendono obblighi e adempimenti diversi: ✘ aziende con meno di 10 addetti: sono tenute ad autocertificare l’avvenuta valutazione dei rischi, documentandola in sede di controllo da parte degli organi competenti ✘ aziende con più di 10 addetti: sono tenute ad autocertificare l’avvenuta valutazione dei rischi a mezzo di apposito documento di valutazione, che deve essere esibito a richiesta dell’autorità di controllo ✘ aziende che impiegano solo manodopera familiare: sono escluse dagli obblighi formali previsti dal D.Lgs. 626/94. 1.11 Quali sono i principali fattori di rischio nell’azienda agricola? La moderna azienda agricola impiega mezzi tecnici (macchine, prodotti chimici) ed attua processi produttivi (coltivazione e allevamento specializzati e intensivi) la cui peri23 colosità è andata via via crescendo rispetto alle forme di agricoltura tradizionalmente praticate. A ciò è da aggiungersi che in agricoltura, per la maggiore presenza dell’imprenditore lavoratore, le problematiche della sicurezza e della tutela della salute tendono ad essere maggiormente sottovalutate rispetto a quanto avviene nell’industria. Ciò è spesso causa di numerosi incidenti, anche fortemente invalidanti e, in taluni casi, anche mortali. Ad un’impennata degli eventi dannosi occorsi ai lavoratori agricoli fino all’inizio degli anni ‘90 ha fatto seguito, più di recente, una minore incidenza di infortuni e malattie professionali, lasciando intendere che anche nel mondo agricolo la prevenzione e la tutela della salute e della sicurezza divengono bagaglio culturale stabile del settore, prima ancora che necessità tecnica dell’impresa agricola. I fattori di rischio presenti nell’azienda agricola si possono suddividere in: ✘ fattori di rischio per la sicurezza (infortuni), dovuti a: •Macchine agricole •Impianti ed attrezzature •Impianti elettrici •Incendi ed esplosioni •Luoghi di lavoro ✘ fattori di rischio per la salute (malattie professionali), dovuti a: •Agenti biologici (allevamenti) •Rumore (macchine e impianti) •Vibrazioni (macchine) •Agenti chimici (antiparassitari) •Microclima (serre, frigo, stalle) •Movimentazione manuale dei carichi •Agenti allergizzanti (polveri di cereali, polline, fieno, peli di animali, antiparassitari) 24 Principali rischi nelle produzioni vegetali Tipo di rischio Chimico Causa Fitofarmaci Potenziale danno Intossicazione Infortunio Macchine, attrezzi, fabbricati Lesioni e traumi Rumore Macchine e attrezzi Lesioni e stress psico-fisico Vibrazione Macchine e attrezzi Traumi e alterazioni fisiche Microclima Serre e tunnel Stress spisico-fisico Incendio Depositi e magazzini Ustioni Principali rischi nelle produzioni animali Tipo di rischio Infortuno Causa Macchine- attrezzi animali- fabbricati Potenziale danno Lesioni e traumi Biologico Animali Infezioni Rumore Macchine e attrezzi Lesioni e stress psico-fisico Elettrico Fabbricati-macchine e impianti Folgorazione, ustione, etc Movimentazione manuale di carichi Alimentazione e pulizia animali Lesioni dorso lombari Microclima Stalla Stress spisico-fisico Incendio Depositi e magazzini Ustioni 25 2. Antiparassitari L’agricoltura moderna è diffusamente interessata dall’impiego di prodotti tecnologici tra i quali larga parte rivestono quelli di origine chimica. Fra questi, in particolare, assumono peso predominante i prodotti antiparassitari destinati alla difesa delle colture dagli agenti dannosi, il cui uso può comportare un pericolo, inteso quale potenziale capacità o proprietà del mezzo di causare danno alla salute e/o di compromettere la sicurezza delle persone che per vari motivi entrano in contatto con esso. L’esistenza del pericolo potenziale espone le persone interessate ad un rischio, inteso quale probabilità di manifestazione di danni alla salute e/o alle condizioni di sicurezza. Ciò comporta, quindi, la necessità di operare una valutazione del rischio- ossia determinare le probabilità di subire lesioni e/o danni alla salute in una situazione pericolosa- e adottare le necessarie prevenzione e sicurezza, intese quale complesso di disposizioni e misure adottate o previste per evitare o diminuire i rischi di pericolo per le persone e l’ambiente. Fra le misure generali di tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori, il D. Lgs. 626/94, all’art. 3, co.1/e indica “ la sostituzione di ciò che è pericoloso con ciò che non lo è, o è meno pericoloso” e al co. 1/i indica “ l’utilizzo limitato degli agenti chimici, fisici e biologici, sui luoghi di lavoro”. Allo scopo di eliminare o, almeno, ridurre al minimo possibile detti rischi sono necessari la consapevolezza della pericolosità dei mezzi tecnici impiegati e l’acquisizione della capacità professionale nel loro impiego da parte degli utilizzatori. Per tale motivo è opportuno acquisire, 27 TAV. 1 L’impiego di prodotti chimici in agricoltura espone a rischi la salute e la sicurezza anche di chi non è presente nel luogo d’impiego degli antiparassitari. Gli antiparassitari devono essere usati con cautela e attenzione verso se stessi e gli altri. in particolare, le necessarie conoscenze in merito alle caratteristiche dei mezzi impiegati e alla natura dei rischi a cui questi espongono tanto i lavoratori, quanto i consumatori e l’ambiente. Dalla conoscenza e dalla consapevolezza della pericolosità dei mezzi impiegati deve infine scaturire l’insieme delle misure comportamentali, organizzative e strutturali preventive, da adottare nella manipolazione, nell’impiego e nella conservazione dei prodotti chimici d’uso agricolo. 2.1 Come si classificano gli antiparassitari? Gli antiparassitari possono essere classificati in funzione di numerosi caratteri (chimici, fisici, tossicologici, d’im28 piego, etc). In questa sede si privilegia la classificazione in base all’agente bersaglio e in base alla classe tossicologica, perché ritenuti di più pratica utilità. ✘ classificazione in base al bersaglio •Insetticida •Acaricida •Molluschicida, •Nematocida, •Rodenticida •Erbicida •Geodisinfestante •Anticrittogamico o Fungicida ✘ classificazione in base alla tossicità •Sostanze tossiche e molto tossiche ( ex Ia classe) •Sostanze nocive (ex IIa classe) •Altre sostanze non classificabili come molto tossiche, tossiche e nocive (ex IIIa e IVa classe). 2.2 Quali effetti dannosi causano alla salute gli antiparassitari? Il danno provocato alla salute dagli antiparassitari può manifestarsi come: ✘ intossicazione acuta: gli effetti provocati dall’assunzione di una sola dose di antiparassitario si manifestano nell’organismo entro pochi minuti/ore ✘ intossicazione cronica: gli effetti provocati dall’assunzione prolungata e continuata di antiparassitari si manifestano, nell’organismo, a distanza di tempo. MOLTO TOSSICO TOSSICO NOCIVO 2.3 Come possono essere assunti gli antiparassitari dall’organismo? Gli antiparassitari possono essere assunti dall’organismo umano attraverso: ✘ la bocca e l’apparato digerente (ingestione) IRRITANTE 29 TAV. 2 Il rispetto delle indicazioni contenute nell’etichetta dei fitofarmaci, in particolare il tempo di carenza, riduce il rischio nei consumatori di assunzione di sostanze nocive alla loro salute. 30 ✘ le vie respiratorie (inalazione) ✘ la pelle (cutanea) 2.4 Chi è esposto al rischio antiparassitari? L’uso degli antiparassitari, in quanto sostanze pericolose, espone a rischio numerosi soggetti, fra cui: ✘ l’operatore agricolo che li impiega nelle coltivazioni ✘ i consumatori delle derrate alimentari, sulle quali possono residuare gli antiparassitari impiegati durante la coltivazione ✘ l’ambiente naturale. 2.5 A quale natura di rischio sono esposti i soggetti interessati? L’esposizione al rischio antiparassitari da parte dei soggetti interessati può essere abituale o accidentale. Il principale caso di esposizione abituale alla sostanza pericolosa è connesso all’uso degli antiparassitari nell’attività di lavoro. Sono invece esempi di esposizione accidentale alla sostanza pericolosa: ✘ la rottura del contenitore dell’antiparassitario ✘ il mancato rispetto dei tempi di carenza, che espone a rischio i consumatori di derrate alimentari trattate con antiparassitari ✘ lo sversamento dell’antiparassitario sul suolo, nell’acqua o la dispersione in atmosfera durante il trasporto o la preparazione per la distribuzione ✘ il mancato rispetto del tempo di rientro o di accesso nelle colture trattate. 2.6 In quali momenti c’è rischio? I rischi connessi agli antiparassitari si possono manifestare in diversi momenti delle fasi di manipolazione e impiego. I momenti critici in cui è necessario prestare maggiore attenzione sono: ✘ la scelta, che riguarda in particolare il principio attivo e la formulazione adeguati ✘ il trasporto in azienda, durante il quale c’è il rischio di rottura dei contenitori ✘ la conservazione in azienda, che deve essere effettuata in locali idonei Sostanze velenose 31 TAV. 3 L’esposizione al rischio degli antiparassitari si manifesta dal momento della scelta fino al consumo dei prodotti ed oltre, per la persistenza che possono avere nell’ambiente i prodotti chimici. In ogni fase di rischio occorre assumere le giuste precauzioni. ✘ ✘ ✘ ✘ la preparazione per l’impiego ed, in particolare, durante la miscelazione e il caricamento delle macchine l’impiego sulle colture, fase nella quale sono da valutare, in particolare, le condizioni meteorologiche e la regolazione delle maccchine distributrici la raccolta dei prodotti, osservando il tempo di rientro nella coltura il consumo delle derrate alimentari trattate, osservando il tempo di carenza. 2.7 Quali sono gli elementi da considerare nella scelta degli antiparassitari? La scelta degli antiparassitari deve rispondente a criteri tecnici funzionali all’obiettivo da perseguire e deve pren32 dere in considerazione: ✘ la coltura da trattare ✘ l’agente dannoso da controllare (insetto, fungo, malerba, etc) ✘ la modalità d’azione dell’antiparassitario (ingestione, contatto, inalazione o asfissia, sistemicità, citotropicità, etc) ✘ la formulazione dell’antiparassitario (polvere, granulo, liquido) ✘ la compatibilità (miscibilità) con altri antiparassitari e sostanze diverse ✘ lo spettro d’azione dell’antiparassitario (selettività) ✘ il tempo di carenza o intervallo di sicurezza (tempo necessario intercorrente fra l’ultimo trattamento e la raccolta) ✘ la nocività dell’antiparassitario ✘ la classe tossicologica (molto tossico o tossico, nocivo) ✘ le limitazioni d’uso (registrazione e colture ammesse, attrezzature ammesse per la distribuzione, etc) ✘ la disponibilità aziendale di macchine e attrezzature per la distribuzione ✘ l’autorizzazione all’acquisto e all’uso degli antiparassitari (patentino, se previsto). 2.8 Quali precauzioni bisogna adottare durante il trasporto degli antiparassitari? L’eliminazione o la riduzione del rischio nella fase di trasporto degli antiparassitari dipende: ✘ dalla confezione, che deve essere integra e non presentare perdite ✘ dalle condizioni di trasporto, evitando cioè il trasporto 33 TAV. 4 Gli antiparassitari devono essere custoditi ordinatamente, per evitare i rischi di errori e di esposizioni accidentali. ✘ promiscuo con persone, animali, alimenti, corpi perforanti, etc dalle modalità di carico, sistemando i colli leggeri sopra quelli pesanti, i colli contenenti liquidi sotto quelli contenenti polveri. 2.9 In quali condizioni devono essere conservati in azienda gli antiparassitari? L’eliminazione o la riduzione del rischio nella fase di conservazione in azienda degli antiparassitari dipende: ✘ dall’idoneità microclimatica del locale, che deve essere aerato, privo di umidità e con condizioni termiche medie ✘ dall’idoneità strutturale e tecnologica del locale, che 34 deve presentare pareti e pavimento facilmente lavabili, impianto elettrico a norma, dispositivi antincendio e accessibilità controllata; ✘ dall’uso del locale, che non deve contenere alimenti, prodotti infiammabili, indumenti di lavoro e altri indumenti, etc ✘ dall’integrità delle confezioni e delle etichette, dei prodotti immagazzinati ✘ dall’ assenza di miscele preparate, prive di etichette ✘ dai dispositivi di informazione, come cartelli di divieto di accesso, di divieto di deposito di materiali incompatibili quali alimenti, indumenti, materiali infiammabili, etc. 2.10 Quali precauzioni deve adottare l’utilizzatore degli antiparassitari durante la loro preparazione in azienda? L’eliminazione o la riduzione del rischio nella fase di preparazione degli antiparassitari in azienda per l’impiego dipende: ✘ dalle modalità di manipolazione devono essere usari guanti, maschera, stivali, tuta ✘ dalla capacità del contenitore: devono essere evitati sversamenti sul suolo ✘ dalla compatibilità dei formulati: deve essere prestata attenzione alla miscibilità dei formulati commerciali ✘ dallo stato di salute dell’operatore: occorre astenersi dal manipolare antiparassitari, se sono in corso eventuali terapie farmacologiche ✘ dal luogo in cui avviene la preparazione: deve essere Vietato fumare 35 Protezione degli occhi Protezione delle vie respiratorie Guanti di protezione Protezione del corpo 36 evitata la vicinanza di persone, animali, corsi d’acqua, pozzi, etc ✘ dalle modalità di stoccaggio dei contenitori vuoti: devono essere raccolti e smaltiti secondo le prescrizioni di legge ✘ dalle altre contemporanee attività svolte eventualmente dall’operatore: devono essere evitati atti quali il fumare, il mangiare, il compiere atti fisiologici, etc ✘ dagli apprestamenti di pronto soccorso presenti nel luogo di preparazione: deve esserci disponibilità di acqua per abbondanti lavaggi di emergenza. 2.11 Come devono essere impiegati gli antiparassitari per ridurre i rischi? L’eliminazione o la riduzione del rischio nella fase d’impiego in azienda degli antiparassitari dipende principalmente: ✘ dalle modalità d’impiego: deve essere conforme all’etichetta, rispettando le colture per cui il prodotto è registrato, le dosi, le attrezzature, le precauzioni raccomandate, etc ✘ dallo stato di salute dell’operatore: devono essere evitati trattamenti in caso di eventuali terapie farmacologiche in corso ✘ dalle condizioni meteorologiche: devono essere evitati trattamenti con condizioni meteorologiche inidonee, (vento) per eliminare i fenomeni di deriva e i vapori aerodispersi ✘ dall’idoneità delle attrezzature: devono essere impiegate l’irroratrice/impolveratrice in condizioni di efficienza e buon funzionamento, trattrice munita di cabi- na; gli ugelli otturati devono essere disotturati con l’aiuto di uno spillo e non soffiandoci sopra ✘ dall’idoneità dei dispositivi di protezione individuali: occorre equipaggiarsi con guanti, casco/maschera, stivali, tuta ✘ dalle condizioni ambientali: bisogna non irrorare la vegetazione circostante la coltura, soprattutto se è in fioritura, per la presenza di insetti utili, api, nidi; bisogna non contaminare corsi d’acqua superficiali, , etc ✘ dalle altre contemporanee attività svolte eventualmente dall’operatore: sono da evitare il fumare, il mangiare, il compiere atti fisiologici, etc ✘ dai dispositivi di informazione: devono essere apposti cartelli di divieto di accesso nelle colture trattate, rispettati i tempi di rientro o d’accesso nella coltura. TAV. 5 Gli antiparassitari non devono essere impiegati con condizioni meteorologiche piovose e vontose. L’operatore deve essere protetto da idoneo abbigliamento. 37 TAV. 6 L’uso di mezzi di protezione, il rispetto delle modalità d’impiego e un’adeguata informazione prevengono i rischi derivanti dall’impiego degli antiparassitari. 38 2.12 Quali precauzioni deve adottare l’utilizzatore di antiparassitari? L’operatore che prepara e impiega gli antiparassitari deve attuare misure precauzionali e usare mezzi protettivi cutanei e respiratori quali: ✘ macchine dotate di cabina per l’operatore ✘ tuta in cotone impermeabilizzato, serrata a livello degli stivali e dei guanti ✘ guanti in polietilene o polivinile con rivestimento interno in tessuto di cotone ✘ stivali in gomma ✘ maschere ed occhiali con protezione laterale ✘ cappuccio impermeabile con copricollo. ✘ ✘ ✘ casco dotato di sistema di aerazione interna a norma maschere facciali, da usare con cappuccio con copricollo respiratori da usare con cappuccio con copricollo. 2.13 Quali precauzioni devono essere adottate alla raccolta dei prodotti da colture trattate con antiparassitari? Per eliminare o ridurre i rischi nella fase di raccolta di prodotti alimentari ottenenuti da coltivazioni trattate con antiparassitari occorre: ✘ impiegare l’antiparassitario conformemente all’etichetta ✘ tenere conto della persistenza dell’antiparassitario utilizzato ✘ rispettare il tempo di carenza o intervallo di sicurezza ✘ rispettare il limite legale di tolleranza (residuo ammesso). 2.14 Quali protezioni dagli antiparassitari sono da adottare nei confronti della popolazione? Per eliminare o ridurre i rischi a carico della popolazione occorre: ✘ scegliere orari idonei in cui effettuare i trattamenti alle colture ✘ apporre cartelli indicanti l’avvenuto trattamento in prossimità delle colture ✘ rilasciare una fascia di rispetto non trattata in prossimità di luoghi abitati 39 ✘ rispettare il tempo di carenza prima della raccolta dei prodotti. 2.15 Quali protezioni dagli antiparassitari sono da adottare nei confronti dell’ambiente? TAV. 7 L’informazione e il rispetto di norme comportamentali idonee prevengono i rischi derivanti dall’impiego di antiparassitari. 40 Per eliminare o ridurre i rischi a carico dell’ammbiete occorre: ✘ raccogliere e smaltire i contenitori usati secondo le norme vigenti ✘ lavare i contenitori e le attrezzature in luogo idoneo ✘ rilasciare una fascia di rispetto non trattata in prossimità di corsi d’acqua, boschi, etc ✘ effettuare i trattamenti con condizioni meteorologiche idonee, per evitare deriva di antiparassitario ✘ non trattare piante in fioritura per proteggere gli insetti impollinatori ✘ impiegare per la distribuzione macchine regolate adeguatamente, per evitare accumuli e/o dispersioni dell’antiparassitario. 2.16 Quali sono le norme igieniche da osservare in presenza di rischio antiparassitari? Comprendono un complesso di comportamenti da assumere sia in caso di normale uso di antiparassitari, sia in caso di intossicazioni acute. In particolare, durante la preparazione e l’impiego di antiparassitari, occorre: TAV. 8 L’impiego di macchine dotate di cabina, l’uso di abbigliamento e mezzi di protezione individuali adeguati sono necessari per prevenire e ridurre i rischi alla salute. 41 TAV. 9 La prevenzione dei rischi, anche di contaminazione ambientale, si attua mediante idonee norme comportamentali da parte degli utilizzatori dei fitofarmaci. ✘ ✘ ✘ ✘ ✘ ✘ ✘ 42 non fumare non mangiare e/o bere non compiere atti fisiologici lavare le mani ed ogni parte del corpo accuratamente e prontamente, sia in caso di contatto accidentale con l’antiparassitario, sia dopo l’uso lavare gli indumenti usati dopo la manipolazione e l’impiego di antiparassitari tenere separati gli indumenti usati per la manipolazione e l’impiego di antiparassitari dagli altri indumenti non immagazzinare e/o trasportare antiparassitari con prodotti alimentari. 2.17 Quali sono le norme sanitarie da osservare in presenza di rischio antiparassitari? I sintomi di possibile intossicazione si possono manifestare con nausea, vomito, difficoltà respiratoria, arrossamenti e irritazioni cutanee. Innanzi tutto si rammenta l’opportunità di conservare l’etichetta dell’antiparassitario da esibire al medico e quindi, in caso di sintomi anomali insorti durante la manipolazione e l’impiego di antiparassitari, recarsi al pronto soccorso. In caso di ingestione di antiparassitari: ✘ eseguire sciacqui della bocca con acqua ✘ non bere latte o altre bevande che potrebbero favorire l’assorbimento dell’antiparassitario. In caso di inalazione di antiparassitari: ✘ porre il soggetto intossicato in luogo ben aerato ✘ togliere gli indumenti contaminati in caso di inalazione e contatto con l’antiparassitario. In caso di contatto oculare ✘ non usare collirio ✘ lavare con abbondante acqua. In ogni caso, effettuati i primi interventi di emergenza indicati, è necessario recarsi tempestivamente al pronto soccorso, esibendo anche l’etichetta del formulato impiegato. 43 3. Agenti biologici L’azienda agricola generalmente non fa uso deliberato di agenti biologici che possono comportare un rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori.Ad esempio trovano deliberato impiego in agricoltura preparati microbici usati per la difesa delle piante (es. Bacillus thuringiensis) o per favorire la nutrizione delle colture ( inoculi microbici azotofissatori), senza considerare quelli interessati alla trasformazione di prodotti destinati all’alimentazione umana o animale, che non risultano dannosi alla salute umana. A fronte di questa caratteristica dell’attività agricola, nell’ambiente di lavoro possono esservi, tuttavia, pericoli legati: • alla presenza di animali, in particolare, e agli ambienti ad essi direttamente o indirettamente destinati, che in determinate situazioni possono comportare un pericolo; • alla presenza di agenti allergizzanti di origine biologica quali ad esempio i pollini, che possono essere causa di patologie in presenza di soggetti o stati di ipersensibilità a detti allergeni . Fra le misure generali di tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori, il D. Lgs. 626/94, all’art. 3, co.1/e indica “ la sostituzione di ciò che è pericoloso con ciò che non lo è, o è meno pericoloso” , al co. 1/i indica “l’utilizzo limitato degli agenti chimici, fisici e biologici, sui luoghi di lavoro” e al co.1/n “misure igieniche”. 3.1 Cosa si intende per agente biologico? L’art. 74 del D.Lgs. 626/94 e successive modifiche e integrazioni definisce: 45 ✘ agente biologico: qualsiasi microrganismo, anche se geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni ✘ microrganismo: qualsiasi entità microbiologica, cellulare o meno, in grado di trasferire materiale genetico ✘ coltura cellulare: il risultato della crescita in vitro di cellule derivate da organismi pluricellulari. 3.2 Come sono classificati gli agenti biologici? Rischio biologico 46 Gli agenti biologici presi in esame dal D.Lgs 626/94 sono classificati in 4 gruppi di pericolosità, in base all’effetto esercitato su lavoratori sani; la classificazione, pertanto, non tiene conto dei possibili effetti su persone la cui sensibilità può risultare alterata da cause quali malattie, trattamenti con medicinali, stato di gravidanza o allattamento, etc. I 4 gruppi di classificazione tengono conto, per gli agenti biologici: ✘ della probabilità di causare malattie ✘ della probabilità di propagarsi nella comunità, con il rischio di provocare epidemie ✘ della disponibilità di mezzi efficaci per attuare le misure di profilassi e terapia. Sulla base della pericolosità che presentano su soggetti umani, gli agenti biologici sono classificati in ordine crescente di pericolosità in: ✘ gruppo 1: presentano poche probabilità di causare malattie ✘ gruppo 2: possono causare malattie e costituire un pericolo per i lavoratori; è poco probabile la propagazione nella comunità; sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche e terapeutiche ✘ gruppo 3: possono causare malattie gravi e costituire un serio rischio per i lavoratori; possono propagarsi nella comunità; sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche e terapeutiche ✘ gruppo 4: possono causare malattie gravi e costituire un pericolo per i lavoratori; possono presentare un grave rischio di propagazione nella comunità; di norma non sono disponibili efficaci misure profilattiche e terapeutiche. 3.3 Quali sono i principali agenti biologici maggiormente dannosi? Nella tabella si riportano alcuni fra gli agenti biologici che più comunemente potrebbero interessare gli operatori agricoli. Patologia Agente Classificazione Specie colpita/ Mezzo Brucellosi Brucella sp. gruppo 3 bovini, ovini, suini Echinococcosi E. granulosus gruppo 3 bovini, suini, ovini, equini, caprini Rickettiosi Coxiella burneti gruppo 3 bovini,caprini, ovini, etc. Leptospirosi Spirocheta gruppo 2 suini, bovini, equini Ornitosi Clamydia gruppo 3 pollame, tacchini, psitaci Anchilostomiasi Ancylostoma duodenale Necator americanus anatre, piccioni,... gruppo 2 terreno 47 3.4 In quali condizioni gli operatori agricoli sono maggiormente esposti al rischio da agenti biologici? In agricoltura risultano esposti al rischio biologico principalmente quei lavoratori la cui attività comporta relazioni con gli animali, poiché nelle normali situazioni di lavoro all’interno dell’azienda agricola ( lavoro in pieno campo, in serra, in magazzino) il livello del rischio biologico non si discosta molto da quello a cui sono sottoposti i lavoratori nelle abituali condizioni di vita. La presenza di animali aumenta la potenzialità di rischio, i cui livelli dipendono: ✘ dalle condizioni sanitarie degli animali ✘ dalle condizioni igieniche, in particolare della stalla, della sala di mungiura, della letamaia ✘ dalla forma di allevamento. 3.5 Qual è la natura del danno? L’esposizione al rischio da agenti biologici può comportare nei soggetti esposti danni dovuti a: ✘ infezioni ✘ allergie ✘ intossicazioni. 48 3.6 Come si previene il rischio da agenti biologici? La prevenzione del rischio derivante dagli agenti biologici consiste nell’adozione di un complesso di disposizioni e misure finalizzate ad evitare o diminuire i pericoli per le persone e l’ambiente. Essa riguarda, perciò, tutte le fasi in cui le persone e gli animali entrano o possono entrare in relazione con gli agenti biologici dannosi, sia per cause accidentali sia per deliberata volontà. In particolare la prevenzione del rischio si attua attraverso l’adozione di: ✘ dispositivi di protezione individuale: indumenti adeguati alle operazioni che comportano rischi di contaminazione da agenti biologici, come grembiule, tuta, guanti, TAV. 10 La manipolazione e il contatto con prodotti allergizzanti (foraggio, polline, polveri) può essere causa di rischi biologici in soggetti ipersensibili. 49 TAV. 11 L’igiene e la pulizia nei luoghi di lavoro rappresenta uno dei principali mezzi di prevenzione dei rischi, in particolare di quelli connessi alla presenza di animali. stivali, mascherina, casco, etc ✘ programma di formazione e informazione dei lavoratori, che li renda consapevoli dei rischi e dei modi per evitarli o ridurli. 3.7 Quali sono le misure igieniche da osservare in presenza di rischio da agenti biologici? L’adozione di misure igieniche adeguate è fondamentale strumento preventivo dei rischi da agenti biologici. La precauzione si attua mediante: ✘ la frequente pulizia dei luoghi di lavoro, in particolare di stalle, concimaie etc ✘ la dotazione del luogo di lavoro di servizi igienico-sanita- 50 ri con doccia, acqua calda e fredda ✘ la dotazione del luogo di lavoro di locali spogliatoio con arredi adeguati alla custodia separata degli indumenti di lavoro dagli abiti civili degli operatori. 3.8 Quali sono le misure sanitarie da osservare in presenza di rischio da agenti biologici? Analogamente alle misure igieniche, l’adozione di misure sanitarie adeguate è fondamentale mezzo di prevenzione dei rischi da agenti biologici. La prevenzione rigurda sia direttamente il bestiame- attraverso controlli veterinari periodici,vaccinazioni, isolamento/abbattimento di animali infetti- sia indirettamente l’ambiente di allevamento- attraverso il controllo degli agenti vettori di possibili malattie del bestiame, come roditori, insetti, volatili- sia infine i lavoratori, mediante controlli medici, vaccinazioni (antitetanica), etc. Si rammenta che per i lavoratori agricoli è obbligatoria la vaccinazione antitetanica. 51 4. Movimentazione manuale dei carichi (MMC) L’agricoltura moderna è diffusamente interessata dall’impiego di macchine ed impianti che riducono la necessità di interventi manuali volti a spostare, sollevare o comunque movimentare manualmente carichi pesanti. Tuttavia, per le caratteristiche operative del lavoro agricolo, che richiede operazioni e interventi diversi, spesso non meccanizzabili, non riconducibili sempre nè a ripetitività, nè a standardizzazione di movimenti e di condizioni ambientali e di luogo, è frequentemente rilevabile la circostanza della movimentazione manuale di carichi, di diverso peso. Fra le misure generali di tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori, il D. Lgs. 626/94, all’art. 3, co.1/f indica “il rispetto dei principi ergonomici nella concezzione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e produzione, anche per attenuare il lavoro monotono e ripetitivo”. 4.1 Cosa si intende per movimentazione manuale dei carichi (MMC)? Per MMC si intendono le operazioni di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o piu’ lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico che, per le loro caratteristiche o in conseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportano tra l’altro rischi di lesioni dorso-lombari. 53 4.2 Qual è la natura del danno che può causare la MMC? I danni derivanti dalla MMC possono essere di varia natura, in particolare localizzati nella regione dorso-lombare, riguardanti i tessuti osseo, muscolare, nervoso e vascolare. Tali danni possono comportare in generale lacerazioni, contusioni, fratture, ed i particolare cervicalgie, lombalgie, discopatie. La movimentazione manuale dei carichi può causare, tra l’altro, lesioni dorso-lombari, cioè lesioni a carico delle strutture osteomiotendinee e nerveovascolari a livello dorso lombare. 4.3 Quali soggetti sono maggiormente esposti alla MMC? All’interno dell’azienda agricola i soggetti potenzialmente esposti ai rischi dovuti alla movimentazione manuale di carichi sono in particolare gli addetti a: ✘ stalla, sala di mungitura e sala refrigerazione latte ✘ officina meccanica ✘ magazzini e depositi. 4.4 Cosa deve fare il datore di lavoro per evitare la MMC? Il datore di lavoro è tenuto a: ✘ adottare le misure organizzative necessarie o ricorrere ai mezzi appropriati, in particolare attrezzature meccaniche, per evitare la necessità della movimentazione 54 manuale dei carichi da parte dei lavoratori fornire ai lavoratori mezzi adeguati, allo scopo di ridurre il rischio connesso alla movimentazione stessa ✘ organizzare i posti di lavoro in modo che la movimentazione sia quanto più possibile sicura, valutando sia le condizioni di sicurezza connesse al lavoro e alle caratteristiche del carico, sia di salute dei lavoratori e dei fattori individuali di rischio, qualora la movimentazione manuale di un carico ad opera del lavoratore non possa essere evitata ✘ sottoporre alla sorveglianza sanitaria gli addetti alle attività di movimentazione manuale di carichi superiori a 30 Kg ✘ informare i lavoratori per quanto riguarda il peso del carico, il centro di gravità o il lato più pesante, nel caso in cui il contenuto di un imballaggio abbia una collocazione eccentrica, la movimentazione corretta dei carichi e i rischi che i lavoratori corrono qualora queste attività non siano eseguite in maniera corretta. ✘ 4.5 Quali fattori determinano condizioni di rischio nella MMC? I principali fattori da cui dipende il rischio connesso alla MMC sono: ✘ le caratteristiche del carico ✘ lo sforzo fisico richiesto ✘ le caratteristiche dell’ambiente di lavoro ✘ le esigenze connesse all’attività ✘ i fattori individuali di rischio. 55 TAV. 12 La movimentazione manuale di carichi pesanti può causare lesioni dorso-lombari e rappresenta un importante fattore di rischio, che richiede adeguata prevenzione. 56 4.6 Quando il carico determina condizioni di rischio? Il carico da movimentare manualmente può comportare rischi per la salute del lavoratore, in particolare quando ricorrono le seguenti circostanze: ✘ è troppo pesante o troppo grande ✘ è ingombrante o difficile da afferrare ✘ è in equilibrio instabile o il suo contenuto rischia di spostarsi ✘ è collocato in una posizione tale per cui deve essere tenuto o maneggiato a una certa distanza dal tronco o con una torsione o inclinazione del tronco ✘ può, a motivo della struttura esterna e/o della consistenza, comportare lesioni per il lavoratore, in particolare in caso di urto. 4.7 Quando lo sforzo fisico determina condizioni di rischio? La movimentazione manuale di carichi può comportare un rischio per la salute, in particolare quando la natura e l’intensità dello sforzo fisico richiesto: ✘ è eccessivo ✘ può essere effettuato soltanto con un movimento di torsione del tronco ✘ può comportare un movimento brusco del carico ✘ è compiuto con il corpo in posizione instabile. 4.8 Quando l’ambiente di lavoro determina condizioni di rischio nella MMC? L’ambiente di lavoro in cui avviene la movimentazione manuale di carichi può comportare un rischio per la salute, in particolare quando ✘ lo spazio libero, in particolare verticale, e’ insufficiente per lo svolgimento dell’attività ✘ il pavimento e’ ineguale e presenta rischi di inciampo o di scivolamento dell’operatore ✘ il posto o l’ambiente di lavoro non consente al lavoratore la movimentazione manuale di carichi a un’altezza di sicurezza o in buona posizione ✘ il pavimento o il piano di lavoro presenta dislivelli che implicano che la manipolazione del carico sia fatta su piani o a livelli diversi ✘ il pavimento o il punto d’appoggio sono instabili ✘ la temperatura, l’umidità o la circolazione dell’aria sono inadeguate. 57 4.9 Quali esigenze connesse all’attività lavorativa determinano condizioni di rischio nella MMC? Alcune esigenze insorgenti durante l’attività lavorativa e che comportano la movimentazione manuale di carichi possono essere causa di rischio per la salute quando sono richiesti: ✘ ✘ ✘ ✘ sforzi fisici troppo frequenti o troppo prolungati che sollecitano in particolare la colonna vertebrale periodi insufficienti di riposo fisiologico o di recupero distanze troppo grandi di sollevamento, di abbassamento o di trasporto un ritmo di movimenti imposto da un processo lavorativo che non può essere modulato dal lavoratore. 4.10 Quali sono i fattori individuali che predispongono maggiormente al rischio da MMC? La movimentazione manuale di carichi può comportare un rischio per la salute dei lavoratori in caso di: ✘ ✘ ✘ 58 inidoneità fisica a svolgere il compito in questione (es. donne gravide e fino a sette mesi dopo il parto non possono essere adibite alla MMC) indumenti, calzature o altri effetti personali inadeguati portati dal lavoratore insufficienza o inadeguatezza delle conoscenze o della formazione del lavoratore. 4.11 Come si attua la prevenzione dei rischi da MMC negli ambienti di lavoro? La progettazione, la realizzazione e/o la destinazione d’uso dei locali aziendali devono assicurare l’idoneità rispetto: ✘ alla possibilità di meccanizzazione delle operazioni da svolgere (ampiezza, altezza, viabilità interna, dislocazione rispetto ad altri locali, etc) ✘ alle esigenze strutturali richieste dalle operazioni (pavimenti piani e antisdrucciolo, punti di appoggio del carico ad altezze idonee, pedane stabili, etc) ✘ al mantenimento di un microclima adeguato alle esigenze di benessere dell’operatore (luce, temperatura, umidità, ricambio d’aria, etc). 4.12 Come si attua la prevenzione, nella scelta delle macchine? La scelta del parco macchine deve essere effettuata tenendo conto della necessità di limitare al minimo indispensabile la movimentazione manuale di carichi. Pertanto devono essere considerate: ✘ l’accessibilità di macchine e/o l’installabilità di impianti nei locali destinati ad una determinata attività ✘ la manovrabilità di macchine in relazione agli spazi disponibili 59 4.13 Come si attua la prevenzione nell’organizzazione del lavoro? TAV. 13 La corretta progettazione dei luoghi di lavoro e l’impiego di macchine ed attrezzi compatibili con gli spazi di lavoro disponibili, prevengono incidenti ed eliminano fattori di rischio. 60 L’organizzazione del lavoro, con riguardo alla movimentazione manuale dei carichi, deve contemperare: ✘ le caratteristiche ergonomiche del posto di lavoro (per evitare movimenti rischiosi) ✘ le distanze entro cui devono essere movimentati manualmente i carichi, riducendole quanto più è possibile ✘ l’eventuale suddivisione del carico, allo scopo di ridurne il peso ✘ la riduzione della frequenza di sollevamento o movimentazione del carico. 4.14 Quali sono i sistemi di protezione da usare nella MMC? In tutti i casi in cui non è possibile evitare la movimentazione manuale di carichi è necessario che l’operatore sia adeguatamente equipaggiato e informato sulla natura e le caratteristiche del carico da movimentare. In particolare deve essere: • dotato di dispositivi di protezione individuale: ✘ guanti, fra l’altro per favorire e stabilizzare la presa ✘ scarpe di sicurezza adatte all’ambiente di lavoro ✘ indumenti protettivi, quali grembiule, tuta, etc, idonei alla natura e alle caratteristiche del carico da movimentare • informato: ✘ del peso del carico da movimentare ✘ delle caratteristiche del carico (distribuzione del peso, stabilità del contenuto, natura e caratteristiche del contenuto e del contenitore, etc) ✘ delle eventuali particolari precauzioni o cautele da adottare. 61 5. Attrezzature di lavoro La moderna agricoltura è caratterizzata da un elevato livello di meccanizzazione, che da un lato riduce la fatica degli addetti ma, dall’altro, aumenta la rischiosità delle operazioni agricole. All’uso delle macchine è infatti legata la maggiore incidenza di infortuni e, fra queste, le trattrici hanno un posto di rilievo. Le tipologie di macchine impiegate in agricoltura sono numerose e ognuna di esse presenta proprie specificità tecniche e infortunistiche. Di seguito sono riportate le principali informazioni che si ritengono comuni a tutte le macchine e alcune sintetiche schede per le più comuni macchine impiegate nell’azienda agricola. 5.1 Come sono classificate le macchine? Le attrezzature di lavoro (macchine, apparecchi, utensili, impianti) impiegate in agricoltura possono essere variamente classificate: ✘ ✘ ✘ ✘ macchine motrici (trattrici a ruote, a cingoli, motoagricole) macchine operatrici (aratro, erpice, rotoballatatrice, etc) macchine operatrici semoventi (mietitrebbia, falciatrinciatrice, etc) macchine operatrici trainate/portate (rimorchio, rotoballatrice, aratro, erpice, etc). 63 TAV. 14 Indumenti, calzature e dispositivi di sicurezza adeguati sono importanti mezzi di prevenzione degli infortuni. 5.2 Chi è esposto al rischio macchine? Sono sottoposti ai rischi derivanti dall’impiego delle attrezzature di lavoro i lavoratori adibiti all’impiego e alla manutenzione delle macchine (conducente, operatori, etc) e le persone che che per qualunque ragione si trovino in prossimità delle attrezzature durante l’operatività delle stesse. 5.3 Qual è il rischio macchine? Il rischio di subire danno alla salute e compromissione della sicurezza durante l’impiego e in prossimità delle attrezzature di lavoro può dipendere da: 64 ✘ ✘ ✘ ✘ ✘ ✘ ✘ perdita di stabilità delle macchine (es. ribaltamento) cadute dell’operatore nelle fasi di salita e di discesa dalle macchine e dalle piattaforme contatto con organi rotanti (es. presa di potenza, pulegge, cinghie, etc) contatto con superfici calde (es. tubo di scappamento, parti del motore) lancio di materiali durante l’esecuzione dei lavori, ad opera di organi rotanti (es. fresatura, imballatura, etc) rumore vibrazioni. 5.4 Da quali fattori dipende il rischio macchine? Il rischio che interessa i lavoratori dipende: ✘ dalla mansione a cui è adibito il lavoratore (es. conducente, addetto a macchine operatrici, manutentore, etc) ✘ dalla natura dell’operazione eseguita con le diverse attrezzature d’impiego aziendale (es. aratura, trebbiatura, manutenzione delle macchine, etc) ✘ dall’idoneità dell’accoppiamento trattrice-operatrice (es. piccola trattrice accoppiata a attrezzi pesanti quali rimorchi, aratri, etc, che riducono la stabilità della trattrice e aumentano il rischio di ribaltamento) ✘ dallo stato d’uso e di manutenzione delle attrezzature (es. funzionamento dei dispositivi di arresto e di protezione, etc) ✘ dalla dotazione delle attrezzature dei dispositivi di protezione (es. gradini, scale, maniglioni, cabina, telaio protettivo, carter, etc) 65 ✘ dalle caratteristiche fisiche dell’ambiente di lavoro (es. spazi di manovra, pendenza del terreno, presenza di ostacoli, affossatura, stato fisico del terreno, etc) ✘ dallo stato psico-fisico (es. stanchezza, stress, imprudenza, etc) e dalla qualificazione dell’operatore (es. sottovalutazione del rischio, confidenza con il mezzo, etc). 5.5 Qual è la natura del danno derivante dalle macchine? Il danno che si può subire da incidenti occorsi con le macchine può comportare inabilità temporanea o permanente e può essere di varia natura. In particolare, fra i danni non mortali si hanno: ✘ schiacciamenti e lesioni ad organi interni ✘ fratture ✘ ferite da taglio ✘ ustioni ✘ varie combinazione dei danni precedenti. 5.6 Come si previene il ribaltamento delle macchine? Per la prevenzione del ribaltamento in particolare occorre: ✘ operare lungo le linee di pendenza del terreno e non di traverso ✘ accoppiare alla trattrice adeguate macchine operatrici ✘ procedere con la marcia innestata e non sfruttare la pendenza per il movimento ✘ graduare opportunamente la partenza della trattrice e l’innesto della frizione ✘ zavorrare adeguatamente la trattrice. 66 5.7 Come si previene la caduta delle macchine? Per la prevenzione delle cadute durante la salita e la discesa dalle macchine e dalle piattaforme occorre in particolare: ✘ afferrarsi alle maniglie durante la salita e la discesa dalle macchine ✘ tenere puliti i gradini dal fango ✘ usare scarpe con suole antiscivolo ✘ non sottovalutare i pericoli connessi all’operazione di salita e di discesa ✘ non indossare indumenti sbottonati e scarpe slacciate. 5.8 Come si previene il contatto con gli organi rotanti delle macchine? La prevenzione del contatto con organi rotanti si attua, in particolare: ✘ non manomettendo i dispositivi di protezione degli organi in movimento e provvedendo alla loro sostituzione in caso di rotture ✘ non effettuando manutenzioni in presenza di organi in movimento ✘ non indossando indumenti sbottonati e scarpe slacciate ✘ non avvicinandosi troppo agli organi in movimento. Non toccare 5.9 Come si previene il contatto con superfici calde delle macchine? La prevenzione del contatto con superfici calde si attua: ✘ non avvicinandosi troppo alle superfici calde 67 ✘ indossando indumenti protettivi (tute e guanti) ✘ non effettuando manutenzioni su superfici calde prima che queste si siano raffreddate. 5.10 Come si previene il contatto con corpi lanciati dalle macchine? Per prevenire i rischi dal lancio di materiali durante l’esecuzione dei lavori è necessario: ✘ evitare di sostare e di fare sostare altri lungo la possibile linea di lancio, in prossimità di macchine con organi di lavorazione rotanti e in movimento ✘ indossare dispositivi di protezione individuali (casco, maschera, guanti) in caso di assenza di cabina ✘ non asportare dalla macchina i dispositivi di protezione di organi in movimento. 5.11 Come si previene il danno da rumore delle macchine? Protezione dell’udito 68 Per la prevenzione dei danni da rumore, in particolare, è necessario: ✘ ridurre il rumore alla fonte (es. impiego di macchine a bassa emissione di rumore) ✘ dotare, ove possibile tecnicamente, le macchine di cabina idonea ✘ dotarsi di dispositvi di protezione individuale (es. cuffie e tappi auricolari) ✘ ridurre il tempo di esposizione dei lavoratori alla fonte di rumore (es. impiego limitato di macchine rumorose, rotazione dei lavoratori esposti) ✘ sottoporsi a sorveglianza sanitaria se esposti frequentemente e per lungo tempo a intense fonti di rumore. 5.12 Come si previene il danno da vibrazioni delle macchine? Per la prevenzione dei danni da vibrazioni è necessario: ✘ impiegare macchine e attrezzature a bassa emissione di vibrazioni ✘ impiegare macchine dotate di dispositivi antivibrazione e di regolazione del posto di guida (es. sedile dotato di ammortizzatore regolabile in base al peso dell’operatore, posizione del volante regolabile, cabine di guida sospese su supporti in gomma etc) ✘ ridurre il tempo di esposizione alle vibrazioni (es. impiego limitato di macchine che producono eccessive vibrazioni, rotazione dei lavoratori esposti) ✘ posizionare il sedile e il volante in modo da assumere posture corrette ✘ sottoporsi a sorveglianza sanitaria se esposti frequentemente e per lungo tempo a intense fonti di vibrazioni. 5.13 Quali sono le condizioni generali di sicurezza delle macchine? ✘ ogni macchina deve essere dotata di libretto d’uso e di manutenzione ✘ l’uso e la manutenzione delle macchine devono essere effettuate secondo le indicazioni fornite dal costruttore ✘ le macchine devono recare applicate le targhette riportanti i pericoli e le norme di comportamento adeguate 69 TAV. 15 L’impiego di macchine progettate secondo criteri di sicurezza approvati è la prima prevenzione da attuare. Anche macchine usate possono essere rese più sicure con piccoli accorgimenti. 70 ✘ i componenti di protezione delle macchine non devono essere manomessi, asportati, alterati e non devono essere resi inefficaci rispetto alla loro funzione. 5.14 Quali sono le principali caratteristiche di sicurezza del trattore? • protezione da ribaltamento (non obbligatorio per trattrici con carreggiata inferiore a cm 115 e peso inferiore a Kg 600): ✘ cabina chiusa omologata, dotata di tre aperture per le uscite di emergenza ✘ telaio a 4 montanti omologato • protezione delle trasmissioni ✘ giunti cardanici protetti da cuffie e guaine fissate all’al- bero e alla macchina ✘ pulegge, cinghie, catene e ruote dentate protette da grate, carter, etc • protezione del posto di guida ✘ per agevolare l’accesso necessitano maniglioni, corrimano etc ✘ gradini di 15 x 25 cm; primo gradino ad altezza inferiore a 55 cm e alzata inferiore a 30 cm. 5.15 Quali sono le principali caratteristiche di sicurezza della mietitrebbiatrice? ✘ piattaforma di guida e servizio protette con parapetto e fermapiede ✘ pavimento della piattaforma piano e antisdrucciolevole ✘ scale d’accesso integrate nella macchina e dotate di corrimano, maniglioni di presa ✘ gradini di 15 x 25 cm, primo gradino ad altezza inferiore 55 cm e alzata inferiore a 30 cm ✘ organi di trasmissione del moto protetti da carter, rete robusta a maglie fitte, etc ✘ coclea convogliatrice segregata e protetta da lamiera o rete robusta a maglie fitte. 5.16 Quali sono le principali caratteristiche di sicurezza del motocoltivatore? ✘ dispositivo di arresto all’abbandono delle stegole ✘ dispositivo di impedimento del funzionamento della fresa in retromarcia ✘ fresa coperta da carter 71 TAV. 16 Il bollino CE apposto sulle macchine agricole indica che sono state rispettate le norme di sicurezza previste. ✘ comandi posti all’interno delle stegole ✘ carter di protezione del sistema di avviamento a strappo. 5.17 Quali sono le principali caratteristiche di sicurezza dell’atomizzatore? ✘ serbatoio d’acqua potabile per lavaggi d’emergenza in caso di contatto con presidi sanitari ✘ ventola protetta e segregata da robusta rete metallica ✘ serbatoio con spigoli arrotondati e munito di scala di lettura del livello di riempimento ✘ organi di controllo e comando facilmente identificabili e manovrabili dal posto di guida. 72 5.18 Quali sono le principali caratteristiche di sicurezza della falciatrinciatrice ? ✘ piattaforma di guida e servizio protette con parapetto e fermapiede ✘ pavimento della piattaforma piano e antisdrucciolevole ✘ scale d’accesso integrate nella macchina ✘ gradini di 15 x 25 cm, primo gradino ad altezza inferiore a 55 cm e alzata inferiore a 30 cm ✘ organi di trasmissione protetti da carter, rete robusta a maglie fitte, etc ✘ rotore segregato e protetto; lame protette anche durante l’affilatura. 5.19 Quali sono le principali caratteristiche di sicurezza della raccoglimballatrice? ✘ aspo raccoglitore protetto da barra distanziatrice ✘ organo convogliatore e legatore protetto ✘ giunto cardanico protetto da guaina e cuffie ✘ viti di regolazione della puleggia protette da cuffia ✘ piedino di supporto con dispositivo antisfilo per poggiare la macchina in posizione di riposo. 5.20 Quali sono le principali caratteristiche di sicurezza delle piattaforme di lavoro? ✘ pavimento della piattaforma piano e antisdrucciolevole ✘ piattaforma protetta da parapetto e fascia fermapiede ✘ scale d’accesso con gradini piani e antisdrucciolevoli, corrimano e maniglioni. 73 5.21 Quali sono le principali caratteristiche di sicurezza della motosega? ✘ Maniglia di presa protetta ✘ Ritorno automatico dell’accelleratore all’abbandono del pulsante ✘ Controllo di tensione della catena. 5.22 Qauli sono le principali caratteristiche di sicurezza del decespugliatore? ✘ Cuffia metallica regolabile di protezione della lama o del filo. 74 6. Corrente elettrica 6.1 Quali danni può causare la corrente elettrica? I danni che più frequentemente sono associati all’energia elettrica possono essere identificati in: ✘ tetanizzazione, cioè la contrazione dei muscoli a seguito dell’impulso elettrico ricevuto ✘ fibrillazione ventricolare, cioè la caotica contrazione del cuore con conseguente arresto cardiaco ✘ arresto della respirazione, causata dalla contrazione continua dei muscoli respiratori ✘ ustioni, provocate dal calore dovuto al passaggio di corrente e da fiamme generate da corto circuiti. 6.2 Come si può entrare in contatto con la corrente elettrica? La causa dei danni da corrente elettrica è da ricercarsi nel contatto di parti del corpo con conduttori elettrici. Tali contatti possono essere: ✘ diretti, cioè quando si entra in contatto direttamente con un conduttore, quale ad esempio un cavo, una presa, un morsetto, un fusibile, un portalampada, etc ✘ indiretti, cioè quando il contatto avviene con parti che normalmente non dovrebbero essere in tensione, quali ad esempio cofani di motori elettrici, carcasse di apparecchi elettrici su cui residuano correnti per difetto di isolamento, etc. Mentre il contatto diretto è facilmente prevenibile poichè 75 vi è consapevolezza della presenza di tensione, il contatto indiretto è più insidioso, poichè coglie di sorpresa le persone, che non si attendono “la scarica” dal contatto con un apparecchio elettrico. 6.3 Quali requisiti di sicurezza deve avere un impianto elettrico? TAV. 17 Il rischio elettrico è subdolo e inatteso e perciò è necessario utilizzare macchine ed impianti a norma. 76 Nella fase di realizzazione dell’impianto elettrico occorre affidare il lavoro a personale specializzato che lo esegua secondo le prescrizioni di sicurezza dettate dalle norme vigenti (L. 46/90 e regolamento d’attuazione DPR 477/91Norme CEI serie 64) e rilasci regolare certificazione. Più in generale un impianto elettrico deve possedere i seguenti requisiti: ✘ i conduttori devono essere isolati e adeguati alla tensione e alla corrente a cui sono sottoposti ✘ deve essere dotato di interruttore differenziale di adeguata sensibilità (salvavita) ✘ deve essere dotato di messa a terra, da verificare almeno ogni due anni ✘ negli ambienti umidi le prese di corrente devono essere adeguatamente isolate ✘ se ad alta tensione (con tensione maggiore di 400V) le pedane isolanti devono essere collegate elettricamente a terra ✘ le macchine elettriche funzionanti a tensione superiore a 1000 V devono essere ubicate in appositi locali e chiusi a chiave ✘ ovunque esista il rischio elettrico occorre segnalarlo con idonea cartellonistica. Tensione elettrica pericolosa 6.4 Cosa significa certificare l’impianto elettrico? La certificazione dell’impianto elettrico attesta che l’impianto: ✘ è stato eseguito a “regola d’arte”; ✘ che risponde anche nei componenti ai requisiti minimi ✘ di sicurezza previste dalle norme vigenti (L 46/90); è stato eseguitto o controllato da personale abilitato con apposita qualifica. 77 6.5 Quali norme precauzionali devono essere assunte in presenza di corrente elettrica? In presenza di impianti e macchinari sotto tensione, se necessario, è prudente toccarli cautelativamente con il dorso della mano e non con il palmo. Ciò evita la chiusura della mano, dovuta all’effetto tetanizzante in caso di contatto con la corrente; è altresì opportuno indossare calzature isolate. 78 7. Incendio La molteplicità di materiali infiammabili presenti all’interno dell’azienda agricola la espongono concretamente al rischo incendio. Al suo interno sono infatti facilmente rinvenibili dai materiali più comuni quali paglia, fieno, legna, a quelli la cui infiammabilità è senz’altro maggiore, quali i combustibili liquidi e gassosi (gasolio e gpl), materiale plastico,…. La diversa natura dei combustibili e la loro diversa presenza all’interno delle differenti tipologie di aziende agricole comporta, di conseguenza, un diverso livello di rischio e conseguentemente diverse strategie di prevenzione. 7.1 Quali sono le cause di innesco dell’incendio? Fra le principali cause d’innesco di un incendio sono da annoverare le seguenti: ✘ fiamme libere e braci ✘ scintille elettriche o elettrostatiche ✘ particelle incandescenti ✘ superfici e punti caldi ✘ aumento di T° per compressione di gas ✘ reazioni chimiche. Materiale infiammabile o alta temperatura 79 7.2 Quali fattori condizionano lo sviluppo dell’incendio? I fattori che condizionano lo sviluppo di un incendio sono esssenzialmente i seguenti: ✘ il carico d’incendio, che indica la quantità di combustibile presente in un determinato luogo ✘ la potenza di fuoco, che indica l’intensità dell’incendio, da cui dipende anche la sua distruttività ✘ il fattore di apertura, che riguarda essenzialmente gli incendi all’interno di locali chiusi e condiziona l’afflusso di aria sull’incendio. Vietato fumare o usare fiamme libere La relazione esistente fra questi fattori determina che a parità di carico d’incendio la potenza di fuoco aumenta all’aumentare del fattore di apertura. Ciò, ad esempio, è facilmente intuibile dall’osservazione di fuochi in ambiente ventoso. E’ buona norma, pertanto, ridurre al minimo indispensabile sia la quantità di materiale infiammabile in un determinato luogo, sistemandolo nel modo più opportuno (il combustibile solido accatastato brucia meno facilmente di quello sciolto), sia riducendo l’afflusso d’aria sull’inendio. 7.3 Come sono classificati gli incendi? Gli incendi sono classificati come segue: ✘ classe A: legname, carbone, carta, tessuti, pelli, gomma, ... ✘ classe B: alcol, solventi, oli minerali, grassi, benzine, automezzi,... ✘ classe C: metano, acetilene, butano, idrogeno, propilene, 80 ... ✘ classe D: sostanze combustibili spontaneamente in presenza d’aria ✘ classe E: apparecchiature elettriche sotto tensione. Lancia antincendio 7.4 Quali sono le sostanze estinguenti? La difesa attiva dall’incendio presuppone l’impiego di estinguenti capaci di bloccare la combustione. Tali sostanze devono essere impiegate considerando sia la natura, sia l’entità dell’incendio, sia il materiale combustibile. Tali valutazioni evitano l’amplificazione del danno a causa dell’uso di un estinguente inadatto. Le principali sostanze estinguenti sono riportate nella sottostante tabella: Estintore Estinguente Classe d’incendio per la quale è efficace Classe d’incendio per la quale è inadatta Acqua Sabbia Schiuma CO2 Polvere Idrocarburi alogenati A A A A A A D – E – – – – – – parte di B C- E- parte di B B B- C- E B- C- D B- C- D – E C – D- E 81 TAV. 18 L’azienda deve essere dotata di mezzi antincendio e questi devono essere mantenuti efficienti. 82 7.5 A quali requisiti devono rispondere gli estintori? Gli estintori devono essere omologati, di classe estinguente idonea ai materiali esposti a rischio d’incendio e devono essere sottosti a periodica revisione, affidandosi a ditte specializzate. Gli estintori devono essere ubicati in modo da essere accessibili in caso di incendio, individuabili da una certa distanza da apposito cartello collocato in posizione sufficientemente alta. 7.6 In quali luoghi dell’azienda agricola è opportuno disporre di estintori? La tabella sottostante riporta i locali, la classe di incendio più probabile e il tipo di estintore necessario LOCALE CLASSE ESTINTORE Magazzino A-B CO2, schiuma, polvere Fienile- Legnaia classe A Acqua (idrante) Deposito gasolio classe B Schiuma Autorimessa, officina, sala caldaia classe B-E Schiuma – Polvere – CO2 Ufficio classe A-E CO2. E’ opportuno disporre anche di un estintore carrellato da potere essere impiegato all’occorrenza nei diversi punti dell’azienda. 7.7 Cos’è il Certificato Prevenzione Incendio (CPI)? E’ il documento previsto dal DPR 547/55 rilasciato dai Comandi provinciali dei Vigili del Fuoco ed ha validità di tre o sei anni, come previsto dal D.M. 16.2.1982. Gli esercenti attività soggette al rilascio del C.P.I. devono presentare domanda ai V.F. (sul Mod. 61 V.F distribuito presso i Comandi provinciali stessi) e produrre la documentazione tecnica richiesta, predisposta da tecnici abilitati. Nella sottostante tabella sono riportati le attività 83 soggette al rilascio del C.P.I. che maggiormente possono interessare l’agricoltura: Attività Periodicità della visita 4) Depositi di gas combustibili in serbatoi fissi: ....................... a) gas compressi per capacità complessiva da 0,75a 2 mc ...... 6 anni per capacità complessiva superiore a 2 mc ............................. 3 anni b) gas disciolti o liquefatti per capacità complessiva da 0,3 a 2 mc ........................................................................ 6 anni per capacità complessiva superiore a 2 mc ............................. 3 anni 9) Impianti per il trattamento di prodotti ortofrutticoli e cereali utlizzanti gas combustibili............................................ 6 anni 15/b) Depositti di liquidi infiammibili e/o combustibili per uso agricolo di capacità geometrica complessiva superiore a 25 mc 3 anni 36) Impianti per l’essiccazione dei cereali e di vegetali in genere con depositi superiori a 500 q.li di prodotto essiccato... 6 anni 46) Depositi di legname (...), di legna da ardere, di paglia, di fieno, di canne, di fascine, (...); esclusi i depositi all’aperto con distanze di sicurezza esterne non inferiori a 100 m (...): - da 500 a 1.000 q.li ............................................................. 6 anni - superiori a 1.000 q.li ........................................................... 3 anni 91) Impianti per la produzione di calore alimentati a combustibile solido, liquido o gassoso con potenzialità superiore a 100.000 Kcal/h.................................................... 84 6 anni 8. Pronto soccorso 8.1 Quali sono gli obblighi del datore di lavoro in materia di pronto soccorso? Secondo quanto descritto dall’art. 15 del D. Lgs 626/94 il datore di lavoro, tenuto conto della natura dell’attività e delle dimensioni dell’azienda, prende i provvedimenti necessari in materia di pronto soccorso e di assistenza medica di emergenza, stabilendo i necessari rapporti con i servizi esterni, anche per il trasporto dei lavoratori infortunati. Il datore di lavoro, pertanto, fornisce ai lavoratori i mezzi e le indicazioni necessarie per contattare gli enti di emergenza e soccorso (autoambulanza, ospedale, forze dell’ordine, vigili del fuoco, centro antiveleno, etc) In ogni caso in azienda deve essere presente una cassetta di pronto soccorso, contrassegnata da una croce rossa, contenente l’occorrente per i primi soccorsi. 8.2 Cosa deve contenere la cassetta di pronto soccorso? Nella cassetta di pronto soccorso dovrebbero essere sempre presenti i seguenti materiali: ✘ disinfettante ✘ garze ✘ cerotti ✘ bende ✘ laccio emostatico ✘ forbici Pronto soccorso 85 ✘ ✘ ✘ ✘ termometro guanti monouso pinzette ghiaccio chimico 8.3 Come deve essere tenuto il materiale di pronto soccorso? Il contenuto della cassetta di pronto soccorso dovrebbe essere: ✘ sostituito periodicamente, almeno una volta l’anno ✘ tenuto in ordine e pulito ✘ accessibile a tutti i lavoratori. 8.4 Chi può somministrare i farmaci al soggetto infortunato? I farmaci possono essere somministrati a soggetti infortunati solo da personale medico. E’ necessario, pertanto, che i colleghi di lavoro si astengano dalla somministrazione di medicine al/alla proprio/a collega/a infortunato/a. 86 edito da EMMEPI EDITORIALE finito di stampare nel mese di giugno 1999 presso Grafiche Riga - Oggiono