® GALLEXIER Adatto per vegetariani Adatto per vegani Senza glutine Non contiene lievito Non contiene lattosio Non contiene alcool Disponibile il campione gratuito Integratore alimentare salutistico, tonico del processo digestivo a base di carciofo, tarassaco ed erbe amare. SCHEDA TECNICA A cura di: dott. Rita Pecorari consulente tecnico-scientifico consigliere SIFIT (Società Italiana di Fitoterapia) INTRODUZIONE Salus Gallexier® sfrutta l’efficacia delle erbe amare per favorire una corretta digestione. Si presenta come un decotto, addolcito con fruttosio, costituito da una miscela di carciofo, tarassaco e altre piante officinali che rafforzano il sistema epato-biliare e contribuiscono all’attività di fegato e stomaco. Dal sapore gradevolmente amaro, Salus Gallexier® é ottimo anche come depurativo, particolarmente indicato nei cambi di stagione. Inoltre, assunto prima dei pasti stimola l’appetito. L’efficacia della formula Gallexier® é stata ampliamente approvata mediante diversi studi condotti su una popolazione eterogenea di pazienti che riportavano problemi inerenti alla funzionalità del prodotto quali disturbi allo stomaco, problemi alla vescica biliare, sensazione persistente di vomito o nausea e senso di sazietà. I risultati di questi studi hanno rivelato un miglioramento della situazione clinica nel ben 86% dei casi (riferimento) INGREDIENTI Estratto acquoso (75 %) di: Carciofo (Cynara scolymus) foglia, Tarassaco (Taraxacum officinale) pianta intera, Genziana (Gentiana lutea) radice, Curcuma (Curcuma longa) rizoma, Millefoglio (Achillea millefolium) parti aeree, Zenzero (Zingiber officinale) rizoma, Camomilla (Chamomilla recutita) capolini, Finocchio (Foeniculum vulgare) seme, Arancia amara (Citrus aurantium) buccia, Cardo santo (Cnicus benedictus) erba, Trifoglio fibrino (Menyantes trifoliata) foglia, Cardamomo (Elettaria cardamomum) seme. Fruttosio. INFORMAZIONI NUTRIZIONALI: Valori medi per: 100 ml 20 ml Proteine Carboidrati Grassi 373 kJ 89 kcal <1g 21,5 g <1g 75 kJ 18 kcal < 0,2 g 4,3 g < 0,02 g Cinaropicrina 48 mg 9,6 mg Valore energetico 2 RACCOMANDAZIONI PER L’USO: si consiglia l’assunzione di 20 ml durante o dopo i pasti. Assunto prima dei pasti stimola l’appetito. Contiene Citrus Aurantium, pertanto si sconsiglia l’uso del prodotto in gravidanza, durante l’allattamento e al di sotto dei 12 anni. In presenza di cardio vasculopatie e/o ipertensione, prima di assumere il prodotto, consultare il medico. Disponibile in bottiglia da 250 ml e monodose da 20 ml. È DISPONIBILE ANCHE SALUS GALLEXIER® IN TAVOLETTE. SOSTANZE ATTIVE CARCIOFO (CYNARA SCOLYMUS) FOGLIE Il carciofo ricco di minerali quali sodio, potassio, calcio, fosforo e ferro, ha un contenuto di vitamine più modesto (solo vitamine A, B e C) e un basso apporto calorico. Il carciofo é una pianta molto apprezzata dall’industria farmaceutica per la sua attività colagoga, coleretica, protettrice e regolatrice della funzionalità epatica, disintossicante e drenante. Tra i suoi componenti, sono segnalati: polifenoli e alcuni derivati dell’acido caffeico (cinarina), flavonoidi, un principio amaro(cinaropicrina), steroidi, quindi sostanze quali enzimi, zuccheri e sali ecc. Il principio attivo che lavora in modo molto valido come coleretico é la cinarina che agisce sulle colesterolemie e dislipidemie. Il carciofo come regolatore del flusso biliare ed epatoprotettore si rende assai prezioso nelle turbe epatobiliari, ove può alleviarne la sintomatologia; agisce sul metabolismo lipidico diminuendo la produzione di colesterolo e trigliceridi endogeni e aumentandone la ridistribuzione nei depositi naturali. Grazie al contributo nel riequilibrio fisiologico della funzionalità epatica, si ottiene una trasformazione di molecole azotate non ben elaborate dal fegato, poco diffusibili dal rene, in urea, meno tossica e diffusa attraverso i reni. TARASSACO (TARAXACUM OFFICINALE) PIANTA Il tarassaco appartiene alla famiglia delle Composite, tra le più vaste del regno vegetale e prende il nome dal termine usato da Linneo per indicare la forma dell’infiorescenza: si tratta infatti di fiori “composti” da molti fiori semplici che simulano un fiore unico. Le sostanze attive maggiormente presenti sono i principi amari, dai quali scaturisce un’azione sulla funzionalità digestiva ed epatica. Gli antichi testi di medicina sembrano ignorare il Tarassaco e solo nel XVI secolo Boeck ne esaltò l’attività diuretica. La medicina popolare ha sempre riconosciuto invece a questa pianta il potere di stimolare la funzione epatica, ma é stata la fitoterapia moderna a confermare le proprietà del Tarassaco, sia sull’aumento della contrazione della cistifellea, sia sulla secrezione biliare con azione coleretica . Si può chiaramente affermare che le proprietà di “drenaggio” e depurazione sono decisamente importanti; tenendo presente che il drenaggio, negli ultimi decenni é entrato nel novero delle “strategie” terapeutiche, per la sua spiccata capacità di favore l’eliminazione di cataboliti, accumulati nell’organismo, attraverso gli emuntori naturali quali: fegato, reni, intestino e cute. “......Poiché l’uomo viene considerato nella sua totalità, le malattie di cui é vittima si sviluppano su un terreno reso fragile dal rallentamento degli organi di eliminazione – gli emuntori - e dall’accumulo di un pool di sostanze tossiche, di metaboliti mal degradati, di sostanze di rifiuto......”(M. Tetau). Quindi lo scopo ultimo é quello di favorire l’eliminazione della maggior parte di cataboliti, compresi quelli che il metabolismo stesso produce dalle sostanze introdotte con l’alimentazione. Il risultato finale di un buon drenaggio consiste in un aumento della diuresi e delle secrezioni biliari. GENZIANA (GENTIANA LUTEA) RADICE La Genziana é una pianta officinale appartenente alla famiglia delle Genzianacee, é conosciuta ed apprezzata sia come pianta medicinale che aromatica: il suo sapore amaro, costituisce la base di numerose bevande e liquori. Tra i principali costituenti troviamo principi attivi come: gli iridoidi (amarogentina, genziopicroside e sverziamarina); gli alcaloidi (genzianina e genzialutina) e gli acidi fenolici (acido gentisico, acido caffeico e acido sinapico), mentre, durante l’essiccamento, la genziopicrina si trasforma in genziina e in genziamarina. Nella genziana non sono invece presenti tannini, il che comporta un’azione amaro-tonica senza effetti astringenti ed irritanti per la mucosa dello stomaco; da qui la definizione di “amaro puro”. Oltre a queste proprietà aromatiche, amaricanti e digestive, esercita un effetto colagogo-coleretico e presenta azione febbrifuga e antinfiammatoria: viene utilizzata, infatti, per la regolazione della temperatura corporea in caso di accessi febbrili, nonché come coadiuvante nelle convalescenze. E’ di efficace utilizzo nei disturbi gastro-intestinali di varia natura come: dispepsia, atonia intestinale, forme di fermentazione intestinale, insufficienza epatica, diarrea e dissenteria. L’uso della Gentiana aumenta la secrezione salivare, la produzione di acidi gastrici e gli xantoni che permettono una migliore secrezione biliare. Le principali funzioni sono: eupeptica e amaro-scialagoga, che derivano dalla stimolazione dei nervi gustativi, in fase cefalica. 3 SOSTANZE ATTIVE Ottimi risultati, si ottengono quindi, nelle parassitosi intestinali, nella sonnolenza post-prandiale, nell’iposecrezione gastrica e, associando questa pianta ad oligoelementi, ferro e altri minerali, si ottiene un’azione “ricostituente” e tonico-corroborante. E’ impiegata nelle anemie, nel linfatismo e nel decadimento organico. Il ruolo leucocitogeno che esercita la rende adatta a favorire le difese organiche, determinando un possibile aumento dei globuli bianchi. Il suo uso é controindicato in caso di ulcera gastrica e duodenale. In soggetti predisposti, l’utilizzo eccessivo di genziana, favorisce il manifestarsi di forme cefalalgiche. 4 CURCUMA (CURCUMA LONGA) RIZOMA E’ una pianta erbacea perenne della famiglia delle Zingiberacee, cui fa parte anche lo zenzero, dalla radice di colore giallo, originaria dell’Asia meridionale, in particolare dell’India. La parte utilizzata in fitoterapia é rizoma che contiene curcuminoidi (curcumina, demetossi-curcumina e bisdemetossi-curcumina), amido, fibre, un olio essenziale ricco in derivati terpenici, e flavonoidi. In Medicina Cinese viene considerata un valido aiuto nei problemi epatici e alla cistifellea, per le emorragie, per le congestioni al petto, nelle flatulenze, nel mal di denti, nelle contusioni e ulcerazioni (per uso esterno). In effetti la curcuma é dotata di notevoli proprietà antinfiammatorie, sfruttate principalmente in caso di artrite o disturbi affini, e presenta uno spiccato tropismo per il fegato e il sistema digerente in generale, risultando utile per alleviare le infiammazioni gastrointestinali, per stimolare la secrezione biliare e favorire la digestione dei grassi. Come stimolante dell’appetito e come epatoprotettivo, contrasta l’azione nociva dei radicali liberi e favorisce la rigenerazione di glutatione, esercitando quindi buoni effetti antiossidanti. L’attività antiinfiammatoria della curcumina é stata messa in evidenza sia nella fase acuta dell’infiammazione che in quella cronica. Facilita l’attività coleretica e colagoga della vescica biliare tanto da essere consigliata anche in caso di manifestazioni di litiasi biliare. A dosi elevate e ripetute, la curcuma può creare una irritazione della mucosa gastrica e condurre a spiacevoli forme di ulcera o gastrite. ZENZERO (ZINGIBER OFFICINALE) RIZOMA Come la curcuma, con la quale condivide alcuni aspetti farmacologici, lo zenzero é una Zingiberacea perenne. la cui droga é costituita dal rizoma, caratterizzato dalla presenza di aril-alcani, quali i gingeroli e gli shogaoli, da un olio essenziale a derivati terpenici, da carboidrati (principalmente amido), da una frazione proteica, una frazione lipidico-vitaminica A, da niacina e da minerali. Originario dell’India, già in antichi testi indiani, cinesi e greco-romani é citato come rimedio per svariati disturbi legati sia a difficoltà digestive quali nausea, dispepsia, ipercolesterolemia, colestasi, sia ad affezioni di tipo infiammatorio quali: forme reumatiche, febbre, mal di testa, raffreddore. Nei paesi nordici ed anglosassoni é da sempre impiegato in preparazioni alimentari di vario tipo come: biscotti, canditi, salse e bevande, mentre in Oriente é più utilizzato come spezia (rientra nella composizione del curry), come nutriente e come medicinale. L’ organotropismo della pianta si situa a livello gastrointestinale: il rizoma infatti, oltre alle ben note attività stimolanti-aromatiche e stomachiche, manifesta attività colagoga. Esplica effetti carminativi, eupeptici e procinetici, favorendo una buona digestione degli alimenti e riducendo le fermentazioni intestinali, inoltre presenta interessanti proprietà antinfiammatorie per uso sia interno, come esterno, trovando impiego, quale coadiuvante, in caso di dolori reumatici ed artritici. La droga, conosciuta anche come tonico-stomachico stimola i recettori termosensibili dello stomaco e provoca così una sensazione di calore locale. Questa proprietà é sfruttata nella dispepsia, nella ipoacidità gastrica e nella gastralgia. Lo zenzero stimola la secrezione salivare e la sua concentrazione in ptialina(amilasi) e in mucina (mucopolisaccaridi), aumenta il tono della muscolatura intestinale ed attiva la peristalsi. Non sono segnalati effetti secondari e tossicità ai dosaggi terapeutici. Nella monografia della Commissione E della Farmacopea tedesca (1988), tuttavia si segnala che, in caso di calcolosi biliare, la pianta va usata con cautela e dietro consiglio del medico. MILLEFOGLIO (ACHILLEA MILLEFOLIUM) PARTI AEREE L’Achillea millefolium é una pianta erbacea rustica della famiglia delle Asteraceae, perenne, che cresce spontanea in tutte le regioni italiane, soprattutto nei prati. Il nome Achillea deriva dal nome di Achille che, secondo la leggenda, ne avrebbe appreso l’uso per curarsi SOSTANZE ATTIVE le ferite dopo le battaglie; é nota in effetti anche con i nomi popolari di erba dei tagli e sanguinella, che ben rimandano alla sua azione vulneraria. Dell’Achillea millefolium si utilizzano le foglie e le sommità fiorite fresche od essiccate, raccolte al tempo della fioritura. La droga contiene oli essenziali, flavonoidi, tannini, terpen-lattoni, sali minerali, resine, cumarine, zuccheri, alcaloidi, aminoacidi, acidi ed una sostanza amara: l’achilleina. E’ molto conosciuta e apprezzata per le numerosissime proprietà, che spaziano da quelle stimolanti, stomachiche e digestive a quelle astringenti, sudorifere, antipiretiche, cicatrizzanti ed emostatiche. Nella terapeutica moderna é utilizzata per il suo contenuto in olio volatile, ricco in azulene: i medicamenti ottenuti da questa pianta presentano un’azione antiflogistica e proprietà spasmolitiche. L’azulene dell’Achillea millefolium L. é stato identificato con il camazulene della Camomilla, di cui condivide diverse proprietà. Gli azuleni hanno dimostrato ampiamente il potere di ripristinare in tempi rapidi il normale grado di permeabilità dei tessuti, favorendo, grazie alla loro azione batteriostatica, il riassorbendo di focolai di infezione e favorendo, in caso di trauma, la continuità biologica tra la zona colpita e il resto dell’organismo; inoltre, l’azione antiflogistica dell’azulene si manifesta a carico della mucosa gastrica infiammata, determinando una regressione delle alterazioni morfologiche e una normalizzazione della secrezione di acido cloridrico. Da quanto esposto finora, si evince la validità delle indicazioni salutistiche attribuite alla pianta; l’achillea, infatti, agisce come amaro-tonico, antispasmodico nei disturbi gastrici, nella nausea e nella disappetenza, grazie all’attivazione dele funzioni secreto-motrici. Per le sue proprietà spasmolitiche (apigenina e luteolina) viene utilizzata a carico degli spasmi nel tratto gastrointestinale e come emmenagogo nelle forme dolorose del ciclo mestruale. CAMOMILLA (MATRICARIA RECUTITA) CAPOLINI La Matricaria recutita o Camomilla comune, famiglia delle Asteracee, é una specie originaria di tutta l’area europea e dell’Asia occidentale e centrale. In Italia si trova spontanea ovunque ed é frequente nei terreni incolti e nelle campagne. La droga é costituita dai capolini disseccati, ricchi in flavonoidi, tra i quali, apigenina e suoi glucosidi, luteolina, apiina, quercetina, rutina; accanto ad essi si trovano un olio volatile contenente tra gli altri alfa-bisabololo e cam-azulene, polisaccaridi, mucillagini, tannini, sostanze aminoacidiche e cumarine (umbelliferone, erniarina). Possiede numerosissime proprietà: da quelle profumanti ed aromatiche a quelle medicamentose; é infatti utilizzata come spasmolitico e carminativo, molto efficace nelle coliche digestive (coliti, meteorismo...) ed in caso di alterazione della flora batterica, in quanto contribuisce a ricostituirla. Importanti sono le proprietà amaricanti ed aromatiche in grado di facilitare i processi digestivi. Il suo uso é considerato preventivo e di efficace sostegno in caso di ulcera e nelle infiammazioni acute e croniche della mucosa gastrointestinale: l’alfa-bisabololo si oppone all’ulcerazione gastrica indotta da diversi agenti,quali stress, alcol, ecc.. Come tonico intestinale, la camomilla stimola la motilità del tubo digerente in senso procinetico, attenuando la sensazione di pienezza epigastrica con conseguente inappetenza; quale carminativo favorisce l’espulsione di gas intestinali riducendo le manifestazioni dolorose dovute ad eccessiva fermentazione addominale e regolando, nel suo complesso, il buon funzionamento dell’intestino. Come eupeptico é indicata, principalmente sotto forma di infuso, in caso di indigestione o di digestione laboriosa, onde calmare la nausea e il vomito, stimolando leggermente l’appetito; le cultivar di camomilla maggiormente ricche in principi amari, esercitano un’azione eupeptica più intensa. Estratti acquosi di camomilla mostrano buoni effetti ansiolitici, in particolare per la presenza dell’apigenina che andrebbe ad agire a livello centrale, sebbene in alcuni soggetti si possa, al contrario, riscontrare un effetto neurotonico, probabilmente dovuto ad un differente corredo recettoriale del soggetto. E’ utile nelle forme cefalalgiche e tale indicazione ci viene da Galeno il quale la utilizzava nelle sindromi dolorose del capo. La tradizione popolare fa ricorso spesso all’infuso di Camomilla come lavanda nelle infiammazioni delle mucose, in particolare quelle vaginali, poiché, in queste affezioni, spesso l’agente eziologico é da ritrovare nell’alterazione della flora batterica residente. Sono state portate avanti ricerche per verificare l’attività antimicrobica della pianta e, a questo proposito, é stato evidenziato come responsabile di tale attività non sia solamente l’olio essenziale, ma anche la componente flavonoidica. 5 SOSTANZE ATTIVE Molto raramente si sono riscontrate reazioni allergiche. L’uso é sconsigliato a coloro che hanno un’ipersensibilità accertata alle Asteraceae. ARANCIA AMARA (CITRUS AURANTIUM) BUCCIA Se l’arancia dolce rappresenta un alimento di elevato interesse nutrizionale, l’arancia amara, benché meno apprezzabile nel sapore, costituisce un ingrediente tipico di molti prodotti erboristici e fitoterapici. A tale scopo si utilizzano la scorza dei frutti, le foglie ed i fiori raccolti prima della loro apertura. La scorza é ricca di flavonoidi (citrale, esperidina, rutina), che esercitano un’azione di tipo vitaminico-P favorendo il trofismo e la funzionalità del capillari. Contiene inoltre sostanze amare, enzimi (perossidasi, ossidasi e catalasi), vitamina B, vitamina A, carotenoidi e una quota inferiore di vitamina C. L’arancia amara é un ottimo rimedio in quelle situazioni nelle quali la manifestazione ansiosa interessa gli organi digestivi e si manifesta con forme di gastrite, dolori intestinali, sindrome del colon irritabile, stipsi o diarrea. E ‘un rilassante a livello muscolare, quindi adatto anche a chi manifesta la propria ansia con tensioni muscolari, come torcicollo, crampi e senso di tensione alla schiena. Ha effetti positivi nell’insonnia dei bambini e nelle emicranie da tensione nervosa. Sull’apparato digerente esercita un’azione eupeptica, stimolante la secrezione gastrica e l’appetito, spasmolitica e vermifuga. 6 CARDO SANTO (CNICUS BENEDICTUS) ERBA Usato fin da tempi remoti e considerato quasi una panacea (motivo per cui é definito Cardo benedetto o Cardo santo), nel Medioevo sì riteneva che curasse la peste, ed era comunemente usato per le piaghe e le ulcerazioni della pelle anche cancerose. Appartenente alla famiglia delle Asteraceae, viene impiegato, frequentemente, in miscele da infusione che esplicano un’azione stimolante le secrezioni gastriche e biliari, in associazione, ad esempio, con: centaurea, foglie di trifoglio fibrino, bucce di arancia amara. Le foglie e i fiori contengono infatti sostanze amare, tra le quali le più caratteristiche sono la cnicina e la benedictina (glucosidi amari), insieme a tannini, mucillagini, zuccheri, fitosteroli, un olio essenziale, minerali (magnesio e potassio) e vitamina B1. Il Cardo Santo viene impiegato nella disappetenza e nei disturbi dispeptici in quanto, grazie alla sua azione amaro-tonica, è in grado di stimolare per via riflessa la secrezione gastrica, in modo da facilitare i processi digestivi. I composti amari, specie la cnicina, stimolano le secrezioni salivari e gastriche per via riflessa attraverso i recettori gustativi: forti dosi possono irritare la mucosa gastrica provocando bruciori alla bocca e all’esofago. Alla pianta viene attribuita una certa efficacia nel migliorare le condizioni dovute a flatulenza, meteorismo e colon irritato. Ad oggi é apprezzato e indicato nelle anoressie, nelle atonie gastriche (scarsa secrezione gastrica) e in tutti gli squilibri dovuti a inappetenza e debolezza digestiva, nelle epatocolecistopatie e nelle coliti con componente dismicrobica; va utilizzato con cautela in concomitanza con i farmaci, poiché ne influenza il catabolismo epatico. Il componente principale delle sostanze amare, maggiore responsabile delle proprietà della pianta, rimane, comunque, un lattone sesquiterpenico, la cnicina, al quale venne nel 1955 riconosciuta un’attività antibiotica nei confronti dei batteri Gram negativi. TRIFOGLIO FIBRINO (MENYANTHES TRIFOLIATA) FOGLIE Pianta acquatica diffusa nei luoghi paludosi, lungo i ruscelli, ai bordi dei laghi e degli stagni e, a volte, anche nei prati molto umidi, é abbastanza diffusa sia lungo la cerchia alpina, come nella Pianura padana e va man mano diradandosi verso il centro Italia, sino a scomparire del tutto nell’Italia meridionale e in quella Insulare. Il Trifoglio fibrino é una pianta dotata di innegabili pregi terapeutici ma, malgrado questo, utilizzata solo sporadicamente a causa della sua non sempre facile reperibilità. Le sue virtù sono assai simili a quelle della Genziana maggiore, con la quale condivide alcuni principi attivi; la parte utilizzata in fitoterapia é costituita dalle foglie, raccolte qualche giorno prima della piena fioritura, che contengono principi amari tra cui la meliatina, oltre a micronutrienti quali manganese, iodio, fosforo e ferro, un olio grasso costituito da acidi grassi a corta e media catena, materie tanniche, glucosidi come la genzianina, colina e zuccheri. E’ una pianta che merita la buona fama di rimedio sui processi digestivi, poiché si ritiene siano dovuti ad SOSTANZE ATTIVE un’azione equilibratrice neurovegetativa: per questo viene considerata la pianta più adatta nel trattamento di diverse forme di dispepsia, in particolare quelle che si riscontrano nei soggetti neurastenici. Il Trifoglio stimola l’appetito, migliora i processi digestivi e risulta efficace nelle cefalee postprandiali e nelle emicranie che colpiscono i soggetti dispeptici. E’ da riconoscere alla pianta un’azione stimolante e riequilibrante la funzionalità epatica, per la presenza di composti cinarinosimili. FINOCCHIO (FOENICULUM VULGARE) FRUTTI Il finocchio era usato già dagli antichi Egizi per migliorare la cattiva digestione e, nel corso del tempo, ha acquisito numerosi utilizzi terapeutici. I semi di finocchio vengono da sempre impiegati, non solo nell’adulto, ma anche in pediatria, nei disturbi dispeptici, nel meteorismo e negli spasmi del tratto gastrointestinale. Grazie alle proprietà stimolantiaromatiche, manifesta un beneficio a livello gastroenterico, migliorando il tono degli apparati, incrementando, inoltre, la secrezione salivare, quella gastrica e la coleresi. Tra i costituenti principali della droga, troviamo: un olio essenziale (fino all’8%), in cui abbonda il transanetolo, componente che determina il sapore dolciastro dell’estratto, accompagnato, tra gli altri, da fencone, estragolo, limonene, alfa-pinene; flavonoidi, essenzialmente rutina, quercetina e glicosidi del kampferolo; cumarine, infine steroli, oli grassi, acido oleico ed acido linoleico, zuccheri, vitamine e minerali, quali calcio e potassio. Trova impiego anche nel campo delle affezioni delle alte vie respiratorie, grazie ai principi attivi contenuti nell’olio essenziale che svolgono un’attività secretolitica; infatti, a livello tracheo-bronchiale esplica azione balsamica, mucolitica, antinfettiva ed espettorante, riducendo moderatamente anche il fenomeno infiammatorio. Infine, grazie all’effetto estrogeno-simile di alcuni componenti, quali il di-anetolo viene anche indicato come galattagogo. CARDAMOMO (ELETTARIA CARDAMOMUM) SEMI Ingrediente base del curry, il cardamomo si trovava già in vendita nei mercati dell’antica Roma, per l’uso in cucina, ma anche come essenza profumata. Prodotto principalmente in India e nello Sri Lanka, se ne usano i semi contenuti in piccole capsule, ricchi di olio essenziale, tanto per aromatizzare molti piatti, soprattutto in India e Pakistan, come per dare un profumo particolare al caffè nei paesi arabi. I costituenti principali dell’olio volatile sono cineolo, terpinene, limonene, sabinene e terpineolo, sotto forma di acidi formici ed acetici. Il cardamomo possiede diverse proprietà “salutistiche”, nell’uso popolare lo si utilizza nella cura di: forme di raffreddamento, mal di gola, tosse e forme bronchiali, fino alle situazioni infiammatorie ed infettive a carico del cavo orale (denti e gengive); ma i suoi effetti più interessanti sono a carico della funzione digestiva. Masticarne qualche seme rinfresca l’alito, giova in presenza di situazioni dispeptiche, di nausea e di vomito, contribuisce a ridurre le tensioni addominali, l’aerofagia e altri disturbi gastro-intestinali. In caso di disturbi gastrici, l’essenza di cardamomo può favorire la digestione e rilassare il diaframma, alleviando il senso di peso epigastrico. BIBLIOGRAFIA AA VV (2004) PDR for Herbal Medicnes. Thomson Medical Economics, Montvale NJ (USA) Benigni R Capra C Cattorini P E (1964) Piante medicinali: chimica, farmacologia e terapia. Inverni & Della Beffa, Milano Billi F P (2004) Manuale di fitoterapia. Edizioni Junior S.r.l., Azzano San Paolo Brigo B (1997) L’uomo la fitoterapia, la gemmoterapia. Tecniche Nuove, Milano Bruni A Nicoletti M (2003) Dizionario ragionato di erboristeria e di fitoterapia. Piccin, Padova Campanini E (1997) Fitoterapia e obesità. Tecniche Nuove, Milano Campanini E (2002) Fitopediatria. 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