APPUNTI DI TERMODINAMICA APPLICATA [APPUNTI] di Andrea Gatto 1 INDICE GENERALE APPUNTI DI TERMODINAMICA APPLICATA [APPUNTI]...................................................................1 CONCETTI TEORICI TRATTATI....................................................................................................4 Termodinamica.................................................................................................................4 Sistemi termodinamici...............................................................................................................................4 Termologia: calore e temperatura.............................................................................................................4 Riscaldamento dei corpi......................................................................................................................4 Principio zero della termodinamica.....................................................................................................5 Postulato di Clausius...........................................................................................................................5 Impiego del calore nelle macchine e negli impianti termici......................................................................5 La termodinamica applicata ai gas...................................................................................6 Caratteristiche degli aeriformi – Coordinate termodinamiche..................................................................6 Scale termometriche............................................................................................................................6 Masse e volumi dei gas............................................................................................................................7 Massa atomica e massa molecolare...................................................................................................7 Leggi dei gas perfetti.................................................................................................................................7 Gas perfetto.........................................................................................................................................7 Leggi di Gay-Lussac............................................................................................................................8 Legge di Boyle-Mariotte.......................................................................................................................8 Equazione caratteristica dei gas perfetti.............................................................................................8 La costante particolare ed universale dei gas.....................................................................................8 Capacità termica e calore specifico..........................................................................................................9 Passaggi di stato e calore latente.......................................................................................................9 Lavoro di un Gas.....................................................................................................................................10 Trasformazioni termodinamiche.....................................................................................11 Rendimento di trasformazione...........................................................................................................11 Funzioni di stato e funzioni di linea....................................................................................................11 Rappresentazione grafica del lavoro, diagramma p – v.........................................................................11 Lavoro motore e lavoro resistente.....................................................................................................12 Trasformazioni fondamentali dei gas ideali............................................................................................12 Trasformazione isoterma (T = cost)...................................................................................................12 Trasformazione isocora o isovolumica (v = cost)..............................................................................13 Trasformazione isobara (p = cost).....................................................................................................13 Trasformazione adiabatica (Q = 0)....................................................................................................13 Primo principio della termodinamica..............................................................................14 Sistemi chiusi..........................................................................................................................................14 Energia interna..................................................................................................................................14 Primo principio...................................................................................................................................14 Enunciato di Mayer............................................................................................................................14 Sistemi aperti..........................................................................................................................................15 Entalpia..............................................................................................................................................15 Primo principio...................................................................................................................................15 Applicazioni del primo principio..............................................................................................................16 Trasformazione isocora o isovolumica (v = cost)..............................................................................16 Trasformazione isoterma (T = cost)...................................................................................................16 Trasformazione isobara (p = cost).....................................................................................................16 2 Trasformazione adiabatica (Q = 0)....................................................................................................16 3 CONCETTI TEORICI TRATTATI TERMODINAMICA La termodinamica studia le trasformazioni subite da un sistema in seguito a scambi di energia (termica e/o energia) con altri sistemi o con l'ambiente esterno. Sistemi termodinamici. La termodinamica classica ha come oggetto lo studio del comportamento dei sistemi da un punto di vista macroscopico. Per sistema si intende un insieme di elementi delimitati da un contorno (superficie chiusa che può essere permeabile o impermeabile alla materia) che interagiscono fra di loro per ottenere uno scopo. Per sistema termodinamico, invece, si intende: “una quantità di materia racchiusa da una superficie chiusa” Tutto ciò che sta al di fuori del sistema termodinamico, ma che può influire sui suoi comportamenti, è considerato ambiente esterno di dimensioni indefinite. Tra il sistema e l'ambiente possono avvenire scambi di energia termica (calore Q) e lavoro L. ◦ Q>0 se il calore entra nel sistema; ◦ Q<0 se il calore esce dal sistema; ◦ L>0 se il sistema compie lavoro sull'ambiente; ◦ L<0 se l'ambiente compie lavoro sul sistema; Termologia: calore e temperatura. La forma più elementare di flusso termico si ha quando due sistemi o due corpi si trovano a temperatura diversa e vengono posti a contatto diretto. TPENTOLA Riscaldamento dei corpi. Riscaldando su un fuoco un pentolino pieno d'acqua la sua temperatura sale. Si può dedurre che: ◦ fornendo calore la temperatura sale; ◦ il calore si trasmette spontaneamente da un corpo a TFIAMMA 4 temperatura maggiore ad uno a temperatura minore (se i corpi fossero alla stessa temperatura non ci sarebbe flusso termico); ◦ i corpi a contatto tendono a raggiungere uno stato di equilibrio (o livellamento) termico. Dall'osservazione di questi fenomeni si sono ricavati due importanti enunciati: il principio zero ed il postulato di Clausius. Principio zero della termodinamica. “Quando due corpi sono in equilibrio termico con un terzo, sono in equilibrio anche tra di loro”. Postulato di Clausius. “Il calore non può passare da un sistema freddo ad uno caldo senza spendere una certa quantità di lavoro.” Impiego del calore nelle macchine e negli impianti termici. “Il calore è una forma di energia.” “L'energia è la capacità di compiere lavoro.” Nelle macchine motrici idrauliche si sfrutta il salto geodetico (dislivello) per ottenere lavoro, si converte quindi l'energia potenziale di posizione in lavoro: EP =m⋅g⋅H Nel caso di assenza di dislivello (H=0) il lavoro ottenibile è nullo. Analogamente, nel caso di macchine termiche, la capacità di trasformare il calore in lavoro meccanico si ha in presenza di un “dislivello” termico tra i fluidi o tra il fluido interno e quello esterno alla macchina. Il livello termico posseduto da una sostanza è costituito dalla temperatura e quindi, se in uscita la temperatura è inferiore a quella iniziale, una parte del calore si sarà trasformato in lavoro. Il calore, a differenza della temperatura, non può essere rilevato in maniera “sensibile”, anche se presente, essendo un'energia in transito (“passa” da un corpo a temperatura maggiore ad uno a temperatura minore). Tale energia può essere definita solo quando si trasmette. Per la sua misura si impiegano appositi strumenti chiamati calorimetri. 5 LA TERMODINAMICA APPLICATA AI GAS Caratteristiche degli aeriformi – Coordinate termodinamiche. Gli aeriformi, differentemente dai liquidi che possono essere considerati incomprimibili, possono essere compressi e rinchiusi in spazi sempre più ristretti riducendo, anche sensibilmente, il loro volume. È quindi indispensabile associare il volume specifico, o la massa volumica, ad una pressione per rendere il suo valore più rappresentativo. In generale si ha: v= V 1 = m ρ quindi, a parità di massa, riducendo il volume si ottiene una diminuzione del volume specifico e quindi dello spazio occupato da ogni kg di sostanza. Considerazioni analoghe possono essere fatte sulla temperatura; all'aumentare della quale si ha un incremento anche del volume. Tale incremento, presente anche nei solidi e nei liquidi, diventa rilevante nel caso degli aeriformi. Nel caso in cui la pressione e la temperatura siano legate al volume specifico, è evidente che anche esse siano direttamente legate. È quindi evidente che, per gli aeriformi, esiste uno stretto legame tra queste tre grandezze e quindi la loro determinazione è necessaria per stabilire con esattezza quello che è definito “stato fisico” dell'aeriforme. Si dice quindi che lo stato fisico di un aeriforme è perfettamente noto quando sono noti: ◦ pressione [Pa = N/m2]; ◦ volume specifico [m3/kg]; ◦ temperatura [K]. Anche per questo motivo sono chiamate coordinate termodinamiche. Scale termometriche. La temperatura rappresenta il livello termico posseduto da una sostanza ovvero una misura dello stato di agitazione di un corpo (spesso confuso con il calore) che è “rilevabile” attraverso la “sensazione” di caldo e freddo. Nel Sistema Internazionale delle misure (SI) si utilizza, come unità di misura fondamentali, il Kelvin, unità chiamata temperatura termodinamica assoluta. Questa assume valori sempre positivi proprio in funzione della definizione: in assenza di agitazione termica la temperatura dovrebbe essere nulla (impossibile anche per il principio di indeterminazione) ovvero lo zero assoluto (-273,15 °C). Diverse scale hanno, come riferimento per la suddivisione, le temperature degli stati di aggregazione di alcune sostanze: l'unità del grado Celsius e del Kelvin è definita come la centesima parte della differenza tra la temperatura di ebollizione dell'acqua distillata (100 °C) e la sua temperatura di solidificazione (0 °C). 6 Masse e volumi dei gas “La massa atomica relativa µ è definita con un numero che indica quante volte la massa dell'atomo è maggiore della dodicesima parte dell'isotopo carbonio-12 (C-12) chiamata amu (atomic mass unit).” La massa reale di 1 amu corrisponde alla massa di un protone ovvero 1,66 x 10-24 g. Massa atomica e massa molecolare Una molecola può essere costituita da un atomo (come i metalli), da due atomi uguali (come la maggior parte dei gas) oppure da più atomi diversi (come i composti chimici). Nel caso di molecole monoatomiche, si parla di massa atomica. Negli altri casi si parla di massa molecolare. La mole è un'unità di misura della massa, espressa in grammi, che identifica una quantità di materia pari alla massa molecolare dell'elemento che contiene un numero fisso di particelle (atomi, molecole o ioni) noto come numero di Avogadro (N = 6,022x1023). La relazione che lega la massa con il volume è espressa dal Principio di Avogadro: “Volumi uguali di gas diversi, posti però nelle stesse condizioni di volume e pressione, contengono lo stesso numero di molecole.” Il volume molare è quindi il volume occupato da una mole di qualsiasi gas in condizioni normali1 e vale 22,414 dm3/mol. Leggi dei gas perfetti Un aeriforme è una sostanza caratterizzata da una grande libertà di movimento delle molecole: ◦ gas: quando si trovano ad una temperatura sufficientemente lontana da quella di condensazione (o ebollizione); ◦ vapore: quando ha una temperatura vicina a quella di condensazione. Se il vapore è riscaldato ulteriormente, il suo comportamento si avvicina a quello dei gas. La distinzione diventa fondamentale in quanto un liquido, appena vaporizzato, pur presentando caratteristiche fisiche tali da poterlo classificare come aeriforme, presenta un comportamento anomalo rispetto ai gas (non sono applicabili le leggi). Le leggi dei gas che seguono, pur nascendo per i gas perfetti (inesistenti in natura), si adattano ai gas reali con risultati tanto più attendibili quanto più è grande il divario tra la temperatura di lavoro e quella di condensazione. Gas perfetto. Un gas si definisce perfetto quando presenta alcune caratteristiche: ◦ molecole di forma sferica tutte uguali e tali da essere di volume trascurabile; ◦ gli urti tra molecole sono perfettamente elastici senza dispersioni di energia; ◦ le forze attrattive e repulsive sono nulle così come le forze d'attrito; 1Il Normalmetrocubo è il volume occupato da un gas alla temperatura di 0°C e alla pressione atmosferica 1,013 bar (ovvero le condizioni normali). 7 ◦ segue le leggi della termodinamica e le costanti caratteristiche sono indipendenti dalla pressione e dalla temperatura. Una prima conseguenza della definizione è che il gas occupa tutto il volume a disposizione in maniera omogenea e con la stessa pressione. Leggi di Gay-Lussac Sono leggi che regolano la variazione di volume e pressione di un gas perfetto quando se ne aumenta la temperatura somministrando calore. Se scaldiamo il gas (a pressione costante) partendo da una temperatura di 0°C si ottiene: V=V0⋅(1+α⋅t [° C])=V0⋅α⋅(1/α +t [° C])=α⋅V 0⋅T[°K ] α = coefficiente di dilatazione = 1/273,16 Analogamente Gay-Lussac ha enunciato una legge che indica la variazione di pressione, a parità di volume: p=p0⋅(1+α '⋅t )=p0⋅α '⋅(1/ α '+t [° C])=α '⋅p0⋅T [° K ] α' = coefficiente di tensione = 1/273,16 Legge di Boyle-Mariotte “Per una data massa di gas, mantenendone costante la temperatura, rimane costante il prodotto della pressione per il relativo volume.” p⋅V=cost Tale legge è valida per i gas mentre diviene sempre meno attendibile più ci si avvicina alla temperatura di condensazione (o di ebollizione) ovvero quando l'aeriforme prende il nome di vapore. Equazione caratteristica dei gas perfetti Consideriamo una massa di 1 kg di gas in due stati fisici differenti; entrambi vengono portati, a pressione costante, sino a 0°C. Dalla prima legge di Gay-Lussac e dalla legge di Boyle-Mariotte, sullo stato finale, si ha: V 0⋅p=cost V V0 = α⋅T ⇒ ⇒ V V⋅p ⋅p= =cost ⇒ 1+ α t α⋅T V⋅p m V ℜ =α⋅cost=n⋅ℜ= ⋅ℜ ⇒ ⋅p= ⋅T ⇒ v⋅p=R⋅T T M m M Tale formula è nota come equazione caratteristica (equazione di stato), dove R è la costante particolare del gas e dipende da gas a gas (legge di Avogadro). La costante particolare ed universale dei gas “Per ogni gas, il prodotto tra la sua massa molecolare e la costante del gas R assume sempre lo stesso valore definito come costante universale del gas.” 8 Capacità termica e calore specifico. Due sostanze diverse alle quali viene somministrata la stessa quantità di calore, non avranno lo stesso incremento di temperatura poiché ogni sostanza ha una diversa capacità termica. Considerando l'unità di massa, si definisce calore specifico: “La quantità di calore necessaria ad incrementare la temperatura di una massa di 1 kg di sostanza di 1°C.” c= Q m⋅∆ T ⇒ Q=m⋅c⋅∆ T (calore sensibile) Il calore specifico varia con la temperatura pertanto, durante una trasformazione, è bene considerare il suo valore medio. Nel caso di aeriforme (gas e vapori) si introducono due calori specifici che sono funzione del tipo di trasformazione: cp = calore specifico a pressione costante; cv = calore specifico a volume costante. Passaggi di stato e calore latente. Una sostanza può presentare tre stati di aggregazione: ◦ solido; ◦ liquido; ◦ aeriforme: non ha ne forma ne volume proprio e tende, quindi, ad occupare tutto lo spazio di cui dispone, in virtù delle forze repulsive che tendono ad allontanare le molecole una dall'altra. In figura sono rappresentati i sei passaggi di stato. Gli aeriformi, a loro volta, si suddividono in gas o vapori a seconda della distanza rispetto alla temperatura di ebollizione. Per far avvenire il passaggio completo bisogna fornire il calore latente: “Calore necessario per effettuare un completo passaggio di stato” Q=m⋅λ Per esempio, quando un materiale raggiunge la temperatura di fusione, comincia a passare allo stato liquido; il calore necessario a tutto il passaggio è detto calore latente di fusione. Se il materiale è puro, il passaggio avviene a temperatura costante. Durante i passaggi di stato si può quindi percepire la differenza tra calore e temperatura: il primo deve essere sottratto o fornito mentre il secondo rimane costante. 9 Lavoro di un Gas. Per compiere un lavoro, il gas deve essere arricchito di energia a sufficienza da superare le forze esterne. Consideriamo ora un cilindro munito di stantuffo mobile, senza attrito, contenete 1 kg di gas e sottoposto ad una forza costante. Dalla conoscenza del volume, dall'entità della forza e dall'equazione di stato dei gas perfetti possiamo determinare la terza coordinata termodinamica (la temperatura). Se al cilindro somministriamo calore avremo un aumento della temperatura, del volume ma non della pressione che rimarrà costante dipendendo unicamente dalla forza esterna. d l q È possibile determinare il lavoro ottenuto partendo dalla sua definizione: L=F⋅s=p⋅A⋅(s2 −s1 )=p⋅(A⋅s2 −A⋅s1 )=p⋅(V2 −V1 ) [J] ⇒ l=p⋅(v 2 −v 1 ) [J/kg] Questa grandezza è chiamata lavoro esterno di dilatazione; questa formula è verificata nel caso in cui si mantenga costante la pressione. Se la pressione non è costante durante la trasformazione, possiamo suddividere la variazione di volume in tanti piccoli intervalli considerando la pressione mediamente costante. Si ha quindi la forma differenziale: dl=p⋅dv ⇒ L=∫ p⋅dv 10 TRASFORMAZIONI TERMODINAMICHE. Lo stato fisico di un aeriforme è completamente noto quando sono definiti i valori delle coordinate termodinamiche (p, v e T). Nel campo di validità dell'equazione di stato dei gas perfetti, in realtà basta che soltanto due di esse siano note. Se passiamo da uno stato iniziale ad uno stato finale, facendo variare almeno due grandezze termodinamiche, si parla di trasformazione termodinamica. La trasformazione è detta finita quando la variazione delle grandezze è sensibile. Una qualunque trasformazione può essere rappresentata in un piano cartesiano. Il percorso seguito, ovvero l'insieme delle posizioni seguite nel passaggio, è invece chiamato linea di trasformazione (ne esistono infinite). Una trasformazione si dice finita quando almeno una variabile di stato varia sensibilmente. Rendimento di trasformazione. Una trasformazione di energia, ovvero il passaggio da una forma ad un'altra, avviene a spese di una parte dell'energia stessa che è persa (rendimento). Nel caso si parta da energia sotto forma di calore, la quantità di energia persa nella trasformazione è molto maggiore rispetto ad altri casi; per questo si parla di energia di “qualità” inferiore. Funzioni di stato e funzioni di linea. Il lavoro eseguito da un gas nel passaggio da uno stato 1 ad uno stato 2 non dipende solo dagli stati iniziali e finali ma anche dal percorso. Oltre che per il lavoro, anche per il calore vale lo stesso principio: entrambe le grandezze sono quindi chiamate funzioni di linea. Al contrario l'energia interna dipende solo dallo stato iniziale e da quello finale ed è quindi chiamata funzione di stato, ovvero una funzione indipendente dal percorso. Rappresentazione grafica del lavoro, diagramma p – v Se in un sistemi di assi cartesiani riportiamo sulle ascisse i volumi specifici e sulle ordinate le pressioni, ogni punto del piano rappresenta lo stato fisico di un gas in un determinato istante. Questo sistema di assi è chiamato piano di Clapeyron o piano del 11 lavoro. La scelta delle variabili p e v non è casuale in quanto, questo piano, ci permette di determinare agevolmente il lavoro che un gas compie nel passaggio da uno stato fisico ad un altro. Infatti, suddividendo l'area compresa tra A e B in tante strisce verticali di spessore infinitesimo, tale area può essere assimilata a quella di un rettangolo che ha la stessa espressione del lavoro. p p 1 p1 1 q dl 2 p2 2 l v1 v2 v dv v Estendendo la somma a tutte le aree si troverà il lavoro totale, in quanto l'area sottesa ad una linea di trasformazione è pari al lavoro scambiato nella trasformazione. l1,2 =∑ dli=∑ (pi⋅dv ) ⇒ i i v2 l1,2 =∫( p⋅dv) v1 Lavoro motore e lavoro resistente Se la trasformazione va nel senso decrescente del volume specifico, il lavoro è negativo (resistente), altrimenti, se è crescente, il lavoro è positivo (motore). Trasformazioni fondamentali dei gas ideali I gas subiscono trasformazioni sia in natura (in modo spontaneo) che nelle macchine a fluido (in modo forzato); queste trasformazioni sono una successione di stati differenti. Le trasformazioni fondamentali sono quelle in cui una grandezza termodinamica (p, v, T e Q) è costante. Trasformazione isoterma (T = cost) Trasformazione che avviene a temperatura costante. Dall'equazione di Boyle – Mariotte ovvero dall'equazione di stato dei gas perfetti: p1⋅v 1=p2⋅v2 T=cost ⇒ p⋅v=cost p⋅v=R⋅T ⇒ v= R⋅T p Per meglio capire come varia il volume in funzione della pressione (e come cambia questa variazione a seconda della temperatura) vediamo un esempio. 12 Si abbia dell'azoto alla temperatura di 350 K ed alla pressione di 0,8 MPa. Determinate il volume specifico e il suo andamento al variare della pressione mantenendo costante la temperatura. Cosa succede se la temperatura passa a -30 °C? v1 3 v2 [MPa] [m /kg] [m3/kg] 0,2 0,520 0,361 0,4 0,260 0,180 0,6 0,173 0,120 0,8 0,130 0,090 1 0,104 0,072 1,2 0,087 0,060 1,4 0,074 0,052 1,6 0,065 0,045 1,8 0,058 0,040 2 0,052 0,036 Isoterma 2,5 2 Pressione [MPa] p 1,5 1 0,5 0 0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 Volume massico [m3/kg] Trasformazione isocora o isovolumica (v = cost) Una trasformazione a volume costante, dall'equazione di stato p e T sono direttamente proporzionali. p⋅v=R⋅T ⇒ p1 p 2 p R = =cost ⇒ = T v T 1 T2 Trasformazione isobara (p = cost) Una trasformazione a pressione costante; dall'equazione di stato v e T sono direttamente proporzionali. p⋅v=R⋅T ⇒ v1 v 2 v R = =cost ⇒ = T p T1 T 2 Trasformazione adiabatica (Q = 0) In una trasformazione senza scambi di calore con l'esterno (Q=0), il sistema è termicamente isolato. p⋅vk =cost p⋅v=R⋅T k= cp cv k è il coefficiente di Poisson (karia = 1,4). 13 PRIMO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA. Sistemi chiusi. Energia interna. L'esperienza dimostra che esiste un legame tra calore e lavoro: se fornisco calore ad un cilindro con stantuffo mobile, quest'ultimo si solleva. Consideriamo ora un gas compresso in un cilindro adiabatico (senza scambio di calore) con uno stantuffo mobile ma bloccato. Se si sblocca lo stantuffo, avviene un'espansione con riduzione della temperatura e della pressione nonostante non vi sia calore in gioco. Se non abbiamo fornito calore, ma abbiamo ottenuto del lavoro, vuol dire che deve esistere una terza grandezza per completare il bilancio energetico. Tale grandezza è chiamata energia interna (U) ed è data dalla somma dell'energia cinetica molecolare dei fluidi (liquidi e aeriformi), e dall'energia potenziale elastica molecolare (liquidi e solidi) possedute dalle molecole. Primo principio l d Dall'esempio del cilindro e dello stantuffo, si può osservare che siamo riusciti ad ottenere energia meccanica (lavoro) da energia termica (calore) attraverso l'uso di un gas. Il gas è quindi il mezzo che possiamo utilizzare per trasformare l'energia da una forma ad un'altra. In generale possiamo dire che, fornendo calore ad una sostanza, una parte di esso viene impiegato per variare l'energia interna. La restante servirà per produrre lavoro. q Contenuto energetico iniziale + Calore ricevuto u1 +q=u2 +l ⇒ = Contenuto energetico finale + Lavoro compiuto verso l'esterno q−l=u2 −u1=∆u Nella realtà pratica non ci interessano i valori puntuali dell'energia interna (e delle altre grandezze) ma le sue variazioni pertanto si considera convenzionalmente nulla l'energia interna alla temperatura di 0°C. Enunciato di Mayer. “In un sistema termodinamico che scambia energia con l'esterno, la somma algebrica del calore, dei lavori e dell'energia interna risulta pari a zero.” 14 dq=dl+du ⇒ dq=calore scambiato[J/ kg] dl=lavoro scambiato[J/kg] du=variazionedi energiainterna [J /kg] Il termine differenziale indica che variano le grandezze di quantità infinitesimali. Si hanno quindi tre casi: dQ=dL ⇒dU=0 dQ>dL⇒ dU>0 dQ<dL⇒ dU<0 Si osserva che, in un sistema isolato, la quantità di energia contenuta è una grandezza che rimane costante sia in condizioni di equilibrio che nel corso di trasformazioni. Il primo principio non è altro che il principio di conservazione dell'energia applicato alle trasformazioni di calore e lavoro. Sistemi aperti. Entalpia. Consideriamo 1 kg di fluido alla temperatura iniziale di 0 °C (convenzionalmente anche l'energia interna sarà nulla) sottoposto ad una generica pressione p e con un volume specifico talmente piccolo da essere considerato nullo. Al fluido somministriamo calore incrementandone quindi l'energia interna ed il volume specifico. Si definisce entalpia h: “la somma dell'energia interna posseduta da 1 kg di fluido e dal lavoro di dilatazione compiuto per ottenere la sua espansione fino al volume finale mantenendo costante la pressione.” h=u+p⋅(v−v0 ) ⇒ h=u+p⋅v Il prodotto p per v è anche noto come lavoro di pompaggio, ovvero l'energia di pressione posseduta dal fluido. L'entalpia è quindi un modo per misurare il contenuto energetico globale: ◦ energia interna (calore posseduto); ◦ energia dovuta alle forze di pressione. Primo principio p1 w1 l p2 q z2 z1 w2 15 Dallo schema a regime si ha: Energia Entrante = Energia Uscente 1 1 q+u1 +g⋅z1 + w 12 +p1⋅v1 =l+ u2 +g⋅z2 + w 22 +p2⋅v 2 2 2 Il prodotto pv rappresenta il lavoro di pulsione, ovvero l'energia che deve spendere il fluido per superare la pressione all'ingresso. 1 ⇒ q=l+u2 +p 2⋅v 2−(u1 +p1⋅v 1 )+ g⋅(z 2−z1 )+ ⋅(w22 −w21 ) ⇒ 2 1 ⇒ q=l+u2 +p 2⋅v 2−(u1 +p1⋅v 1 )+ g⋅∆ z+ ⋅∆ w2 ⇒ 2 ⇒ q=l+h2 −h1 +∆ eP +∆ eC =l+ ∆ h+ ∆ eP + ∆ eC Considerando nulli i termini macroscopici (energia cinetica ed energia potenziale): ⇒ q=l+ ∆h Applicazioni del primo principio Trasformazione isocora o isovolumica (v = cost) La trasformazione a volume costante è molto importante poiché se la variazione di volume è nulla lo è pure lo scambio di lavoro. v 1 =v 2 ⇒ dv=0 ⇒ l=0 ⇒ q=l+ ∆ u=∆ u ⇒ ∆ u=q=c v⋅∆ T Questa formula è fondamentale perché ha validità generale. Trasformazione isoterma (T = cost) E' dimostrato (vedi trasformazione isocora) che l'energia interna dipende dalla sola temperatura, nel caso essa rimanga costante la variazione di energia interna è nulla. T1 =T2 ⇒ ∆ T=0 ⇒ ∆ u=0 ⇒ q=l+ ∆ u=l Risulta quindi che tutta l'energia meccanica è trasformata in calore e viceversa. v dv q=l=∫ dl=∫( p⋅dv)=∫ (R⋅T⋅ )=R⋅T ln( 2 ) v v1 Trasformazione isobara (p = cost) Dal calcolo del lavoro nel caso di isobare. l=∫ dl=∫ (p⋅dv)=p∫ dv=p⋅(v2 −v1 ) q=l+∆ u=p⋅(v 2 −v 1 )+u2−u1 =( p⋅v 2 +u2 )−(p⋅v1 +u1 ) ⇒ q=h 2−h1 Trasformazione adiabatica (Q = 0) Essendo nullo il calore. q=l+∆ u=0 ⇒ l=−∆ u=−c v⋅(T2 −T1 ) 16 dh=dU+d(p⋅v)=dU+d(R⋅T)=c v⋅dT+R⋅dT=(c v +R)⋅dT ⇒ dh=cp⋅dT Nel caso di trasformazione adiabatica possiamo ricavarci la formula, a validità generale, dell'entalpia. 17