Servillo, Mangalavite Trifiletti Girotto e al Teatro ”Gentile ed esiguo pubblico” con queste parole Peppe Servillo ha esordito nel concerto di stasera. Nel raccontarne, eviterò i luoghi comuni per cui la scarsità di pubblico dipende dalla scarsa pubblicità o dall’ignoranza. Mi limito a osservare che la disabitudine verso qualità e cultura genera assenza e disattenzione. La cinquantina di spettatori presenti ha goduto con immediatezza di uno spettacolo caratterizzato dal racconto suggestivo e teatrale di vicende e storie tratte dalla tradizione argentina e, in particolare, degli immigrati italiani. Racconti e testi intriganti e coinvolgenti, sottolineati dalla straordinaria capacità affabulatoria e dalla mimica facciale del cantante/narratore, dal lirico sax soprano di Javier Girotto (ma anche baritono e flauto) e dal piano jazz di Natalio Mangalavite. 1 napoletano + due argentini = 3 meridionali che si incontrano per raccontare storie ripescate dall’archivio orale delle canzoni degli immigrati italiani, i ”tanos” (da napoletanos) in Argentina. Sotto forma di tango, milonga e cumbia abbiamo ascoltato di avventure d’amore, ricordi, intrecci sentimentali delle storie dei ”parientes”, della zia Angustias, della ricetta del ragù mediate dalla narrazione del leader e dall’ interplay fra i musicisti. Peggio per chi non c’era. Poi una volta finito lo spettacolo, la voglia di correre a casa per cercare riscontri nei testi di Julio Cortàzar, tante volte citato e presente sul palco come un sulfureo fantasma. Jazz al Trifiletti con Servillo/Girotto/Mangalavite Il 12 maggio al Teatro Trifiletti, il sound, ormai consolidato, del trio formato da Peppe Servillo alla voce, Javier Girotto al sax soprano e baritono, e Natalio Mangalavite a pianoforte, tastiere e voce. Peppe Servillo: nato a Caserta, fondatore cantante e autore dei testi del gruppo AVION TRAVEL. Con il gruppo pubblica numerosi album e oltre ad altri numerosi riconoscimenti vincono nel 2000 il Festival di Sanremo. E’ attore nel film “La felicità non costa niente” di M. Calopresti. e nel film “Tipota” scritto e diretto da Fabrizio Bentivoglio con cui collabora anche come coautore di testi. Javier Edgardo Girotto: nativo di Cordoba (Argentina) comincia a studiare il sax all’età di dieci anni , percorso che lo porta a specializzarsi a presso il Conservatorio Provinciale di Cordoba diplomandosi come insegnante di musica sax e flauto traverso . all’età di 21 anni si trasferisce a Boston (USA) ove si diploma in Professional Music ìcum magna laudeî al Berklee College of Music . Fondatore e Leader degli AIRES TANGO col quale ha registrato 7 CD. La sua musica è un misto di tango, jazz, etnica, caratterizzato da molta improvvisazione, scrittura e arrangiamento. La formazione è composta da piano, basso, percussione e sax. Parallelamente ad Aires Tango collabora con il quintetto di Roberto Gatto (batteria) col quale suona ormai da 8 anni, ha suonato anche con Rita Marcotulli , Enrico Rava, Paolo Fresu, Gianluca Putrella, Bebo Ferra, Antonello Salis, Gianni Coscia, Peppe Servillo, Furio Di Castri, Tony Scott, Arto Tuncbovacivan, Carlo Rizzo, Aldo Romano, Luis Agudo Maurizio Gianmarco, Stefano Battaglia, Michel Godard, Anouar Brahem, Gianluigi Trovesi, e molti altri. Natalio Luis Mangalavite: Argentino vive da quasi ventíanni in Europa, dove ha lavorato in svariate cornici musicali nellíambito della musica pop e jazz . Ha accompagnato per quasi 15 anni Ornella Vanoni nei suoi concerti e ha lavorato al fianco di altri musicisti jazz e world come Paolo Fresu, Horacio del negro Hernandez, Furio Dicastri, Antonello Salis, Michele Ascolese (progetto tango LUIS Y MIGUEL), il dj PIERANDREA THE PROFESSOR (progetto DNA) I concerti del Mercoledì al Trifiletti Proseguono con grande successo gli spettacoli musicali di “Milazzo Classica 2017” che si tengono sempre di Mercoledì al Teatro Trifiletti. Dopo la splendida inaugurazione fatta dai Maestri organizzatori Roberto Metro ed Elvira Foti, ad attirare l’attenzione del pubblico è stata la serata dedicata al Flamenco – lo scorso 15 Febbraio – in cui abbiamo visto impegnati quattro artisti internazionali: Andrea Candeli grande concertista e docente di chitarra, il noto percussionista Paolo Mappa proveniente dall’Andalusia, i ballerini Chiara Guerra e Corrado Ponchiroli che lavorano presso prestigiosi teatri di tutto il mondo. Lo spettacolo dal titolo “Noche Flamenca” che prevedeva l’esecuzione di brani di noti autori spagnoli accompagnati dalla danza, si è rilevato particolarmente brillante. Mercoledì 1 Marzo abbiamo invece assistito ad un concerto in cui si sono esibiti al violino il Maestro Katia Ghigi, proveniente dalla prestigiosa “Scuola di Musica di Fiesole” e al pianoforte il Maestro Michele Rossetti dal tocco eccelso, i quali hanno eseguito musiche di Mozart, Beethoven,Brahms, Rachmaninov e Bartòk. A toccare il cuore del pubblico è stata in particolar modo l’esecuzione dell’op. 24 n. 5 detta “Primavera”, sonata che fu scritta da Beethoven nel 1800 nell’intento di trasmettere freschezza, serenità e senso gioioso della vita, nonostante le sofferenze dovute alla completa sordità. Gli artisti quella sera si sono trovati nella condizione di dover sfidare la rigida temperatura e l’altissima percentuale di umidità presenti nel palcoscenico del “Nostro Teatro” totalmente privo di riscaldamento, elementi sfavorevoli non solo per gli esecutori che hanno comunque superato argutamente le aspettative del pubblico ma anche per i delicati strumenti musicali che ne risentono sensibilmente proprio come gli esseri umani. Il 15 Marzo il pubblico è andato in visibilio con il “Gran Galà Lirico” in cui abbiamo ascoltato le più celebri Arie delle opere più conosciute, dalla Traviata alla Bohème, dalla Tosca alla Vedova Allegra per poi concludere con la Canzone Napoletana. Hanno intrattenuto il caloroso pubblico milazzese: Silvia di Falco che ha conseguito gli studi di canto in Sicilia presso l’istituto musicale Bellini di Catania, per poi proseguire il perfezionamento in molte città italiane e all’estero; Davide Benigno che si è diplomato in canto al conservatorio Corelli di Messina e svolge intensa attività concertistica in varie città e si esibisce stabilmente nell’ambito della stagione concertistica “Italian Opera Taormina”; Diana Nocchiero pianista di grande successo in Italia e all’estero, proveniente dal conservatorio di Novara, i cui concerti vengono trasmessi nelle radiotelevisioni di tutto il mondo. Mercoledì 22 Marzo si è tenuto uno spettacolo dedicato alla canzone italiana d’autore che ha coinvolto parecchio il pubblico. Negli anni del dopoguerra, durante il periodo della ricostruzione, un’atmosfera di entusiasmo coinvolse il mondo dell’arte e della cultura, ma in Italia il risveglio fu lento e difficile tanto che inizialmente si operava in circoli di élite. Gli artisti Sasà Calabrese (canto e chitarra), Tarcisio Molinaro (percussionista) e Fabio Guagliardi (pianista) hanno proposto agli ascoltatori in sala canzoni di De Gregori, Modugno, Mogol, De André, Conte, Bennato, Battisti, Dalla, Carosone, facendo commuovere non solo i meno giovani ma anche i ragazzi presenti a teatro. Mercoledì 29 Marzo un programma dal titolo “Flautando… Sonate e Fantasie per flauto e flauto piccolo” che ha visto impegnati Christian Pio Nese all’ottavino, un bimbo di appena 9 anni vincitore di numerosi concorsi nazionali ed internazionali, il suo papà Giuseppe Nese al flauto traverso e Gabriella Orlando, pianista e docente presso il Conservatorio di musica “Giordano” di Foggia. I protagonisti si sono alternati ora in duo ora in trio eseguendo musiche di Benedetto Marcello, Donizetti, Borne, Génin, Stamm, per poi concludere con un concerto per due ottavini di Antonio Vivaldi. Gli spettacoli sono stati quasi tutti preceduti da un “Avant Concert” in cui dei Talenti Milazzesi in tenera età si sono esibiti poco prima dell’inizio del concerto vero e proprio, suscitando la curiosità e l’emozione del pubblico presente a teatro. Questi piccoli-grandi artisti: Esmeralda Maisano (ballerina classica), Michele Doria (sassofonista) accompagnato al pianoforte dal papà Bartolo Doria, Domenico Russo (batterista) e la cantante Silvia Raffa dalla voce dolce come quella di un “Usignolo”, accompagnata al pianoforte dal papà Massimo Raffa, li rivedremo esibirsi tutti insieme in occasione della chiusura della stagione Milazzo Classica 2017 prevista per il 10 di Maggio. Prossimo appuntamento: Mercoledì 5 Aprile con il Trio “Pianiste all’Opera” (pianoforte a sei mani)… “Le figure femminili dell’Opera Lirica da Violetta… a Carmen” Grande successo per “L’orchestra… a quattro mani” al Trifiletti Due artisti di chiara fama internazionale, di grande preparazione musicale e indiscussa serietà professionale, un palcoscenico addobbato con bei tulipani rossi e candele accese in atmosfera idillica, un pianoforte da concerto a coda intera dall’ampia gamma dinamico-espressiva e potenza sonora, e un consistente numero di spettatori che gremisce un teatro, dalla prima poltrona in platea fino agli ultimi palchetti del terzo ordine, sono tutti elementi propizi per un concerto d’eccezione. “Apertis Verbis” (come diceva Cicerone) è andata proprio così lo scorso mercoledì 25 Gennaio al Teatro Trifiletti di Milazzo, dove si è svolto il concerto inaugurale della stagione “Milazzo Classica 2017”, che ha visti impegnati in un “Recital” per pianoforte a 4 mani i musicisti/coniugi : Elvira Foti e Roberto Metro. Prima di allietare il pubblico con la loro magistrale esecuzione,i due artisti hanno ribadito come la loro ferrea volontà di continuare ad offrire alla cittadinanza nuove occasioni di valore sociale e culturale sia stata affiancata dalla massiva collaborazione di varie istituzioni (come la LUTE), dirigenti scolastici e docenti, amici e sponsor. “Quando si uniscono le forze per una causa comune, ossia la passione per la musica e la voglia di divulgarla per coinvolgere sopratutto le nuove generazioni, qualsiasi sogno è realizzabile!” ha affermato la pianista Elvira Foti, ringraziando ad uno ad uno tutti coloro che si sono premurati ad aiutarli a realizzare il loro obiettivo. Il Maestro Roberto Metro ha fornito in modo elegante una descrizione del programma musicale della serata, vissuta dagli artisti stessi come un viaggio ideale che vede come punto di partenza la città di Vienna, capitale mondiale della musica, toccando poi importanti centri europei come Parigi e le nostre città italiane, andando dopo oltre Oceano fino a raggiungere il Brasile , per poi ritornare a Budapest navigando sulle rive del “Bel Danubio blu”. “Nel corso dell’800 parallelamente alla diffusione del concerto pubblico”, ha spiegato il pianista, “si contrappose il concerto privato che si teneva nei salotti aristocratici; e poiché un salone domestico non sempre poteva ospitare un’orchestra sinfonica completa con più di 50 elementi, si divulgò da parte dei compositori l’abitudine di trascrivere e ridurre per piccole formazioni i propri brani e le composizioni dei più rinomati musicisti ed operisti del secolo…..” “Per quanto riguarda i brani in programma di questa sera, ad eccezion fatta di un paio di brani originali, tutte le musiche per pianoforte a 4 mani sono opera di lungo lavoro di trascrizione da parte mia”, ha così concluso il Maestro prima di sedersi al pianoforte. Il brano di inizio Tritsch-Tratsch Polka, ossia la polka del chiacchiericcio, costituisce una piccante e divertente composizione di Johann Strauss jr. composta intorno al 1858 ed eseguita con grande abilità tecnica e musicale da parte dei due protagonisti, insieme al celebre Valzer “voci di Primavera” risalente invece al 1883. A seguire la danza ungherese n.5 di Brahms , il Can Can di Offenbach tratto dall’Operetta “Orfeo all’inferno”, una bella Fantasia sulla “Carmen” di Bizet , il brasiliano “Tico Tico ” di Z.De.Abreu e un omaggio a Rossini con l’ouverture della Gazza Ladra e la “Tarantella Napoletana”. Il Maestro prima di continuare l’esecuzione degli altri pezzi insieme alla moglie, ha raccontato al pubblico una curiosità riguardante il compositore Franz Liszt. Il Virtuoso musicista ottocentesco a distanza di una ventina d’anni dalla pubblicazione delle sue prime 15 Rapsodie ungheresi, ne riprese sei e le trascrisse per pianoforte a quattro mani. Pubblicate nel 1875, nessun editore le ha più ristampate ed oggi sono una rarità bibliografica. Dopo vari tentativi in Italia e all’estero, il pianista Roberto Metro le ha rinvenute in una biblioteca ungherese e incise con la moglie in un CD unico al mondo. I due brillanti pianisti hanno continuato la loro esecuzione con la Czardas di Monti, brano concertistico rapsodico scritto nel 1904 originariamente per mandolino e pianoforte, la Rapsodia Ungherese n.6 di F.Liszt, il Valzer “Sul bel Danubio blu” di J.Strauss figlio e la celeberrima “Marcia di Radetzky” di J.Strauss padre, composta in onore del maresciallo Josef Radetzky per celebrare la riconquista austriaca di Milano dopo i moti rivoluzionari in Italia del 1848. Consensi unanimi di pubblico e lunghi applausi hanno emozionato i due protagonisti (uniti nella vita, nella passione per la musica e nel lavoro) che hanno eseguito come “Bis” la celeberrima Rapsodia ungherese n. 2 di Liszt. Prossimo appuntamento mercoledì 15 Febbraio alle ore 20,30 con uno spettacolo dal titolo “Noche Flamenca“ Grandi applausi al concerto del 29 Ottobre al Santuario di San Francesco di Paola Si è svolto all’interno del suggestivo Santuario di San Francesco di Paola il penultimo concerto di musica classica del Festival “Note d’Autunno 2016” che ha riscontrato nelle varie – Location – quasi mille partecipanti, e una massiccia collaborazione per la riuscita dello stesso. L’evento è stato preceduto da un discorso introduttivo del direttore artistico dell’associazione Teleion di Roccalumera (ME), la flautista milazzese Daria Grillo che ha doverosamente ringraziato quanti si sono prodigati per il buon esito del festival e ha informato tutti i presenti che il concerto era dedicato alla memoria di Pippo Adige e Davide Taranto, scomparsi tragicamente in un incidente con l’elicottero nell’Agosto del 2010. Il Dott. Salvatore Italiano, poi, ha preso la parola al microfono, in qualità di rappresentante dell’amministrazione comunale di Milazzo, e del sacro Ordine militare Costantiniano e dell’Ordine dei Minimi, sottolineando che la manifestazione si amalgamava benissimo con tutta una serie di festeggiamenti ed eventi in onore del Santo “Compatrono” di Milazzo, di cui ricorre quest’anno il sesto anniversario della nascita. La prima parte del concerto ha visto impegnato il Maestro Francesco Parrino, violinista di chiara fama internazionale; innumerevoli i suoi tour concertistici in Austria, Cile, Cina, Colombia, Croazia, Francia, Germania, Hong Kong, Perù, Regno Unito, Romania, Russia, Slovenia, Svizzera e Turchia. Il Violinista ha eseguito con abile maestria tecnica e musicale l’Etude de concert op.16 n.2 e un Morceau op.55 n.3 di Henry Vieuxtemps, (compositore belga vissuto in pieno ‘800) ; un Capriccio in sol minore di Niccolò Paganini, spiegando a tutti i presenti che il concetto di “Virtuosismo” non si limitava ad una dimostrazione di abilità puramente tecnica ma era strettamente connessa al fascino del suono e ad una suadente cantabilità; infine una composizione di Eugène Ysaye, grande compositore ed interprete del Romanticismo, la sonata op.27 n.2 “Obsession”, che partendo da un’ispirazione bachiana, prosegue poi con la rievocazione del mito di Orfeo. La magistrale esecuzione del maestro Parrino che ha affascinato il pubblico presente è stata effettuata su un violino G&A Gagliano (1790-1805 circa) prestatogli dalla famiglia del grande direttore d’orchestra Gino Marinuzzi. La seconda parte del concerto ha visto impregnato in “Duo”, accanto al violinista Parrino, una vera “Eccellenza locale”, il Maestro Maria Grazia Caffarelli, in un programma dedicato interamente al compositore Paganini, violinista, compositore e chitarrista italiano, considerato universalmente uno dei più importanti esponenti della musica romantica. Il “Duo” ha eseguito la sonata op.3 n. 4 per violino e chitarra, la sonata M.S. 112 n.2 in re maggiore e la sonata M.S. 2 in la maggiore. La chitarrista Caffarelli che svolge un’intensa attività concertistica, suonando per numerose associazioni, festival ed eventi, ha manifestato durante l’esecuzione una grande abilità nella ricerca del suono e delle diverse sfumature timbriche che la chitarra può offrire e ha dimostrato di possedere una innata musicalità fuori dal comune; inoltre nel corso della sua carriera ha maturato una approfondita esperienza nel campo della didattica chitarristica, frequentando numerosi corsi presso la S.I.E.M. e il C.E.P. di Assisi e svolgendo in qualità di docente vari seminari presso scuole statali. Grandi applausi e consensi unanimi da parte di tutti i partecipanti. Festival Note d’autunno 2016 “La musica è la lingua dello spirito. La sua segreta corrente vibra tra il cuore di colui che canta e l’anima di colui che ascolta”… recita Kahlil Gibran, famoso poeta, pittore e filosofo libanese. Prendendo spunto da questa citazione, è con vivo entusiasmo che il direttore artistico dell’Associazione Teleion di Roccalumera (Me) , la celeberrima flautista milazzese Daria Grillo propone una ministagione di musica classica che interessa anche la nostra città. Il Festival Note d’Autunno vuole essere un momento di collegamento tra diverse “location” della provincia di Messina che, proprio grazie alla musica, veicolano il pubblico in un percorso avvincente e di grande qualità artistico-culturale. L’inaugurazione sarà fatta giorno 23 ottobre alle ore 19 a Villa Cianciafara a Messina dal celebre flautista Peter Lukas Graf accompagnato al pianoforte dal Maestro Antonino Averna, stimato docente e concertista del Conservatorio A. Corelli di Messina. Da Messina, giorno 26 ci si sposterà all’Antica Filanda di Roccalumera per il recital Stelle tenuto dalla grande flautista veneziana Monica Finco accompagnata dal giovane pianista Luciano Scarpaci. Giorno 27 Ottobre si passa a Castroreale con il Quartetto di Clarinetti “Gershwin“, per poi ritonare a Messina, il 28 nella Chiesa di SS. Annunziata dei Catalani con il coro “I piccoli Cantori” Città di Barcellona P.G. Il 29 ottobre, al Santuario ” San Francesco di Paola” a Milazzo, si esibirà il celebre violinista Francesco Parrino accompagnato alla chitarra dalla Prof.ssa Maria Grazia Caffarelli. Ricordiamo a tutti i Milazzesi che la splendida cornice del suddetto santuario è stata in passato sede di numerosi concerti organizzati dall’Associazione Amici della Musica, sia quando era in vita il Maestro Salvatore Calafato, fondatore della stessa, e successivamente con l’attuale direttore S.ra Lilliana Zanca. Memorabile il concerto di pianoforte tenuto da Lilya Zilberstein, famosissima in tutto il mondo non solo per i suoi recitals ma anche per aver inciso per le prestigiose case discografiche Deutsche Grammophon e EMI più di dieci CD. La manifestazione si concluderà giorno 30 ottobre, presso l’Auditorium di San Vito a Barcellona P.G., con il Salotto Musicale che vedrà esibirsi il Trio composto dai Maestri Stefano Parrino e Daria Grillo al flauto traverso e dal Maestro Luigi Cordova al pianoforte. Tutti i concerti sono ad ingresso gratuito. La Rassegna Musicale “Angelo Biondo” a Milazzo Si avvicina il consueto appuntamento a Milazzo con la memorabile Rassegna musicale “Angelo Biondo” giunta alla 14esima edizione, dedicata alla memoria del piccolo Niccolò Frediani scomparso prematuramente a Milazzo il 9 Febbraio del 2003. Sarà ancora una volta la splendida cornice del palazzo D’Amico, dotata di ottima acustica, ad ospitare i numerosi musicisti in erba – d’età compresa tra i 5 ed i 15 anni – impegnati a gareggiare l’un l’altro e festeggiare il “Compleanno” di Niccolò. Le selezioni, aperte al pubblico, si terranno il 29 e 30 Settembre al cospetto di una giuria composta da musicisti esperti e ,terminate le audizioni, tutti i partecipanti -vincitori e non- si esibiranno (suonando un brano scelto dalla commissione) la sera del 1° Ottobre, giorno che ha dato i natali al piccolo Niccolò. La rassegna è stata da sempre un trampolino di lancio per talenti che oggi hanno raggiunto risultati non indifferenti. Ricordiamo il messinese Antonino Fiumara che abbiamo recentemente ascoltato al Teatro greco di Taormina, con una magistrale esecuzione di ben due concerti per pianoforte ed orchestra; il flautista milazzese Marco Crisafulli, laureato presso il conservatorio Corelli, oggi docente di strumento musicale alle scuole medie, recentemente entrato a far parte dell’organico dell’orchestra del Teatro dell’opera di Roma; le gemelle Palazzolo di Messina, celeberrime arpiste che si esibiscono in tutta Europa; il pianista ed intellettuale Francesco Fontanelli, oggi impegnato a Firenze… e tanti altri ancora. Questa manifestazione riscuote un successo sempre crescente nella nostra città e da qualche anno si svolge anche a Bientina , in provincia di Pisa, ove dimorano il Presidente dell’associazione Annapaola Fantozzi e il marito Andrea Frediani, genitori di Niccolò. Ad essa si affiancano numerose iniziative a scopo di beneficenza sia in Sicilia che in Toscana: la mitica “Giornata a Villa Laura” a Rodì Milici (ME), il “Torneo di calcetto” a Gela (CL), la vendita delle uova di Pasqua a Bientina (PI) per aiutare la ricerca sul Neuroblastoma, la realizzazione di un mercatino dell’antiquario e dell’usato a scopo benefico e i concerti allo Yacht Club di Livorno. E’ doveroso rammentare ai cittadini milazzesi che nella pineta della spiaggia di Ponente nei pressi di San Papino è stato edificato parecchi anni or sono il “Muretto di Niccolò“, un monumento la cui forma particolare richiama gli “Alti e Bassi” della vita , provvisto di una fontanella da cui sgorga l’acqua, simbolo di vita e amore. E’ stato recentemente ristrutturato e si è provveduto alla sistemazione della tubatura che scarica l’acqua della fontanella, ad opera di un uomo generoso ed umile che preferisce rimanere nell’anonimato e che si occupa volontariamente della manutenzione dello stesso. La parte finale del muretto sempre colmo di fiori rappresenta simbolicamente la fine dell’esistenza di ogni creatura ed il ritorno alla nuda terra, mentre i meravigliosi pini che lo circondano continuano a tendere le loro “braccia” verso il cielo ove risiedono gli Angeli. Non voglio mica la luna… ma un festival (in)dipendente dalle mode del momento “Sono uscito stasera ma non ho letto l’oroscopo, non è Rio de Janeiro ma c’è un clima fantastico” (Oroscopo, Calcutta), è la strofa presa in prestito per parlare delle due giornate intense di Mish Mash, il festival di musica indipendente che si è svolto al Castello di Milazzo l’11 e il 12 agosto. Un migliaio di presenze, felice debutto di un festival che ha racchiuso tra le antiche mura performance musicali, artistiche e installazioni visual ricordandoci, come dicono gli organizzatori, che siamo la sintesi dei profumi, dei sapori e dei colori che ci circondano, delle culture che ci hanno preceduto, delle esperienze che viviamo: e mish mash (mescolanza) sia. Strato su strato, millenni sopra millenni di storia, grazie a questo evento una brezza leggera d’avanguardia è caduta sulla Cittadella fortificata di Milazzo in un momento in cui la musica indipendente sta vivendo una nuova primavera e i critici musicali attenzionano le classifiche delle principali testate e blog di settore (Rockit, Wired, Soundwall) più che i talent show. Ma che senso ha proporre un evento musicale “indipendente” in un territorio in cui scarseggia gravemente la musica dal vivo nei locali e i pochi che resistono continuano a proporre cover band come fosse biochetasi? “Per dare un’alternativa, per far conoscere un altro genere ed un universo musicale”, a rispondere è Francesco Corso, coordinatore del gruppo addetto alla line-up di Mish Mash. Dopo l’ammutinamento del MirtoRock, nella provincia di Messina è rimasto solo l’ Indiegeno fest che però, ci fa notare Francesco, è del tutto diverso dalla loro proposta poiché è curato da una società romana che è ha trovato al Tindari un luogo proficuo di investimento e può permettersi di portare sul palco le grandi case discografiche. Non si può dividere tra “major/male” e “indipendente/bene”, scrive Chiara Caporicci, autrice di “Musica indipendente italiana”, né bisogna aspettarsi che indie sia sinonimo di qualità. Essere prodotto da una delle cosiddette major, multinazionali della musica (Warner, Universal, Emi, Sony) per i musicisti si traduce spesso in una perdita di autonomia rispetto alla propria produzione, un compromesso che artisti come Niccolo Fabi o Afterhours hanno accettato pur di entrare nella grande distribuzione. “Noi non possiamo permetterci i grandi nomi perché siamo associazioni e non imprenditori – continua Corso – ma abbiamo cercato di scegliere artisti di spicco della scena musicale italiana, dal cantautorato, all’indie e alla psichedelica, un ventaglio di generi geograficamente variegato e distribuito dalle etichette indipendenti”. Prezioso è stato inoltre l’apporto creativo della compagnia OltreDanza, dei batteristi dei Nebrodi GEEM Session, l’audio- video performance di Bierhoff, i dj-set di DeFe e Rycott, e i visual di Aurelio Calamuneri e Giovanni Scolaro, di artisti siciliani come Collettivo Flock e Fabrizio Cicero che hanno strattonano senza indugio i visitatori dentro la propria opera site-specific. L’installazione audio-video-luce del Collettivo Flock, Mater, è un omaggio alle forze della natura, alla materia, ai rumori e ai colori degli agenti atmosferici che creano una perturbazione, un sentimento misto di gioiafamiliare ed angoscia-estranea, all’interno del Duomo Antico. Mentre nelle cisterne dell’ex Convento delle Benedettine, sfocia Casa nostra, il progetto realizzato da Fabrizio Cicero nella residenza artistica “Bridge art” a Noto; al centro le case abbandonate, i ruderi senza vita nei meravigliosi ed ipnotici paesaggi siciliani dentro i quali l’artista infuoca spezzando la quiete con esplosioni di luce. Il Castello è sfuggito, anche se solo per poche ore, al suo stato di abbandono (progettuale) per essere scenario potente di aggregazione, un mish mash di giovani, di idee, di competenze, di linguaggi, di nicchie non solo musicali bensì sociali: di comunità. Erika Bucca L’ultimo incontro al CastrorealeMilazzo Jazz Festival: Sarah McKenzie (quartet) Easy & pleasant, immediato e gradevole, il concerto ascoltato ieri sera alla Città Fortificata di Milazzo. Molto brava ed ispirata l’australiana McKenzie al piano, assai gradevole alla voce anche perché il canto jazz è cosa assai difficile e lei è sembrata giusta ed equilibrata. Insignificante il gruppo: mettiamolo tra parentesi come sopra, con qualche piccola chance per il contrabbasso (peraltro scordato). Inevitabile il confronto fatto da tanti con la canadese Diana Krall, arrivata prima al successo. Simile la presenza scenica, simile il repertorio, più groovy il canto della Krall, più vario e di qualità il pianismo della nostra. In occasione del concerto del 5 agosto le parole giuste da usare, a mio avviso, sono: swing, per l’andamento ritmico “dondolante” proprio della musica jazz e ben presente nell’approccio della nostra vocalist; standard, per le esecuzioni dei classici dell’ ”american songbook” (My foolish things,Lover man, Love or leave me, Moon river); scat, il canto tramite la riproduzione di fraseggi esenti da parole di senso compiuto, a imitazione di strumenti musicali; in questo la McKenzie mi è sembrata particolarmente felice. Certamente chi cercava un jazz con ascendenze blues ha sbagliato indirizzo. Abbiamo ascoltato da lei, e solo da lei, un buon ”white jazz” nella tradizione delle voci bianche legate soprattutto ai repertori provenienti dal musical americano, da autori come Cole Porter, Oscar Hammerstein, Jerome Kern, Rodgers & Hart e soprattutto da esecuzioni di Frank Sinatra. Unico neo, ma è un’opinione strettamente personale, l’esecuzione di ”Lover man”. Dopo averlo ascoltato un’infinità di volte nelle esecuzioni di Billie Holiday, non riesco ad apprezzarlo da nessun altro,ma, ripeto, è un’impressione personale. E dato che siamo alle valutazioni personali, vorrei dire che, poiché il jazz non è “musica pura” esente da imperfezioni, ma musica da ascoltare con l’anima (soul) e non con il raziocinio, l’eclettismo, la curiosità e la buona disponibilità all’ascolto sono indispensabili. In conclusione, una bella serata passata ad ascoltare una buona pianista/vocalist, trascinante ed elegante, in una cornice eccezionale che aggiunge sempre un tocco fondamentale al concerto. Ancora una volta abbiamo verificato che dentro le mura spagnole questa dimensione di pubblico (e non le megastrutture!) e questa qualità musicale, colta e popolare, insieme alla musica classica, al canto corale, al teatro, ai convegni, al turismo culturale, sono la dimensione ottimale per la giusta fruizione, nella compatibilità e nel rispetto per la storia e la bellezza della Città Fortificata. Grande jazz ieri sera nel Complesso Monumentale di Milazzo Erano le 22 quando le dita di Gonzalo Rubalcaba e Armando Gola hanno iniziato a picchiettare su pianoforte e basso e le bacchette di Horacio ”El Negro” Hernandez ad aggredire tamburi, piatti e campana. Erano le 22,30 quando dall’onda sonora è venuto fuori un calypso suadente. Erano le 22,45 quando son cominciati ad apparire riconoscibili diversi spunti di classici latino-caraibici. Erano le 23,30 quando, nel bis finale, abbiamo ascoltato le sincopate noccioline al sale (”Salt peanuts”) di Dizzy Gillespie. Un jazz moderno quello del Volcan Trio, ma profondamente intriso dalla tradizione da cui ha attinto a piene mani, da Chuco Valdez, a Machito, da Arturo Sandoval a Dizzy Gillespie. Non semplici riletture, ma improvvisazioni vulcaniche (Volcan trio), a ritmi spesso frenetici e incalzanti: scontata la grande classe di Rubalcaba alternatosi tra piano acustico e piano elettrico (mi è piaciuto più il primo), perfetto l’interplay con ”El negro” sempre imprevedibile nell’accompagnamento e nelle variazioni improvvisative, inaspettata la prestazione di Gola, almeno per me che non lo conoscevo, su un originale basso elettrico a sei corde che gli consentiva sia un incalzante walking che l’esposizione di melodie. Dov’era la parte ”latin” ? Ma nel ritmo ovviamente, compresi i momenti in apparenza statici suonati con studiata lentezza e uso sapiente dei silenzi. Musica figlia del ”sincretismo” la loro, come figlia del sincretismo è la Cuba da cui provengono: la tendenza a conciliare elementi culturali, religiosi e musicali eterogenei appartenenti a culture e dottrine diverse. In fondo l’essenza del jazz è proprio nell’essere ”musica meticcia” continuamente reinventata, capace di fondere culture ed approcci musicali differenti, dai ritmi portati dagli schiavi dell’Africa equatoriale, alle bande creole di New Orleans, ai blues del Delta del Mississippi. Toccante infine Rubalcaba: l’affermazione in spagnolo di Gonzalo ”Difficile suonare senza distrarsi quando si è circondati da tanta bellezza”. Abbastanza per tornare a casa soddisfatti ! Nb: appuntamento al 5 agosto con il white jazz della pianista e vocalist Sarah McKenzie, da non perdere.