la regione dei primati - Rassegna dell`Autonomia Scolastica

annuncio pubblicitario
Scuola
in movimento
La Valle
d’Aosta:
la regione dei primati
La più piccola, la più alta, la meno popolata,
la più lontana dal mare, con i monti più alti
d’Europa, con il maggior numero di castelli,
con il più antico Parco Nazionale
di Fiorenza Bonazzi
la thuile, vue de petosan - Valle d’Aosta
Foto di: S.Venturini
L
e Alpi sono il sistema montuoso più
importante d’Europa, con la maggiore superficie coperta dai ghiacci e con la cima più alta: il Monte
Bianco con il suoi 4882 metri di
altitudine. Si svolgono ad arco da
ovest ad est e circondano come in
un abbraccio di protezione la penisola italiana. Fra le regioni che
vantano la loro presenza, senza
dubbio la più “alpina” è la Valle
d’Aosta: una nicchia di splendori
fisici e storici che non si possono
scindere. L’intreccio indissolubile
tra storia e geografia questa volta ce
lo offre il nome che viene dato alla
regione Valle d’Aosta: “porta d’Italia”, in quanto punto d’incontro tra
i diversi popoli dell’Europa centro
settentrionale e le regioni del Mediterraneo, quindi importantissima
via di comunicazione. Le Alpi offrono al nostro Paese la possibilità di
comunicare facilmente con gli Stati
60
confinanti sia attraverso i passi e i valichi naturali, sia
attraverso i trafori, in modo che la catena alpina diventi un mezzo per farci sentire sempre più europei. Un importante esempio lo troviamo nella VIA
FRANCIGENA: la strada medievale più importante d’Italia, che collegava le regioni transalpine a Roma. Il suo
nome, infatti, variava: via Romea se si voleva privilegiare la meta, riferita ai pellegrini diretti a Roma; oppure
via regia, la via del re, ed altri modi ancora. Durante il
Medioevo non erano state create le grandi vie come al
tempo dei Romani, né restavano elementi stabili del
paesaggio come le strade consolari, ancora fondamentali nel tracciato stradale. Si trattava, invece, di percorsi
diversi, ugualmente importanti, «aree di strada» e «direzioni di flusso», senza itinerari indicati, poiché i mercanti e i pellegrini le sceglievano in base alle esigenze
del momento, alle possibilità di percorrenza, al fatto che
fossero o meno zone di battaglia, quindi progettavano il
loro percorso volta per volta.
Cos’è una valle?
E’ quella parte di terreno formata da due pendii (fianchi) che si congiungono lungo una striscia, il fondo valle, in genere percorsa da un corso d’acqua.
Perché d’Aosta?
Nel 25 a.C. i Romani riuscirono a sottomettere la regione e fondarono una fortezza che doveva celebrare
questa vittoria: Augusta Praetoria in onore di Augusto.
Questa fortezza aveva il compito di controllare le strade
provenienti dalla Gallia (Francia) e dall’Helvetia (Svizzera); inoltre il suo territorio era attraversato da un fiume, la Dora Baltea. Questa presenza contribuì allo sviluppo della città più importante: Augusta, il cui nome
si trasformò in Aosta. La regione è limitata a ovest e
a nord dalla catena delle Alpi Graie e Pennine, fino al
massiccio del Monte Rosa; a sud, dalla catena del Gran
61
Paradiso. Il nome delle Alpi Graie probabilmente deriva da un termine celtico “crau” che significa roccia: il
dominio dei due giganti Gran Paradiso e Monte Bianco.
Il Gran Paradiso è il monte più alto delle Alpi Graie con
i suoi 4061 metri ed è caratterizzato da flora e fauna
(stambecchi) particolari, tanto da portare all’istituzione del Parco Nazionale del Gran Paradiso, nel
1922, che si estende per oltre 500 chilometri quadrati e
comprende 57 ghiacciai e 5 valli. Proprio in questa parte orientale delle Alpi si staglia il monte più alto d’Europa: il Monte Bianco con i suoi dislivelli e con la maggiore estensione di ghiacciai. Torrenti, cascate, scenari
alpestri, seminati di resti romani e di castelli medievali: un unicum di ineguagliabile bellezza e suggestione.
La valle della Dora Baltea anticamente era abitata da una popolazione alpina gallo-ligure, i Salassi, che con le loro incursioni nella pianura provocarono l’ostilità dei Romani da cui furono sconfitti definitivamente grazie a Terenzio Varrone
piazza e. chanoux - Valle d’Aosta
Foto di: Koizumi
(25 a.C.). In prossimità di Avise, dove oggi c’è una
galleria, passava l’antica strada romana delle Gallie, che doveva affrontare una difficoltosa strettoia.
veduta breuil, cervinio invernale - Valle d’Aosta
Foto di: Camisasca
62
I Romani risolsero il problema tagliando la roccia: si
tratta della strettoia di “Pierre Taillée”, luogo adatto al controllo militare anche in epoche successive.
La popolazione occupa soprattutto la plaine, cioè la pianura centrale. Ha sempre avuto intensi contatti con la
Francia e con la Svizzera (Piccolo e Grande San Bernardo). La lingua parlata, infatti, è il patois (si pronuncia
patuà): un francese misto di provenzale e borgognone,
alla Francia. Già nel 1945, il governo italiano le concesse
prontamente una particolare autonomia, confermata
successivamente dalla Carta Costituzionale (1 gennaio
1948). Un’autonomia durata parecchi secoli, fino all’Unità d’Italia quando fu unita al Piemonte. Con il crollo
dell’Impero Romano e le invasioni barbariche, la regione
fece parte dell’ Impero Carolingio, dopo di che fu contesa
da vari signori feudali, che la arricchirono di castelli (cir-
CASTELLO DI FENIS - Valle d’Aosta
in comune con la Savoia francese. Questo uno dei motivi
per cui la regione ha ottenuto un’autonomia a statuto
speciale, che prevede il bilinguismo (italiano e francese) nelle scuole e negli uffici pubblici. Non solo. Un altro
motivo, e non ultimo, si è presentato quando, all’indomani della II Guerra Mondiale, sorse un forte movimento separatista, che si proponeva di annettere la regione
ca 130): Avise, Fénis, Bard, Aymavilles. Intorno all’anno
Mille cadde sotto la dinastia dei Savoia che le concessero una specie di Magna Charta (1191), la Carta delle
Franchigie, che le conferiva ampia autonomia in campo
politico e amministrativo. Il limite meridionale della Regione, il torrente Lys, è ancora quello che Borgognoni,
Franchi, Principi, Conti, Duchi di Savoia rispettarono.
INFO
Come si arriva ad Aosta:
Treno: è collegata direttamente con
le stazioni di Torino Porta Nuova e
Torino Porta Susa, con un numero
frequente di corse.
FORTE DI BARD - Valle d’Aosta
Foto di: Enrico Romanzi
Autostrade: Provenendo da Milano
(164 Km), lungo l’autostrada A4 occorre imboccare il raccordo a Santhià,
in direzione Aosta.Torino è collegata
direttamente con l’autostrada A5 e dista solo 55 km da Pont-Saint-Martin,
98 km dal capoluogo regionale Aosta
(uscita Aosta Est).
CASTELLO DI FENIS
1° ottobre – 28 febbraio :
10.00-12.30 / 13.30-17.00
(giorni feriali, chiuso martedì *)
10.00-12.30 / 13.30-18.00
(domenica e festivi)
*Nel caso in cui una festività cada
nel giorno di chiusura, il castello
rimarrà aperto.
1° marzo – 30 giugno e 1° – 30
settembre:
9.00-19.00 (tutti i giorni)
1° luglio – 31 agosto:
9.00-20.00 (tutti i giorni)
Chiuso 25.12 e 01.01
Telefono:(+39) 0165 764263
Fax:(+39) 0165 764044
63
Nel 1845 Carlo Alberto, per salvaguardare il nome
del Ducato, stabilì che il nipote Amedeo portasse
il titolo di Duca d’Aosta.
AOSTA: la città di Augusto
Sorge sulla sinistra della Dora Baltea ad un’altitudine
di 583 metri. Fondata dai Romani, sui resti dell’antica
Cordilia, città dei Salassi, presenta pianta quadrata e
conserva parte delle mura, la Porta Pretoria, l’Arco di
Augusto e l’Anfiteatro. Dal Medioevo sono presenti numerosi castelli e le case-fortezza, munite di torri. Poco
fuori le mura romane, attorno ad una piazzetta appartata, si aprono la chiesa e la collegiata di Sant’Orso, il
piccolo chiostro, la costruzione elegante del Priorato e il
maestoso campanile in stile romanico dai grandi massi squadrati, provenienti anch’essi dalle mura romane.
Fino allo sviluppo delle attività industriali (soprattutto
siderurgiche), la città rimase praticamente uguale: il suo
cuore era rappresentato dalla mole grandiosa del Municipio, incombente sulla grande Piazza Chanoux, attorno
a cui si concentrava la vita cittadina. Le sue strade principali, lastricate di ciottoli luccicanti, venivano percorse da
piccoli torrenti che servivano per mantenerle pulite. Anche se modernizzata, ampliata, Aosta non ha perso la sua
identità, ma continua a mantenere il carattere di centro
di montagna. La scelta fra una moltitudine di castelli non
è facile, ed è comunque ingiusta in quanto assolutamente tutti meriterebbero l’attenzione del viaggiatore per fascino e interesse. I due prescelti hanno la caratteristica
di essere “diversi” sia per struttura, sia per le finalità.
CASTELLO DI FENIS
La parola “castello”, in genere, significa fortificazione,
quindi struttura difensiva, costruita per scopi bellici.
Il nostro castello, invece, è stato solamente sede del-
Associazione
Forte di Bard
11020 BARD (AO)
Telefono:+ 39 0125 833811
E-mail: [email protected]
Museo delle Alpi
Aperto fino al 14 ottobre 2012:
da martedì a venerdì 10.00 - 18.00
sabato, domenica e festivi
10.00 – 19.00
la prestigiosa famiglia Challant. L’apparato difensivo caratterizzato dalle molte torri, venne aggiunto
verso la metà del quattordicesimo secolo al torrione preesistente, che aveva funzione di abitazione.
Ne risulta un complesso di grande armoniosità.
Presenta una pianta pentagonale, ai cui angoli sorgono delle torrette circolari, tranne una a pianta
quadrata. Il mastio è racchiuso in una doppia cinta
di mura collegate da un camminamento di ronda.
Attraverso una torre quadrata munita di saracinesca, che si chiudeva in caso di pericolo, si accede al
castello; il cortile interno è decorato da affreschi
che raffigurano San Giorgio e il drago ed è arricchito da uno scalone circolare. Al piano terreno si
trovano la sala delle armi, la cucina, la dispensa e
la sala da pranzo; al primo piano la cappella, la sala
di rappresentanza e le camere dei conti.
FORTE DI BARD
La vita di questa fortezza inizia attorno all’anno Mille
e resta per secoli strategico luogo di transito. In essa
furono rinchiusi i prigionieri delle varie epoche, in
celle piccolissime, anche dopo la sua ricostruzione
avvenuta nel 1830, all’indomani della caduta di Napoleone. L’episodio più significativo della storia del
Forte, infatti, fu l’assedio da parte delle truppe napoleoniche. Le prigioni ospitano 24 celle, disposte in
quattro sezioni. Tra le più interessanti è senz’altro la
quarta sezione che ha come protagonista Camillo
Benso Conte di Cavour, al quale venne affidata
nel 1831 la supervisione dei lavori. Un’esperienza
per lui assolutamente negativa vissuta come una punizione. Il percorso, di straordinario interesse, offre
quattro laboratori didattici elaborati a seconda delle
età degli studenti, dalla scuola dell’infanzia sino alla
scuola secondaria di primo grado.
Le Prigioni del Forte
Dal martedì alla domenica
dalle ore 12.00 alle 18.00
Ufficio del turismo
Piazza Porta Praetoria, 3
11100 AOSTA (AO)
Telefono:(+39) 0165.236627
Fax:(+39) 0165.235462
Le Alpi dei Ragazzi
Aperto fino al 14 ottobre 2012, la
domenica dalle 11.00 alle 18.00
chiostro s.orso - Valle d’Aosta
Per tutte le immagini presenti nel servizio si ringrazia la Regione Autonoma Valle d’Aosta.
CRIPTOPORTICO FORENSE DI AOSTA - Valle d’Aosta
Foto di: M.Marthyn
Scarica