Indice Prova che i geni controllano la sequenza amminoacidica delle proteine 28 L’RNA dal punto di vista chimico è molto simile al DNA 29 Il dogma centrale 30 Parte 1 Chimica e genetica BOX 2.2 ESPERIMENTI CHIAVE CAPITOLO 1 La visione mendeliana del mondo Le scoperte di Mendel 6 La teoria cromosomica dell’ereditarietà 6 6 7 8 9 Linkage genico e crossing over 9 Il principio della segregazione indipendente Le leggi di Mendel Alcuni alleli non sono né dominanti né recessivi Principio dell’assortimento indipendente BOX 1.1 CONCETTI AVANZATI L’ipotesi dell’adattatore di Crick La scoperta dell’RNA transfer Il paradosso dei ribosomi non specifici La scoperta dell’RNA messaggero (mRNA) La sintesi enzimatica dell’RNA su uno stampo di DNA La determinazione del codice genetico La determinazione della direzione della sintesi proteica I segnali di inizio e di terminazione (stop) sono anch’essi codificati nel DNA L’era della genomica SOMMARIO BIBLIOGRAFIA BOX 1.2 ESPERIMENTI CHIAVE I geni sono legati ai cromosomi Mappatura dei cromosomi 10 11 L’origine della variabilità genetica attraverso le mutazioni 14 L’importanza dei legami deboli nelle interazioni chimiche Prime ipotesi sulla natura dei geni e sul loro funzionamento 15 Caratteristiche dei legami chimici Primi esperimenti per trovare una relazione gene-proteina SOMMARIO BIBLIOGRAFIA 15 16 17 I legami chimici possono essere spiegati in termini di meccanica quantistica La formazione dei legami chimici implica cambiamenti della forma di energia Esiste un equilibrio fra i legami creati e quelli distrutti Keq è correlata al G in modo esponenziale I legami covalenti sono molto forti Gli acidi nucleici trasmettono l’informazione genetica L’“esplosiva” scoperta di Avery: il DNA può portare la specificità genetica I geni virali sono anch’essi acidi nucleici La doppia elica I legami deboli nei sistemi biologici 19 20 21 Alla ricerca delle polimerasi che sintetizzano il DNA 22 La regola di Chargaff 23 BOX 2.1 ESPERIMENTI CHIAVE Prove sperimentali indicano che i filamenti del DNA si separano durante la replicazione 25 L’informazione genetica all’interno del DNA viene trasmessa attraverso la sequenza dei suoi quattro componenti nucleotidici 27 Il DNA non può essere lo stampo che ordina direttamente gli amminoacidi durante la sintesi proteica 27 35 37 37 38 39 CAPITOLO 3 Il concetto di energia libera CAPITOLO 2 31 31 32 32 34 35 I legami deboli possiedono un’energia compresa fra 1 e 7 kcal/mole Alle temperature fisiologiche i legami deboli si formano e si rompono continuamente La distinzione fra molecole polari e non polari Forze di van der Waals Legami idrogeno Alcuni legami ionici sono legami idrogeno Le interazioni deboli richiedono superfici molecolari complementari Le molecole d’acqua formano legami idrogeno Legami deboli fra molecole in soluzione acquosa Le molecole organiche che tendono a formare legami idrogeno sono idrosolubili BOX 3.1 CONCETTI AVANZATI L’unicità delle forme molecolari e il concetto di adattamento strutturale selettivo 41 42 43 43 44 44 44 45 45 45 45 46 48 48 49 49 50 50 51 X Indice I legami idrofobici stabilizzano le macromolecole Il vantaggio di un G compreso fra 2 e 5 kcal/mole I legami deboli permettono la formazione di complessi enzima-substrato I legami deboli mediano la maggior parte delle interazioni proteina-DNA e proteina-proteina SOMMARIO BIBLIOGRAFIA © 978-88-08-16412-4 51 52 52 53 53 54 L’importanza dei legami chimici ad alta energia 55 Nelle reazioni biochimiche gli enzimi abbassano l’energia di attivazione 57 L’energia libera nelle biomolecole 58 L’idrolisi dei legami ad alta energia porta ad un G significativamente negativo I legami ad alta energia nelle reazioni biosintetiche 58 59 I legami peptidici si idrolizzano spontaneamente Un G positivo viene accoppiato ad uno negativo 61 61 L’attivazione dei precursori nelle reazioni di trasferimento di gruppo 62 La versatilità dell’ATP nel trasferimento di gruppo L’attivazione degli amminoacidi per mezzo del legame con AMP I precursori degli acidi nucleici sono attivati dalla presenza di P ~ P L’importanza del rilascio di P ~ P nella sintesi degli acidi nucleici La rottura del P ~ P caratterizza la maggior parte delle reazioni biosintetiche SOMMARIO BIBLIOGRAFIA 75 La formazione di legami idrogeno determina la conformazione specifica delle proteine 78 Le α eliche si avvolgono l’una sull’altra formando strutture “coiled-coil” La maggior parte delle proteine ha una struttura modulare, contenente due o tre domini 79 80 BOX 5.2 CONCETTI AVANZATI Le proteine grandi CAPITOLO 4 Le molecole che cedono energia sono termodinamicamente instabili α Eliche e foglietti β sono forme comuni di struttura secondaria 63 64 sono spesso formate da diverse catene polipeptidiche più piccole Le proteine sono formate combinando un numero straordinariamente piccolo di motivi strutturali Le diverse funzioni proteiche derivano dalla combinazione di diversi domini I legami deboli permettono un corretto posizionamento delle proteine sulle molecole di DNA e RNA Le proteine scorrono lungo il DNA per trovare uno specifico sito di legame Le proteine usano strategie diverse per riconoscere l’RNA L’allosteria, ovvero la regolazione di una funzione proteica attraverso il cambiamento di forma Esempi di regolazione allosterica mediata da piccoli ligandi,da interazioni proteina-proteina e da modificazioni post-traduzionali Non tutta la regolazione proteica avviene mediante eventi allosterici SOMMARIO BIBLIOGRAFIA 81 82 82 83 85 86 88 88 91 91 92 64 65 66 67 68 Parte 2 Mantenimento del genoma CAPITOLO 5 I legami deboli e forti determinano la struttura delle macromolecole Le strutture di ordine superiore sono determinate da interazioni intramolecolari e intermolecolari Il DNA può formare un’elica regolare L’RNA forma una grande varietà di strutture La struttura chimica degli elementi base che formano le proteine Il legame peptidico Esistono quattro livelli strutturali nelle proteine BOX 5.1 TECNICHE Determinazione della struttura delle proteine CAPITOLO 6 La struttura del DNA e dell’RNA La struttura del DNA 69 69 71 72 73 73 74 Il DNA è formato da catene polinucleotidiche Ciascuna base si trova nella sua forma tautomerica preferita I due filamenti della doppia elica sono tenuti assieme dall’appaiamento delle basi con un orientamento antiparallelo Le due catene della doppia elica hanno sequenze complementari Il legame idrogeno è importante nel determinare la specificità delle coppie di basi 98 98 100 101 101 102 Indice © 978-88-08-16412-4 Le basi possono ruotare all’esterno della doppia elica Il DNA è normalmente una doppia elica destrorsa La doppia elica presenta un solco maggiore e un solco minore BOX 6.1 ESPERIMENTI CHIAVE Il DNA ha, in soluzione, 10 coppie di basi per giro d’elica: l’esperimento con la mica Il solco maggiore fornisce molte informazioni di tipo chimico BOX 6.2 ESPERIMENTI CHIAVE Come si ottiene la struttura del DNA dai segnali puntiformi di una lastra a raggi X La doppia elica può avere conformazioni multiple Il DNA alcune volte può formare un’elica sinistrorsa Le due catene del DNA possono separarsi (denaturazione) e riassociarsi Alcune molecole di DNA sono circolari La topologia del DNA Il numero di legame topologico (linking number) è una proprietà non variabile del DNA circolare covalentemente chiuso Il numero di legame topologico ha due componenti: il twist e il writhe 0 Lk è il linking number di un cccDNA completamente rilassato in condizioni fisiologiche Il DNA nelle cellule è superavvolto negativamente I nucleosomi introducono superavvolgimenti negativi nel DNA degli eucarioti Le topoisomerasi possono rilassare il DNA superavvolto I procarioti possiedono speciali topoisomerasi che introducono superavvolgimenti nelle molecole di DNA Le topoisomerasi permettono anche l’eliminazione di nodi e la separazione di molecole di DNA Le topoisomerasi usano un legame covalente proteina-DNA per tagliare e successivamente risaldare i filamenti del DNA Le topoisomerasi formano un ponte enzimatico e permettono il passaggio di un filamento di DNA attraverso l’altro I topoisomeri di DNA possono essere separati mediante elettroforesi BOX 6.3 ESPERIMENTI CHIAVE Dimostrazione che il DNA ha una periodicità dell’elica di circa 10,5 coppie di basi per giro utilizzando le proprietà topologiche di un DNA circolare L’etidio causa uno srotolamento della doppia elica del DNA La struttura dell’RNA L’RNA contiene il ribosio e l’uracile ed è normalmente a singolo filamento Le catene di RNA si ripiegano su se stesse per formare brevi tratti a doppia elica simili al DNA di forma A L’RNA può ripiegarsi per formare complesse strutture terziarie Alcuni RNA sono enzimi 102 103 103 Il ribozima a martello (hammerhead) taglia l’RNA mediante la formazione di un fosfato ciclico 2’, 3’ 126 Gli RNA hanno avuto una parte importante nell’evoluzione biologica? 127 SOMMARIO BIBLIOGRAFIA 127 128 104 104 106 107 108 109 112 112 113 113 114 115 116 116 117 117 118 119 121 CAPITOLO 7 La struttura del genoma, la cromatina e il nucleosoma La sequenza del genoma e la diversità cromosomica Il cromosoma può essere circolare o lineare Ogni cellula mantiene un numero definito di cromosomi La grandezza del genoma è correlata alla complessità dell’organismo Il genoma di E. coli è formato quasi interamente da geni Gli organismi più complessi hanno una minore densità genica I geni rappresentano soltanto una piccola porzione del DNA cromosomico eucariotico La maggior parte delle sequenze intergeniche umane è formata da DNA ripetuto 130 130 131 132 133 134 135 137 Duplicazione del cromosoma e segregazione 138 I cromosomi eucariotici per essere mantenuti durante la divisione cellulare richiedono i centromeri, i telomeri e le origini di replicazione La duplicazione del cromosoma eucariotico e la segregazione avvengono in fasi separate del ciclo cellulare La struttura del cromosoma cambia durante la divisione cellulare eucariotica La coesione dei cromatidi fratelli e la condensazione dei cromosomi sono mediate dalle proteine SMC La mitosi mantiene il medesimo numero parentale di cromosomi Nelle fasi gap le cellule si preparano per il ciclo cellulare successivo e controllano che il ciclo precedente sia terminato correttamente La meiosi riduce il numero dei cromosomi parentali Al microscopio possono essere evidenziati diversi livelli di struttura del cromosoma Il nucleosoma 138 140 142 143 145 145 147 147 149 121 122 123 123 123 125 125 I nucleosomi sono i mattoni fondamentali del cromosoma BOX 7.1 ESPERIMENTI CHIAVE La nucleasi micrococcica e il DNA associato con il nucleosoma Gli istoni sono piccole proteine cariche positivamente La struttura atomica del nucleosoma Gli istoni nel nucleosoma legano tipiche regioni del DNA Le interazioni fra il core istonico e il DNA sono mediate da molti contatti indipendenti dalla sequenza 149 150 151 154 154 156 XI XII Indice Le code ammino-terminali degli istoni stabilizzano il DNA avvolgendosi attorno all’ottamero Il DNA arrotolato sul core istonico accumula una superelicità negativa BOX 7.2 ESPERIMENTI CHIAVE I nucleosomi e la densità di superelica © 978-88-08-16412-4 BOX 8.1 TECNICHE Gli esperimenti di incorporazione 156 157 158 Strutture di ordine superiore della cromatina 160 L’eterocromatina e l’eucromatina L’istone H1 lega il DNA linker fra i nucleosomi I nucleosomi disposti in serie possono formare strutture complesse: la fibra da 30 nm Le code ammino-terminali degli istoni intervengono nella formazione della fibra da 30 nm Un ulteriore compattamento è determinato dalla formazione di ampie anse di DNA nucleosomico Varianti istoniche alterano la funzione del nucleosoma Regolazione della struttura della cromatina L’interazione del DNA con l’ottamero istonico è dinamica I complessi di rimodellamento possono facilitare il movimento dei nucleosomi Alcuni nucleosomi si trovano in siti specifici: posizionamento dei nucleosomi BOX 7.3 ESPERIMENTI CHIAVE Determinazione della posizione dei nucleosomi nella cellula Le modificazioni della coda ammino-terminale degli istoni alterano l’accessibilità alla cromatina Specifici domini proteici presenti nei complessi di rimodellamento e di modificazione dei nucleosomi riconoscono gli istoni modificati Enzimi specifici sono responsabili delle modificazioni degli istoni Le modificazioni del nucleosoma e il rimodellamento cooperano per aumentare l’accessibilità al DNA Assemblaggio dei nucleosomi I nucleosomi sono assemblati immediatamente dopo la replicazione del DNA L’assemblaggio dei nucleosomi richiede dei chaperoni degli istoni SOMMARIO BIBLIOGRAFIA 160 161 possono essere usati per misurare la sintesi degli acidi nucleici e delle proteine BOX 8.2 RISVOLTI MEDICI I farmaci antitumorali e antivirali agiscono sulla replicazione del DNA La DNA polimerasi assomiglia a una mano che afferra la giunzione innesco:stampo Le DNA polimerasi sono enzimi processivi Attività esonucleasiche correggono eventuali errori presenti sul DNA neosintetizzato La forca replicativa 161 163 163 164 165 165 166 168 170 172 174 Entrambi i filamenti di DNA vengono sintetizzati a livello della forca replicativa L’inizio di un nuovo filamento di DNA richiede un innesco (primer) a RNA I primer a RNA devono essere rimossi affinché la replicazione del DNA possa essere completata La DNA elicasi apre la doppia elica davanti alla forca replicativa BOX 8.3 TECNICHE Determinazione della polarità della DNA elicasi La DNA elicasi tira il DNA a singolo filamento attraverso un poro centrale proteico Proteine che si legano al singolo filamento stabilizzano la sua struttura prima della replicazione Le topoisomerasi rimuovono i superavvolgimenti prodotti dall’apertura del DNA a livello della forca replicativa Gli enzimi che lavorano a livello della forca replicativa estendono il substrato utile per la DNA polimerasi La specializzazione delle DNA polimerasi 175 175 176 176 180 181 182 Le DNA polimerasi sono specializzate in ruoli differenti all’interno della cellula Le proteine che permettono lo scivolamento delle polimerasi (sliding clamp) sul DNA aumentano notevolmente la processività della DNA polimerasi Le sliding clamp vengono aperte e depositate sul DNA da caricatori specifici BOX 8.4 CONCETTI AVANZATI L’ATP controlla la funzione di una proteina: il caricamento della sliding clamp La sintesi del DNA a livello della forca replicativa Le interazioni fra le proteine della forca replicativa danno luogo al replisoma di E. coli CAPITOLO 8 La replicazione del DNA La chimica della sintesi del DNA La sintesi del DNA richiede deossiribonucleosidi trifosfato e una struttura innesco:stampo Il DNA è sintetizzato allungando il terminale 3’ del primer L’idrolisi del pirofosfato è il motore per la sintesi del DNA La fase di inizio della replicazione 184 184 185 186 Il meccanismo d’azione della DNA polimerasi 186 La DNA polimerasi utilizza un singolo sito attivo per catalizzare la sintesi del DNA 186 Specifiche sequenze genomiche promuovono l’inizio della replicazione del DNA Il modello dei repliconi per l’inizio della replicazione I replicatori includono siti di legame per l’iniziatore e si denaturano facilmente BOX 8.5 ESPERIMENTI CHIAVE Identificazione delle origini di replicazione e dei replicatori Il legame e l’apertura della doppia elica: l’iniziatore seleziona e attiva l’origine 187 189 190 193 195 196 196 197 198 198 199 200 201 202 203 204 204 206 208 209 211 214 215 215 215 216 217 219 Interazioni proteina-proteina e proteina-DNA determinano il processo di inizio della replicazione 220 Indice © 978-88-08-16412-4 I cromosomi eucariotici vengono replicati una sola volta ogni ciclo cellulare BOX 8.6 CONCETTI AVANZATI L’ipotesi di una fabbrica di replicazione La formazione del complesso pre-replicativo è il primo passaggio per la replicazione eucariotica La formazione e l’attivazione del pre-RC sono regolate in modo tale da permettere un solo ciclo di replicazione durante ciascun ciclo cellulare Analogie fra l’inizio della replicazione degli eucarioti e quella dei procarioti BOX 8.7 CONCETTI AVANZATI La replicazione del DNA di E. coli è regolata dai livelli di DnaA•ATP e SeqA La terminazione della replicazione 222 222 224 227 228 229 230 Gli enzimi che riparano per escissione nucleotidica tagliano il DNA danneggiato ad entrambi i margini della lesione La ricombinazione ripara le rotture del DNA recuperando la sequenza nucleotidica dalla doppia elica non danneggiata Le rotture a doppio filamento sono riparate anche dalla giunzione diretta delle estremità non omologhe BOX 9.3 RISVOLTI MEDICI La giunzione delle estremità non omologhe La sintesi di DNA translesione permette alla replicazione di superare il danno BOX 9.4 CONCETTI AVANZATI La famiglia Y delle DNA polimerasi SOMMARIO Le topoisomerasi II sono necessarie per separare le molecole di DNA figlie Il normale meccanismo di sintesi del filamento discontinuo non è capace di copiare le estremità dei cromosomi lineari La telomerasi è una particolare DNA polimerasi che non richiede uno stampo esogeno BOX 8.8 RISVOLTI MEDICI Invecchiamento, cancro e l’ipotesi dei telomeri La telomerasi risolve il problema della replicazione delle terminazioni allungando il terminale 3’ del cromosoma Le proteine che legano il telomero influenzano l’attività telomerasica e la lunghezza del telomero Le proteine che legano il telomero proteggono le estremità del cromosoma SOMMARIO BIBLIOGRAFIA 230 231 CAPITOLO 10 232 La ricombinazione omologa a livello molecolare 234 235 236 238 239 La mutabilità e la riparazione del DNA Gli errori di replicazione e la loro riparazione 241 I danni al DNA Il DNA va incontro a fenomeni di mutazione spontanea in seguito a idrolisi e deamminazione BOX 9.2 RISVOLTI MEDICI Il test di Ames L’alchilazione, l’ossidazione e l’irradiazione danneggiano il DNA Le mutazioni sono causate anche dagli analoghi delle basi e dagli agenti intercalanti La riparazione del DNA danneggiato Riparazione diretta del danno al DNA Gli enzimi di riparazione per escissione di basi eliminano le basi danneggiate “ribaltandole” fuori dal DNA 256 258 258 260 262 263 264 Spesso si hanno rotture nel DNA che danno inizio alla ricombinazione 266 I diversi modelli per la ricombinazione omologa 267 235 CAPITOLO 9 I diversi tipi di mutazione Alcuni errori di replicazione sfuggono alla correzione BOX 9.1 RISVOLTI MEDICI L’espansione delle ripetizioni a triplette come fonte di malattia La riparazione dei mismatch rimuove gli errori che sfuggono al sistema di correzione di bozze BIBLIOGRAFIA 255 241 242 242 243 248 248 249 249 250 251 252 253 Nella ricombinazione omologa l’invasione del filamento è un passaggio precoce fondamentale La risoluzione delle giunzioni di Holliday è un passaggio fondamentale per terminare lo scambio genetico Il modello della riparazione delle rotture a doppio filamento descrive molti eventi ricombinativi BOX 10.1 RISVOLTI MEDICI Come risolvere un intermedio di ricombinazione con due giunzioni di Holliday Gli apparati proteici per la ricombinazione omologa L’elicasi/nucleasi RecBCD processa, per la ricombinazione, le molecole di DNA rotte I siti chi regolano RecBCD La proteina RecA si assembla sul DNA a singolo filamento e promuove l’invasione del filamento All’interno del filamento RecA si formano dei nuovi appaiamenti tra filamenti In tutti gli organismi sono presenti degli omologhi di RecA Il complesso RuvAB riconosce specificamente le giunzioni di Holliday e promuove la migrazione del punto d’incrocio Per terminare la ricombinazione RuvC taglia specifici filamenti di DNA a livello della giunzione di Holliday La ricombinazione omologa negli eucarioti La ricombinazione omologa negli eucarioti ha funzioni aggiuntive La ricombinazione omologa è necessaria per la segregazione dei cromosomi durante la meiosi 268 268 270 273 274 275 278 279 280 282 283 283 284 284 285 XIII XIV Indice Durante la meiosi si ha una formazione programmata di rotture a doppio filamento La proteina MRX processa le estremità tagliate per assemblare le proteine simili a RecA che scambiano il filamento Dmc1 è una proteina simile a RecA che funziona in modo specifico nella ricombinazione meiotica La ricombinazione meiotica è data dall’attività di molte proteine BOX 10.2 RISVOLTI MEDICI Il prodotto dell’oncosoppressore BRCA2 interagisce con la proteina Rad51 e controlla la stabilità del genoma Il cambio del mating type © 978-88-08-16412-4 BOX 11.2 CONCETTI AVANZATI La ricombinasi Xer 286 287 La trasposizione La riparazione del DNA durante la ricombinazione è una delle cause della conversione genica SOMMARIO BIBLIOGRAFIA 289 290 290 294 295 296 297 CAPITOLO 11 La ricombinazione sito-specifica e la trasposizione del DNA La ricombinazione conservativa sito-specifica 299 La ricombinazione sito-specifica avviene su specifiche sequenze del DNA bersaglio Le ricombinasi sito-specifiche tagliano e riuniscono il DNA per mezzo di un intermedio covalente proteina-DNA La serina ricombinasi introduce nel DNA delle rotture a doppio filamento e poi scambia i filamenti per promuovere la ricombinazione La struttura del complesso fra la serina ricombinasi e il DNA suggerisce che lo scambio del filamento avvenga grazie a una rotazione delle subunità Le tirosina ricombinasi rompono e riuniscono una coppia di filamenti di DNA alla volta La struttura delle tirosina ricombinasi legate al DNA svela il meccanismo dello scambio del DNA Funzioni biologiche della ricombinazione sito-specifica 299 300 302 303 304 305 306 BOX 11.1 RISVOLTI MEDICI L’applicazione della ricombinazione sito-specifica all’ingegneria genetica L’integrasi di λ promuove l’integrazione e l’escissione del genoma virale nel cromosoma della cellula ospite L’escissione del batteriofago λ richiede una nuova proteina che curva il DNA La ricombinasi Hin inverte un segmento di DNA permettendo l’espressione di geni alternativi Hin per ricombinare necessita di un enhancer a DNA Le ricombinasi convertono molecole circolari di DNA multimeriche in monomeri 313 315 315 288 Il cambio del mating type inizia con una rottura a doppio filamento in un punto specifico 291 Il cambio del mating type è un evento di conversione genica non associato al crossing over 292 Le conseguenze genetiche della ricombinazione omologa catalizza la monomerizzazione dei cromosomi batterici e di molti plasmidi batterici Ci sono altri meccanismi per portare la ricombinazione su specifici segmenti di DNA 307 308 309 310 311 La trasposizione muove alcuni elementi genetici in nuove posizioni cromosomiche Ci sono tre classi principali di elementi trasponibili I trasposoni a DNA contengono il gene della trasposasi, fiancheggiato dai siti di ricombinazione I trasposoni possono essere sia elementi autonomi che non autonomi I retrotrasposoni simili ai virus e i retrovirus contengono delle sequenze terminali ripetute e due geni importanti per la ricombinazione I retrotrasposoni poli-A assomigliano ai geni La trasposizione a DNA avviene con un meccanismo del tipo taglia e incolla Nella trasposizione del tipo taglia e incolla l’intermedio è risolto con il sistema di riparazione delle rotture Esistono molteplici meccanismi per tagliare il filamento non trasferito durante la trasposizione del DNA La trasposizione a DNA mediante meccanismo replicativo I retrotrasposoni simili ai virus e i retrovirus si muovono tramite un intermedio a RNA BOX 11.3 CONCETTI AVANZATI Il meccanismo di formazione del cDNA retrovirale Le DNA trasposasi e le integrasi retrovirali fanno parte di una superfamiglia proteica I retrotrasposoni poli-A si muovono con un meccanismo del tipo “splicing inverso” Alcuni esempi di elementi trasponibili e della loro regolazione La famiglia dei trasposoni IS4 è costituita da elementi compatti dotati di molteplici meccanismi per controllare il numero delle copie BOX 11.4 ESPERIMENTI CHIAVE Gli elementi del mais e la scoperta dei trasposoni La trasposizione di Tn10 è accoppiata alla replicazione del DNA cellulare Il fago Mu è un trasposone molto robusto Per evitare di trasporsi nel proprio DNA, Mu utilizza l’immunità del sito bersaglio BOX 11.5 CONCETTI AVANZATI Il meccanismo dell’immunità dalla trasposizione del sito bersaglio Gli elementi Tc1/mariner sono elementi di grande successo negli eucarioti Gli elementi Ty del lievito si traspongono nel genoma in rifugi di sicurezza Gli elementi LINE promuovono la propria trasposizione e perfino quella di RNA cellulari La ricombinazione V(D)J Gli eventi precoci della ricombinazione V(D)J avvengono con un meccanismo simile all’escissione dei trasposoni SOMMARIO 312 BIBLIOGRAFIA 315 317 317 318 318 318 319 321 321 323 325 326 328 329 331 331 332 334 336 336 338 338 339 340 342 344 346 346 Indice © 978-88-08-16412-4 Un nuovo gruppo di fattori stimola l’allungamento e la capacità di correzione della Pol II Le polimerasi in fase di allungamento devono risolvere il problema dell’incontro con gli istoni La polimerasi in allungamento si associa con un nuovo gruppo di fattori proteici, necessari alla maturazione dell’RNA La terminazione della trascrizione è associata alla distruzione dell’RNA da parte di una RNasi altamente processiva Parte 3 Espressione del genoma CAPITOLO 12 I meccanismi della trascrizione La trascrizione dell’RNA polimerasi I e III Le RNA polimerasi e il ciclo della trascrizione 352 Le RNA polimerasi possono avere forme diverse ma condividono molte caratteristiche 352 La trascrizione da parte della RNA polimerasi avviene in una serie di passaggi 354 L’inizio della trascrizione richiede tre passaggi distinti 356 Il ciclo della trascrizione nei batteri 356 I promotori batterici pur avendo alcune caratteristiche ben definite si differenziano per la sequenza e la forza BOX 12.1 TECNICHE Sequenze consenso Il fattore σ media il legame della polimerasi al promotore La transizione verso il complesso aperto comporta dei cambiamenti strutturali nella RNA polimerasi e nel promotore La trascrizione è iniziata dall’RNA polimerasi senza l’ausilio di un primer Nella prima fase della trascrizione l’RNA polimerasi resta ferma e tira dentro di sé il DNA a valle Il distacco dal promotore richiede la rottura delle interazioni tra la polimerasi e il promotore e tra il nucleo centrale dell’enzima e il fattore σ BOX 12.2 CONCETTI AVANZATI Le RNA polimerasi a singola unità La polimerasi in fase di allungamento è una macchina processiva che simultaneamente sintetizza RNA e corregge le bozze dell’RNA L’RNA polimerasi si può bloccare e può avere bisogno di essere rimossa La trascrizione termina grazie ad alcuni segnali all’interno della sequenza dell’RNA La trascrizione negli eucarioti Il core dei promotori della RNA polimerasi II è costituito da una combinazione di quattro elementi L’RNA polimerasi II forma sul promotore un complesso di preinizio con i fattori generali di trascrizione Il distacco dal promotore richiede la fosforilazione della “coda” della polimerasi TBP si lega al DNA e lo piega usando un foglietto β inserito nel solco minore Gli altri fattori generali di trascrizione hanno anche funzioni specifiche nella fase di inizio In vivo, l’inizio della trascrizione ha bisogno di altre proteine, incluso il complesso del Mediatore Il Mediatore è composto da molte subunità, alcune delle quali sono conservate dal lievito all’uomo 356 357 359 Le RNA Pol I e Pol III riconoscono promotori distinti, utilizzano un gruppo diverso di fattori di trascrizione, ma hanno comunque bisogno di TBP I promotori della Pol III si trovano a valle del sito d’inizio della trascrizione SOMMARIO BIBLIOGRAFIA 361 362 363 364 364 366 366 369 370 370 371 372 373 375 376 378 379 382 383 383 384 384 386 CAPITOLO 13 Lo splicing dell’RNA BOX 13.1 ESPERIMENTI CHIAVE L’adenovirus e la scoperta dello splicing La chimica dello splicing dell’RNA 360 376 Le sequenze all’interno dell’RNA determinano dove avviene lo splicing L’introne viene rimosso in una forma a cappio detta lariat e gli esoni laterali vengono uniti Gli esoni provenienti da diverse molecole di RNA possono essere uniti attraverso uno splicing in trans Il macchinario dello spliceosoma Lo splicing dell’RNA viene effettuato da un complesso molto grande chiamato spliceosoma Le vie dello splicing Assemblaggio, riarrangiamenti e catalisi all’interno dello spliceosoma: il percorso dello splicing Gli introni self-splicing dimostrano che l’RNA può catalizzare lo splicing BOX 13.2 ESPERIMENTI CHIAVE La conversione in ribozimi degli introni del gruppo I Gli introni del gruppo I rilasciano un introne lineare anziché un cappio Come fa lo spliceosoma a trovare i siti di splicing in maniera affidabile? Un gruppo ristretto di introni è processato da uno spliceosoma alternativo formato da un corredo diverso di snRNP Lo splicing alternativo 389 391 391 391 393 393 393 395 395 397 397 399 401 403 403 I singoli geni possono dare origine a diversi prodotti grazie allo splicing alternativo 403 Esistono diversi meccanismi per garantire uno splicing mutualmente esclusivo 405 L’incredibile caso del gene Dscam di Drosophila: un esempio di splicing mutualmente esclusivo su larga scala 406 XV XVI Indice Lo splicing mutualmente esclusivo dell’esone 6 di Dscam non può essere ottenuto con nessun meccanismo standard e probabilmente utilizza nuove strategie BOX 13.3 ESPERIMENTI CHIAVE L’identificazione dei siti di ancoraggio e delle sequenze selettrici Lo splicing alternativo è regolato da attivatori e repressori La regolazione dello splicing alternativo determina il sesso dei moscerini BOX 13.4 RISVOLTI MEDICI Errori nello splicing del pre-mRNA causano diverse malattie umane Il rimescolamento degli esoni Gli esoni vengono rimescolati dalla ricombinazione per produrre dei geni che codificano nuove proteine L’editing dell’RNA L’editing dell’RNA rappresenta un altro modo per modificare la sequenza di un mRNA BOX 13.5 RISVOLTI MEDICI Le deamminasi e l’HIV Gli RNA guida dirigono l’inserzione e la delezione delle uridine Il trasporto dell’mRNA L’mRNA maturo viene impaccato ed esportato dal nucleo al citoplasma per la traduzione SOMMARIO BIBLIOGRAFIA © 978-88-08-16412-4 408 410 410 413 415 416 416 418 418 419 420 421 421 422 424 La traduzione 426 Le catene polipeptidiche sono specificate dalle open reading frame 426 Gli mRNA procariotici hanno un sito di legame per il ribosoma che recluta il macchinario per la traduzione 428 Gli mRNA eucariotici sono modificati alle estremità 5’ e 3’ per facilitare la traduzione 428 RNA transfer 429 I tRNA agiscono da adattatori tra codoni e amminoacidi BOX 14.1 CONCETTI AVANZATI Gli enzimi che aggiungono la sequenza CCA: un meccanismo di sintesi dell’RNA in assenza di uno stampo I tRNA hanno in comune una struttura secondaria con forma simile a un trifoglio I tRNA hanno una struttura tridimensionale ad “L” Il legame degli amminoacidi al tRNA I tRNA vengono caricati con un amminoacido che si lega all’adenosina dell’estremità 3’ tramite un legame acilico ad alta energia L’amminoacil-tRNA sintetasi carica i tRNA in due passaggi Ciascuna amminoacil-tRNA sintetasi attacca un solo amminoacido ad uno o più tRNA Le tRNA sintetasi riconoscono le caratteristiche strutturali esclusive dei rispettivi tRNA Il ribosoma Il ribosoma è costituito da una subunità maggiore e da una minore Le subunità maggiore e minore si associano e si dissociano ad ogni ciclo di traduzione I nuovi amminoacidi vengono attaccati all’estremità C-terminale della catena polipeptidica nascente I legami peptidici si formano mediante il trasferimento della catena polipeptidica nascente da un tRNA all’altro Gli RNA ribosomiali sono determinanti sia strutturali che catalitici del ribosoma Il ribosoma ha tre siti di legame per il tRNA I canali che attraversano il ribosoma permettono all’mRNA e alla catena polipeptidica nascente di entrare e di uscire dal ribosoma Inizio della traduzione CAPITOLO 14 RNA messaggero La formazione dell’amminoacil-tRNA è molto accurata Alcune amminoacil-tRNA sintetasi usano un sito correttore per caricare il tRNA con un alto grado di accuratezza Il ribosoma non è in grado di distinguere tra tRNA caricati in modo corretto o sbagliato BOX 14.2 CONCETTI AVANZATI Selenocisteina 429 429 430 431 432 432 432 433 434 Gli mRNA procariotici vengono inizialmente reclutati dalla subunità minore tramite appaiamento di basi con l’rRNA Un tRNA specifico, caricato con una metionina modificata, si lega direttamente alla subunità minore procariotica Tre fattori dirigono l’assemblaggio di un complesso iniziatore che contiene l’mRNA e il tRNA iniziatore I ribosomi eucariotici vengono reclutati sull’mRNA dal Cap al 5’ BOX 14.3 CONCETTI AVANZATI uORF e IRES: eccezioni che confermano la regola Il codone d’inizio viene trovato leggendo la sequenza dell’mRNA a partire dall’estremità 5’ I fattori d’inizio della traduzione mantengono l’mRNA eucariotico in una conformazione circolare Allungamento durante la traduzione Gli amminoacil-tRNA vengono trasferiti sul sito A dal fattore di allungamento EF-Tu Il ribosoma adotta diversi meccanismi per evitare di selezionare gli amminoacil-tRNA errati Il ribosoma è un ribozima La formazione del legame peptidico e il fattore di allungamento EF-G governano la traslocazione dei tRNA e dell’mRNA EF-G causa la traslocazione spostando il tRNA legato al sito A EF-Tu-GDP ed EF-G-GDP devono scambiare il GDP con GTP prima di poter partecipare ad un nuovo ciclo di allungamento La formazione di un legame peptidico consuma due molecole di GTP e una di ATP BOX 14.4 CONCETTI AVANZATI Le proteine che si legano al GTP, i cambiamenti conformazionali e la precisione e l’ordine degli eventi della traduzione 435 436 436 437 437 438 439 441 441 442 443 444 445 445 446 447 448 448 451 451 453 454 454 456 458 459 460 461 461 Indice © 978-88-08-16412-4 Terminazione della traduzione I fattori di rilascio terminano la traduzione in risposta ai codoni di stop Alcune brevi regioni dei fattori di rilascio di classe I riconoscono i codoni di stop e innescano il rilascio della catena peptidica Lo scambio GDP/GTP e l’idrolisi del GTP controllano la funzione del fattore di rilascio di classe II Il fattore di riciclaggio del ribosoma simula un tRNA BOX 14.5 RISVOLTI MEDICI Gli antibiotici arrestano la divisione cellulare bloccando passaggi specifici della traduzione La regolazione della traduzione Nei batteri le proteine o gli RNA che si legano vicino al sito di legame del ribosoma regolano negativamente l’inizio della traduzione La regolazione della traduzione nei procarioti: le proteine ribosomiali sono dei repressori traduzionali della propria sintesi I regolatori globali della traduzione eucariotica agiscono sui fattori indispensabili per il riconoscimento dell’mRNA e il legame del tRNA iniziatore al ribosoma Le 4E-BP specifiche per un mRNA controllano spazialmente la traduzione Una proteina di legame all’RNA, regolata dal ferro, controlla la traduzione della ferritina La traduzione dell’attivatore trascrizionale del lievito Gcn4 è controllata da piccole ORF a monte e dall’abbondanza di un complesso ternario Regolazione traduzione-dipendente dell’mRNA e della stabilità delle proteine L’RNA SsrA libera i ribosomi che traducono mRNA spezzati Le cellule eucariotiche degradano gli mRNA incompleti o dotati di codoni di stop prematuri SOMMARIO BIBLIOGRAFIA 462 462 463 463 465 469 470 Tre regole disciplinano il codice genetico Tre tipi di mutazioni puntiformi alterano il codice genetico 493 493 La soppressione intergenica coinvolge tRNA mutanti 494 I soppressori nonsenso leggono anche i normali segnali di terminazione 496 La prova della validità del codice genetico 496 Il codice è pressoché universale 497 BIBLIOGRAFIA 499 499 Parte 4 La regolazione CAPITOLO 16 472 473 474 475 477 477 479 481 482 Il codice genetico La percezione dell’ordine nel codice Tentennamento dell’anticodone Tre codoni determinano la fine della catena Come venne svelato il codice Stimolazione dell’incorporazione di amminoacidi da parte di mRNA sintetici Poli-U codifica la poli-fenilalanina I copolimeri misti consentirono l’assegnazione di altri codoni L’RNA transfer si lega a codoni trinucleotidici definiti Assegnazione dei codoni tramite copolimeri ripetitivi Mutazioni soppressive possono trovarsi nello stesso gene o in geni diversi SOMMARIO 467 469 CAPITOLO 15 Il codice è degenerato Prova genetica che il codice viene letto in gruppi di tre unità 483 485 485 487 487 488 488 489 490 490 491 492 La regolazione trascrizionale nei procarioti I principi della regolazione trascrizionale L’espressione genica è controllata da proteine regolatrici La maggior parte degli attivatori e repressori agisce a livello dell’inizio di trascrizione Molti promotori sono regolati dagli attivatori, che favoriscono il legame dell’RNA polimerasi al DNA, e dai repressori, che bloccano questo legame Alcuni attivatori e repressori funzionano allostericamente e regolano passaggi dell’inizio di trascrizione successivi al legame dell’RNA polimerasi Azione a distanza e formazione di un’ansa sul DNA Il legame cooperativo e l’allosteria svolgono molte funzioni nella regolazione genica Antiterminazione ed oltre: non tutta la regolazione dell’espressione genica agisce sull’inizio di trascrizione La regolazione dell’inizio di trascrizione: alcuni esempi nei procarioti L’espressione dei geni lac è controllata da un attivatore e da un repressore CAP e il repressore Lac influenzano in modo opposto il legame dell’RNA polimerasi al promotore lac CAP possiede delle superfici separate per l’attivazione e il legame al DNA BOX 16.1 ESPERIMENTI CHIAVE Gli esperimenti di eliminazione dell’attivatore La proteina CAP e il repressore Lac legano il DNA per mezzo di un comune motivo strutturale Le attività del repressore Lac e di CAP sono controllate allostericamente dai loro segnali BOX 16.2 ESPERIMENTI CHIAVE Jacob, Monod e le loro teorie sulla regolazione genica 505 505 506 506 507 508 509 510 510 511 511 513 514 515 517 518 XVII XVIII Indice Il controllo combinatorio: CAP controlla anche altri geni Fattori σ alternativi dirigono la RNA polimerasi su serie alternative di promotori NtrC e MerR: due attivatori trascrizionali che funzionano per mezzo dell’allosteria e non del reclutamento NtrC è dotato di un’attività ATPasica e lavora sul DNA in siti lontani dal gene MerR attiva la trascrizione facendo ruotare il DNA del promotore Alcuni repressori trattengono la RNA polimerasi sul promotore invece di escluderla AraC controlla l’operone araBAD per mezzo dell’antiattivazione L’esempio del batteriofago λ: diversi livelli di regolazione Schemi di espressione genica alternativi controllano la crescita litica e quella lisogenica Le proteine regolatrici e i loro siti di legame Il repressore di λ lega l’operatore in modo cooperativo BOX 16.3 CONCETTI AVANZATI Concentrazione, affinità e legame cooperativo Il repressore e Cro si legano in schemi alternativi per controllare il ciclo litico e quello lisogenico L’induzione lisogenica richiede il taglio proteolitico del repressore di λ L’autoregolazione negativa del repressore richiede delle interazioni a lunga distanza e un’ampia ansa di DNA BOX 16.4 ESPERIMENTI CHIAVE L’evoluzione dell’interruttore di λ In seguito all’infezione di un nuovo ospite, un altro attivatore, λ CII, controlla la scelta tra ciclo litico e lisogenico Il numero di particelle fagiche che infettano una cellula influenza l’andamento litico o lisogenico dell’infezione Le condizioni di crescita di E. coli influenzano la stabilità della proteina CII e di conseguenza la scelta tra ciclo litico e lisogenico BOX 16.5 ESPERIMENTI CHIAVE Approcci genetici che hanno portato all’isolamento dei geni coinvolti nella scelta tra ciclo litico e lisogenico L’antiterminazione trascrizionale nello sviluppo di λ La retroregolazione: l’espressione del gene int è determinata da un gioco di controlli sulla sintesi e la stabilità dell’RNA SOMMARIO BIBLIOGRAFIA © 978-88-08-16412-4 520 520 521 522 523 524 525 526 527 528 529 531 531 532 534 536 536 537 538 539 541 542 543 La regolazione trascrizionale negli eucarioti Gli attivatori hanno domini di legame al DNA e domini di attivazione separati 549 I regolatori degli eucarioti usano domini differenti per il legame al DNA, ma il riconoscimento del DNA si basa sugli stessi principi dei batteri Le regioni di attivazione sono strutture non ben definite 550 Reclutamento di complessi proteici indotto dagli attivatori trascrizionali eucariotici 552 553 521 CAPITOLO 17 I meccanismi che regolano la trascrizione sono conservati dal lievito ai mammiferi BOX 17.1 TECNICHE Il saggio dei due ibridi 547 547 Gli attivatori reclutano il complesso trascrizionale sui geni Gli attivatori reclutano anche modificatori dei nucleosomi che permettono al complesso trascrizionale di legarsi al promotore o iniziare la trascrizione Gli attivatori reclutano su alcuni promotori un altro fattore necessario per un inizio efficiente o per l’allungamento Attività a distanza: loop e isolatori Per la corretta regolazione di alcuni gruppi di geni sono necessarie specifiche regioni di controllo BOX 17.2 ESPERIMENTI CHIAVE Interazioni a lunga distanza sullo stesso e su diversi cromosomi Integrazione del segnale e controllo combinatorio Gli attivatori lavorano in modo sinergico per integrare i segnali Integrazione del segnale: il gene HO è controllato da due regolatori, uno recluta modificatori dei nucleosomi, l’altro recluta un mediatore Integrazione del segnale: legame cooperativo degli attivatori sul gene dell’interferone β umano Il controllo combinatorio dell’attività genica è fondamentale per la complessità e la diversità degli eucarioti Il controllo combinatorio dei geni del mating type di S. cerevisiae BOX 17.3 ESPERIMENTI CHIAVE Come evolve un circuito di regolazione 553 554 556 556 558 559 561 561 561 563 565 565 Repressori trascrizionali 567 568 Trasduzione del segnale e controllo dei regolatori trascrizionali 570 I segnali sono spesso comunicati ai regolatori trascrizionali attraverso sistemi di trasduzione del segnale Vari segnali controllano i regolatori trascrizionali eucariotici in diversi modi Gli attivatori e i repressori possono essere formati da moduli fisicamente separati Silenziamento genico determinato dalla modificazione degli istoni e del DNA Il silenziamento nel lievito è mediato da deacetilazione e metilazione degli istoni Nella Drosophila, HP1 riconosce gli istoni metilati e la cromatina condensata BOX 17.4 CONCETTI AVANZATI Esiste un codice istonico? La metilazione del DNA, nei mammiferi, è associata al silenziamento genico BOX 17.5 RISVOLTI MEDICI La repressione trascrizionale e le malattie umane 570 572 573 574 575 576 577 578 579 watson_indice_def:watson_indice_def_def 31-08-2009 8:24 Pagina XIX Indice © 978-88-08-16412-4 L’epigenetica regola l’espressione genica Alcune modalità di espressione genica vengono ereditate con la divisione cellulare anche quando il segnale scatenante non è più presente BOX 17.6 RISVOLTI MEDICI I fattori trascrizionali sono usati per riprogrammare le cellule somatiche in cellule staminali embrionali SOMMARIO BIBLIOGRAFIA 580 La regolazione genica nello sviluppo e nell’evoluzione 580 Strategie di regolazione dell’espressione genica differenziale durante lo sviluppo 583 584 585 CAPITOLO 18 Gli RNA regolatori La regolazione mediata da RNA nei batteri 587 I riboswitch si ritrovano all’interno dei trascritti dei geni di cui controllano l’espressione attraverso cambiamenti della struttura secondaria 589 BOX 18.1 CONCETTI AVANZATI Gli operoni per la biosintesi degli amminoacidi sono regolati mediante l’attenuazione 592 L’interferenza da RNA (RNAi) è uno dei principali meccanismi regolatori negli eucarioti 594 I piccoli RNA che silenziano i geni sono generati da diverse fonti e dirigono il silenziamento genico in tre modi distinti 594 Sintesi e funzione dei miRNA 596 I miRNA hanno una tipica struttura che li aiuta a riconoscere se stessi e i propri geni bersaglio Un miRNA attivo è formato tramite due passaggi di processamento nucleolitico Dicer è il secondo enzima che taglia l’RNA coinvolto nella produzione del miRNA L’incorporazione del filamento di RNA guida in RISC porta alla formazione del complesso maturo, pronto a silenziare l’espressione genica I siRNA sono RNA regolatori prodotti da lunghi RNA a doppio filamento BOX 18.2 ESPERIMENTI CHIAVE La storia dei miRNA e degli RNAi I piccoli RNA possono silenziare trascrizionalmente i geni inducendo una modificazione della cromatina L’evoluzione e l’utilizzo dell’RNAi L’RNAi si è evoluto come sistema immunitario? L’RNAi è diventato un sistema potente per manipolare l’espressione genica BOX 18.3 RISVOLTI MEDICI L’RNAi e le patologie umane Gli RNA regolatori e l’inattivazione del cromosoma X L’inattivazione del cromosoma X porta a individui a mosaico Xist è un RNA regolatore che inattiva un solo cromosoma X nelle femmine di mammifero SOMMARIO BIBLIOGRAFIA CAPITOLO 19 596 598 599 600 601 601 603 604 604 606 606 609 609 609 610 611 614 BOX 19.1 TECNICHE I saggi con i microarray: teoria e pratica Alcuni mRNA si localizzano precisamente all’interno della cellula uovo e dell’embrione grazie a una polarità intrinseca del citoscheletro Il contatto cellula-cellula e le molecole segnale secrete stimolano i cambiamenti dell’espressione genica nelle cellule vicine Il gradiente delle molecole segnale può istruire le cellule a seguire diverse vie di sviluppo sulla base della loro posizione Esempi delle tre strategie utilizzate per stabilire l’espressione genica differenziale La localizzazione del repressore Ash1 controlla il mating type del lievito attraverso il silenziamento del gene HO BOX 19.2 CONCETTI AVANZATI Il citoscheletro: asimmetria e crescita Un mRNA precisamente localizzato promuove il differenziamento muscolare nell’embrione dell’ascidia BOX 19.3 CONCETTI AVANZATI Lo sviluppo di Ciona Il contatto cellula-cellula stimola l’espressione genica differenziale nel batterio sporigeno Bacillus subtilis Uno scambio regolativo pelle-nervo è controllato dal segnale di Notch nel sistema nervoso centrale degli insetti Il gradiente del morfogeno Sonic hedgehog controlla la formazione dei diversi tipi di neuroni nel tubo neurale dei vertebrati La biologia molecolare dell’embriogenesi di Drosophila Una sintesi dell’embriogenesi di Drosophila BOX 19.4 CONCETTI AVANZATI Lo sviluppo di Drosophila Il gradiente di un morfogeno controlla la regionalizzazione dorso-ventrale dell’embrione di Drosophila BOX 19.5 ESPERIMENTI CHIAVE Il ruolo della sinergia degli attivatori nello sviluppo La segmentazione viene iniziata da alcuni mRNA localizzati ai poli anteriore e posteriore dell’uovo non fecondato BOX 19.6 RISVOLTI MEDICI Le cellule staminali Bicoid e Nanos regolano hunchback Il gradiente del repressore Hunchback stabilisce i diversi limiti di espressione dei geni gap Hunchback e le proteine gap producono le bande di espressione genica della segmentazione BOX 19.7 ESPERIMENTI CHIAVE Le sequenze regolatrici che agiscono in cis nello sviluppo e nell’evoluzione animale I gradienti dei repressori gap producono molte bande di espressione genica 614 615 615 616 618 618 620 622 622 623 624 626 627 627 628 630 633 634 636 637 637 638 639 640 XIX XX Indice © 978-88-08-16412-4 I repressori trascrizionali a corto raggio consentono a enhancer diversi di lavorare indipendentemente l’uno dall’altro all’interno delle regioni regolatrici complesse di eve 642 I geni omeotici: un’importante classe di regolatori dello sviluppo I cambiamenti nell’espressione dei geni omeotici sono la causa della diversità tra artropodi BOX 19.8 CONCETTI AVANZATI I geni omeotici di Drosophila sono organizzati in raggruppamenti speciali sui cromosomi Gli artropodi sono incredibilmente differenti Le variazioni dell’espressione di Ubx spiegano le modificazioni degli arti nei crostacei Perché gli insetti non hanno arti addominali La modificazione degli arti per il volo sembra derivare dall’evoluzione di sequenze regolatrici del DNA SOMMARIO BIBLIOGRAFIA 643 Alcuni circuiti generano profili oscillanti di espressione genica I circuiti sintetici simulano alcune caratteristiche delle reti naturali di regolazione Prospettive SOMMARIO BIBLIOGRAFIA 644 647 648 649 650 651 L’analisi dei genomi e la biologia dei sistemi La biologia dei sistemi I circuiti trascrizionali sono composti da nodi e segmenti L’autoregolazione negativa riduce il rumore e permette una risposta rapida Nell’espressione genica c’è rumore L’autoregolazione positiva ritarda l’espressione di un gene Alcuni circuiti regolatori possono avere due stati stabili BOX 20.2 ESPERIMENTI CHIAVE La bistabilità e l’isteresi I circuiti a retroazione positiva sono reti a tre nodi con proprietà utili I circuiti a retroazione positiva sono usati nello sviluppo 678 679 Parte 5 Metodi CAPITOLO 21 Tecniche di biologia molecolare Gli acidi nucleici La bioinformatica facilita l’identificazione su scala genomica dei geni codificanti proteine Per analizzare il trascrittoma vengono usati tiling array comprendenti l’intero genoma Le sequenze di DNA con funzione regolatrice possono essere identificate grazie a strumenti di allineamento specializzati BOX 20.1 TECNICHE Approcci bioinformatici per l’identificazione di enhancer complessi Il saggio ChIP-chip rappresenta il migliore approccio per l’identificazione di enhancer Animali differenti contengono una serie di geni incredibilmente simili Molti animali hanno strani geni La sintenia è molto antica dal punto di vista evolutivo Il sequenziamento ad alta efficienza (deep sequencing) è stato usato per esplorare l’origine dell’uomo 677 677 645 647 CAPITOLO 20 Una panoramica sulla genomica 674 653 653 654 655 657 659 661 661 662 663 664 665 666 667 668 669 670 672 673 L’elettroforesi su gel separa le molecole di DNA ed RNA in base al peso molecolare Le endonucleasi di restrizione tagliano le molecole di DNA in siti particolari L’ibridazione può essere usata per identificare specifiche molecole di DNA Le sonde di ibridazione possono identificare DNA ed RNA separati elettroforeticamente Isolamento di frammenti specifici di DNA Clonaggio del DNA Il clonaggio del DNA in vettori plasmidici Il DNA inserito nel vettore può essere introdotto negli organismi ospiti mediante la trasformazione Mediante clonaggio si possono creare librerie di molecole di DNA Un clone specifico di una libreria di DNA può essere identificato mediante ibridazione Oligonucleotidi sintetizzati chimicamente La reazione a catena della polimerasi (PCR) amplifica i DNA mediante ripetuti cicli di replicazione in vitro BOX 21.1 TECNICHE Aspetti legali e reazione a catena della polimerasi Gruppi di frammenti interni di DNA rivelano la sequenza nucleotidica BOX 21.2 ESPERIMENTI CHIAVE I Sequenator sono utilizzati per il sequenziamento ad alta resa Il sequenziamento “in un colpo solo” (shotgun) del genoma batterico Il sequenziamento shotgun consente l’assemblaggio parziale di estese sequenze genomiche La strategia dell’accoppiamento delle estremità consente di produrre ampi assemblaggi genomici Il genoma umano da 1000 dollari è a portata di mano Le proteine Specifiche proteine possono essere isolate da estratti cellulari La purificazione di una proteina richiede un saggio specifico 686 686 687 689 690 691 692 692 693 694 695 696 697 699 699 702 702 703 705 707 708 708 709 watson_indice_def:watson_indice_def_def 31-08-2009 8:24 Pagina XXI Indice © 978-88-08-16412-4 Preparazione di un estratto cellulare contenente proteine attive Le proteine possono essere separate tra loro utilizzando la cromatografia su colonna La cromatografia per affinità può facilitare una più rapida purificazione delle proteine Separazione di proteine su gel di poliacrilammide Gli anticorpi possono essere usati per visualizzare proteine separate per elettroforesi Le molecole proteiche possono essere sequenziate direttamente Proteomica L’uso combinato della cromatografia liquida con la spettrometria di massa permette di identificare singole proteine presenti in un estratto complesso L’analisi comparativa dei diversi proteomi rivela importanti differenze tra cellule La spettrometria di massa può anche seguire le diverse modificazioni proteiche Le interazioni proteina-proteina forniscono informazioni funzionali Le interazioni acidi nucleici-proteine La mobilità elettroforetica del DNA varia in seguito al legame di una proteina Una proteina legata al DNA lo protegge dalle nucleasi e dalla modificazione chimica L’immunoprecipitazione della cromatina rivela l’associazione delle proteine con il DNA nelle cellule La selezione in vitro può essere usata per identificare sul DNA o sull’RNA il sito di legame di una proteina BIBLIOGRAFIA 709 709 711 712 712 713 716 716 717 717 718 719 719 720 722 724 725 Organismi modello Saggi per la crescita fagica Curva di crescita a passaggio unico Incroci tra fagi e test di complementazione Trasduzione e DNA ricombinante I batteri Analisi della crescita batterica I batteri si scambiano DNA mediante coniugazione, trasduzione mediata dai fagi e trasformazione con DNA I plasmidi batterici possono essere usati come vettori di clonaggio I trasposoni possono essere utilizzati per generare mutazioni per inserzione e fusioni tra il gene e l’operone Gli studi di biologia molecolare dei batteri hanno ricevuto impulso dalla tecnologia del DNA ricombinante, dal sequenziamento del genoma e dal profilo trascrizionale L’esistenza di cellule aploidi e diploidi facilita l’analisi genetica di S. cerevisiae È facile ottenere mutazioni precise nel lievito S. cerevisiae possiede un genoma piccolo e ben caratterizzato Le cellule di S. cerevisiae cambiano forma durante la crescita Arabidopsis Arabidopsis è caratterizzata da un ciclo vitale rapido con fasi aploidi e diploidi Arabidopsis viene facilmente trasformata per la genetica inversa Arabidopsis è caratterizzata da un piccolo genoma facilmente manipolabile L’epigenetica Le piante rispondono all’ambiente Sviluppo e formazione della struttura Il verme nematode Caenorhabditis elegans C. elegans ha un ciclo vitale molto rapido C. elegans è costituito da relativamente poche linee cellulari ben studiate La via della morte cellulare fu scoperta in C. elegans L’interferenza da RNA (RNAi) fu scoperta in C. elegans Il moscerino della frutta Drosophila melanogaster CAPITOLO 22 I batteriofagi L’analisi biochimica è particolarmente efficace nelle cellule semplici con gli strumenti tradizionali e della genetica molecolare 736 I batteri possono essere studiati dal punto di vista citologico 736 I fagi e i batteri hanno fornito importanti informazioni sul gene 736 Il lievito di birra Saccharomyces cerevisiae 737 727 729 730 730 731 732 732 732 734 734 735 Drosophila ha un ciclo vitale rapido Le prime mappe genomiche sono state realizzate per la Drosophila I mosaici genetici consentono l’analisi dei geni letali nei moscerini adulti La ricombinasi FLP di lievito consente la produzione efficiente di mosaici genetici È facile generare moscerini della frutta transgenici che contengono DNA esogeno Il topo comune Mus musculus Lo sviluppo embrionale del topo dipende dalle cellule staminali È facile introdurre DNA esogeno nell’embrione di topo La ricombinazione omologa consente l’ablazione selettiva di singoli geni I topi mostrano un’eredità epigenetica 738 738 739 739 740 741 742 742 743 744 744 745 745 746 747 747 748 748 749 750 751 752 753 754 755 BIBLIOGRAFIA 756 757 759 INDICE ANALITICO 760 XXI