CORSO BASE DI PROTEZIONE CIVILE SPOLETO – 16 marzo/23 maggio 2015 GLI SCENARI DI RISCHIO Dott. Geol. Roberto Giorgetti Dott.ssa Stefania Fabiani 18.03.2015 GLI SCENARI DI RISCHIO RISCHIO SISMICO RISCHIO VULCANICO FRANE RISCHIO IDROGEOLOGICO ALLUVIONI RISCHIO INDUSTRIALE RISCHIO SANITARIO INCENDI BOSCHIVI ALTRI RISCHI NEVE, TEMPESTE DI VENTO, GRANDINATE RICERCA DISPERSI PIANIFICAZIONE DEL RISCHIO Sorgente del rischio CONOSCENZA Territorio Forze in campo PREVENZIONE Conoscenza Applicazione normative Sorveglianza Esercitazioni SOCCORSO Conoscenza e competenza Disponibilità ed efficienza Rapidità d’intervento RISCHIO SISMICO L’INTERNO DELLA TERRA LA TERRA TRA 20 MILIONI DI ANNI TETTONICA DELL’ AREA MEDITERRANEA La nostra penisola, dalle Alpi ai monti della Sicilia, è un insieme di archi montuosi disgiunti da sistemi di fratture. Faglie attive dell’Appennino Centrale IL TERREMOTO COS’ E’ Vibrazioni della crosta terrestre provocate da: • improvvisa liberazione di energia in un punto più o meno profondo dal quale si propaga, in tutte le direzioni, una serie di onde elastiche ….. le "onde sismiche". Zona origine terremoto piuttosto ampia (anche un migliaio di chilometri di raggio), ma normalmente si può identificare: • • ipocentro, punto dal quale le onde sismiche sono apparentemente partite; generalmente lungo una frattura (faglia) al cui movimento si deve la liberazione dell’energia elastica. epicentro, proiezione verticale dell'ipocentro sulla superficie terrestre. Le onde sismiche si propagano sfericamente a partire dall'ipocentro (dove si libera l'energia). QUANTO È FORTE IL TERREMOTO MAGNITUDO E INTENSITÀ La magnitudo non va confusa con l'intensità Le scale di intensità, come la Mercalli o altre, sono usate per descrivere gli effetti del terremoto. L'intensità dipende quindi dalle condizioni locali (presenza e tipo di costruzioni, distanza dall'epicentro, ecc.) La magnitudo esprime la quantità di energia liberata dal terremoto nel suo ipocentro. La scala utilizzata per la misurazione è la scala Richter che va da 0 ai 10 gradi. L'intensità di un terremoto dipende dalla sua magnitudo ed è inversamente proporzionale alla profondità del suo ipocentro. Eventi con magnitudo di 4,5 o più grande sono abbastanza forti da essere registrati dai sismografi di tutto il mondo. I terremoti più forti registrati sono di magnitudo 8 o 9 ed avvengono con frequenza di circa uno all'anno. Il più grande mai registrato si verificò il 22 maggio 1960 in Cile ed ebbe una magnitudo di 9,5. SCALA MERCALLI – CANCANI – SIEBERG (MCS) Grado Scossa Descrizione I strumentale avvertita solo dagli strumenti II leggerissima avvertito solo da poche persone sensibili in condizioni particolari III leggera avvertito da poche persone IV mediocre avvertito da molte persone; tremiti di infissi e cristalli; oscillazione di oggetti sospesi V forte avvertito da molte persone, anche addormentate; caduta di oggetti VI molto forte qualche lesione agli edifici VII fortissima caduta di comignoli; lesione agli edifici VIII rovinosa rovina parziale di alcuni edifici; vittime isolate IX disastrosa rovina totale di alcuni edifici; molte vittime umane; crepacci nel suolo X disastrosissima crollo di parecchi edifici; numerevoli vittime umane; crepacci evidenti nel terreno XI catastrofica distruzione di agglomerati urbani; moltissime vittime; crepacci; frane; maremoto XII apocalittica danneggiamento totale; distruzione di ogni manufatto; pochi superstiti; sconvolgimento del suolo, maremoto SCALA RICHTER TERREMOTI CON MAG. > 5.5 O CON VITTIME NEGLI ULTIMI 100 ANNI IN ITALIA DATA LUOGO POTENZA VITTIME 1905, 8 settembre Nicastro (oggi Lamezia Terme) Calabria M. = 6.8 557 1908, 28 dicembre Calabria e Sicilia M. = 7.1 130.000 1914, 8 maggio Linera, Sicilia 1915, 13 gennaio Avezzano, Abruzzo M = 7.0 30.000 1919, 29 giugno Mugello M = 6.2 > 100 1920, 7 settembre Garfagnana e Lunigiana, Toscana M = 6.4 300 M = 6.6 1.404 M = 7.2 – IX-X MCS 70 1930, 23 luglio Vulture 1930, 30 ottobre Province di Ancona e Pesaro Urbino 1952, 19 marzo Linera – Acireale (Sicilia orientale) 1968, 15 gennaio Belice, Sicilia occidentale M = 6.4 – X MCS 370 1971, 6 febbraio Tuscania, Lazio M = 4.5 – VIII MCS 31 1972, 14 giugno Ancona – Marche M = 5.9 – IX MCS 1976, 6 maggio Friuli M = 6.4 – X MCS 1979, 19 settembre Valnerina 1980, 23 novembre Irpinia M = 6.9 2.914 1984, 7 maggio San Donato Val di Comino (FR) M = 5.4 7 1990, 13 dicembre Sicilia sud-orientale M = 5.1 16 1997, 26 settembre Umbria e Marche M = 5.8 – IX MCS 11 2002, 6 settembre Sicilia settentrionale M = 5.6 – VII MCS 4 2002, 31 ottobre Molise e Puglia M = 5.4 – VIII MCS 30 2009, 6 aprile L’Aquila, Abruzzo M = 5.9 – VIII/IX MCS TOTALE EVENTI: 21 (media 1 evento ogni 4.76 anni) M = 6.0 – VIII/IX MCS M = 5.9 – VIII MCS M = 5.7 – VIII/IX MCS - 989 4 299 VITTIME TOTALI: 167.106 VELOCITA’ DELLE ONDE SISMICHE La velocità di propagazione dipende dalle caratteristiche elastiche del materiale e dalla sua densità. Due famiglie di onde sismiche: Onde di volume - onde prime P, onde seconde S Onde superficiali - onde di Rayleigh, onde di Love Onde longitudinali o di compressione (P) Si propagano più rapidamente (possono raggiungere velocità anche di 10 km/sec). Le onde P (onde prime) fanno oscillare la roccia avanti e indietro, nella stessa direzione di propagazione dell'onda, con effetti successivi di "compressione" e "dilatazione". Onde trasversali (S) Le Onde S (o Secondarie) viaggiano più lentamente delle "P". Nelle registrazioni sismiche le onde S seguono sempre alle onde P perché la loro velocità è estremamente minore (da 2,3 a 4,5 Km/s f= 0.1 a 2 Hz). L'oscillazione delle particelle di roccia che attraversano avviene trasversalmente rispetto alla loro direzione di propagazione. A differenza delle Onde P, le Onde S non causano variazioni di volume al loro passaggio e non si propagano nei fluidi. E’ per questo che il loro passaggio è ostacolato dalle grandi masse di acqua degli oceani e all’interno della terra attraverso la porzione di nucleo liquido. Onde superficiali (R e L) Sono generate dalla combinazione delle onde P e delle onde S, sono perciò molto complesse e non si manifestano dall'epicentro, ma ad una certa distanza da questo. Le onde superficiali sono quelle che provocano i maggiori danni. Le onde di Rayleigh (onde R) muovono le particelle secondo orbite ellittiche in un piano verticale lungo la direzione di propagazione, come avviene per le onde in acqua. Le onde di Love (onde L) muovono invece le particelle trasversalmente alla direzione di propagazione (come le onde S), ma solo sul piano orizzontale. SISMOGRAMMA Sismogrammi rappresentanti la velocità del suolo lungo tre direzioni perpendicolari (Est-Ovest, Nord-Sud, Verticale al suolo), misurate da un singolo geofono DANNI PROVOCATI DA UN TERREMOTO I terremoti possono causare gravi distruzioni e alte perdite di vite umane: - movimento violento del terreno, - altri effetti (frane, maremoto, cedimento infrastrutture, incendi, fuoriuscita materiali pericolosi, ecc.). Sono gli eventi naturali di gran lunga più potenti sulla terra. I grandi terremoti possono rilasciare un'energia superiore a migliaia di bombe atomiche in pochi secondi, basta pensare che in tempi tanto brevi riescono a spostare volumi di roccia di centinaia di chilometri cubi. Terremoti di maggiore magnitudo solitamente accompagnati da altri eventi secondari (repliche - spesso definite in modo non corretto scosse di assestamento). EFFETTO DI SITO EFFETTO DI SITO EFFETTO DI SITO EFFETTO DI SITO – AMPLIFICAZIONE SISMICA TIPOLOGIE DI AMPLIFICAZIONE SISMICA DI SITO SITUAZIONI DI RISCHIO AMBIENTALE A CAUSA DEL SISMA SITUAZIONI DI RISCHIO AMBIENTALE A CAUSA DEL SISMA SITUAZIONI DI RISCHIO AMBIENTALE A CAUSA DEL SISMA SITUAZIONI PIU’ A RISCHIO ! !! !!! frana TERRENO ALLUVIONALE ROCCIA 5 – 30 mt SABBIE IMMERSE IN FALDA EFFETTO DI SITO – CEDIMENTI DIFFERENZIALI EFFETTO DI SITO – LIQUEFAZIONE TERRENO EFFETTI DEL TERREMOTO IN SUPERFICIE FAGLIE TIPOLOGIE DI FAGLIA EFFETTI DELLE FAGLIE SULLA MORFOLOGIA EFFETTI DEL TERREMOTO IN SUPERFICIE FAGLIA EFFETTI DEL TERREMOTO IN SUPERFICIE FAGLIA EFFETTI DEL TERREMOTO IN SUPERFICIE FRANA EFFETTI DEL TERREMOTO IN SUPERFICIE LIQUEFAZIONE DEL TERRENO PRINCIPALE NORMATIVA ANTISISMICA Decreto Ministeriale 29 Febbraio 1984 - Classificazione sismica del territorio Nazionale (studio del CNR) Circolare Ministero LL.PP. 25882 5 Marzo 1985. - “Norme tecniche relative alle costruzioni antisismiche” Decreto Ministeriale LL.PP. 24 Gennaio 1986 (G.U. n. 108 del 12/05/1986). “Norme tecniche relative alle costruzioni antisismiche” D. M. 16 Gennaio 1996 (G.U. n. 29 del 5/02/1996). “Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche.” Circolare Ministeriale n. 65 10 Aprile 1997 (G.U. n. 97 del 28/04/1997). - “ Istruzioni per l’applicazione delle “Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche” di cui al D.M. 16 Gennaio 1996. Ordinanza del Consiglio dei Ministri OPCM n. 3274 20 Marzo 2003 (G.U. n. 105 del 8/05/2003) “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e normative tecniche per le costruzioni in zona sismica” e succ. mod. Ordinanza PCM 3274/03 – Gruppo di Lavoro 2004 dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia “ Mappa di Pericolosità Sismica “ Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici (voto n° 36 del 27.07.2007) “ Pericolosità sismica e Criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale “. Ordinanza Presidente del Consiglio dei Ministri n° 3519/06 – "Criteri generali per l'individuazione delle zone sismiche e per la formazione e l'aggiornamento degli elenchi delle medesime zone": D. M. del 14 Gennaio 2008 (G.U. n. 29 del 4/02/2008) “Norme Tecniche per le Costruzioni.” DIPARTIMENTO PROTEZIONE CIVILE Classificazione Sismica territorio nazionale (2014) MAPPE DI PERICOLOSITA’ SISMICA ACCELERAZIONE SISMICA ORIZZONTALE LOCALE CARTA DELLA PERICOLOSITA’ SISMICA DELL’UMBRIA ACCELERAZIONE SISMICA ORIZZONTALE AREA DI SPOLETO CARTA GEOLOGICA DELL’ AREA DI SPOLETO SEZIONE GEOLOGICA AREA DI SPOLETO PREVENZIONE ? COSTRUIRE MOLTO BENE ! • Studio geologico e geotecnico completo e dettagliato dell’area fondale. • Progetto eseguito da tecnici di comprovata capacità. • Esecuzione dei lavori ad opera di ditte note per la loro capacità e dirette, con assiduità, dal posizionamento del cantiere al collaudo finale. Oggi sono a disposizione dei progettisti e della cantieristica mezzi e sistemi di alta tecnologia, ma ……. un pilota inesperto è più pericoloso se guida una Ferrari, anziché una 500 PIANIFICAZIONE DEL RISCHIO SISMICO - ACQUISIZIONE DATI SCIENTIFICI (max intensità, aree più a rischio) - APPLICAZIONE NORMATIVE ANTISISMICHE E CONTROLLI - INDIVIDUAZIONE AREE DI ACCOGLIENZA PER L’EMERGENZA - INDIVIDUAZIONE OBIETTIVI SENSIBILI (scuole, ospedali, edifici pubblici, edifici storici, luoghi ad alta frequentazione ecc…) - INDIVIDUAZIONE CRITICITA’ RETE STRADALE - INDIVIDUAZIONE ED ACQUISIZIONE MATERIALI PER L’EMERGENZA - ORGANIZZAZIONE AREE DI ACCOGLIENZA - INFORMAZIONE POPOLAZIONE - ESERCITAZIONI COSA FARE O NON FARE RISCHIO IDROGEOLOGICO FRANE PRINCIPALI TIPI DI FRANE FRANE DA CROLLO PROTEZIONE DA CADUTA MASSI PROTEZIONE DA CADUTA MASSI FRANE DA CROLLO FRANE DA DEBRIS FLOW (COLAMENTI DI FANGO E DETRITI) DEBRIS FLOW PROTEZIONE DA DEBRIS FLOW RISCHI DI UNA ERRATA PIANIFICAZIONE CARTA DEI FENOMENI FRANOSI AREA DI SPOLETO (CNR – GNDCI) RISCHIO IDROGEOLOGICO ALLUVIONI - INONDAZIONI