Tecnica SPECIALE MELO Più facile il controllo della fruttificazione e della qualità con la potatura lunga MORGAN DIEMOZ - IVAN BARREL Institut Agricole Régional – Aosta Alcune esperienze svolte in ambiente alpino su Golden Delicious dimostrano la validità della “conduite centrifuge”. Migliorate, in quelle condizioni, rese e qualità del prodotto. Fondamentale il controllo del carico produttivo attraverso l’estinzione delle gemme in esubero. N el corso degli anni la potatura del melo si è evoluta passando da interventi di formazione forzata (forme strutturate) a sistemi più rispettosidel comportamento naturale della pianta (habitus, funzionamento, tipo di fruttificazione, ecc.); la migliore conoscenza delle capacità naturali ha quindi permesso la messa in opera di sistemi di allevamento più efficaci (Lauri et al., 1997). Uno dei risultati di quest’evoluzione ha dato origine alla “conduite centrifuge” (potatura lunga o centrifuga), sistema di allevamento che prevede la piegatura delle branche e dell’asse centrale, senza tagli di ritorno, per ottenere un miglior controllo sullo sviluppo dell’albero. Il carico produttivo è regolato intervenendo direttamente sulla densità dei punti di fruttificazione. Questo sistema permette di ottenere una produzione più regolare nel corso degli anni e una migliore qualità dei frutti (Delgado, 2002). Il sistema, elaborato in Francia da Jean-Marie Lespinasse e dal gruppo Mafcot, è in sperimentazione in tutte le aree melicole italiane; in questa nota si riportano le osservazioni svolte in Valle d’Aosta a confronto col fusetto tradizionale. 10 FRUTTICOLTURA - n. 10 - 2007 La potatura lunga La “conduite centrifuge” è una forma di allevamento libera che integra la formazione progressiva della pianta nel tempo e la perennità delle fruttificazioni future del melo. La pianta allevata con questo sistema presenta una forma assiale evolutiva verso l’acrotonia con un portamento libero. Sull’asse centrale, lasciato intero, sono inserite le branche fruttifere che vengono piegate sotto l’orizzontale e mai raccorciate (Fig. 1). La particolarità di questa forma di allevamento, oltre all’aspetto “selvaggio” delle piante, sta nella gestione della densità degli organi fruttiferi; il carico produttivo viene infatti regolato con l’eliminazione manuale delle gemme (“extinction”). Vengono eliminate le gemme mal esposte alla luce, in modo particolare quelle più interne alla chioma (camino centrale), e quelle posizionate sotto le branche, privilegiando quelle che si sviluppano nella parte periferica della ramificazione. Per determinare il numero ideale dei punti fruttiferi da lasciare, il gruppo francese Mafcot ha messo a punto l’Equilifruit®, un regolo che permette, una volta valutato il potenziale produttivo del frutteto, di determinare con un semplice calcolo il numero di organi fruttiferi da selezionare in base alla sezione del ramo, in maniera tale da ottenere la produzione stabilita (Diemoz, 2005). A tale confronto, il fusetto deve considerarsi una classica forma assiale strutturata, caratterizzata da una disposizione gerarchica delle branche all’interno della chioma. La pianta assume una tipica forma conica con accentuazione della basitonia (Fig. 2). La gestione del carico produttivo e il mantenimento della forma vengono regolati con interventi di potatura che prevedo- Fig. 1 - Schema di un melo gestito con la potatura lunga (“conduite centrifuge”). Fig. 2 - Schema di un fusetto tradizionale. no la selezione e il raccorciamento della ramificazione fruttifera. Due concetti, pertanto, assai diversi di interpretare il sistema di allevamento di un moderno meleto, i cui risultati applicativi meritano alcuni approfondimenti. La sperimentazione in ambiente alpino Alcuni test sperimentali svolti in Valle d’Aosta hanno messo a confronto differenti sistemi di potatura del melo, come riportato in figura 3 e meglio descritto di seguito: T1) fusetto tradizionale: potatura classica con selezione e Le prove, iniziate nel 2001 e concluse nel 2005, hanno preso in esame piante di Golden Delicious all’ottavo anno di coltivazione biologica; i sesti adottati all’impianto erano di 4,5 m tra i filari e di 1,2 m sul filare con una densità media di 1.850 piante/ha. Ogni tesi è stata applicata a otto piante su cui sono stati effettuati i rilievi sullo sviluppo vegetativo, diametro dei tronchi e delle Fig. 3 - Sistemi di allevamento e potatura del melo a confronto in Valle d’Aosta (cv. Golden Delicious); 2 2 branche fruttifere, sulla da sinistra a destra: T1, T2 (con 3 frutti/cm ), T3 (con 4 frutti/cm ), T4. quantità e qualità delle rinnovo della ramificazione fruttifera. sità di estinzione delle gemme è defini- produzioni; alla raccolta (Pr0), i frutti Controllo del carico produttivo con po- ta con un carico produttivo di 3 derivanti dalle diverse tesi sono stati petatura, diradamento biologico (polisol- frutti/cm2 di sezione di ramo (basso ca- sati e suddivisi in classi di pezzatura. Le analisi qualitative di laboratorio furo di calcio) e manuale se necessario; rico); T3) “conduite centrifuge” come T2) “conduite centrifuge”: selezione ed T2, ma con intensità dell’estinzione de- hanno riguardato le produzioni del eliminazione delle branche mal posi- finita con un carico produttivo di 4 frut- 2001, 2002 e 2004 (una gelata primazionate all’interno della chioma. Con- ti/cm2 di sezione di ramo (alto carico); verile ha compromesso la produzione trollo del carico produttivo con “estin- T4) testimone: potatura lunga, selezio- del 2003) delle mele provenienti dai sizione” manuale in inverno (camino ne ed eliminazione delle branche mal stemi di allevamento T1 e T2; i campiocentrale e sotto le branche) e allo stadio posizionate all’interno della chioma. ni sono stati prelevati su piante omogeD-D3 (parte periferica della pianta). Di- Controllo del carico produttivo solo nee, per sviluppo vegetativo e carica radamento biologico con polisolfuro di con diradamento biologico (polisolfuro produttiva, al raggiungimento della concentrazione interna di etilene pari a calcio e manuale se necessario. L’inten- di calcio). FRUTTICOLTURA - n. 10 - 2007 11 TAB. 1 - PERCENTUALI DELLE CLASSI DI PEZZATURA (MEDIA DEI 4 ANNI DI PROVA) Pezzatura (mm) >90 85-90 75-85 65-75 <65 30,49 b 15,67 c 1,88 c Tesi Fusetto T1 13,07 a 38,89 a C.C. T2 1,79 b 26,22 b 60,28 a 9,56 c 2,15 c C.C. T3 1,28 b 14,69 c 34,18 b 41,33 b 8,52 b Test T4 0,58 b 5,62 d 20,87 c 52,29 a 20,64 a Significatività Tesi 0,001 0,001 0,001 0,001 0,001 Anni n.s. 0,001 0,001 0,001 0,031 Tesi*anni n.s. 0,001 0,001 0,044 0,001 C.C. = conduite centrifuge In ogni colonna, medie contrassegnate con lettere uguali sono statisticamente non diverse dal test di Scheffé per p = 0,05 TAB. 2 - RESE MEDIE/PIANTA NEI 4 ANNI DI PROVA Resa media (kg/pianta) Tesi Fusetto T1 12,23 c C.C. T2 20,49 b C.C. T3 26,22 a Testimone T4 26,54 a Significatività Tesi 0,001 Anni 0,001 Tesi*anni 0,001 C.C. = conduite centrifuge In ogni colonna, medie contrassegnate con lettere uguali sono statisticamente non diverse dal test di Scheffé per p = 0,05 0,6 ppm (Duverney et al., 1992). Dopo la raccolta, i frutti sono stati messi in atmosfera controllata (AC: 1,8% O2, 2,8% CO2) a 1 °C. Per controllare l’evoluzione delle caratteristiche fisico-chimiche delle mele le analisi sono state ripetute ogni anno a gennaio (Pr1), marzo (Pr2), maggio (Pr3) e giugno (Pr4). A queste si sono aggiunte le analisi sulla concentrazione dei composti aromatici mediante gascromatografia e spettrometria di massa secondo la metodologia proposta da Di Stefano (1991), mentre l’analisi statistica dei risultati produttivi e qualitativi (Anova univariata) è stata effettuata con il programma SPSS©. Risultati agronomici e qualitativi Considerando le produzioni, è risultato che in tutti gli anni di prova si sono riscontrate differenze significative sia per quanto riguarda le diverse classi di pezzatura all’interno di ciascuna tesi, sia per le rese medie unitarie (Tabb. 1 e 2 e Fig. 4). 12 FRUTTICOLTURA - n. 10 - 2007 Nella tesi T1, nonostante le pezzature definite >90 e 85-90, espresse in %, siano state superiori rispetto alle altre tesi, è da notare che la resa unitaria è decisamente più bassa (12,23 kg/pianta). Molto interessante risulta invece la tesi T2, caratterizzata dall’88% della produzione con un calibro superiore a 75 mm e da una buona produzione unitaria (20,49 kg/pianta). Al contrario, le tesi T3 e T4, nonostante siano state caratterizzate dalle rese unitarie maggiori (oltre 26 kg/pianta), hanno presentato la maggior parte della produzione distribuita verso classi di pezzatura inferiori: precisamente, nella tesi T3 il 50% della produzione era inferiore al calibro 75 mm, mentre nella tesi T4 ben il 73% della produzione era inferiore a tale soglia. Altro aspetto da evidenziare è la regolarità della produzione nel corso degli anni; infatti, mentre nelle tesi T2 e T3 la produzione negli anni è rimasta pressoché costante, nelle tesi T1 e T4 si è avuto un calo notevole nel 2005, facendo supporre una maggiore tendenza all’alternanza attraverso l’adozione di questi sistemi di potatura. Per quanto riguarda la qualità, nel 2004 l’analisi dei parametri generali ha mostrato valori significativamente superiori per la sostanza secca e gli zuccheri (°Brix) per mele provenienti da piante allevate con il sistema della “conduite centrifuge” T2, sia alla raccolta che nell’intero periodo di conservazione in AC. Nei due anni di prova precedenti (2001 e 2002), invece, non si è riscontrata nessuna differenza significativa (Tab. 3). Nella composizione volatile delle mele, sono stati identificati 38 composti, classificati come aldeidi, acidi alifatici, alcoli, derivati del benzene, chetoni, eteri, esteri, lattoni, norisoprenoidi e terpeni. I composti volatili 1-butanolo, 1-esanolo, 2-esenale, acido acetico e esanoico, eugenolo e 1-butanolo-2-metilacetato sono largamente rappresentati sia alla raccolta che dopo la conservazione (Thedy et al., 2004). Al momento della raccolta, i frutti provenienti dalla tesi T2 sono risultati complessivamente più ricchi di aromi, eccetto che per il contenuto in eteri e chetoni. La differenza evidenziata, però, non è risultata statisticamente significativa. Durante l’intero periodo di conservazione in Ac, il quadro aromatico è risultato alquanto variabile e, conseguentemente, l’analisi della varianza non ha evidenziato un effetto significativo della tecnica di conduzione. È da sottolineare, tuttavia, che nella cv Golden Delicious la conservazione in Ac determina una riduzione della concentrazione totale di aromi, come dimostrato da Streif e Bangerth (1988) e da Ferrandino et al. (2001). Inoltre, la conservazione delle mele in Ac ha ridotto la produzione degli esteri, come evidenziato da Tough (1999) nella varietà Pacific Rose. Conclusioni La “conduite centrifuge” (potatura lunga del melo), con un carico produttivo di 3 frutti/cm2 di sezione di ramo, nelle verifiche effettuate in Valle d’Aosta sulla varietà Golden Delicious è risultata la migliore tecnica di gestione delle piante, caratterizzata da una produzione unitaria relativamente abbondante e distribuita soprattutto verso le classi elevate di pezzatura dei frutti (>75 mm). Il fusetto classico, nonostante la concentrazione della produzione nelle pezzature più elevate, si è caratterizzato per una fruttificazione più limitata, mentre la “conduite centrifuge” con un carico produttivo di 4 frutti/cm2 di sezione di ramo e, soprattutto, il testimone, nonostante le produzioni unitarie più elevate, hanno presentato la maggior parte delle mele con pezzature inferiori a 75 mm, quindi di scarso interesse commerciale. Con l’adozione della “conduite centrifuge” la migliore esposizione dei frutti alla luce solare permette di migliorarne non solo l’aspetto, ma anche le qualità organolettiche. Questo tipo di potatura, infatti, grazie anche alla presenza di un maggior volume vegetativo, giustificherebbe il maggior tenore di sostanza secca e pertanto di zuccheri (°Brix). La tecnica di conduzione sembrerebbe non influenzare il quadro aromatico dei frutti, anche se si sono riscontrate, generalmente, concentrazioni medie di sostanze volatili più elevate nelle mele raccolte da piante allevate con la potatura lunga. Le piante allevate con il sistema della “conduite centrifuge”raggiungono più rapidamente l’equilibrio vegetoproduttivo rispetto alla potatura classica, che con i tagli di ritorno mantiene un accrescimento vegetativo a volte eccessivo e eterogeneo. L’applicazione dell’estinzione delle gemme permette di regolare il carico produttivo mantenendo nel corso degli anni una produttività costante, ovviando ai problemi legati all’alternanza. La fruttificazione risulta meglio distribuita nello spazio, con un’ottimale esposizione alla luce, permettendo di ottenere produzioni più omogenee e un aumento delle classi di pezzatura commercialmente più interessanti. È comunque importante sottolineare che durante i primi anni di applicazione questo sistema di allevamento richiede un impegno considerevole, che tende tuttavia a diminuire in quanto ne- TAB. 3 - EFFETTO DEL DIFFERENTE SISTEMA DI POTATURA SULLE CARATTERISTICHE QUALITATIVE DELLA MELA GOLDEN DELICIOUS NEL PERIODO POST-RACCOLTA (PR0-PR4; ANNO 2004). Pr0-Pr4 Fusetto Conduite Centrifuge T2 Significatività Peso secco (%) 12,02 ± 0,45 13,26 ± 0,38 0,001 Zuccheri (°Brix) 14,02 ± 0,63 15,42 ± 0,72 0,001 Acidità titolabile (g/l acido malico) 3,48 ± 1,45 4,26 ± 1,79 n.s. 4,98 ± 1,04 5,32 ± 1,24 n.s. 2 Durezza (kg/cm ) Valori medi ± deviazione standard gli anni successivi sono necessari solo interventi di “manutenzione” di facile e veloce esecuzione. BIBLIOGRAFIA Delgado M. (2002) - La pratique de la Conduite Centrifuge et de l’extinction. L’arboriculture fruitière, 556, 32-35. Diemoz M. (2005) - Allevamento del melo: il Solaxe e la Conduite Centrifuge. Pubblicazioni Institut Agricole Régional, Aosta, 32 pp. Di Stefano R. (1991) - Proposition d’une méthode de préparation de l’échantillon pour la détermination des terpènes libres et des glycosides des raisins et des vins. Bull. OIV., 64, 219-223. Duverney C., Lantelme C., Petitgat R. (1992) - Essais de détermination de la fiabilité de certains tests de récolte chez la pomme en Vallée D’Aoste. Annales de l’Institut Agricole Régional, 1, 217-237. dalla vallata del Jucar Ferrandino A., Duverney C., Di Stefano R. (2001) - Quality and aroma of Golden Delicious apples as influenced by the harvest date and the storage period. Acta Hort., 553, 225-227. Fideghelli C. (1988) - Il miglioramento genetico per la qualità della frutta. Frutticoltura, 3, 13-19. Lauri P.E., Lespinasse J.M., Fouilhaux L. (1997) Vers un meilleur contrôle de la fructification. L’arboriculture fruitière, 510, 37-42. Streif J., Bangerth F. (1988) - Production of volatile aroma substances by Golden Delicious apple fruits after storage for various times in different CO2 and O2 concentrations. J. Hort. Sci., 63, 193-199. Thedy L., Pramotton R., Barrel I., Duverney C. (2004) - Quality and aroma of Golden Delicious apples at harvest and after CA storage as influenced by pruining techniques. 5th International Postharvest Symposium, Verona. Tough H. (1999) - Controlled atmosphere affects aroma volatile production of Pacific RoseTM. Unpublished Postgraduate Diploma of Applied Science thesis, Massey University, Palmerston North, New Zealand, 81 pp. CARLET - VALENCIA (SPAGNA) Rojo Brillante Astoni a radice nuda Astoni in vaso Astoni di Rojo Brillante (clone originale) prodotti da Viveros Hernandorena distribuiti in esclusiva per l’Italia da Geoplant Vivai Via Chiavica Fenaria, 22 - 48020 Savarna (RA) - Tel. 0544 533269 Fax 0544 532861 [email protected] - www.geoplantvivai.com geoplant VIVAI FRUTTICOLTURA - n. 10 - 2007 13