Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ Economia dei sistemi industriali 1 Paolo Mancuso Ric: Mercoledì 18-19.30 disp 2081 Esonero 1 28-1-05 Esonero 2 16-2-05 (solo chi supera la prima, basta il 16) Project work: media coi voti dell’esonero http://www.disp.uniroma2.it/users/mancuso giovedì 22 dicembre non c’è lezione venerdì 7 gennaio ponte Organizzazione industriale (vd textmat) Carlton, Perloff. Ed. Mc Graw-Hill ………………………………………………………………………………………………………… • Paradigma struttura- condotta- performance: descrive le caratteristiche di un mercato (prezzo, numero di imprese, numero di consumatori). N.B: se riduco i prezzi la domanda aumenta sempre, ma non è detto che aumenti la quantità. Se apro il mercato riduco i prezzi e spingo le aziende a essere più efficienti, questo può portare le aziende a ridurre certi tipi di attività come ad esempio la manutenzione. Tutti i mercati liberalizzati hanno messo degli organi di controllo per evitare che la ricerca di prezzi bassi provochi effetti negativi. Es. Ferrovie britanniche quando sono state liberalizzate sono aumentati gli incidenti. • Analisi dei costi: economie di scala, di apprendimento, strumenti di misurazione. • Previsione della domanda: strumenti matematici • Monopolio: (finora visto statico, in un istante temporale) visto nella variabile tempo. Es. produco due beni da monopolista, un bene che viene consumato subito, un bene che dura due ore. A:bene di consumo, B: bene durevole. A t=1 il bene A finisce, e in t2 potranno riacquistarlo, mentre B continua a esistere anche nel tempo 2. il monopolio ha creato lui stesso la concorrenza al momento t2. Forme di mercato: Pure Monopoly (Monopolio Puro) CR1 =100 Situazione di mercato in cui opera una sola impresa. L’industria è caratterizzata da elevate barriere all’entrata e generalmente da una bassa elasticità della domanda. Dominant Firm (Impresa Dominate) CR1=40 Situazione di mercato in cui opera una azienda che detiene il 40% di mercato. I competitori che operano nell’industria sono deboli (frangia). Tight Oligopoly (Oligopolio Stretto) CR4=60 Situazione di mercato in cui le prime 4 imprese hanno complessivamente una quota di mercato del 60%. L’industria è caratterizzata da una bassa elasticità della domanda da elevate barriere all’entrata e generalmente le aziende cooperano/colludono per la fissazione del prezzo. Effective Competition (Competizione Perfetta) Situazione di mercato in cui operano molte aziende nessuna delle quali riesce ad influire sul prezzo. Studiare i mercati permette di studiare in modo costruttivo il marketing: ci concentriamo su: 1. caratteristiche dell’industria (nucleo d’aziende che opera sul mercato) Appunti di ESI1 Pagina 1di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Commento [MG1]: Lezione 14/12/2004 Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ 2. caratteristiche dell’organizzazione (impresa) Es. Amazon distribuisce online gli altri rivenditori danno libri a tu per tu. Diverse strutture interne cambiano i margini di profitto rispetto a quelli di settore 3. Alternative strategiche: osservo i diversi modi con cui le aziende competono. Es. Vendita: ci sono molti modi per vendere qualcosa: qualità, politiche di prezzo, servizi accessori. Un monopolio multiprodotto produce più beni e tende a chiudere il mercato. Es. se oltre la telefonia compro la VOIP (voice over internet protocol) chiudo il mercato. Es. CocaCola ha ampliato molto il suo portafoglio prodotti. • Ci sono monopoli locali dipendenti dalla zona in cui si produce. Es produttori di energia nazionale. • Posso creare un monopolio creando delle barriere all’entrata, Es: la rete telecom non era riproducibile, se non l’avesse data in gestione sarebbe stata impossibile la concorrenza. Veri e propri casi di concorrenza perfetta non ci sono, perché le aziende tendono a sfuggire dalla concorrenza differenziando i prodotti. I prodotti cerealicoli sono stati pensati come mercato concorrenziale, ma si inizia a tendere a differenziare anche qui (vd marchi). Chi è più efficiente resta sul mercato. Perché il monopolio puro non ha subito grosse variazioni nel corso degli anni? Avendo accesso alle fonti, grazie alle sue caratteristiche strutturali non c’è nulla da fare. Grafico pag 12. quante volte è intervenuta l’antitrust in vari settori. Il settore delle attività professionali è in controtendenza, cioè rispetto agli altri non è un settore con elevati costi di partenza. Es. Siamo sotto inchiesta per gli albi professionali: se creo un albo, esso fissa e decide i prezzi. Le perizie vengono fissate dall’albo. Non c’è mercato. Cooperazione: definita e accettata dal punto di vista normativo. Collusione: è una cosa non definita da accordi legislativi. (avverto il mio concorrente di quale sarà la mia politica di prezzo, e se lui non vuol far lotta si adegua alla mia politica) Es. OPEC mercato collusivo, son paesi diversi che decidono quanto petrolio produrre, così non ho deciso il prezzo… ma l’ho fatto J . Economic performance: 1. Efficienza: O/I (metodo di combinazione di output e input) ; raggiungere l’obiettivo minimizzando i costi. E’ un concetto statico. Isoquanto di produzione (iperbole a L) quale dei due prodotti produco di più. • Efficienza interna: struttura interna nell’azienda (x-inefficency by Lebeinstein 1966) non tutti fanno lo stesso sforzo per raggiungere l’obiettivo, quindi mi tocca spendere di più allontanandomi dall’ottimo. Se sono inefficiente pago sul mercato (nb nei monopoli ci sono rischi di inefficienza). DXI: rapporto tra eccesso di costo e costo minimo possibile cioè Delta costo diviso costo min??. (misura la reale inefficienza del settore) L'efficienza-X può definirsi come "il contributo alla produzione dovuto a fattori non considerati tra gli inputs nella funzione di produzione • Efficienza allocativa: concorrenza perfetta nel lungo periodo P*= C’ ( C’ è il minCM di LP dove passa la curva dei C’. E’ una definizione statica, ma non considero l’innovazione. Con un’innovazione riduco i costi e divento un monopolista. L’innovazione si muove in senso contrario alla concorrenza. (innovazione di processo riduce i costi, di prodotto aumenta il valore) Appunti di ESI1 Pagina 2di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ 2. Progresso tecnologico: ha permesso di sfruttare nuove porzioni di “mondo”. Permette la produzione di nuovi output oppure gli stessi output con input diversi. E’ importante per l’analisi economica dal punto di vista • Macroeconomico: solo una piccola frazione della crescita pro capite è associata a un aumento del rapporto capitale/lavoro • Strategico: innovare significa creare prodotti nuovi, il ché dal punto di vista strategico equivale a differenziare 3. equità della distribuzione: come viene ripartito il risultato delle vendite. • Ricchezza: quanto un sistema riesce a produrre • Reddito: chi ha vantaggio se consumatori o produttori • Opportunità: c’è libero accesso nel mercato? Economic performance e concorrenza perfetta Il mercato concorrenziale funziona quando so tutto di quel prodotto: comprese le differenze tra i vari competitors. Se devo perdere una giornata per capire qual è la tariffa telefonica più bassa probabilmente non lo faccio. Ci deve essere razionalità assoluta dei consumatori Es. Swatch prezzi allucinanti per il valore del bene in sé, effetto di moda. Non devono esserci accordi tra consumatori e produttori. X-inefficenza distanza tra qualsiasi punto e il costo sostenuto, in concorrenza perfetta mi metto nel punto di minimo, la concorrenza perfetta mi garantisce l’efficienza interna, e quella esterna. Fatturato= PQ L’integrale del costo marginale è il costo totale. Il surplus del consumatore è un’area (SC) che rappresenta la differenza tra il prezzo a cui acquisto e il massimo prezzo che sarebbe stato disponibile a spendere. ………………………………………………………………………………………………………. E’ il monopolio o la concorrenza che innova? Il monopolio ha più extra-profitto, maggiore capacità di spesa, ma il monopolio non ha incentivo a innovare. Anche in un mercato concorrenziale vi sono fattori negativi: 1. esternalità negative: i mercati concorrenziali producono più prodotti di un monopolio, il ché può causare incidenti, inquinamento, scarsa manutenzione 2. beni pubblici: un privato non investe in qualcosa che non rende (treni locali, tratte non coperte). Se si privatizza bisogna tenerne conto 3. rischio: in concorrenza ho molti rischi, ma anche opportunità, mentre nel monopolio non ho alcun rischio. Economic performance & Monopolio Appunti di ESI1 Pagina 3di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Commento [MG2]: Lezione 2. 15/12/2004 Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ Un monopolio genera “perdita secca” il mercato produce ma non se ne appropria né il monopolista né il consumatore. E’ inefficiente. Se si regolamenta un mercato fissando il costo si deve conoscere bene i costi interni all’azienda, altrimenti si incorre in grossi problemi. E’ possibile avere un mercato monopolistico con pochi operatori buono? Si può creare concorrenza prima di accedere al mercato (gare) Es. gare umts occorre esser certi che non ci sia collusione. MONOPOLIO: elementi della performance: positivi 1. no esternalità negative 2. economie di scala (costi fissi meno influenti in proporzione delle vendite) di breve e lingo periodo negativi 1. Non è efficiente 2. non è stimolato a innovare 3. chi si appropria del surplus è in generale solo il monopolista. Ragioni per integrarsi orizzontalmente: diversificazione, chiusura del mercato (creo economie di scala) R. per integrarsi verticalmente: elevare barriere all’entrata (chiudo le fonti di approvvigionamento ai competitors) rischio però di essere meno efficiente perché non passo più per il mercato, molte aziende si integrano parzialmente Il problema dell’integrazione verticale può essere riassunto nel “make or buy” I managers hanno obiettivi di breve periodo, massimizzano fatturato e utile. R&S è un costo, quindi sembrerebbe sconveniente. Per incentivarli si possono retribuire con stock options, o ci si può dotare di organi di controllo interni per allineare gli obiettivi di lungo periodo. Il mercato può controllare l’operato dell’azienda: esiste un mercato dei manager, chi sbaglia viene valutato. Inoltre se un manager sbaglia le proprie politiche in un mercato concorrenziale me ne accorgo subito, cosa che non succede in monopolio. Take over: acquisizione se un’azienda non rende posso scalarla, e sostituire il management (nb. Le scalate sono ordinate dagli enti pubblici). ***APPENDIX – CORRELAZIONE*** Per sapere se esiste un 'legame' tra due caratteri quantitativi, e cioè se uno di essi esercita un'influenza sull'altro, ad esempio il peso delle persone e la loro altezza, si utilizzano gli indici di correlazione, i quali danno anche una misura di questo 'legame'. Quando la dipendenza tra due variabili è lineare si parla di correlazione lineare.L'indice usato è detto indice di correlazione di Bravais-Person per r=1 si ha il massimo di correlazione diretta per r=-1 si ha il massimo di correlazione inversa per r=0 non si ha correlazione La correlazione si dice diretta se ai valori crescenti di una variabile corrispondono valori pure crescenti dell'altra variabile,ad esempio reddito e consumi, altezza e peso. La correlazione si dice inversa se ai valori crescenti di una variabile corrispondono valori decrescenti dell'altra variabile, ad esempio altitudine e pressione atmosferica. Nella formula x,y sono le serie dei dati Mx, My sono le medie aritmetiche rispettivamente di x e y, n è il numero totale dei dati SIGMAx e SIGMAy rispettivamente lo scarto quadratico medio delle x e delle y. *+++++* Appunti di ESI1 Pagina 4di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ Il fatto che un’azienda sia facilmente scalabile aumenta dell’ 11% il margine di profitto. Le aziende con stock optino hanno avuto margini di profitto negativi. à il manager quando si sente minacciato tende a fare bene. Es. Smart. Mercedes si integra orizzontalmente acquistando il progetto Smart entrando in un nuovo mercato Smith: non c’è bisogno che mi integro verticalmente perché rivolgendomi al mercato prendo il prodotto più efficiente. Ma se sul mercato io non ricevo i prodotti che mi servono, o quelli che sono sul mercato non innovano io perdo di competitività. Tapered integration: l’azienda A si rivolge al mercato e a un’azienda sua dando luogo a un keiretzu (i conglomerati giapponesi, partecipazioni incrociate) A controlla un’azienda e la fa competere sul mercato per incentivarla. Nel franchising gran parte dei guadagni vengono presi dai negozi per incentivare i negozianti. Zara catena di distribuzione di abbigliamento, negozi di proprietà di Zara, mentre Benetton da tutto in franchising, questo perché il marchIo Zara è sconosciuto e nessuno si arrischiava. Perché non tutte le aziende guadagnano uguale? • Brevetti e tecnologie protette • Strategie di prezzo Es mivar non fa pubblicità, i prodotti non costano niente, ma trovi i prodotti negli alberghi • Industria aeronautica: fermatasi rispetto ai competitori per una crisi del fornitore la Lockhead ha dovuto ritirarsi dal mercato. SCP Approccio struttura condotta performance Il quadro concettuale di riferimento è: • Caratteristiche dell’industria e dei consumatori • Caratteristiche dell’organizzazione d’impresa • Le alternative strategiche Dire “trasporto aereo” è una definizione troppo larga di mercato: merci, passeggeri (turista, uomo d’affari, aeroporti periferici o principali), l’ipotesi fondamentale della scuola di Harvard è che i risultati economici, la performance delle imprese che operano nell’industria è una funzione della struttura dell’industria stessa. Assume che le determinanti di un mercato sono esogene. La sua applicazione porta a politiche antitrust forti. Appunti di ESI1 Pagina 5di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ Massima concentrazione: monopolio Minima concentrazione: concorrenza Determinanti di Mercato: i determinanti di mercato non sono direttamente controllabili dalle aziende (i consumatori non sono influenzabili), la tecnologia è esterna. Assoluto non intervento degli operatori Struttura: A questo punto studio numerosità e distribuzione. Politiche antitrust Condotta: come si comportano produttori e consumatori regolamenta le public utilities Efficienza: esenzioni, barriere doganali barriera doganale vs prodotti cinesi. Determinanti di Mercato: rappresentano l’insieme di variabili di mercato che non sono direttamente controllabili dalle imprese. Spesso la performance dipende dal periodo in cui vado ad apportare la tecnologia, altre volte dai gusti dei consumatori. Struttura: rappresenta l’insieme delle variabili che determinano il livello di concorrenza del mercato. o Numero e distribuzione per dimensione di fornitori e acquirenti si : indicatore di “base” I (indice di introduzione): percentuale dei nostri prodotti rispetto a quelli acquistati dai clienti quanto siamo esposti ai nostri concorrenti Ci: (rapporto di clientela) percentuale di clienti dell’impresa i come siamo posizionati rispetto al numero di clienti nel mercato Appunti di ESI1 Pagina 6di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ Si (grado di selettività): media di vendita nostra rispetto alla media totale quanto pesiamo in media rispetto alla media del mercato o Differenziazione del prodotto: uno dei due tipi di vantaggio competitivo che un’impresa può possedere. Un’impresa riesce a differenziarsi dai concorrenti se riesce ad essere unica in qualcosa che abbia valore per i clienti. o Condizioni di entrata: accesso alle fonti, disponibilità di capitale, accesso alla distribuzione, vantaggi di costo assoluti, spese di pubblicità, politiche governative Condotta: atteggiamento delle imprese nei confronti dei rivali, siano essi attivi nell’industria o concorrenti potenziali. Comportamenti strategici o Innovazione: di prodotto o processo volte alla differenziazione o alla riduzione dei costi o Collusione: imprese giuridicamente indipendenti che coordinano le loro azioni o Pubblicità /diversificazione o Integrazione verticale /orizzontale: o Politiche di prezzo / costo Performance: misura la capacità di un settore di mercato di creare profitti. (redditività, margini di profitto) o Efficienza o Progresso tecnologico o Equità nella distribuzione POLITICHE PUBBLICHE Caso dell’industria: quale fattore è imputabile a questa evoluzione? • E’ cresciuto il reddito ad esempio • I prezzi si sono abbassati per l’andamento del mercato • Cambiamento tecnologico che ha ridotto i costi à abbassamento dei prezzi Elasticità: (å= äQ/äP * P/Q) Che effetto ha una variazione di prezzo rispetto al reddito. Elasticità 6.0116 rispetto al reddito indica un mercato molto elastico, e fortemente influenzato dalla ciclicità. (come si modifica il prezzo rispetto alla temperatura?) Il costo di trasporto per buona quota è fisso e per parte rimanente è variabile (costo relativo al mezzo, alla percorrenza, struttura di costo a gradino) Appunti di ESI1 Pagina 7di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Commento [MG3]: Lezione 3 17-12-2004 Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ Il fatturato cresce meno del numero di occupati nei tre anni, il margine operativo però è aumentato, questo può significare che esistano delle economie di scala… in qualche modo il mio vantaggio da qualche parte lo devo prendere considerando che devo mantenere i lavoratori in più. Procedura di analisi del mercato: 1. quante aziende ci sono e quanto producono 2. quota relativa Secondo Porter, a seconda di come si combinano queste attività, l’azienda crea valore e fa il margine. Amazon ha generato valore nella logistica (non spende in punti vendita) Se ho molti prodotti aumento il mio potere contrattuale visto che riesco a soddisfare un maggior numero di clienti. Es acqua, i leader hanno molti brands Es: frigorifero algida mantiene bene i cornetti algida ma manda a male gli altri, è un comportamento anticompetitivo ce chiude il mercato finale. Es. Bottiglia in plastica non si rompe, è meno ingombrante a prodotto consumato, è più leggera. Come fare una tesina sull’SCP Studiare un caso di struttura condotta performance: tecnologia, condotta della domanda, elasticità rispetto al reddito), come il mercato è segmentato, che comportamenti hanno assunto le aziende, misurare la redditività Come da Harvard: posso avere informazioni sintetiche semplicemente andando a vedere la struttura, ovvero andando a vedere il numero e la distribuzione di chi produce questo bene. Perché? Domanda di mercato inversamente correlata a alla quantità prodotta. ði= P(Q)qi – c(qi) se l’azienda j varia le proprie quantità in un mercato con prodotto omogeneo, la cosa influisce sul prezzo. Derivata di P(Q)qi P(Q) + (1+ {j i} äqj /äqi)P’(Q) [l’azienda i varia la quantità prodotta à varia il prezzo. Appunti di ESI1 Pagina 8di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ In concorrenza l’indice di monopolio di Lerner è 0, quindi misura quanto mi allontano dall’efficienza. Dipende da quota di mercato si che è un elemento di struttura; ç elasticità della domanda appartiene alle condizioni di base , ë alla condotta. Posso misurare la quota di mercato avendo tutta l’informazione sul settore industriale. Dei tre elementi considerati il più importante è la si, o meglio il grado di concentrazione del mercato. Il fatturato può essere un buon indicatore a meno che le aziende del settore non abbiano politiche di prezzo molto diverse Il numero di addetti può essere messo in proporzione diretta con l’output Stigler (1968). La misurazione del grado di concentrazione di un’industria è lo strumento attraverso il quale predire di quanto il prezzo di mercato si allontana dal prezzo ideale di concorrenza perfetta. Per misurare la concentrazione occorre tener conto di due elementi: • il numero delle imprese presenti nell’industria • la dimensione relativa delle imprese nell’industria o quantità prodotta o fatturato o numero di addetti Commento [MG4]: Lezione 421/12/2004 SCPb Con la curva di Lorentz bisogna ordinare i dati o in modo crescente (o decrescente ) Appunti di ESI1 Pagina 9di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ Perfetta equidistribuzione di una curva di lorentz è una bisettrice del 1° e terzo quadrante. La spezzata è la curva di concentrazione, la meno inclinata è la curva di equidistribuzione (bisettrice appunto) Qi = fatturato totale delle prime i imprese Q= fatturato totale Nei casi intermedi occorre: 1. costruire la curva di lorentz a. ordino le imprese in modo crescente rispetto alle quantità prodotte b. costruisco le variabili Qi (somma progressiva delle qi delle imprese) Pi (i/n) e Si(Qi/Q) c. ascisse (Pi), ordinate (Si). L’equidistribuzione è la linea che unisce l’origine con il punto (1, 1); la massima concentrazione è quasi verticale a destra, (0.9 ,0 ; 1,1) 2. costruire opportuni indici sintetici 0.5 è l’area del triangolo, T è una composizione di un triangolo più tanti piccoli trapezi. S è un indice di concentrazione. Il valore minimo di quell’indice à Appunti di ESI1 Pagina 10di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ non c’è concentrazione, quindi T=0,5 à s=0 S è costruito sulla distribuzione. Vale 0 in caso di equidistribuzione per ogni numero di aziende, perché la figura collassa ugualmente. Costruiamo degli indici: Affinché un generico indice R (s1, s2, … sn) possa essere usato per misurare la concentrazione dovrà essere: 1. simmetrico: scambiando le quote di mercato fra due imprese il valore dell’indice non muta 2. identificare un massimo (monopolio) e un minimo (concorrenza perfetta) 3. sensibile: se entra una nuova impresa nell’industria il valore dell’indice deve diminuire • Indici che privilegiano l’attenzione alla distribuzione dimensionale delle imprese Indice S di Gini, è simmetrico, ha max e min, ma non è sensibile (l’indice vale 0 sia nel caso in cui il mercato è costituito da 2 imprese, che da tre, etc etc) • Indici che privilegiano l’attenzione al numero di imprese RCk, è simmetrico, ha max e min, ed è sensibile mi fermo alle prime k aziende, quindi perdo delle informazioni, se il mercato non è concentrato non è molto utile. • Indici che tengono conto sia di dimensione che di numero delle imprese HHI è simmetrico, ha massimo e minimo, ed è sensibile.HHI è molto dispendioso in termini computazionali. E’ un indice di struttura (si basa sulle quote di mercato) A fianco il criterio della FTC per controllare i monopoli Li indice di monopolio di Lerner I: quanto pesano in termini di quote di mercato la seconda e terza azienda rispetto alla prima A parità di struttura con HHI regolo tutto, le aziende nello stesso settore sono abbastanza differenti. Cr3 = 75 (le prime tre hanno il 75% del mercato), Cr3= 100%. Dire che I=1,5 vuol dire che s1 è 1,5 volte la quota di s2+s3. In “A” mi trovo in mercati fortemente concentrati. In “D” c’è la concentrazione è minima. Appunti di ESI1 Pagina 11di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ Per la scuola di Chicago la struttura di mercato riflette solo l’efficienza: se il mercato ha un’alta concentrazione è dovuto al fatot che risulta efficiente organizzare la produzione in unità abbastanza grandi. Discriminazione di prezzo: riesco a tirar fuori tutto il surplus del consumatore. Canone rai Vincoli verticali, chiudono i mercati. Mercato contendibile: quando il mercato non è difeso, non ci sono barriere. Mercato con economie di scala, se non sono minacciato metto il prezzo più alto del mio costo marginale minimo, in un mercato contendibile sono costretto a comportarmi bene: non alzo il prezzo anche se sto da solo, perché invito qualcun altro ad entrare. Configurazione industriale: insieme di aziende (sostenibile se nessuna azienda riesce a diminuire i prezzi aumentando il profitto. > non c’è sostenibi lità perché qualsiasi azienda può ridurre il prezzo fino alla fine della Appunti di ESI1 Pagina 12di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ curva dei CM. Critiche all’SCP: 1. La Performance può influire sulla condotta e quindi sulla struttura. La misurazione dei risultati economici ci permette di capire qual è il potere di mercato esercitato da un’industria. E’ possibile • Misurare i risultati economici attraverso indicatori contabili /finanziari che esprimano il rendimento del capitale investito i. Dal profitto contabile al tasso di rendimento r . ð = RT – CTL – CTM – CTK ; CTK=costo del capitale. Per ottenere una valutazione corretta dle capitale sotto i profilo economico e non cotabile occorre calcolare il CTK attraverso il concetto di “costo opportunità” (miglior utilizzo possibile del capitale impiegato) Si ricorre al cosiddetto canone implicito d’affitto à Il profitto economico risulta quindi ugale a (vedi sotto), che in concorrenza perfetta, nel LUNGO PERIODO è pari a 0, da cui si può ottenere il valore di r. Gli economisti confrontano il valore di “r” con il valore r* che si otterrebbe in concorrenza perfetta (detto valore normale). Tale indicatore tuttavia presenta dei limiti: è difficoltoso individuare il tasso “normale”, nonché il prezzo pk di acquisto di un bene della stessa qualità; inoltre è una misura statica che trascura rischio, R&S, pubblicità etc; non tiene conto degli intangibile assets ii. ROE (gestione extracaratteristica) / ROI (gestione caratteristica) Anche’essi però iii. iv. presentano degli svantaggi: ad esempio è difficile stabilire un valore di riferimento per il caso di concorrenza perfetta, sono misure statiche; non valutano i costi opportunità, includono le imposte, non tengono costo degli intangibile assets EVA differenza tra reddito operativo netto (NOPAT, al netto delle imposte) e costo del capitale (quanto costa all’azienda il capitale investito nell’azienda: costo medio ponderato del capitale). Utile in concorrenza perfetta: al crescere dell’EvA il mercato si allontana dalla concorrenza. Nuovamente risulta però difficoltoso stabilire un valore “normale”, il capitale non è valutato in termini di costi opportunità, sono misure statiche, non si tiene conto degli intangibile assets, Q di Tobin: per calcolarla correttamente dovremmo determinare il costo del capitale come costo di sostituzione del capitale, quindi non posso usare il Appunti di ESI1 Pagina 13di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Commento [C5]: LEZIONE 5 11/01/2005 Commento [MG6]: Quanto l’azienda ha guadagnato Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ costo storico reperibile da bilancio. In un mercato di concorrenza perfetta il ricavo mi ripaga esattamente del capitale investito. E’ l’unico indicatore che ha un valore pari ad 1 per un mercato in concorrenza perfetta. Per q>1 esiste una remunerazione positiva del capitale investito. Quindi, in assenza di barriere all’entrata, nuove imprese possano entrare nel mercato visto che remunerano il capitale investito. Tuttavia oltre come detto ad essere difficile da misurare potrebbe non tener conto del valore di R&s etc, e non tiene conto degli intangibile assets • Misurare direttamente il margine relativo (indice di Lerner): Vantaggi à si può ottenere direttamente dai bilanci e l’approssimarsi a 0 indica la presenza di un settore P concorrenza Appunti di ESI1 Pagina 14di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ vicino alla concorrenza. Svantaggi à il costo del capitale dovrebbe essere valutato correttamente, e l’ipotesi di rendimenti di scala potrebbe essere troppo sstringente per alcune industrie. [2.1 Il costo marginale è spesso difficile da reperire. E’ facile averlo in rendimenti di scala costanti ove Il costo medio = C’. 2.2 Si può anche approcciare calcolando l’elasticità della domanda. 2.3 Studiare un’impresa nel tempo. 2.4 Il monopolista fissa P o Q, mentre in concorrenza l’impresa è price taken. Se c’ non fosse lineare e il prezzo dopo un aumento di domanda restasse costante potremmo non essere in concorrenza perfetta] 2. ? Bain ha condotto un'analisi dettagliata delle ondizioni di entrata per venti settori del industriali, valutando, per ogni settore, in che modo le economie di scala, la differenziazione del prodotto e i fabbisogni di capitale incidano sulle condizioni di entrata. Nelle economie di scala riduco il prezzo in base alla quantità crescenti dello stesso bene, nelle economie di varietà punto a produrre piccole quantità di molteplici prodotti affini. Differenziazione orizzontale: piccole differenze. Differenziazione verticale: cambiamento che aumenta o diminuisce oggettivamente la esiderabilità di un prodotto. Il cliente del mercato di lusso è disposto a pagare molto di più per lo stesso accessorio. Tanto più in un settore ci sono economie di scala tanto più è difficile l’ingresso di nuove aziende nel mercato. Un modello teorico di economie di scala è il seguente: b Bene: X = (x1, x2, x3, Appunti di ESI1 Pagina 15di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ x4… xn) variando una di queste caratteristiche differenzio orizzontalmente, variandole tutte differenzio verticalmente. Pubblicità: ci sono dei beni che acquistiamo senza provarli (batterie telefonini…c’è solo un’analisi delle caratteristiche tecniche) • Pubblicità informativa search good[le cui principali caratteristiche sono note ex ante al consumatore, il quale è nelle condizioni di compiere scelte coerenti rispetto alle proprie preferenze]: comunico ai concorrenti e ai clienti le caratteristiche del mio prodotto, quindi permetto agli altri di differenziare orizzontalmente i prodotti. Ho vantaggi in termini di pubblicità perché identifico esattamente il segmento, invece di pubblicizzare anche gli altri competitors. Evita il Free riding dei beneficiari potenziali di una pubblicità non mirata. • Pubblicità persuasiva experience goods [le cui principali caratteristiche possono essere conosciute solo ex post dai consumatori. In tale ambito i produttori affrontano maggiori difficoltà nel segnalare la qualità dei propri prodotti]: ti convinco a usare il mio prodotto rispetto a quello della concorrenza. • Credence goods: beni di cui dopo averli comprati non riesco a creare una relazione biunivoca causa effetto. In che modo la pubblicità influisce sui comportamenti dell’azienda. Al crescere dello sforzo pubblicitario la quantità venduta aumenta, Una sola azienda può avere un prezzo simile a quella di concorrenza perfetta se il mercato è contendibile. Governi permettono ai monopoli di avere barriere legali se loro promettono di fare i bravi . Nel punto di minimo del costo medio l’azienda non fa profitto (0) però resta sul mercato. Tesine: • Scp relativo a un settore (latte, stampa, fotocopie) • Corporate governance (pubblico, privato) à meccanismi • Conjoiwtanalysis (stabilire il prezzo di ingresso nel mercato) • Perceptual mapping • Basilea II (norme di accesso al credito e al finanziamento) • Q di Tobin (strumento di misurazione del rendimento) . å= variazione della domanda rispetto alla variazione della pubblicità, Se il mercato è molto elastico siamo in concorrenza perfetta, io faccio pubblicità, ma della mia spesa beneficiano anche gli altri. Tanto meno il mercato è concentrato tanto meno è l’incentivo che ho a far pubblicità. • La pubblicità effettuata da un’impresa accresce la domanda di tutte le imprese dell’industria à elasticità della domanda cresce a decrescere del grado di concentrazione (n å ) Appunti di ESI1 Pagina 16di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ • La pubblicità effettuata da un’impresa non ha effetti sulla domanda complessiva ma solo sulla sua distribuzione della domanda fra le imprese che operano nell’industria à L’elasticità della domanda rispetto alla pubblcità cresce al decrescere del grado di concentrazione (n å ) • In tutti gli altri casi, al crescere del numero di imprese, diminuisce il grado di concentrazione, e ci sono tre effetti che determinano la variazione dell’intensità dello sforzo promozionale: o Riduzione del margine di profitto (Riduco promozione) o Benefici non proporzionali alla pubblicità (Riduco promozione) o Aumento quota di mercato per effetto della pubblicità effettuato (Aumento promo) Mi accorgo della correlazione tra prodotti in funzione dell’elasticità incrociata. Beni completamente distinti hanno elasticità nulla. Le imprese differenziano creando barriere all’entrata aumentando la varietà di prodotti. Es cereali. I produttori hanno aumentato il numero di prodotti differenti (differenziazione orizzontale) hanno differenziato per evitare che qualcun altro si inserisse in quel segmento di prodotto, non potendo spingere sui prodotti cerco l’accesso a nuove fasce dei consumatori. L’impresa deve scegliere il numero di varietà da produrre e il loro prezzo. Per produrre dovrà sostenere un costo fisso f ed un costo marginale c. I consumatori sono distribuiti in modo uniforme lungo un cerchio di circonferenza unitaria e sostengono un costo di trasporto (disutilità) pari a t. Descrizione del modello Lo spostamento che devo percorrere per passare da un prodotto ad un altro differenziato orizzontalmente può essere considerato come una linea. Nel punto i posso scegliere se muovermi verso sinistra o destra, è una circonferenza perché ho sempre un elemento sostitutivo in qualunque posto mi metta, a destra e a sinistra. Un consumatore sarà indifferente a un prodotto quando il prezzo del prodotto più il costo di trasporto siano uguali tra i due prodotti confrontati. Una volta ricavata la domanda ricavo la funzione di profitto. Ottenutala la massimizzo. La proliferazione del numero di prodotti eccessiva riduce il quantitativo dei profitti. Il margine di profitto risulta inversamente correlato al numero di varietà. Massimizzare il profitto è funzione di due variabili: numero di varietà e prezzo. T è il costo della distanza di i – x con “x” luogo a caso sul cerchio. L’azienda fissa il numero di varietà, in funzione del numero di varietà fissa il prezzo, così sa quante varietà servono per chiudere il mercato. Fissando un prezzo superiore ai costi marginali l’azienda non consegue profitti positivi, ma blocca l’entrata. Appunti di ESI1 Pagina 17di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Commento [C7]: LEZIONE 6 12/01/2005 Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ Se il consumatore è nel puntino giallo io, concorrente vado a mettermi lì in modo di rendergli conveniente passare al mio prodotto. Tuttavia ho un segmento di circonferenza che mi impedisce di sfruttare tutta la domanda nel momento in cui entro e accetto il prezzo pc . Non lo posso aumentare perché nessuno lo comprerebbe. Devo quindi stabilire se a quel prezzo ottengo un profitto positivo. No! Perché non ho abbastanza mercato per coprire i costi fissi. Criterio per comprendere il potere di mercato/efficienza presente in un’industria Scuola di Chicago Passo1 Occorre definire il mercato oggetto d’analisi: individuare i confini del mercato/prodotto, esso può essere identificato sempre rispetto a due dimensioni: o Estensione del prodotto (segmenti) Es edizioni dei libri sfasate nel tempo: economica e fica o Estensione geografica: identificare l’area geografica nella quale i consumatori effettuano gli acquisti e il loro comportamento nel tempo (evoluzione dei mercati). Hanno valore il peso del costo di trasporto rispetto a quello di produzione, la distanza media dal luogo di produzione, il rapporto fra la quantità prodotta in un mercato e quella esportata da esso. Es il cemento ha costi di trasporto elevatissimi. Passo2 Costi di entrata e di uscita: sunk cost, se mi vincolo con elevati costi di uscita mando un messaggio chiaro ai concorrenti. Flussi informativi sul prodotto/servizio. Più è elevata l’informazione più è facile trovarsi in concorrenzialità Acceso alle risorse: se chiudo l’accesso chiudo il mercato Passo 3 un elemento della condotta alle volte da informazioni sulla struttura. Studiare correttamente un settore industriale, ovvero capire quanto si allontani da una condizione di concorrenza perfetta implica necessariamente l’anilisi di tutti gli elementi delineati nell’ambito dell’approccio SCP, cui vanno aggiunte come osservato da Bain, le informazioni relative alle condizioni di entrata COSTI - Commento [C8]: Lezione 7 18/01/2005 Appunti di ESI1 Pagina 18di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ Costi, determinati dalla tecnologia, quindi per conoscere la funzione dei costi occorre conoscere la tecnologia sottostante. . I costi nell’economia industriale sono fondamentali per: 1. analisi della performance economiche di impresa e industria 2. la condotta in alcuni ambiti + prevalentemente guidata dalla presenza di costi fissi 3. la regolamentazione dei settori industriali non può avvenire senza l’analisi dei costi: la struttura dei costi è quasi sempre ignota dal governo, l’unico modo per far dichiarare i costi a delle aziende è farle competere Costo di produzione: costo per l’acquisto di beni o servizi per la produzioneo Costo opportunità: mancato guadagno dovuto ad un investimento non redditizio. Costo di transazione: legato all’informazione, ogni transazione è un vettore P(prezzo, informazione…), sono costi per accedere all’informazione. Costi sostenuti dalle parti in uno scambio nel momento in cui esso viene eseguito Si distinguono due tipi di tecnologia: • legata al processo produttivo • legata al modo in cui organizza l’attività produttiva. Funzione di produzione: processo di trasformazione di input e output. L’idea è che l’individuo è razionale (vuol max Output dati gli input) Funzione dei costi totali: relazione che lega la variazione dei costi a quella della produzione, dati i prezzi degli input produttivi. Studiare la funzione di costo equivale a studiare la funzione di produzione. Studiare la funzione di produzione significa conoscere la tecnologia. Criteri di classificazione dei costi: • rispetto all’imputabilità: i costi dovrebbero essere imputati alle attività generatrici di valore • rispetto al periodo di riferimento: o costi di breve periodo: costi che l’impresa deve sostenere in ciascun momento o costi di lungo periodo: costi programmati necessari alla’zienda per pianificare la futura attività produttiva. Prima che un investimento sia effettuato l’azienda opera in un'ottica di lungo periodo: è libero di scegliere ogni tipo di investimento facente parte di un ampio ventaglio di alternative definite dallo stato della tecnologia. Dopo che la decisione di investimento è stata presa e le risorse finanziarie incorporate nell'impianto sono state spese oppure vincolate l‘azienda opera in condizione di breve periodo. • Rispetto alla loro natura: o Costi diretti: quando un determinato costo è direttamente misurabile in un centro di costo Appunti di ESI1 Pagina 19di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ o Costi indiretti: non direttamente misurabile in un centro di costo Es costi sostenuti a livello di azienda, cessò, corrente elettrica? • Rispetto al loro comportamento al variare del volume di produzione: o Costi fissi: ammontare complessivo non varia al variare della produzione. Il lungo periodo scatta una volta che viene fatta una scelta sul capitale da utilizzare in un impianto. Una volta scelto l’impianto sono vincolato 1. nessun costo è fisso se si tiene in considerazione un intervallo di tempo tra 0 e infinito, per classificare un costo come fisso occorre predeterminare l’intervallo di variazione del volume 2. l’intervalo di significatività è definito dal massimo di capacità produttiva disponibile oltre il quale dovrei investire e dal minimo livello di produzione sotto il quale è certo di disinvestire. L’analisi di “fissità” dei costi viene fatta entro un intervallo di significatività predeterminato a priori rispetto a un volume medio normale di attività 3. Sunk-cost: costi che non possono essere recuperate dall’azienda, si annoverano anche i “costi evitabili” che le aziende non pagano nel caso di interruzione di attività o Costi misti o semi variabili o Costi variabili § Perfettamente proporzionali al volume di produzione § Variabili più che proporzionalmente al volume di produzione § Variabili meno che proporzionalmente al volume di produzione Qualsiasi relazione tra costi e volume è legata a tre elementi che la qualificano: • Periodo temporale • Intervallo di rilevanza: intervallo di attività o volume all’interno del quale si suppone valida una specifica relazione tra il livello di attività /volume e il costo • Contesto ambientale: fattore tempo, fattori istituzionali, localizzazione geografica Stima della relazione costo volume: si possono ottenere informazioni relative a costi fissi e costo medio unitario a partire dai dati di costo totale attraverso: o Metodo alto-basso: stima i costi fissi e i costi variabili tilizzando la relazione fra volume produttivo e costo. Da un punto di vista computazionale occorre identificare il max e min livello produttivo e i livelli di costo ad essi associati. Passo 1 individuazione dei volumi produttivi max e min Passo 2 calcolo del CVU= CTA(VA) – CT(VB) /VA - VB Passo 3 calcolo del CVT(VA) = VA* CVU Passo 4 calcolo del costo fisso CF = CT (VA) – CVT (VA) Il metodo è suscettibile alla scelta del volume di riferimento e c’è difficoltà a identificare valori anomali, è inoltre poco preciso se riferito ad una intera azienda piuttosto che ad un singolo impianto. Coefficiente angolare = rapporto tra ordinate e ascisse, a rendimenti costanti costo marginale = costo variabile unitario o Regressione lineare: attraverso il metodo dei minimi quadrati è possibile ottenere una stima dei costi fissi e del costo medio unitario. Basato sul metodo dei minimi quadrati: ricerca la retta che interpola i dati. Sceglie tra tutte le rette quella che passa più vicino ai dati osservati. Appunti di ESI1 Pagina 20di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ Cerco il miglior modello teorico (retta) che approssima i dati osservati. e: errore / residuo (tutto ciò che il modello matematico non riesce a spiegare). Attraverso la regressione ottengo una stima dei coefficienti a e b della retta. Devono essere distribuiti con media zero e varianza costante, gli eventi devono essere indipendenti (non correlati) se queste cose so bone è bono. Tra tutte le possibili rette vado a prendere quella che mi minimizza la somma degli scarti. Nel modello di regressione si usa R2 , coefficiente di indeterminazione, permette di giudicare la bontà del modello teorico, tanto più è vicino a 1, tanto più il modello teorico si avvicina ai dati osservati. Ad 1 i valori osservati coincidono con la retta. Se ho un modello teorico che interpola i dati esattamente, posso usarlo per andare al di fuori di un certo intervallo. Un R2 sopra lo 0,6 è buono. Yi = valore osservato empirico, = valore corrispondente sulla retta, ei= yi – Test d’ipotesi: posso estendere i valori testati? Dire a=0 vuol dire che non esistono costi fissi, a vuol dire che deve starci. Il Test di regressione decide se ha senso lasciare a, b à se sono significativi, reali parametri della nostra regressione! 0 t di student è la distribuzione che esce fuori quando non conosco la varianza dei campioni. Come si fa il Test, si confrontano i valori teorici con il valore assunto dalla t di student sulla base di un campione. Sa = scostamento quadratico del parametro a. â è il risultato dei minimi quadrati applicati sui dati campionari relativi alla relazione costo-volume. tá varia al variare del campione (si chiama stimatore perché varia a secondo del punto in cui vado a misurarlo). In pratica confronto i valore che calcolo con un valore di riferimento (tá /2) Appunti di ESI1 Pagina 21di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Commento [MG9]: LEZIONE 19/01/2005 Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ tá è il livello di significatività: quello che lascio sulle code. Dire a=0 vuol dire che è statisticamente poco significativo à non andrebbe incluso nel modello teorico. Laddove il parametro sia significativamente presente, il test è significaivo. Punti anomali: Diagramma cartesiano dove facciamo corrispondere V e CT, quando rispetto a una certa tendenza dei punti vanno a cazzo, sono punti anomali. B è la covarianza (quanto varia una variabile rispetto all’altro. Prendere il coefficiente di correlazione e farlo al quadrato non ci da b. et = CT°t – CT(cappello, teorico), è la misura dello scarto, quanto il modello teorico si allontana dal valore dello scarto Il modello teorico in questo caso è CTt (cappello) = 880 + 0,6V N.B. R2 varia tra 0 e 1 indica la dipendenza tra x e y. Tanto più ci avviciniamo ad un R2 pari a uno tanto è migliore, un R2 uguale a 0 implica che al variare di una non cambia l’altra. Qui sopra lasciamo il 10% sulle code Appunti di ESI1 Pagina 22di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ G = grado di libertà (numero di osservazioni meno il numero di parametri che andiamo a stimare) In questo caso è 6 osservazioni -2 a e b, i parametri = 4 , quindi il valore della t è quello corrispondente a g=4 e alfa= quello che decido io. Se riduco le code riduco la zona dell’ipotesi diversa la 0 e allargo quella dove è uguale. 10%=á è il livello di significatività. 90% è il livelo di confidenza. Ovvero nel 90% questi parametri sono significativi. Questo vale perché non analizzo tutta la popolazione. Esonero venerdì oppure lunedì. PROCEDURA REGRESSIONE: 1. determinare e eliminare dati anomali 2. determinare costo totale e volume medi 3. colonna CTi – CT(medio) 4. colonna Vi – V (medio) 5. calcolo di a 6. colonna [Vi - V(medio)]2 7. colonna (CTi – CTmedio)*(Vi – Vmedio) 8. calcolo di b 9. Verifica della bontà del modello a. Colonna CTi (teorico) = a + bVi b. Colonna ei= CTi – CTi(teorico) c. Colonna [CTi – CTi(medio)]2 d. Colonna Vi2 e. Calcolo di Sa2, Sb2, ta e tb f. Dato á vado a vedere sulla tabella il valore di tá/2 corrispondente al grado di libertà (n° osservazioni – n° parametri) Economie di scala: si è in presenza di economie di scala quando, in un certo intervallo temporale, data la tecnologia e i prezzi degli input, vi è una riduzione dei costi medi totali al crescere della dimensione degli impianti. • Statiche: in un certo istante, al crescere del volume Appunti di ESI1 Pagina 23di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ si distinguono tre principali fonti di economie di scala: (nb, esse possono anche essere fonte di diseconomie) 1. specializzazione: i lavoratori apprendono i compiti più rapidamente, li fanno meglio e più in fretta 2. leggi fisiche: regola cubo quadrato 3. management: capacità di affrontare la riduzione dell’efficienza gestionale al crescere della dimensione dell’impresa stessa. Valore dei costi fissi nelle economie di scala Per alcuni settori i costi di trasporto rivestono una notevole importanza, hanno tanto più valore quanto in genere il valore del bene e basso rispetto al suo peso o volume. I costi di trasporto quindi possono ridurre la SEM Appunti di ESI1 Pagina 24di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ Gli effetti della tecnologia, poi possono ridurre i costi medi dell’impresa, agendo sulla SEM. äCMTi/äQ = 0 supponi che la retta abbia una pendenza ö; al decrescere della curva aggiungo una costante. Fosse stata una retta parallela alla’ase delle q la curva di costi medi si sarebbe semplicemente traslata verso l’alto J . Gli altiforni dovevano avere grandi quantitativi per produrre convenientemente, con l’introduzino delle mini fornaci le dimensioni medie ottime d’impianto si sono ridotte. E’ sempre conveniente produrre nel punto di minimo del costo medio? Conviene se la produzione non fluttua, la curva di CMTlp è l’inviluppo delle curve di breve periodo. Se avessi avuto una riduzione delle produzione avrei potuto trovare non conveniente la SEM. Per stabilizzare la domanda posso Appunti di ESI1 Pagina 25di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ • creare scorte (che però costano) • Razionalizzare • Dinamiche, la riduzione di costo si ha per effetto del tempo • Impianto adattabile: risente d meno delle fluttuazioni della domanda. E’ la capacità di un impianto di adattarsi convenientemente a differenti livelli di output. Conviene produrre meno di Q* perché nel breve periodo le variazioni di costo sono meno gravose con una curva più piatta. Tale obiettivo si ottiene con delle tecniche tese ad appiattire la curva, il più delle volte riducendo la dimensione dell’impianto, così da ridurre l’impatto dei costi fissi, tra i quali con l’aumentare del potere dei lavoratori al crescere del loro numero, si annovera anche l’input della manodopera spesso. • Impianto elastico: la flessibilità riguarda la capacità di un impianto di produrre, non congiuntamente due o più output aventi caratteristiche non troppo dissimile. Sono elastici gli impianti che a un dato livello ottimale di produzione, pur avendo costi medi più alti, presentano variazioni di costo minori nelle variazioni di produzione attorno al livello ottimo. Scala efficiente minima: punto in cui le economie di scala non ci sono più. Un modo banale per comprendere questo punto è analizzare nel corso del tempo il settore e vedere qual è la quantità produttiva attorno alla quale le aziende producono (tecniche di sopravvivenza) il rischio di questo approccio è che se ho una visione temporale potrei non considerare a sufficienza l’innovazione. Tecniche econometriche: il Costo totale in economie di scala cresce ma con tassi meno alti. non è una funzione lineare: log CT = log a + b log K ä log CT /älog K = b è l’elasticità! Infatti è ä Q/äP + P/Q = ä log Q /ä log P Tanto meglio se sto vicino a 0 Appunti di ESI1 Pagina 26di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Commento [MG10]: LEZION E 21/01/2005 Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ Economie di scala dinamiche legate a fenomeni di apprendimento (economie di apprendimento sono un esempio di economie di scala dinamiche) per cui l’output può essere prodotto a costi minori o con qualità maggiore La funzione di costo più alta è quella all’anno 0, in cui avrò fatto un volume di produzione massima pari all’ultimo punto a destra; l’anno successivo produrre le stesse unità mi costerà di meno. Il grafico a destra mostra la quantità cumulata di output Q b negativo per diminuire il costo medio unitario. Economie di varietà: si hanno nel momento in cui il costo derivante dalla produzione di due beni risulta inferiore al costo della produzione dei beni separati. Questo beneficio può dipendere dalla presenza di input indivisibili. Rete commerciale, rete di trasporto etc Economie di multilocalizzazione: il contrario delle economie di varietà, la funzione di costo è superadditiva, conviene produrre separatamente rispetto alla produzione congiunta. Es specializzazione, vicinanza ai mercati di sbocco. Ottimizzazione della capacità di espansione: installo capacità secondo una strategia progressiva, il rischio è che se non copro tutto il mercato potenziale potrebbe entrare qualcuno. CT (Q1, Q2) > CT (Q1) + CT (q2) mi costa di più produrre tutto insieme piuttosto che in due frangenti temporali differenti Jump 67 Es pag 70 produttore americano che è andato in Giappone, dove c’erano le industrie più all’avanguardia del settore. In tal modo ha usato manodopera e conoscenze in loco. Mc Kinsey Guest Quanto sono importanti i costi di prodotto… In un bilancio aziendale il 24.5% sono costi fissi, il 66,4% variabili e il 9,1 è margine operativo. Quindi una riduzione dei costi dell’1% Può portare ad un aumento del margine nell’ordine del 7%. Muoversi sul prezzo in effetti è molto difficile, perché in balia del mercato. Anche per i costi è un problema, dipendenti molto dai fornitori. Bisogna coinvolgere tutte le funzioni aziendali. Approccio Design to Cost (DTC): si utilizza per la riduzione dei costi. 1- Risulta importante determinare la relazione intercorrente tra costo e performance. Potrei disegnare un grafico costo-performance (X,Y). Appunti di ESI1 Pagina 27di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Commento [MG11]: LEZION E 25/01/2005 Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ 2- Per abbassare la curva posso fare ricorso a processi tecnologici. Spesso si può intervenire sulle caratteristiche del prodotto interagendo con i clienti. Per prima cosa si ottimizzano i processi interni all’azienda e successivamente ci si confronta con i gusti dei consumatori (tolgo tutto quello che è indispensabile e poi vedo cosa vuole il cliente). Principi per la determinazione degli obiettivi: 1- Il livello di costo massimo per un prodotto ed un brand è definito dal mercato. 2- Riduzione di tutti i componenti di costo possibili. 3- Determinare esattamente le caratteristiche opzionali che hanno un impatto sulla decisione di acquisto del consumatore. Questi elementi vengono elencati in maniera dettagliata. Si distinguono in: distintive, molto competitive, competitive, di base (in ordine decrescente di importanza). Disegnando il grafico costo-impatto (X,Y): gli inserirò gli attributi che stanno sulla bisettrice e sopra di essa. Per ridurre la curva di costo si possono cambiare le specifiche senza impatto sul cliente (cosa che potrebbe non sembrare ovvia in prima analisi), modificare le soluzioni tecniche (ad esempio modificando materiali o standard di produzione), gestire più efficacemente i rapporti con i fornitori (eventualmente scovandone di nuovi), esaminare l’efficienza interna dell’azienda e dei suoi dipendenti. Questo processo lo usa la McKinsey ma è di origine miste. Gli strumenti utilizzati sono il brainstorming, il design benchamarking (si analizza il design prodotto pezzo per pezzo, lo si scompone completamente), l’utilizzo di grafici di cui sopra, il clean sheet cost buildups (analizzo pezzo per pezzo le componenti di costo del prodotto), il best of best (controllo le differenze di prezzo con altri fornitori ad esempio). Risultati ottenuti con l’applicazione di questo metodo ne hanno dimostrato l’efficacia. Appunti di ESI1 Pagina 28di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ IL MONOPOLIO – II PARTE Commento [MG12]: LEZION E 26/01/2005 Il monopolio puro è la situazione di mercato caratterizzata da una sola impresa che detiene il 100% del mercato. Sovente questa situazione è riscontrata nelle utilities (elettricità, acqua, trasporti, telefono,….) L’impresa dominante è quell’impresa che all’interno di un mercato detiene fra il 40% e il “99%” del mercato. Le altre imprese che sono nel mercato non rappresentano alcuna minaccia per l’impresa dominante. Alcuni esempi sono rappresentati dalla Gillette, Kodak, Velcro, etc. P-C’ = capacità di ottenere surplus. L’indice di monopolio di Lerner è influenzato da costi e domanda (quindi elasticità) un monopolista riesce ad alzare il prezzo sopra a C’ grazie alle barriere all’entrata man mano che abbasso il prezzo vuol dire che sono sempre più minacciato, fino al mercato contendibile Ci sono tre separate forme di barriere all’entrata: Appunti di ESI1 Pagina 29di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ Questa barriera nasce dalla pubblicità, dalle strategie di marketing, dalle strategie di vendita, etc. Nel momento in cui si stabilisce il prezzo minimo che l’incombente può fissare per non fare entrare il concorrente nell’industria si considera che l’impresa che entra deve investire in pubblicità e in investimenti d’avviamento, cerco di fissare il prezzo in modo che la potenziale concorrente non recuperi. L’incumbent conosce la struttura di costo dell’entrante, la curva più alta è anche quella dell’incumbent se entra l’altro, (in assenza di costi di penetrazione) se so che l’entrante non può scendere sotto un certo livello di costi io metto il prezzo proprio sotto la curva. Vantaggio di costo assoluto: accesso alle risorse, Appunti di ESI1 Pagina 30di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ I costi affondati e l’ammontare di R&S sono elementi molto forti. Impianti o macchinari dedicati o molto particolari, usandoli mi vincolo i fornitori se riesco a saturare il mercato. nformazione sul prodotto, sui consumatori e sui costi Appunti di ESI1 Pagina 31di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ PaA/PqQ=å/ç con ç elasticità della domanda rispetto al prezzo. Appunti di ESI1 Pagina 32di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ non è sempre vero che avere potere di mercato per avere potere di monopolio: potrei nn riuscire a esercitare il mio potere, ad esempio nei mercati contendibili. Appunti di ESI1 Pagina 33di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ ß äð/äq2 = 1 – q1 – 2q2 Funzione di domanda e di costo dipendono solo dal prezzo del prodotto e le funzioni dei prodotti diversi sono indipendenti. Produco penne e quaderni, le domande di penne e quelle di quaderni non dipendono l’un l’altro. Posso decidere di agire su prezzo o quantità, decido di agire sul prezzo facendo le derivate parziali rispetto ad ogni prodotto. Li è l’indice di Lerner mentre pi è il prezzo di Ramsey. Tra tutti i Appunti di ESI1 Pagina 34di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Commento [MG13]: LEZION E BATTISTONI 01/02/2005 Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ prezzi che posso scegliere pi è quello che massimizza il mio profitto. ç i è l’elasticità della domanda rispetto al prezzo. Conoscendo funzione di domanda e struttura dei costi calcolo subito il prezzo. Nel caso in cui le varie funzioni di domanda siano dipendenti tutto è in funzione dei vari prezzi. ç ii= elasticità del bene i rispetto al prezzo del bene i, per una variazione percentuale del bene 1, la domanda del bene i-esimo varia così… ç ij è la variazione di un bene rispetto al prezzo di un altro bene. Beni sostituti: indice di Lerner un po’ più alto. Appunti di ESI1 Pagina 35di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ Abbiamo due beni sostituti, al decrescere di pi ,qi sale, qj scende à ç ij >0, à Li= (1/ç ii + >0)> 1/ç ii quindi posso applicare su ciascun bene un prezzo superiore se produco beni sostituti, rispetto al produrre un bene solo. In caso di beni complementari l’indice di Lerner viene diminuito, mi avvicino a una condizione di concorrenza perfetta. Nel secondo periodo vende una quantità di quaderni dipendenti anche dalle mie prestazioni nel primo periodo. Possiamo considerare i due prodotti (anche se è uno) dipendenti l’uno dall’altro, c2 = c2(q2) Se ho applicato un prezzo troppo alto nel primo periodo la domanda del secondo periodo ne risente negativamente. Attualizzo tutto al periodo uno attraverso il tasso di sconto ä. Nel primo periodo applico un mark up che dipende dalla domanda di primo periodo rispetto al prezzo di primo periodo (ç 11), cui viene sottratta la frazione negativa (ç 11,ç 12 <0) à fossi stato monopolista monoprodotto avrei potuto alzare il markup di primo periodo. Voglio massimizzare i miei profitti facendo in modo che i miei impianti producano ad un livello di produzione efficiente Appunti di ESI1 Pagina 36di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ È efficiente che ogni impianto produca qi In ogni equazione compare solo il termine q di quell’impianto, le equazioni sono tutte simmetriche: se ho un sistema di n incognite, in n equazioni del sistema à tutte le incognite vengono uguali à produrrò tutte le quantità allo stesso modo Un cartello è un insieme di produttori dello stesso bene che si accordano sui prezzi à diminuisce il benessere sociale. Il cartello opera congiuntamente, quindi il prezzo massimizza il profitto di tutte le imprese che quindi si comportano come un’unica impresa. Se il numero di imprese varia, anche il prezzo varierà; lo stesso ragionamento vale per i profitti. La De Beers ha delle scorte molto elevate (per punire gli entranti nel mercato facendo crollare i prezzi) Appunti di ESI1 Pagina 37di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Commento [MG14]: LEZION E (APPUNTI BY SIMON SAN) Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ Condizioni generali che favoriscono la creazione di cartelli: • Capacità di aumentare il prezzo nell’industria • Bassi costi organizzativi e bassi costi legati alla punizione da parte delle autorità Ulteriori condizioni che favoriscono la cooperazione: • Minacce • Grado di concentrazione del mercato, numero di mercati su cui le aziende competono • Clausole di vendita: vendita sono un mezzo che i produttori usano per far capire agli altri produttori di non uscire dal cartello. Con funzioni di costo dipendenti l’indice di Lerner del primo periodo diminuisce, mentre nel secondo periodo ha il potere di monopolio pieno. Finché non arrivo all’ultimo gioco devo considerare i vantaggi che ottengo nei periodi successivi. Finora abbiamo considerato beni non durevoli;i beni durevoli hanno un problema per il monopolista, è come se i beni nei vari periodi fossero sostituti. I consumatori possono usufruire di un bene durevole per un certo numero di periodi Gli acquisti effettuati nel periodo t=1 sono un sostituto imperfetto di quelli effettuati nel periodo t=2, perciò il prezzo al quale i consumatori sono disposti ad acquistare il bene oggi dipende dalle loro aspettative sul prezzo di domani Appunti di ESI1 Pagina 38di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ Appunti di ESI1 Pagina 39di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ Deve quindi scegliere se vendere o noleggiare il bene, analizzando i profitti nei due casi. • Se sceglie di vendere alla fine del primo periodo le unità non rientreranno e rimarranno sul mercato a farmi concorrenza. I consumatori del primo periodo non si basano solo sul prezzo ma analizzano anche i diversi scenari. Si evince, dunque, che: Il monopolista preferisce il noleggio alla vendita perché in quest’ultimo caso il suo potere di monopolio risulta limitato: infatti, il bene prodotto nel primo periodo gli crea concorrenza nel secondo Il monopolista utilizzerà la vendita anziché il noleggio nel caso in cui voglia scoraggiare l’entrata sul mercato di un potenziale concorrente: infatti, la vendita riduce la domanda per il potenziale entrante; d’altro canto, il noleggio non obbliga i consumatori a rimanere fedeli al monopolista Il prezzo di riserva e il prezzo massimo che si è disposti a pagare per una particolare unità del bene. Varia tra 0 e 1 (acquisto e non acquisto) Congettura di Coase: Quanto più velocemente un monopolista può cambiare il proprio prezzo tanto più il suo potere di monopolio verrà limitato. All’equilibrio i consumatori si attendono che il monopolista fissi un prezzo vicino a quello di concorrenza e, potendo aspettare, rimanderanno l’istante dell’acquisto finché le loro aspettative verranno realizzare Nel modello di Coase il consumatore con il prezzo di riserva p°=0,5 + å posso acquistare nel primo periodo e aspettare il secondo. (0 å 0,5)La scelta dipenderà dalla massimizzazione del surplus del consumatore Chiamato CS “surplus intertemporale di chi acquista nel periodo (apice)” CS’ = (p° –p1)1 + ä (p° – p1) = (p° – p1) (1 + ä) = (1/2 + å – ½) (1 + ä)= å (1 + ä) CS’’= 0 + ä(p° – p2) = ä (1/2 + å – ¼) = ä(1/4 + å) Conviene acquistare nel secondo periodo quando å< ä/4 Tanto più i prezzi variano rapidamente Ä diminuisce e quindi Äaumenta Appunti di ESI1 Pagina 40di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Commento [MG15]: Nel primo periodo non acquisto Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ Monopolio con Frangia: n imprese tra le quali ce n’è una che detiene la maggior parte del mercato. La struttura dei costi più efficiente può dipendere dall’accesso a risorse di valore. difficilmente imitabili o sostituibili. Es la conoscenza, risorsa che si crea con il tempo, difficilmente trasferibile o imitabile, che mi consente di abbassare i costi di produzione rispetto alle altre imprese. L’accesso a risorse dà in generale un vantaggio competitivo. Nel monopolio con frangia c’è un’impresa che ha accumulato un grosso vantaggio (per migliore tecnologia protetta da brevetto, maggiore esperienza, presenza di ESS da sfruttare etc…), essa stabilisce il prezzo e le altre si comportano come se fossero in concorrenza. Capacità di un’impresa di fissare il prezzo e di imporlo dipende da: numero imprese che possono entrare nel mercato differenziale di costo velocità di entrata ombrello dei prezzi p dipende dalla quantità totale scambiata sul mercato. Appunti di ESI1 Pagina 41di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Commento [MG16]: Lezione Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ L’impresa dominante si comporta da monopolista, mentre le imprese della frangia si comportano come se fossero in concorrenza perfetta (prezzo= C’), in più la derivata seconda dei costi deve essere maggiore di zero. Cosa succede alla quantità prodotta dall’impresa della frangia se l’impresa dominante cambia la quantità offerta sul mercato. Differenziale totale (derivo rispetto a una variabile per la variazione infinitesima di quella variabile) Divido tutto per dQd Raccolgo i termini Visto che P e Q sono legate da una funzione di domanda, la derivata del prezzo rispetto alle due quantità deve essere negativa. La formula alla fine viene con segno negativo (se l’impresa dominante aumenta, quella della frangia deve diminuire) Appunti di ESI1 Pagina 42di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ L’impresa dominante sa benissimo che la frangia deve sottostare ai suoi cambiamenti d’umore e agisce di conseguenza. I due termini in rosso sono chiave, perché se la quantità prodotta dalla frangia è nulla sono nel caso di monopolio classico. L’indice di Lerner indica che la presenza della frangia limita il mio potere di monopolio. P’ è negativo variando P e Q in maniera inversa. La quantità totale domandata è quella di cui ha bisogno meno quella della frangia Appunti di ESI1 Pagina 43di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ L’elasticità rispetto all’impresa dominante aumenta se aumenta l’elasticità della domanda di mercato, aumenta l’offerta complessiva della frangia, se çd aumenta à Ld diminuisce à più aumenta l’elasticità della domanda con potere dominante più si riduce il suo potere. Qui potrebbe essere Sf/Q La condizione è sempre R’ = C’ R’ ha pendenza doppia rispetto alla curva di domanda Al prezzo pm comprano i clienti che hanno un prezzo di riserva maggiore o uguale di quello. Perdo moltissimi consumatori. Posso prendere questa fetta di mercato Appunti di ESI1 Pagina 44di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ Il mio profitto diminuirà recuperando la fetta di mercato se riduco il prezzo. Posso poi produrre a due prezzi differenti, offrendo ai clienti con prezzo di riserva più basso un prezzo d’acquisto adeguato. Però le trattative devono essere riservate perché poi la domanda cambia. Ci sono delle condizioni che occorre tenere in considerazione prima di discriminare: in presenza di questi due non funziona. (2) Se conosco i prezzi di riserva, io devo “vestire” il mio prodotto in modo che il cliente scelga esattamente il prodotto che è disposto a pagare di più. Condizioni necessarie per discriminare: Il produttore deve avere potere di monopolio Il produttore deve conoscere le disponibilità a pagare dei consumatori, ossia i loro prezzi di riserva Il produttore deve poter impedire l’arbitraggio Tipologie di prezzi non uniformi: Appunti di ESI1 Pagina 45di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ Pacchetti studiati in modo “o tutto o niente” à Es prodotto e assistenza Premesso che non ci sia arbitraggio: 1° in generale gli individui non sono tutti uguali e danno un’importanza differente ai vari prodotti e sono disposti a pagarli in maniera differente. Conoscere la funzione di domanda significa conoscere esattamente P = a – bQ (a un livello di prezzo so esattamente quanto comprerai) gli individui sono caratterizzati da a e b. La funzione di domanda di mercato viene sommando sulle quantità le funzioni di domanda di tutti i consumatori. Quindi devo avere la funzione di domanda di Mr. X e so che è di Mr. X. E’ la condizione più favorevole per il monopolista. Tra il tipo di 2° o di 3° non c’è gerarchia chiara 2° non funziona sulla base che conosco le caratteristiche della domanda, ma conosco caratteristiche DEI consumatori. 3° quando conosco alcune caratteristiche della funzione di domanda dei consumatori e posso agire su quelle caratteristiche LEZIONE 08/02/2005 Appunti di ESI1 Pagina 46di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ detta anche “perfetta” perché massimizza il profitto del produttore La domanda è la somma sulle quantità delle domande di ogni consumatore. Io conosco tutte le domande e so anche assegnarle a ciascun consumatore. Posso tra l’altro evitare l’arbitraggio (no trasferibilità di prodotto e di domanda) Nel grafico c’è la funzione di domanda di mercato, la curva dei ricavi marginali se sono monopolista ha pendenza doppia. C’è poi la curva dei C’ che ha pendenza positiva. Scelgo la quantità in modo che C’ = R’, salgo sulla funzione di domanda e determino il prezzo. La PS è benessere perso per entrambi. Posso aumentare i miei profitti appropriandomi dell’area rossa. E potrei ritirare in gioco la PS, e una volta ritirata in gioco posso sottrarvela. Per recuperare la PS di monopolio devo evitare di fare il monopolio. Come? Fisso il prezzo a quello di concorrenza, dividendoci il surplus in parti uguali. Il mio profitto ora è diminuito (visto che quello di prima era ottimo) Mi sto danneggiando a favore dei consumatori? No! Applico un prezzo non uniforme. Es tariffa in due parti: quota fissa e quota variabile (nella fissa metto il prezzo di concorrenza, e la fissa la pongo uguale al surplus dei consumatori. Il mio profitto in discrimazione di primo grado è più alto del profitto ottimo di monopolio con prezzo uniforme. M (monopolio) D (discriminazione) C (concorrenza).il profitto diventa T (tariffa) – Cositi di produzione. Producendo la quantità qc (di concorrenza) ho il profitto di un’impresa concorrenziale più il surplus di tutti i consumatori. Il benessere complessivo i concorrenza è il benessere più elevato in qualunque struttura di mercato. Il profitto che faccio ocn discriminazione = al benessere di concorrente. La quota fissa la sto applicando a tutto il mercato. [Es. canone del telefono]Devo ripartire il surplus tra i consumatori. Visto che conosco le funzioni di domanda individuali sono in grado di conoscere il surplus di ciascun consumatore, quindi a ciascun consumatore chiederò il suo surplus. Appunti di ESI1 Pagina 47di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ Se non ci fossero questi ostacoli al monopolista converrebbe sempre applicare la discriminazione di primo grado. NB1: Rispetto alla quantità di monopolio la quantità prodotta aumenta. NB2: la quota fissa viene pagata prima di iniziare a consumare: non ci spostiamo lungo la curva di domanda, né si sposta la curva di domanda NB3: la quota fissa influenza solo l’accesso e il non accesso Se non posso discriminare di 1° grado attuo una differente discriminazione Non sono in grado di conoscere la funzione di domanda del singolo: posso dividere il consumatore in gruppi sulla base di alcune caratteristiche esogene (su cui non posso agire età, occupazione, reddito). Posso quindi trovare la funzione di domanda del gruppo. Sulla base di questo parametro cerco di discriminare. Mi fermo ad un livello superiore di analisi. Ad ogni gruppo applico un prezzo diverso (ogni gruppo avrà una sua quantità domandata in funzione della curva di domanda). Il mio costo di produzione dipende da tutto quello che produco indipendentemente dai gruppi. Il mio profitto è la somma dei diversi profitti. Derivo rispetto a Q. Quella è la derivata rispetto al generico qi. Cerco di isolare l’indice di Lerner riconducendo gli altri elementi all’elasticità. Se l’elasticità aumenta Li diminuisce. Posso fare un mark up superiore nei mercati con elasticità minore. Faccio pagare di più ai consumatori con elasticità minore. Appunti di ESI1 Pagina 48di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ Ciascun gruppo ha quantità domandata differente ma prezzo uguale. Profitto sarà (P – C’)* Q Cerco di ricondurmi all’indice di Lerner Media pesata delle elasticità dei vari gruppi. (qundi compresa tra il valore minimo e il valore massimo) a un consumatore che appartiene al mercato con elasticità più elevata conviene discriminazione o prezzo uguale? Conviene la discriminazione di terzo grado. Appunti di ESI1 Pagina 49di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ Applico le condizioni di primo grado e decido le quantità. I profitti di discriminazione sono in forumal (9) Il Surplus complessivo del mercato è la somma di tutti i surplus: ogni surplus è l’integrale da p° fino alla quantità venduta. W= benessere complessivo Appunti di ESI1 Pagina 50di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ La derivata prima indica la velocità del cambiamento. Una funzione con CS’ < 0 è decrescente CS’’ > 0 ha concavità verso l’alto Appunti di ESI1 Pagina 51di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ Se applico il prezzo di monopolio uniforme il vostro surplus è più elevato se applico quello discriminante. (monopolio uniforme = quello segnato) L’aumento che ho lungo la retta tangente è più piccolo di quello che ho lungo la funzione di surplus. Sono in grado di dare un limite superiore alla variazione del surplus del consumatore. Analogamente passando da monopolio uniforme a monopolio discriminante ma il prezzo uniforme è più piccolo di quello discriminato. deve essere negativo!!! QUINDI DIMINUIRA’ Abbiamo determinato un intervallo di variazione del benessere complessivo. Essa è compresa tra un estremo inferiore ed uno superiore. I due estremi hanno una struttura molto simile. (p – C) sono sempre positive, quello che può cambiare di segno è il ÄQ. ÄW nel secondo caso Appunti di ESI1 Pagina 52di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ LEZIONE 11/02/2005 Voto <= venticinque lunedì ore 18 Data ultima di consegna lunedì 21 Previsione della domanda: Importanti per scelte come Produzione e distribuzione di beni Acquisto di macchinari Determinazione piani di produzione Dimensionamento magazzini Gestione scorte Localizzazione e dimensionamento nodi logistici etc Le previsioni sono classificate in base all’orizzonte temporale di riferimento in Lungo periodo: da 1 a 4 anni lancio nuovi prodotti, nuovi impianti produttivi, etc. Medio periodo: da qualche mese ad 1 anno decisioni logistiche di tipo tattico, come organizzazione magazzini, allocazione macchinari, scelta canali di distribuzione, etc. Breve periodo: da alcuni giorni a settimane piani operativi per la produzione e la distribuzione, pianificazione e gestione approvvigionamenti Se ho un prodotto e voglio vedere quanto produrrò in futuro potrebbe essere utile vedere come è andata in passato. (trend, picchi etc) Le previsioni di breve termine sono più accurate di quelle di lungo periodo (ad esempio a causa dell’ingresso di un concorrente). Dati “aggregati” scendo a un livello di dettaglio minore. Se ci sono n variabili. Se la domanda dipende dalla somma della variabili. V.c. (variabili casuali, o variabili aleatorie, di cu posso indovinare il valore) METODI DI PREVISIONE: METODI QUALITATIVI Prevalentemente per previsioni di medio-lungo periodo e quando non sono disponibili dati storici (previsione basata sull’opinione di esperti, indagine di mercato, metodo Delphi (consultazione di esperti del settore sulla materia, ciascuno da la propria soluzione, si raccolgono le risposte, si rende noto il paniere delle risposte alla fine e in base ad esse si traggono le conclusioni), etc.) METODI QUANTITATIVI Prevalentemente per previsioni in cui siano disponibili dati di serie storiche. N.B.: in realtà le serie storiche consentono di prevedere le vendite, non la domanda. Domanda e vendite coincidono nel caso in cui la domanda sia minore della capacità produttiva e distributiva dell’azienda Appunti di ESI1 Pagina 53di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ P è la previsione fatta per ô istanti più in là. collegate. Tra i modelli più utilizzati ci sono i modelli causali, che ricercano relazioni causa effetto. (y effetto, x cause) Es vendita automobili in relazione con l’andamento del PIL, trovo la funzione che meglio lega le due varibili, ma è anche vero che le due variabili potrebbero non essere VANTAGGIO Capacità di anticipare le variazioni della domanda, quindi il loro utilizzo è particolarmente utile nelle previsioni di medio-lungo termine SVANTAGGI Difficoltà nell’individuazione delle variabili causali aventi elevata correlazione con la domanda futura Appunti di ESI1 Pagina 54di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ Non vado a indagare la relazione tra causa ed effetto ma vado a vedere cosa è successo in passato rispetto a quello che accadrà in futuro. Funzionano meglio su intervalli di tempo ristretti. Sigma è la varianza, mi è la media. Ovvero la retta è parallela all’asse delle ascisse (in media, osservando la curva dei dati di cui siamo in possesso.) A marzo succede esattamente quello che è successo a febbraio. La previsione che faccio oggi per il periodo successivo è la domanda che vedo oggi. In genere i risultati sono poco accurati. L’andamento non si ripresenta in modo simile a intervalli regolari: è ok. Appunti di ESI1 Pagina 55di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ Prevedo che quello che verrà sarà una media di quello che è venuto prima, prendo in considerazione gli ultimi r periodi, oggi compreso. Scelta di r Se r è piccolo: rapido adeguamento della previsione alle variazioni della domanda, ma maggiore sensibilità della previsione alle perturbazioni aleatorie. Le oscillazioni ampie verranno ben considerata. Se r è grande: maggior filtraggio della componente aleatoria, ma lento adeguamento alle variazioni della domanda prendiamo T osservazioni della domanda, tutte le osservazioni hanno la stessa media e varianza. La mia previsione avrà stessa media ma varianza differente (più vado indietro nel tempo, più scende è previsione più accurata) prendo due valori di r per far vedere cosa succede. Nel secondo caso smorzo di più gli effetti aleatori. Appunti di ESI1 Pagina 56di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ Se voglio andare due periodi in avanti, come faccio? Prevedo che la previsione nel prossimo periodo, si manterrà costante nel futuro. (previsione 3=4=5….) Giacchè il trend è costante! Nel tempo posso interpolare i dati con una retta con pendenza positiva. / (in caso di andamento decrescente il coefficiente angolare sarà negativo) Intercetta è la domanda che vedo manifestarsi oggi, pendenza la differenza tra domanda di oggi e domanda di ieri. Prevedo facendo a + b*t (t numero di periodi nei quali voglio la previsione) Appunti di ESI1 Pagina 57di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ baso la mia previsione sugli ultimi 4 periodi. (metodo della media esponenziale no serve) è un metodo ricorsivo. I parametri che misuro oggi dipendono da a e b di ieri. La condizione iniziale è che nel periodo di osservazione l’intercetta è la domanda e la pendenza è nulla. Appunti di ESI1 Pagina 58di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ Per á,â valgono le stesse considerazioni fatte per r. L’intercetta dipende dalla domanda di oggi, ma anche da quel che è successo ieri. La domanda di oggi viene pesata da á e â. la previsione dipende da a13 e da b13, a13(a12(…)). A3=o,3 * 730 + 0,7 * (630 +0) Ad esempio una sinusoide Assumiamo di essere in trend costante, se voglio prevedere quello che accadrà domani non posso dire che lo cose saranno uguali. Vado indietro di ô periodi fino ad arrivare nello stesso punto del ciclo stagionale Appunti di ESI1 Pagina 59di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ Componente stagionale, trend costante, dodici mesi, due cicli stagionali di 12 mesi. Sono in 24, prevedo per il periodo 25. Vado nel periodo 25 e vado indietro di dodici mesi. Trend lineare (crescente, decrescente) Isolo la stagionalità con la variabile S. Quindi prima calcolo in base alla retta e poi lascio che la stagionalità alzi o abbassi la previsione che ho trovato E’ un metodo ricorsivo in cui ho tre parametri. Pendenza (funzione della domanda di oggi e di quello che ho visto ieri) La domanda che vedo oggi è divisa per l’effetto stagionale di oggi (così la depuro) Appunti di ESI1 Pagina 60di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ domanda che ho fisto nel ciclo precedente depurata dall’effetto del trend. Trend crescente e componente stagionale. Due cicli, dodici mesi ogni ciclo A e b dipendono dalla domanda media, quindi vado a calcolarmela. La componente stagionale del periodo è la domanda diviso il trend. Domanda del periodo uno è la domanda del periodo uno depurata del trend del periodo uno Il mese 12 è il periodo finale del ciclo, quindi non ho bisogno di proseguire nei periodi successivi. (nb: là sotto è 12, non 3) Calcolo tutti i valori di a e b futuri Appunti di ESI1 Pagina 61di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ Da s13 in poi utilizzo una formula ricorsiva. Dipendente dalla componente stagionale del primo periodo. P24(2)= (a24 + 2* b24) s24+2 S26= âd14/a14 + (1- â) s14 Appunti di ESI1 Pagina 62di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ Appunti di ESI1 Pagina 63di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ 3 casi: 1. Gli errori hanno media diversa da zero la previsione è polarizzata 2. La serie degli errori ha un trend positivo o negativo l’accuratezza del modello si riduce progressivamente 3. La successione degli errori ha un andamento periodico potrebbe non essere stato riconosciuto un effetto stagionale Appunti di ESI1 Pagina 64di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ Corporate pdf. L’industria della vendita al dettaglio è soggetta ai fallimenti. L’uso di rapporti finanziari prontamente disponibili permette di predire la salute finanziaria di un commercio. Nella ricerca di un modello idoneo per vedere se un’azienda è sul punto del fallimento, si analizzano i dati delle società fallite e non fallite e si confrontano diversi indici. I risultato dell’analisi determina un gruppo di aziende che si pensa sopravvivranno, e un gruppo che si prevede sia destinato al fallimento. La scarsità di dati di partenza, tuttavia, rappresenta spesso un ostacolo a questa tecnica di analisi. Si distinguono metodi di previsioni basati su dati finanziari, sul cash flow, o su entrambi. Sono stati selezionati 5 modelli per la previsione di bancarotta sulla base di due criteri: disponibilità di informazioni, i coefficienti non devono dipendere dal valore del mercato di equità. Spurring performance pdf. In Cina le imprese private hanno finalmente superato le imprese controllate dallo Stato. Le compagnie statali in mercati protetti come le telecomunicazioni vanno bene, ma quelle in concorrenza registrano forti perdite. Attualmente la mentalità di molti manager del settore pubblico li conduce a pensare ad obiettivi aziendali non tanto il profitto quanto la soddisfazione e la numerosità dei dipendenti. Per un cambiamento di rotta i lavoratori devono essere caricati delle loro responsabilità, e devono comprendere come creare valore per l’organizzazione. Visto il BG della Cina e delle imprese statali cinesi, la cosa non pare facile. Occorre stabilire un sistema di misurazione della performance dei dipendenti Il primo passo è stabilire degli indicatori finanziari che siano relazionabili alle performances dei manager. Legando questi indicatori alle operazioni dei manager gli si fornisce loro uno strumento utile per la comprensione dei risultati generati dalle loro scelte. Una volta che i manager hanno compreso cosa crei valore è il momento di seguire la performance del dipendente che aiuta a crearlo. Avere indicatori chiave è fondamentale, ma senza le opportune ricompense e punizioni hanno un effetto limitato sui dipendenti. Attualmente in Cina la politica di retribuzioni non ha particolari distinzioni, la carenza di incentivi limita il desiderio di far bene dei lavoratori. I lavoaratori meno dotati, laddove non fosse possibile il licenziamento vanno indirizzati a sezioni non cruciali dell’organizzazione e , in caso di incapacità o free riding cronico, i manager dovrebbero provvedere a misure come il blocco della paga o la privazione di benefici Outsourcing pdf: in farmacologia si parla di “ottimizzazione del lead” l’aumento della specifica attività biologica, la diminuzione di tossicità etc etc. Il lead è il composto che mostra attività farmacologica. Si evidenziano alcune ragioni per spiegare la reticenza all’uso dell’outsourcing in questo settore: • Non si sentiva il bisogno di questo servizio, ma con l’ingresso di nuove tecniche di biotecnologia l’outsourcing è divenuto un escamotage per non incorrere in costi strutturali necessari per la sempre maggiore competitività del settore. • Fino al 1990 non c’era personale con le skills necessarie che non fosse già assunto in qualche industria farmacologica • L’industria farmacologica è tradizionalmente chiusa e conservativa, e le necessarie segretezza e completezza delle informazioni per la creazione di un farmaco vengono in qualche modo minate dalla presenza di terzi coinvolti nel processo Trend del mercato: molte compagnie sono entrate nel settore per sfruttare le nuove opportunità presenti. Buona parte dell’otusourcing è indirizzato verso India e Cina, dove personale qualificato, spesso educato all’estero e tornato in patria, Appunti di ESI1 costa molto meno che in occidente, anche se, a causa dell’inaffidabilità dal punto di vista della segretezza, di questi paesi, Pagina 65di66 non si da in outsourcing la chimica medicinale. In futuro ci si aspetta che la Cina, entrata nel WTO nel 2001 provvederà a quelle carenze legislative, relative alla proprietà intellettuale. PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro Scaricato dal sito http://ponchdeleon.altervista.org/ Pricing pdf: quanto dovrei far pagare un nuovo prodotto? Metterlo troppo alto rischia di non farlo vendere, ma si può ovviare al problema abbassandolo in itinere. Metterlo troppo basso invece implica perdita di profitti e stabilisce la posizione del valore di mercato a un livello basso. Attualmente le aziende puntano a tenere bassi i prezzi, un po’ per le esigenze del mercato ,che vuole sempre di più a prezzi minori, un po’ per ritagliare fette di clientela. L’approccio incrementale spesso sottostima il valore dei nuovi prodotti per i consumatori. Es il primo inventore della pistola leggi codice a barre, calcolò il beneficio di tempo che avrebbero potuto percepire i suoi clienti che usavano i vecchi lettori di codice a barre,. La compagna prese il prezzo del lettore più vecchio e stabilì il quello del nuovo prodotto in maniera proporzionale, considerando solo il risparmio di tempo. In questo modo pur penetrando il mercato rapidamente, l’azienda sottovalutò un prodotto rivoluzionario. Tale strumento permise alle società di cambiare radicalmente il proprio processo produttivo. I compratori quindi si accalcarono per comprare lo strumento, ma l’azienda non riuscì a soddisfare le richieste, perdendo oltre un miliardo di profitti potenziali. Per stabilire il miglior prezzo che una società può stabilire per avere profitti nel lungo periodo occorre conoscere il minimo e il massimo prezzo proponibile al mercato. Il prezzo più alto: per stabilirlo occorre aver chiari i benefici che riceve il consumatore. Posizione al lancio:qual è la natura del prodotto che intendo lanciare sul mercato? Rivoluzionaria, evoluzionaria o “me too”? Ovviamente no problem a dir balle alla clientela, ma non dobbiamo avere ben chiara la categoria del prodotto. Prezzo base: considerati tutti i costi, si stabilisce un mark up minimo, se per il mercato è comunque troppo alto l’azienda dovrebbe pensare un secondino prima di buttarsi nell’arena. Le dimensioni del mercato: osservare le carattersitche del mercato permette di comprendere meglio il range di prezzi in cui ci si può muovere; ad esempio se dico che una cosa rende tot, devo farla pagare la giusta proporzione per essere credibile. Prezzo di penetrazione: è la tattica che prevede bassi prezzi di ingresso. Ci sono dei rari casi in cui è una strategia vincente: elasticità del cliente (mercati nuovi o sottosviluppati, ove i clienti sono particolarmente sensibili ai prezzi, si cerca di conquistare la domanda latente), avanzamenti nel costo di servizio (in presenza di rapide e forti economie di scala e apprendimento, ma questo potrebbe portare a una guerra di prezzi, e inoltre potrebbe non esserci tutta la domanda auspicata.) competizione debole (se i competitor hanno costi strutturali più alti) Stabilire il prezzo di vendita: massimizzare il volume di vendita in virtù di un mercato previsto ampio non sempre risulta una strategia vincente, in particolare 4 aspetti possono consigliare contro il mirare al mercato più ampio, specialmente se questo implica fisare un prezzo basso: • Prezzo di riferimento: il prezzo fissato diventa il riferimento per quel prodotto sul mercato esso evidenzia quanto l’azienda ritiene che valga il prodotto. Un prezzo eccessivamente basso può ledere ai profitti di lungo periodo • Reazioni dei concorrenti: specialmente per i prodotti evoluzionari, immettere un prezzo basso può dar luogo a guerre di prezzi visto che probabilmente i concorrenti non potranno competere sulla tecnologia nell’immediato • Ciclo di vita strategico: tenere il prezzo alto all’inizio e gradualmente abbassarlo può oltre che aumentare i profitti del prodotto, aiutare le compagnie ad adeguarsi alla domanda per un nuovo prodotto. • Cannibalizzazione: il nuovo prodotto potrebbe soppiantare il vecchio. Occorre quindi stabilire se Appunti di ESI1 lo si vuole togliere dal mercato gradualmente o meno Pagina 66di66 PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com