. ~ A CArIr'1!d.1I..iA RicoIIruire lo lIpaÌO lIIInIWno il suono. Ideare lDl coaaePO che &ccia da trImite fia . diII8nIi. E' quBo accade nel progeao di quello che Ruggero PiaIDloni ba . . cnccbiodi cememobilnco"': ~HIut a RotdJamp, CorbUlier, inalp111a nel 1955. ~ una c • ·gnifica determinare una forma all'interno della quale realizzarsi la difticile comunicaione fi'a l'uomo e divinità, 6 informe e iD· . . L'atto della infatti, non sulla pretesa di di ucoIW'e: l'udito è il canale privitepto, o meglio il solo, che colleghi terra e cielo. È questa l'intuizione da cui partono la ri ione e l'ispirazione di Le Corbusier, che infatti scrive: i cominciò dunque con un'acu. del peesaggjo prendendo a testimoni i quattro orizzonti che sono: la pianura della S&6ne, dalla perte opposta i 8aIIons d'AIsace e ai lati due vall00ceUi. Per rispondere a questi orizzonti, per accoglierli, furono create delle forme''2. La cima della coDina di Bourlément DOn solo, dunque, guorda ciò che la circonda, ma anche l' asco/ta: come dire che nelle forme architettoniche ricorrono corrispondenze matematiche che non appartengono unicamente ai fenomeni visuali, ma anche a quelli acustici. Le Corbusier ba scritto: "Le forme fanno rumore e silenzio; alcune parlano, altre ascoltano't). A quale delle due si rivolga per realizzare il progetto di otre-Dame-du-Haut appare piuttosto chiaro. Per trovare la giusta ispirazione Le Corbusier attinge a fonti diverse e numerosissime e le lascia sedimentare affinché convergano in un disegno unico ed omogeneo. Durante questa fase di D O E GEOMETRIA AlTI 1912010 DAME-DU- "incubazione'" non mette mano alla matita neanche per annotare schizzi, contrariamente alla sua abituale, minuziosa pratica del disegno come supporto indispensabile deUa fase creativa. el caso di Notre-Dame-du-Haut la prudenza di procedere al disegno è legittimata dalla mole del repertorio simbolico cui l'architetto attinge per delineare il progetto. Basti pensare che per immaginare la sagoma adottata nella copertura, Le Corbusier "dice" di essersi rifatto alla forma orpnica di un guscio di granchio, raccolto a Long Iand nel 1947, sul quale è montato per verificare che sostenesse tutto il suo peso. Allo stesso modo, ba raccolto infinite reminiscenze personali e suggestioni transitorie: solo dopo un'accurata selezione di esse ha posto mano al disegno, poiché "le cose, una volta entrate attraverso il lavoro deUa matita, restano dentro per tutta la vita; SODO scritte, SODO iscritte"1. ei disegni sottoposti alla committenza, Le Corbusier propone, aggiornandola, la lezione J paesaggistica del Partenone: il tempio, per lui, altro non era che una cassa armonica scolpita in cima all'Acropoli, che raccoglieva i suoni delI'Attica per amplificarli fino all'orecchio di Atena. La forza suggestiva di questa citazione classica legittima in modo definitivo l'ispirazione di Le Corbusier: Notre-Dame-du-Haut sarà un orecchio, che raccoglierà le preghiere dei fedeli e le enigmatiche, indecifrabili risposte della divinità, in un continuo rimando dal basso verso l'alto e il contrario, fino a che non restino suoni o parole che non abbiano viaggiato in questo canale. Osservando un orecchio dalla nuca, come trovandosi alle spalle di un corpo adagiato su un fianco, potremo vedere lo stesso sinuoso profilo che l'edi- 663 MATERlA E GEOMETRIA ASCOLTARE 0lJ 0llIZl0NT1: LA CAPPI!LIA DI NJ1lE.Dl\ME.OO-lTT A RONCHAMP AITI 1912010 ficio, poggiato sull'altura francese, mostra ad est. Inoltre, confrontando la pianta della cappella con la sezione loogitudinale U'apparato uditivo si rinvengono corrispondenze evidenti ime: non solo il perimetro deU'edificio ricalca le curve del dettaglio anatomico, ma l'altare maggiore coincide perfettamente con il punto in cui è collocata, nell'orecchio umano, la coclea, che è tecnicamente l'organo deputato al senso dell'udito. La corrispondenza tra la pianta e la sezione dell'orecchio è confermata da un disegno autografo, quasi sconosciuto, in cui appare, sovrapposto alla pianta, un tracciato regolatore a sua volta rapportato al grafico acustico dei toni combinati elaborato da Reioer Plomp'. Questa scelta non è altro che il punto d'arrivo di una ricerca condotta lungo due percorsi convergenti: da una parte la conoscenza dell'uomo e della ua rappresentazione puramente fisica, dall'altra quella della tradizione iconografica religiosa inerente a episodi ben precisi di Antico e uovo Testamento. 0sservate singolarmeote, q due vie testim0niano come l'idea di Le . abbia origine in realtà da un passato lontano, della sua storia persooale e di queUa deU'umanità intera. L'intenzione di rinvenire nelle rappresentazioni antropomorfiche la esatta geometria delle forme architettonicbe (e viceversa) è una costante della ricerca di Le Corbusier. Ma non è unicamente a questo che va ricondotto il progetto: se da una parte le forme della chi appaiono modellate '. come per un processo magico, puramente creativo, ispirato dalle associazioni tra il corpo e le cose, dall'altra la loro distribuzione nello spazio è stabilita secondo leggi rigorose. L'artista e l'architetto collaborano senza che uno prenda il sopravvento sull'altro: è pur vero, però, che per l'occasione Le Corbusier tralascia volutamente i suoi cinque punti razionalisti, concedendosi aperture, a mio avviso, quasi espressioniste. La cappella, per dirla con le parole di Zevi, "è un grido straziato contro le illusioni di salvare l'umanità con la ragione, che la guerra ha fracassato e deriso"7. Ad intrecciarsi con gli studi anatomici intervengono gli elementi simbolici mutuati dalla tradizione religiosa cattolica (e non solo): la simbiosi 664 che si genera fra i due registri consegna all'opera Luca Ribichini una forza espressiva dirompente. La scelta di costruire un grande orecchio rimanda all'iconografia del cooc:epimento virginale in voga fino a tutto il Medioevo. Come si osserva, ad esempio, nel mosaico del V secolo conservato a Roma nella basilica di Santa Maria Maggiore lo Spirito Santo, in fonna di colomba, entra nell'orecchio della Madonna. E non mancano altre rappresentazioni in cui l'arcangelo Gabriele fa il suo annuncio alla vergine e le parole si introducono dalla sua bocca direttamente nell'orecchio di lei, come fossero un'appendice, un prolungamento fisico del nunzio. (l'orecchio quindi è quello della Vergine Maria che tradizionalmente tutti ascolta e tutti aiuta,non è un caso che La chiesa sia dedicata a ostra Signora) Altri episodi biblici possono essere ricondotti alla simbologia sottostante il progetto della cappella cdi Ronchamp: nella Genesi 28, 10-22 si racconta che Giacobbe sognò una scala che da terra saliva fino in cielo, e su di essa andavano e venivano angeli portandogli i messaggi di Dio. AI rieglio, Giacobbe costrui in quel luogo un altare. ella Bibbia DOn è descritta la scala, ma in un famoso acquerello di William Blake (1727 1827), datato intorno al 1800, essa è rappresentata come una spirale che dall'orecchio di Giacobbe sale curvando verso il cielo. Lo stesso Blake ribadisce il legame indissolubile tra spirale e anatomia dell'orecchio: i condotti uditivi SODO, secondo quanto lui stesso racconta, "scale infinite che avvitandosi raggiungono l'ultimo cielo" (manca riferimento in nota). E risuonano in merito le parole di Fagiolo: "la gradinata e la spirale esprimono un itinerario della conoscenza umana verso la Sapienza divina, in cui si conosce il punto di partenza ma resta ignoto il punto d'arrivo, al di là delle nostre possibilità intellettive' . Prima deUa tradizione religiosa, infine, già in queUa pagana l'orecchio è metafora e simbolo di nascita e riproduzione: il padiglione auricolare, nelle volute di elice e antelice, ricorda anch'esso la forma da noi analizzata, un disegno che in natura si realizza nell'abitacolo della chiocciola. Come l'animale, dunque, esce dal suo guscio, cosi dal padiglione esce l'uomo: fm dall'antichità, allora, si narra di eroi e divinità nati dall'orecchio materno. MATERIA E GEOMETRlA ATTI 1912010 CodiJulilll'ecrive:. '"Per ricoooscerc la di 811 falaDeao .CUIti·ico nel dominio del_ . - _... l'iniziIIIo delle peroIe _ . __ 'iadiividlllO _.bileaUe deU'univer- ..._ . può wdere le proporzioni. Si può . deUa poporziooe visuale"'. LIUI"" .1.... _limato la ricen:a e le rif1 ioni che foacI1Ino il diIegno deUa ClppeUa di otre-Damedelle sue parole. Atdu-Haut, ci è cbùIro il 1nlVI1II'IO forme iooovative e penmaImente riacriUc, ~buIi'crba dito il suo contributo a realizzare 'lIIIibiziioae più lIltica del mondo: eocostaIsi a ciò pcrdefiJùzione non si può comprendere né riUU'''o u _ _.. in comunicazione la terra e il cielo, e che . lISCOItino e si compreodaoo. L' ~ la '. I Rugao PienntoDi, La trottola di Prometeo, Laterza. Roma-Bari 1996, pp. 359-368. 2 Le Corbusier, La chiesa di "Notte-Deme-du-Haut" a Ronduunp, in "Casabe1Ja.c:ontinuità", 207, settembre! ottobre ) Le Corbusier, Roocbamp, Edizioni di Comunità, Milano 1957, p. 155 [ed. orig. Roocbamp, Girsberger, Zuricb 1957]. 4 In merito si veda Danièle Pauly, La cappella di Roocbamp come esempio del processo creativo di Le Corbusier, in Harold Alleo Brooks (a cura di), Le Corbusier 1887-1965, Electa, Milano 1993 5 Le Corbusier, L'atelier de la recherche patiente, Vmcent Fréal & Cie, Paris 1960, p. 37. Plomp, Experimeots in tone perceptioo, Von 6 Reiner Gorcum, Assen 1966 7 Bruno Zevi, Architettura della Modernità, Newton & Compton, Roma 1994, p. 48; ripubbl. in Id., Cootrostoria e storia dell'architettura, v. m, ewton & Comptoo, Roma 1998, pp. 107-108. I La Torre della Conoscenza e la Scala del Cielo, in Fagiolo, op. cit, pp. 40-41. 9 Le Corbusier, Modulor 2, Editions de l' Architecture d'Aujourd'hui Boulogne sur Seine 1950 p. 154 [ed. italiana: Le Corbusier, Modulor 2: 1955, la parola agli utenti Capelli, Mendrisio 2004]. 665 • ( 6( lo Il . I. \ I ta <. haI Il d~ Hre D,1111 C dII Il, IItR(lJll:hamp - 1944 Il '. 2: \ ista (hapdle dc otre Dame du IlauI Ronchump Ilg. \ I te aeree ddl,ll hap~lle dc otre Dame du Ilmll - Rom:halllp I Ig. 4: p, [lemme ~ \croP)1J dI \tene - Il) Il Il' :: Da "La <. .I a deg1J UOIllIl1I" di l e <. orl"lll ler Il '.6. PI.llll.1 I l'. 7: e/.lone ClH\lOale nre~ 'hlll Il '. l : \ sinistrd il grafiu) acustico di R. Plolllp. al centl\) il trd~el,Il\) di [ .C .••1dc tr,1 la pl.ll1t.1 dd1.ll appdl.1 dI ROIl~h.llllp. fil!. 9: 11 dello alOl1e c ron.llc ezi n or 667 I LA APPLLLA DI NTRE-DAME·D Sovraw:6ÌZÌOoe> piantaSov~C6iziore pianta- rbu ier .L.. una scala che " 14 6 References 1. RIBICHINI, Luca. Recondite Armonie a Ronchamp. In Disegnare idee immagini. Roma: Gangemi Editore, 2010. vol. 40, pp. 58-69 ISBN 978-88-492-1962-3 2. RIBICHINI, Luca. Il volto e l’architetto. Roma: Gangemi Editore, 2008. p. 189 ISBN 97888492-1487-1 3. RIBICHINI, Luca. 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