Servillo, Girotto e Mangalavite al Teatro Trifiletti,Jazz al Trifiletti con

Servillo,
Mangalavite
Trifiletti
Girotto
e
al
Teatro
”Gentile ed esiguo pubblico” con queste parole Peppe Servillo
ha esordito nel concerto di stasera.
Nel raccontarne, eviterò i luoghi comuni per cui la scarsità
di pubblico dipende dalla scarsa pubblicità o dall’ignoranza.
Mi limito a osservare che la disabitudine verso qualità e
cultura genera assenza e disattenzione.
La cinquantina di spettatori presenti ha goduto con
immediatezza di uno spettacolo caratterizzato dal racconto
suggestivo e teatrale di vicende e storie tratte dalla
tradizione argentina e, in particolare, degli immigrati
italiani.
Racconti e testi intriganti e coinvolgenti, sottolineati dalla
straordinaria capacità affabulatoria e dalla mimica facciale
del cantante/narratore, dal lirico sax soprano di Javier
Girotto (ma anche baritono e flauto) e dal piano jazz di
Natalio Mangalavite.
1 napoletano + due argentini = 3 meridionali che si incontrano
per raccontare storie ripescate dall’archivio orale delle
canzoni degli immigrati italiani, i ”tanos” (da napoletanos)
in Argentina. Sotto forma di tango, milonga e cumbia abbiamo
ascoltato di avventure d’amore, ricordi, intrecci sentimentali
delle storie dei ”parientes”, della zia Angustias, della
ricetta del ragù mediate dalla narrazione del leader e dall’
interplay fra i musicisti.
Peggio per chi non c’era.
Poi una volta finito lo spettacolo, la voglia di correre a
casa per cercare riscontri nei testi di Julio Cortàzar, tante
volte citato e presente sul palco come un sulfureo fantasma.
Jazz
al
Trifiletti
con
Servillo/Girotto/Mangalavite
Il 12 maggio al Teatro Trifiletti, il sound, ormai
consolidato, del trio formato da Peppe Servillo alla voce,
Javier Girotto al sax soprano e baritono, e Natalio
Mangalavite a pianoforte, tastiere e voce.
Peppe Servillo:
nato a Caserta, fondatore cantante e autore dei testi del
gruppo AVION TRAVEL. Con il gruppo pubblica numerosi album e
oltre ad altri numerosi riconoscimenti vincono nel 2000 il
Festival di Sanremo. E’ attore nel film “La felicità non costa
niente” di M. Calopresti. e nel film “Tipota” scritto e
diretto da Fabrizio Bentivoglio con cui collabora anche come
coautore di testi.
Javier Edgardo Girotto:
nativo di Cordoba (Argentina) comincia a studiare il sax
all’età di dieci anni , percorso che lo porta a specializzarsi
a presso il Conservatorio Provinciale di Cordoba diplomandosi
come insegnante di musica sax e flauto traverso .
all’età di 21 anni si trasferisce a Boston (USA) ove si
diploma in Professional Music ìcum magna laudeî al Berklee
College of Music . Fondatore e Leader degli AIRES TANGO col
quale ha registrato 7 CD. La sua musica è un misto di tango,
jazz, etnica, caratterizzato da molta improvvisazione,
scrittura e arrangiamento.
La formazione è composta da piano, basso, percussione e sax.
Parallelamente ad Aires Tango collabora con il quintetto di
Roberto Gatto (batteria) col quale suona ormai da 8 anni, ha
suonato anche con Rita Marcotulli , Enrico Rava, Paolo Fresu,
Gianluca Putrella, Bebo Ferra, Antonello Salis, Gianni Coscia,
Peppe Servillo, Furio Di Castri, Tony Scott, Arto
Tuncbovacivan, Carlo Rizzo, Aldo Romano, Luis Agudo Maurizio
Gianmarco, Stefano Battaglia, Michel Godard, Anouar Brahem,
Gianluigi Trovesi, e molti altri.
Natalio Luis Mangalavite:
Argentino vive da quasi ventíanni in Europa, dove ha lavorato
in svariate cornici musicali nellíambito della musica pop e
jazz . Ha accompagnato per quasi 15 anni Ornella Vanoni nei
suoi concerti e ha lavorato al fianco di altri musicisti jazz
e world come Paolo Fresu, Horacio del negro Hernandez, Furio
Dicastri, Antonello Salis, Michele Ascolese (progetto tango
LUIS Y MIGUEL), il dj PIERANDREA THE PROFESSOR (progetto DNA)
I concerti del Mercoledì al
Trifiletti
Proseguono con grande successo gli spettacoli musicali di
“Milazzo Classica 2017” che si tengono sempre di Mercoledì al
Teatro Trifiletti.
Dopo la splendida inaugurazione fatta dai Maestri
organizzatori Roberto Metro ed Elvira Foti, ad attirare
l’attenzione del pubblico è stata la serata dedicata al
Flamenco – lo scorso 15 Febbraio – in cui abbiamo visto
impegnati quattro artisti internazionali: Andrea Candeli
grande concertista e docente di chitarra, il noto
percussionista Paolo Mappa proveniente dall’Andalusia, i
ballerini Chiara Guerra e Corrado Ponchiroli che lavorano
presso prestigiosi teatri di tutto il mondo.
Lo spettacolo dal titolo “Noche Flamenca” che prevedeva
l’esecuzione di brani di noti autori spagnoli accompagnati
dalla danza, si è rilevato particolarmente brillante.
Mercoledì 1 Marzo abbiamo invece assistito ad un concerto in
cui si sono esibiti al violino il Maestro Katia Ghigi,
proveniente dalla prestigiosa “Scuola di Musica di Fiesole” e
al pianoforte il Maestro Michele Rossetti dal tocco eccelso, i
quali hanno eseguito musiche di Mozart, Beethoven,Brahms,
Rachmaninov e Bartòk.
A toccare il cuore del pubblico è stata in particolar modo
l’esecuzione dell’op. 24 n. 5 detta “Primavera”, sonata che fu
scritta da Beethoven nel 1800 nell’intento di trasmettere
freschezza, serenità e senso gioioso della vita, nonostante le
sofferenze dovute alla completa sordità.
Gli artisti quella sera si sono trovati nella condizione di
dover sfidare la rigida temperatura e l’altissima percentuale
di umidità presenti nel palcoscenico del “Nostro Teatro”
totalmente privo di riscaldamento, elementi sfavorevoli non
solo per gli esecutori che hanno comunque superato argutamente
le aspettative del pubblico ma anche per i delicati strumenti
musicali che ne risentono sensibilmente proprio come gli
esseri umani.
Il 15 Marzo il pubblico è andato in visibilio con il “Gran
Galà Lirico” in cui abbiamo ascoltato le più celebri Arie
delle opere più conosciute, dalla Traviata alla Bohème, dalla
Tosca alla Vedova Allegra per poi concludere con la Canzone
Napoletana.
Hanno intrattenuto il caloroso pubblico milazzese: Silvia di
Falco che ha conseguito gli studi di canto in Sicilia presso
l’istituto musicale Bellini di Catania, per poi proseguire il
perfezionamento in molte città italiane e all’estero; Davide
Benigno che si è diplomato in canto al conservatorio Corelli
di Messina e svolge intensa attività concertistica in varie
città e si esibisce stabilmente nell’ambito della stagione
concertistica “Italian Opera Taormina”; Diana Nocchiero
pianista di grande successo in Italia e all’estero,
proveniente dal conservatorio di Novara, i cui concerti
vengono trasmessi nelle radiotelevisioni di tutto il mondo.
Mercoledì 22 Marzo si è tenuto uno spettacolo dedicato alla
canzone italiana d’autore che ha coinvolto parecchio il
pubblico. Negli anni del dopoguerra, durante il periodo della
ricostruzione, un’atmosfera di entusiasmo coinvolse il mondo
dell’arte e della cultura, ma in Italia il risveglio fu lento
e difficile tanto che inizialmente si operava in circoli di
élite.
Gli artisti Sasà Calabrese (canto e chitarra), Tarcisio
Molinaro (percussionista) e Fabio Guagliardi (pianista) hanno
proposto agli ascoltatori in sala canzoni di De Gregori,
Modugno, Mogol, De André, Conte, Bennato, Battisti, Dalla,
Carosone, facendo commuovere non solo i meno giovani ma anche
i ragazzi presenti a teatro.
Mercoledì 29 Marzo un programma dal titolo “Flautando… Sonate
e Fantasie per flauto e flauto piccolo” che ha visto impegnati
Christian Pio Nese all’ottavino, un bimbo di appena 9 anni
vincitore di numerosi concorsi nazionali ed internazionali, il
suo papà Giuseppe Nese al flauto traverso e Gabriella Orlando,
pianista e docente presso il Conservatorio di musica
“Giordano” di Foggia. I protagonisti si sono alternati ora in
duo ora in trio eseguendo musiche di Benedetto Marcello,
Donizetti, Borne, Génin, Stamm, per poi concludere con un
concerto per due ottavini di Antonio Vivaldi.
Gli spettacoli sono stati quasi tutti preceduti da un “Avant
Concert” in cui dei Talenti Milazzesi in tenera età si sono
esibiti poco prima dell’inizio del concerto vero e proprio,
suscitando la curiosità e l’emozione del pubblico presente a
teatro.
Questi piccoli-grandi artisti: Esmeralda Maisano (ballerina
classica), Michele Doria (sassofonista) accompagnato al
pianoforte dal papà Bartolo Doria, Domenico Russo (batterista)
e la cantante Silvia Raffa dalla voce dolce come quella di un
“Usignolo”, accompagnata al pianoforte dal papà Massimo Raffa,
li rivedremo esibirsi tutti insieme in occasione della
chiusura della stagione Milazzo Classica 2017 prevista per il
10 di Maggio.
Prossimo appuntamento: Mercoledì 5 Aprile con il Trio
“Pianiste all’Opera” (pianoforte a sei mani)… “Le figure
femminili dell’Opera Lirica da Violetta… a Carmen”
Grande
successo
per
“L’orchestra… a quattro mani”
al Trifiletti
Due artisti di chiara fama internazionale, di grande
preparazione musicale e indiscussa serietà
professionale, un palcoscenico addobbato con bei
tulipani rossi e candele accese in atmosfera
idillica, un pianoforte da concerto a coda intera
dall’ampia gamma dinamico-espressiva e potenza
sonora, e un consistente numero di spettatori che
gremisce un teatro, dalla prima poltrona in platea
fino agli ultimi palchetti del terzo ordine, sono
tutti elementi propizi per un concerto d’eccezione.
“Apertis Verbis” (come diceva Cicerone) è andata
proprio così lo scorso mercoledì 25 Gennaio al
Teatro Trifiletti di Milazzo, dove si è svolto il
concerto inaugurale della stagione “Milazzo Classica
2017”, che ha visti impegnati in un “Recital” per
pianoforte a 4 mani i musicisti/coniugi : Elvira
Foti e Roberto Metro.
Prima di allietare il pubblico con la loro
magistrale esecuzione,i due artisti hanno ribadito
come la loro ferrea volontà di continuare ad offrire
alla cittadinanza nuove occasioni di valore sociale
e culturale sia stata affiancata dalla massiva
collaborazione di varie istituzioni (come la LUTE),
dirigenti scolastici e docenti, amici e sponsor.
“Quando si uniscono le forze per una causa comune,
ossia la passione per la musica e la voglia di
divulgarla per coinvolgere sopratutto le nuove
generazioni, qualsiasi sogno è realizzabile!” ha
affermato la pianista Elvira Foti, ringraziando ad
uno ad uno tutti coloro che si sono premurati ad
aiutarli a realizzare il loro obiettivo. Il Maestro
Roberto Metro ha fornito in modo elegante una
descrizione del programma musicale della serata,
vissuta dagli artisti stessi come un viaggio ideale
che vede come punto di partenza la città di Vienna,
capitale mondiale della musica, toccando poi
importanti centri europei come Parigi e le nostre
città italiane, andando dopo oltre Oceano fino a
raggiungere il Brasile , per poi ritornare a
Budapest navigando sulle rive del “Bel Danubio blu”.
“Nel corso dell’800 parallelamente alla diffusione
del concerto pubblico”, ha spiegato il pianista, “si
contrappose il concerto privato che si teneva nei
salotti aristocratici; e poiché un salone domestico
non sempre poteva ospitare un’orchestra sinfonica
completa con più di 50 elementi, si divulgò da parte
dei compositori l’abitudine di trascrivere e ridurre
per piccole formazioni i propri brani e le
composizioni dei più rinomati musicisti ed operisti
del secolo…..”
“Per quanto riguarda i brani in programma di questa
sera, ad eccezion fatta di un paio di brani
originali, tutte le musiche per pianoforte a 4 mani
sono opera di lungo lavoro di trascrizione da parte
mia”, ha così concluso il Maestro prima di sedersi
al pianoforte.
Il brano di inizio Tritsch-Tratsch Polka, ossia la
polka del chiacchiericcio, costituisce una piccante
e divertente composizione di Johann Strauss jr.
composta intorno al 1858 ed eseguita con grande
abilità tecnica e musicale da parte dei due
protagonisti, insieme al celebre Valzer “voci di
Primavera” risalente invece al 1883. A seguire la
danza ungherese n.5 di Brahms , il Can Can di
Offenbach tratto dall’Operetta “Orfeo all’inferno”,
una bella Fantasia sulla “Carmen” di Bizet , il
brasiliano “Tico Tico ” di Z.De.Abreu e un omaggio a
Rossini con l’ouverture della Gazza Ladra e la
“Tarantella Napoletana”. Il Maestro prima di
continuare l’esecuzione degli altri pezzi insieme
alla moglie, ha raccontato al pubblico una curiosità
riguardante il compositore Franz Liszt. Il Virtuoso
musicista ottocentesco a distanza di una ventina
d’anni dalla pubblicazione delle sue prime 15
Rapsodie ungheresi, ne riprese sei e le trascrisse
per pianoforte a quattro mani. Pubblicate nel 1875,
nessun editore le ha più ristampate ed oggi sono una
rarità bibliografica. Dopo vari tentativi in Italia
e all’estero, il pianista Roberto Metro le ha
rinvenute in una biblioteca ungherese e incise con
la moglie in un CD unico al mondo.
I due brillanti pianisti hanno continuato la loro
esecuzione con la Czardas di Monti, brano
concertistico rapsodico scritto nel 1904
originariamente per mandolino e pianoforte, la
Rapsodia Ungherese n.6 di F.Liszt, il Valzer “Sul
bel Danubio blu” di J.Strauss figlio e la
celeberrima “Marcia di Radetzky” di J.Strauss padre,
composta in onore del maresciallo Josef Radetzky per
celebrare la riconquista austriaca di Milano dopo i
moti rivoluzionari in Italia del 1848.
Consensi unanimi di pubblico e lunghi applausi hanno
emozionato i due protagonisti (uniti nella vita,
nella passione per la musica e nel lavoro) che hanno
eseguito come “Bis” la celeberrima Rapsodia
ungherese n. 2 di Liszt.
Prossimo appuntamento mercoledì 15 Febbraio alle ore
20,30 con uno spettacolo dal titolo “Noche Flamenca“
Grandi applausi al concerto
del 29 Ottobre al Santuario
di San Francesco di Paola
Si è svolto all’interno del
suggestivo
Santuario di San Francesco di Paola il penultimo concerto di
musica classica del Festival “Note d’Autunno 2016” che ha
riscontrato nelle varie – Location – quasi mille partecipanti,
e una massiccia collaborazione per la riuscita dello stesso.
L’evento è stato preceduto da un discorso introduttivo del
direttore artistico dell’associazione Teleion di Roccalumera
(ME), la flautista milazzese Daria Grillo che ha doverosamente
ringraziato quanti si sono prodigati per il buon esito del
festival e ha informato tutti i presenti che il concerto era
dedicato alla memoria di Pippo Adige e Davide Taranto,
scomparsi tragicamente in un incidente con l’elicottero
nell’Agosto del 2010. Il Dott. Salvatore Italiano, poi, ha
preso la parola al microfono, in qualità di rappresentante
dell’amministrazione comunale di Milazzo, e del sacro Ordine
militare Costantiniano e dell’Ordine dei Minimi, sottolineando
che la manifestazione si amalgamava benissimo con tutta una
serie di festeggiamenti ed eventi in onore del Santo
“Compatrono” di Milazzo, di cui ricorre quest’anno il sesto
anniversario della nascita.
La prima parte del concerto ha visto impegnato il Maestro
Francesco Parrino, violinista di chiara fama internazionale;
innumerevoli i suoi tour concertistici in Austria, Cile, Cina,
Colombia, Croazia, Francia, Germania, Hong Kong, Perù, Regno
Unito, Romania, Russia, Slovenia, Svizzera e Turchia. Il
Violinista ha eseguito con abile maestria tecnica e musicale
l’Etude de concert op.16 n.2 e un Morceau op.55 n.3 di Henry
Vieuxtemps, (compositore belga vissuto in pieno ‘800) ; un
Capriccio in sol minore di Niccolò Paganini, spiegando a tutti
i presenti che il concetto di “Virtuosismo” non si limitava ad
una dimostrazione di abilità puramente tecnica ma era
strettamente connessa al fascino del suono e ad una suadente
cantabilità; infine una composizione di Eugène Ysaye, grande
compositore ed interprete del Romanticismo, la sonata op.27
n.2 “Obsession”, che partendo da un’ispirazione bachiana,
prosegue poi con la rievocazione del mito di Orfeo. La
magistrale esecuzione del maestro Parrino che ha affascinato
il pubblico presente è stata effettuata su un violino G&A
Gagliano (1790-1805 circa) prestatogli dalla famiglia del
grande direttore d’orchestra Gino Marinuzzi.
La seconda parte del concerto ha visto impregnato in “Duo”,
accanto al violinista Parrino, una vera “Eccellenza locale”,
il Maestro Maria Grazia Caffarelli, in un programma dedicato
interamente al compositore Paganini, violinista, compositore e
chitarrista italiano, considerato universalmente uno dei più
importanti esponenti della musica romantica. Il “Duo” ha
eseguito la sonata op.3 n. 4 per violino e chitarra, la sonata
M.S. 112 n.2 in re maggiore e la sonata M.S. 2 in la maggiore.
La chitarrista Caffarelli che svolge un’intensa attività
concertistica, suonando per numerose associazioni, festival ed
eventi, ha manifestato durante l’esecuzione una grande abilità
nella ricerca del suono e delle diverse sfumature timbriche
che la chitarra può offrire e ha dimostrato di possedere una
innata musicalità fuori dal comune; inoltre nel corso della
sua carriera ha maturato una approfondita esperienza nel campo
della didattica chitarristica, frequentando numerosi corsi
presso la S.I.E.M. e il C.E.P. di Assisi e svolgendo in
qualità di
docente
vari seminari presso scuole statali.
Grandi applausi e consensi unanimi da parte di tutti i
partecipanti.
Festival Note d’autunno 2016
“La musica è la lingua dello spirito. La sua
segreta corrente vibra tra il cuore di colui che canta e
l’anima di colui che ascolta”… recita Kahlil Gibran, famoso
poeta, pittore e filosofo libanese. Prendendo spunto da questa
citazione, è con vivo entusiasmo che il direttore artistico
dell’Associazione Teleion di Roccalumera (Me) , la celeberrima
flautista milazzese Daria Grillo propone una ministagione di
musica classica che interessa anche la nostra città.
Il Festival Note d’Autunno vuole essere un momento di
collegamento tra diverse “location” della provincia di Messina
che, proprio grazie alla musica, veicolano il pubblico in un
percorso avvincente e di grande qualità artistico-culturale.
L’inaugurazione sarà fatta giorno 23 ottobre alle ore 19 a
Villa Cianciafara a Messina dal celebre flautista Peter Lukas
Graf accompagnato al pianoforte dal Maestro Antonino Averna,
stimato docente e concertista del Conservatorio A. Corelli di
Messina. Da Messina, giorno 26 ci si sposterà all’Antica
Filanda di Roccalumera per il recital Stelle tenuto dalla
grande flautista veneziana Monica Finco accompagnata dal
giovane pianista Luciano Scarpaci. Giorno 27 Ottobre si passa
a Castroreale con il Quartetto di Clarinetti “Gershwin“, per
poi ritonare a Messina, il 28 nella Chiesa di SS. Annunziata
dei Catalani con il coro “I piccoli Cantori” Città di
Barcellona P.G.
Il 29 ottobre, al Santuario ” San Francesco di Paola” a
Milazzo, si esibirà il celebre violinista Francesco Parrino
accompagnato alla chitarra dalla Prof.ssa Maria Grazia
Caffarelli. Ricordiamo a tutti i Milazzesi che la splendida
cornice del suddetto santuario è stata in passato sede di
numerosi concerti organizzati dall’Associazione Amici della
Musica, sia quando era in vita il Maestro Salvatore Calafato,
fondatore della stessa, e successivamente con l’attuale
direttore S.ra Lilliana Zanca. Memorabile il concerto di
pianoforte tenuto da Lilya Zilberstein, famosissima in tutto
il mondo non solo per i suoi recitals ma anche per aver inciso
per le prestigiose case discografiche Deutsche Grammophon e
EMI più di dieci CD.
La manifestazione si concluderà giorno 30 ottobre, presso
l’Auditorium di San Vito a Barcellona P.G., con il Salotto
Musicale che vedrà esibirsi il Trio composto dai Maestri
Stefano Parrino e Daria Grillo al flauto traverso e dal
Maestro Luigi Cordova al pianoforte.
Tutti i concerti sono ad ingresso gratuito.
La Rassegna Musicale “Angelo
Biondo” a Milazzo
Si avvicina il consueto appuntamento a
Milazzo con la memorabile Rassegna musicale “Angelo
Biondo” giunta alla 14esima edizione, dedicata alla
memoria del piccolo Niccolò Frediani scomparso
prematuramente a Milazzo il 9 Febbraio del 2003.
Sarà ancora una volta la splendida cornice del
palazzo D’Amico, dotata di ottima acustica, ad
ospitare i numerosi musicisti in erba – d’età
compresa tra i 5 ed i 15 anni – impegnati a
gareggiare l’un l’altro e festeggiare il
“Compleanno” di Niccolò.
Le selezioni, aperte al pubblico, si terranno il 29
e 30 Settembre al cospetto di una giuria composta da
musicisti esperti e ,terminate le audizioni, tutti i
partecipanti -vincitori e non- si esibiranno
(suonando un brano scelto dalla commissione) la sera
del 1° Ottobre, giorno che ha dato i natali al
piccolo Niccolò. La rassegna è stata da sempre un
trampolino di lancio per talenti che oggi hanno
raggiunto risultati non indifferenti. Ricordiamo il
messinese Antonino Fiumara che abbiamo recentemente
ascoltato al Teatro greco di Taormina, con una
magistrale esecuzione di ben due concerti per
pianoforte ed orchestra; il flautista milazzese
Marco Crisafulli, laureato presso il conservatorio
Corelli, oggi docente di strumento musicale alle
scuole medie, recentemente entrato a far parte
dell’organico dell’orchestra del Teatro dell’opera
di Roma; le gemelle Palazzolo di Messina,
celeberrime arpiste che si esibiscono in tutta
Europa; il pianista ed intellettuale Francesco
Fontanelli, oggi impegnato a Firenze… e tanti altri
ancora.
Questa manifestazione riscuote un successo sempre
crescente nella nostra città e da qualche anno si
svolge anche a Bientina , in provincia di Pisa, ove
dimorano il Presidente dell’associazione Annapaola
Fantozzi e il marito Andrea Frediani, genitori di
Niccolò. Ad essa si affiancano numerose iniziative a
scopo di beneficenza sia in Sicilia che in Toscana:
la mitica “Giornata a Villa Laura” a Rodì Milici
(ME), il “Torneo di calcetto” a Gela (CL), la
vendita delle uova di Pasqua a Bientina (PI) per
aiutare la ricerca sul Neuroblastoma, la
realizzazione di un mercatino dell’antiquario e
dell’usato a scopo benefico e i concerti allo Yacht
Club di Livorno.
E’
doveroso rammentare ai cittadini milazzesi che nella
pineta della spiaggia di Ponente nei pressi di San
Papino è stato edificato parecchi anni or sono il
“Muretto di Niccolò“, un monumento la cui forma
particolare richiama gli “Alti e Bassi” della vita ,
provvisto di una fontanella da cui sgorga l’acqua,
simbolo di vita e amore. E’ stato recentemente
ristrutturato e si è provveduto alla sistemazione
della tubatura che scarica l’acqua della fontanella,
ad opera di un uomo generoso ed umile che preferisce
rimanere
nell’anonimato
e
che
si
occupa
volontariamente della manutenzione dello stesso. La
parte finale del muretto sempre colmo di fiori
rappresenta simbolicamente la fine dell’esistenza di
ogni creatura ed il ritorno alla nuda terra, mentre
i meravigliosi pini che lo circondano continuano a
tendere le loro “braccia” verso il cielo ove
risiedono gli Angeli.
Non voglio mica la luna… ma
un festival (in)dipendente
dalle mode del momento
“Sono uscito stasera ma non ho letto l’oroscopo, non è Rio de
Janeiro ma c’è un clima fantastico” (Oroscopo, Calcutta), è la
strofa presa in prestito per parlare delle due giornate
intense di Mish Mash, il festival di musica indipendente che
si è svolto al Castello di Milazzo l’11 e il 12 agosto.
Un migliaio di presenze, felice debutto di un festival che ha
racchiuso tra le antiche mura performance musicali, artistiche
e installazioni visual ricordandoci, come dicono gli
organizzatori, che siamo la sintesi dei profumi, dei sapori e
dei colori che ci circondano, delle culture che ci hanno
preceduto, delle esperienze che viviamo: e mish mash
(mescolanza) sia.
Strato su strato, millenni sopra millenni di storia, grazie a
questo evento una brezza leggera d’avanguardia è caduta sulla
Cittadella fortificata di Milazzo in un momento in cui la
musica indipendente sta vivendo una nuova primavera e i
critici musicali attenzionano le classifiche delle principali
testate e blog di settore (Rockit, Wired, Soundwall) più che i
talent show.
Ma che senso ha proporre un evento musicale “indipendente” in
un territorio in cui scarseggia gravemente la musica dal vivo
nei locali e i pochi che resistono continuano a proporre cover
band come fosse biochetasi? “Per dare un’alternativa, per far
conoscere un altro genere ed un universo musicale”, a
rispondere è Francesco Corso, coordinatore del gruppo addetto
alla line-up di Mish Mash.
Dopo l’ammutinamento del MirtoRock, nella provincia di Messina
è rimasto solo l’ Indiegeno fest che però, ci fa notare
Francesco, è del tutto diverso dalla loro proposta poiché è
curato da una società romana che è ha trovato al Tindari un
luogo proficuo di investimento e può permettersi di portare
sul palco le grandi case discografiche. Non si può dividere
tra “major/male” e “indipendente/bene”, scrive Chiara
Caporicci, autrice di “Musica indipendente italiana”, né
bisogna aspettarsi che indie sia sinonimo di qualità.
Essere prodotto da una delle cosiddette major, multinazionali
della musica (Warner, Universal, Emi, Sony) per i musicisti si
traduce spesso in una perdita di autonomia rispetto alla
propria produzione, un compromesso che artisti come Niccolo
Fabi o Afterhours hanno accettato pur di entrare nella grande
distribuzione. “Noi non possiamo permetterci i grandi nomi
perché siamo associazioni e non imprenditori – continua Corso
– ma abbiamo cercato di scegliere artisti di spicco della
scena musicale italiana, dal cantautorato, all’indie e alla
psichedelica, un ventaglio di generi geograficamente variegato
e distribuito dalle etichette indipendenti”.
Prezioso è stato inoltre l’apporto creativo della compagnia
OltreDanza, dei batteristi dei Nebrodi GEEM Session, l’audio-
video performance di Bierhoff, i dj-set di DeFe e Rycott, e i
visual di Aurelio Calamuneri e Giovanni Scolaro, di artisti
siciliani come Collettivo Flock e Fabrizio Cicero che hanno
strattonano senza indugio i visitatori dentro la propria
opera site-specific. L’installazione audio-video-luce del
Collettivo Flock, Mater, è un omaggio alle forze della natura,
alla materia, ai rumori e ai colori degli agenti atmosferici
che creano una perturbazione, un sentimento misto di gioiafamiliare ed angoscia-estranea, all’interno del Duomo Antico.
Mentre nelle cisterne dell’ex Convento delle Benedettine,
sfocia Casa nostra, il progetto realizzato da Fabrizio Cicero
nella residenza artistica “Bridge art” a Noto; al centro le
case abbandonate, i ruderi senza vita nei meravigliosi ed
ipnotici paesaggi siciliani dentro i quali l’artista infuoca
spezzando la quiete con esplosioni di luce.
Il Castello è sfuggito, anche se solo per poche ore, al suo
stato di abbandono (progettuale) per essere scenario potente
di aggregazione, un mish mash di giovani, di idee, di
competenze, di linguaggi, di nicchie non solo musicali bensì
sociali: di comunità.
Erika Bucca
L’ultimo
incontro
al
CastrorealeMilazzo
Jazz
Festival:
Sarah
McKenzie
(quartet)
Easy & pleasant, immediato e gradevole, il
concerto ascoltato ieri sera alla Città Fortificata di
Milazzo.
Molto brava ed ispirata l’australiana McKenzie al piano, assai
gradevole alla voce anche perché il canto jazz è cosa assai
difficile e lei è sembrata giusta ed equilibrata.
Insignificante il gruppo: mettiamolo tra parentesi come sopra,
con qualche piccola chance per il contrabbasso (peraltro
scordato).
Inevitabile il confronto fatto da tanti con la canadese Diana
Krall, arrivata prima al successo. Simile la presenza scenica,
simile il repertorio, più groovy il canto della Krall, più
vario e di qualità il pianismo della nostra.
In occasione del concerto del 5 agosto le parole giuste da
usare, a mio avviso, sono:
swing, per l’andamento ritmico “dondolante” proprio
della musica jazz e ben presente nell’approccio della
nostra vocalist;
standard, per le esecuzioni dei classici dell’ ”american
songbook” (My foolish things,Lover man, Love or leave
me, Moon river);
scat, il canto tramite la riproduzione di fraseggi
esenti da parole di senso compiuto, a imitazione di
strumenti musicali; in questo la McKenzie mi è sembrata
particolarmente felice.
Certamente chi cercava un jazz con ascendenze blues ha
sbagliato indirizzo. Abbiamo ascoltato da lei, e solo da lei,
un buon ”white jazz” nella tradizione delle voci bianche
legate soprattutto ai repertori provenienti dal musical
americano, da autori come Cole Porter, Oscar Hammerstein,
Jerome Kern, Rodgers & Hart e soprattutto da esecuzioni di
Frank Sinatra.
Unico neo, ma è un’opinione strettamente personale,
l’esecuzione di ”Lover man”. Dopo averlo ascoltato un’infinità
di volte nelle esecuzioni di Billie Holiday, non riesco ad
apprezzarlo da nessun altro,ma, ripeto, è un’impressione
personale.
E dato che siamo alle valutazioni personali, vorrei dire che,
poiché il jazz non è “musica pura” esente da imperfezioni, ma
musica da ascoltare con l’anima (soul) e non con il
raziocinio, l’eclettismo, la curiosità e la buona
disponibilità all’ascolto sono indispensabili.
In conclusione, una bella serata passata ad ascoltare una
buona pianista/vocalist, trascinante ed elegante, in una
cornice eccezionale che aggiunge sempre un tocco fondamentale
al concerto.
Ancora una volta abbiamo verificato che dentro le mura
spagnole questa dimensione di pubblico (e non le
megastrutture!) e questa qualità musicale, colta e popolare,
insieme alla musica classica, al canto corale, al teatro, ai
convegni, al turismo culturale, sono la dimensione ottimale
per la giusta fruizione, nella compatibilità e nel rispetto
per la storia e la bellezza della Città Fortificata.
Grande jazz ieri sera nel
Complesso
Monumentale
di
Milazzo
Erano le 22 quando le dita di Gonzalo Rubalcaba e Armando Gola
hanno iniziato a picchiettare su pianoforte e basso e le
bacchette di Horacio ”El Negro” Hernandez ad aggredire
tamburi, piatti e campana.
Erano le 22,30 quando dall’onda sonora è venuto fuori un
calypso suadente.
Erano le 22,45 quando son cominciati ad apparire riconoscibili
diversi spunti di classici latino-caraibici.
Erano le 23,30 quando, nel bis finale, abbiamo ascoltato le
sincopate noccioline al sale (”Salt peanuts”) di Dizzy
Gillespie.
Un jazz moderno quello del Volcan Trio, ma profondamente
intriso dalla tradizione da cui ha attinto a piene mani, da
Chuco Valdez, a Machito, da Arturo Sandoval a Dizzy Gillespie.
Non semplici riletture, ma improvvisazioni vulcaniche (Volcan
trio), a ritmi spesso frenetici e incalzanti: scontata la
grande classe di Rubalcaba alternatosi tra piano acustico e
piano elettrico (mi è piaciuto più il primo), perfetto
l’interplay
con
”El
negro”
sempre
imprevedibile
nell’accompagnamento e nelle variazioni improvvisative,
inaspettata la prestazione di Gola, almeno per me che non lo
conoscevo, su un originale basso elettrico a sei corde che gli
consentiva sia un incalzante walking che l’esposizione di
melodie.
Dov’era la parte ”latin” ? Ma nel ritmo ovviamente, compresi i
momenti in apparenza statici suonati con studiata lentezza e
uso sapiente dei silenzi.
Musica figlia del ”sincretismo” la loro, come figlia del
sincretismo è la Cuba da cui provengono: la tendenza a
conciliare
elementi
culturali,
religiosi
e
musicali eterogenei appartenenti a culture e dottrine diverse.
In fondo l’essenza del jazz è proprio nell’essere ”musica
meticcia” continuamente reinventata, capace di fondere culture
ed approcci musicali differenti, dai ritmi portati dagli
schiavi dell’Africa equatoriale, alle bande creole di New
Orleans, ai blues del Delta del Mississippi.
Toccante infine
Rubalcaba:
l’affermazione
in
spagnolo
di
Gonzalo
”Difficile suonare senza distrarsi quando si è circondati da
tanta bellezza”.
Abbastanza per tornare a casa soddisfatti !
Nb: appuntamento al 5 agosto con il white jazz della pianista
e vocalist Sarah McKenzie, da non perdere.