Domenico Giulio Cesare Martuzzi (Alfonsine, 1885 – Forlì, 1960) è stato un compositore e direttore di coro. È’ noto soprattutto, assieme all'amico poeta Aldo Spallicci, come autore delle “Cante romagnole”. Dopo gli studi nella città natale, si trasferì a Bologna per studiare musica all'Accademia filarmonica. Nel 1904 conseguì il diploma di maestro di musica e di canto corale. Si trasferì poi a Forlì che divenne la sua città d'adozione. Qui conobbe il poeta Aldo Spallicci, che gli propose di collaborare alla creazione di canti popolari tradizionali. Dapprima riluttante, Martuzzi, accettò in seguito di musicare alcune poesie in dialetto romagnolo. La collaborazione, nata nel 1906, si protrasse ininterrottamente fino al 1945 circa. Martuzzi iniziò la professione di direttore di coro, grazie anche al sostegno e all'amicizia di Pietro Mascagni. Seguì lo stesso Mascagni in una tournée in America, ma nel 1916 fu richiamato in Italia a causa della Prima guerra mondiale. Negli anni fra le due guerre, si dedicò completamente all'attività scolastica. Portò a termine una sua invenzione nell'ambito della didattica musicale: un sistema di notazione musicale, chiamata “musicotipia”, adatta a chi non conosce la musica, un metodo più semplice di quello universalmente usato. Morì a Forlì nel 1960. A cinquanta anni dalla morte esce, per le “Edizioni del Girasole”, il libro di Stefano Pucci “Cesare Martuzzi e la musicotipia” che, oltre a tracciare una biografia e un compendio delle principali opere del maestro, vuole approfondire il progetto meno conosciuto ma forse più importante del musicista: la “musicotipia”, un nuovo sistema di scrittura musicale che rientra a pieno titolo tra le non poche forme di scrittura alternativa a quella tradizionale che si sono succedute nel corso della storia. Stefano Pucci, dopo aver conseguito la laurea al Dams di Bologna e il diploma in musica corale e direzione di coro al conservatorio “G. Frescobaldi” di Ferrara, porta a termine le sue ricerche su Martuzzi e la “musicotipia” con lo scopo di creare un testo di riferimento per chiunque desideri accostarsi a questo capitolo della storia della notazione musicale del XX secolo.