Leggenda della Madonna di Montenero

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Leggenda
i
della Madonna di Montenero
Il santo Apostolo seduto in uno dei lucidi troni delle dodici tribù d'Israele,
poiché ebbe sentito la richiesta degli Angioli ciondolò la barba chiara come una
falda d'argento sulla manona di evangelista, stette alquanto pensoso, poi preso im
bel foglio di pergamena, ci schizzò sopra il
profilo della Madonna. Gli Angioli, che
saranno stati una bella schiera di una
cinquantina, rimanevan sull'attenti come
biondi soldati, pronti ai suoi ordini.
—• Tenete —disse l'Apostolo ai luminosi
messaggeri — andate sulla terra e dipingete un quadro della gran Madre dì Dio,
attenendovi a questo disegno. E gli Angioli con la dolcezza propria dei paradisiaci negli occhi, presero il ritratto con le
purissime mani, se lo strinsero fra le ali,
e le stelle si allargarono al loro -passaggio
con fruscio d'oro nella notte.
/ fedeli della Calcide ossia del Negroponto, in Levante, si struggevano dal desiderio di avere -per loro una Madonnina
tutta dipinta di nero con gli orecchini
d'oro, la corona lucente in capo, la collana di diamanti, e il Bambino Gesù in
collo. Le buone donnine, specialmente,
non smettevano più di lamentarsi e di
domandare agli Angeli, notte e giorno,
che portassero giù dal Paradiso, nella
terra di Eubea il ritratto della Madre del
Signore. Perché erano stanche di sentire
sempre le vecchie leggende che quel buon
cieco di Omero era andato a raccontare a
tutti, per le case. Di sapere di Ulisse che
si strapazzò tanto per mare col -rischio di
lasciarci la pelle e di non rivedere più la
sua Penelope con la spola in mano davafèli al telaio, e -di Enea che svignato per
miracolo dalle fiamme di Troia, si trovò
IL
in quelle dell'inferno, e dopo aver battuto
la testa su tutti i lidi e su tutti i mari feEra una di quelle notti orientali che
ce ammattire d'amore la. regina di Carta- somigliano al sonno dei bimbi, quando la
gine che si chiamava Didone, e che infi- Via Lattea par tutta una bambagia e la
ne gli toccò litigare con Turno se volle luna non c'è sul mare a far lume ai pescamettere la prima pietra alla città di Lavi- lori. Ma le acque respirano appena con
nio, finché quei due ragazzacci di Remo un filo di brezza in bocca, e una nuvola
e Romolo fecero ai pugni per fondare bianca sul ciglio dell'orizzonte sembra una
un'altra città li vicino che si chiamò agnella ^lontana in cerca del pastore. E
Roma.
tutti gli alberi della terra, stanno zitti, un
Óra queste leggende dove c'era di mez- poco gobbi verso U suolo. Gli uccellini sozo sempre qualche dea che saltava in be- gnano col capo infilalo nell'ala, ttbìan'
stia e faceva scannar cristiani da tutte le core dell'aurora.
parti, a quei buoni neofiti della Calcide
Gli Angeli discorrevano a bassa voce con
gli occhi voltati al cielo — Dove vuoi Manon andavano più.
Perciò gli Angeli di Dio che raccoglie- ria, dove vuoi Stella del mare, dove vuoi
vano le loro preghiere come biondi maz- Signora che dipingiamo il ritratto per te ?
•fE una stella si staccò dal firmamento;
zi di spighe e le portavano in Ciclo, un
giorno andarono da S. Luca che siccome bianca come una. nevicata, e tutti i fiori
pittore conosciutissimo sopra tutta la ter- notturni si apersero e sorrisero.
E la stella abbassandosi ondeggiò su i
ra ma specialmente in Paradiso, dì disetetti dei villaggi di Saita a sud della Calgno se ne intendeva.
cide. Si spense. (
la risposta. Nell',
di luce. Ed essi
i dirupi la groti
meglio lavorato
doni di edera,
fra neri macigni che ratrn
rn.enta.vano
il
presepio di Be flemme, scopri' rono un bel ceppo di pietra, a
forma di altare.
Dattorno erano
bugni di alveari addormentati
che al riflesso
miracoloso di
tanti spiriti buoni, cominciavano a svegliarsi,
ma l'angelo più
bello di tutti che
doveva esser di
certo l'arcangelo
Gabriele disse
loro: - Sorelle api dormite fino
che U sole non
busserà alle vostre casette. - E
le api con un
ronzio dolce di
miele si rintanarono nelle lorf
cettette simili "
monachine ubbidienti. Intorno
erano anche c.fspi di rose senza
boccio, e subita
bisbigliarono in lo
parole di stupore. <
no di una tavola r
•piare il volto di Ma
ri s'inoltrarono in ^
e al tronco centenr,
rono una tavola bei
dimenticata lì da ai
tofe del Negroponti
averla ber& ripulita
sottilissime mani li
grotta di Saida. E t
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10 seduto zn uno dei ludodici tribù d'Israele,
to la richiesta degli Anbarba chiara come una
lila manona di evangeliIo pensoso, poi preso un
amena ci schizzò sopra il
donna. Gli Angioli, che
;a bella schiera di una
.anevan sull'attenti come
•ontì ai suoi ordini,
ìse l'Apostolo ai luminosi
•date sulla terra e dipinlella gran Madre di Dio,
lesto disegno. E gli Anezza propria dei paradipresero il ritratto con le
se lo strinsero fra le ali,
•garono al loro 'passaggio
nella notte.
II.
nelle notti orientali che
ino dei bimbi, quando la
ulta una bambagia e la
nare a far lume ai pescaie respirano appena con
', in bocca, e una nuvola
iell'orizzonte sembra una
in cerca idei pastore. E
'.Ila terra, stanno zitti, un
11 suolo. Gli uccellini soinfilato nell'ala, il bianyrrevano a bassa voce con
i.l cielo — Dove vuoi Ma'ella del mare, dove vuoi
igiamo il ritratto per te ?
i staccò dal firmamento,
i nevicata, e tutti i fiori
ero e sorrisero,
tassandosi ondeggiò su i
di Saita a sud della Cal-
55
—
ade. Si spense. Gli Angeli avevano inteso ra. Alcuni a>mmannivano i Basettini -per le
tinte, altri cercavan tra le erbe e i fiori
la risposta. Bell'aria, rimase un\ velo
di luce. Ed essi cercarono tra i casolari e delle aromatiche misture, altri volavan sul
i dirupi la grotta nella quale avrebbero mare e tornavan con le giumelle piene di
meglio lavorato inosservati. E sotto pen- una leggerissima schiuma, simile alla panna 'del latte, aldoni di edera,
tri infine stemfra neri 'maciperavano i pengni che rariì
nelli d'oro denment a ;> a n o il
tro una tepida
presepio di Be I acqua, Alcuni
ti emme, scoprì reggevan la tarono un bel cepvola orizzontalpo di pietra, a
mente perché
forma di altare.
l'Arcangelo GaDattorno erano
briele, ci dipinbugni di alveari addormentati
gesse meglio. E
non si vedeva
che al riflesso
che il(bìondàlu^miracoloso) di •
me delle teste
tanti spiriti buocurve come in
ni, cominciavaorazione. Poi il
no a svegliarsi,
volto della Mama l'angelo più
donna spiccò
bello di tutti che
sulla tavola coi
doveva esser di
grandi occhi tecerto l'arcangelo
neri , un poco
Gabriele disse
bruni, e via via
loro: - Sorelle ail suo mantello
pi dormite fino
nero fioriva coche il sole non
me un graziosisbusserà alle vosimo ricamo. E
stre casette. - E
dopo il Bambino
le api con un
Gesù con le maronzio dolce di
nine soavi che
miele si rintanacarezzava la
rono nelle lorr>
inamma. Quancelle Ite simili "
do I' Arcangelo
monachine ubbiebbe dato l'ultidienti. Intorno
ma pennellata,
erano anche c.fgli altri angeli
spi di rose senza
La Madonna di Montenero
congiunsero in
boccio, e subitn
bisbigliarono in loro linguaggio silvestre croce le braccia e si misero a pregare. Ma
parole di stupore. Ora gli angeli cercaro- uno di loro che pareva il più giovane disno dì una tavola rozza sulla quale rico- se : « Bisogna dipingere sulla mano della
piare il volto di Maria. A pa-sseltini legge- Madonna anche un uccellino, perché Geri s'inoltrarono in un boschetto di querci, sù non si annoi e che canti tutte le notti
e al tronco centenne di un faggio trova- una laude di Paradiso ».
rono una tavola ben levigata e stagionata,
Tutti gli angioli approvarono la bella
dimenticata lì da anni da un buon taglia- proposta e Gabriele ripreso il pennello
tore del Negroponte. La presero e dopo tratteggiò un grazioso uccellino proprio
averla beri ripulita col palmo delle loro sul braccio destro di Maria. Piccolo come
sottilissime mani la portaron dentro la un pettirosso con le ali punteggiate di
grotta di Saida. E tutti si misero all'ope- giallo e il collo di turchino. Ma pettiro1
—
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so non era quantunque somigliasse a
quello che col suo beccuccio cavò dalla
fronte di Gesù gli acutissimi spini della
Passione.
E siibito l'uccellino principiò a cantare
così dolce più di un rusignolo, ma usignolo non era. Pareva tina rondinella del
mare, ma rondine non era. Era l'uccellino della Madonna che somigliava a tutti
i più vaghi volatili dell'aria ed a nessuno.
Intanto le api melodiose come gemme
avevano cominciato a ronzare con segni
di gran festa, e le rose a spalancare i bocci come piccole boccuccie incantate segno
per cui era nata l'aurora. E in fondo all'orizzonte il m-are era tutto una bianca
risata di luce. Le api dicevano : Ave Maria, e le rose cantavano : Ave Maria, £ il
bosco, i ruscelli sussurravano: Ave Maria!
Ili
Appena i primi pastori di Saita si accorsero del grande prodigio comparso
dento la grotta delle edere, corsero a casa, chiamarono le loro donne, i loro bambini e andarono a vedere. Nessuno credeva ai jrropri occhi. E chi si metteva bocconi per terra e singhiozzava dalla grande gioia, chi offriva al Bambino Gesù un
agnello bianco che belava caldo e odoroso di latte, chi ringraziava a gran voce
gli Angeli del Paradiso, e chi aveva in
fondo al cuore un pò di rancore o di astio
con un altro subito perdonava, e i 'ricchi
davano ai poverelli la loro carità in onore
della Madonna. Ci furono perfino dei
bambini storpi e ciechi che vennero risanati subito quella mattina. Intanto il
mare si pieno dì vele e di remi, e i pescatori scendevano a terra ferma per venerare il miracoloso quadro della Madonna..
I barn-bini dicevano : - Guarda, guarda
quell'uccellino, com'è bello, -com'è bello !— E' l'uccellino del Paradiso e canta
sempre di notte - rispondevan le madri — E lo sentono tutti? - insistevano i
bimbi.
— Soltanto i'buoni lo sentono e quando canta, pare che abbia dentro la gola
un tralcio rii sole.
Quei bravi neofiti si davano un gran
da fare perche la miracolosa immagine
fosse onorata nel modo più santo. Ma pur-
-
troppo come succede in questo mondo
dove tutti siamo peccatori, dopo i primi
anni, molti tornarono indifferenti. Ci fu
perfine chi disse che il quadro era stato
dipinto a sommo studio, per ìspillar denaro e ingannare i fedeli, e chi - orribile
a dirsi - principiò per istigazione del demonio a bestemmiare la Madonnina del
Negroponte
IV
;
Così la bella grotta preparata dagli Angeli a poco a poco rimase deserta,
fa]
Nessuno vi andava più ad accendervi il
lume, e la Madonna non aveva che le
stelle della notte a farle compagnia. Anche le api eran morte tutte nelle celluzze
di cera, e le rose tutte seccate per via del
Maligna che vi aveva buttato sopra il seme detta sterilità.
Ora l'uccellino che cantava coinè un
rusignolo diceva sempre : - Andiamo via,
andiamo vìa, andiamo via.
E il Bambino Gesù gli chiedeva : - Dove vorresti andare uccellino bello, forse
in Paradiso ? In Paradiso non si bestemmia e c'è sempre festa .. - No, no - diceva l'uccellino, in Paradiso no, perché gli uccellini non vi cantano
lassù, eppoi io vi morrei pel troppo splen^
dorè « ci, ci, ci ». /\***l>*^5;La Madonnina sgomenta glt\arezza--a
le tenere penne : - JVo-n. piangere^ uccellino mìo, io so dove tu vuoi andare. Tu
vuoi andare nell'Italia bella, nella bella
Toscana. E l'uccellino svolazzava, col beccuccio
aperto in segno di grande allegrìa. E la
Madonnina diceva : - Hai ben ragione
uccellino mio perché gli usignoli e le rondini migrano tutte in Italia a primavera,
e l'usignàlo vi arriva quando muoiono le
ultime viole e le rondini cantano sotto la
gronda di pasqua, e gli altri uccellini appendono il nido sotto gli embrici delle
mie chiese. Anche gli Angioli indignati per tanta
limano, ingratitudine volevan riportare in
Paradiso il quadro con la Madonnina e
ogni cosa. La Vergine però sempre buonfi, misericordiosa e paziente lì mirava
coi dolci occhi e li ammoniva : - Non vi
sdegnate angioli mìci, conosco purtroppo
quanto siano cattivi gli uomini della ter-
ra, ma ricordatevi di
glio diceva ai discepoi
non vi ci vogliono, ai
ho decìso di partire i
Italia. E gli angioli pieni
sera tutti intorno al t
ro ali lo scalzarono d
eppoi caricandoselo s
ro fuori della grotta,
no trionfale e la beli
a pieno -sotto il lume
Era in asse dipi
che ritratta pare
avea da parte de
e in braccio ter»
con un'incatenal
sedeva sopra un
e stava quest'ari
nel cavo sen di
Nei deli t dolci ast
i(tvan, di una pioggia
sopra i capelli bruni
gio -odorava trn i ;
mare
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vicinarsi ebbe un t
aperse come una bel
la Madonna avrebbe
notte. Accolse quel t
un'agile barchetta.
Rotonda.
'•.cede in questo mondo
peccatori, dopo i primi
irono indifferenti. Ci fu
che il quadro era stato
studio, -per ìspillar dei fedeli, e chi - orribile
i 'per istigazione del deviare la Madonnina del
IV
•otta preparata dagli Ano rimase deserta,
lava più ad accendervi il
mna non aveva che le
a farle compagnia. Anmorte tutte nelle celluzze
tutte seccate per via del
aveva buttato sopra il seà.
che cantava come un
sempre : - Andiamo via.
diamo ina.
Gesù gli chiedeva : - Dorè uccellino bello, forseParadiso non si bestem? festa . . 'va l'uccellino, in Paradi' uccellini non vi cantano
morrei pel troppo splen. sgomenta gli carezzava
• - A'on piangere, uccellilave tu vuoi andare. Tu
l'Italia bella, nella bella
ra, ma ricordatevi dì quello che mio Figlio diceva ai discepoli •: - Se in ini paese
non vi ci vogliono, andate altrove, ora io
ho deciso di partire e di andarmene in
ita,'in. E gli angioli pieni di giubilo si misero tutti intorno ai macigno e con le loro ali lo scalzarono da terra, lo smossero,
eppoi caricandoselo sulle spalle lo trassero fuori della grotta, sicché parve un trono trionfale e la bella immagine sì vide
a pieno sotto il lume delle stelle
Era in asse dipinta e così bella
che ritratta parea da un serafino
avea da parte destro aurata stella
e in braccio tenea Gesù Bambino
con un'incatenata rondiiiella,
sedeva sopra un serico cuscino
e stava quest'angelica Regim
ne! cavo sen di quella selce alpina...
Nei deli i ciotti astri di Pentecosti. ]/.irIcvan di una pioggia di rose e di f 1*0:0
sopra i capelli bruni di Maria ? il maggio odorava irò i r-f-rsieri notturni d°.l
•mare
fu
V
Appena che il mare vide, gli angioli avvicinarsi ebbe un brivj.dh di gioia. Si
aperse come una bella strada sulla quale
la Madonna, avrebbe camminato tutta la
notte. Accolse quel trono di pietra, come
•un'agile barchetta
yj*»
E l'ucceìlino cominciò a cantare. E gli
angeli alitando le grandi bionde ali parvero vele gonfie ili. vento che .spingessero il trono di Maria. Era un volo, 'una
bionda, fuga sid mare.
Non si udiva che un fruscio leggero come di brezza lontana 'mentre tulli i pesci
venivano a galla allargando le squame
d'argento, appartando gli occhi tondi colar di vetro. E tutto il mare era una (bianca} strada di gigli. Nel fondo si scorgevano gli sgelili marini coi loro nidi di
smeraldo, i soffici prati delle conchiglie
che hanno dentro le spire l'eco di tutti i
venti, di tutti i suoni. Si vedevano i banconi di corallo con le rame rosse riverse,
nel fondo. E i solchi pieni di fosforescenze [bianche] si allargavano a guisa di palme. Al piede dei monti lontani correva
un brivido azzurro e'un vulcano si accendeva come un boccio di fuoco. Ecco,
ecco comparivano le dolci riviere della
Sicilia coi grappoli d'arancio (odorosi] come una sera. I penduti gioghi di Sorrento, il Golfo di Napoli incantato. Via, via,
e le isole dei pirati rosse di stragi e di lamenti. Eppoi il Giglio odoroso di ansonica e di moscato, ef l'isola del ferro coi
passini ritti come capre a picco delle scogliere innamorate eli pallore, e di luna.
O la dolce Toscana, la bella Italia.
E l'uccellino cantava « ci, ci, ci » è nata
l'aurora !
«p€«
svolazzava, col beccuccio
di grande allegria. E la
>va : - Hai ben ragione
rchè gli usignoli e le rontte in Italia a primavera,
•rriva quando muoiono le
' rondini cantano sotto la
'a, e gli altri uccellini ap> sotto gli embrici delle
gioii indignati per tanta
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irò con la Madonnina e
'ergine però sempre buo~>sa e paziente li mirava
» li ammoniva : - Non vi
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Itivi gli uomini della ter-
Rotonda dell'Ardensa.
Santuario di Montenero.
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Le montagne contro l'orizzonte eran priole scesero dal monte si avvicinarono
tutte(uno smeraldo armonioso,.e un ru- al fiume facendo una bianca ressa festosa.
scello scendeva in riva al mare sereno e D'improvviso le margheritine tardiole
canoro come una rima. Era il ruscello del- apersero i loro occhi rugiadosi, e le ginel'Ardensa. Giù giù per le -pendici del mon- • sire color dello zolfo cominciarono a spante più alto pascevano i greggi, così chiari dere una gioia di profumi e tutti i fiori selcome batuffoli di neve nella verdezza scin- vaggi sì accesero di sorrisi. Il sole era, nato
tillante del mattino. La Madonnina che fra un incendio d'oro sul monte e gli usidurante il viaggio in alto mare era dive- gnoli tessevano a gara rime di amore.
nuta tutta bianca nel volto, comandò agli Intanto la Madonnina aveva preso terra e
Angioli che la conducessero sulla sponda guardava con- i grandi occhi di mamma il
del rivo.
vecchio pastore trasognato il quale non
sapeva
che dire Ave-Maria, Stella del
VI
mare !
Dei prati dell'At'densa Dorè era l'uE poiché egli più non si moveva la Manico pecoraio. Vecchio con la barba bel- donnina gli disse : - Dorè io voglio che tu
la da romito viveva soltanto per il suo mi porti in cima al monte.
gregge. Gli anni non gli pesavano poiché
E il pastore quantunque misurasse con
amava il Signore e quantunque fino dalla l'occhio la pesantezza della pietra alla,
Giovinezza si trainasse dietro la gamba quale era incassato il meraviglioso quadro
mancina per via di una perdita di sangue, della Vergine, e sentisse la sua, povera,
pure la sera si raccoglieva in una spe- gamba malata, tuttavia subito ubbidì.
lonca accosto alle sue pecore e pregava con
Si caricò sulle spalle il dolcissimo peso
la fede dì un patriarca antico. Anche e gobboni gobboni principiò a salire l'erta
aveva per la Vergine una devozione di faticosa. E tutte le pecorelle lo seguirono
figlio. Spesso quando le ugnelle col muso belando, quali innanzi a lui, quali dietro
tenero affondato nell'erba ristavano paci- di lui come un bianchissimo solco di
fiche in faccia al mar,e, egli pensava alla sole.
Madonna.
I piccoli ruscelli salmeggiavano som— Se io la vedessi! - diceva • se io la messi per le pendici fra i lentischi ed i
vedessi anche una volta soltanto morrei quercioli snelli. Saliva un aroma azzurro
di gioia. Dev'essere tanto bella la Regina di -mare come da un'anfora di cristallo, e i
degli Angioli!
deli si curvavano sul vecchio con armonia
E anche le pene gli fuggivano d'addosso dì lUCi.
i '; *<
a questi pensieri.
Quando il_v££_chj.o raggiunse la cima
Nell'ombra della spelonca quando le dall'altra, sponda del monte venne un suostelle si davano la mano fitte fitte giù per no di campane. Un doppio che cantava a
il monte non si vedeva che la barba bianca distesa,. Poi un altro doppio, un altro andel vecchio e i suoi grandi occhi dì ana- cora, finché tutti i campanili della città di
coreta inginocchiato. I figli gli eran tutti Livorno si sciolsero nel sole. Da se immigrati per seguire le imprese guerresche provvisamente. Era un tumulto di voci
d'imperatori e di re. La sua donna gli era d'oro che diceva : - Ave Stella del mare . . .
morta presto. Ed egli sì affacciava ogni
O stella del 'mare
mattina dalle rupi appoggiato al vincastro
del Cielo Regina
d'ometto per vedere se una vela spuntasse
Livorno s'inchina
dalle scogliere di Gorgona. Ma quando il
prostrata ai tuoi pie'
vecchio Dorè quella mattina del 15 maggio
1345 invece di una vela vide salire dall'ac// povero pastore come smarrito sentì
que dell'Ardensa la bella Madonnina del tutte quelle voci, si palpò per istinto la
Negroponte non credette ai propri occhi. gamba, malata.. Era guarito !.. Depo<se un
Cominciò a gesticolar con le mani come bacio sul bel quadro di Maria. Il cuore gli
se volesse chiamare tutte le sue pecorelle si spezzava di gioia. Cadde bocconi per
intorno a sé, poi cadde in ginocchioni. E terra. Intese un canto di Angeli 'migrare
tutte le mansuete bestioline a corse a ca- nel firmamento . . . .
I dillo Dell'Era.
La meter
I proverbi si possono dire
to del sapere del popolo ;
frutto dell'esperienza e del
generazioni, tramandati se
glio. Vi sono proverbi che
meteorologia ed alle varia,
riportiamo qui alcuni di qt
Se fa neve di gennaio,
granaio ; perché il raccolti
dante.
Quando il sol la neve i,
neve ancora. - Anno nevo:
Per la Santa Candelora (
plora dell'inverno siamo /(
Pioggia di febbraio emp
Neve marzolina dura dal
Marzo asciutto e aprii bì
che ha seminato.
Se piove sulle palme (ci<
settimana santa) non pio\o di Pa
Piova d'aprile, riempie
asciutto, ma non tutto, g!
Maggio ortolano, molta
perché se di maggio pio-*
per gli ortaggi, ma non r.
D'aprile non ti scopriri
adagio, di giugno allarga
Quando piove il giorno
il prodotto dell'uva va fai
11 buon battere di luglk
sto con la buona stagioì
trono di Sa/o/none.
Se piove per Sant'Anna
venta manna ; perché la
ma per il granoturco e
La prima acqua d'agosi
Alla luna settembrina .
na ; cioè le sette lune eh
settembre si somigliano.
// caldo di settembre te
che le frutta hanno bisog
Quando nevica in sette
de. Perché è segno che
rigido.
A S. Simone (28 - X)
Perché non fa più caldo.
A Ognissanti (1 - XI) .
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