Spinoza: Trattato, capp.1, 2, 7, 15
[cap.7]
Tesi di Maimonide
Dio è corporeo
Creazione del mondo
tesi attestate dalla ragione, verità filosofiche che per esser vere necessitano di una lettura metaforica delle Scritture
-> problema della verità unica (corrisponde alla verità letterale)
Critica di Spinoza a Maimonide
Presupposti di Maimonide:
che i profeti siano coerenti tra loro e che siano filosofi
dimostrato nel cap.2 che i profeti non sono filosofi
che il senso della Scrittura non possa essere ricavato dalla Scrittura stessa
che sia lecito piegare le parole della Scrittura in base a una lettura filosofica, oltre il suo significato letterale
NB: la filologia si trova di tanto in tanto dinnanzi a difficoltà insormontabili; non arriva sempre a una verità univoca e soddisfacente, è uno
strumento limitato
[cap.15]
porta in luce la separazione
tra filosofia e teologia (rivelazione)
Ripresa della critica di Alphakar (XIII sec.) a Maimonide
che il senso della Scrittura possa essere dato dalla Scrittura stessa, nel suo significato letterale
il senso letterale della Scrittura coincide alla verità
Obiezione di Spinoza
manca la differenziazione tra significato e verità
Il senso della Scrittura deve essere ricavato dalla Scrittura (Alphakar)
Il senso della verità in ciò che dice la Scrittura scaturisce dalla ragione (Maimonide)
l’interpretazione letterale non può essere effettuata su passi che vengono contraddetti nella Scrittura stessa; essa deve essere metaforica e
collegata a un passo, pur sempre nel suo significato letterale, che non sia contraddittorio
critica all’autenticità della Torah (del Pentateuco) - in opposizione alla posizione farisaica dell’autenticità della tradizione scritturale
ravvivata dal calvinista La Peyrere
[cap.1]
Definizione di profezia (conoscenza
certa di un fatto rivelata da Dio agli uomini) e di profeta
convivenza tra lo Spinoza filosofo e quello filologo
Spinoza affianca al significato scritturale la propria posizione sulla verità filosofica
La ragione naturale è uno dei modi con cui Dio si rivolge all’uomo
anche la ragione naturale può quindi proclamarsi profezia, portatrice di un messaggio di origine divino
Superiorità della profezia che passa attraverso l’intelletto (conoscenza adeguata) rispetto a quella trasmessa tramite immaginazione o parole
conoscenza profetica = conoscenza immaginativa (parole e immagini)
tracciate le incongruenze scritturali tra rivelazioni per voce divina reale (Mosè) o immaginata (altri profeti)
Figura di Gesù nel Trattato: unico profeta a non utilizzare la conoscenza immaginativa; ha avuto un contatto mente a mente con il divino
ripresa della corrente sociniana che vede il Cristo come elemento di rottura rispetto alla tradizione ebraica
indagine filologica sul significato da attribuire all’espressione “Spirito di Dio”
rettitudine dei profeti
gli uomini che ascoltavano i profeti ignoravano le cause della conoscenza immaginativa
coloro che ignorano le cause, attribuiscono a qualsiasi cosa superiore alla media un attributo divino
conoscenza naturale è di per se certa (conoscenza adeguata; il vero si manifesta con la propria forza)
anche la profezia è per definizione una conoscenza certa: la
certezza profetica deve essere ricavata dalla Scrittura (fine cap.1 ->
cap.2)
[cap.2]
Temi:
dedicato all’indagine sulla certezza profetica
essendo la profezia un sapere immaginativo, essa risente della personalità e delle credenze dei singoli profeti.
I profeti sono coloro che si caratterizzano per una particolare vivacità dell'immaginazione
coloro che si distinsero per sapienza (Salomone) non furono considerati profeti, bensì saggi
Il segno per il profeta di trovarsi di fronte a una profezia, a un messaggio divino certo, è il miracolo
Analisi del profeta (RECAP):
immaginava le cose con vivacità
certezza profetica basata sul segno
il profeta è eccezionalmente virtuoso