Economia dei sistemi industriali 1

Scritto da Marco Greco, con la preziosa collaborazione di Daniele Demuro
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Economia dei sistemi industriali 1
Paolo Mancuso
Ric: Mercoledì 18-19.30 disp 2081
Esonero 1 28-1-05
Esonero 2 16-2-05 (solo chi supera la prima, basta il 16)
Project work: media coi voti dell’esonero
http://www.disp.uniroma2.it/users/mancuso
giovedì 22 dicembre non c’è lezione
venerdì 7 gennaio ponte
Organizzazione industriale (vd textmat) Carlton, Perloff. Ed. Mc Graw-Hill
…………………………………………………………………………………………………………
• Paradigma struttura- condotta- performance: descrive le caratteristiche di un mercato
(prezzo, numero di imprese, numero di consumatori).
N.B: se riduco i prezzi la domanda aumenta sempre, ma non è detto che aumenti la quantità.
Se apro il mercato riduco i prezzi e spingo le aziende a essere più efficienti, questo può portare le
aziende a ridurre certi tipi di attività come ad esempio la manutenzione. Tutti i mercati liberalizzati
hanno messo degli organi di controllo per evitare che la ricerca di prezzi bassi provochi effetti
negativi. Es. Ferrovie britanniche quando sono state liberalizzate sono aumentati gli incidenti.
• Analisi dei costi: economie di scala, di apprendimento, strumenti di misurazione.
• Previsione della domanda: strumenti matematici
• Monopolio: (finora visto statico, in un istante temporale) visto nella variabile tempo. Es.
produco due beni da monopolista, un bene che viene consumato subito, un bene che dura
due ore. A:bene di consumo, B: bene durevole. A t=1 il bene A finisce, e in t2 potranno
riacquistarlo, mentre B continua a esistere anche nel tempo 2. il monopolio ha creato lui
stesso la concorrenza al momento t2.
Forme di mercato:
Pure Monopoly (Monopolio Puro) CR1 =100
Situazione di mercato in cui opera una sola impresa. L’industria è caratterizzata da
elevate barriere all’entrata e generalmente da una bassa elasticità della domanda.
Dominant Firm (Impresa Dominate) CR1=40
Situazione di mercato in cui opera una azienda che detiene il 40% di mercato. I
competitori che operano nell’industria sono deboli (frangia).
Tight Oligopoly (Oligopolio Stretto) CR4=60
Situazione di mercato in cui le prime 4 imprese hanno complessivamente una quota
di mercato del 60%. L’industria è caratterizzata da una bassa elasticità della
domanda da elevate barriere all’entrata e generalmente le aziende
cooperano/colludono per la fissazione del prezzo.
Effective Competition (Competizione Perfetta)
Situazione di mercato in cui operano molte aziende nessuna delle quali riesce ad
influire sul prezzo.
Studiare i mercati permette di studiare in modo costruttivo il marketing:
ci concentriamo su:
1. caratteristiche dell’industria (nucleo d’aziende che opera sul mercato)
Appunti di ESI1
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Commento [MG1]: Lezione
14/12/2004
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2. caratteristiche dell’organizzazione (impresa) Es. Amazon distribuisce online gli altri
rivenditori danno libri a tu per tu. Diverse strutture interne cambiano i margini di profitto
rispetto a quelli di settore
3. Alternative strategiche: osservo i diversi modi con cui le aziende competono. Es. Vendita: ci
sono molti modi per vendere qualcosa: qualità, politiche di prezzo, servizi accessori.
Un monopolio multiprodotto produce più beni e tende a chiudere il mercato.
Es. se oltre la telefonia compro la VOIP (voice over internet protocol) chiudo il mercato.
Es. CocaCola ha ampliato molto il suo portafoglio prodotti.
• Ci sono monopoli locali dipendenti dalla zona in cui si produce. Es produttori di
energia nazionale.
• Posso creare un monopolio creando delle barriere all’entrata, Es: la rete telecom non
era riproducibile, se non l’avesse data in gestione sarebbe stata impossibile la
concorrenza.
Veri e propri casi di concorrenza perfetta non ci sono, perché le aziende tendono a sfuggire dalla
concorrenza differenziando i prodotti. I prodotti cerealicoli sono stati pensati come mercato
concorrenziale, ma si inizia a tendere a differenziare anche qui (vd marchi). Chi è più efficiente
resta sul mercato.
Perché il monopolio puro non ha subito grosse variazioni nel corso degli anni?
Avendo accesso alle fonti, grazie alle sue caratteristiche strutturali non c’è nulla da fare.
Grafico pag 12. quante volte è intervenuta l’antitrust in vari settori. Il settore delle attività
professionali è in controtendenza, cioè rispetto agli altri non è un settore con elevati costi di
partenza. Es. Siamo sotto inchiesta per gli albi professionali: se creo un albo, esso fissa e decide i
prezzi. Le perizie vengono fissate dall’albo. Non c’è mercato.
Cooperazione: definita e accettata dal punto di vista normativo.
Collusione: è una cosa non definita da accordi legislativi. (avverto il mio concorrente di quale sarà
la mia politica di prezzo, e se lui non vuol far lotta si adegua alla mia politica) Es. OPEC mercato
collusivo, son paesi diversi che decidono quanto petrolio produrre, così non ho deciso il prezzo…
ma l’ho fatto J .
Economic performance:
1. Efficienza: O/I (metodo di combinazione di output e input) ; raggiungere l’obiettivo
minimizzando i costi. E’ un concetto statico. Isoquanto di produzione (iperbole a L) quale
dei due prodotti produco di più.
• Efficienza interna: struttura interna nell’azienda (x-inefficency by Lebeinstein 1966) non
tutti fanno lo stesso sforzo per raggiungere l’obiettivo, quindi mi tocca spendere di più
allontanandomi dall’ottimo. Se sono inefficiente pago sul mercato (nb nei monopoli ci
sono rischi di inefficienza). DXI: rapporto tra eccesso di costo e costo minimo possibile
cioè Delta costo diviso costo min??. (misura la reale inefficienza del settore)
L'efficienza-X può definirsi come "il contributo alla produzione dovuto a fattori non
considerati tra gli inputs nella funzione di produzione
• Efficienza allocativa: concorrenza perfetta nel lungo periodo P*= C’ ( C’ è il minCM di
LP dove passa la curva dei C’. E’ una definizione statica, ma non considero
l’innovazione. Con un’innovazione riduco i costi e divento un monopolista.
L’innovazione si muove in senso contrario alla concorrenza. (innovazione di processo
riduce i costi, di prodotto aumenta il valore)
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2. Progresso tecnologico: ha permesso di sfruttare nuove porzioni di “mondo”. Permette la
produzione di nuovi output oppure gli stessi output con input diversi. E’ importante per
l’analisi economica dal punto di vista
• Macroeconomico: solo una piccola frazione della crescita pro capite è associata a un
aumento del rapporto capitale/lavoro
• Strategico: innovare significa creare prodotti nuovi, il ché dal punto di vista strategico
equivale a differenziare
3. equità della distribuzione: come viene ripartito il risultato delle vendite.
• Ricchezza: quanto un sistema riesce a produrre
• Reddito: chi ha vantaggio se consumatori o produttori
• Opportunità: c’è libero accesso nel mercato?
Economic performance e concorrenza perfetta
Il mercato concorrenziale funziona quando so tutto di quel prodotto: comprese le differenze tra i
vari competitors. Se devo perdere una giornata per capire qual è la tariffa telefonica più bassa
probabilmente non lo faccio. Ci deve essere razionalità assoluta dei consumatori Es. Swatch prezzi
allucinanti per il valore del bene in sé, effetto di moda. Non devono esserci accordi tra consumatori
e produttori.
X-inefficenza distanza tra qualsiasi punto
e il costo sostenuto, in concorrenza
perfetta mi metto nel punto di minimo, la
concorrenza perfetta mi garantisce
l’efficienza interna, e quella esterna.
Fatturato= PQ
L’integrale del costo marginale è il costo
totale. Il surplus del consumatore è un’area
(SC) che rappresenta la differenza tra il
prezzo a cui acquisto e il massimo prezzo
che sarebbe stato disponibile a spendere.
……………………………………………………………………………………………………….
E’ il monopolio o la concorrenza che innova? Il monopolio ha più extra-profitto, maggiore
capacità di spesa, ma il monopolio non ha incentivo a innovare.
Anche in un mercato concorrenziale vi sono fattori negativi:
1. esternalità negative: i mercati concorrenziali producono più prodotti di un monopolio, il
ché può causare incidenti, inquinamento, scarsa manutenzione
2. beni pubblici: un privato non investe in qualcosa che non rende (treni locali, tratte non
coperte). Se si privatizza bisogna tenerne conto
3. rischio: in concorrenza ho molti rischi, ma anche opportunità, mentre nel monopolio non
ho alcun rischio.
Economic performance & Monopolio
Appunti di ESI1
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Commento [MG2]: Lezione 2.
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Un monopolio genera “perdita secca” il mercato produce ma non se ne appropria né il monopolista
né il consumatore. E’ inefficiente. Se si regolamenta un mercato fissando il costo si deve conoscere
bene i costi interni all’azienda, altrimenti si incorre in grossi problemi.
E’ possibile avere un mercato monopolistico con pochi operatori buono? Si può creare concorrenza
prima di accedere al mercato (gare) Es. gare umts occorre esser certi che non ci sia collusione.
MONOPOLIO: elementi della performance:
positivi
1. no esternalità negative
2. economie di scala (costi fissi meno influenti in proporzione delle vendite) di breve e lingo
periodo
negativi
1. Non è efficiente
2. non è stimolato a innovare
3. chi si appropria del surplus è in generale solo il monopolista.
Ragioni per integrarsi orizzontalmente: diversificazione, chiusura del mercato (creo economie di
scala)
R. per integrarsi verticalmente: elevare barriere all’entrata (chiudo le fonti di approvvigionamento
ai competitors) rischio però di essere meno efficiente perché non passo più per il mercato, molte
aziende si integrano parzialmente Il problema dell’integrazione verticale può essere riassunto nel
“make or buy”
I managers hanno obiettivi di breve periodo, massimizzano fatturato e utile. R&S è un costo, quindi
sembrerebbe sconveniente. Per incentivarli si possono retribuire con stock options, o ci si può
dotare di organi di controllo interni per allineare gli obiettivi di lungo periodo. Il mercato può
controllare l’operato dell’azienda: esiste un mercato dei manager, chi sbaglia viene valutato. Inoltre
se un manager sbaglia le proprie politiche in un mercato concorrenziale me ne accorgo subito, cosa
che non succede in monopolio. Take over: acquisizione se un’azienda non rende posso scalarla, e
sostituire il management (nb. Le scalate sono ordinate dagli enti pubblici).
***APPENDIX – CORRELAZIONE***
Per sapere se esiste un 'legame' tra due caratteri quantitativi, e cioè se uno di essi esercita un'influenza
sull'altro, ad esempio il peso delle persone e la loro altezza, si utilizzano gli indici di correlazione, i quali
danno anche una misura di questo 'legame'. Quando la dipendenza tra due variabili è lineare si parla di
correlazione lineare.L'indice usato è detto indice di correlazione di Bravais-Person
per r=1 si ha il massimo di correlazione diretta
per r=-1 si ha il massimo di correlazione inversa
per r=0 non si ha correlazione
La correlazione si dice diretta se ai valori crescenti di una variabile corrispondono valori pure crescenti
dell'altra variabile,ad esempio reddito e consumi, altezza e peso. La correlazione si dice inversa se ai valori
crescenti di una variabile corrispondono valori decrescenti dell'altra variabile, ad esempio altitudine e
pressione atmosferica. Nella formula x,y sono le serie dei dati Mx, My sono le medie aritmetiche
rispettivamente di x e y, n è il numero totale dei dati SIGMAx e SIGMAy rispettivamente lo scarto quadratico
medio delle x e delle y.
*+++++*
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Il fatto che un’azienda sia facilmente scalabile aumenta dell’ 11% il margine di profitto. Le aziende
con stock optino hanno avuto margini di profitto negativi. à il manager quando si sente minacciato
tende a fare bene.
Es. Smart. Mercedes si integra orizzontalmente acquistando il progetto Smart entrando in un nuovo
mercato
Smith: non c’è bisogno che mi integro verticalmente perché rivolgendomi al mercato prendo il
prodotto più efficiente. Ma se sul mercato io non ricevo i prodotti che mi servono, o quelli che sono
sul mercato non innovano io perdo di competitività.
Tapered integration: l’azienda A si rivolge al mercato e a un’azienda sua dando luogo a un keiretzu
(i conglomerati giapponesi, partecipazioni incrociate) A controlla un’azienda e la fa competere sul
mercato per incentivarla. Nel franchising gran parte dei guadagni vengono presi dai negozi per
incentivare i negozianti. Zara catena di distribuzione di abbigliamento, negozi di proprietà di Zara,
mentre Benetton da tutto in franchising, questo perché il marchIo Zara è sconosciuto e nessuno si
arrischiava.
Perché non tutte le aziende guadagnano uguale?
• Brevetti e tecnologie protette
• Strategie di prezzo Es mivar non fa pubblicità, i prodotti non costano niente, ma trovi i
prodotti negli alberghi
• Industria aeronautica: fermatasi rispetto ai competitori per una crisi del fornitore la
Lockhead ha dovuto ritirarsi dal mercato.
SCP
Approccio struttura condotta performance
Il quadro concettuale di riferimento è:
• Caratteristiche dell’industria e dei consumatori
• Caratteristiche dell’organizzazione d’impresa
• Le alternative strategiche
Dire “trasporto aereo” è una definizione troppo larga di mercato: merci, passeggeri (turista, uomo
d’affari, aeroporti periferici o principali),
l’ipotesi fondamentale della scuola di Harvard è che i risultati economici, la performance delle
imprese che operano nell’industria è una funzione della struttura dell’industria stessa. Assume che
le determinanti di un mercato sono esogene. La sua applicazione porta a politiche antitrust forti.
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Massima concentrazione: monopolio
Minima concentrazione: concorrenza
Determinanti di Mercato: i determinanti di mercato non sono direttamente controllabili dalle
aziende (i consumatori non sono influenzabili), la tecnologia è esterna. Assoluto non intervento
degli operatori
Struttura: A questo punto studio numerosità e distribuzione. Politiche antitrust
Condotta: come si comportano produttori e consumatori regolamenta le public utilities
Efficienza: esenzioni, barriere doganali barriera doganale vs prodotti cinesi.
Determinanti di Mercato: rappresentano l’insieme di variabili di mercato che non sono
direttamente controllabili dalle imprese. Spesso la performance dipende dal periodo in cui
vado ad apportare la tecnologia, altre volte dai gusti dei consumatori.
Struttura: rappresenta l’insieme delle variabili che determinano il livello di concorrenza del
mercato.
o Numero e distribuzione per dimensione di fornitori e acquirenti
si : indicatore di “base”
I (indice di introduzione): percentuale dei
nostri prodotti rispetto a quelli acquistati
dai clienti quanto siamo esposti ai nostri
concorrenti
Ci: (rapporto di clientela) percentuale di
clienti dell’impresa i come siamo
posizionati rispetto al numero di clienti
nel mercato
Appunti di ESI1
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Si (grado di selettività): media di vendita nostra rispetto alla media totale quanto pesiamo in media rispetto
alla media del mercato
o Differenziazione del prodotto: uno dei due tipi di vantaggio competitivo che
un’impresa può possedere. Un’impresa riesce a differenziarsi dai concorrenti se
riesce ad essere unica in qualcosa che abbia valore per i clienti.
o Condizioni di entrata: accesso alle fonti, disponibilità di capitale, accesso alla
distribuzione, vantaggi di costo assoluti, spese di pubblicità, politiche governative
Condotta: atteggiamento delle imprese nei confronti dei rivali, siano essi attivi nell’industria
o concorrenti potenziali. Comportamenti strategici
o Innovazione: di prodotto o processo volte alla differenziazione o alla riduzione dei
costi
o Collusione: imprese giuridicamente indipendenti che coordinano le loro azioni
o Pubblicità /diversificazione
o Integrazione verticale /orizzontale:
o Politiche di prezzo / costo
Performance: misura la capacità di un settore di mercato di creare profitti. (redditività,
margini di profitto)
o Efficienza
o Progresso tecnologico
o Equità nella distribuzione
POLITICHE PUBBLICHE
Caso dell’industria: quale fattore è imputabile a questa evoluzione?
• E’ cresciuto il reddito ad esempio
• I prezzi si sono abbassati per l’andamento del mercato
• Cambiamento tecnologico che ha ridotto i costi à abbassamento dei prezzi
Elasticità:
(å= äQ/äP * P/Q) Che effetto ha una variazione di prezzo rispetto al reddito.
Elasticità 6.0116 rispetto al reddito indica un mercato molto elastico, e fortemente influenzato
dalla ciclicità. (come si modifica il prezzo rispetto alla temperatura?)
Il costo di trasporto per buona quota è fisso e per parte rimanente è variabile (costo relativo al
mezzo, alla percorrenza, struttura di costo a gradino)
Appunti di ESI1
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Commento [MG3]: Lezione 3
17-12-2004
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Il fatturato cresce meno del numero di occupati nei tre anni, il margine operativo però è
aumentato, questo può significare che esistano delle economie di scala… in qualche modo il
mio vantaggio da qualche parte lo devo prendere considerando che devo mantenere i lavoratori
in più.
Procedura di analisi del mercato:
1. quante aziende ci sono e quanto producono
2. quota relativa
Secondo Porter, a seconda di come si combinano queste attività, l’azienda crea valore e fa il
margine. Amazon ha generato valore nella logistica (non spende in punti vendita)
Se ho molti prodotti aumento il mio potere contrattuale visto che riesco a soddisfare un maggior
numero di clienti. Es acqua, i leader hanno molti brands
Es: frigorifero algida mantiene bene i cornetti algida ma manda a male gli altri, è un
comportamento anticompetitivo ce chiude il mercato finale.
Es. Bottiglia in plastica non si rompe, è meno ingombrante a prodotto consumato, è più leggera.
Come fare una tesina sull’SCP
Studiare un caso di struttura condotta performance: tecnologia, condotta della domanda, elasticità
rispetto al reddito), come il mercato è segmentato, che comportamenti hanno assunto le aziende,
misurare la redditività
Come da Harvard: posso avere informazioni sintetiche semplicemente andando a vedere la struttura,
ovvero andando a vedere il numero e la distribuzione di chi produce questo bene. Perché?
Domanda di mercato inversamente correlata a alla quantità prodotta.
ði= P(Q)qi – c(qi)
se l’azienda j varia le
proprie quantità in un
mercato con prodotto
omogeneo, la cosa
influisce sul prezzo.
Derivata di P(Q)qi
P(Q) + (1+ {j i}
äqj /äqi)P’(Q)
[l’azienda i varia la
quantità prodotta à
varia il prezzo.
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In concorrenza l’indice di monopolio di
Lerner è 0, quindi misura quanto mi allontano
dall’efficienza. Dipende da quota di mercato
si che è un elemento di struttura; ç elasticità
della domanda appartiene alle condizioni di
base , ë alla condotta. Posso misurare la quota
di mercato avendo tutta l’informazione sul
settore industriale.
Dei tre elementi
considerati il più
importante è la si, o
meglio il grado di
concentrazione del
mercato.
Il fatturato può essere un buon indicatore a meno che le aziende del settore non abbiano politiche di
prezzo molto diverse
Il numero di addetti può essere messo in proporzione diretta con l’output
Stigler (1968). La misurazione del grado di concentrazione di un’industria è lo strumento attraverso il quale predire di
quanto il prezzo di mercato si allontana dal prezzo ideale di concorrenza perfetta.
Per misurare la concentrazione occorre tener conto di due elementi:
• il numero delle imprese presenti nell’industria
• la dimensione relativa delle imprese nell’industria
o quantità prodotta
o fatturato
o numero di addetti
Commento [MG4]: Lezione 421/12/2004 SCPb
Con la curva di Lorentz bisogna ordinare i dati o in modo crescente (o decrescente )
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Perfetta equidistribuzione di
una curva di lorentz è una
bisettrice del 1° e terzo
quadrante.
La spezzata è la curva di
concentrazione, la meno
inclinata è la curva di
equidistribuzione (bisettrice appunto)
Qi = fatturato totale delle prime i
imprese
Q= fatturato totale
Nei casi intermedi occorre:
1. costruire la curva di lorentz
a. ordino le imprese in modo crescente rispetto alle quantità prodotte
b. costruisco le variabili Qi (somma progressiva delle qi delle imprese) Pi (i/n) e
Si(Qi/Q)
c. ascisse (Pi), ordinate (Si). L’equidistribuzione è la linea che unisce l’origine con il
punto (1, 1); la massima concentrazione è quasi verticale a destra, (0.9 ,0 ; 1,1)
2. costruire opportuni indici sintetici
0.5 è l’area del triangolo,
T è una composizione di
un triangolo più tanti
piccoli trapezi.
S è un indice di
concentrazione. Il valore
minimo di quell’indice à
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non c’è concentrazione, quindi T=0,5 à s=0
S è costruito sulla distribuzione. Vale 0 in caso di equidistribuzione per ogni numero di aziende,
perché la figura collassa ugualmente.
Costruiamo degli indici:
Affinché un generico indice R (s1, s2, … sn) possa essere usato per misurare la
concentrazione dovrà essere:
1. simmetrico: scambiando le quote di mercato fra due imprese il valore dell’indice non
muta
2. identificare un massimo (monopolio) e un minimo (concorrenza perfetta)
3. sensibile: se entra una nuova impresa nell’industria il valore dell’indice deve
diminuire
• Indici che privilegiano l’attenzione alla distribuzione dimensionale delle imprese
Indice S di Gini, è simmetrico, ha max e min, ma non è sensibile (l’indice vale 0 sia
nel caso in cui il mercato è costituito da 2 imprese, che da tre, etc etc)
• Indici che privilegiano l’attenzione al numero di imprese
RCk, è simmetrico, ha max e min, ed è sensibile mi fermo alle prime k aziende,
quindi perdo delle informazioni, se il
mercato non è concentrato non è molto
utile.
• Indici che tengono conto sia di dimensione che di numero delle imprese
HHI è simmetrico, ha massimo e minimo, ed è sensibile.HHI è molto dispendioso in
termini computazionali.
E’ un indice di struttura
(si basa sulle quote di
mercato) A fianco il criterio della FTC per controllare i
monopoli
Li indice di monopolio di Lerner
I: quanto pesano in termini di quote di mercato la seconda e terza
azienda rispetto alla prima
A parità di struttura con HHI regolo tutto, le aziende nello stesso settore sono abbastanza differenti.
Cr3 = 75 (le prime tre hanno il 75% del mercato),
Cr3= 100%.
Dire che I=1,5 vuol dire che s1 è 1,5 volte la quota di
s2+s3. In “A” mi trovo in mercati fortemente
concentrati. In “D” c’è la concentrazione è minima.
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Per la scuola di Chicago la struttura di mercato riflette solo l’efficienza: se il mercato ha un’alta
concentrazione è dovuto al fatot che risulta efficiente organizzare la produzione in unità abbastanza
grandi.
Discriminazione di prezzo: riesco a tirar fuori tutto il surplus del consumatore. Canone rai Vincoli
verticali, chiudono i mercati.
Mercato contendibile: quando il mercato non è difeso, non ci sono barriere. Mercato con economie
di scala, se non sono minacciato metto il prezzo più alto del mio costo marginale minimo, in un
mercato contendibile sono costretto a comportarmi bene: non alzo il prezzo anche se sto da solo,
perché invito qualcun altro ad entrare.
Configurazione industriale: insieme di aziende (sostenibile se nessuna azienda riesce a diminuire i
prezzi aumentando il profitto.
>
non c’è
sostenibi
lità
perché
qualsiasi
azienda
può
ridurre il
prezzo
fino alla
fine
della
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curva dei CM.
Critiche all’SCP:
1.
La Performance può influire sulla condotta e quindi sulla
struttura. La misurazione dei risultati economici ci permette di capire qual è il potere di
mercato esercitato da un’industria. E’ possibile
• Misurare i risultati economici attraverso indicatori contabili /finanziari che
esprimano il rendimento del capitale investito
i.
Dal profitto contabile al tasso di rendimento r . ð = RT – CTL – CTM –
CTK ; CTK=costo del capitale. Per ottenere una valutazione corretta dle
capitale sotto i profilo economico e non cotabile occorre calcolare il CTK
attraverso il concetto di “costo
opportunità” (miglior utilizzo possibile
del capitale impiegato) Si ricorre al
cosiddetto canone implicito d’affitto
à
Il profitto economico risulta quindi ugale
a (vedi sotto), che in concorrenza perfetta, nel LUNGO PERIODO è pari a 0,
da cui si può ottenere il valore di
r. Gli economisti confrontano il
valore di “r” con il valore r* che si otterrebbe in concorrenza perfetta (detto
valore normale). Tale indicatore tuttavia presenta dei limiti: è difficoltoso
individuare il tasso “normale”, nonché il prezzo pk di acquisto di un bene della
stessa qualità; inoltre è una misura statica che trascura rischio, R&S, pubblicità etc;
non tiene conto degli intangibile assets
ii.
ROE (gestione extracaratteristica) / ROI (gestione caratteristica) Anche’essi però
iii.
iv.
presentano degli svantaggi: ad esempio è difficile stabilire un valore di riferimento
per il caso di concorrenza perfetta, sono misure statiche; non valutano i costi
opportunità, includono le imposte, non tengono costo degli intangibile assets
EVA differenza tra reddito operativo netto (NOPAT, al netto delle imposte)
e costo del capitale (quanto costa all’azienda il capitale investito
nell’azienda: costo medio ponderato del capitale). Utile in concorrenza
perfetta: al crescere dell’EvA il mercato si allontana dalla concorrenza.
Nuovamente risulta però difficoltoso stabilire un valore “normale”, il
capitale non è valutato in termini di costi opportunità, sono misure statiche,
non si tiene conto degli intangibile assets,
Q di Tobin: per calcolarla correttamente dovremmo determinare il costo del
capitale come costo di sostituzione del capitale, quindi non posso usare il
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Commento [C5]: LEZIONE 5
11/01/2005
Commento [MG6]: Quanto
l’azienda ha guadagnato
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costo storico reperibile da bilancio. In un mercato di concorrenza perfetta il
ricavo mi ripaga esattamente del capitale investito. E’ l’unico indicatore
che ha un valore pari ad 1 per un mercato in concorrenza perfetta. Per q>1
esiste una remunerazione positiva del capitale investito. Quindi, in assenza di barriere
all’entrata, nuove imprese possano entrare nel mercato visto che remunerano il capitale
investito. Tuttavia oltre come detto ad essere difficile da misurare potrebbe non tener conto
del valore di R&s etc, e non tiene conto degli intangibile assets
• Misurare direttamente il margine relativo (indice di Lerner): Vantaggi à si può
ottenere direttamente dai bilanci e l’approssimarsi a 0 indica la presenza di un settore
P concorrenza
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vicino alla concorrenza. Svantaggi à il costo del capitale dovrebbe essere valutato
correttamente, e l’ipotesi di rendimenti di scala potrebbe essere troppo sstringente
per alcune industrie. [2.1 Il costo marginale è spesso difficile da reperire. E’ facile
averlo in rendimenti di scala costanti ove Il costo medio = C’. 2.2 Si può anche
approcciare calcolando l’elasticità della domanda. 2.3 Studiare un’impresa nel tempo.
2.4 Il monopolista fissa P o Q, mentre in concorrenza l’impresa è price taken. Se c’
non fosse lineare e il prezzo dopo un aumento di domanda restasse costante
potremmo non essere in concorrenza perfetta]
2.
? Bain ha condotto un'analisi
dettagliata delle ondizioni di entrata per venti settori del industriali, valutando, per ogni
settore, in che modo le economie di scala, la differenziazione del prodotto e i fabbisogni di
capitale incidano sulle condizioni di entrata. Nelle economie di scala riduco il prezzo in base
alla quantità crescenti dello stesso bene, nelle economie di varietà punto a produrre piccole
quantità di molteplici prodotti affini. Differenziazione orizzontale: piccole differenze.
Differenziazione verticale: cambiamento che aumenta o diminuisce oggettivamente la
esiderabilità di un prodotto. Il cliente del mercato di lusso è disposto a pagare molto di più
per lo stesso accessorio. Tanto più in un settore ci sono economie di scala tanto più è
difficile l’ingresso di nuove aziende nel mercato. Un modello teorico di economie di scala è
il seguente:
b
Bene: X = (x1, x2, x3,
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x4… xn) variando una di queste caratteristiche differenzio orizzontalmente, variandole tutte
differenzio verticalmente.
Pubblicità: ci sono dei beni che acquistiamo senza provarli (batterie telefonini…c’è solo
un’analisi delle caratteristiche tecniche)
• Pubblicità informativa search good[le cui principali caratteristiche sono note ex ante
al consumatore, il quale è nelle condizioni di compiere scelte coerenti rispetto alle
proprie preferenze]: comunico ai concorrenti e ai clienti le caratteristiche del mio
prodotto, quindi permetto agli altri di differenziare orizzontalmente i prodotti. Ho
vantaggi in termini di pubblicità perché identifico esattamente il segmento, invece di
pubblicizzare anche gli altri competitors. Evita il Free riding dei beneficiari
potenziali di una pubblicità non mirata.
• Pubblicità persuasiva experience goods [le cui principali caratteristiche possono
essere conosciute solo ex post dai consumatori. In tale ambito i produttori affrontano
maggiori difficoltà nel segnalare la qualità dei
propri prodotti]: ti convinco a usare il mio prodotto rispetto a quello della
concorrenza.
• Credence goods: beni di cui dopo averli comprati non riesco a creare una relazione
biunivoca causa effetto.
In che modo la pubblicità influisce sui comportamenti dell’azienda. Al crescere dello sforzo
pubblicitario la quantità venduta aumenta,
Una sola azienda può avere un prezzo simile a quella di concorrenza perfetta se il mercato è
contendibile. Governi permettono ai monopoli di avere barriere legali se loro promettono di fare i
bravi . Nel punto di minimo del costo medio l’azienda non fa profitto (0) però resta sul mercato.
Tesine:
• Scp relativo a un settore (latte, stampa, fotocopie)
• Corporate governance (pubblico, privato) à meccanismi
• Conjoiwtanalysis (stabilire il prezzo di ingresso nel mercato)
• Perceptual mapping
• Basilea II (norme di accesso al credito e al finanziamento)
• Q di Tobin (strumento di misurazione del rendimento)
.
å= variazione della domanda
rispetto alla variazione della
pubblicità,
Se il mercato è molto elastico
siamo in concorrenza perfetta, io
faccio pubblicità, ma della mia
spesa beneficiano anche gli altri.
Tanto meno il mercato è
concentrato tanto meno è
l’incentivo che ho a far pubblicità.
• La pubblicità effettuata da un’impresa accresce la domanda di tutte le imprese
dell’industria à elasticità della domanda cresce a decrescere del grado di
concentrazione (n å )
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• La pubblicità effettuata da un’impresa non ha effetti sulla domanda complessiva ma solo
sulla sua distribuzione della domanda fra le imprese che operano nell’industria à
L’elasticità della domanda rispetto alla pubblcità cresce al decrescere del grado di
concentrazione (n å )
• In tutti gli altri casi, al crescere del numero di imprese, diminuisce il grado di
concentrazione, e ci sono tre effetti che determinano la variazione dell’intensità dello
sforzo promozionale:
o Riduzione del margine di profitto (Riduco promozione)
o Benefici non proporzionali alla pubblicità (Riduco promozione)
o Aumento quota di mercato per effetto della pubblicità effettuato (Aumento
promo)
Mi accorgo della correlazione tra prodotti in funzione dell’elasticità incrociata. Beni
completamente distinti hanno elasticità nulla.
Le imprese differenziano creando barriere all’entrata aumentando la varietà di prodotti. Es
cereali. I produttori hanno aumentato il numero di prodotti differenti (differenziazione
orizzontale) hanno differenziato per evitare che qualcun altro si inserisse in quel segmento di
prodotto, non potendo spingere sui prodotti cerco l’accesso a nuove fasce dei consumatori.
L’impresa deve scegliere il numero di varietà da produrre e il loro prezzo. Per produrre dovrà sostenere un costo fisso f
ed un costo marginale c. I consumatori sono distribuiti in modo uniforme lungo un cerchio di circonferenza unitaria e
sostengono un costo di trasporto (disutilità) pari a t.
Descrizione del modello
Lo spostamento che devo percorrere per passare da un prodotto ad un altro differenziato
orizzontalmente può essere considerato come una linea. Nel punto i posso
scegliere se muovermi verso sinistra o destra, è una circonferenza perché ho
sempre un elemento sostitutivo in qualunque posto mi metta, a destra e a sinistra.
Un consumatore sarà indifferente a un prodotto quando il prezzo del prodotto più
il costo di trasporto siano uguali tra i due prodotti confrontati. Una volta ricavata
la domanda ricavo la funzione di profitto. Ottenutala la massimizzo. La
proliferazione del numero di prodotti eccessiva riduce il
quantitativo dei profitti. Il margine di profitto risulta
inversamente correlato al numero di varietà.
Massimizzare il profitto è funzione di due variabili: numero di varietà e prezzo. T è il costo
della distanza di i – x con “x” luogo a caso sul cerchio.
L’azienda fissa il numero di varietà, in funzione del numero di varietà fissa il prezzo, così sa
quante varietà servono per chiudere il mercato. Fissando un prezzo superiore ai costi marginali
l’azienda non consegue profitti positivi, ma blocca l’entrata.
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Commento [C7]: LEZIONE 6
12/01/2005
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Se il consumatore è nel puntino giallo io, concorrente vado a
mettermi lì in modo di rendergli conveniente passare al mio prodotto. Tuttavia ho un segmento
di circonferenza che mi impedisce di sfruttare tutta la domanda nel momento in cui entro e
accetto il prezzo pc . Non lo posso aumentare perché nessuno lo comprerebbe. Devo quindi
stabilire se a quel prezzo ottengo un profitto positivo. No! Perché non ho abbastanza mercato
per coprire i costi fissi.
Criterio per comprendere il potere di mercato/efficienza presente in un’industria
Scuola di Chicago
Passo1
Occorre definire il mercato oggetto d’analisi: individuare i confini del mercato/prodotto,
esso può essere identificato sempre rispetto a due dimensioni:
o Estensione del prodotto (segmenti) Es edizioni dei libri sfasate nel tempo:
economica e fica
o Estensione geografica: identificare l’area geografica nella quale i consumatori
effettuano gli acquisti e il loro comportamento nel tempo (evoluzione dei
mercati). Hanno valore il peso del costo di trasporto rispetto a quello di
produzione, la distanza media dal luogo di produzione, il rapporto fra la quantità
prodotta in un mercato e quella esportata da esso. Es il cemento ha costi di
trasporto elevatissimi.
Passo2
Costi di entrata e di uscita: sunk cost, se mi vincolo con elevati costi di uscita mando un
messaggio chiaro ai concorrenti.
Flussi informativi sul prodotto/servizio. Più è elevata l’informazione più è facile trovarsi
in concorrenzialità
Acceso alle risorse: se chiudo l’accesso chiudo il mercato
Passo 3
un elemento della condotta alle volte da informazioni sulla struttura.
Studiare correttamente un settore industriale, ovvero capire quanto si allontani da una condizione di
concorrenza perfetta implica necessariamente l’anilisi di tutti gli elementi delineati nell’ambito
dell’approccio SCP, cui vanno aggiunte come osservato da Bain, le informazioni relative alle
condizioni di entrata
COSTI -
Commento [C8]: Lezione 7
18/01/2005
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Costi, determinati dalla tecnologia, quindi per conoscere la funzione dei costi occorre conoscere la
tecnologia sottostante.
.
I costi nell’economia industriale sono fondamentali per:
1. analisi della performance economiche di impresa e industria
2. la condotta in alcuni ambiti + prevalentemente guidata dalla presenza di costi fissi
3. la regolamentazione dei settori industriali non può avvenire senza l’analisi dei costi: la
struttura dei costi è quasi sempre ignota dal governo, l’unico modo per far dichiarare i
costi a delle aziende è farle competere
Costo di produzione: costo per l’acquisto di beni o servizi per la produzioneo
Costo opportunità: mancato guadagno dovuto ad un investimento non redditizio.
Costo di transazione: legato all’informazione, ogni transazione è un vettore P(prezzo,
informazione…), sono costi per accedere all’informazione. Costi sostenuti dalle parti in uno
scambio nel momento in cui esso viene eseguito
Si distinguono due tipi di tecnologia:
• legata al processo produttivo
• legata al modo in cui organizza l’attività produttiva.
Funzione di produzione: processo di trasformazione di input e output. L’idea è che l’individuo è
razionale (vuol max Output dati gli input)
Funzione dei costi totali: relazione che lega la variazione dei costi a quella della produzione, dati i
prezzi degli input produttivi. Studiare la funzione di costo equivale a studiare la funzione di
produzione. Studiare la funzione di produzione significa conoscere la tecnologia.
Criteri di classificazione dei costi:
• rispetto all’imputabilità: i costi dovrebbero essere imputati alle attività generatrici di valore
• rispetto al periodo di riferimento:
o costi di breve periodo: costi che l’impresa deve sostenere in ciascun momento
o costi di lungo periodo: costi programmati necessari alla’zienda per pianificare la
futura attività produttiva.
Prima che un investimento sia effettuato l’azienda opera in un'ottica di lungo periodo: è
libero di scegliere ogni tipo di investimento facente parte di un ampio ventaglio di
alternative definite dallo stato della tecnologia. Dopo che la decisione di investimento è stata
presa e le risorse finanziarie incorporate nell'impianto sono state spese oppure vincolate
l‘azienda opera in condizione di breve periodo.
• Rispetto alla loro natura:
o Costi diretti: quando un determinato costo è direttamente misurabile in un centro di
costo
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o Costi indiretti: non direttamente misurabile in un centro di costo Es costi sostenuti a
livello di azienda, cessò, corrente elettrica?
• Rispetto al loro comportamento al variare del volume di produzione:
o Costi fissi: ammontare complessivo non varia al variare della produzione. Il lungo
periodo scatta una volta che viene fatta una scelta sul capitale da utilizzare in un
impianto. Una volta scelto l’impianto sono vincolato
1. nessun costo è fisso se si tiene in considerazione un intervallo di tempo tra
0 e infinito, per classificare un costo come fisso occorre predeterminare
l’intervallo di variazione del volume
2. l’intervalo di significatività è definito dal massimo di capacità produttiva
disponibile oltre il quale dovrei investire e dal minimo livello di
produzione sotto il quale è certo di disinvestire. L’analisi di “fissità” dei
costi viene fatta entro un intervallo di significatività predeterminato a
priori rispetto a un volume medio normale di attività
3. Sunk-cost: costi che non possono essere recuperate dall’azienda, si
annoverano anche i “costi evitabili” che le aziende non pagano nel caso di
interruzione di attività
o Costi misti o semi variabili
o Costi variabili
§ Perfettamente proporzionali al volume di produzione
§ Variabili più che proporzionalmente al volume di produzione
§ Variabili meno che proporzionalmente al volume di produzione
Qualsiasi relazione tra costi e volume è legata a tre elementi che la qualificano:
• Periodo temporale
• Intervallo di rilevanza: intervallo di attività o volume all’interno del quale si suppone
valida una specifica relazione tra il livello di attività /volume e il costo
• Contesto ambientale: fattore tempo, fattori istituzionali, localizzazione geografica
Stima della relazione costo volume:
si possono ottenere informazioni relative a costi fissi e costo medio unitario a partire dai dati di
costo totale attraverso:
o Metodo alto-basso: stima i costi fissi e i costi variabili tilizzando la relazione fra volume
produttivo e costo. Da un
punto di vista
computazionale occorre
identificare il max e min
livello produttivo e i livelli
di costo ad essi associati.
Passo 1 individuazione dei volumi produttivi max e min
Passo 2 calcolo del CVU= CTA(VA) – CT(VB) /VA - VB
Passo 3 calcolo del CVT(VA) = VA* CVU
Passo 4 calcolo del costo fisso CF = CT (VA) – CVT (VA)
Il metodo è suscettibile alla scelta del volume di riferimento e c’è difficoltà a identificare
valori anomali, è inoltre poco preciso se riferito ad una intera azienda piuttosto che ad un
singolo impianto. Coefficiente angolare = rapporto tra ordinate e ascisse, a rendimenti
costanti costo marginale = costo variabile unitario
o Regressione lineare: attraverso il metodo dei minimi quadrati è possibile ottenere una stima
dei costi fissi e del costo medio unitario. Basato sul metodo dei minimi quadrati: ricerca la
retta che interpola i dati. Sceglie tra tutte le rette quella che passa più vicino ai dati osservati.
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Cerco il miglior modello teorico (retta) che approssima i dati osservati. e: errore / residuo
(tutto ciò che il modello matematico non riesce a spiegare). Attraverso la regressione
ottengo una stima dei coefficienti a e b della retta. Devono essere distribuiti con media zero
e varianza costante, gli eventi devono essere indipendenti (non correlati) se queste cose so
bone è bono.
Tra tutte le possibili rette vado a prendere quella che mi minimizza la somma degli scarti.
Nel modello di regressione si usa
R2 , coefficiente di
indeterminazione, permette di
giudicare la bontà del modello
teorico, tanto più è vicino a 1, tanto più il modello teorico si avvicina ai dati
osservati. Ad 1 i valori osservati coincidono con la retta. Se ho
un modello teorico che interpola i dati esattamente, posso
usarlo per andare al di fuori di un certo intervallo. Un R2 sopra
lo 0,6 è buono. Yi = valore osservato empirico, = valore
corrispondente sulla retta, ei= yi –
Test d’ipotesi: posso estendere i valori testati? Dire a=0 vuol dire che non esistono costi fissi, a
vuol dire che deve starci. Il Test di regressione decide se ha senso lasciare a, b à se sono
significativi, reali parametri della nostra regressione!
0
t di student è la distribuzione che esce fuori quando non conosco la varianza dei campioni.
Come si fa il Test, si confrontano i valori teorici con il valore assunto dalla t di student sulla base di
un campione. Sa = scostamento quadratico del parametro a. â è il risultato dei minimi quadrati
applicati sui dati campionari relativi alla relazione costo-volume. tá varia al variare del campione (si
chiama stimatore perché varia a secondo del punto in cui vado a misurarlo).
In pratica confronto i valore che calcolo con un valore di riferimento (tá /2)
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Commento [MG9]: LEZIONE
19/01/2005
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tá è il livello di significatività: quello che lascio sulle code. Dire a=0 vuol dire che è
statisticamente poco significativo à non andrebbe incluso nel modello teorico. Laddove il
parametro sia significativamente presente, il test è significaivo.
Punti anomali:
Diagramma cartesiano dove facciamo corrispondere V e CT, quando rispetto a una certa tendenza
dei punti vanno a cazzo, sono punti anomali.
B è la covarianza (quanto varia una variabile rispetto all’altro. Prendere il coefficiente di
correlazione e farlo al quadrato non ci da b.
et = CT°t – CT(cappello, teorico), è la misura dello scarto, quanto il modello teorico si allontana dal
valore dello scarto
Il modello teorico in questo caso è CTt (cappello) = 880 + 0,6V
N.B. R2 varia tra 0 e 1 indica la dipendenza tra x e y.
Tanto più ci avviciniamo ad un R2 pari a uno tanto è migliore, un R2 uguale a 0 implica che al
variare di una non cambia l’altra.
Qui sopra lasciamo il 10% sulle code
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G = grado di libertà (numero di osservazioni meno il numero di parametri che andiamo a stimare)
In questo caso è 6 osservazioni -2 a e b, i parametri = 4 , quindi il valore della t è quello
corrispondente a g=4 e alfa= quello che decido io.
Se riduco le code riduco
la zona dell’ipotesi diversa
la 0 e allargo quella dove è
uguale. 10%=á è il livello di
significatività. 90% è il
livelo di confidenza. Ovvero
nel 90% questi parametri
sono significativi. Questo
vale perché non analizzo
tutta la popolazione.
Esonero venerdì oppure
lunedì.
PROCEDURA REGRESSIONE:
1. determinare e eliminare dati anomali
2. determinare costo totale e volume medi
3. colonna CTi – CT(medio)
4. colonna Vi – V (medio)
5. calcolo di a
6. colonna [Vi - V(medio)]2
7. colonna (CTi – CTmedio)*(Vi – Vmedio)
8. calcolo di b
9. Verifica della bontà del modello
a. Colonna CTi (teorico) = a + bVi
b. Colonna ei= CTi – CTi(teorico)
c. Colonna [CTi – CTi(medio)]2
d. Colonna Vi2
e. Calcolo di Sa2, Sb2, ta e tb
f. Dato á vado a vedere sulla tabella il valore di tá/2 corrispondente al grado di libertà
(n° osservazioni – n° parametri)
Economie di scala: si è in presenza di economie di scala quando, in un certo intervallo temporale,
data la tecnologia e i prezzi degli input, vi è una riduzione dei costi medi totali al crescere della
dimensione degli impianti.
• Statiche: in un certo istante, al crescere del volume
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si distinguono tre principali fonti di economie di scala: (nb, esse possono anche essere fonte di
diseconomie)
1. specializzazione: i lavoratori apprendono i compiti più rapidamente, li fanno meglio e più in
fretta
2. leggi fisiche: regola cubo quadrato
3. management: capacità di affrontare la riduzione dell’efficienza gestionale al crescere della
dimensione dell’impresa stessa.
Valore dei costi fissi nelle economie di scala
Per alcuni settori i costi di trasporto rivestono una notevole importanza, hanno tanto più valore
quanto in genere il valore del bene e basso rispetto al suo peso o volume. I costi di trasporto
quindi possono ridurre la SEM
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Gli effetti della tecnologia, poi possono ridurre i costi medi dell’impresa, agendo sulla SEM.
äCMTi/äQ = 0 supponi che la retta abbia una pendenza ö; al decrescere della curva aggiungo
una costante. Fosse stata una retta parallela alla’ase delle q la curva di costi medi si sarebbe
semplicemente traslata verso l’alto J .
Gli altiforni dovevano avere
grandi quantitativi per produrre
convenientemente, con
l’introduzino delle mini fornaci le
dimensioni medie ottime
d’impianto si sono ridotte.
E’ sempre conveniente produrre nel punto di minimo del costo medio? Conviene se la
produzione non fluttua, la curva di CMTlp è l’inviluppo delle
curve di breve periodo. Se avessi avuto una riduzione delle
produzione avrei potuto trovare non conveniente la SEM.
Per stabilizzare la domanda posso
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• creare scorte (che però costano)
• Razionalizzare
• Dinamiche, la riduzione di costo si ha per effetto del tempo
• Impianto adattabile: risente d meno delle fluttuazioni della domanda. E’ la capacità di un
impianto di adattarsi convenientemente a differenti livelli di output. Conviene produrre
meno di Q* perché nel breve periodo le variazioni di costo sono meno gravose con una
curva più piatta. Tale obiettivo si ottiene con delle tecniche tese ad appiattire la curva, il
più delle volte riducendo la dimensione dell’impianto, così da ridurre l’impatto dei costi
fissi, tra i quali con l’aumentare del potere dei lavoratori al crescere del loro numero, si
annovera anche l’input della manodopera
spesso.
• Impianto elastico: la flessibilità riguarda la capacità di un impianto di produrre, non
congiuntamente due o più output aventi caratteristiche non troppo dissimile. Sono
elastici gli impianti che a un dato livello ottimale di produzione, pur avendo costi medi
più alti, presentano variazioni di costo minori nelle variazioni di produzione attorno al
livello ottimo.
Scala efficiente minima: punto in cui le economie di scala non ci sono più. Un modo banale
per comprendere questo punto è analizzare nel corso del tempo il settore e vedere qual è la
quantità produttiva attorno alla quale le aziende producono (tecniche di sopravvivenza) il
rischio di questo approccio è che se ho una visione temporale potrei non considerare a
sufficienza l’innovazione.
Tecniche econometriche: il Costo totale in economie di scala cresce ma con tassi meno alti.
non è una funzione lineare: log CT = log a + b log K
ä log CT /älog K = b è l’elasticità! Infatti è ä Q/äP + P/Q = ä log Q /ä log P
Tanto meglio se sto vicino a 0
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Commento [MG10]: LEZION
E 21/01/2005
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Economie di scala dinamiche legate a fenomeni di apprendimento (economie di
apprendimento sono un esempio di economie di scala dinamiche) per cui l’output può essere
prodotto a costi minori o con qualità maggiore
La funzione di costo più alta
è quella all’anno 0, in cui
avrò fatto un volume di
produzione massima pari
all’ultimo punto a destra;
l’anno successivo produrre
le stesse unità mi costerà di
meno. Il grafico a destra
mostra la quantità cumulata
di output Q
b negativo per diminuire il costo medio
unitario.
Economie di varietà: si hanno nel momento in cui il costo derivante dalla produzione di due
beni risulta inferiore al costo della produzione dei beni separati.
Questo beneficio può dipendere dalla presenza di input
indivisibili. Rete commerciale, rete di trasporto etc
Economie di multilocalizzazione: il contrario delle economie di varietà, la funzione di costo è
superadditiva, conviene produrre separatamente rispetto alla produzione congiunta. Es
specializzazione, vicinanza ai mercati di sbocco. Ottimizzazione della capacità di espansione:
installo capacità secondo una strategia progressiva, il rischio è che se non copro tutto il mercato
potenziale potrebbe entrare qualcuno. CT (Q1, Q2) > CT (Q1) + CT (q2) mi costa di più
produrre tutto insieme piuttosto che in due frangenti temporali differenti
Jump 67
Es pag 70 produttore americano che è andato in Giappone, dove c’erano le industrie più
all’avanguardia del settore. In tal modo ha usato manodopera e conoscenze in loco.
Mc Kinsey Guest
Quanto sono importanti i costi di prodotto…
In un bilancio aziendale il 24.5% sono costi fissi, il 66,4% variabili e il 9,1 è margine
operativo. Quindi una riduzione dei costi dell’1% Può portare ad un aumento del
margine nell’ordine del 7%. Muoversi sul prezzo in effetti è molto difficile, perché in
balia del mercato.
Anche per i costi è un problema, dipendenti molto dai fornitori. Bisogna coinvolgere
tutte le funzioni aziendali.
Approccio Design to Cost (DTC): si utilizza per la riduzione dei costi.
1- Risulta importante determinare la relazione intercorrente tra costo e performance.
Potrei disegnare un grafico costo-performance (X,Y).
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Commento [MG11]: LEZION
E 25/01/2005
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2- Per abbassare la curva posso fare ricorso a processi tecnologici. Spesso si può
intervenire sulle caratteristiche del prodotto interagendo con i clienti.
Per prima cosa si ottimizzano i processi interni all’azienda e successivamente ci si
confronta con i gusti dei consumatori (tolgo tutto quello che è indispensabile e poi vedo
cosa vuole il cliente).
Principi per la determinazione degli obiettivi:
1- Il livello di costo massimo per un prodotto ed un brand è definito dal mercato.
2- Riduzione di tutti i componenti di costo possibili.
3- Determinare esattamente le caratteristiche opzionali che hanno un impatto sulla
decisione di acquisto del consumatore.
Questi elementi vengono elencati in maniera dettagliata. Si distinguono in: distintive,
molto competitive, competitive, di base (in ordine decrescente di importanza).
Disegnando il grafico costo-impatto (X,Y): gli inserirò gli attributi che stanno sulla
bisettrice e sopra di essa.
Per ridurre la curva di costo si possono cambiare le specifiche senza impatto sul
cliente (cosa che potrebbe non sembrare ovvia in prima analisi), modificare le soluzioni
tecniche (ad esempio modificando materiali o standard di produzione), gestire più
efficacemente i rapporti con i fornitori (eventualmente scovandone di nuovi), esaminare
l’efficienza interna dell’azienda e dei suoi dipendenti.
Questo processo lo usa la McKinsey ma è di origine miste.
Gli strumenti utilizzati sono il brainstorming, il design benchamarking (si analizza il
design prodotto pezzo per pezzo, lo si scompone completamente), l’utilizzo di grafici di
cui sopra, il clean sheet cost buildups (analizzo pezzo per pezzo le componenti di
costo del prodotto), il best of best (controllo le differenze di prezzo con altri fornitori ad
esempio).
Risultati ottenuti con l’applicazione di questo metodo ne hanno dimostrato l’efficacia.
Appunti di ESI1
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IL MONOPOLIO – II PARTE
Commento [MG12]: LEZION
E 26/01/2005
Il monopolio puro è la situazione di mercato caratterizzata da una sola impresa che detiene il 100%
del mercato. Sovente questa situazione è riscontrata nelle utilities (elettricità, acqua, trasporti,
telefono,….)
L’impresa dominante è quell’impresa che all’interno di un mercato detiene fra il 40% e il “99%” del
mercato. Le altre imprese che sono nel mercato non rappresentano alcuna minaccia per l’impresa
dominante. Alcuni esempi sono rappresentati dalla Gillette, Kodak, Velcro, etc.
P-C’ = capacità di ottenere
surplus. L’indice di
monopolio di Lerner è
influenzato da costi e
domanda (quindi elasticità)
un monopolista riesce ad
alzare il prezzo sopra a C’
grazie alle barriere
all’entrata
man mano che
abbasso il prezzo
vuol dire che
sono sempre più
minacciato, fino
al mercato
contendibile
Ci sono tre separate forme di barriere all’entrata:
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Questa
barriera nasce
dalla
pubblicità,
dalle strategie
di marketing,
dalle strategie
di vendita,
etc.
Nel momento
in cui si
stabilisce il
prezzo
minimo che
l’incombente
può fissare per non fare entrare il concorrente nell’industria si considera che l’impresa che entra
deve investire in pubblicità e in investimenti d’avviamento, cerco di fissare il prezzo in modo che la
potenziale
concorrente
non recuperi.
L’incumbent
conosce la
struttura di
costo
dell’entrante, la
curva più alta è
anche quella
dell’incumbent
se entra l’altro,
(in assenza di
costi di
penetrazione)
se so che l’entrante
non può scendere
sotto un certo
livello di costi io
metto il prezzo
proprio sotto la
curva. Vantaggio
di costo assoluto:
accesso alle risorse,
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I costi affondati e
l’ammontare di
R&S sono
elementi molto
forti. Impianti o
macchinari
dedicati o molto
particolari,
usandoli mi
vincolo i fornitori
se riesco a
saturare il
mercato.
nformazione sul
prodotto, sui
consumatori e sui
costi
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PaA/PqQ=å/ç
con ç
elasticità
della
domanda
rispetto al
prezzo.
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non è sempre vero
che avere potere di
mercato per avere
potere di monopolio:
potrei nn riuscire a
esercitare il mio
potere, ad esempio
nei mercati
contendibili.
Appunti di ESI1
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ß äð/äq2 = 1 – q1 – 2q2
Funzione di
domanda e di costo dipendono solo dal prezzo del prodotto e le
funzioni dei prodotti diversi sono indipendenti. Produco penne e
quaderni, le domande di penne e quelle di quaderni non dipendono
l’un l’altro. Posso decidere di agire su prezzo o quantità, decido di
agire sul prezzo facendo le derivate parziali rispetto ad ogni prodotto.
Li è l’indice di Lerner mentre pi è il prezzo di Ramsey. Tra tutti i
Appunti di ESI1
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Commento [MG13]: LEZION
E BATTISTONI 01/02/2005
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prezzi che posso scegliere pi è quello che massimizza il mio profitto. ç i è l’elasticità della domanda
rispetto al prezzo. Conoscendo funzione di domanda e struttura dei costi calcolo subito il prezzo.
Nel caso in cui le varie funzioni di domanda siano dipendenti tutto è in funzione dei vari prezzi.
ç ii= elasticità del bene i rispetto al prezzo del bene i, per una
variazione percentuale del bene 1, la domanda del bene i-esimo
varia così…
ç ij è la variazione di un bene rispetto al prezzo di un altro bene.
Beni sostituti: indice di Lerner un po’ più
alto.
Appunti di ESI1
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Abbiamo due beni sostituti, al decrescere di pi ,qi sale, qj scende à ç ij >0, à Li= (1/ç ii + >0)> 1/ç ii
quindi posso applicare su ciascun bene un prezzo superiore se produco beni sostituti, rispetto al
produrre un bene solo.
In caso di beni complementari l’indice di Lerner viene diminuito, mi avvicino a una condizione di
concorrenza perfetta.
Nel
secondo periodo vende una quantità di
quaderni dipendenti anche dalle mie
prestazioni nel primo periodo. Possiamo
considerare i due prodotti (anche se è uno)
dipendenti l’uno dall’altro, c2 = c2(q2)
Se ho applicato un prezzo troppo alto nel
primo periodo la domanda del secondo
periodo ne risente negativamente.
Attualizzo tutto al periodo uno attraverso il
tasso di sconto ä.
Nel primo
periodo
applico un
mark up che
dipende dalla domanda di primo periodo
rispetto al prezzo di primo periodo (ç 11), cui
viene sottratta la frazione negativa (ç 11,ç 12
<0) à fossi stato monopolista monoprodotto
avrei potuto alzare il markup di primo
periodo.
Voglio massimizzare i miei
profitti facendo in modo che i
miei impianti producano ad un
livello di produzione efficiente
Appunti di ESI1
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È efficiente che ogni impianto produca qi
In ogni equazione compare solo il termine q di
quell’impianto, le equazioni sono tutte
simmetriche: se ho un sistema di n incognite, in n
equazioni del sistema à tutte le incognite
vengono uguali à produrrò tutte le quantità allo
stesso modo
Un cartello è un insieme di produttori dello stesso bene che si accordano sui prezzi à diminuisce il
benessere sociale. Il cartello opera congiuntamente, quindi il prezzo massimizza il profitto di tutte le
imprese che quindi si comportano come un’unica impresa. Se il numero di imprese varia, anche il
prezzo varierà; lo stesso ragionamento vale per i profitti. La De Beers ha delle scorte molto elevate
(per punire gli entranti nel mercato
facendo crollare i prezzi)
Appunti di ESI1
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Commento [MG14]: LEZION
E (APPUNTI BY SIMON SAN)
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Condizioni generali che favoriscono la creazione di cartelli:
• Capacità di aumentare il prezzo nell’industria
• Bassi costi organizzativi e bassi costi legati alla punizione da parte delle autorità
Ulteriori condizioni che favoriscono la cooperazione:
• Minacce
• Grado di concentrazione del mercato, numero di mercati su cui le aziende competono
• Clausole di vendita: vendita sono un mezzo che i produttori usano per far capire agli altri
produttori di non uscire dal cartello.
Con funzioni di costo dipendenti l’indice di Lerner del primo periodo diminuisce, mentre nel
secondo periodo ha il potere di monopolio pieno.
Finché non arrivo all’ultimo gioco devo
considerare i vantaggi che ottengo nei periodi successivi.
Finora abbiamo considerato beni non durevoli;i beni durevoli hanno un problema per il monopolista,
è come se i beni nei vari periodi fossero sostituti.
I consumatori possono usufruire di un bene durevole per un certo numero di periodi
Gli acquisti effettuati nel periodo t=1 sono un sostituto imperfetto di quelli effettuati nel periodo
t=2, perciò il prezzo al quale i consumatori sono disposti ad acquistare il bene oggi dipende dalle
loro aspettative sul prezzo di domani
Appunti di ESI1
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Appunti di ESI1
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Deve quindi scegliere se vendere o
noleggiare il bene, analizzando i profitti
nei due casi.
• Se sceglie di vendere alla
fine del primo periodo le
unità non rientreranno e
rimarranno sul mercato a
farmi concorrenza. I
consumatori del primo
periodo non si basano solo sul prezzo ma analizzano anche i diversi scenari.
Si evince, dunque, che:
Il monopolista preferisce il noleggio alla vendita perché in quest’ultimo caso il suo potere di monopolio
risulta limitato: infatti, il bene prodotto
nel primo periodo gli crea concorrenza nel secondo
Il monopolista utilizzerà la vendita anziché il noleggio nel caso in cui voglia scoraggiare l’entrata sul
mercato di un potenziale concorrente: infatti, la vendita riduce la domanda per il potenziale entrante; d’altro
canto, il noleggio non obbliga i consumatori a rimanere fedeli al monopolista
Il prezzo di riserva e il prezzo massimo che si è disposti a pagare per una particolare unità del bene.
Varia tra 0 e 1 (acquisto e non acquisto)
Congettura di Coase: Quanto più velocemente un monopolista può cambiare il proprio prezzo tanto
più il suo potere di monopolio verrà limitato. All’equilibrio i consumatori si attendono che il
monopolista fissi un prezzo vicino a quello di
concorrenza e, potendo aspettare,
rimanderanno l’istante dell’acquisto finché le
loro aspettative verranno realizzare
Nel modello di Coase il consumatore con il
prezzo di riserva p°=0,5 + å posso acquistare
nel primo periodo e aspettare il secondo.
(0 å 0,5)La scelta dipenderà dalla
massimizzazione del surplus del consumatore
Chiamato CS “surplus intertemporale di chi
acquista nel periodo (apice)”
CS’ = (p° –p1)1 + ä (p° – p1) = (p° – p1) (1 + ä) = (1/2 + å – ½) (1 + ä)= å (1 + ä)
CS’’= 0 + ä(p° – p2) = ä (1/2 + å – ¼) = ä(1/4 + å)
Conviene acquistare nel secondo periodo
quando å< ä/4
Tanto più i prezzi variano rapidamente Ä
diminuisce e quindi Äaumenta
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Commento [MG15]: Nel
primo periodo non acquisto
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Monopolio con Frangia: n imprese tra le quali ce n’è una che detiene la maggior parte del mercato.
La struttura
dei costi più
efficiente può
dipendere
dall’accesso a
risorse di
valore.
difficilmente
imitabili o
sostituibili.
Es la
conoscenza,
risorsa che si
crea con il
tempo,
difficilmente
trasferibile o
imitabile, che
mi consente
di abbassare i costi di produzione rispetto alle altre imprese. L’accesso a risorse dà in generale un
vantaggio competitivo. Nel monopolio con frangia c’è un’impresa che ha accumulato un grosso
vantaggio (per migliore tecnologia protetta da brevetto, maggiore esperienza, presenza di ESS da
sfruttare etc…), essa stabilisce il prezzo e le altre si comportano come se fossero in concorrenza.
Capacità di un’impresa di fissare il prezzo e di imporlo dipende da:
numero imprese che possono entrare nel mercato
differenziale di costo
velocità di entrata
ombrello dei prezzi
p dipende dalla quantità totale
scambiata sul mercato.
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Commento [MG16]: Lezione
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L’impresa dominante si
comporta da monopolista,
mentre le imprese della
frangia si comportano
come se fossero in
concorrenza perfetta
(prezzo= C’), in più la
derivata seconda dei costi
deve essere maggiore di
zero.
Cosa succede alla quantità prodotta
dall’impresa della frangia se l’impresa
dominante cambia la quantità offerta
sul mercato. Differenziale totale
(derivo rispetto a una variabile per la
variazione infinitesima di quella
variabile)
Divido tutto per dQd
Raccolgo i termini
Visto che P e Q sono legate
da una funzione di domanda,
la derivata del prezzo
rispetto alle due quantità
deve essere negativa.
La formula alla fine viene
con segno negativo (se
l’impresa dominante
aumenta, quella della frangia
deve diminuire)
Appunti di ESI1
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L’impresa dominante sa
benissimo che la frangia
deve sottostare ai suoi
cambiamenti d’umore e
agisce di conseguenza.
I due termini in rosso sono
chiave, perché se la
quantità prodotta dalla
frangia è nulla sono nel
caso di monopolio classico.
L’indice di Lerner indica che la presenza della frangia
limita il mio potere di monopolio.
P’ è negativo variando P e Q in maniera inversa.
La quantità totale domandata è
quella di cui ha bisogno meno
quella della frangia
Appunti di ESI1
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L’elasticità rispetto
all’impresa dominante
aumenta se aumenta
l’elasticità della domanda
di mercato, aumenta
l’offerta complessiva della
frangia, se çd aumenta à
Ld diminuisce à più
aumenta l’elasticità della
domanda con potere
dominante più si riduce il
suo potere.
Qui potrebbe essere Sf/Q
La condizione è
sempre R’ = C’
R’ ha pendenza doppia
rispetto alla curva di
domanda
Al prezzo pm
comprano i clienti che
hanno un prezzo di
riserva maggiore o
uguale di quello.
Perdo moltissimi
consumatori. Posso
prendere questa fetta di
mercato
Appunti di ESI1
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Il mio profitto diminuirà
recuperando la fetta di
mercato se riduco il prezzo.
Posso poi produrre a due
prezzi differenti, offrendo ai
clienti con prezzo di riserva
più basso un prezzo d’acquisto
adeguato. Però le trattative
devono essere riservate perché
poi la domanda cambia.
Ci sono delle condizioni che occorre tenere in considerazione prima di discriminare:
in presenza di questi due
non funziona.
(2) Se conosco i prezzi di
riserva, io devo “vestire” il
mio prodotto in modo che
il cliente scelga
esattamente il prodotto che
è disposto a pagare di più.
Condizioni necessarie per discriminare:
Il produttore deve avere potere di monopolio
Il produttore deve conoscere le disponibilità a pagare dei consumatori, ossia i loro prezzi di
riserva
Il produttore deve poter impedire l’arbitraggio
Tipologie di prezzi non uniformi:
Appunti di ESI1
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Pacchetti studiati in
modo “o tutto o
niente” à Es
prodotto e
assistenza
Premesso che non ci sia
arbitraggio:
1° in generale gli
individui non sono tutti
uguali e danno
un’importanza differente
ai vari prodotti e sono
disposti a pagarli in
maniera differente.
Conoscere la funzione di
domanda significa
conoscere esattamente
P = a – bQ (a un livello
di prezzo so esattamente
quanto comprerai) gli individui sono caratterizzati da a e b. La funzione di domanda di mercato
viene sommando sulle quantità le funzioni di domanda di tutti i consumatori. Quindi devo avere la
funzione di domanda di Mr. X e so che è di Mr. X. E’ la condizione più favorevole per il
monopolista.
Tra il tipo di 2° o di 3° non c’è gerarchia chiara
2° non funziona sulla base che conosco le caratteristiche della domanda, ma conosco caratteristiche
DEI consumatori.
3° quando conosco alcune caratteristiche della funzione di domanda dei consumatori e posso agire
su quelle caratteristiche
LEZIONE 08/02/2005
Appunti di ESI1
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detta anche “perfetta” perché
massimizza il profitto del produttore
La domanda è la somma sulle quantità
delle domande di ogni consumatore. Io
conosco tutte le domande e so anche
assegnarle a ciascun consumatore.
Posso tra l’altro evitare l’arbitraggio (no
trasferibilità di prodotto e di domanda)
Nel grafico c’è la funzione di domanda
di mercato, la curva dei ricavi marginali
se sono monopolista ha pendenza
doppia. C’è poi la curva dei C’ che ha
pendenza positiva. Scelgo la quantità in
modo che C’ = R’, salgo sulla funzione
di domanda e determino il prezzo. La
PS è benessere perso per entrambi.
Posso aumentare i miei profitti
appropriandomi dell’area rossa. E potrei
ritirare in gioco la PS, e una volta ritirata in
gioco posso sottrarvela. Per recuperare la PS
di monopolio devo evitare di fare il
monopolio. Come? Fisso il prezzo a quello di
concorrenza, dividendoci il surplus in parti
uguali. Il mio profitto ora è diminuito (visto
che quello di prima era ottimo) Mi sto
danneggiando a favore dei consumatori? No!
Applico un prezzo non uniforme. Es tariffa in
due parti: quota fissa e quota variabile (nella fissa metto il prezzo di concorrenza, e la fissa la pongo
uguale al surplus dei consumatori.
Il mio profitto in discrimazione di primo
grado è più alto del profitto ottimo di
monopolio con prezzo uniforme. M
(monopolio) D (discriminazione) C
(concorrenza).il profitto diventa T (tariffa) –
Cositi di produzione. Producendo la quantità
qc (di concorrenza) ho il profitto di
un’impresa concorrenziale più il surplus di
tutti i consumatori. Il benessere complessivo i concorrenza è il benessere più elevato in qualunque
struttura di mercato. Il profitto che faccio ocn discriminazione = al benessere di concorrente. La
quota fissa la sto applicando a tutto il mercato. [Es. canone del telefono]Devo ripartire il surplus
tra i consumatori. Visto che conosco le funzioni di domanda individuali sono in grado di conoscere
il surplus di ciascun consumatore, quindi a ciascun consumatore chiederò il suo surplus.
Appunti di ESI1
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Se non ci fossero questi ostacoli al
monopolista converrebbe sempre
applicare la discriminazione di primo
grado.
NB1: Rispetto alla quantità di
monopolio la quantità prodotta aumenta.
NB2: la quota fissa viene pagata prima
di iniziare a consumare: non ci
spostiamo lungo la curva di domanda,
né si sposta la curva di domanda
NB3: la quota fissa influenza solo l’accesso e il non accesso
Se non posso discriminare di 1° grado attuo una differente discriminazione
Non sono in grado di conoscere la
funzione di domanda del singolo: posso
dividere il consumatore in gruppi sulla
base di alcune caratteristiche esogene (su
cui non posso agire età, occupazione,
reddito). Posso quindi trovare la funzione
di domanda del gruppo. Sulla base di
questo parametro cerco di discriminare.
Mi fermo ad un livello superiore di
analisi. Ad ogni gruppo applico un
prezzo diverso (ogni gruppo avrà una
sua quantità domandata in funzione
della curva di domanda). Il mio costo di
produzione dipende da tutto quello che
produco indipendentemente dai gruppi.
Il mio profitto è la somma dei diversi
profitti. Derivo rispetto a Q. Quella è la
derivata rispetto al generico qi. Cerco di
isolare l’indice di Lerner riconducendo
gli altri elementi all’elasticità. Se
l’elasticità aumenta Li diminuisce.
Posso fare un mark up superiore nei
mercati con elasticità minore. Faccio
pagare di più ai consumatori con
elasticità minore.
Appunti di ESI1
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Ciascun gruppo ha quantità domandata differente ma
prezzo uguale. Profitto sarà (P – C’)* Q
Cerco di ricondurmi all’indice di Lerner
Media pesata delle elasticità dei vari gruppi. (qundi compresa tra
il valore minimo e il valore massimo)
a un consumatore che appartiene al
mercato con elasticità più elevata
conviene discriminazione o prezzo
uguale? Conviene la discriminazione di
terzo grado.
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Applico le condizioni di primo grado
e decido le quantità. I profitti di
discriminazione sono in forumal (9)
Il Surplus complessivo del mercato è
la somma di tutti i surplus: ogni
surplus è l’integrale da p° fino alla
quantità venduta.
W= benessere complessivo
Appunti di ESI1
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La derivata prima indica
la velocità del
cambiamento. Una
funzione con CS’ < 0 è
decrescente
CS’’ > 0 ha concavità
verso l’alto
Appunti di ESI1
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Se applico il prezzo di
monopolio uniforme il vostro
surplus è più elevato se applico
quello discriminante.
(monopolio uniforme = quello
segnato)
L’aumento che ho lungo la retta
tangente è più piccolo di quello
che ho lungo la funzione di
surplus.
Sono in grado di dare un limite
superiore alla variazione del
surplus del consumatore.
Analogamente passando da
monopolio uniforme a
monopolio discriminante ma il
prezzo uniforme è più piccolo di
quello discriminato.
deve essere negativo!!! QUINDI DIMINUIRA’
Abbiamo determinato un
intervallo di variazione del
benessere complessivo. Essa è
compresa tra un estremo inferiore
ed uno superiore. I due estremi
hanno una struttura molto simile.
(p – C) sono sempre positive,
quello che può cambiare di segno
è il ÄQ. ÄW nel secondo caso
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LEZIONE 11/02/2005
Voto <= venticinque lunedì ore 18
Data ultima di consegna lunedì 21
Previsione della domanda:
Importanti per scelte come
Produzione e distribuzione di beni
Acquisto di macchinari
Determinazione piani di produzione
Dimensionamento magazzini
Gestione scorte
Localizzazione e dimensionamento nodi logistici
etc
Le previsioni sono classificate in base all’orizzonte temporale di riferimento in
Lungo periodo: da 1 a 4 anni lancio nuovi prodotti, nuovi impianti produttivi, etc.
Medio periodo: da qualche mese ad 1 anno decisioni logistiche di tipo tattico, come
organizzazione
magazzini, allocazione macchinari, scelta canali di distribuzione, etc.
Breve periodo: da alcuni giorni a settimane piani operativi per la produzione e la distribuzione,
pianificazione e gestione approvvigionamenti
Se ho un prodotto e voglio
vedere quanto produrrò in
futuro potrebbe essere
utile vedere come è andata
in passato. (trend, picchi
etc) Le previsioni di breve
termine sono più accurate
di quelle di lungo periodo
(ad esempio a causa
dell’ingresso di un
concorrente).
Dati “aggregati” scendo a
un livello di dettaglio minore. Se ci sono n variabili. Se la domanda dipende dalla somma della
variabili. V.c. (variabili casuali, o variabili aleatorie, di cu posso indovinare il valore)
METODI DI PREVISIONE:
METODI QUALITATIVI
Prevalentemente per previsioni di medio-lungo periodo e quando non sono disponibili dati storici
(previsione basata sull’opinione di esperti, indagine di mercato, metodo Delphi (consultazione di
esperti del settore sulla materia, ciascuno da la propria soluzione, si raccolgono le risposte, si
rende noto il paniere delle risposte alla fine e in base ad esse si traggono le conclusioni), etc.)
METODI QUANTITATIVI
Prevalentemente per previsioni in cui siano disponibili dati di serie storiche.
N.B.: in realtà le serie storiche consentono di prevedere le vendite, non la domanda. Domanda e
vendite coincidono nel caso in cui la domanda sia minore della capacità produttiva e distributiva
dell’azienda
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P è la previsione fatta
per ô istanti più in là.
collegate.
Tra i modelli più
utilizzati ci sono i
modelli causali, che
ricercano relazioni causa
effetto. (y effetto, x
cause)
Es vendita automobili in
relazione con
l’andamento del PIL,
trovo la funzione che
meglio lega le due
varibili, ma è anche vero
che le due variabili
potrebbero non essere
VANTAGGIO
Capacità di anticipare le variazioni della domanda, quindi il loro utilizzo è particolarmente utile nelle
previsioni di medio-lungo termine
SVANTAGGI
Difficoltà nell’individuazione delle variabili causali aventi elevata correlazione con la domanda futura
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Non vado a indagare la
relazione tra causa ed effetto
ma vado a vedere cosa è
successo in passato rispetto
a quello che accadrà in
futuro. Funzionano meglio
su intervalli di tempo
ristretti.
Sigma è la varianza, mi è la
media.
Ovvero la retta è parallela
all’asse delle ascisse (in
media, osservando la curva
dei dati di cui siamo in
possesso.)
A marzo succede esattamente
quello che è successo a
febbraio. La previsione che
faccio oggi per il periodo
successivo è la domanda che
vedo oggi. In genere i risultati
sono poco accurati.
L’andamento non si ripresenta in modo simile a intervalli
regolari: è ok.
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Prevedo che quello che verrà
sarà una media di quello che
è venuto prima, prendo in
considerazione gli ultimi r
periodi, oggi compreso.
Scelta di r
Se r è piccolo: rapido adeguamento della previsione alle variazioni della domanda, ma maggiore
sensibilità della previsione alle perturbazioni aleatorie. Le oscillazioni ampie verranno ben considerata.
Se r è grande: maggior filtraggio della componente aleatoria, ma lento adeguamento alle variazioni della
domanda
prendiamo T osservazioni
della domanda, tutte le
osservazioni hanno la
stessa media e varianza.
La mia previsione avrà
stessa media ma varianza
differente (più vado
indietro nel tempo, più
scende è previsione più
accurata)
prendo due valori di r per far vedere cosa succede.
Nel secondo caso smorzo di più gli effetti aleatori.
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Se voglio andare due
periodi in avanti, come
faccio? Prevedo che la
previsione nel prossimo
periodo, si manterrà
costante nel futuro.
(previsione 3=4=5….)
Giacchè il trend è
costante!
Nel tempo posso
interpolare i dati con una
retta con pendenza
positiva. / (in caso di
andamento decrescente il
coefficiente angolare sarà
negativo)
Intercetta è la domanda che vedo manifestarsi
oggi, pendenza la differenza tra domanda di oggi
e domanda di ieri. Prevedo facendo a + b*t (t
numero di periodi nei quali voglio la previsione)
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baso la mia
previsione sugli
ultimi 4 periodi.
(metodo della
media esponenziale
no serve)
è un metodo
ricorsivo. I
parametri che
misuro oggi
dipendono da a e b
di ieri. La
condizione iniziale
è che nel periodo di
osservazione
l’intercetta è la
domanda e la
pendenza è nulla.
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Per á,â valgono le stesse considerazioni fatte per r. L’intercetta dipende dalla domanda di oggi, ma
anche da quel che è successo ieri. La domanda di oggi viene pesata da á e â.
la previsione dipende
da a13 e da b13,
a13(a12(…)).
A3=o,3 * 730 + 0,7 *
(630 +0)
Ad esempio una sinusoide
Assumiamo di essere in
trend costante, se voglio
prevedere quello che
accadrà domani non
posso dire che lo cose
saranno uguali. Vado
indietro di ô periodi fino
ad arrivare nello stesso
punto del ciclo
stagionale
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Componente stagionale,
trend costante, dodici mesi,
due cicli stagionali di 12
mesi.
Sono in 24, prevedo per il
periodo 25. Vado nel
periodo 25 e vado indietro
di dodici mesi.
Trend lineare
(crescente,
decrescente)
Isolo la stagionalità
con la variabile S.
Quindi prima calcolo
in base alla retta e
poi lascio che la
stagionalità alzi o
abbassi la previsione
che ho trovato
E’ un metodo
ricorsivo in cui ho tre
parametri.
Pendenza (funzione della
domanda di oggi e di
quello che ho visto ieri)
La domanda che vedo oggi
è divisa per l’effetto
stagionale di oggi (così la
depuro)
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domanda che ho fisto nel ciclo precedente depurata
dall’effetto del trend.
Trend crescente e componente stagionale.
Due cicli, dodici mesi ogni ciclo
A e b dipendono dalla domanda media, quindi vado a
calcolarmela.
La componente stagionale del periodo è la domanda
diviso il trend. Domanda del periodo uno è la domanda
del periodo uno depurata del trend del periodo uno
Il mese 12 è il periodo finale del ciclo, quindi non ho
bisogno di proseguire nei periodi successivi. (nb: là
sotto è 12, non 3)
Calcolo tutti i valori di a e b futuri
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Da s13 in poi utilizzo una formula ricorsiva.
Dipendente dalla componente stagionale del
primo periodo.
P24(2)= (a24 + 2* b24) s24+2
S26= âd14/a14 + (1- â) s14
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3 casi:
1. Gli errori hanno media diversa da zero la previsione è polarizzata
2. La serie degli errori ha un trend positivo o negativo l’accuratezza del modello si riduce progressivamente
3. La successione degli errori ha un andamento periodico potrebbe non essere stato riconosciuto un effetto
stagionale
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Corporate pdf.
L’industria della vendita al dettaglio è soggetta ai fallimenti. L’uso di rapporti finanziari prontamente disponibili
permette di predire la salute finanziaria di un commercio. Nella ricerca di un modello idoneo per vedere se
un’azienda è sul punto del fallimento, si analizzano i dati delle società fallite e non fallite e si confrontano diversi
indici. I risultato dell’analisi determina un gruppo di aziende che si pensa sopravvivranno, e un gruppo che si
prevede sia destinato al fallimento. La scarsità di dati di partenza, tuttavia, rappresenta spesso un ostacolo a questa
tecnica di analisi. Si distinguono metodi di previsioni basati su dati finanziari, sul cash flow, o su entrambi. Sono
stati selezionati 5 modelli per la previsione di bancarotta sulla base di due criteri: disponibilità di informazioni, i
coefficienti non devono dipendere dal valore del mercato di equità.
Spurring performance pdf.
In Cina le imprese private hanno finalmente superato le imprese controllate dallo Stato. Le compagnie statali in
mercati protetti come le telecomunicazioni vanno bene, ma quelle in concorrenza registrano forti perdite.
Attualmente la mentalità di molti manager del settore pubblico li conduce a pensare ad obiettivi aziendali non
tanto il profitto quanto la soddisfazione e la numerosità dei dipendenti. Per un cambiamento di rotta i lavoratori
devono essere caricati delle loro responsabilità, e devono comprendere come creare valore per l’organizzazione.
Visto il BG della Cina e delle imprese statali cinesi, la cosa non pare facile. Occorre stabilire un sistema di
misurazione della performance dei dipendenti Il primo passo è stabilire degli indicatori finanziari che siano
relazionabili alle performances dei manager. Legando questi indicatori alle operazioni dei manager gli si
fornisce loro uno strumento utile per la comprensione dei risultati generati dalle loro scelte. Una volta che i
manager hanno compreso cosa crei valore è il momento di seguire la performance del dipendente che aiuta a
crearlo. Avere indicatori chiave è fondamentale, ma senza le opportune ricompense e punizioni hanno un effetto
limitato sui dipendenti. Attualmente in Cina la politica di retribuzioni non ha particolari distinzioni, la carenza di
incentivi limita il desiderio di far bene dei lavoratori. I lavoaratori meno dotati, laddove non fosse possibile il
licenziamento vanno indirizzati a sezioni non cruciali dell’organizzazione e , in caso di incapacità o free riding
cronico, i manager dovrebbero provvedere a misure come il blocco della paga o la privazione di benefici
Outsourcing pdf: in farmacologia si parla di “ottimizzazione del lead” l’aumento della specifica attività
biologica, la diminuzione di tossicità etc etc. Il lead è il composto che mostra attività farmacologica. Si
evidenziano alcune ragioni per spiegare la reticenza all’uso dell’outsourcing in questo settore:
•
Non si sentiva il bisogno di questo servizio, ma con l’ingresso di nuove tecniche di biotecnologia l’outsourcing è
divenuto un escamotage per non incorrere in costi strutturali necessari per la sempre maggiore competitività del
settore.
• Fino al 1990 non c’era personale con le skills necessarie che non fosse già assunto in qualche industria
farmacologica
• L’industria farmacologica è tradizionalmente chiusa e conservativa, e le necessarie segretezza e completezza
delle informazioni per la creazione di un farmaco vengono in qualche modo minate dalla presenza di terzi
coinvolti nel processo
Trend del mercato: molte compagnie sono entrate nel settore per sfruttare le nuove opportunità presenti. Buona parte
dell’otusourcing
è indirizzato verso India e Cina, dove personale qualificato, spesso educato all’estero e tornato in patria,
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costa molto meno che in occidente, anche se, a causa dell’inaffidabilità dal punto di vista della segretezza, di questi paesi,
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non si da in outsourcing la chimica medicinale. In futuro ci si aspetta che la Cina, entrata nel WTO nel 2001 provvederà a
quelle carenze legislative, relative alla proprietà intellettuale.
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Pricing pdf: quanto dovrei far pagare un nuovo prodotto? Metterlo troppo alto rischia di non farlo
vendere, ma si può ovviare al problema abbassandolo in itinere. Metterlo troppo basso invece implica
perdita di profitti e stabilisce la posizione del valore di mercato a un livello basso. Attualmente le aziende
puntano a tenere bassi i prezzi, un po’ per le esigenze del mercato ,che vuole sempre di più a prezzi
minori, un po’ per ritagliare fette di clientela. L’approccio incrementale spesso sottostima il valore dei
nuovi prodotti per i consumatori. Es il primo inventore della pistola leggi codice a barre, calcolò il
beneficio di tempo che avrebbero potuto percepire i suoi clienti che usavano i vecchi lettori di codice a
barre,. La compagna prese il prezzo del lettore più vecchio e stabilì il quello del nuovo prodotto in
maniera proporzionale, considerando solo il risparmio di tempo. In questo modo pur penetrando il
mercato rapidamente, l’azienda sottovalutò un prodotto rivoluzionario. Tale strumento permise alle
società di cambiare radicalmente il proprio processo produttivo. I compratori quindi si accalcarono per
comprare lo strumento, ma l’azienda non riuscì a soddisfare le richieste, perdendo oltre un miliardo di
profitti potenziali. Per stabilire il miglior prezzo che una società può stabilire per avere profitti nel lungo
periodo occorre conoscere il minimo e il massimo prezzo proponibile al mercato. Il prezzo più alto: per
stabilirlo occorre aver chiari i benefici che riceve il consumatore. Posizione al lancio:qual è la natura del
prodotto che intendo lanciare sul mercato? Rivoluzionaria, evoluzionaria o “me too”? Ovviamente no
problem a dir balle alla clientela, ma non dobbiamo avere ben chiara la categoria del prodotto. Prezzo
base: considerati tutti i costi, si stabilisce un mark up minimo, se per il mercato è comunque troppo alto
l’azienda dovrebbe pensare un secondino prima di buttarsi nell’arena. Le dimensioni del mercato:
osservare le carattersitche del mercato permette di comprendere meglio il range di prezzi in cui ci si può
muovere; ad esempio se dico che una cosa rende tot, devo farla pagare la giusta proporzione per essere
credibile. Prezzo di penetrazione: è la tattica che prevede bassi prezzi di ingresso. Ci sono dei rari casi in
cui è una strategia vincente: elasticità del cliente (mercati nuovi o sottosviluppati, ove i clienti sono
particolarmente sensibili ai prezzi, si cerca di conquistare la domanda latente), avanzamenti nel costo di
servizio (in presenza di rapide e forti economie di scala e apprendimento, ma questo potrebbe portare a
una guerra di prezzi, e inoltre potrebbe non esserci tutta la domanda auspicata.) competizione debole (se
i competitor hanno costi strutturali più alti)
Stabilire il prezzo di vendita: massimizzare il volume di vendita in virtù di un mercato previsto ampio
non sempre risulta una strategia vincente, in particolare 4 aspetti possono consigliare contro il mirare al
mercato più ampio, specialmente se questo implica fisare un prezzo basso:
• Prezzo di riferimento: il prezzo fissato diventa il riferimento per quel prodotto sul mercato esso
evidenzia quanto l’azienda ritiene che valga il prodotto. Un prezzo eccessivamente basso può
ledere ai profitti di lungo periodo
• Reazioni dei concorrenti: specialmente per i prodotti evoluzionari, immettere un prezzo basso può
dar luogo a guerre di prezzi visto che probabilmente i concorrenti non potranno competere sulla
tecnologia nell’immediato
• Ciclo di vita strategico: tenere il prezzo alto all’inizio e gradualmente abbassarlo può oltre che
aumentare i profitti del prodotto, aiutare le compagnie ad adeguarsi alla domanda per un nuovo
prodotto.
•
Cannibalizzazione:
il nuovo prodotto potrebbe soppiantare il vecchio. Occorre quindi stabilire se
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lo si vuole togliere dal mercato gradualmente o meno
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