Prodotti Dietetici
I GLUCIDI
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I glucidi (dal greco glucos, dolce) o carboidrati,
sono composti costituiti da carbonio, idrogeno e
ossigeno (sostanze ternarie) che conferiscono
sapore, consistenza e varietà agli alimenti.
Inoltre i carboidrati rappresentano la fonte
principale di energia del nostro organismo e
conseguentemente
occupano
un
posto
preminente nella dieta dell'uomo.
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Principali funzioni:
• energetica (anche di riserva)
• plastica o di sostegno (glicoproteine)
• regolatoria (acidi nucleici)
• edulcorante
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La produzione di carboidrati in natura avviene nelle
piante verdi mediante il processo di fotosintesi
clorofilliana, che catalizza la conversione dell’anidride
carbonica ed acqua in D(+)-glucosio.
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Chimicamente possono essere considerati come
aldeidi
(aldosi)
o
chetoni
(chetosi)
di
alcoli
polivalenti, con formula bruta (CH2O)n. A seconda
del grado di polimerizzazione si avranno triosi (3
atomi di carbonio), tetraosi (4 C), pentaosi (5 C),
esosi (6 C), eptosi (7 C), ecc. Pertanto i diversi
carboidrati possono essere classificati in funzione
del numero di unità monomeriche.
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Principali carboidrati di interesse nutrizionale
Classe
(DP)*
Gruppo
Monosaccaridi
Zuccheri
(1-2)
Disaccaridi
Polioli
Oligo
saccaridi
(3-9)
Poli
saccaridi
(>9)
Componenti
Glucosio, fruttosio, galattosio
Saccarosio, maltosio, lattosio, trealosio
Sorbitolo, mannitolo, xilitolo,
lattitolo, maltitolo
Maltooligosaccaridi
Maltodestrine
altri
oligosaccaridi
Amido
Raffinosio, stachiosio, fruttooligosaccaridi,
galattooligosaccaridi
Polisaccaridi
non amidacei
Cellulosa, emicellulosa, pectine,
carragenine, idrocolloidi
DP* = grado di polimerizzazione
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Amilosio, amilopectine, amidi modificati
Dal punto di vista strutturale, la forma del glucosio
solitamente presente in natura è destrogira ([]D20 =
+ 52,7°), mentre il fruttosio è presente in natura nella
forma levogira ([]D20 = - 92,4°), comunque entrambi
sono inclusi nella serie D in quanto le loro
configurazioni assolute sono correlate alla Dgliceraldeide.
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Numero di atomi di carbonio asimmetrici:
stereoisomeri e coppie enantiomorfe (2n)
Monosaccaride
Numero di
atomi di
carbonio
asimmetrici
Numero di
stereoisomeri
Numero di
coppie
enantiomorfe
Aldotriosi e
chetotetraosi
Aldotetraosi e
chetopentosi
1
2
1
2
4
2
Aldopentosi e
chetoesosi
3
8
4
Aldoesosi
4
16
8
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Due monosaccaridi che differiscono tra loro unicamente per la
configurazione di uno solo degli atomo di carbonio
asimmetrici, sono definiti epimeri.
O
H
O
H
C
C
C
HO
C
HO
C
C
OH
C
C
HO
*
OH
CH2OH
D galattosio
OH
C
C
C
O
H
*
HO
C
HO
C
*
OH
C
OH
OH
C
OH
CH2OH
D glucosio
CH2OH
D mannosio
Il D-glucosio e il D-galattosio sono epimeri in quanto cambia solo la
configurazione rispetto al C4. Analogamente il D-mannosio è
epimero in C2 del D-glucosio.
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Stereoisomeria dei monosaccaridi
• I monosaccaridi in cui è presente lo stesso numero di
atomi di carbonio comprendono una serie di forme
molecolari (stereoisomeri) con identica formula di
struttura, ma diversi arrangiamenti tridimensionali dei
rispettivi atomi e gruppi funzionali.
• Il numero degli atomi di carbonio asimmetrici (atomi di
carbonio ai quali quattro differenti atomi o gruppi sono
chimicamente legati) determina il numero di
stereoisomeri che sono presenti.
• Gli stereoisomeri che presentano un’immagine
speculare uno dell’altro sono noti come enantiomeri o
coppia enantiomorfa, mentre stereoisomeri non
speculari sono comunemente definiti diasteroisomeri.
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Gli esosi possono dare origine a strutture cicliche. La
formazione delle strutture piranosiche è resa possibile
dalla formazione di un legame semiacetalico del gruppo
ossidrile alcolico dell’atomo di carbonio 5 con l’atomo di
carbonio aldeidico. Si forma un nuovo centro di asimmetria
sul C1 generando due forme stereoisomere, più
precisamente due diasteroisomeri (anomeri  e b)
Conformazione lineare e ciclica del D(+)-glucosio
pirano
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• Si definiscono anomeri gli stereoisomeri che
differiscono tra loro per la posizione dell’ossidrile
semiacetalico, cioè per la configurazione interno al
nuovo centro di asimmetria originato dalla
ciclizzazione del monosaccaride.
• Tutti gli aldosi con 5 e 6 atomi di carbonio formano
anelli piranosici e possono esistere in forme
anomeriche.
• Anche i chetosi possono originare forme cicliche e
quindi esistere come forme anomeriche  e b. In
questo caso il gruppo ossidrilico alcolico del carbonio
5 si unisce al gruppo carbonilico del carbonio 2,
formando un emichetale che genera una ciclizzazione a
cinque atomi (anello furanosico).
furano
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La formazione delle strutture piranosiche
-
+
+
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 Nella miscela di equilibrio,
% dell'anomero b è maggiore
per via della maggior stabilità
Figura 7. miscela di equilibrio
Interconversione del D(+)-glucosio
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H
H
CH 2OH
H
H
HO
HO
O
H
O
H
OH
H
O H
O
H
Il fenomeno si spiega ammettendo
che una piccola parte delle molecole
di glucosio, a causa dello scambio
di ioni H+ con le molecole di acqua,
passi dalla forma ciclica a quella
aperta e si richiuda generando
l’anomero (soprattutto b).
Il potere rotatorio diminuisce
fino ad assestarsi ad un valore
intermedio tra l’angolo di rotazione
dell’anomero  e quello dell’anomero b.
H
H
CH 2OH
H
H
HO
HO
O H
H
OH
O
H
H
H
CH2OH
HO
O
H
O
H
H
HO
O
OH
H
O
H
H
H
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H
Derivati dei monosaccaridi
 Per ossidazione del C aldeidico si formano gli acidi poliossicarbossilici
detti acidi aldonici. Ad esempio, dal D-glucosio si ottiene l’acido gluconico (il
fosfogluconico è un importante intermedio del metabolismo dei carboidrati).
acido gluconico
 Per ossidazione sia del C aldeidico che del C del gruppo ossidrilico
primario si ottengono acidi aldarici (poliidrossidicarbossilici). Questi acidi non
hanno interesse in campo alimentare o significato biologico.
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 Una terza possibile via di ossidazione è quella in cui soltanto il C
che porta il gruppo ossidrilico primario viene ossidato ad acido
carbossilico con formazione degli acidi uronici.
Gli acidi uronici sono componenti delle glicoproteine e delle pectine,
quest’ultime sono polisaccaridi di interesse alimentare.
D-glucosio
acido glucuronico
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D-galattosio
acido galatturonico
Gli acidi aldonici (ossidazione C aldeidico) e uronici (ossidazione C
con ossidrile primario) lattonizzano facilmente formando anelli a 5 o a 6
atomi di C come il D--gluconolattone ed il D--glucuronolattone.
Un importante esempio di quest’ultimo tipo di acidi è l’acido Lascorbico (vitamina C), che strutturalmente è il -lattone di un acido
esonico che presenta una struttura endiolica agli atomi di carbonio 2 e 3.
E’ particolarmente instabile e si ossida facilmente ad acido
deidroascorbico:
Acido L-ascorbico
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Acido deidroascorbico
Altri importanti derivati dei monosaccaridi sono:
 gli zuccheri fosfati, presenti in tutte le cellule viventi
 i deossi zuccheri, largamente presenti in natura, quale 2-deossi-Dribosio costituente dell’acido deossiribonucleico:
CHO
|
CH2
|
(H-C-OH)2
|
CH2OH
 gli ammino zuccheri, fra i quali la D-glucosammina componente
principale della chitina.
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GLUCOSIO
• è il monosaccaride più importante degli esosi
• è contenuto in una vasta gamma di alimenti, quali miele, frutta e
vegetali
• in soluzione, ruota a destra il piano della luce polarizzata: di
qui il nome di "destrosio"
• ha un potere edulcorante pari a circa il 70-80% di quello del
saccarosio
• si ottiene per idrolisi di molti carboidrati, fra cui il saccarosio, il
maltosio, la cellulosa, l'amido e il glicogeno. Industrialmente può
essere ottenuto per via enzimatica da amido ottenuto come
sottoprodotto del mais
• può reagire facilmente con aminoacidi ed essere coinvolto in
reazioni di imbrunimento non enzimatico (reazione di Maillard)
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Ai fini di un'adeguato stato di salute è necessario che nel
sangue sia presente una quantità di glucosio pari a circa 90
– 100 mg/dl. Questa concentrazione è fondamentale
perchè il cervello può utilizzare solo glucosio come
combustibile e non possiede depositi di glicogeno.
Quando la glicemia scende sotto questi valori il cervello ha
difficoltà a funzionare per cui entrano in gioco una serie di
meccanismi biochimici che portano a mantenere stabili i
valori di glucosio. Il cervello utilizza circa 100-150 g/die di
glucosio.
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Ricordarsi gli equilibri che regolano la glicemia…
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REG. UE 432/2012
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D(-)FRUTTOSIO
• è presente insieme al glucosio nella frutta e quindi in tutti gli
alimenti derivati dalla frutta (succhi, nettari, marmellate, ecc.) e
nel miele
• monosaccaride noto anche con il nome di levulosio in quanto le
sue soluzioni ruotano il piano della luce polarizzata verso
sinistra
• sciroppi ad alto contenuto di fruttosio (High Fructose Corn
Syrup = HFCS) vengono normalmente prodotti dall’amido
mediante un processo enzimatico che prevede in una prima
fase la produzione di sciroppi di glucosio ed una seconda fase
di isomerizzazione del glucosio in fruttosio. L’isomerizzazione
del glucosio in fruttosio avviene tramite l’enzima glucosio
isomerasi (enzima intracellulare ricavato da Streptomyces
murines)
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Il fruttosio in natura è presente nella la forma furanosica,
mentre allo stato cristallino presenta la forma piranosica.
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D(+)-GALATTOSIO
• il galattosio è uno zucchero riducente, destrogiro
• non si trova allo stato libero ma è abbondante allo stato
combinato, è uno dei costituenti del disaccaride lattosio
ed entra nella composizione di glucidi più complessi
• il D-glucosio e il D-galattosio sono epimeri in quanto
cambia solo la configurazione rispetto al carbonio 4
• è relativamente poco solubile in acqua
• è fermentescibile
• ha un potere dolcificante (0,60) inferiore a quello del
glucosio
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DISACCARIDI
Disaccaride
Monomeri
Tipo di legame
coinvolto
Maltosio
glucosio
(14) -glicosidico
Isomaltosio
glucosio
(16) -glicosidico
Cellobiosio
glucosio
(14) b-glicosidico
Lattosio
glucosio e
galattosio
(14) b-glicosidico
Saccarosio
glucosio e
fruttosio
(12) ,b-diglicosidico
Trealosio
glucosio
(11) ,b-diglicosidico
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Caratteristiche
riducenti,
subiscono la
mutarotazione
non-riducenti,
non subiscono la
mutarotazione
Legame glicosidico
Un monosaccaride può essere chimicamente legato ad un
altro monosaccaride in seguito alla reazione dell’atomo di
carbonio anomerico di uno dei monosaccaridi con un
gruppo ossidrilico dell’altro monosaccaride. Il legame che
viene cosi a formarsi e che unisce i due monosaccaridi è
chiamato legame glicosidico.
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SACCAROSIO
• questo disaccaride è il comune zucchero da tavola,
presente in vari vegetali, in particolare nella barbabietola e
nella canna da zucchero, da cui viene estratto. È noto anche
con il nome di sucrosio.
• è costituito da una molecola di glucosio ed una molecola di
fruttosio, unite tra loro da un legame glicosidico tra il C-1 del
glucosio ed il C-2 del fruttosio, in questo modo il legame
glicosidico blocca tutte e due le funzioni carboniliche dei due
monosaccaridi per cui non ci sono gruppi carbonilici “liberi”
con conseguente assenza di mutarotazione ed attività
riducente.
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MALTOSIO
È un -D-glucopiranosil-(14)--D-glucopiranoso, in cui il
secondo residuo di glucosio ha un atomo di carbonio
anomerico libero, in grado di esistere in forma  o b di cui
la forma b (riportata in figura) è quella predominante in
natura.
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• il maltosio può essere ottenuto, insieme ad altri prodotti, per
parziale idrolisi dell’amido, ad esempio dal malto (orzo
germinato) per azione dall’enzima diastasi, da cui il nome
di zucchero di malto.
• È un disaccaride facilmente digeribile per azione dell’enzima
maltasi che lo scinde in due molecole di glucosio:
Maltosio + H2O
maltasi
2 glucosio
Per questa sua prerogativa trova largo impiego
preparazione di alimenti per neonati e di bevande
nella
• Viene inoltre usato come substrato per la fermentazione del
lievito ed è importante nel processo di produzione della birra.
• Per idrogenazione del maltosio si ottiene uno zucchero di
sintesi denominato maltitolo dotato di attività dolcificante,
non cariogeno e lassativo ad alte dosi.
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CELLOBIOSIO
È un b-D-glucopiranosil-(14)- b-D-glucopiranoso, in cui
il secondo residuo di glucosio ha un atomo di carbonio
anomerico libero ed è pertanto riducente.
È idrolizzato in due molecole di D(+)-glucosio dall’enzima
emulsina (estratto dalle mandorle amare), in grado di
idrolizzare il legame glucosidico b(14) che unisce i due
monomeri di glucosio.
CH2OH
H
CH2OH
O
H
OH
H
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OH
H
OH
H
H
OH
O
H
OH
O
H
H
OH
LATTOSIO
È un disaccaride, formato da una molecola di glucosio e una
di galattosio, presente nel latte a cui conferisce un sapore
leggermente dolce (il lattosio è dolce circa 1/3 del
saccarosio)
OH OH
H
H OH
O
H
H
O
O
HO
H
OH
H
H
HO
H
H
H
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OH
OH
Per idrolisi acida o per trattamento con l’enzima lattasi
il lattosio si idrolizza in D(+)-glucosio e D(+)-galattosio
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Il lattosio è facilmente attaccato da numerosi microrganismi
che provocano le principali fermentazioni del latte e del
formaggio. La più importante è la fermentazione lattica, che
avviene spontaneamente nel latte lasciato a riposo. Ad
esempio nella fermentazione lattica i batteri lattici
• idrolizzano il lattosio in una molecola di glucosio e una di
galattosio,
• trasformano quindi il galattosio in glucosio e infine
fermentano le due molecole di glucosio producendo 4
molecole di acido lattico.
La fermentazione porta all’acidificazione del latte con
conseguente coagulazione della caseina.
PROBIOTICI
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Per isomerizzazione del lattosio si ottiene il lattulosio,
preparato commerciale utilizzato contro la stipsi.
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Per idrogenazione del lattosio si ottiene un disaccaride
costituito da galattosio e sorbitolo e chiamato lattitolo. Viene
utilizzato come dolcificante di massa e possiede proprietà
lassative.
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Polisaccaridi
I polisaccaridi possono essere classificati in base alla
funzione in:
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AMIDO
L’amido è un polisaccaride costituito da molecole di -Dglucosio presente in quantità apprezzabili nei cereali, nei
legumi secchi e nelle patate. Le molecole di glucosio sono
ramificate sotto forma di amilosio e amilopectina.
L’amilosio, presente per un 20%, è un polisaccaride costituito
da lunghe catene prive di ramificazioni in cui le unità di
glucosio sono unite da un legame glicosidico (14). Le
catene del polisaccaride assumono una conformazione a
spirale (avvolgimento elicoidale dell’-amilosio), in grado di
conferire una intensa colorazione blu a soluzioni di iodio.
H OH
H
O
H OH
HO
H
HO
H
H
H
OH
O
O
H OH
H
HO
H
H
O
n
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H
OH
O
H
HO
H
H
OH
OH
Il restante 80%, chiamato amilopectina, è costituito da
catene polisaccaridiche altamente ramificate. Tali
ramificazioni sono originate da legami glicosidici
(16), che costituiscono i punti di ramificazione di
tratti lineari in cui il glucosio è legato con legame
(14). La lunghezza media delle ramificazioni può
essere costituita di 20-25 unità monosaccaridiche di
glucosio a seconda della sua origine.
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Nel processo digestivo e di assimilazione dell’amido, l’amilasi, che è presente sia nella saliva che nel succo
pancreatico, idrolizza i legami (14) con formazione
di una miscela di glucosio e destrine (le destrine sono
polisaccaridi a lunghezza intermedia che si formano per
azione enzimatica).
Le amilo -(16)-glucosidasi idrolizzano i legami (16) delle ramificazioni, consentendo alle  e b-amilasi
di trasformarle in glucosio, che è l’unico zucchero che il
nostro organismo può metabolizzare.
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-amilasi
degradano il legami -(14)
b-amilasi
degradano il legami -(14)
rimuovendo il maltosio dalle estremità delle
ramificazioni esterne
amilo -(16)-glucosidasi
idrolizzano i legami -(16 ) delle
ramificazioni
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Digestione dell’amido
dette -destrinasi
Limiti della digestione dell’amido
L’Amilopectina contiene all’interno catene di amilosio stabili per legami H-H
(idrogeno) più difficilmente idratabili quindi digeribili in misura minore
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La tecnologia alimentare ha sviluppato nuovi prodotti….
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MALTODESTRINE
Si tratta di polimeri ottenuti per idrolisi dell’amido. Industrialmente
spesso si utilizza amido di mais che viene degradato in frammenti
più corti ottenendo carboidrati più o meno complessi.
4 < n < 20
L'assunzione di maltodestrine garantisce un apporto costante di
energia mantenendo relativamente stabile la glicemia. Altri
vantaggi delle maltodestrine rispetto ai carboidrati contenuti negli
alimenti sono il sapore neutro e la solubilità in acqua. In alcuni
soggetti possono causare nausea, problemi gastrointestinali ed
epatici.
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GLICOGENO
Polisaccaride che costituisce la
principale forma di accumulo degli
zuccheri nell'organismo e si trova, in
diverse concentrazioni, in tutte le
cellule (soprattutto nel fegato e nei
muscoli). È composto esclusivamente
da molecole di glucosio e, a
differenza dell'amido, possiede una
struttura altamente ramificata (circa
60.000 unità di glucosio con
ramificazioni ogni 12 molecole).
Funge da deposito e riserva di
glucosio, intesa come energia che
l'organismo può, attraverso il
processo della glicogenolisi, a ogni
occorrenza prontamente mobilizzare.
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CHITINA
È presente in natura come componente dello scheletro di insetti e crostacei
e come componente delle pareti cellulari di batteri e funghi. Chimicamente
è un polisaccaride naturale, costituito da un omopolimero di Nacetilglucosammina, con un peso molecolare che può arrivare a 10
milioni; è insolubile in acqua a causa della struttura cellulare rigida e delle
forze intramolecolari dei legami a idrogeno.
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Il chitosano è un polimero della D-glucosammina, che si può ottenere
anche per deacetilazione alcalina della chitina stessa. Il processo
industriale attualmente utilizzato è quello di partire dalla chitina purificata
ottenuta da crostacei. Il chitosano è facilmente e velocemente solubilizzato
da una soluzione acida per effetto della salificazione dei gruppi
aminofunzionali.
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L’acido ialuronico è un polisaccaride formato dalla
polimerizzazione di un disaccaride costituito da acido glucuronico
e N-acetilglucosamina
Cellulosa, Pectine & Co.
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Vedi slide 05.Fibre
Condroitinsolfato
Il solfato di condroitina è un glicosaminoglicano (GAG)
solfato composto da una catena alternata di zuccheri
(N-acetilgalattosamina e acido glucuronico). Il solfato
di condroitina è un importante componente strutturale
della cartilagine, alla quale garantisce resistenza alla
compressione. Associato alla glucosamina, il solfato di
condroitina è divenuto un integratore alimentare usato
per l'osteoartrite.
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ALDITOLI (POLIALCOLI)
I derivati ridotti degli zuccheri vengono definiti alditoli e
sono dei polialcoli. Possono essere estratti da fonti
vegetali come frutti e bacche, ma industrialmente
vengono prodotti per sintesi. Dato il sapore dolce e il
basso contenuto calorico (circa 10 kJ/g-2,4 kcal/g ), gli
alditoli, vengono utilizzati in ambito alimentare come
dolcificanti. Non essendo metabolizzati dalla flora
batterica orale non contribuiscono all'insorgenza
della carie. Una volta ingeriti vengono assorbiti
parzialmente nell'intestino per diffusione passiva, per
questo in quantità eccessive sono lassativi. La parte non
assorbita viene degradata per fermentazione dalla flora
intestinale.
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Tutti i polialcoli
sono ipocalorici
PERCHÉ
non subiscono processi di idrolisi da parte degli enzimi
salivari, solo parzialmente digeriti vengono in parte
degradati con produzione di acidi grassi a catena corta
quindi assorbiti in modo incompleto dall’intestino
tenue, la frazione restante può essere fermentata ad
opera della microflora colica con produzione di gas e
acqua (metabolismo indiretto) e ciò può causare
fenomeni diarroici
sorbitolo, mannitolo, xilitolo
I prodotti commerciali sono sintetizzati e non estratti da
fonti naturali, sebbene naturalmente prodotti da alcune
specie vegetali
 Il sorbitolo chimicamente è il prodotto di riduzione
del sorbosio un chetoesoso. È il più comune in natura
con concentrazioni abbastanza elevate in alcuni tipi di
frutta (mele e pere), viene usualmente utilizzato, in
miscela con altri alditoli, per edulcorare gomme da
masticare e confetteria.
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 Il mannitolo prodotto di riduzione del mannosio un
aldoesoso anch’esso è abbastanza diffuso in natura
(alghe marine, funghi, cipolle, olivo, lentisco).
 lo xilitolo ottenuto per riduzione dello xilosio,
aldopentoso discretamente distribuito in diverse specie
vegetali (susine, fragole, cavolfiori).
ANCHE disaccaridi polialcoli sono impiegati come
succedanei del saccarosio in confetteria, gomme da
masticare, marmellate/gelatine, prodotti dolciari da
forno, e surgelati tutti rientrano nella lista degli
“alimenti sicuri” GRAS
(“Generally Recognized As Safe”)
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REG. UE 432/2012
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POTERE EDULCORANTE
POTERE EDULCORANTE:
rapporto tra la concentrazione di una soluzione di
saccarosio e quella di un dolcificante che ha la stessa
intensità di sapore e varia in funzione di alcuni
parametri quali la temperatura il pH e la concentrazione.
(più dolcificanti insieme esplicano un’azione sinergica)
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Potere edulcorante di alcuni carboidrati
Zuccheri
Potere
edulcorante
Alditoli
Potere
edulcorante
Saccarosio
1,00
Xilosio
0,90
Glucosio
0,74
Sorbitolo
0,70
Fruttosio
1,50
Mannitolo
0,50
Galattosio
0,60
Lattitolo
0,30
Lattosio
0,30
Maltitolo
0,75
Maltosio
0,50
Isomalto
0,45  0,60
* calcolato assumendo il valore 1 per il disaccaride saccarosio
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Il fruttosio ha un elevato potere edulcorante (1,50), ben
superiore, a quello del glucosio (0,74) e del saccarosio
(1,00) e alle limitate implicazioni negative che la sua
assunzione pone a livello nutrizionale in quanto il
fruttosio è uno dei carboidrati che presenta uno dei più
bassi valori di indice glicemico fra tutti gli alimenti.
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Edulcoranti intensivi
Per edulcoranti intensivi si intendono sostanze che
presentano un alto potere edulcorante, spesso superiore
centinaia di volte a quello relativo al saccarosio.
Il loro impiego nasce dall’esigenza da parte dei
nutrizionalisti e, maggiormente dell’industria alimentare,
di disporre di composti dolcificanti "alternativi" con la
peculiarità di assicurare un ridotto apporto calorico a
parità di potere edulcorante.
Gli edulcoranti intensivi di maggior impiego in Italia sono
la saccarina, l’aspartame, l’acesulfame ed i ciclammati.
Altri edulcoranti intensivi sono la neoesperidina
diidrocalcone e la taumatina. Fanno parte degli additivi
alimentari (vedi Slide 11).
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L’Indice Glicemico (IG)
è l’incremento di glucosio nel sangue determinato dalla
assunzione di un dato alimento; esso viene valutato in base
ad una scala, i cui i valori sono compresi tra 0 e 100 (il valore
100 è attribuito al pane bianco)
Valori di IG
• 70 – 100: alti
• 55 – 70: medi
• < 55: bassi
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IG
L’IG si determina misurando l’andamento della glicemia nelle
2 ore che seguono l’assunzione del cibo in oggetto e di un
alimento di riferimento (glucosio o pane bianco) in misura
tale da contenere la stessa quantità di carboidrati.
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Indice Glicemico di vari alimenti
20-40
Yogurt scremato
Ciliege
Fruttosio
Latte intero
80-100
20
32
32
40
81
83
42
42
47
47
Riso integrale
Riso bianco
Gelato
Uva passa
Pane di segale
Saccarosio, zucchero di canna
Patate al vapore
Ananas
Semolino
50
Gnocchi
95
53
54
54
55
60
67
69
71
75
77
77
78
79
80
Pane integrale di frumento
Puré di patate
Carote
Pane bianco comune
40-80
Salsicce
Lenticchie comuni
Latte scremato
Fettuccine
Cioccolato al latte senza
zucchero
Yogurt intero
Spaghetti
Mela
Polpa di pomodoro
Succo di mela
Uva
Riso parboiled
Cioccolato
Succo di arancia
Kiwi
Patate dolci
Banana
Biscotti da tè
Patate comuni bianche bollite
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87
91
92
93
94
94
97
100
100
100
oltre 100
Crackers
Melone
Miele
Patate fritte
Patate al forno
Patatine fritte croccanti
Pane di frumento senza glutine
Glucosio
102
103
104
107
121
124
129
137
Poiché il picco glicemico dipentente sia dalla quantità che
dalla qualità dei carboidrati ingeriti, sarà fondamentale
valutare tale aspetto nell'ottica di un'alimentazione sana.
Se il picco glicemico è moderato allora l'azione fisiologica
dell'insulina sarà adeguata alle esigenze dell'organismo.
Se il picco è troppo elevato allora anche l'azione
dell'insulina sarà eccessiva e porterà a degli squilibri.
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Gli effetti di un eccesso cronico di insulina sono molto gravi
e determinano alterazioni organiche che possono portare
ad una seria compromissione dello stato di salute :
●
Intolleranza al glucosio
●
Sindrome metabolica
●
Diabete II
●
Eccessi ponderali
●
Obesità
●
Ipertrigliceridemia
●
ipertensione
●
ecc.
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INRAN - LINEE GUIDA PER UNA SANA ALIMENTAZIONE
ITALIANA 4. Zuccheri, dolci e bevande zuccherate: nei giusti limiti
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Zuccheri&Co. nei prodotti dietetici
Molecola
Effetti
Monosaccaridi (glucosio,
fruttosio, ribosio, …)
energia a breve termine; edulcoranti
Maltitolo
edulcorante
Lattulosio
regolarità del transito intestinale
prebiotico: equilibrio della flora batterica
Glucosamina
N-acetil-D-glucosamina
sintesi dell’acido ialuronico;
funzionalità articolare
Acido ialuronico
Rigenerazione cutanea; funzionalità articolare
solfato di condroitina
funzionalità articolare
Maltodestrine
Energia a lungo termine (basso IG)
Chitina / chitosano
controllo della ipercolesteremia e iperglicemia
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Note