-MSGR - 20 CITTA - 46 - 01/07/14-N: 46 Martedì 1 Luglio 2014 www.ilmessaggero.it Dossier Veterinaria Parola all’esperto I.P. a cura di Piemme S.p.A. Il gatto? Non è un piccolo cane Gravidanza e allattamento ecco l'alimentazione giusta I Cani e gatti necessitano di nutrizione ad hoc quando sono in attesa dei cuccioli alimentazione e la cura degli animali in gravidanza e allattamento sono fondamentali per la loro salute e forma fisica e per la vitalità, salute e crescita dei cuccioli. La dottoressa Debora Guidi, medico veterinario responsabile del settore nutrizione Agri 90, illustra la corretta alimentazione. «Deve iniziare idealmente durante la crescita e lo sviluppo dei genitori e proseguire durante l’accoppiamento, la gravidanza e l’allattamento. È molto importante che soprattutto la femmina prima dell’accoppiamento sia nelle condizioni fisiche ottimali. Se l’animale è in sottopeso o anche in sovrappeso si riduce molto la fertilità con riduzione del numero di cucciolate, calori silenti, difficoltà del parto e una maggiore mortalità neonatale. La cagna e la gatta gravide dovrebbero essere nutrite con un alimento di alta qualità, molto digeribile ed energetico. Contrariamente a quanto si pensa, non è necessario modificare e aumentare la quantità di cibo subito dopo la fecondazione ma dovrebbe essere fatto in modo graduale dopo la 4°-5° settimana nella cagna e dopo la 2° settimana nella gatta per evitare un eccessivo aumento di peso e quindi eventuali problemi soprattutto durante il parto. I fabbisogni nutrizionali , in questa come nelle altre “fasi” di vita, sono stabiliti da enti ufficiali come NRC e AAFCO e associazioni commerciali varie (come la FEDIAF in Europa) e sono facilmente consultabili. In questa fase dobbiamo fare molta attenzione alle proteine (22-32% ss) e agli aminoacidi come l’arginina, metionina triptofano e taurina nel gatto. Dovrebbero essere somministrate almeno 7 grammi di proteine digeribili per ogni chilo di peso metabolico. Quindi, non solo i dosaggi sono molto importanti ma anche la loro digeribilità. Faremo poi attenzione ai grassi (10-25% ss) in modo particolare ad alcuni acidi grassi come acido linoleico, acido alfalinolenico, acido arachidonico, EPA e il DHA. Mai come in questo periodo dobbiamo fare L’ attenzione anche ai carboidrati (>23% ss). Più del 50% dell’energia per lo sviluppo fetale è fornita dal glucosio per questo almeno il 20% dell’energia fornita dall’alimento deve derivare dai carboidrati. Proprio per questo tra le vitamine quella più importante è la tiamina (Vit. B1) che ha un ruolo fondamentale nel metabolismo dei carboidrati. Anche i livelli di calcio ,fosforo e il loro rapporto sono fondamentali. Una loro carenza per esempio può portare ad inerzia uterina, alterata ossificazione dei feti e a problemi scheletrici dei cuccioli. L’allattamento rappresenta una delle sfide nutrizionali più grandi, i fabbisogni energetici e dei vari nutrienti aumentano ancora di più raggiungendo il picco massimo durante la 4° settimana dopo il parto. Anche in questo caso l’alimentazione dovrà essere di elevata qualità, digeribile ed energetica. In questa fase l’animale ha bisogno di assumere dalle 2 alle 3 volte in più dell’energia necessaria per il mantenimento. Meglio quindi fornire più piccoli pasti durante la giornata per evitare di superare la capacità digestiva. Anche l’acqua è fondamentale in questo periodo: un apporto idrico insufficiente determina una riduzione considerevole della quantità di latte prodotta. Verso la 7°-8° settimana dal parto generalmente inizia lo svezzamento dei cuccioli e in questo periodo il consumo alimentare della mamma non dovrebbe superare il 50% di quello del mantenimento (come alla fine della gravidanza) per cui sarà importante iniziare a diminuirlo gradualmente nelle settimane precedenti In generale durante l’allattamento gli animali vanno incontro a un naturale dimagrimento che non deve superare comunque il 10 % del peso corporeo normale. Se l’alimentazione e le cure nel corso della gravidanza e l’allattamento sono state adeguate, la perdita di peso della mamma è ridotta al minimo anche per cucciolate numerose, il suo recupero sarà più rapido ed i cuccioli saranno vitali e in condizioni ottimali. l cane e il gatto sono considerati entrambi animali da compagnia ma non dobbiamo dimenticare che appartengono a due specie differenti. Le differenze sono fisiologiche, comportamentali ma anche dietetiche. Entrambi appartengono alla classe dei mammiferi e all’ordine dei carnivori, ma i cani appartengono all’attuale superfamiglia dei canidi, dove troviamo anche il panda, un erbivoro; i gatti, invece, a quella dei felidi tutti carnivori stretti. Il gatto è un carnivoro stretto quindi non può ricavare le sostanze di cui necessita soltanto dai vegetali e dai loro derivati, ma deve consumare tessuti animali. La storia del gatto rivela il consumo di una dieta carnivora lungo tutto il percorso evolutivo. Le particolarità alimentari del gatto non si vedono nel cane domestico. Tra quelle più importanti troviamo: il fabbisogno proteico più elevato, necessità di assumere la taurina e l’arginina (aminoacidi) e la vitamina A preformata con la dieta. A causa delle sue peculiarità nutrizionali, il gatto richiede quindi una dieta più rigorosa rispetto al cane. Se non se ne tiene conto, si rischiano gravi carenze e malattie come la degenerazione della retina o la miocardiopatia dilatativa per carenza di taurina.