"Adesso la Musica si esprime a Colori", il quotidiano Il Giornale

"Adesso la Musica si esprime a Colori", il quotidiano Il Giornale parla dell’evento
Bolsenese
Tratto
da
Il
Giornale,
del
22
Luglio
2009
"La musica diventa a colori. Le melodie di Beethoven, Rossini,
Debussy, Chopin e Verdi si arricchiscono di tonalità blu, bianche
e rosse. Sono i colori scelti dal pianista Giovanni Bellucci, tra i
maggiori interpreti lisztiani, per il festival musicale «Tre colori»
in programma il 29, 30 e 31, alle 20.45, nella suggestiva cornice
del teatro San Francesco di Bolsena. Tre concerti per un
originale
appuntamento
musicale.
I colori sottolineano il particolare connubio tra musica e cinema: il blu, il bianco e il rosso sono le tonalità
della trilogia filmica del regista polacco Krzysztof Kieslowski. Ma sono anche i colori della bandiera
francese legati al motto rivoluzionario «Libertà, Uguaglianza, Fraternità». Si comincia il 29 con un
concerto sinfonico a tinte blu. È dedicato alla «Libertà» e il maestro Bellucci, assieme all’Orchestra di
Padova e del Veneto, al violinista Akiko Suwanai e al violoncellista Hanri Demarquette ne propone
un’entusiasmante interpretazione. Un inno alla libertà attraverso le musiche di Beethoven che nell’opera
Fidelio canta la liberazione fisica e spirituale dell’uomo e all’ouverture dell’Italiana in Algeri di Rossini
che anticipa le note del compositore tedesco. Protagoniste del secondo concerto sono le armonie di
Debussy e di César Frank per una serata tutta di bianco in ricordo del tema dell’Uguaglianza,
presupposto indispensabile del vivere umano. Il pallore del «non colore» evoca anche il morboso universo
di Chopin che, sfinito dalla tisi, compone poco prima di morire la struggente Sonata per violoncello e
pianoforte che conclude la serata. Le tonalità del rosso chiudono invece la rassegna musicale, così come
nella trilogia del regista polacco. Tuttavia, se nel Film rosso il tema della Fraternità viene interpretato tra
senso del dovere nei confronti degli altri e misantropia, nel concerto si sviluppa attraverso le pregnanti
atmosfere del melodramma italiano. Si spazia così dalla potenza espressiva de Il Trovatore di Verdi, al
lirismo più puro con accenti di sconvolgente drammaticità della Norma di Verdi, magnificamente
interpretata dal soprano Maria Agresta. D’altra parte l’aria Casta Diva, sempre dell’opera Norma, è stata
importante punto di partenza per le visionarie parafrasi di Liszt con le quali il maestro Giovanni Bellucci
conclude il festival".