Itinerario: L’antico-oceano-della-Tetide Area geotematica: Area Geotematica 1 – Monviso e Alpi Cozie Ubicazione: Comune di Crissolo (CN) Coordinate: 44° 41’ 16’’ N, 7° 05’ 53’’ E Quota: 2280 m slm Interesse del geosito: geologico-petrografico Accessibilità: Raggiungibile a piedi lungo il sentiero che dal Pian del Re sale verso il rifugio Quintino Sella Questo stop, come il precedente, consente al visitatore di farsi un’idea delle caratteristiche delle antiche rocce magmatiche intrusive originariamente costituenti le porzioni inferiori della crosta oceanica della Tetide. La struttura di questi affioramenti, particolarmente evidente sulle belle superfici levigate delle rocce montonate presenti (espressione morfologica dell’azione erosiva dei ghiacciai), consiste di orizzonti alternati di eclogiti e metagabbri spessi da alcuni centimetri a parecchi decimetri, con una netta prevalenza delle eclogiti. 13 Fascia di piegatura scheda Una passeggiata sul fondo dell’antico oceano Tetide – STOP 6 Sequenza eclogitica stratificata lungo il sentiero tra il Lago Chiaretto e il lago Lausetto: le antiche camere magmatiche alla base della sequenza ofiolitica Approfondimento 2 - Le eclogiti Le eclogiti sono rocce tipiche delle zone di subduzione (v. Scheda di approfondimento 3): esse derivano dalla trasformazione di originarie rocce di composizione gabbrica o basaltica in condizioni di alta pressione. Si tratta di rocce dense costituite prevalentemente da due minerali: onfacite e granato. L’onfacite è un silicato ricco di sodio e calcio che fa parte della famiglia dei pirosseni e ha un tipico colore verde bottiglia, mentre il granato è un silicato ricco di alluminio, ferro e magnesio e ha un tipico colore rosso scuro e un aspetto tondeggiante. A questi due minerali si può talvolta aggiungere il glaucofane, un anfibolo ricco in sodio di colore blu molto scuro, e la fengite, una mica chiara in lamelle che riflettono bene la luce e hanno un colore argentato. Il termine “eclogite” è stato creato da Haüy nel 1822 e significa “roccia scelta” (dal greco εκλογη, che significa “scelta”), ma già alcuni decenni prima de Saussure aveva segnalato queste rocce nelle Alpi. Per tutto il diciannovesimo secolo l’origine delle eclogiti rimase un enigma. Nel 1920 le eclogiti furono coinvolte nella formulazione del concetto di “facies metamorfica” da parte di Eskola, ma fu solo con l’avvento della petrologia sperimentale e con l’applicazione dei calcoli termodinamici che le eclogiti vennero definitivamente riconosciute come rocce metamorfiche di alta pressione. Gli orizzonti scuri di eclogiti (Fig. 13) derivano da originari gabbri ricchi in ferro e titanio, mentre gli orizzonti chiari (Fig. 14) derivano da originari gabbri ricchi in magnesio e alluminio; questo dualismo composizionale è tipico delle camere magmatiche intruse nella crosta oceanica ed è rimasto preservato nonostante la complessa storia metamorfica e deformativa subita durante la formazione della catena alpina. Per ulteriori approfondimenti sulla storia delle eclogiti si veda: Godard G. (2001), Eclogites and their geodynamic interpretation: a history. Journal of Geodynamics 32, 165–203. 14