Liceo Classico «Megara» Classe I A Liceo Scientifico Prof.ssa Ornella Spina IL FARO SANTA CROCE DI AUGUSTA TRA MITO E LEGENDA IL FARO SANTA CROCE Il punto più prospiciente della costa Ionica tra le città di Siracusa e Catania è un minuscolo isolotto semi-sommerso completamente eroso dalla risacca, dinanzi ad esso al termine di un promontorio di roccia bianca che scende da Monte S. Elena, si erge il Faro di Capo S. Croce, più esattamente tra Punta Campolato e Punta Izzo in territorio di Augusta (SR), una zona altamente rischiosa per i naviganti in ogni tempo, quando in questo luogo si alza il Maestrale proveniente da Nord Ovest. 2 LA STORIA Il Faro Santa Croce è uno dei tre importanti «Fari nautici» a luce bianca della provincia di Siracusa, gli altri due sono: il faro del Plemmirio presso il Capo Murro di Porco (Siracusa Sud) e il Faro di Cozzo Spadaro presso Portopalo di Capo – Passero estrema punta meridionale della Sicilia. 3 LA STORIA Il Faro è stato costruito dai Borboni nel 1856, è alto 36 mt, ed è completamente realizzato in pietra calcarea. All’interno della torre è stata creata una scala a chiocciola per il raggiungimento della lanterna. Nel 1932 dopo la liberazione della Sicilia fu ristrutturato. Nel 1943 durante la seconda guerra mondiale, fu presidio di osservazione costiera. Alla fine della guerra ritornò ad essere segnalatore marittimo della costa. 4 L’ ARCHITETTURA Assieme al Faro venne costruito anche un adiacente casale, che serviva come stalla per il ricovero degli animali per il trasporto che, permettevano il collegamento ad Augusta o ad altre città limitrofe. L’edificio presso cui è collocato il Faro è composto da una palazzina ad unico ordine con ingresso arcuato e finestre rettangolari. Al centro si innalza la torre a sezione circolare sopra cui è posta la potente «Luce» in grado di segnalare alle imbarcazioni di ogni stazza, la presenza degli impianti portuali Augustani e del piccolo porto del canale di Brucoli. 5 LA LEGENDA E’ collocato su un alta protuberanza rocciosa circondata da profondi anfratti caratterizzati da un mare piuttosto limpido. Una leggenda popolare dice che qui sbarcò «Sant’ Elena» madre dell’Imperatore Costantino e scopritrice della Croce di Cristo. Ella al ritorno da Gerusalemme a Roma con a bordo la «Croce», fu colta da una tempesta che costrinse la sua nave a fermarsi in questo luogo, salvandosi con l’equipaggio. Qui in suo ricordo fu costruita un’edicola votiva formata da una grossa «Croce» di pietra. Molti secoli dopo venne eretta anche una piccola chiesa, Crollate nel 1693 a seguito del terremoto. 6 LA CROCE SUBACQUEA Per commemorare la sosta di Sant’Elena presso le coste di Augusta, in una insenatura nei pressi dell’isolotto all’estremo est al riparo dalle correnti, nel ad una profondità di circa sei mt., nel luglio del 2008 è stata collocata una croce in metallo, tuttora visibile ai bagnanti. 7 LE ROCCE Il paesaggio è costituito prevalentemente da rocce di tipo sedimentario. Nella foto una roccia formata dall’accumulo di sedimenti di varia origine, derivanti in gran parte dalla degradazione ed erosione di rocce preesistenti e resti fossili di varia natura detti clasti di origine biologica. 8 LE ROCCE «Le calcareniti sono rocce sedimentarie clastiche, formate da particelle di calcare dalle dimensioni della sabbia (0,063 – 2 mm di diametro), e da una matrice carbonatica e da uno scheletro arenario. Il cemento che unisce le particelle è anch’esso calcareo. Tutte le rocce presenti nel sito sono sensibili all’escursione termica che provoca delle fessurazioni su cui agisce l’acqua che infiltrandosi provoca l’esfoliazione delle stesse. Questo fenomeno prende il nome di termoclastismo 9 LA FLORA La vegetazione del sito è tipica delle coste del mediterraneo: a sinistra le cannucce che si sviluppano nei pressi di zone con presenza di acqua dolce, al centro piante grasse succulente, che si sono adattate a vivere sulle rocce calcaree, infine il finocchietto selvatico. 10 LA FAUNA Octopus vulgaris Asteroidea Echinoidea Sarpa salpa 11