Pagine riprese da libri per sbirciare in ciò che è appena passato: alcuni per riviverlo e per ricordarlo, altri per intravedere un evento di cui non è stato protagonista. Primo personaggio della storia è la lira, la nostra moneta, in essa si riflettono le vicende civili ed economiche del nostro Paese. La curiosità ci ha spinto a sfogliare libri, a guardare videocassette, a selezionare da internet notizie e indiscrezioni sulla lira per proporvi una delle possibili storie, voi potete crearne altre facendo riaffiorare ricordi e sfogliando libri diversi. La Moneta Alcune caratteristiche e funzioni. La moneta è storicamente costituita dagli oggetti più disparati poiché la sua natura è puramente convenzionale. Il riconoscimento della moneta come oggetto particolare è rinchiuso negli usi e nelle consuetudini sociali, oppure può essere imposto dalla legge, che stabilisce quale sia l’oggetto cedendo il quale ogni debitore si libera dalla sua obbligazione verso il creditore. Per questo si può affermare che la moneta legale e quella privata circolano fianco a fianco. Esempi di moneta legale sono i biglietti della Banca d’Italia, i pezzi metallici e i biglietti di Stato emessi dal Tesoro; mentre, assegni, traveller’s cheques, carte di credito e cambiali sono tipi di moneta privata. Per ragioni pratiche, la moneta presenta le seguenti caratteristiche: si tratta di un Le conchiglie e le barre di sale furono tra i primi o g g e t t o f a c i l m e n t e c o n s e r va b i l e e oggetti usati come “moneta”, e quindi comunemente trasportabile, riconoscibile e atto a accettati come mezzi di pagamento. rappresentare molto valore con poco ingombro. La moneta generalmente viene definita non in base a ciò che è realmente, ma in base alle funzioni che svolge, che sono: di misura del valore di tutti gli altri beni e servizi, di intermediazione negli scambi, di riserva di valore. La prima funzione è esplicita quando il bene scelto come moneta è in grado di misurare il valore o l’utilità degli altri beni e servizi. La seconda si manifesta quando la moneta è accettata in cambio di altri beni e servizi; la terza viene in essere ogni qualvolta essa conserva il suo valore tra il momento – 11 – della sua acquisizione e quello della sua cessione. Quest’ultima funzione è alla base di un problema di politica economica, che si connette alla conservazione del potere di acquisto della moneta e, quindi, al momento della stabilità del suo valore. Il Dizionario di economia di Sergio Ricossa, Torino Utet, 1988 è stato lo strumento principale da cui abbiamo estratto le notizie sulla moneta; la stessa opera riporta una bibliografia composta da una trentina di titoli - editi dal 1886 al 1985 – per approfondire la storia della moneta. Il Dizionario di economia di Frederic Teulon,, Tascabili economici Newton del 1994 è poco più di un opuscolo, agilissimo da consultare per avere un vocabolario di base dell’economia, che risponde ai primi bisogni di formazione e di informazione sulla disciplina. Moneta e storia economica in una videocassetta La moneta: un linguaggio si inserisce nel progetto multimediale “L’Europa dei popoli” (collana diretta da Francesco Sabatini e Antonio Golini), realizzato da Editalia in collaborazione con l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Da un percorso che vede il bestiame come prima moneta, i rabbini come primi banchieri e presenta i luoghi e la storia dell’economia e delle istituzioni ad essa collegata, si arriva alle fondamenta del processo unitario del nostro continente. La moneta: un linguaggio, ci proietta indietro nel tempo per ricostruire il percorso che ha consentito all’Europa di preparare le condizioni della svolta più radicale nella storia dell’umanità: la nascita del capitalismo e la rivoluzione industriale. Una moneta inesistente: la lira Le avventure della lira, saggio sul significato economico della lira italiana di Carlo M. Cipolla, uscito nel 1958 per conto di Edizioni di Comunità, nel 1975 e infine nel 2001 da Il Mulino, rappresenta il testo base per ripercorrere la storia monetaria d’Italia. Riportiamo qui la sintesi di alcune pagine per riappropriarci delle tappe e dei luoghi in cui è nata e cresciuta la lira. – 12 – Nell’ottavo secolo “La lira moneta nacque come moneta materialmente inesistente, come pura unità ideale di conto” e si diffuse come moneta unica europea, abbracciando l’occidente cristiano del tempo senza riuscire però ad investire tutta l’Italia. “A sud di Roma o perdurò la tradizione monetaria romanobizantina o finì col prevalere l’influenza della moneta araba.” La lira origina da un peso: un peso che i Romani chiamavano libbra… essa era il riferimento che si usava per determinare il piede delle varie specie monetali. Ma non era una moneta. La libbra si trasforma in unità del nostro sistema monetale tra il 780,790 con Carlo Magno; fino ad allora c’era il soldo d’oro con le sue frazioni. Con una libbra d’argento la gente otteneva dalla zecca 240 denari e per questioni pratiche, anziché dire 240 denari la gente preferì dire: una lira. Per oltre cento anni dalla nascita del denaro carolingio non vi furono innovazioni di rilievo. Peso e lega del denaro rimasero inalterati e la lira continuò a significare 240 denari. La prima moneta coniata dal nome “Lira Italiana” Il predominio politico, militare, economico e culturale francese in Italia durante il periodo Napoleonico lasciò la sua impronta anche nel settore monetario. Con decreto del 21 marzo 1806 Napoleone ordinava che la moneta del Regno d’Italia dovesse essere uniforme alla moneta legale in corso in Francia. Il decreto contemplava tre gruppi di monete: di rame, d’argento e d’oro. Sul diritto la nuova lira doveva recare la legenda “Napoleone imperatore e re” e l’anno di emissione; al rovescio lo stemma del Regno e l’indicazione del valore nominale. Questa fu la prima moneta coniata che portò il nome di lira italiana Considerata nel suo insieme, la situazione monetaria della Penisola prima della Unificazione, appariva piuttosto confusa. Cipolla ne trae un quadro 5 lire in argento di Vittorio esauriente da uno studio di R. De Emanuele II (1859). Il 12 giugno 1859, Bologna proclama la Mattia L’unificazione monetaria dittatura di Vitorio Emanuele II Italiana (Torino, ILTE, 1959) di cui e inizia a coniare la moneta riportiamo il seguente brano. “…Può riprodotta, che riporta lo stemma sabaudo e la scritta “Dio protegge affermarsi che, tanto nel 1859, l’Italia”, già trovata nel dorso delle allorché ebbe inizio il movimento lire napoleoniche. Quando, dopo di unificazione territoriale, quanto il 17 marzo 1861, Vittorio Emanuele II viene nominato re nel 1862 allorché fu decretata d’Italia, nel retro della moneta – l’unificazione monetaria, il tipo che non sarà più coniata a Bologna monometallico argenteo ma in altre zecche – apparirà la predominava nettamente nella scritta “Regno d’Italia”. – 13 – circolazione metallica del Paese, e predominavano nettamente anche i sistemi non decimali sui sistemi decimali. Delle sei unità monetarie legali vigenti nel 1859, due (la lira nuova di Piemonte e la lira nuova di Parma) erano identiche alla istituenda lira italiana, la lira toscana non era coniata e quindi non era usata nello scambio monetario; le altre (lo scudo romano, il fiorino di nuova valuta austriaca e il ducato del Regno delle due Sicilie) si elevavano come valore intrinseco, molto al di sopra della unità monetaria italiana”. Anche nel settore bancario non c’era omogeneità: le emissioni dei vari istituti erano completamente indipendenti rispetto al tipo e al taglio dei biglietti. Gli istituti di emissione del periodo erano la Banca Nazionale Sarda, la Banca Nazionale Toscana, oltre a istituti minori quali la Banca degli Stati Parmensi (sorta nel 1858 e chiusa nel 1861), lo stabilimento mercantile di Venezia e la Banca Pontificia. 1862: lo stato italiano adotta ufficialmente la lira come unità monetaria È da questo contesto variegato che si arriva alla legge del 24 agosto 1862 ( n.788) in base alla quale il sistema monetario italiano era posto su base bimetallica, l’unità monetaria legale del sistema era la lira d’argento, multipli e sottomultipli erano tutti in rapporto decimo-centesimale con la lira. La storia della lira continua ora con un altro libro: Una europa, una moneta, a cura di Franco Farinelli, edito da Pendragon nel 2001. L’autore, attraverso un viaggio nella storia politica e sociale dei dodici paesi, che dal gennaio 2002, hanno cambiato moneta, rende omaggio alla vecchia valuta nazionale. 1865: nasce l’unione monetaria latina Nel 1865 viene ratificata una convenzione monetaria con la Francia, il Belgio e la Svizzera, che riguardava il titolo delle monete d’argento, il limite massimo della loro emissione e il limite di accettazione nei pagamenti tra privati. Le nazioni aderenti s’impegnano a non emettere monete non conformi per titolo, peso, valore e forma a quelle determinate nel trattato. Questa aggregazione sopravvisse fino ai primi anni del XX secolo. Negli anni successivi diminuisce la circolazione metallica e aumenta la presenza dei biglietti di banca, questo crea un’insufficienza nei piccoli tagli, esigenza che viene affrontata da vari enti con l’immissione di titoli rappresentativi delle monete che continueranno a rimanere in circolazione anche dopo il 1870. – 14 – Uno sguardo al mondo delle banche. Nell’agosto del 1893, dalla fusione di diverse banche nasce la Banca d’Italia, che dal 1896 inizia a stampare le prime banconote, prima in tagli da 50 lire e più tardi con altri tagli da 100, 500 e mille lire. Dal 1900 Nulla accade alla nostra lira fino alla prima guerra mondiale dalla quale l’Italia esce fortemente provata nell’economia, nella finanza, nell’agricoltura e in ogni altro settore della vita civile e politica. 1922 Mussolini sale al potere; l’Italia attraversa un periodo di gravi violenze legate all’incertezza politica, economica e finanziaria e a precise strategie autoritarie finanziate, in particolare , dai settori legati alla rendita agraria. Il sistema economico è in dissesto, il bilancio dello stato è in grave disavanzo e il debito pubblico cresce. 1926 Con decreto legge del 7 settembre si decide l’immediata riduzione della circolazione: vengono ritirati tutti i biglietti di stato (da 25,10 e 5 lire) e sostituiti con monete d’argento. Questo determina, grazie anche ai prestiti americani, una rapida rivalutazione della lira. 1927 Viene raggiunta una certa stabilità monetaria e la lira continua a migliorare sul mercato dei cambi; la svalutazione della lira viene decisa nel 1936 e nel 1938 il regime decide di iniziare l’emissione di biglietti di banca in serie speciale per l’Africa orientale. La moneta in un romanzo Nel 1934 esce Denier du Reve, un romanzo di Marguerite Yourcenar. La storia, rivista una ventina d’anni dopo, viene pubblicata in Italia con il titolo: Moneta del sogno. Il romanzo è ambientato a Roma nell’anno XI della dittatura, i protagonisti fanno parte della gente comune e la storia corre lungo l’itinerario di una moneta d’argento che passa di mano in mano, legando in una rete immaginaria personaggi diversi, mossi ciascuno dal proprio destino, condizionato dal momento politico e anche dal denaro “Lei non era più bella né più giovane di altre: lui era ancora timido; lei era audace; gli risparmiò le prime parole e quasi i primi gesti. Lui era tirchio; lei non fu esosa, proprio perché era povera”. – 15 – Gli anni ’40 Durante il secondo conflitto e lo sfascio del regime fascista inizia una difficile fase per la lira. Le forze militari alleate di occupazione nel sud Italia emettono e utilizzano la Alllied Military Lira (Am-lira), una cartamoneta inconvertibile dichiarata mezzo di pagamento legale e intercambiabile con la moneta italiana per proclama militare. Questo denaro creato e stampato in America, al cui rimborso avrebbe dovuto provvedere il governo italiano, provoca una grande inflazione. L’importo totale del valore monetario emesso in Am-lire aveva superato il totale delle emissioni della Banca d’Italia, la quale, per evitare la presenza sul mercato (per altro povero di generi di prima necessità) di una grande massa monetaria chiude per molti mesi diverse filiali. Rimanendo negli anni ’40 e dintorni ci piace ricordare così la “giornata del risparmio”: La sagra dell’idiota parsimonioso “ Il 31 ottobre di ogni anno viene celebrata in pompa magna… la <<giornata del risparmio>>, che sarebbe più onesto definire la <<sagra dell’idiota parsimonioso>>. Non a caso, a sponsorizzarla sono banche e banchieri, con l’entusiastico consenso delle autorità di turno. Si tratta infatti di convincere il popolo ad accantonare soldi, magari in quantità infinitesimali (ecco il culto del salvadanaio!), per poterne disporre in un imprecisato domani. …va dato atto al fascismo di aver impresso al 31 ottobre un contenuto meno becero. Poiché lo stato fascista s’impegnava a prendersi cura della vita di ciascuno, garantendogli sicurezza, benessere e orizzonti di gloria, di risparmiare non vi sarebbe stato bisogno… Altro e incomparabilmente più nobile lo scopo: portare mattoni all’edificio della patria i cui confini e relative ambizioni spaziavano <<dalle Alpi all’oceano Indiano>>, secondo il linguaggio mussoliniano. La minuta borghesia abboccò all’amo …Per svolgere la loro attività, le banche dovevano continuare ad attingere al pozzo del piccolo risparmio. I “libretti al portatore”, orgoglio dei nostri antenati che li custodivano con gelosa devozione, venivano offerti… alle coppie di sposi, e soprattutto ai neonati, ai cresimandi, ai primi della classe …da incrementare ovviamente, nonostante il micragnoso interesse dello 0,50 per cento, e da non toccare: sarebbe stato un atto sacrilego!” Come sempre, per capire bisogna pagare pegno. Dirò pertanto quel che m’accade, una vicenda identica a milioni d’altre ma che mi fece aprire gli occhi.” – 16 – La storia continua nelle pagine successive del libro Euro la grande scommessa: cosa cambia per gli italiani l’arrivo della moneta unica (Mondadori, 2001) dove l’autore Giancarlo Galli, presenta la sua vicenda di piccolo involontario risparmiatore. Ma, come dice l’autore, la situazione da lui vissuta è comune a molti e può essere per noi uno stimolo a scrivere qui il nostro ricordo personale inerente il 31 ottobre. …………………………………………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………………………………………………………… L’Italia della ricostruzione In condizioni di povertà e con una repubblica appena sorta il nostro paese, per affrontare la ripresa, cerca aiuto agli Stati Uniti, che concedono prestiti a condizioni che le sinistre escano dal governo, evento che si verifica nel 1947. Nella seconda metà degli anni ’50 i pezzi da una lira scompaiono dal mercato. La lira, intesa come valore unitario, ritorna così ad essere una I miniassegni circolano in Italia alla fine moneta fantasma. degli anni Settanta, a causa della scarsità Negli anni ’60 abbiamo un aumento del reddito di monete metalliche. Anche un secolo prima si verificò lo stesso fenomeno e ad nazionale del 47% emettere cartamoneta furono anche rispetto al 1950 e per associazioni e negozianti. la prima volta il numero degli addetti all’industria supera quello degli impiegati in agricoltura: l’Italia da paese agricolo passa a paese industriale. Un autoritratto di Raffaello Sanzio e il suo “Trionfo di Galatea” decorano il fronte del biglietto da 500.000 lire. A Guglielmo Savini, l’autore di questa banconota, dobbiamo anche le 100.000 di Caravaggio e della Primavera, le 50.000 con il volto di donna, le 5.000 di Bellini, le 2.000 di Marconi e le 1.000 lire di Marco Polo. – 17 – Nel 1967 nascono le prime banconote da 50.000 e da 100.000 lire; a metà degli anni ’70 cominciano a mancare gli “spiccioli”: vengono alla luce così i miniassegni che affiancano le monete per un paio d’anni. È degli anni ’90 l’emissione di biglietti da 500.000 lire e dal 28 febbraio 2002 le nostre vecchie lire scompariranno dal portafoglio per lasciare il posto all’euro, su cui abbiamo modo di curiosare con l’opuscolo Euro informazione edito dal Comune di Parma nel 2001 e curato dalla Biblioteca U. Balestrazzi. Presentiamo il bel saggio di Alfredo Taracchini, da leggere e da guardare per le splendide illustrazioni che riporta, e di cui ci siamo in parte avvalsi per questo lavoro, attraverso una recensione tratta da Tutto libri tempo libero, un inserto di La Stampa del 4 dicembre 1999. La nostalgia, il rimpianto sono sentimenti rispettabilissimi cui dobbiamo grandi capolavori in tutte le arti. Sono sentimenti selettivi, dal grande potere evocativo, che, senza falsificare proprio la realtà, rimontano amabilmente il film della nostra vita tagliando fuori scene, personaggi, rumori, dettagli fastidiosi, spigoli incongrui. Addio cara lira è il titolo del volume di A. Taracchini (Ed. Pendragon), ovvero la “storia illustrata della moneta che ha accompagnato per 200 anni la vita del nostro Paese”. Malgrado il titolo, il libro non è affatto nostalgico. È un esempio di divulgazione storica accessibile a chiunque, un racconto movimentato e corredato di glossario e di un apparato iconografico ricchissimo, a partire dalle conchiglie e barrette di sale delle remote origini al tetrobolo d’argento del VI sec a.C., alle prime cartamonete emesse in Europa nel 1661 ai famigerati miniassegni circolanti in Italia venticinque anni fa per far fronte all’improvvisa mancanza di “spiccioli”. Il termine lira, ci viene spiegato, risale al latino libram (bilancia), da cui derivò poi la parola “libbra” e finì per significare “del valore di una libbra”, unità monetaria fondamentale già in epoca romana. Si continua parlando di Carlo Magno e del suo protoeuro, dei commerci, delle scoperte, di Cristoforo Colombo e delle sue caravelle (celebre la banconota da 500 lire in cui i pennoni garrivano controvento). Si finisce per leggere una breve storia dell’economia, tra crisi, risalite, lo scandalo della Banca Romana, il motivetto di “ Mille lire al mese”, si vedono le cause di tutti sobbalzi della poverina. Tutto scandito da un ritmo chiaro e comprensibile. E l’euro resta una speranza che può finire nel nulla, un altro tentativo. – 18 – I soldi nei proverbi italiani Denaro Il denaro è il trampolino delle idee I soldi fanno cantare i ciechi Il denaro è il quinto elemento (aria, acqua, terra, fuoco) Soldi vinti al gioco durano poco Il risparmio è guadagno Di fronte al denaro pure mio padre diventa un parente infido Figli e soldi non sono mai troppi Il denaro è la voce dell’uomo Uno è il principio di un milione Chi non se li gioca li spende male Quattrini e amicizia valgono più della giustizia Bel tempo, salute e quattrini non stancano mai La salute senza soldi è una mezza malattia Senza quattrini non si fanno ballare i burattini I soldi sono rotondi e rotolano Chi conta i soldarelli è amico d’Israele I soldi hanno la pece e s’attaccano alle dita Soldi e titoli fanno un signorone; titoli senza soldi fanno un poverino Chi ha soldi fa soldi, chi ha pidocchi fa pidocchi I soldi non danno la felicità … quando sono pochi I soldi sono come i dolori. Chi ce l’ha se li tiene I cani mostrano i coglioni e i coglioni mostrano i soldi Donne e denaro Chi ha la moglie bella sempre canta, chi ha pochi quattrini sempre conta. Donne e denaro devono passare per una sola mano Se ti vuoi rovinare una donna ricca devi sposare Chi prende moglie per i denari, si pente più che dei suoi peccati L’avaro L’avaro muore pieno di pidocchi Chi è avaro di soldi è avaro di sentimenti Sei avaro? Muori mendico L’avaro non entra in cielo L’avaro fa del bene solo quando muore Soldi e mestieri Non far niente e fare denari è il mestier dei protettori Il calzolaio batte chiodi e ribatte e mai diventa ricco – 19 –