Niente tasse e reddito minimo per tutti
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Niente tasse e reddito minimo per tutti
"L'idea di eliminare tutte le tasse grazie al gettito che ne potrebbe garantire una sola, una flat tax dell'1 x
1.000 su tutte le transazioni finanziarie del pianeta, potrebbe risolvere un problema lasciato aperto da
un'altra sorprendente proposta, quella del "reddito minimo universale" o "reddito di esistenza", da
prevedere per ogni abitante del pianeta, riportata in auge dal docente di etica economica e sociale ad
Harvard e all'Università Cattolica di Lovanio, Philippe Van Parijs. La formula è ben riassunta
dal Collettivo Charles Fourier in un testo del 1985: "Eliminate le indennità di disoccupazione, i sistemi
pensionistici, i sistemi esistenti di aiuto sociale e di reddito minimo garantito, gli assegni familiari, le
riduzioni fiscali e i crediti d'imposta per le persone a carico, le borse di studio, i sussidi per l'impiego,
l'aiuto statale alle imprese in difficoltà. Versate però ogni mese, a ogni cittadino, una somma sufficiente
per coprire i bisogni fondamentali di un individuo che vive da solo. Dategliela: che egli lavori o meno,
che sia povero o ricco, che abiti solo, con la famiglia, che conviva, che viva in comunità, che abbia o non
abbia lavorato in passato. Fate tutto questo e osservate ciò che accade". Il reddito universale può
permettere a chi lavora, dice Parijs, di interrompere la propria attività per qualche tempo, lascia a un
genitore lo spazio di prendersi cura personalmente dei bambini quando sono molto piccoli, sostiene
diverse situazioni in cui per scelta o necessità ci si ferma. In questo modo si libera spazio lavorativo, si
dinamizza l'offerta di lavoro. Si dà vita a una redistribuzione. Chi non lavora ancora avrà un maggiore
potere per negoziare un posto di lavoro, per rifiutare un lavoro non adatto, che andrà bene per un'altra
persona". Si realizza quel giusto compromesso, disegnato da Thomas Mann nei Buddenbrook, tra lavoro,
imprenditorialità e gusto di vivere"
Ripubblichiamo un articolo apparso su Il Sole 24 ore il 27 maggio 2012 e ripreso da
Laragionedellacritica.org
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