PROTOCOLLO DEL PROGETTO DI RICERCA Titolo Valutazione del sistema venoso portale intraepatico nei pazienti affetti da Trombosi della vena portale OBIETTIVI La portografia retrograda è attualmente l esame più sensibile e specifico per la valutazione anatomica del distretto portale intraepatico nei pazienti con cavernoma portale. E stata introdotta nella pratica e utilizzata a questo scopo per la prima volta dal dott. P.John, radiologo interventista, e dal dott. J. de Ville de Goyet, chirurgo pediatra, a Birmingham (non pubblicato) alla fine degli anni 90. Il metodo in seguito è stato utilizzato a Birmingham in modo sistematico ed è stato divulgato da Jean de Ville nei centri con cui ha collaborano. Nessun altro metodo ha gli stessi risultati. Le equipes che non lo utilizzano e basano le loro diagnosi su metodi convenzionali (eco-doppler, angiografia convenzionale, angioTC e/o angioRM) segnalano un tasso di riscontro intraoperatorio di trombosi del Rex di circa il 25%. Non è stato ancora pubblicato alcuno studio mirato alla valutazione della permeabilità del sistema portale e del Rex in caso di cavernoma portale così come nulla sull utilizzo dell angioRM nella valutazione dell anatomia portale in questo gruppo di pazienti. L obiettivo della ricerca è di dimostrare la validita di questa procedure per la diagnostica precisa e la selezione appropriata dei pazienti da operare STATO ATTUALE DELLE CONOSCENZE Nel bambino l ipertensione portale è sovente causata, come nell adulto, da una cirrosi epatica ma l ipertensione portale pre-epatica (precapillare) a fegato sano non è infrequente. Questa forma è associata sia alla fibrosi epatica, sia (più frequentemente) conseguente ad una trombosi della vena porta. Il termine di ipertensione portale extraepatica è frequentemente utilizzato in quest ultima situazione in quanto la trombosi della vena porta coinvolge generalmente i vasi al di fuori del fegato. La causa della trombosi è spesso sconosciuta (idiomatica) ma può anche essere secondaria a numerose situazioni cliniche (onfalite, disidratazione, turbe coagulative, peritonite, laparotomia, cateterismo ombelicale, compressione tumorale#) La trombosi della vena porta si instaura su di un fegato sano, e che resta tale per lungo tempo, nel quale si mantiene una zona di bassa pressione capillare (a valle della trombosi) verso cui il sangue splancnico tende naturalmente a drenare, motivo per cui vasi collaterali si sviluppano rapidamente nell ambito dell lo epatico e si riconnettono al sistema intraepatico. Questa complessa rete di vene tortuose che si sviluppa tra la regione splancnica e il fegato attraverso l’ilo epatico forma una specie di spugna vascolare chiamata cavernoma . Per quanto larghi e numerosi possano divenire i vasi del cavernoma questi non abbasseranno mai la pressione portale splancnica a dei valori normali, l ipertensione portale diviene pertanto cronica con il suo corteo di manifestazioni cliniche. I pazienti hanno quindi un fegato sano e in generale una storia di lunga durata che si estende dall età pediatrica a quella adulta spesso con svariati episodi di complicanze cliniche. L osservazione, inaspettata, che, in una parte di pazienti, il distretto venoso portale intraepatico resta beante a valle della trombosi non è recente ( due studi francesi degli anni 60: un libro di Testo e una tesi di Laurea in Medicina riportano che in alcuni casi di Trombosi Portale extraepatica hanno rami portali destro e sinistro intraepatici pervi. A. Paraf e J. Chalet Ed. les thromboses spleno-portales Editore l Expansione , Paris 1962 e INSERM These l hypertension portale de l enfant: 123 cases , 1965) ma è rimasta sempre anedottica e non è mai stata presa in considerazione per ipotizzare una correzione del problema. Agli inizi degli anni 90, praticamente contemporaneamente, un gruppo cinese (su di un paziente adulto, con un bypass spleno-Rex) e Jean de Ville de Goyet (su un paziente pediatrico, con un bypass mesoRex) segnalano l utilizzo del distretto portale intraepatico per drenare il sistema portale (evitando così uno shunt porto sistemico) e correggere l ipertensione portale. L utilizzo del bypass mesoRex si sviluppa progressivamente nel corso degli anni 90 e soprattutto Orphanet Database. http://www.orpha.net/data/prj/ID90280IT.pdf dopo il 2000, come testimoniato dall aumento rapido delle pubblicazioni scientifiche a riguardo. Il bypass presenta numerosi vantaggi ed in particolare quello di ristabilire la fisiologia splancnica ristabilendo il drenaggio del sangue portale attraverso il fegato, la normalizzazione della pressione portale con scomparsa dei circoli collaterali porto sistemici e dell ipersplenismo. E stato inoltre dimostrato che dopo bypass mesoRex, le alterazioni coagulative preesistenti si attenuano, la crescita e lo stato nutrizionale migliorano e i test psiconeurologici si normalizzano Resta attualmente una difficoltà clinica importante, cioè come definire con precisione quali sono i pazienti con cavernoma portale in cui è fattibile l intervento di bypass mesoRex: il rex è la porzione terminale della vena porta di sinistra ed è il punto in cui il bypass può essere realizzato. Nel caso in cui la trombosi coinvolga anche il rex stesso, l intervento non può essere realizzato. E quindi importante disporre di una procedura diagnostica precisa al fine di evitare laparotomie inutili. L ecografia doppler è l esame di base ma è spesso insufficiente e mal interpretabile così come l angioTC . L angio RM di prima generazione non raggiungeva la capacità di definizione necessaria per un analisi così dettagliata. Attualmente la migliore modalità diagnostica è la portografia retrograda (in anestesia generale), integrata, se necessario, da un angioTC; questo comporta un irradiazione importante del paziente ma è giustificata perché permette di evitare , nei casi di trombosi estesa al rex , una laparotomia con esplorazione chirurgica inutile. Orphanet Database. http://www.orpha.net/data/prj/ID90280IT.pdf