Le astronome dell’epoca di Newton Ing. Claudio Costa [email protected] carocicosta.it Astronomia al femminile - Unitrè Ariccia, 9 Gen 2016 Oggi parliamo delle astronome che vissero all’epoca di Newton Ma prima dobbiamo parlare un poì di Lui… Isaac Newton nacque a Woolsthorpe-by-Colsterworth il 25 dicembre 1642 e morì a Londra il 20 marzo 1727 È stato filosofo, matematico, fisico e alchimista, considerato una delle più grandi menti di tutti i tempi Woolsthorpe Manor Pubblicò i “Philosophiae Naturalis Principia Mathematica” nel 1687 nei quali introdusse la legge di gravitazione universale e, attraverso le sue leggi del moto, creò i fondamenti per la meccanica classica Newton inoltre condivise con Gottfried Wilhelm Leibniz la paternità dello sviluppo del calcolo differenziale La tradizione vuole che Newton fosse seduto sotto un albero di mele quando una mela cadde sulla sua testa e questo gli facesse capire che la forza gravitazionale terrestre e celeste fossero la stessa cosa Questa in realtà è un'esagerazione di un episodio narrato da Newton stesso secondo il quale egli sedeva ad una finestra della sua casa e vide una mela cadere dall'albero In ogni modo si ritiene che anche questa storia sia stata inventata dallo stesso Newton più avanti negli anni, per dimostrare quanto fosse abile a trarre ispirazione dagli eventi di tutti i giorni: “Quando per la prima volta, la nozione di forza di gravità si formò nella mia mente. Fu causato dalla caduta di una mela, mentre sedevo in contemplazione. Perché la mela cade sempre perpendicolarmente al terreno, pensai tra me e me, non può cadere a lato o verso l'alto, ma sempre verso il centro della terra” Newton fu quindi il primo a dimostrare che le stesse leggi della natura governano il movimento della Terra e degli altri corpi celesti A Newton si deve anche la sistematizzazione matematica delle leggi di Keplero sul movimento dei pianeti Egli generalizzò queste leggi intuendo che le orbite (come quelle delle comete potevano essere non solo ellittiche ma anche iperboliche e paraboliche Newton nacque a in una famiglia di allevatori Suo padre, (anche lui di nome Isaac) morì tre mesi prima della sua nascita Quando Newton aveva tre anni sua madre (Anna Ayscough) si risposò con un nuovo marito e lasciò il piccolo Isaac alle cure della nonna In questi anni fu molto infelice: odiava il suo patrigno e sembra addirittura che una volta arrivò persino a minacciare di incendiare la sua casa Nel 1653, quando Isaac aveva 11 anni il patrigno morì lasciando un'eredità non indifferente con cui poté pagarsi l'istruzione alla King's School, Grantham Alloggiava presso la famiglia Clark, imparentata con i Newton Durante quel periodo di dilettava a costruiva meridiane, orologi ad acqua e modelli funzionanti di mulini Nel 1659 la madre lo costrinse a abbandonare gli studi e lo richiamò a casa per accudire i campi ma si rivelò un pessimo agricoltore Alla fine il suo maestro convinse sua madre a fargli proseguire gli studi al Trinity College di Cambridge dove si trasferì nel 1661 Nel 1665, scoprì il teorema binomiale Poco dopo il College fu chiuso per via della peste che si stava diffondendo nella zona partendo da Londra Newton approfittò di questa interruzione per proseguire gli studi per conto suo; durante questo periodo iniziò a sviluppare il calcolo infinitesimale Newton sviluppò il calcolo indipendentemente da Leibniz, che però usò una notazione più semplice È certo che Newton scoprì il calcolo dieci anni prima di Leibniz, ma pubblicò la sua scoperta molto dopo Per noi è importante soprattutto la sua applicazione del calcolo differenziale alla spiegazione delle leggi di Keplero Con un misto di ragionamento geometrico e analitico Newton riuscì a dimostrare che la forma delle orbite, non solo ellittiche o circolari, ma anche paraboliche o iperboliche, come pure la legge delle aree sono derivabili dall’applicazione della sua legge della Gravitazione “Non so come il mondo potrà giudicarmi ma a me sembra soltanto di essere un bambino che gioca sulla spiaggia, e di essermi divertito a trovare ogni tanto un sasso o una conchiglia più bella del solito, mentre l'oceano della verità giaceva insondato davanti a me” Questo permise a Edmund Halley di predire che la cometa sarebbe riapparsa nel 1756, mentre il vero passaggio avvenne nel dicembre del 1758: ma alla data era già noto l'effetto gravitazionale dei pianeti Giove e Saturno, che si trovavano in congiunzione, rallentando l'orbita della cometa, ma dal momento che grazie al calcolo infinitesimale di Newton si poteva prevedere scientificamente il passaggio della cometa 1656 – 1742 Per determinare l’orbita di una cometa, basta conoscerne la dimensione e la disposizione nello spazio: l’orbita è in generale una conica (ellisse, parabola o iperbole, a seconda dell’eccentricità) orientata rispetto a un piano di riferimento che è quello dell’orbita della Terra attorno al Sole, l’eclittica La posizione della cometa si fissa poi con quella che essa presenta a una certa data (anomalia media) La cometa è rappresentata in molte opere d’arte contemporanee ai suoi passaggi Nel 1066 si pensò fosse un presagio: più tardi quell'anno Aroldo II d'Inghilterra morì nella Battaglia di Hastings È rappresentata sull'Arazzo di Bayeux, e i resoconti giunti fino a noi la descrivono quattro volte la grandezza luminosa di Venere, e una luce uguale ad un quarto di quello della Luna Nell'"Adorazione dei Magi" di Giotto, un affresco della Cappella degli Scrovegni a Padova, è visibile una stella cometa poggiata sulla capanna dove ha luogo la Natività Presumibilmente l'idea di dipingere una cometa piuttosto che la classica stella dalla quale si diramano tre punte, simbolo Trinitario, è nata dalla visione della Cometa di Halley al quale lo stesso Giotto avrebbe assistito tra il 1301-1302 Le comete che entrano nel sistema interno, e si rendono quindi visibili, hanno spesso orbite ellittiche, a causa delle modifiche all’orbita originale dovute al passaggio vicino a Giove o Saturno Maria Winkelmann (16701720) Nacque a Panitsch, vicino Lipsia; si interessò da giovane di astronomia e continuò anche quando si sposò con l'astronomo Gottfried Kirch Assieme fondarono il primo osservatorio di Berlino e lì per anni Maria fece il turno con suo marito scrutando il cielo con il telescopio e dedicandosi all’elaborazione dei calcoli per le effemeridi Come spesso accadeva, tutte le cose che scoprì furono incluse nei lavori del marito Per esempio, il 21 Marzo 1702 scoprì una cometa che venne pubblicata sotto il nome del consorte e solo dopo alcuni anni le venne ufficialmente attribuita Pubblicò vari trattati che riguardavano la congiunzione GioveSaturno del 1712, uno studio sulla congiunzione Sole-Venere-Saturno del 1709 e sull’osservazione dell’aurora boreale Alla morte del marito continuò le sue osservazioni, ma inizialmente le venne negato il compito della compilazione del calendario perché, anche se il lavoro era sempre stato effettivamente svolto da lei, l’Accademia delle Scienze aveva ufficialmente conferito l’incarico al marito Per non creare un precedente riguardo la presenza di donne presso un istituto pubblico, l’Accademia respinse la sua richiesta di ammissione nonostante fosse appoggiata dal matematico e filosofo Gottfried Leibniz In seguito fu ammessa come astronoma all’osservatorio del barone Krosigk dove lavorò in qualità di maestra dei figli del barone Qui pubblicò effemeridi e continuò la sua opera di calcolo dei calendari per conto della città di Breslavia, Norimberga, Dresda oltre che dell’Ungheria, fino alla sua morte Anche sua figlia Christine Kirch assistette a lungo il fratello nelle osservazioni e nei calcoli astronomici e per molti anni le venne affidato il calcolo dei calendario per conto della Slesia Nicole-Reine Lepaute 1723-1788 Lavorò con Jerome Lalande, anche lui astronomo, e con il matematico Alexis Clairaut, per calcolare la data del ritorno della cometa di Halley Questo lavoro richiese a Lepaute lunghissimi calcoli per determinare la posizione giornaliera della cometa nella sua orbita, tenendo conto delle perturbazioni dovute ai pianeti giganti Giove e Saturno, che portarono a determinare le date del ritorno della cometa Nel 1762 calcolò i parametri dell’eclisse solare che si sarebbe vista nel 1764 Pubblicò inoltre varie memorie astronomiche tra le quali una basata su tutte le osservazioni del transito di Venere sul Sole avvenuto nel 1761 Il suo nome è stato dato sia a un asteroide che a un cratere lunare Maria Clara Eimmart (16761707) Con la diffusione del telescopio, i trattati di astronomia erano affiancati da appendici con delle illustrazioni, una delle prime donne a cimentarsi nel mestiere di disegnatrice fu Maria Clara Eimmart di Norimberga che imparò il mestiere dal padre, pittore di successo, incisore ed astronomo dilettante Divenne disegnatrice minuziosa di tavole astronomiche, in particolare di comete, macchie solari, eclissi e montagne lunari che furono frutto di accurate osservazioni e che divennero ben presto strumenti di vitale importanza per la comunità scientifica che non aveva ancora a disposizione la fotografia Gabrielle-Emilie du Châtelet (17061749) Marchesa francese a cui va il merito di aver determinato in Francia il passaggio dalla scienza cartesiana alla fisica di Newton tramite la sua attività divulgativa Nel 1745 iniziò la traduzione e il commento, con la consulenza scientifica del matematico Clairaut alla “Philosophiae naturalis principia matematica” di Newton pubblicato nel 1687, lavorandoci senza risparmio di energie proprio quando all’età di 42 anni rimase incinta del suo ultimo amante Il suo presentimento era quello di non poter portare a termine il lavoro, e per questo vi si dedicò giorno e notte per poterci riuscire prima del parto; morì pochi giorni dopo per febbre puerperale Clairaut pubblicò il libro dieci anni dopo la sua morte e questa traduzione fu l’unica realizza in lingua francese e contribuì in modo decisivo alla diffusione della filosofia newtoniana in Francia, nonostante questo venne dimenticata e il libro venne attribuito a Clairaut Nicole-Reine Étable de la Brière (1723-1788) Divenne moglie dell’orologiaio reale J.A. Lepaute e collaborò con lui e successivamente con Clairaut e Lalande per la corretta predizione, basata su lunghi e difficili calcoli astronomici, della riapparizione della cometa di Halley del 1758, ovvero un’accurata riconferma di quanto aveva previsto E. Halley all’inizio del secolo Utilizzando le leggi di Newton divenne una delle migliori calcolatrici astronomiche, ma Clairaut prima le attribuì i meriti dell’impresa ed in un secondo tempo negò il contributo della scienziata attribuendosi in esclusiva i calcoli In seguito Nicole calcolò la durata e le dimensioni di un eclisse solare anulare che si sarebbe verificata nel 1764 in Europa, pubblicandone una mappa dello svolgimento a intervalli di un quarto d’ora, l’unica pubblicazione che apparve con il suo nome dal lungo titolo: Explication de la carte qui représente le passage de l’ombre de la lune au travers de l’Europe dans l’eclipse du soleil centrale et annulaire di 1 Avril 1764 prensenté au Roi, le 12 août 1762, par M.me Lepaute L’Accademia delle Scienze di Parigi le affidò in collaborazione con J.J.Lalande il compito di redigere la pubblicazione annuale Connoissance des Temps il calendario annuale per gli astronomi e navigatori Nel 1774 si occupò di effemeridi calcolando la posizione dei pianeti, del Sole e della Luna in ogni giorno dell’anno fino al 1792; queste vennero raccolte nel VII ed VIII volume di Effemeridi dell’Accademia Wang Zhenyi (1768-1797) Dall’altra parte del mondo, in Cina, visse questa intellettuale Nonostante sia morta in giovane età, la sua produzione fu notevole Scrisse dodici libri di astronomia e matematica; tra questi ricordiamo “Alcune osservazioni sulle forme e le figure” dedicato alle posizioni stellari Descrisse il cosmo e cercò di individuare la connessione che la Terra ha con esso Descrisse le sue opinioni sui fenomeni celesti nel testo "Disputa sulla Precessione degli Equinozi" in cui fu capace di spiegare, calcolandolo, come si muovono gli equinozi Tra i suoi articoli ricordiamo: "Disputa delle Longitudini delle Stelle” e “La spiegazione di un’eclissi lunare“ Fece considerazioni sul numero delle stelle, sulle direzioni del moto di rotazione del Sole, della Luna e dei pianeti Venere, Giove, Marte, Mercurio e Saturno Descrisse la relazione tra le eclissi lunari e solari In uno dei suoi esperimenti per studiare le eclissi lunari costruì un tavolo rotondo in un padiglione nel giardino a rappresentare un globo; ci appese sopra una lampada di cristallo sospesa al soffitto a rappresentare il Sole Su un lato del tavolo appese uno specchio rotondo per rappresentare la Luna Muovendo i tre oggetti riuscì a riprodurre i fenomeni che descrisse nello scritto “La spiegazione di un’eclissi solare” Raccolse inoltre dati atmosferici per prevenire e combattere le siccità e le inondazioni che flagellavano la sua regione Fu anche poetessa componendo tredici volumi di versi; ecco un piccolo esempio: “Attravero il valico Tong, Imponente, l’entrata, Occupa la gola della montagna, Guardando giù verso il Cielo, Il Sole osserva scorrere il Fiume Giallo” Nel 1994 l’Unione Astronomica Internazionale diede il suo nome a un cratere di Venere Cosciente di essere una donna privilegiata, pensava che la conoscenza dovesse giungere in ugual misura sia agli uomini che alle donne: infatti giunse a dirigere una scuola cui partecipavano studenti di ambo i sessi