Palermo Orlando Ferito Vincent Dieutre

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Palermo // Orlando ferito > Vincent Dieutre
Lunedì 9 dicembre 2013, h 21:00 presso il Cinema “Vittorio De Seta” – Cantieri Culturali alla
Zisa (via Paolo Gili, 4) sarà presentato in anteprima regionale il film Roland Blessé – Orlando Ferito,
diretto dal regista francese Vincent Dieutre e presentato al Festival Internazionale del Film di Roma edizione
2013, nella sezione CineMAXXI.
Un evento che, ancora una volta grazie alla strategica sinergia con l’Institut français di Palermo, nasce come
tappa di avvicinamento alla quarta edizione del Sicilia Queer film fest (Palermo, 5-11 giugno 2014), il
festival cinematografico a tematica GLBT e nuove visioni più seguito del Sud Italia.
Interverranno alla proiezione, oltre al direttore dell’Institut français Eric Biagi, gli attori Mimmo Cuticchio,
Massimo Milani, Giuseppe Provinzano, il direttore della fotografia Arnold Pasquier e il regista Vincent
Dieutre, che fin dalla prima edizione è stato ospite del Sicilia Queer anche come giurato (2012) e come autore
del trailer della manifestazione (2013).
Mentre nei festival internazionali il cinema francese trionfa approfondendo lo sguardo sul tema
dell’omosessualità (La vie d’Adèle – La Vita di Adele, L’inconnu du lac - Lo sconosciuto del Lago) e quello
italiano fa altrettanto lanciandosi in una riflessione documentaria su infrastrutture e popolazione
dimenticata (Sacro Gra, Tir), il festival palermitano riunirà le due tendenze cinematografiche del momento in
una serata a cui partecipare con un contributo d’ingresso di euro 5, o sottoscrivendo la Queer Card 2014 per
sostenere il festival (euro 10).
Orlando Ferito è un moderno entrelacement di linguaggi e temi; il cinema di Dieutre, sospeso con il
consueto equilibrio estetico tra documentario e finzione, diario intimo e saggio, visivo e sonoro scollegati,
immortala la Sicilia e Lampedusa come metafore della società occidentale. Territori dove la crisi
economica (berlusconismo), sociale (gay e immigrati) e morale (mafia), ma anche la conseguente voglia di
riscatto, sono più forti che altrove.
Il film è nato durante uno dei frequenti viaggi del regista francese a Palermo; la sceneggiatura è stata
approfondita a Parigi. Dopodiché, il ritorno nel capoluogo siciliano e nell’isola di Lampedusa, con le idee
cardine del film: il teatro palermitano dei Pupi (Mimmo Cuticchio è nel cast), e la scena finale girata nel 2012
durante la “Notte delle lucciole” al Teatro Garibaldi Aperto, coinvolgendo il pubblico (consapevole delle
riprese) e il filosofo Georges Didi-Huberman, teorico del “campo di battaglia nell’immagine”. Una
produzione francese che si è nutrita in Sicilia della collaborazione tra enti e istituzioni diversi, a
dimostrazione che le risorse del territorio sanno collaborare per progetti di alta levatura internazionale
(Institut français e Sicilia Queer nella loro collaborazione pluriennale, ma anche Teatro Garibaldi Aperto,
Collettivo Askavusa di Lampedusa, e i vari attori che partecipano al film).
Un’opera importante fin dal titolo, scelto non solo per l’ellissi temporale-intertestuale che conduce dai canti
di Ariosto ai cunti del teatro dei Pupi. Anche l’inchiesta amorosa, l’avvio al movimento e la riflessione sulla
fine di un’epoca sono temi presenti tanto nella trama del film quanto nella linea epica del celebre poema
cavalleresco. Elemento di assoluta contemporaneità è invece il finale, girato attraverso il flash mob metateatrale della Notte delle Lucciole (titolo che deriva da uno scritto corsaro di Pier Paolo Pasolini), girato al
Teatro Garibaldi Aperto.
ORLANDO FERITO – sinossi: Nel ripostiglio di un piccolo teatro di Palermo le marionette piangono il
proprio destino. Nell’era del turismo di massa, nessuno sembra ascoltare più i pupi. La verità è che le cose
in Europa non potrebbero andare peggio. Nel 1975 Pier Paolo Pasolini annunciava la scomparsa delle
lucciole e l’imminente trionfo del castello di menzogne. Quarant’anni dopo, un regista francese giunge per
la prima volta in Sicilia, in cerca di una nuova speranza politica.
Note di regia: Il film mostra luoghi, parole, corpi che ruotano attorno a un asse: la ricerca delle poche
lucciole sopravvissute. Il progetto crea un parallelo fra le costanti pressioni sociali cui sono sottoposti i
cittadini (in particolare gli omosessuali siciliani, costretti a condurre una doppia esistenza a volte dolorosa,
altre fantasiosa) e l’immagine dei pupi animati dal puparo nascosto nel buio. Questa dualità si trova ovunque
in Sicilia. Come afferma George Didi-Huberman, bellezza e dolore sono legati indissolubilmente. La bellezza
della natura e il caos urbano. Il desiderio di autonomia e l‘asservimento a poteri invisibili. La tradizione e la
modernità. Si tratta della medesima dualità che si trova nel nostro mondo “postmoderno”, ma che in Sicilia è
visibile ovunque. Il film rivela questo panorama frammentario. Perché noi rifiutiamo l’idea della “Sicilia
eterna”, non contaminata dalla globalizzazione europea e da quindici anni di berlusconismo. No, Orlando
ferito tenta di cogliere una Sicilia immersa in una complessità del tutto contemporanea: dall’improvvisa
irruzione di Internet nella sfera dei rapporti amorosi, all’immigrazione clandestina sulle coste turistiche del
Sud. Una Sicilia che, nell’arco del film, può assurgere, per noi e per il nostro mondo, a metafora dell’Europa
odierna.
Regia: Vincent Dieutre
Sceneggiatura: Vincent Dieutre, Camille de Toledo, Giulio Minghini
Fotografia: Arnold Pasquier
Montaggio: Dominique Auvray
Cast: Fleur Albert, Paola La Rosa, Sandeh Veet, Rosaria Esposito, Gigi Malaroda, Massimo Milani,
Emilio Perna, Giuseppe Provinzano, Paolo Francesco Gannalia, Martina Cardella, Collectif
Askavusa, Salvatore Borsellino
Produzione: La Huit Productions
VINCENT DIEUTRE – breve biografia: nato in Francia nel 1960, ha fatto studi di cinema all’IDHEC e ha
scritto una tesi di laurea sull’estetica della confusione. Lavora presso Roma e New York, insegna estetica
all’Università di Paris VIII e i suoi film hanno ricevuto premi in tutto il mondo, scandagliando il tema
dell’omosessualità e aderendo e un genere tra il documentario e l’autofinzione, con uno stile impreziosito
dalla pittura barocca e la musica classica. E’ legato a una particolare passione per l’Italia, dove ha girato
Rome désolée nel 1995 e Bologna Centrale nel 2003.
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