UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA "TOR VERGATA" FACOLTÀ DI INGEGNERIA TESI DI LAUREA IN INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA PROGETTARE PER TUTTI: UN PARCO URBANO A VIENNA UN EDIFICIO POLIFUNZIONALE RELATORE CANDIDATO PROF. MASSIMO COLOCCI EMANUELE TRICHES CORRELATORE PROF. RODOLFO MARIA STROLLO ANNO ACCADEMICO 2007/2008 Università degli Studi di Roma "Tor Vergata" Facoltà di Ingegneria Tesi di Laurea in Ingegneria Edile-Architettura Progettare per tutti: un parco urbano a Vienna Un edificio polifunzionale Relatore Candidato Prof. Massimo Colocci Emanuele Triches Correlatore Prof. Rodolfo Maria Strollo Anno accademico 2007/2008 Alla mia famiglia, A tutti i compagni di viaggio con cui ho condiviso questi cinque splendidi anni. Indice 1 – Introduzione ........................................................................................... 3 2 – Vienna ..................................................................................................... 7 2.1 – Dall’accampamento romano alla Donau City .............................................. 8 2.2 – Dai ponti di Otto Wagner alle aree verdi ..................................................19 3 - Il nuovo piano urbanistico ..................................................................... 24 3.1 - Piano per lo sviluppo urbano per Vienna: STEP 05 .....................................26 3.2 - Elaborati contenuti in STEP 05 ................................................................29 3.2.1 - Zone chiave di azione ......................................................................29 3.2.2 - Schema per lo sviluppo spaziale della Regione di Vienna .......................32 3.2.3 - Schema di sviluppo economico ..........................................................33 3.2.4 - Schema di sviluppo dell’edificazione ...................................................33 3.2.5 - Aree prioritarie per lo sviluppo di Vienna.............................................34 3.2.6 - Schema di sviluppo: aree verdi nella Regione Urbana ...........................35 3.2.7 - Schema di sviluppo spaziale per Vienna ..............................................36 4 – La disabilità in Austria ........................................................................... 38 4.1 – Città cordiali ........................................................................................40 4.2 – Visitando Vienna ..................................................................................43 5 – Schindler Award .................................................................................... 45 5.1 - Accessibilità .........................................................................................47 5.2 - Qualità della vita...................................................................................49 5.3 - Sostenibilità .........................................................................................50 5.4 - Economia Ecologica ...............................................................................52 5.5 – Urbanistica inclusiva .............................................................................54 6 – Inquadramento dell’area di progetto ..................................................... 55 6.1 – Fiume Vienna .......................................................................................60 6.2 – Due linee di metropolitana .....................................................................61 6.3 – Il ponte di Wagner ................................................................................61 6.5 – Modifiche all’infrastruttura viaria (obbligatorie) .........................................64 6.6 – Modifiche ai canali di fiume e metro (facoltative) ......................................64 1 6.7 – La nuova conformazione del sito .............................................................66 7 – Il bando di concorso .............................................................................. 67 7.1 - Masterplan ...........................................................................................67 7.2 – Edificio residenziale ..............................................................................68 7.3 – Centro per la collettività e parco fluviale ..................................................68 7.4 – Relazioni tecniche .................................................................................69 7.5 – Superfici di progetto .............................................................................70 7.6 – Rete ciclopedonale ................................................................................73 7.7 – Vincoli urbanistici, storici e paesaggistici ..................................................74 8 – Il parco urbano ...................................................................................... 78 8.1 – Motivazioni compositive.........................................................................78 8.2 – Relazione tecnica..................................................................................81 9 – L’edificio polifunzionale ......................................................................... 89 9.1 – Motivazioni compositive.........................................................................89 9.2 – Soluzioni per l’accessibilità.....................................................................94 10 – La bioarchitettura ................................................................................ 96 10.1 – Soluzioni adottate nel centro polifunzionale ............................................99 10.2 – Esempi realizzati di macchine bioclimatiche .......................................... 105 11 – Le tavole di concorso ......................................................................... 110 12 – Bibliografia e Sitografia di riferimento ............................................... 111 12.1 – Bibliografia ...................................................................................... 111 12.2 - Sitografia ......................................................................................... 112 2 1 – Introduzione L’idea di questa tesi è nata nel periodo seguente il 18 maggio 2006, giorno in cui Andrea Stella, fondatore dell’associazione Il Sogno di Stella, tenne una conferenza sull’accessibilità presso la nostra Università, organizzata dal professore Rodolfo Maria Strollo, responsabile della Commissione per l’attuazione della Legge 104/92 nel nostro Ateneo. In questa conferenza veniva esposto in maniera chiara ed efficace come piccolissime accortezze progettuali potessero cambiare enormemente la percezione e la fruizione dello spazio per persone più sfortunate di noi, migliorando al contempo il comfort per tutti. Ecco tre semplici esempi a dimostrazione di questo concetto: • il telecomando è stato inventato per consentire alle persone con problemi motori di interagire con il televisore senza sforzo alcuno; • il sistema degli SMS è nato per permettere anche i non udenti di comunicare mediante i cellulari; • il POS, il sistema di pagamento mediante carta bancomat, è stato concepito per diminuire il rischio di truffe per i non vedenti. Questi sono solo tre esempi banali che rendono però al meglio l’idea di come delle piccole invenzioni destinate a rendere la vita più semplice ai diversamente abili possano renderla più comoda per tutti, divenendo elementi irrinunciabili nella vita di tutti i giorni. Applicando questo concetto generale nel campo dell’architettura, risulta evidente come progettare ambienti accessibili a tutti porta immensi vantaggi ai diversamente abili, che possono usufruire di luoghi altrimenti a loro inaccessibili, ma porta anche una maggiore comodità per i normodotati: chi non ha problemi motori è in grado di percorrere senza problemi una ripida scalinata, ma quasi tutti preferirebbero usare un ascensore in quanto più comodo; l’assenza di ostacoli lungo i percorsi è vitale per un non vedente, ma può evitare spiacevoli incidenti anche a chi non ha problemi visivi; una distribuzione intuitiva dei percorsi ed una corretta segnaletica sono di grande aiuto per chi ha difficoltà nell’orientamento, ma rappresentano una notevole comodità 3 anche per chi si avvicina ad un’area o ad un edificio per la prima volta. Si potrebbe continuare all’infinito con esempi di questo genere, perché una progettazione veramente accessibile deve toccare ogni aspetto del progetto, dalla composizione architettonica allo studio dei dettagli. Chi ha dimestichezza con la nautica sa bene che una barca a vela rappresenta uno degli ambienti più angusti e più scomodi in cui vivere e comporta non pochi sacrifici a chiunque voglia trascorrerci del tempo. Eppure Andrea Stella è riuscito a dimostrare che persino un simile ambiente, apparentemente inospitale per qualsiasi tipo di diversamente abile, può trasformarsi in un grande esempio di accessibilità. La sua vita ha avuto una drammatica svolta nell’estate del 2000, quando, come premio per il conseguimento della laurea in giurisprudenza, si è concesso una vacanza a Miami: durante un tentativo di furto della Ford Mustang affittata ad inizio vacanza, uno dei malviventi ha esploso verso di lui diversi colpi d’arma da fuoco, colpendolo; dopo un lungo periodo passato in bilico tra la vita e la morte, i medici dell’ospedale americano sono riusciti a salvargli la vita, ma Stella ha scoperto di dover passare il resto della sua vita su una sedia a ruote a causa di una paraplegia agli arti inferiori. All’inizio le difficoltà, fisiche ma soprattutto mentali, sono state innumerevoli, ma Andrea Stella è riuscito a superare questo difficile momento della sua vita; nella sfortuna di un così tragico incidente, egli ha avuto la fortuna di avere alle spalle una famiglia benestante, fatto che lo ha aiutato non poco. La straordinarietà di questa storia sta però nel fatto che Stella ha deciso di impiegare queste risorse non per se stesso, ma fondando un’associazione il cui scopo è quello di aiutare tutte le persone diversamente abili che lottano per condurre un’esistenza normale, cercando di dimostrare come ciò sia possibile. Il frutto di questo sforzo è stato la progettazione di un catamarano perfettamente accessibile, la prima imbarcazione a vela in grado di essere condotta interamente da una persona diversamente abile; per il viaggio inaugurale, nel 2004, è stato deciso di partire da Genova ed attraversare l’oceano Atlantico in pieno inverno per tornare proprio a Miami, il luogo dove tutto aveva avuto inizio, e prendersi la propria personale rivincita contro le avversità della vita. Nella traversata l’imbarcazione ha ospitato anche diversi famosi velisti italiani, felici di partecipare a questa impresa: Giovanni Soldini, uno dei più grandi velisti in solitaria di sempre e vincitore di numerosi trofei internazionali, Mauro Pelaschier, timoniere di Azzurra, e Paolo Bassani, prodiere di Luna Rossa. Nel corso del viaggio l’imbarcazione ha anche partecipato ad una importante regata, sotto la guida di Pelaschier: il risultato è stato ottimo, conquistando un quarto posto a soli 30 secondi dal podio in una regata durata 24 giorni, da Lanzarote ad Antigua, nonostante alcuni inconvenienti tecnici (rottura 4 dell’autopilota e di una vela). Questo ha dimostrato come le modifiche applicate al progetto originale dell’imbarcazione non abbiano causato alcuno svantaggio alla barca, ma abbiano avuto solo risvolti positivi in termini di accessibilità e comfort; anche il maggiore costo di produzione può essere in gran parte annullato se si avviasse una produzione in serie del modello. Oggi il catamarano gira ininterrottamente per i porti italiani al solo scopo di ospitare gratuitamente a bordo persone diversamente abili in piccole crociere, con l’intento di dimostrare a queste persone che la vita può offrire anche a loro l’occasione di svolgere qualsiasi attività se l’ambiente in cui vivono viene progettato tenendo conto delle loro esigenze, offrendo un immenso aiuto a livello morale alle persone che hanno avuto la sfortuna di perdere, in parte o totalmente, alcune funzionalità del loro corpo, in particolare motorie. Tuttavia questa speranza nella vita di tutti i giorni è spesso vanificata da un ambiente cittadino ostile, che non tiene conto delle complesse esigenze dei diversamente abili e che raramente viene loro incontro. Le parole di Andrea Stella mi hanno fatto riflettere a lungo sull’argomento, fino a decidere di approfondirlo nella mia tesi di laurea. Ho anche partecipato ai seminari dell’Arch. Laura Cemoli, appartenente alla Commissione per l’attuazione della Legge 104/92 nel nostro Ateneo. Grazie alla rivista Casabella sono venuto a conoscenza di un concorso europeo, indetto dalla Schindler con cadenza biennale, che si sarebbe concluso proprio nel periodo previsto per la mia laurea, così ho deciso di sfruttare l’occasione. Il bando di concorso per l’edizione 2007/2008 dello Schindler Award prevedeva la realizzazione di un progetto abbastanza complesso, riguardante un parco urbano a Vienna e due edifici: un centro polifunzionale ed un edificio residenziale con una quota di commerciale. Vista la grande mole di lavoro, si è deciso, di comune accordo con il professore Massimo Colocci, relatore di questa tesi, di partecipare come gruppo, composto da due studenti: io e Sara Fortuna. L’elaborazione del masterplan generale e del progetto del parco è stata svolta in collaborazione da entrambi, mentre ciascuno ha approfondito personalmente la progettazione di uno dei due edifici, con uno studio specifico sia per quanto riguarda l’accessibilità che per quanto riguarda la sostenibilità. La prima fase del lavoro ha riguardato un’analisi storica della città di Vienna, approfondendo il nuovo piano regolatore con cui ci dovevamo confrontare e l’accessibilità in Austria, eseguita sia a livello teorico che mediante un sopralluogo di una settimana. Questo approccio ci ha permesso di contestualizzare al meglio il progetto, adattandolo alle esigenze ed alle aspettative per l’area in oggetto. Successivamente si è passato ad una analisi dettagliata della filosofia alla base 5 del concorso e delle sue richieste specifiche in termini di superfici utili e di funzioni previste per l’area, con la traduzione integrale dei diversi documenti forniti dall’organizzazione. Sulla base di questa analisi si è proceduto con la stesura del masterplan e del progetto del parco, con uno studio approfondito sull’accessibilità supportato dal professore Rodolfo Maria Strollo, correlatore della tesi. La parte individuale del mio lavoro ha riguardato la progettazione dell’edificio polifunzionale e l’approfondimento di alcuni aspetti di bioarchitettura che vi sono stati impiegati, grazie anche allo studio di esempi analoghi già applicati in Italia ed in Spagna. Il lavoro svolto da me e dalla mia collega è stato sintetizzato in otto tavole di progetto, allegate in questa pubblicazione, che sono state spedite il 1° Agosto 2008 in svizzera per la partecipazione al concorso. 6 2 – Vienna La città di Vienna è situata nel Nord-Est dell'Austria, a circa 50 km da Bratislava e a 40 km dal confine con la Slovacchia. Essa è composta da 23 distretti il primo dei quali è il centro della città; intorno ad esso gli altri distretti si susseguono a spirale con numero crescente. Tali distretti non vanno confusi con i distretti degli altri stati federali austriaci in quanto nel caso di Vienna essi non hanno un vero e proprio potere amministrativo, ma si tratta di una suddivisione dell’amministrazione cittadina. Si svolgono elezioni a livello distrettuale che danno rappresentanza e potere decisionale in merito ad alcune questioni quali il traffico, la pianificazione e altre questioni di quartiere. A sud della città si estende la periferia pianeggiante e industrializzata, mentre a nord, ai piedi del Wienerwald (foresta viennese) la periferia è caratterizzata da un paesaggio collinare e verdeggiante. La città è attraversata dal Danubio ad Est, mentre un piccolo canale artificiale (il Donaukanal) lambisce il centro storico verso est. L’isola realizzata artificialmente, per proteggerla dalle inondazioni, nel Danubio fa parte della città di Vienna. L'isola, sistemata a parco, viene utilizzata dagli abitanti per praticare sport o per rilassarsi sotto il sole, inoltre una volta all'anno (verso la fine di giugno) vi si svolge una festa che dura 3 giorni consecutivi la Donauinselfest (festa dell'isola del Danubio). 7 2.1 – Dall’accampamento romano alla Donau City La città di Vienna sorge nel luogo in cui i Romani fondarono attorno al 100 un campo militare che venne chiamato Vindobona, a protezione della vicina città di Carnuntum, in cui successivamente vi si stabilirono anche civili; l'odierna città di Vienna conserva nel suo centro storico stradine che rispecchiano all'incirca l'antica struttura. Data la posizione molto esposta verso est, Vienna fu presto oggetto di conquista da parte delle popolazioni che cercavano di penetrare in Europa a partire dai Bizantini, ed in seguito i Longobardi, i Magiari e gli Slavi. La storia della città, a causa della sua posizione geografica, può essere letta come una lunga e fitta alternanza di invasionidistruzioni e momenti di sviluppo e riconquista di una posizione centrale nel continente europeo. La dominazione asburgica diede a Vienna il ruolo privilegiato di capitale dell'Impero poiché nel 1438 Alberto II d'Asburgo vi trasferì la sede del potere. La città conobbe un momento di grande fioritura artistica e culturale durante il regno di Massimiliano I: nello stesso periodo e in quello successivo, in cui regnò Carlo V, l'Impero giunse alla sua massima estensione. Nei primi anni del Cinquecento Vienna iniziò a temere la minaccia turca e per tutto il XVI secolo fu funestata dalle guerre di religione che provocarono lo scoppio, nell'Impero e in tutta Europa, della Guerra dei Trent'Anni, durante la quale la città fu devastata dalla peste (circa 30.000 morti) e dagli assedi stranieri. Nel 1683, sotto Kara Mustafa, i turchi erano giunti alle porte della capitale imperiale minacciando l'intero mondo cristiano; la loro sconfitta definitiva fu decretata dal principe Eugenio di Savoia. Fu solo in questo momento che Vienna rifiorì in tutto il suo splendore e vide nel tardo Seicento e nei primi del Settecento un grande risveglio urbanistico: durante il regno di Carlo VI fu costruita la Karlskirche, i sontuosi palazzi del Belvedere, le residenze dei nobili intorno all'Hofburg. Un nuovo impulso alla vita culturale ed artistica di Vienna fu dato dall’ascesa al trono austriaco, nel 1740, di Maria Teresa d'Austria, che governò per quarant'anni contribuendo a rendere la città una capitale artistica di primo piano, favorendo in particolar modo la musica. Il successore, Giuseppe II, liberale e riformatore, dovette scontrarsi contro l'aristocrazia conservatrice e la Chiesa nel suo processo di rinnovamento politico. Egli era molto attento alla vita del popolo e alle sue necessità 8 tanto che aprì ai cittadini i parchi del Prater e dell'Augarten, finora riservati agli aristocratici. Gli ultimi anni del Settecento e il primo decennio dell'Ottocento furono per Vienna e per l’intera Austria un periodo di forte declino poiché dovettero subire gli effetti devastanti delle guerre napoleoniche. Nel 1806 Francesco II fu costretto dall'imperatore dei francesi a cedere il titolo di sovrano del Sacro Romano Impero; venne meno definitivamente l'antica istituzione che risaliva a Carlo Magno, mentre il sovrano assunse il titolo di Francesco I, imperatore d'Austria. Ripetutamente battuta da Napoleone, l'Austria dovette subire la sua occupazione finché, nel 1813, l'abile diplomazia del principe Metternich fece aderire l'Austria alla coalizione contro la Francia che portò alla disfatta di Napoleone e alla fine del suo dominio. Proprio a Vienna, con la regia di Metternich, venne sancita la divisione dell'Europa post-napoleonica. I sovrani europei soggiornarono nella capitale austriaca per circa un anno, rendendola di fatto il centro del mondo occidentale. La bella vita aristocratica fu però presto messa in discussione dai moti rivoluzionari borghesi e liberali del 1848 che portarono la definitiva caduta del regime reazionario di Metternich - che fuggì in esilio - e di Ferdinando I, che abdicò in favore del nipote Francesco Giuseppe, appena diciottenne. Francesco Giuseppe governò per 68 anni mettendo in atto a Vienna una vera e propria rivoluzione urbanistica, la realizzazione del Ring (1859.1872), nella quale si esprimono gli elementi fondamentali del "modello viennese" che fu fonte di ispirazione per i piani di numerose città europee nella seconda metà dell'800. Fino al 1857 la città di Vienna era racchiusa e difesa da due cinte murarie: quella interna, più antica, che difendeva la città storica di impianto medievale, e quella più recente (Linienwall) che difendeva i quartieri periferici (Vororte) costruiti dal '600 in poi. Una larga fascia di territorio, (il Glacis) situata tra le due cinte murarie e profonda tra 500m e 1000m, era stata lasciata libera da edificazione per esigenze militari, per fare in modo che dalla città si potesse avere pieno controllo delle forze che si dovevano affrontare e per avere spazio sufficiente per colpirle durante il loro avvicinamento. Possiamo quindi dire che inizialmente il Glacis si configurava come un elemento di separazione tra la città antica (Altstadt), allora sede della corte e dell'amministrazione, contraddistinto da un tessuto edilizio compatto e un sistema viario tipicamente medievale, intaccato solo da alcune aggiunte settecentesche, e i quartieri più recenti, meno densi ed abitati dell'aristocrazia e dalle famiglie borghesi. Già nei primi decenni del XIX secolo si potevano osservare i primi mutamenti circa il significato e l’uso di questa ampia fascia poiché vi erano sorti caffè e chioschi, 9 si erano disegnati e realizzati viali per il passeggio nonché fitte alberature. Negli anni '20 si andò rafforzando il ruolo del Glacis nel rapporto tra le due città sopra descritte mediante gli ampliamenti dell'area del Palazzo di corte e, più tardi, la realizzazione della Votivkirche. Una trasformazione molto più ampia avvenne dopo i moti rivoluzionari del ‘48, quando prese piede la borghesia liberale e si passò dal regime assolutistico alla monarchia costituzionale, poiché si mise in atto una straordinaria crescita della città come centro motore dell’Impero Asburgico: nel 1870 la popolazione è raddoppiata rispetto a quella del 1840 raggiungendo gli 850.000 abitanti e andrà crescendo fino a raggiungere quota 1.643.000 nel 1900. Come già accennato Francesco Giuseppe nel dicembre del 1857 emanò un editto imperiale che stabiliva la demolizione della prima cinta muraria in favore di un nuovo utilizzo del Glacis. Si procedette, nel gennaio seguente, alla stesura di un bando di concorso per il progetto urbanistico della fascia anticamente compresa tra le due cinte murarie, la quale si estendeva per circa 600 ettari. Lo Stato asburgico aveva già elaborato idee progettuali per la sistemazione del Glacis, che verrà in seguito chiamato Ring, nelle quali aveva anticipato alcuni elementi che sarebbero divenuti richiesta esplicita del bando di concorso, come ad esempio la presenza di un’area per esercitazioni militari, una residenza imperiale, un boulevard alberato lungo l’anello, quartieri residenziali privati. Figura 1. Due proposte fatte dall'amministrazione statale per la sistemazione del Ring di Vienna. Di seguito quanto richiesto dal bando di concorso: • • 10 • • una grande area per esercitazioni militari; la localizzazione di due acquartieramenti militari a nord-ovest e a sud-est della Altstadt; edifici pubblici, musei, un teatro dell'Opera nella zona sud del Ring; la sistemazione a parco dello spazio antistante il Palazzo Reale; • una migliore integrazione nel contesto della Karlskirche e della Votivkirche. Al concorso parteciparono 80 concorrenti e vennero premiati tre progetti (1° F. Stache, 2° L. Forster, 3° E. Van der Null , A. Siccard von Siccardsburg). Figura 2. Due progetti premiati nel il concorso per il Ring di Vienna. Figura 3. Un terzo progetto premiato nel concorso per il Ring di Vienna. Ma ciò che divenne progetto definitivo non fu nessuno dei tre premiati in quanto l'Amministrazione affidò all'architetto Lohr e ad una commissione composta dai primi tre classificati e da funzionari ministeriali, il compito di elaborare una proposta definitiva, che venne approvata nel 1859. 11 Figura 4. Proposta definitiva per il Ring di Vienna, così come appare ancora oggi. Ciò chiarezza che appare dalla subito soluzione con grande approvata è la volontà di fare di Vienna una grande e solenne capitale imperiale; questo poteva facilmente essere letto già nei contenuti del bando, nella decisione di destinare i 4/5 dei terreni del Glacis ai monumenti, agli spazi e agli edifici pubblici, alle strade, ai parchi, e di riservare solo 1/5 agli edifici privati, i cui contributi Figura 5. Planimetria di Vienna prima serviranno a finanziare parte dell'operazione pubblica. della costruzione del Ring. Elemento centrale del progetto approvato è l’ampio viale alberato anulare strutturato per ospitare linee di trasporto pubblico e circondato, lungo il perimetro, da edifici monumentali con forme e stili diversi, isolati o raggruppati in sequenze o esplicite simmetrie, tra loro collegati da spazi aperti le cui alberature e sistemazioni a terra sono accuratamente disegnate e costituiscono, per così dire, il tessuto connettivo di un sistema la cui unitarietà e significatività alla scala urbana è indiscutibile, tale da configurare un vero e proprio "modello" di progetto urbano. Figura 6. Progetto definitivo per la realizzazione del Ring. 12 L’iter del progetto fu piuttosto lungo, circa trent’anni, complesso e turbolento; a una prima fase molto intensa fece seguito un momento di stasi intorno al 1970 e successivamente quella finale di completamento che fece divenire il progetto definitivo. Nel corso di questo periodo si verificarono cambiamenti, aggiustamenti, integrazioni che non hanno tuttavia contraddetto l'unitarietà del risultato finale. Il principale e il più significativo cambiamento del progetto iniziale riguarda l'uso dell'area inizialmente destinata alle esercitazioni militari per localizzare le nuove sedi del Consiglio Municipale (Rathaus), dell'Università e del Parlamento. Si trattò di una decisione storica, che, propugnata dai liberali in maggioranza nella giunta cittadina e dal Borgomastro K. Felder e approvata dall'Imperatore solo nel 1870, prendeva atto e metteva in luce la progressiva riduzione del potere del ceto militare a vantaggio di quello borghese. Il fatto di utilizzare stili diversi, ma, come è stato giustamente osservato (Schorske, 33 sgg) ciascuno legato alla funzione dell'edificio, è epitome simbolica dell'ascesa della nuova classe e dei suoi valori: così il Rathaus (F. Schmidt, 1872-'73), sede del governo municipale è in stile neogotico (ill. 4, Scho 4), a evocare le lontane origini medievali del libero comune, l'Università (H. Ferstel, 1873-'84) (ill. 5, Scho 6), emblema della cultura liberale in stile neorinascimentale; il Reichsrat (T. Hansen, 1874-'83) (ill. 6, Scho 7,8), sede dei due rami del Parlamento nazionale, in stile neoclassico. La qualità eccellente, la coerenza e la forza del risultato raggiunto dal progetto del Ring è il frutto dello sforzo collaborativo e del clima di confronto instaurato in quel periodo tra amministrazione statale e amministrazione municipale, tra la cultura accademica e professionale e l’imprenditoria più avanzata, che hanno saputo superare in modo egregio le polemiche e le critiche che man mano venivano formulate. C. Sitte e O. Wagner polemizzeranno con le soluzioni di volta in volta trovate, la generazione successiva a quella dei padri del Ring porterà avanti una critica profonda (Secessione, Klimt, Freud, Kokoschka e Schonberg solo per citare alcuni vertici della cultura viennese di "fine secolo") ma la forza e la qualità dei risultati del nuovo spazio di cui Vienna si è dotata, e che da allora ne costituisce un carattere ineludibile, non sono mai stati messi in dubbio. Il Ring di Vienna può essere definito uno dei casi maggiormente riusciti di "riuso", rifunzionalizzazione e riqualificazione di spazi resi liberi dal cambiamento delle necessità sociali e dal mutamento di funzioni urbane: nel caso di Vienna vengono meno le esigenze di difesa militare; nelle città europee del XIX sec. si hanno seguente, soprattutto a partire dalla terza rivoluzione industriale, si moltiplicano le 13 molti altri esempi di riuso di spazi liberati per motivi analoghi. Anche nel secolo possibilità di realizzare trasformazioni urbane significative e progetti urbani attraverso il "riuso" di aree e strutture la cui precedente utilizzazione è superata. Il Ring rappresenta anche un caso esemplare del modo in cui lo spazio aperto urbano diviene elemento strutturante e principio organizzatore dei luoghi centrali della città. La storia di Vienna continuò incessantemente negli altalenanti periodi fiorenti e meno felici giungendo fino ai giorni nostri: nei primi del Novecento la città fu scossa da nuovi fermenti artistici quali la Secessione viennese di artisti noti come Gustav Klimt e Koloman Moser, lo Jugendstil architettonico che portò all'edificazione di molti edifici in tale stile; nel 1916 con la morte di Francesco Giuseppe la grande Vienna concludeva il suo ciclo storico, per avviarsi alla disfatta della Prima guerra mondiale e alla conseguente scomparsa dell'Impero, dopo l'abdicazione di Carlo I e la proclamazione della Repubblica nel 1918. Il nuovo stato non era altro che una piccolissima porzione dell’antico dominio. La capitale fu scossa da fermenti rivoluzionari di stampo socialista per tutto il decennio 1920 e buona parte degli anni '30. Nel 1933 il cancelliere della repubblica Engelbert Dollfuß sciolse il Parlamento proclamando, con una risposta reazionaria ai socialisti, un regime di stampo fascista. Esso, però, non durò a lungo: dopo un solo anno le rivolte di sinistra fecero vacillare il governo e di li a poco esso fu colpito al cuore dagli invasori nazisti, i quali uccisero Dollfuß tentando un colpo di stato; tuttavia i tedeschi fallirono il tentativo di conquista dell'Austria. Al cancelliere ucciso successe Kurt Schuschnigg, il quale non riuscì a impedire la pressione di Hitler, si dimise cedendo il posto ad Arthur Seyß-Inquart che aprì le frontiere facendo penetrare le truppe di Hitler nel 1938 e portando all'Anschluss con la Germania. Dopo aver drammaticamente condiviso il destino del terzo Reich, l'Austria fu occupata dagli Alleati e Vienna venne divisa tra i vincitori della guerra fino al 1955. Vienna e l’intera Austria riuscirono ad avere un rapido risveglio economico e politico poiché altrettanto rapido fu il ritorno alla democrazia, sancito anche dall'installazione nella città delle sedi delle principali organizzazioni internazionali. Nel 1995 il Paese ha aderito all'Unione europea e oggi Vienna è una delle capitali più visitate dal turismo internazionale. Parlando di Vienna, del suo sviluppo storico e urbanistico non si può tralasciare la cosiddetta “Vienna Rossa” in cui i “superblocchi” urbani erano concepiti come città nella città, come elementi il più possibile autosufficienti e in grado di risolvere il problema della mancanza di alloggi per lo strato sociale più disagiato e cercare nello stesso tempo di favorire lo sviluppo di una cultura che comprendesse tutti gli aspetti Rossa”. Essa si distribuisce nella struttura urbana, con caseggiati chiamati Höfe (corti), 14 della vita; questa politica residenziale divenne il fulcro della cultura della “Vienna concepiti e creati in un moderno linguaggio che dà forma a blocchi i quali accolgono all’interno una ricca gamma di servizi collettivi: asili, scuole, lavanderie, cucine, laboratori artigianali, spazi verdi. È quindi il sistema di posizionamento e di inserimento di corti e di spazi verdi, risultato di profonde discussioni e studi, che garantisce la presenza di ambiti collettivi di alta qualità. Basta passeggiare per la Vienna Rossa per conoscere come l’armonia delle morfologie e dei particolari accolga e unisca sensibilmente chi ci vive: in particolare i più giovani vi ritrovano oggi a distanza di quasi un secolo, un ambiente ricco di stimoli per il loro sviluppo individuale e spazi collettivi adatti alla loro crescita sociale. L’esempio più notevole di superblocco viennese è certamente il "Karl-Marx-Hof", ma l’insediamento più esteso della Vienna rossa è il "Sandleitenhof". Figura 7. Foto del Karl-Marx-Hof. Gli anni sessanta, settanta e ottanta del XX secolo furono piuttosto statici per lo sviluppo urbano della città di Vienna, mentre negli anni Novanta avvenne una grande svolta. La caduta della „cortina di ferro“, per la città di Vienna, che a partire dagli anni Venti aveva vissuto un costante declino, nonché l’apertura dei confini con i Paesi dell’est europeo, rappresentarono una nuova notevole opportunità di crescita. Si avvertiva l’esigenza di ampliare e sviluppare la città e così si avviò la costruzione di nuovi quartieri residenziali in periferia. Fu inoltre deliberato un programma senza paragoni dedicato alla costruzione di scuole che stimolò numerosi architetti a trovare soluzioni originali. Nell’ambito della celebre edilizia sociale di Vienna si svilupparono guardava e continua a guardare con ammirazione. 15 inoltre, grazie al sostegno di diversi committenti, nuovi modelli ai quali tutto il mondo Tra di essi eclatanti vanno annoverati esempi come la "Sargfabrik", un modello residenziale alternativo, ma anche altri progetti più controversi come quello dei gasometri: i quattro gasometri cilindrici inutilizzati erano stati dichiarati patrimonio storico, e non si riusciva a trovare un ragionevole modo di utilizzarli che permettesse anche di mantenere Figura 9. Foto della Sargfabrik. intatte le antiche facciate. Per questo motivo la Città di Vienna incaricò alcuni architetti di sviluppare un progetto che prevedesse un utilizzo urbano misto. Attualmente i gasometri, che ospitano abitazioni realizzate secondo i progetti degli architetti Jean Nouvel, Coop Himmelb(l)au, Manfred Wehdorn e Wilhelm Holzbauer, un centro commerciale, una sala per concerti rock e l’Archivio della Città di Vienna, sono divenuti punti focali nel tessuto urbano ridando vita alla zona circostante, che Figura 8. Uno dei gasometri riflesso sulla fino a questo intervento si caratterizzava come facciata vetrata di un edificio frontistante. un’area industriale ormai in disuso. Il più ambizioso progetto culturale dell’ultimo decennio è stato il MuseumsQuartier Wien. Negli anni Ottanta lo Stato e la Città di Vienna decisero di riservare l’area delle exscuderie imperiali (che dagli anni Venti del secolo scorso erano adibite a comprensorio fieristico) all’insediamento di nuovi centri culturali. Furono Figura 10. Veduta di una delle piazze necessari diversi bandi di concorso, e diverse nel MuseumsQuartier. diatribe a livello di politica locale, ma nel 1997 partì l’attuazione del progetto MuseumsQuartier degli architetti Ortner+Ortner. L’idea era quella di realizzare un nuovo distretto urbano all’interno del quale trovassero posto i vecchi ed i nuovi edifici del Leopold Museum, il Museo d’Arte Moderna MUMOK, la Kunsthalle Wien, il Museo per Bambini ZOOM, la Casa del Teatro per il pubblico giovane Dschungel Wien, il centro di danza Tanzquartier Wien, il Centro di Architettura di Vienna e numerose altre istituzioni culturali completate da punti per l’offerta gastronomica. Le corti interne sono nodi di 16 accesso e di distribuzione, spazi di attraversamento tra due parti di un quartiere, luoghi di sosta e ricreazione. Una serie di oggetti di grandi dimensioni e proposti in forma seriale sono dislocati nella corte centrale. Arredo in città, arredo pubblico. Strutture dimensioni: in legno, sedute pseudo-divani che di grandi invitano a sdraiarsi e che supportano e favoriscono una frequentazione costante, popolando questo spazio pubblico al di là di ritmi e degli orari di Figura 11. Una piazza nel MuseumsQuartier, con i particolari divani. apertura dei musei. Le presenze un poco surreali di quegli oggetti fuori scala offrono la possibilità a chiunque di passare alcune ore comodamente sdraiati con lo sguardo rivolto al cielo senza dover pagare alcun biglietto e senza l'obbligo di alcuna consumazione. La notte, la presenza di un attraente locale conferisce a questo luogo una notevole capacità di attrazione. Di giorno gli pseudo-divani diventano giochi sui generis in un terreno di gioco anomalo ma certamente attraente per i numerosi bambini. Il maggiore progetto di sviluppo urbano realizzato a Vienna è la "Donau-City". L’intenzione era quella di costruire davanti alla Città dell’ONU, lungo il Danubio, una nuova area urbana con edifici abitativi, centri ricreativi e molti uffici, che avrebbe dovuto alleggerire un po’ la pressione sul centro. I lavori sarebbero dovuti iniziare subito dopo l’Esposizione Mondiale del 1995, che però non ebbe luogo perché la popolazione bloccò il progetto con un referendum. Per questo motivo l’area fu realizzata anche senza EXPO. Il complesso di Donau City è una delle nuove aree di espansione della città, estremamente moderna e multifunzionale. Il progetto, portato avanti in 12 anni dagli architetti viennesi Krischanitz e Neumann, cerca di mantenere l’integrità funzionale della città, con forti accenti di urbanità. Il carattere peculiare di questa zona è la presenza contemporanea, particolare e affascinante al tempo stesso, di costruzioni moderne con funzione sia dirigenziale e di rappresentanza, sia residenziale. Troneggia su tutti l’enorme sede centrale dell’ONU, alla quale si affiancano il complesso direzionale dell’Andromeda Tower e il Tech Gate Vienna, il più moderno centro d’affari e ricerca della città. Buona parte del terreno edificabile è perciò riservato a uffici e centri commerciali ma, soprattutto nella zona lungo il parco fluviale e le banchine del nuovo Danubio, prevalgono edifici residenziali di tipologie e valore differenti, che integrano in sé un asilo, una scuola elementare e un piccolo centro per il commercio locale. Particolare è l’articolazione in tre livelli di utilizzo: il “livello terra” riservato a pedoni e piste ciclabili, l’interrato per infrastrutture, il sotterraneo per gli accessi stradali e i parcheggi. Connessa al centro della città, 17 raggiungibile in pochi minuti tramite infrastrutture viarie e dalla linea metropolitana, la Donau City, che conserva in sé una meravigliosa vista del Danubio, risulta essere luogo ricercato sia per attività di terziario avanzato sia come luogo residenziale, di svago e relax. Persino i viennesi si stupiscono quando si rendono conto che da qualche anno è qui sorta una vera e propria skyline con grattacieli dall’altezza non indifferente ed una zona residenziale attraente. Figura 12. Due vedute della modernissima Donau City. In questo modo negli anni Novanta la tendenza alla modernizzazione che ha toccato anche le altre città europee non ha ignorato Vienna. In diversi luoghi della città sono stati realizzati nuovi progetti e sia che si tratti di edifici commerciali, come la Torre del Millennio, la Millennium-Tower, che lungo il Danubio svetta sulla città con i suoi 202 metri di altezza, o la Wienerberg-City accanto ai Vienna Twin Towers all’uscita sud di Vienna, o deii gasometri a Simmering o del progetto di sviluppo urbano Monte Laa a Favoriten, hanno donato a Vienna un’impronta indelebile, la hanno fatta vivere, anche se talvolta si ferma e ricorda la sua storia… Sulla piazza Judenplatz, nel centro storico di Vienna, si trova un monumento a ricordo dell’Olocausto, opera dell’artista inglese Rachel Whiteread; lo integrano un museo che ospita le fondamenta di una sinagoga medievale ed una piazza allestita dagli architetti Jabornegg e Pálffy; si tratta di un luogo toccante dove ricordare e riflettere. Nessuno mette in dubbio la bellezza dell’imponente patrimonio storico dell’architettura viennese. Ancora oggi si può andare alla scoperta delle singole epoche, ognuna delle quali è ben rappresentata nel tessuto urbano della città. Vienna continua ad essere sufficientemente sicura di sé e forte per garantire, partendo da questo patrimonio, le odierne e future qualità dell’architettura e dello sviluppo urbano. 18 2.2 – Dai ponti di Otto Wagner alle aree verdi Visitare Vienna è indubbiamente come compiere un tuffo nel passato, immergersi in una città ricca di splendidi palazzi e di reminescenze storiche non certo comuni a tutte le capitali. Attraversata dal Danubio, Vienna è caratterizzata da un sistema di trasporti assai efficiente, con autobus, metro (U-Bahn), tram (Straßenbahn) e una ferrovia veloce (Schnell-Bahn) che garantiscono frequenti collegamenti e uniscono ogni parte della città al centro. Il centro, con il Ring che racchiude il cuore pulsante della capitale, non è solo storia, arte e cultura ma offre numerosi punti di ritrovo (i Café) per abitanti e non, per ritrovare il piacere di scambiare quattro chiacchiere oppure per passeggiare tra negozi sfavillanti o ricercare quelle piccole botteghe artigianali che conservano ancora un sapore antico. Questo ricco tessuto sembra incrementare il “valore sociale” della città in quanto si creano le condizioni per vivere la città non solamente da un punto di vista prettamente pratico ma soprattutto come sistema di reti sociali. È difficile trovare altre grandi città in cui sia possibile passare così in fretta ad uno spazio aperto della natura che ha in sé un duplice significato: quello della ricostruzione dell’atmosfera della Vienna asburgica e quello dell’intensificazione dei legami tra cittadini. Analogamente, i grandi parchi sui quali si affacciano i più importanti monumenti della città o i prati delle università, valorizzano Vienna qualitativamente e esteticamente ma hanno di per sé un valore intrinseco: il ritrovo, lo scambio di opinioni, lo scambio di pensieri lo sviluppo costante di nuove relazioni che fanno della capitale austriaca una città del sociale. Uno degli elementi che rende interessante Vienna agli occhi di un urbanista, è il ruolo che rivestono gli spazi pubblici nel contesto cittadino. Ruolo che si può definire fondamentale nella vita dei viennesi che utilizzano gli spazi in diversi momenti della giornata e per svolgere numerose attività; per studiare o fare sport, per le riunioni di lavoro o per gli incontri con gli amici vengono scelti i parchi, i giardini, le piazze, così come i Café, i ristoranti, le biblioteche. L'impressione è di un uso intensivo degli spazi pubblici in città, di una vita pubblica o "in pubblico" particolarmente intensa. Un modo di vivere la città che potrebbe sembrare anche in contraddizione con la linea politica dell’amministrazione, che ha fatto della “questione abitativa” un tema centrale sin dal periodo della Vienna Rossa. Se da una parte vi è l'abitazione come diritto, dall’altra i viennesi sembrano guardare alla casa semplicemente come un “luogo in cui dormire”. In realtà non c’è 19 nessun tipo di contraddizione ma semplicemente un modo diverso di guardare la città rispetto a quello a cui noi siamo abituati. Vienna viene vissuta in ogni sua forma e in ogni momento, la dimensione di ciò che è pubblico è fondamentale; la casa è importante ma non più di quanto lo siano un parco o un café. Il pensiero corre all'Italia, in cui città e spazio pubblico hanno un ruolo ben diverso rispetto all’abitazione e agli spazi pubblici di vita. Come già detto, i grandi parchi pubblici distribuiti in città sono molto frequentati e vissuti. Vengono utilizzati come luogo d’incontro, gioco, relax e anche studio. Questa particolarità non caratterizza, infatti, soltanto il Sigmund Freud Park, nelle vicinanze dell’Università, bensì tutte le aree verdi sia del centro di Vienna (Volksgarten o Burggarten) che delle altre zone della città. Nel parco si studia. Nel verde si lavora. L’elevato numero di frequentatori compresenti non preclude comunque ordine, pulizia e tranquillità e questo equilibrio tra le diverse popolazioni di utenti sembra rimandare a dimensioni culturali radicate e condivise, ma anche all’attenzione che l'amministrazione comunale riserva alla gestione delle aree verdi. D'altra parte, a Vienna anche i giardini interni alle corti degli edifici residenziali (come a Karl Marx Hof), durante il giorno, sono aperti “al pubblico”. Solo la sera i cancelli vengono chiusi e la corte rimane ad uso esclusivo dei residenti. A Vienna anche il più piccolo spazio di risulta può essere considerato come una risorsa di spazio pubblico, spesso allestito in modo tale da poter essere utilizzato dalle generazioni più giovani. Si può fare esperienza di una diffusa fiducia nel progetto e nelle possibilità che questo offre di ripensare di volta in volta anche il più piccolo spazio, ridisegnandolo, reinventando nuove destinazioni (anche quando si tratta di una semplice recinzione o di decidere i materiali di una superficie calpestabile). La “tradizionale” attenzione ai servizi collettivi che contraddistingue Vienna nella progettazione di interventi residenziali (si pensi ai cortili degli Höfe). Per questo è possibile incontrare percorrendo il Gürtel, strada urbana a scorrimento veloce percorsa della linea metropolitana, racchiusi carreggiate ed campi calcio da adeguatamente o da basket tra le due collocati, piccoli sempre molto frequentati. E’ proprio la grande quantità di spazi verdi che colpisce immediatamente il visitatore e che Figura 13. Un particolare dei locali caratterizza la città: oltre metà della sua superficie è pubblici ricavati negli ambienti occupata da aree verdi di diverse dimensioni ed della metropolitana. adibite a vari usi. Balzano agli occhi un’accurata 20 sotto al tracciato sopraelevato attenzione nella costruzione e nell’articolazione di aree verdi e spazi pubblici in generale, nella progettazione e manutenzione delle relative attrezzature e nondimeno una considerazione notevole per tutte le fasce di età e per tutte le differenti popolazioni di utenti. Questo d'altra parte è uno dei connotati principali per qualificare uno spazio come pubblico: mescolanza e compresenza di soggetti diversi. Figura 14. Altro esempio di locali pubblici sotto la metropolitana. Una gran numero di panchine e sedie disposte all’interno di tutti i parchi permettono agli anziani il tempo di una sosta e del riposo all’aria aperta, ai giovani di leggere un libro, un quotidiano; allo stesso modo le aree giochi per bambini sono declinate variamente nei grandi parchi così come nelle piccole corti private e gli spazi attrezzati per i giovani, con campi da calcio, basket e pallavolo vengono ricavati in ogni luogo praticabile. Ad un uso intensivo da parte dei giovani è dedicata l'area del Gürtel lungo il quale gli spazi precedentemente vuoti o in disuso negli archi del rilevato ferroviario sono stati trasformati in bar, discopub, librerie e negozi di ogni genere. Vienna è quindi una città ricca di spazi verdi, pubblici e privati. Questa constatazione stupisce, ma la numerosità di tali spazi trova anche immediata giustificazione nell’intenso uso che i viennesi sembrano farne: i prati sono densi di persone a tutte le ore del giorno. E’ inoltre sorprendente osservare come spazi verdi Figura 15. Tetto giardino sopra la Sargfabrik. siano intensivamente ricavati in luoghi inaspettati, come le terrazze o i tetti delle case. Molti tetti sono privi delle tradizionali coperture e inclinazioni e sono piatti e coperti d’erba, piante, piccoli alberi, brevi percorsi e panchine. Insomma costituiscono lo spazio verde condominiale laddove non c’è posto al livello del suolo per l’elevata densità costruttiva. Questi spazi vengono usati in modi diversi, ma consentono in generale di avere praticamente in casa uno spazio vivibile per il tempo libero: per il gioco dei bambini o per praticare il giardinaggio. Perché “sprecare” utili metri quadrati con coppi o nero impermeabilizzante e non moltiplicare 21 le occasioni anche per gli abitanti di quartieri centrali e ad alta densità, l’opportunità ed il piacere di un giardino, per altro separato dal resto, e quella di qualche spazio gradevole dove andare senza allontanarsi da casa? Una sorta di 'omogeneità' connota la struttura urbana della città, al di là della diversità strutture delle forme architettoniche e delle che la costituiscono. 'Pari opportunità', così si potrebbe condensare l'immagine di una città che appare costruita intorno al Figura 16. Veduta estiva dello Stadtpark. cittadino ed alle sue esigenze primarie, che si esprime in una estesa rete di trasporti pubblici e privati. Mai preoccuparsi di essere 'distanti', perché si è sempre in prossimità di un nodo di una rete così capillare da ridurre fortemente ogni differenziale misurabile in termini di distanza, sia pure in una città dalla struttura radiocentrica. Quasi che i trasporti pubblici fossero un modo per supportare e dare concretezza alla cittadinanza sociale. Come si evince dunque vi è una 'democratizzazione' dello spazio urbano. Ciò avviene anche grazie al sistema dei trasporti pubblici (oltre al sistema del verde urbano) la cui pianificazione raggiunge lo scopo funzionale di dare uguale opportunità ai residenti di qualsiasi zona della città di raggiungere agevolmente ogni altro suo punto: ciò, in primo luogo, grazie alla diffusione capillare del servizio in tutta Vienna e, in secondo luogo, grazie ad un ottimo rapporto qualità-prezzo. I due parametri, infatti, incidono probabilmente sulla rendita differenziale urbana, ossia quella che viene definita rendita di posizione: l’esistenza di un sistema di trasporto simile diminuisce la rilevanza di alcune variabili fondamentali nella scelta della localizzazione del luogo di residenza (i “costi di trasporto”, il parametro “costi/opportunità”). Se è possibile raggiungere i punti di maggior attrattiva della città con bassi costi e rapidamente (guadagnando quindi del tempo spendibile in altre attività) la differenza tra risiedere in centro o in periferia diminuisce; diminuiscono infatti sia il vantaggio di chi risiede in centro che lo svantaggio di chi risiede lontano! All'efficacia e alla qualità del trasporto pubblico contribuiscono anche l’integrazione di diversi “sottosistemi” di trasporto (che riduce al minimo i tempi d’attesa che intercorrono per le coincidenze) e la buona manutenzione e pulizia dei mezzi e delle strutture. A fronte di una tale qualità del servizio di trasporto pubblico sarà certamente minore il numero di coloro che si affidano ai mezzi di trasporto dell’inquinamento! 22 privato, con dirette conseguenze sulla riduzione del traffico veicolare e quindi Figura 17. Mappa delle linee di metropolitane e ferrovie urbane di Vienna. Si nota a prima vista l'abbondanza di linee e di stazioni di scambio, che rendono lo spostarsi per la città con i mezzi pubblici un piacere. 23 3 - Il nuovo piano urbanistico Si deve al nuovo Piano di sviluppo urbano sostenibile il miglioramento delle condizioni di vita nella città di Vienna. Esso infatti concepisce il rinnovamento urbano non come ambito a sé stante, bensì come una sfida interdisciplinare che tiene in considerazione tanto le questioni strettamente tecniche quanto quelle sociali, economiche, culturali, estetiche ed ecologiche. Lo sviluppo urbano richiede infatti strategie che guardino anche al futuro e che riflettano una visione della città come un sistema in continua evoluzione. Il nuovo Piano ha coscienza del fatto che i confini geografici si stanno via via dissolvendo sia da un punto di vista prettamente geografico, basta pensare alla comunità europea cui vanno aderendo nuove nazioni, sia da un punto di vista economico mediante quel fenomeno chiamato globalizzazione. Ciò che il piano si propone di mettere in atto per il rinnovamento urbano sostenibile consiste nel recuperare e migliorare il maggior numero possibile di strutture urbane esistenti, riducendo al minimo le demolizioni e le ricostruzioni ex novo, avendo sempre presente la necessità di ridurre gli eventuali disagi che questa operazione di ristrutturazione - riconversione potrebbe provocare. Per incentivare gli interventi di ristrutturazione esistono sovvenzioni che vengono concesse sia per ristrutturazioni di singole costruzioni, sia per interi isolati; nel secondo caso si prevede di riqualificare lo spazio urbano creando per esempio nuovi spazi verdi, zone a traffico limitato, mantenere ma migliorare gli spazi per le piccole imprese e per i negozi che non siano in contrasto con le zone residenziali. Ciò che è sicuramente degno di nota è il fatto che i proprietari, i residenti ed i negozianti sono coinvolti nella progettazione fin dall’inizio ed è data loro la possibilità di proporre, discutere e risolvere qualunque conflitto possa insorgere; essi possono ricevere informazioni dettagliate sulle fasi di pianificazione, coordinamento e implementazione, nonché supporto di consulenza specifica da parte di esperti e di uno specifico project management. settore pubblico prende a ristrutturazione tramite sussidi annuali proprio carico fino al 90% dei costi di coperti di prestiti bancari. L’ammontare del 24 Il sussidio è però proporzionale al tipo di miglioria scelta e alle condizioni dell’edificio: peggiori sono le condizioni di partenza e più alto è il sussidio, maggiore è la qualità che si raggiunge con le migliorie previste, maggiore è il sussidio. Con questo modo di operare il piano di sviluppo sostenibile della città di Vienna fa sì che interventi di grande portata, che, altrimenti strutturati, avrebbero costi ragguardevoli, abbiano invece costi ragionevoli. Inoltre questo rinnovamento urbano ha fatto in modo di creare nuove opportunità lavorative in zone che, prima dell’intervento, erano degradate e a rendimento nullo; si capisce dunque come non ci sia solo un miglioramento estetico della città, ma anche un forte riscontro economico che coinvolge non solo il settore edilizio che interviene direttamente per le realizzazioni, ma anche le piccole imprese che si stabiliscono in queste aree recuperate. I criteri generali che possiamo trarre dal modello viennese di sviluppo urbano sostenibile sono i seguenti: 1) dare priorità ai criteri sociali: i programmi di rinnovamento devono essere pensati per chi vive nell’area di riferimento e tenendo sempre ben presente la loro possibilità finanziaria; questo evita che ciò che viene proposto risulti non considerato in quanto non alla portata dei cittadini lì presenti; 2) utilizzare un approccio interdisciplinare: il rinnovamento urbano, come già accennato, non è caratterizzato solo da misure tecniche, ma qualsiasi progetto di rinnovamento deve tenere in considerazione problemi sociali (la disoccupazione, il tasso di criminalità, le tensioni etniche, la tossicodipendenza) culturali, economici, estetici ed ecologici; 3) accettare i diversi stili di vita: si tiene dunque ben presente la diversità della domanda per ridurre al minimo il superfluo, dato che l’utilizzatore finale potrebbe essere sia una famiglia numerosa che un single alla domanda variegata corrisponde una offerta altrettanto diversificata; lo scopo dell’iniziativa non è tanto raggiungere lo standard qualitativo che offrirebbero nuove costruzioni quanto quello di migliorare più edifici possibile cosicché l’operazione si riveli più economica che costruire ex-novo; 4) avanzare a piccoli passi: cercare di migliorare in modo significativo con numerosi progetti di piccola scala pensati ad hoc a seguito di un’attenta e approfondita analisi cognitiva dei problemi, poiché non è vero che solo con interventi radicali e di ampio respiro si migliora la qualità della città e della vita; 5) informazione e formazione: tutte le parti coinvolte devono essere informate 25 repentinamente, e rese partecipi in modo attivo; affinché tutti siano attivi partecipanti occorre mettere a disposizione un supporto tecnico-professionale e speciali programmi formativi rivolti ad esperti ed a cittadini locali; 6) utilizzare la fase di start-up per impostare il quadro di riferimento: le basi per il futuro sviluppo sostenibile possono essere poste anche se le risorse economiche disponibili per portare avanti lavori di miglioramento non sono cospicue. In Austria gli strumenti legislativi rilevanti sono stati sviluppati quando le condizione economiche erano molto più deboli rispetto alla maggior parte dei paesi europei, ma questo può aver contribuito ad evitare il problema di immediate pressioni dalle differenti forze di mercato. Quindi i tempi “morti” possono essere usati per concentrarsi sui programmi prioritari e delineare strategie in modo indipendente basate su un attento studio della situazione specifica. 3.1 - Piano per lo sviluppo urbano per Vienna: STEP 05 Ciò su cui Vienna si sta concentrando in modo particolare negli ultimi anni è rafforzare la sua posizione come metropoli nel sud dell’Europa centrale. Il nuovo Piano per lo sviluppo urbano di Vienna si pone le seguenti domande: • Che tipo di economia e di requisiti di ubicazione saranno in grado di affrontare questa sfida? • Quale crescita demografica ci si deve aspettare e da dove proverrà? • Come si potranno conciliare il cambiamento delle condizioni di vita, la crescente domanda di qualità e di spazio abitativo? • Quali progetti infrastrutturali predomineranno nell’ubicazione urbana e come potranno essere impiegati al meglio per dare impulso allo sviluppo urbano? • Come possono le necessità di sviluppo essere armonizzate con gli obiettivi di preservare la qualità della vita e le risorse naturali? • Come potranno le esistenti aree edificate della città essere adattate per andare incontro alle nuove esigenze e alla domanda di qualità così da tenere le pressioni per gli insediamenti di nuova costruzione più basse 26 possibile? Lo STEP 05 si pone inoltre i seguenti obiettivi: • In un clima di competizione tra città e regioni, offrire sedi, infrastrutture e servizi innovativi, creare situazioni che favoriscano le attività di investimento e preservare un adeguato approvvigionamento locale di negozi ed imprese; • preservare in collaborazione con la Bassa Austria la varietà e la qualità dei luoghi di vita nella regione di Vienna, assicurando ed espandendo la Green Belt intorno a Vienna e il paesaggio del Danubio come elemento di struttura regionale; • concentrare lo sviluppo degli insediamenti lungo le linee di trasporto pubblico ad alta capacità significa usare in maniera prudente le risorse della terra, incoraggiare gli usi misti verticali e prevenire la segregazione sociale e funzionale; • incentivare la parte di trasporti ecocompatibili (bicicletta, percorsi pedonali, trasporto pubblico) rispetto alla totalità dei mezzi di trasporto possibili; ridurre la parte di trasporto individuale motorizzato; ridurre globalmente la generazione di traffico; • salvaguardare, stabilizzare e migliorare la qualità della vita a Vienna, assicurando pari opportunità a tutti gli abitanti, tenendo conto dei diversi stili di vita, origini, base sociale e bisogni speciali per quanto riguarda le persone con difficoltà motorie o gli anziani; permettere ad ognuno di vivere una vita significativa assicurando l’accesso a: vita culturale vita sociale educazione sanità ed assistenza case di dimensioni e qualità sufficienti spazi naturali e ricreativi garantendo previdenza sociale, sicurezza personale, protezione della proprietà, favorendo l’integrazione sociale. I principi sui quali si basa lo STEP 05 sono: • SOSTENIBILITA’ Il principio di sostenibilità ha lo scopo di permettere uno sviluppo che soddisfi le esigenze della generazione attuale senza limitare le occasioni di sviluppo delle generazioni future. Ciò significa tenere in considerazione 27 ed integrare i cambiamenti sociali, economici, ecologici. Queste tre dimensioni devono essere armonizzate per promuovere la sostenibilità nello sviluppo urbano. • PARTECIPAZIONE La partecipazione dei cittadini e l’uso dell'intero potenziale creativo della popolazione come supplemento alla democrazia rappresentativa sono gli obiettivi principali della partecipazione politica. Nel campo della progettazione la partecipazione significa la cooperazione intensa fra i vari attori ed abitanti della città e serve da strumento per il pareggiamento degli interessi nel processo di progettazione. STEP 05 definisce la partecipazione non solo come posizione programmatica della città, ma inoltre dichiara la necessità di fornire la struttura necessaria. Ciò sottintende la disponibilità delle risorse interne ed esterne dei reparti amministrativi della città, la protezione della decentralizzazione così come la messa a punto, attivamente, delle misure per mantenere vivi la cultura del dibattito politico e della partecipazione. • INTEGRAZIONE DEI GENERI L’integrazione dei generi nella progettazione urbana significa l'integrazione delle prospettive delle donne e degli uomini, delle differenti situazioni di vita e dei simultanei divergenti desideri fin dall'inizio in tutti i processi decisionali e di pianificazione progettuale. STEP 05 definisce l’integrazione dei generi come importante operazione trans-settoriale. L'integrazione dei generi significa l'orientamento obbligatorio di tutte le azioni di STEP05 sulla parità di trattamento delle donne e degli uomini, fin dall’ inizio del lavoro sulle misure da prendere. • DIVERSITA’ Vienna si impegna per una politica di coabitazione pacifica ed uguale e per la diversità delle culture, delle religioni e dei differenti stili di vita. L'immigrazione è normale per le metropoli europee e così anche per Vienna non è una situazione eccezionale. Una politica aperta e lungimirante in questo senso è cruciale. STEP 05 inoltre definisce il concetto di diversità come operazione transsettoriale, perché Vienna - proprio come altre capitali europee – si confronta oggi con la sfida di risposta ai cambiamenti sociali e di individuazione delle risposte innovatrici e durevoli alla politica di integrazione e di espansione. Con la precedente risoluzione del Consiglio della città, STEP 05 ora costituisce il documento e lo schema di base per tutte le azioni con un impatto speciale dei reparti 28 specializzati, degli uffici a valle e delle imprese della città di Vienna. Quindi, le procedure di zonizzazione, tra l'altro, devono seguire le indicazione di STEP 05 e tutte le variazioni richiedono discussioni notevoli. Ciò si applica analogamente ad altre misure che hanno un effetto spaziale, come nel settore dell'infrastruttura di trasporto, dell'alloggiamento, dell'acquisizione della terra, ecc. Si è programmato di monitorare STEP 05 sviluppando un appropriato insieme di indicatori e un metodo adeguato per il controllo continuo dei progressi verso il raggiungimento degli obiettivi e di tutte le deviazioni, così come dei risultati di progettazione (valutazione). I risultati devono essere presentati periodicamente (ogni cinque anni) al Consiglio della città sotto forma di rapporto di sviluppo urbano. 3.2 - Elaborati contenuti in STEP 05 Lo STEP 05 contiene una numerosa serie di analisi urbanistiche e demografiche presentate sotto forma di grafici, tavole, mappe. Verranno di seguito riportate quelle di maggiore rilevanza per l’area di progetto. 3.2.1 - Zone chiave di azione Il primo degli elaborati che viene presentato altro non è che una mappa delle zone chiave di azione per lo sviluppo urbano di Vienna; esse vengono definite dallo STEP 05 come sezioni coerenti della regione di Vienna caratterizzate da determinati temi/sfide e occasioni. Queste zone non sono delineate con precisione, in senso geografico, ma piuttosto sono l’insieme di zone contraddistinte dalle stesse necessità di intervento e con analoghi rapporti con funzioni collocate fuori della città o con parti di essa. Le zone chiave rappresentano un cambiamento radicale nella presentazione delle intenzioni e dei metodi di lavoro per lo sviluppo urbano. E’ infatti una novità il fatto di selezionare parti specifiche di città alle quali si dovrà prestare maggiore attenzione, durante gli anni venturi, a causa delle loro situazioni attuali o dei previsti 29 cambiamenti. Non importa se sia un particolare insieme di problemi di cui ci si deve occupare o se il distretto abbia potenziale e opportunità di sviluppo eccezionali che dovrebbero essere colti a vantaggio dell’intera città. I programmi di sviluppo specifici per ciascuna zona chiave, contenenti i provvedimenti concreti, saranno preparati e realizzati per le rispettive sfide e risoluzione dei problemi. Il piano prevede che siano invitati i distretti, gli attori relativi a tutte le organizzazioni interessate, i gruppi di cittadini ed i rappresentanti dell'imprenditoria. Poiché i programmi indirizzano verso specifiche mansioni ed argomenti, il lavoro potrà oltrepassare i confini amministrativi. I programmi di sviluppo urbano coprono normalmente l'intero territorio, ma sono completati e coordinati per le singole zone chiave di azione. Il piano indica inoltre che sarà prestata attenzione non solo alle zone chiave di azione, ma anche alle altre parti della città per quanto riguarda le necessità di sviluppo. Il piano stabilisce inoltre che i punti della progettazione integrante, nonché i principi di sostenibilità, diversità, partecipazione e integrazione dei generi saranno applicati a tutte le aree chiave di azione. Oltre alle misure appena dette dovranno essere applicate innovazioni nella protezione del clima e nel risparmio energetico in conformità con gli obiettivi del KLiP (programma di protezione del clima della città di Vienna); esso richiede l’impiego di fonti di energia alternative, maggiori standard di isolamento termico, edifici passivi a livello energetico, anche per le costruzioni commerciali, ecc. I programmi per le zone chiave di azione definiranno gli obiettivi di sviluppo e le misure adeguate al tema per un periodo di cinque - dieci anni. L'esperienza con i programmi sovvenzionati dalla città di Vienna e dall'UE indica che è significativo definire i metodi ed il contenuto dei programmi per abbinarli al rispettivo obiettivo. Ci dovrebbe essere un contenuto minimo, che è lo stesso per tutti i programmi e questo è inoltre un requisito preliminare per poter controllare l'esecuzione. I contenuti includono: • definizione dell’area chiave di azione; • analisi dei più importanti problemi, cambiamenti e possibilità di sviluppo dell’area; • formulazione di obiettivi di programma più concreti possibile; • quantificazione delle misure destinate a contribuire al successo degli obiettivi definiti; • stima del tempo necessario per l'attuazione del programma; • fasi di esecuzione, calendario di lavoro e responsabilità. 30 L’area di progetto, evidenziata nella mappa mediante il cerchio giallo, ricade esattamente in un’area compresa tra la cintura occidentale (Westgürtel) e la valle del fiume Vienna (Wiental); entrambe queste aree sono individuate e catalogate nel nuovo piano urbanistico della città di Vienna come zone chiave di azione per lo sviluppo urbano secondo quanto si può vedere nella figura soprastante. Da qui deriva l’importanza dell’area volontà rinnovarla di di progetto e e la riqualificarla mediante un intervento che non sia solo dispendioso, ma che sia capace di generare profitto, perciò accanto a funzioni abitative e di svago viene richiesto l’inserimento di funzioni commerciali che siano in grado di produrre reddito. Il Gürtel, che è una delle vie di comunicazione più attraversate di Vienna, è considerato una barriera e un confine fra i Figura 18. Un'immagine della affollata interni ed esterni. Si intende dunque aumentare la qualità della vita di 31 Westgürtel. distretti tutti gli abitanti mediante misure di rinnovamento urbano quali la stabilizzazione delle vie commerciali adiacenti, una migliore immagine ed un miglioramento delle strutture residenziali del Gründerzeit, una migliore organizzazione del traffico e una politica della diversità. Wiental è non solo “il cancello verde„ dell'ingresso alla città provenendo da ovest, ma anche uno degli elementi strutturali più importanti della città insieme al Canale del Danubio, al fiume Danubio e al Gürtel. La serie di obiettivi di sviluppo urbano che ci si propone di raggiungere va dal rendere Figura 19. Una delle molte possibili escursioni per la Wiental. possibile sperimentare e vivere il paesaggio del fiume al disegno della zona anteriore del palazzo di Schönbrunn e all’incentivare una maggiore concentrazione di usi economici. 3.2.2 - Schema per lo sviluppo spaziale della Regione di Vienna 32 L'orientamento spaziale di Vienna - questo significa rapporti economici regionali, itinerari di interscambio, movimenti di shopping e turismo – negli anni a venire si sposterà definitivamente verso est. Le strutture spaziali che sono emerse prevalentemente dalle condizioni dell’Europa nel dopoguerra e largamente orientate verso Ovest e Sud ora vengono man mano sostituite da un’aperta e permeabile regione nell’Europa centrale che intrattiene relazioni economico-culturali in tutte le direzioni. 3.2.3 - Schema di sviluppo economico Lo schema di sviluppo spaziale economico per Vienna comprende il sistema di centri urbani, le aree di sviluppo di rilevanza strategica, le misure per assicurare le esistenti strutture d’impresa e le definizioni del progetto di sviluppo della struttura agricola per Vienna (AgSTEP). 3.2.4 - Schema di sviluppo dell’edificazione Il seguente schema ha lo scopo di definire tre diverse categorie di stanziamento che si differenziano per la densità di edificazione. Le aree raggiungibili dai mezzi di 33 trasporto pubblico di grande capacità avranno un’elevata densità abitativa, mentre le zone a bassa densità saranno dominate da spazi verdi e abitazioni unifamiliari. 3.2.5 - Aree prioritarie per lo sviluppo di Vienna 34 Lo STEP 05 ha definito le priorità spaziali e temporali per sviluppo urbano di Vienna nell’avvenire, basandosi sulla pianificazione dell'infrastruttura ed in conformità con gli obiettivi della città compatta e dello sviluppo urbano sostenibile. Si intende infatti affrontare ingenti investimenti per lo sviluppo dell’infrastruttura secondo quanto previsto dal Transport Master Plan per migliorare l'accessibilità di alcune località aumentando così la loro attrattiva. I miglioramenti più significativi saranno realizzati in quelle zone che erano finora in grande svantaggio riguardo l’accessibilità. 3.2.6 - Schema di sviluppo: aree verdi nella Regione Urbana 35 In uno sviluppo orientato verso la sostenibilità, il mantenimento e l’ulteriore sviluppo dei paesaggi e degli spazi verdi all'aperto rappresenta una componente fondamentale dello sviluppo urbano e costituisce un principio base, in una visione a lungo termine, per la conservazione della qualità della vita. Lo schema “Gli spazi verdi della Regione Urbana” è basato su questi principi e definisce i confini fra i paesaggi over-arching e le aree urbane costruite; al di fuori di questi confini non è consentito costruire e stabilirsi per i prossimi 10-15 anni. 3.2.7 - Schema di sviluppo spaziale per Vienna Nei prossimi decenni, Vienna andrà perdendo il tradizionale orientamento a sudovest in favore di uno sviluppo urbano che offra impulsi ed occasioni in tutte le direzioni. STEP 05 prende questi impulsi, li impacchetta e li mette a fuoco negli schemi di sviluppo. “Lo schema di sviluppo spaziale per la Regione” evidenzia il nuovo orientamento di Vienna verso un moderno, economicamente e politicamente integrato centro Europa. Nello “Schema spaziale di sviluppo per Vienna” sono state sintetizzate le prospettive dei seguenti “Schema spaziale di sviluppo economico”, “Progetti di sviluppo delle zone verdi nella regione urbana” e “Schema di sviluppo di stanziamento” interne. Lo schema spaziale di sviluppo mostra che lo sviluppo di Vienna continuerà ad 36 i quali costituiscono una struttura di navigazione per lo sviluppo delle strutture urbane incentrarsi principalmente sulle zone lungo l’asse accessibile mediante il trasporto pubblico di grande capacità; esso è infatti necessario agli abitanti dell’hinterland di Vienna per avere accesso ai lavori e alle attrezzature di Vienna senza dover ricorrere all’automobile di proprietà. Nei prossimi anni, Vienna continuerà a perseguire la politica di sviluppo compatto di stanziamento sostenibile ed espansione urbana economico-fattibile. Le condizioni che devono verificarsi affinché ciò possa accadere sono: crescita controllata dei mezzi individuali di trasporto motorizzato; mantenimento di un prezioso spazio ai bordi della città per gli scopi di ricreazione e di contatto con la natura; applicazione di modi di costruire che consentano di risparmiare spazio ed energia nelle aree urbane di nuova edificazione; rendere i distretti urbani accessibili estendendo le linee sotterranee ed introducendo nuove, moderne linee tramviarie per incoraggiare lo sviluppo di nuove aree di affari, nuovi centri direzionali, e comunità moderne con demografia mista. 37 4 – La disabilità in Austria L’Austria, come tutti gli altri paesi della Comunità Europea, ha recepito la Direttiva quadro 2000/78/CE riguardante le pari opportunità; essa si occupa specialmente dell’ambito lavorativo, garantendo ai portatori di handicap la possibilità di accedere ai posti di lavoro, esercitare la loro attività ed avere la possibilità di avanzare di carriera. In tale direttiva si specifica che la discriminazione, compresa quella basata sugli handicap, può impedire il conseguimento degli obbiettivi preposti dal Trattato CE, come il raggiungimento di un elevato grado di occupazione; di primaria importanza è dunque la lotta alla discriminazione fondata sull’handicap. Il legislatore austriaco, recependo la suddetta direttiva quadro, ha deciso di estendere tali valori garantendo una tutela molto ampia ai portatori di handicap; oltre a redigere quindi la Legge federale sulle assunzioni dei portatori di handicap Behinderteneinstellungsgesetz (BEinstG), ha emanato una seconda legge riguardante il cosiddetto “ambito generale”: la Behindertengleichstellungsgesetz (BGStG), o Legge federale per la parità dei portatori di handicap. La BGStG mira ad eliminare ogni forma di discriminazione verso i diversamente abili, garantendogli una piena partecipazione alla vita sociale; andando oltre la Direttiva 2000/78/CE, la BGStG accorda dunque alle persone portatrici di handicap una tutela “generale”, promuovendone la parità in tutti gli ambiti di vita. La Legge federale per la parità dei portatori di handicap (BGStG) pone il divieto di discriminazioni dirette o indirette, che riguardano anche le maggiori difficoltà di accesso incontrate dai diversamente abili e la conseguente eliminazione delle barriere negli ambienti di vita. Tuttavia l’eliminazione di ogni tipologia di barriere deve attenersi ad un concetto di proporzionalità: essa non è più necessaria qualora la sua attuazione comporti costi sproporzionati agli effettivi benefici. Le due leggi austriache ricalcano fedelmente in ampie parti la direttiva europea, che però tratta l’argomento in maniera vaga ed indeterminata per consentirne il 38 recepimento a tutti gli stati membri: trattandosi di una direttiva quadro, essa si limita infatti a tracciare l’orientamento da seguire per i diversi legislatori, piuttosto che fornire norme specifiche. Di conseguenza emerge una mancanza di approfondimento su molte questioni riguardanti l’argomento, che probabilmente avrebbero necessitato una maggiore chiarificazione, lasciando l’applicazione del diritto nei singoli casi specifici all’interpretazione dei giudici. Altro campo legislativo sull’argomento è quello che riguarda l’istruzione: in Austria la scuola è obbligatoria per tutti i bambini fino a 15 anni: inizia con la scuola elementare a 6 anni, per un totale di 9 anni di scuola. Dopo i 4 anni delle scuole elementari, vi è una prima divisione tra la scuola secondaria moderna (della durata di 4 anni) e scuole che preparano ad una istruzione generale superiore (della durata di 8 anni). Dopo 12 anni di studio viene rilasciato un certificato che consente l’accesso all’università. Figura 20. Schema riassuntivo del sistema scolastico austriaco; fonte: Ministero dell’Educazione della Scienza e della Cultura. 39 Quasi tutti gli studenti con disabilità seguono generalmente la scuola dell’obbligo insieme agli studenti normodotati, salvo alcuni rari casi di scuole specializzate per determinate disabilità, come ad esempio scuole per non vedenti o non udenti. La legge sull’educazione non prevede un insegnamento integrato per le scuole che forniscono un insegnamento generale e per quelle intermedie che forniscono una educazione superiore, solo le scuole intermedie professionali offrono un tutoraggio integrativo per gli studenti con esigenze specifiche; solo il politecnico, che rappresenta il modo di completare il 9° anno per perfezionare la scuola dell’obbligo, fornisce per legge un insegnamento integrativo per i giovani con bisogni speciali. In alternativa al politecnico, per i giovani con bisogni speciali c’è la possibilità di trascorrere il 9° anno come un anno di preparazione professionale in apposite scuole; oltre a tali scuole professionali, una vasta serie di professioni possono essere imparate con l’apprendistato nel contesto di un sistema di educazione professionale doppio. In definitiva a ciascuno studente portatore di handicap è data la possibilità di superare tutti i diversi gradi di istruzione, ma le attività integrative non sono previste e di conseguenza ben pochi riescono a conseguire un certificato che gli permetta di accedere all’università. Seguendo il ristretto numero di offerte scolastiche riservate ai diversamente abili o con attività integrative obbligatorie non si può conseguire un certificato idoneo per l’università, ma si può tuttavia avere un’istruzione specifica che avvii alla carriera professionale. 4.1 – Città cordiali La città di Vienna ha aderito al progetto europeo “Città cordiali”, approvato nel 2004 nell’ambito dell’Iniziativa Comunitaria Interreg III B, con l’Assessorato al Turismo della Regione Emilia Romagna come capofila di 15 partner in rappresentanza di 5 Stati: Italia, Austria, Germania, Grecia e Romania. Esso è basato sulla condivisione di strategie di sviluppo delle città, in cui l’accessibilità per tutti è visto come un importante elemento di qualità. Un’indagine condotta a livello europeo ha evidenziato come le aspettative di un turista “normale” e di uno con disabilità siano traduce in una città più comoda e funzionale per tutti. 40 per buona parte le stesse, perché una città accessibile per i portatori di handicap si L’accessibilità in questo senso non si traduce solo con l’abbattimento delle barriere architettoniche, ma con la completa trasformazione delle città intese come “dormitori” in ambienti a misura d’uomo, dotate di servizi di qualità e di occasioni di svago. Oltre alle barriere architettoniche, che creano ostacolo ai diversamente abili e rendono scomoda la città ai normodotati, bisogna abbattere anche le barriere culturali: l’indagine CARE (Città Accessibili delle Regioni Europee), condotta a livello europeo su un campione di oltre 6.000 individui, ha evidenziato come il principale desiderio di tutti i turisti prima di partire sia quello di incontrare al loro arrivo una città con persone cordiali e disponibili, pronta culturalmente ad accogliere gli stranieri. L’accessibilità è la componente primaria per la gradevolezza delle città per chi le visita e per il miglioramento delle condizioni di vita dei residenti; il Progetto CARE si pone come obbiettivo quello di costruire una rete europea di città che abbiano almeno un itinerario pienamente accessibile, proponendo delle reti a tema di servizi specializzati (percorsi nel verde, itinerari enogastronomici, reti di eventi culturali, ecc.) in grado di rappresentare l’identità della città in questione adatti a ciascun tipo di turista, compresi ovviamente i portatori di handicap. Tra le principali aspettative degli intervistati è emersa l’efficienza e l’accessibilità della rete di trasporti pubblici, sentita in egual misura da ciascuna categoria di turista. Il problema dell’abbattimento delle barriere architettoniche è invece lievemente più sentito dai portatori di handicap. Ad un campione analogo al primo è stato invece chiesto cosa li avesse favorevolmente impressionati al ritorno da un viaggio in una città estera e la “graduatoria” è risultata sensibilmente diversa rispetto a quella delle aspettative: ai vertici si sono trovate la gastronomia, le bellezze artistiche, le bellezze naturali, lo shopping e gli eventi culturali; la cordialità e l’accoglienza sono passate al sesto posto, mentre i trasporti pubblici e l’accessibilità dei luoghi sono tra gli ultimi. Questo fatto evidenzia come i tre elementi più desiderati andando a visitare una città sono raramente riscontrati dai turisti, essendo di fatto molto più facile trovare un buon piatto da gourmet piuttosto che la disponibilità delle persone, per non parlare di trasporti pubblici efficienti e luoghi veramente accessibili. L’indagine evidenzia come sia necessario compiere notevoli sforzi verso l’adeguamento dei sistemi di trasporto pubblici e l’abbattimento delle barriere architettoniche, nonostante la situazione sia già lievemente migliorata nel corso degli ultimi anni. Altro aspetto fondamentale per i turisti è quello della semplicità nel reperire informazioni precise ed affidabili, soprattutto nel caso dell’accessibilità dei 41 luoghi che un diversamente abile intende visitare. Di seguito si riportano i risultati dell’indagine per quanto riguarda la città di Vienna, tratta dal sito ufficiale della CaRTA, rassegna stampa del Progetto CARE. Da CaRTA Press – Care Rassegna Turismo Accessibile: “Ai turisti con esigenze speciali la capitale austriaca offre servizi e ausili per godere al meglio delle tante attrattive artistiche e di divertimento. È tra le mete turistiche all’estero accessibili a persone con disabilità: molte le strutture museali e non, senza barriere e con ausili. Tra queste il Castello di Schonbrunn, dichiarato “patrimonio comune dell’umanità” dall’Unesco: prevede aree di parcheggio per persone diversamente abili, sedie a ruote gratuite per chi non può percorrere lunghi tratti a piedi, ascensore con segnalatore sonoro, per i turisti non vedenti la possibilità di “toccare” alcuni oggetti esposti, mentre a disposizione delle persone non udenti sono previsti alcuni testi ridotti per tour guidati. Più che accessibili il Prater, parco pubblico che si estende tra il Dunaukanal e il Danubio, ed il Prater Museum, museo di storia e documenti con ingresso a porta scorrevole (larghezza 160 cm x 2) e una rampa con 13% di pendenza (meno raggiungibile la balconata della Sala espositiva con 20 scalini circa). Senza barriere il Museo di Storia Naturale (Naturhistorisce Museum), sede di collezioni di particolare interesse (meteoriti, paleontologia, botanica, insetti e pesci): per le persone ipo e non vedenti, offre gratuitamente una guida in braille, mentre per i turisti non udenti è possibile prenotare (+43 1 0222 52177) visite guidate speciali. L’accesso al Museo per le persone su sedia a ruote ha solo otto scalini di impedimento, ma il personale del Museo ha le competenze necessarie per aiutare nel superamento della barriera. In mostra al Museo di Storia dell’Arte le più grandi collezioni di arte europee: qui sono tre le aree parcheggio esclusivamente riservate alle persone con disabilità e personale competente all’accompagno e alla segnalazione dei percorsi di accesso facilitati. Imperdibili le visite ai teatri: il Burgtheater, il primo teatro imperiale, (una rampa per l’accesso, parcheggi riservati, posti riservati a persone su sedia a ruote, cuffie “speciali” per persone non udenti) ed il Teatro Lirico di Vienna, accessibile solo superando tre scalini, ma è possibile richiedere l’impianto di una rampa.” 1 Da questa analisi si evince come la città di Vienna si sia attrezzata nel tempo con numerosi itinerari pienamente accessibili, quasi tutti nell’ambito della cultura e dello http://www2.comune.venezia.it/cartapress/indexarticoli.php?pagina=leggi&idarticolo=184 42 1 svago. Questo la rende una meta ideale per qualsiasi tipologia di turista, in grado di soddisfare la maggior parte delle aspettative di un visitatore e proponendo sempre la soluzione ideale per ciascuna esigenza; anche nei rari edifici in cui permangono delle barriere architettoniche, si nota come il personale sia in grado di fornire una valida assistenza. 4.2 – Visitando Vienna Al fine di contestualizzare al meglio il lavoro in oggetto, si è ritenuto utile effettuare un lungo sopralluogo nella città di Vienna, per verificare le incoraggianti notizie apprese riguardanti l’accessibilità della città, con particolare riferimento al sopracitato Progetto CARE. La prima cosa che salta all’occhio del visitatore è l’abbondanza e la qualità dei mezzi pubblici; quasi ogni angolo della città è raggiungibile mediante una delle cinque linee di metropolitana (U1, U2, U3, U4 e U6) o una delle quindici linee di treni urbani (S1, S2, S3, S4, S5, S6, S7, S8, S9, S15, S40, S45, S50, S60 e S80), cui si aggiunge un gran numero di linee tramviarie. Numerose sono anche le stazioni di scambio tra una linea e l’altra, rendendo disponibili sempre diversi itinerari per raggiungere il medesimo punto; per chi ha scarso senso dell’orientamento all’inizio può essere difficile trovare la soluzione più breve tra le tante disponibili, ma si tratta di un inconveniente del tutto trascurabile rispetto alla totale mancanza di copertura dei mezzi pubblici a Roma. Si ha la sensazione di trovarsi in una città in cui possedere un’automobile sia realmente superfluo e tale impressione è supportata dal fatto che il traffico automobilistico risulta ridotto al minimo. Notevole è anche l’accessibilità delle linee metro: anche nella più periferica U6, caratterizzata da carrozze datate e pittoresche, almeno un vagone di ciascun treno è agibile, riconoscibile dalle linee più moderne; sono sempre presenti gli spazi per lo stazionamento delle sedie a ruote e delle numerosissime biciclette ed in ogni stazione alle scale si affiancano spaziosi ascensori. Visitando la città si nota come la maggior parte dei luoghi pubblici sia accessibile, citati, pienamente accessibile è anche il prestigioso Albertina, che garantisce la piena 43 in accordo con quanto scritto nel rapporto della CaRTA. In aggiunta ai musei sopra fruibilità di ogni sua sezione senza alcuna restrizione; è consentito l’accesso ai cani per i non vedenti, sono distribuiti gratuitamente sedie a ruote ed ausili alla mobilità presso il guardaroba principale, l’ingresso di accompagnatori per non vedenti o sedie a ruote è gratuito e sono garantite due aree di parcheggio riservate ai diversamente abili. Nella città, specialmente nell’Innere Stadt (centro città), i percorsi pedonali sono ampi e numerosi, con buona presenza di sedute per il riposo ed un’abbondanza di aree verdi; quasi sempre i tanti ciclisti dispongono di una loro corsia riservata. La sensazione che si ha percorrendo le strade o visitando i luoghi di interesse di Vienna è quella di trovarsi veramente in una città a misura d’uomo, in cui il piacere di visitare raramente è ostacolato da qualsivoglia barriera architettonica. 44 5 – Schindler Award Un "mondo accessibile a tutti", anche a persone diversamente abili. Questa è la filosofia che ispira lo Schindler Award for Architecture, concorso aperto agli studenti e alle facoltà di architettura di tutta Europa, oltre che a quella di Ingegneria EdileArchitettura in Italia. Malgrado i progressi compiuti da norme e prescrizioni, ancora oggi moltissime persone disabili vengono ostacolate da inutili barriere presenti negli edifici e nelle loro immediate vicinanze. Nel 2003, per dare un proprio contributo all' "Anno europeo delle persone con disabilità", il Gruppo Schindler ha indetto per la prima volta il concorso Schindler Award "Access for All". Dato il successo della prima edizione, la Schindler ha deciso di dare un seguito all'iniziativa e indire il concorso ogni due anni. Le prime edizioni, quella del 2003/2004 e quella del 2005/2006, sono state ambientate rispettivamente a Bruxelles ed a Parigi; alla prima hanno partecipato 497 studenti appartenenti a 72 università europee, per un totale di 78 progetti partecipanti al concorso, mentre alla seconda il numero è aumentato a 504 studenti da 58 università, per un totale di 88 progetti partecipanti, 74 nella graduatoria tra studenti e 14 in quella tra università. L'edizione 2007/2008 ha come scenario la città di Vienna ed è incentrata sul tema di "Urbanismo inclusivo". La sfida posta agli studenti è quella di rendere "accessibile a tutti" un'area della capitale austriaca che si trova all'intersezione fra l'anello ovest (Westgürtel) e la valle del fiume (Wiental): una zona che sembra esser stata dimenticata e rimane completamente avulsa dal resto del vivace dinamismo cittadino. A questa edizione ha partecipato il ragguardevole numero di 957 studenti, iscritti a 95 diverse università di architettura da 22 paesi europei, per un totale di 125 progetti, di cui 86 nella graduatoria tra studenti e 35 in quella tra università, questi ultimi preselezionati da un totale di 244 progetti. Uno degli scopi principali della competizione è quello di avviare un cambiamento 45 di mentalità riguardo l’approccio dei progettisti ai problemi di disabilità: il problema più grande è che gli architetti vedono la normativa in materia come un ostacolo alla loro creatività e si limitano ad “adattare” il progetto una volta finito per renderlo conforme alla legge, mentre la difficoltà di rendere un ambiente confortevole per tutti dovrebbe rappresentare lo stimolo per una progettazione migliore e più coscienziosa. Ad un certo punto nella nostra vita, circa 2/3 della popolazione diventa dipendente dall’ambiente progettato, un ambiente che dovrebbe essere fatto per accontentare sia il normodotato che il diversamente abile. Chi di noi non è direttamente affetto da un'incapacità molto probabilmente ha una zia, un amico o un conoscente la cui vita è stata resa più complicata dalle barriere architettoniche presenti nella maggior parte degli edifici. E’ importante riconoscere che diventare disabile può accadere non solo agli altri, ma a chiunque. "L'accessibilità per tutti" non significa semplicemente pianificare l’ accessibilità per una sedia a ruote nella progettazione; piuttosto significa che il progettista deve affrontare la progettazione tenendo presenti le necessità particolari di tutti i tipi di handicap che affliggono gli individui. Per quanto attiene alla progettazione di edifici gli handicap che colpiscono le persone sono suddivisibili in tre categorie: • incapacità motoria, che può richiedere anche l’uso di una sedia a ruote; • difficoltà visive, che vanno da una cattiva vista alla sua totale mancanza; • difficoltà uditive, che vanno dall’avere problemi a sentire alla totale sordità. In Europa, più di 100 milioni di individui sono presi in considerazione per una progettazione più attenta: • 35 milioni sono coloro che hanno difficoltà motorie, 350.000 dei quali è costretto su una sedia a ruote; • 70 milioni hanno problemi di udito, 800.000 dei quali è totalmente sordo ; • 8 milioni hanno problemi visivi, di cui 600.000 sono legalmente riconosciuti come ciechi; Quello che è cruciale riguardo questi numeri tuttavia è che essi non devono essere considerati statici ma devono essere percepiti come valori dinamici, in continua evoluzione. Una persona che è sana oggi può non essere in grado di spostarsi così facilmente tra 20 anni, anche solo per via dell’anzianità, e può avere bisogno di occhiali. La maggior parte degli individui con incapacità sono proprio le persone anziane, che spesso soffrono di una combinazione di più tipologie di disabilità. Inoltre, 46 vincoli cognitivi come difficoltà di orientamento o comunicazione, debilitazioni intellettive o mentali possono aggiungersi ai problemi del disabile. 5.1 - Accessibilità Il concetto di accessibilità per tutti è centrale in questo concorso, ma l'ambito è molto più ampio del semplice ostacolo fisico. Le qualità urbane e architettoniche di collegamenti interni, esterni, orizzontali e verticali da e per tutte le funzioni deve essere uguale per utenti diversamente abili e normodotati. Fruire gli spazi vasti o confinati, coperti o aperti, oscuri o luminosi dovrebbe essere un piacere per tutti: questo è un imperativo morale in una società democratica. Per le persone con mobilità ridotta, gli immediati dintorni della residenza possono diventare la loro totale sfera di azione. Mentre le persone normodotate possono facilmente recarsi nei luoghi scelti, una persona diversamente abile deve spesso contare esclusivamente sulle attrattive già offerte nel ristretto raggio d’azione della propria mobilità. Allo scopo di ampliare tale raggio, i requisiti di una maggiore accessibilità dovrebbero essere soddisfatti dagli spazi pubblici e dalle strutture pubbliche più di quanto esse facciano attualmente. Provvedere alle necessità giornaliere dando accesso alle attività all'aperto, offrire esperienze diversificate di spazio, dare una sensazione di sicurezza, fa tutto parte di un progetto ben congegnato. Tutte le seguenti richieste non dovrebbero essere viste come limitative per l’ estetica della progettazione, ma piuttosto incoraggiare la creatività architettonica. • Mobilità ridotta: benché coloro che utilizzano la sedia a ruote non siano il segmento più ampio delle persone con disabilità, ha senso impiegare l’accessibilità alle sedie a ruote come standard di progetto. Quando un edificio è progettato in maniera che sia accessibile per le sedie a ruote, le più importanti esigenze per la maggioranza delle persone diversamente abili sono soddisfatte e ci sono meno barriere per coloro che hanno difficoltà visive. Gli elementi che facilitano la fruizione agli utenti su sedia 47 a ruote rendono l’accesso a questi ambienti più facile anche per i bambini. • Difficoltà visive: le persone con problemi visivi sono più facilmente aiutate da misure visive, acustiche e tattili. Potenziare l'illuminazione, usare colori contrastanti, corrimano lungo le scale, linee di guida o variazioni tattili sul pavimento possono rendere molto più facile la percorrenza di ambienti complessi. Elementi speciali come una buona illuminazione, segnali leggibili e pittogrammi sono anche importanti per le persone che hanno un handicap cognitivo, e può essere un fattore risolutivo affinché essi siano in grado di percorrere un ambiente facilmente e autonomamente. • Difficoltà uditive: gli individui con problemi di udito sono dipendenti da dispositivi tecnici, come sistemi di induzione per apparecchi acustici. La buona illuminazione migliora la lettura del labiale, fornendo un altro modo di comunicare. • Scarso senso dell’orientamento: come conseguenza di problemi visivi o di disagi psichici, ma anche molto spesso come conseguenza di problemi di udito, il senso dell’orientamento può risultare compromesso in modo critico. Elaborare un segnale non sarà vantaggioso in questo caso: un progetto urbano e architettonico chiaro con un sistema di circolazione gerarchico, il buonsenso e la disposizione logica saranno di grande aiuto per coloro che soffrono di un ridotto senso dell'orientamento. • Disturbi sociali: alcuni disturbi non hanno alcuna causa fisica o psichica, ma sono dovuti a circostanze più strettamente connesse alla società in cui viviamo. Una donna lavoratrice con dei bambini piccoli è divisa tra i suoi doveri di madre ed i suoi impegni di lavoro e questo può causarle disturbi nel caso non riesca a soddisfare i bisogni giornalieri della famiglia, a trovare un luogo sicuro di svago per i figli, ecc. Un ambiente urbano che offra servizi adeguati, aree pubbliche sicure e quartieri efficienti soddisferà la maggior parte delle sue necessità. 48 5.2 - Qualità della vita Da Wikipedia, l'enciclopedia libera: "La qualità di vita o “benessere” della popolazione di una comunità, città o nazione, è un argomento importante in economia, scienze politiche e sociologia. Quando una città ha una buona qualità di vita, significa che la maggioranza della sua popolazione può fruire di una serie di vantaggi politici, economici e sociali che le permettono di sviluppare con discreta facilità le proprie potenzialità umane e condurre una vita relativamente serena e soddisfatta. Si misura per mezzo di numerosi indicatori economici e sociali. Gli indici economici sono abbastanza facilmente misurabili. Invece, gli indicatori sociali, quali ad esempio la sicurezza dal crimine, la sperequazione sociale, la libertà politica, la salute fisica, l’accesso all’istruzione, l’inquinamento e altri simili, sono più difficili da misurare. Questo fatto ha creato uno squilibrio tra la due categorie di indicatori, con il risultato che gli specialisti hanno elaborato criteri standard di quantificazione per gli aspetti economici, ma hanno avuto difficoltà ad accordarsi su come misurare gli altri e a stabilirne la percentuale di importanza reciproca.” 2 Per migliorare la qualità della vita il bando di concorso propone che quest’area inutilizzata sia trasformata in un'area di attrattiva sia per uso pubblico che privato dotata delle seguenti funzioni: • Un parco pubblico lungo Dunklergasse che offra piacevoli percorsi all’aperto e confortevoli aree di sosta così da alzare la qualità della vita in questo luogo densamente popolato. Il parco dovrebbe offrire strutture affinché i giovani possano giocare e divertirsi, mentre gli adulti e gli anziani possano sfruttarlo per rilassarsi, entrare a contatto con la natura ed incontrare amici, favorendo l’integrazione sociale. • Un edificio residenziale che offra una confortevole sistemazione per famiglie a basso reddito. Esso deve soddisfare i fabbisogni giornalieri di tutte le diverse tipologie di famiglie (entrambi i genitori lavoratori, single, ecc.) mediante l’inserimento di piccoli negozi e di un luogo sicuro all’aperto per il divertimento dei più piccoli. http://it.wikipedia.org/wiki/Qualità_di_vita 49 2 • Un centro polifunzionale per la comunità con una grande sala multifunzione (danza, incontri, sport, ecc.), una palestra, strutture didattiche (artigianato, arti, insegnamento, ecc.) ed un bar. • Un parco sulla riva del fiume che consenta l’accesso al Fiume Vienna da parte degli abitanti del quartiere ed offra strutture sportive all’aperto perché la gioventù possa lasciarsi andare. 5.3 - Sostenibilità Per molti, la sostenibilità è poco più di uno slogan alla moda. Per urbanisti e architetti, deve essere una concreta direttiva secondo cui agire. Estratto da sviluppo Sostenibile UNECE - concetto e azione: “Quando la Commissione Mondiale sull’Ambiente e Sviluppo (Commissione Brundtland) pubblicava il suo rapporto nel 1987, ha presentato un nuovo concetto uno sviluppo sostenibile. Il concetto è diventato uno degli approcci più efficaci introdotti negli ultimi anni. Infatti, ha aiutato a far prendere forma al programma internazionale ed al giudizio della comunità internazionale su sviluppo economico, sociale e ambientale. Il rapporto della Commissione Brundtland ha definito sviluppo sostenibile come "sviluppo che incontra le necessità delle generazioni correnti senza compromettere le possibilità delle generazioni future di soddisfare le loro necessità.” Il concetto sostiene un forte sviluppo economico e sociale, in particolare per la gente con un tenore di vita più basso. Contemporaneamente sottolinea l'importanza di proteggere le risorse naturali basilari e l'ambiente. Il benessere economico e sociale non può essere migliorato con misure che distruggono l'ambiente. La solidarietà intergenerazionale è cruciale: tutto lo sviluppo deve considerare il suo impatto sulle opportunità per le generazioni future.” http://www.unece.org/oes/nutshell/2004-2005/focus_sustainable_development.htm 50 3 3 Lo stato trascurato del sito di concorso offre una sfida alla sostenibilità in tutti e tre i suddetti campi. Tuttavia, visti gli obiettivi di concorso, non tutte le sfide di una città sostenibile possono essere affrontate. Il bando propone il seguente percorso verso una migliorata sostenibilità: • Reclamare la terra incolta che ora è utilizzata esclusivamente per la viabilità ed impiegarla in modo economicamente e socialmente intelligente, per parchi pubblici, un quartiere residenziale ed un centro per la comunità. • Ridurre le emissioni del traffico sul quartiere circostante. • Incoraggiare la città di Vienna a rimuovere le scorie tossiche proponendo un uso vantaggioso dell'area per i suoi abitanti. • Dare accesso al fiume in modo tale da restituire ai residenti la percezione del Fiume Vienna. • Migliorare le condizioni sociali nel quartiere attraverso la costruzione di un centro per la comunità ed attività mirate all’integrazione degli immigrati. • Alimentare una maggiore identificazione dei residenti con il loro quartiere creando attraenti spazi pubblici. • Aumentare lo sviluppo economico dei distretti circostanti migliorando la qualità e le attrattive del complesso urbano ed alzando il livello di educazione e le esperienze sociali della gioventù nell'area. Sfortunatamente, dare l'accesso al fiume avrà solo un limitato impatto ecologico, in quanto il letto del corso d’acqua deve rimanere artificiale, esattamente così come è ora; tuttavia, è un piccolo passo verso un ambiente più naturale e verso fiumi meno costretti dalle nostre città. La possibilità di sperimentare l'elemento dell’acqua nella sua forma di base, come un piccolo fiume sulla strada dal Wienerwald al Danubio può creare più consapevolezza e rispetto per un bene naturale che ha modellato una parte importante della topografia di Vienna. L'impatto ecologicamente più rilevante sarebbe certamente ottenuto risolvendo il problema della perdita tossica, ora ben nascosta in profondità nel terreno. Evidentemente l’enorme costo di un tale tentativo, stimato in decine di milioni di Euro, ha scoraggiato la Città di Vienna dall’intraprendere i passi necessari. Non è richiesta dal concorso la bonifica del terreno, tuttavia il rischio che nel corso del tempo le tossine filtrino nel corso d’acqua sotterraneo della valle del Fiume Vienna dovrebbe rendere la ripulitura una priorità principale per l’amministrazione. concettuali e tecnici della progettazione. Alla scala richiesta per il progetto non sarà 51 In ogni caso, è richiesto che la sostenibilità sia espressa mediante dettagli possibile evidenziare con dovizia di particolari fattori come il consumo di energia, materiali rispettosi dell’ambiente, ecc. Tuttavia bisognerà dimostrare di aver chiare le problematiche ad essi legate e di aver quantomeno ragionato sull’argomento, in quanto un progettista oggi non può astenersi dal prendere seriamente in considerazione questi argomenti. 5.4 - Economia Ecologica Nessuna pianificazione della città o attività di sviluppo può essere realizzata senza uno stretto riguardo per l’economia. Molti "prodotti" di pianificazione della città, come un parco urbano, un ambiente libero dallo smog, un quartiere socialmente integrato o, più in generale, la qualità di vita, non hanno nessun riscontro finanziario diretto, perciò questi "prodotti” molto spesso non vengono semplicemente considerati nel bilancio economico. L'economia ecologica è un metodo che consente di prendere in considerazione tutti quegli elementi senza un diretto legame tra costi e ricavi finanziari. Da Wikipedia, l'enciclopedia libera: “L'economia ecologica è un approccio alla teoria economica basato sull'assunto di un legame forte tra l'equilibrio dell'ecosistema e il benessere delle persone. Viene a volte chiamata "economia verde" e si trova in forte contrasto con altre correnti di pensiero dell'economia. Gli "economisti verdi" spesso hanno posizioni più radicali rispetto all'economia dell'ambiente, che generalmente ha posizioni più convenzionali su temi come la crescita economica e l'ottimalità. Le origini dell'economia ecologica vanno ricercate nel lavoro di economisti come Nicholas Georgescu-Roegen (che ha chiamato il filone di ricerca da lui inaugurato bioeconomia) e Kenneth Boulding. Il principio di base che caratterizza l'economia ecologica rispetto alla teoria economica precedente è che la stessa economia è, in quanto tale, un sottosistema sulla terra, e l'economia umana è, per definizione, contenuta all'interno di quel 52 dell'ecologia, poiché l'ecologia tratta dei flussi di materia e energia degli esseri viventi sistema. La critica principale degli economisti ecologici all'attuale economia normativa riguarda l'approccio alle risorse naturali e al capitale. Dal punto di vista dell'economia convenzionale (inclusa l'economia dell'ambiente), sottostimano l'importanza del capitale naturale considerandolo un fattore di produzione fungibile con il lavoro e la tecnologia ("capitale umano"). Dal punto di vista dell'economia ecologica il "capitale umano" è complementare rispetto al capitale naturale, e non intercambiabile, poiché esso deriva in un modo o nell'altro dallo stesso capitale naturale. I principali temi trattati dall'economia ecologica riguardano: la crescita e la decrescita economica; l'impronta ecologica delle attività economiche sull'ecosistema planetario; la ricerca di specifici strumenti di politica economica ecologica ("tasse verdi" come la carbon tax, incentivi e disincentivi capaci di indirizzare l'economia verso attività a più bassa entropia, ecc.).” 4 Al tempo in cui il gasometro Gaudenzdorfer fu costruito, utilizzato e più tardi dismesso, l’economia ecologica non era ancora un argomento noto. Il problema è stato lasciato alle successive generazioni, che devono farsi carico di riparare alla perdita tossica e saldare il conto con l’ambiente. Oggi, i costi enormi di pulizia e rinnovo per convertire questa trascurata area in un ambiente attraente possono solo essere superati con uno sviluppo ad alta densità combinata con funzioni a resa elevata come spazi per grandi uffici, negozi di lusso o centri commerciali. Sembra che nulla di tutto ciò sia adatto per quest’area, la cui richiesta principale è di spazi pubblici all’aperto ed infrastrutture pubbliche per la comunità. Per i propositi del concorso, ci si limiterà quindi a una soluzione che generi reddito solo su una piccola parte dell’aera. Con circa il 2% della superficie all’interno del perimetro del sito possiamo realizzare un valore aggiunto per l’area compreso in un range che va da 5 a 10 milioni di Euro, che potranno essere utilizzati per sostenere parte dei costi necessari per riorganizzare il traffico all’interno del perimetro. Nessuna previsione si può fare sul valore aggiunto per il quartiere, che trarrà profitto da un ambiente molto più attraente e da una recuperata qualità urbana. http://it.wikipedia.org/wiki/Economia_ecologica 53 4 5.5 – Urbanistica inclusiva Il termine "urbanistica inclusiva" segna un passo importante nel rivalutare il tema dell’acceso per tutti non solo come criterio per i dettagliati regolamenti o per le regole tecniche sull’accessibilità degli edifici, abbracciando in buona sostanza tutti i concetti fin qui espressi. Per una qualunque persona disabile o portatrice di handicap, così come è indispensabile poter sperimentare e fare uso dello spazio pubblico, è ugualmente importante poter accedere o usufruire di particolari edifici o servizi. Ma "l'urbanistica inclusiva" va oltre, non riguarda la sola accessibilità. L'emarginazione economica, razziale o sociale è molto più presente nell'architettura oggi di quanto comunemente si pensi, le barriere vengono alzate volontariamente allo scopo di mantenere l’ambiente privo di utenti non graditi; è alta la richiesta di esclusività in molti sviluppi urbani nel mondo. Di conseguenza dobbiamo muoverci a grandi passi verso un ambiente urbano che miri a includere anziché escludere certi gruppi della nostra società tanto quanto dobbiamo muoverci a grandi passi verso un ambiente urbano privo di barriere tecniche. L’Europa, essendo un insieme di tante culture e religioni, deve essere all’avanguardia nell’ urbanistica inclusiva. Gli architetti europei, trovandosi ad operare in ambienti democratici e socialmente equilibrati, sono sfidati a combattere questa tendenza negativa verso la segregazione urbana e a perseguire l’idea di un ambiente progettato allo stesso modo per tutti, indipendentemente da sesso, età, razza o capacità. 54 6 – Inquadramento dell’area di progetto Figura 21. Schema di sviluppo estratto dal piano regolatore di Vienna; il cerchio verde identifica l'area di progetto. All’interno di Vienna si trovano diverse aree che, per svariate ragioni, risultano quasi del tutto abbandonate. L’area in oggetto si trova racchiusa fra l’intersezione tra la cintura occidentale (Westgürtel) e la valle del fiume Vienna (Wiental), due linee di metropolitana la U4 e la U6 e lo stesso Fiume Vienna, che scorre costretto in un canale; il risultato è un'area grande, trascurata e separata dal trambusto della vita di città. L’imponente ponte in acciaio di Otto Wagner per la linea U6 della metropolitana, sorretto da torri lapidee, attraversa l’area e sovrasta la maglia di infrastrutture urbane. 55 Figura 22. Foto storica del ponte di Wagner, del vecchio tracciato della metropolitana (oggi tracciato di manutenzione) e del canale artificiale del fiume Vienna. Una simile area, ubicata così vicino alla periferia, posizionata all’incrocio di due linee di metropolitana, servita da due grandi arterie di traffico, sembrerebbe, dal punto di vista urbanistico, ideale per un grande centro direzionale, o comunque per un’attività che possa attrarre un gran numero di utenti. Invece ci troviamo di fronte ad un terreno quasi totalmente incolto, e privo di qualunque attività; questo è dovuto probabilmente a diversi fattori che cercheremo di individuare. Il primo può essersi determinato per la struttura amministrativa della città di Vienna, divisa in 23 distretti: proprio all’interno del sito quattro distretti (Margarethen V, Mariahilf VI, Meidling XII e Rudolfsheim Fünfhaus XV) si intersecano, frammentando l’area in diverse giurisdizioni. Densamente concentrati al centro di ogni distretto, commercio, intrattenimento e attività amministrative sono piuttosto scarsi alla periferia. Inoltre trovandoci all'intersezione di quattro distretti e con la totale mancanza di attività si è avuto un effetto negativo sull’area residenziale circostante che già mostra 56 molti di quei problemi che nel tempo potranno condurre ad una crescente tensione sociale e ad una sempre più marcata trascuratezza (tabelle da STEP 05 Stadtentwicklungsplan Wien 2005) : • alta disoccupazione media, • bassi livelli di educazione e redditi medi, • bassa densità di servizi (assistenza sanitaria, studi legali, biblioteche, ristoranti ecc) e di negozi, • basso incremento demografico, • percentuale crescente di residenti immigrati. Iniziando a scavare (letteralmente) un po' più in profondità, si può arrivare alla seconda ragione per cui questa zona è divenuta una terra di nessuno: il grande prato nel cuore dell’area era il sito dove sorgeva il gasometro Gaudenzdorfer. Costruito nel 1855 e dismesso nel 1912, ora ne restano solo alcune rovine coperte nel sottosuolo. Sotto la superficie del prato, ben nascosti sia alla vista che alla memoria, i vecchi serbatoi sotterranei sono pieni di residui di catrame e sostanze chimiche tossiche, come il cianuro; esiste il concreto rischio che tali scorie possano con la pioggia, nel caso di falle nell’isolamento dei serbatoi, filtrare nel terreno ed inquinare l’intera area. Quando è stato costruito un nuovo tratto della metropolitana negli anni 80 una parte di quelle scorie tossiche sono fuoriuscite, così si è reso necessario estrarle dal terreno seguendo le più rigide misure di sicurezza e spostarle in un'altro sito appositamente destinato. Tuttavia, la maggior parte delle rovine nel sottosuolo, e con loro la maggior parte della perdita tossica, rimangono nascoste in prossimità del Fiume Vienna e della sua corrente di acqua sotterranea, rendendo concreto il rischio di inquinamento ambientale su vasta scala, che potrebbe raggiungere il Danubio. Per via di una storia caratterizzata da uno scarso sviluppo demografico e di un passato che ha lasciato in eredità un terreno potenzialmente tossico, il sito è stato trascurato per decenni, preferendo evitare il problema piuttosto che affrontarlo. Come se ciò non bastasse, numerosi ostacoli rendono lo sviluppo nell’area ancora più difficile: • Un fiume a tratti costretto in un canale profondo 10 m ed a tratti interrato in una galleria. • Strada, metro e infrastrutture della linea tramviaria che hanno diviso l’area in molteplici frammenti isolati. • Un tracciato di manutenzione a cielo aperto per la metropolitana utilizzato raramente. gamma di infrastrutture e servizi necessari per la città ma degradanti per il luogo 57 Come spesso accade, un’area trascurata ha la tendenza ad attrarre un'ampia stesso. In questo caso buona parte dello spazio aperto è stato destinato a servizi come: • un parcheggio per autobus turistici, • un Burger King con drive in per le auto ed annesso parcheggio, • un benzinaio. Al centro di questi elementi così diversi si colloca uno spazio a verde pubblico, lasciato attualmente incolto. L’alto e costante livello del rumore dovuto al traffico, l’accessibilità insufficiente e la scarsa presenza di pedoni di passaggio rendono l’attraversamento del verde più occasionale che non gestito da un assetto prestabilito, nonostante l’area sia arricchita da una notevole biodiversità. Malgrado tutti gli aspetti negativi citati, il posto è stato indicato come oggetto per una riqualificazione: il Piano di sviluppo di Vienna 2005 STEP 05 (Stadtentwicklungsplan Wien 2005) lo segnala come fondamentale nel tessuto urbano della città, assegnandogli le seguenti caratteristiche: • Area che definisce l'identità/l'immagine di Vienna (Identitätsstiftender Bereich "Wienbild"). • Incrocio di due linee di movimento (Bewegungslinien). • Snodo del traffico cittadino (Stadtknotenpunkt). • Porta della città/entrata stradale in città (Stadttor/Stadteinfahrt). • Posizione adatta per un’alta concentrazione di edifici. Nessuna area nel Piano di sviluppo di Vienna può vantarsi di più elementi che sottolineino la sua importanza nella struttura urbana della città. La combinazione di importanza topografica, grande snodo di traffico, punto di riferimento architettonico e urbanistico, nonché la grande abbondanza di spazio aperto, la rendono unica e meritoria dello sforzo proposto da questo concorso. Il sito, che copre un'area generale di più di 70.000 metri quadrati, ha le sue carenze, ma presenta anche una serie di punti di riferimento di grande impatto ed una combinazione unica di caratteristiche speciali lo predispongono per un futuro sviluppo. 58 Figura 23. Inquadramento dell'area con riferimento ai maggiori monumenti viennesi. 1: area di progetto; 2: Rathaus; 3: MuseumsQuartier; 4: Hofburg; 5: Albertina Museum; 6: Stephansdom; 7: Sezession; 8: Karlskirche; 9: Belvedere. 59 Figura 24. Perimetro dell'area di progetto. 6.1 – Fiume Vienna Certamente un elemento di per sé molto caratteristico è il Fiume Vienna. Raccogliendo una serie di piccoli affluenti nelle colline del Wienerwald, il Fiume Vienna fluisce verso est andando verso gli sviluppati sobborghi, la città interna e sfociando infine nel canale Danubio. Lungo il suo corso, il fiume passa vicino ad una serie di famosi punti di riferimento come il palazzo di Schönbrunn, il mercato alimentare Naschmarkt, il santuario artistico Secession e la movimentata Karlsplatz. Per evitare straripamenti, ma soprattutto per ricavare spazio per le nuove linee di metropolitana costruite alla fine del XIX secolo, il Fiume Vienna è stato costretto in un canale che corre parallelamente alla linea della metropolitana U4, separato da essa unicamente attraverso un muro di solido granito. Fluendo attraverso la città sempre più densamente popolata, il Fiume Vienna dapprima circondato lungo il corso dalle sue sponde, è in seguito inserito in un canale a cielo aperto con letto ed argini in muratura. Quando raggiunge i limiti del sesto e settimo distretto, tratti di canale aperto si alternano a lunghi tratti di gallerie in muratura con volta a botte, il più lungo dei quali corre dal Naschmarkt a Stadtpark. Una di queste gallerie è stata usata come set per il film classico del 1949 Il Terzo Uomo con Orson Wells. 5 Per quanto riguarda il tratto all’interno del perimetro di concorso, il Fiume Vienna scorre in parte nel canale di muratura prima di aperto, quindi, raggiungere il proprio ponte della metropolitana U6, entra in una galleria lunga 380 raggiunge Figura 25. Foto dal sopralluogo dei canali del fiume Vienna e del tracciato di manutenzione della metropolitana. metropolitana metri, la fino a quando stazione della Margaretengürtel sul confine orientale del perimetro e torna a scorrere nel canale artificiale a cielo aperto. 6 http://en.wikipedia.org/wiki/The_Third_Man 6 http://www.wien.gv.at/umwelt/wasserbau/gewaesser/wienfluss.html 60 5 6.2 – Due linee di metropolitana La linea Metro U4 per la maggior parte del suo tragitto corre parallela al canale del Fiume Vienna. Mentre il primo tratto, dal Prater fino al Naschmarkt, è completamente interrato nel sottosuolo, il secondo tratto di metropolitana è un canale aperto analogo a quello del Fiume Vienna. In questo lungo secondo tratto, dal Naschmarkt al capolinea di Hütteldorf, la linea U4 è interrata in galleria solo per la breve distanza tra le stazioni di metropolitana Margaretengürtel e Längenfeldgasse, proprio dentro il perimetro del sito. La linea Metro U6 segue il Westgürtel prevalentemente su un tracciato elevato, attraversa la valle del fiume Vienna (ed il sito di concorso) sul ponte reticolare Brücke über die Zeile e si immerge tramite una rampa inclinata entrando in un tracciato sotterraneo alla stazione Metro Längenfeldgasse, dove incrocia la linea U4. Dopo la stazione Längenfeldgasse la linea U6 conduce ai distretti meridionali di Vienna. Per entrambe le linee di metropolitana, così come per il canale del Fiume Vienna, Otto Wagner è stato l'ingegnere e l'architetto responsabile di questo impressionante lavoro di infrastrutturazione della città moderna. 7 6.3 – Il ponte di Wagner Certamente l’elemento di maggiore visibilità ed attrattiva dell’area è il Brücke über die Zeile, progettato da Otto Wagner e inaugurato nel 1898. Da nord a sud, il primo tratto del ponte scavalca il linke Wienzeile ed il canale del Fiume Vienna, mentre la seconda parte scavalca la vecchia traccia sotterranea della linea di metropolitana U4. 7 http://www.haunted-memories.net/userfiles/subwaysystem.html http://en.wikipedia.org/wiki/Otto_Wagner 61 http://progs.wiennet.at/ottowagner/index.htm Due massicce torri di granito costituiscono i due pilastri a ogni capo del ponte, mentre, tra il primo ed il secondo tratto, un pilastro di granito relativamente sottile si alza esattamente sopra il tramezzo che separa il canale del Fiume Vienna dalla galleria della metropolitana. Dato che il ponte attraversa entrambe queste gallerie con una giacitura non ortogonale, il pilastro intermedio posto in cima al muro di separazione delle gallerie è disposto in diagonale rispetto all’asse del ponte stesso. I due tratti del ponte reticolare di acciaio sono composti di profilati in acciaio imbullonati e verniciati di verde, mentre le rampe del ponte su entrambi i lati sono strutture inarcate costruite in mattoni rossi, al cui interno trovano posto alcuni ambienti chiusi: nella parte sud, che si trova all’interno dell’area in oggetto, essi sono attualmente adibiti a magazzini. Figura 26. Due foto dal sopralluogo della zona centrale del parco con il ponte di Wagner. 62 6.4 – Grande viabilità stradale Figura 27. Schema dell'assetto viario preesistente. Diversamente da quanto farebbero intuire la sua dimensione e la sua importanza per la città, al pari del suo grande impatto negativo sul contesto locale, non vi sono tratti degni di nota nella viabilità locale. Lungo i profili del vecchio gasometro si genera un gigante sistema di traffico circolare, con un terreno aperto incolto di 12.000 metri quadrati al centro. Pochi pedoni tentano di attraversare questa colossale barriera urbanistica che divide i quattro vicini distretti ed accentua così la situazione periferica dell’area, lontana dai rispettivi centri di quartiere. 63 Figura 28. Foto dal sopralluogo sulla grande arteria viaria. 6.5 – Modifiche all’infrastruttura viaria (obbligatorie) L'infrastruttura del traffico esistente segue ancora i profili dell’antico gasometro Gaudenzdorfer. La linea nord-sud (rosso) attraversa il Wiental e segue la sua periferia meridionale su Gaudenzdorfer Gürtel prima di congiungersi alla linea Margartengürtel, mentre l’asse sud-nord (verde) da Margaretengürtel si innesta su Linke Wienzeile nella periferia settentrionale. Esso scorre più o meno in parallelo con la linea tranviaria (grigio). La linea est-ovest (giallo) corre su Wienzeile, mentre quella ovest-est (blu) viaggia su Schönbrunnerstrasse. Figura 29. Modifiche obbligatorie all'assetto viario all'interno dell'area di progetto. Spostando il percorso sud-nord (rosso) verso la linea tranviaria (grigio), la terra incolta sopra il vecchio gasometro diventa accessibile e può essere unita al quartiere residenziale dietro Dunklergasse. Le tracce riposizionate formano la nuova base valida per tutti i progetti di concorso. 6.6 – Modifiche ai canali di fiume e metro (facoltative) Negli anni ‘80, il tratto della linea metropolitana U4 è stato riposizionato in una un tracciato di manutenzione. Il canale corre dalla stazione di metropolitana 64 nuova galleria a sud di quella originale; oggi, il condotto della vecchia galleria ospita Margaretengürtel ed emerge in superficie poco dopo essere passato sotto Brücke über die Zeile (linea puntinata arancione). Il tratto è utilizzato per caricare materiali edili sui treni di manutenzione: essendo questi treni limitati a 65 metri in lunghezza, il tratto di manutenzione può essere notevolmente accorciato, sebbene per esigenze di carico e scarico debba rimanere allo scoperto. Se necessario, è data la possibilità di spostare la fine del tracciato verso est fino ad un punto in linea con la fine occidentale del pilastro medio del Brücke über die Zeile. L'entrata alla galleria deve quindi essere anch’essa arretrata e può essere riposizionata indietro fino a dove Gaudenzdorfer Gürtel attraversa il Wiental (linea tratteggiata viola). Originariamente la galleria del Fiume Vienna avrebbe dovuto interessare una parte molto più lunga del corso del fiume attraverso la città. Probabilmente per mancanza di fondi, alcune parti di esso non sono mai state costruite. Per assecondare le necessità dell'intersezione di traffico a Gaudenzdorfer Gürtel, uno dei due tunnel realizzati è stato costruito qui (il secondo tunnel si allunga tra Naschmarkt e Stadtpark). Oggi i primi cento metri di questo tunnel (linea blu), direttamente sotto il Brücke über die Zeile, non hanno nessun particolare motivo di rimanere interrati. Aprendo questo tratto di galleria insieme allo spostamento indietro del tracciato di manutenzione, le condizioni per accedere al fiume potrebbero essere migliorate. Vienna. 65 Figura 30. Modifiche facoltative al tracciato di manutenzione della metropolitana ed al canale del fiume 6.7 – La nuova conformazione del sito Il bando di concorso, come visto, prevede come base di progetto una riorganizzazione del grande sistema viario che attraversa il sito di progetto, in quanto al momento la presenza delle arterie di traffico e della linea del tram frammentano notevolmente l’area, rendendo difficoltoso qualsiasi intervento che voglia riunificare il tessuto. Permangono ovviamente gli ostacoli creati dal Fiume Vienna, dalle linee U4 e U6 della metropolitana e dall’imponente ponte di Otto Wagner: non essendo realizzabile un loro riposizionamento, nelle intenzioni del concorso vi è l’esplicita richiesta di renderli partecipi del progetto ed integrarli in esso. Oltre al riposizionamento obbligatorio degli assi viari, come visto, il concorso offre la possibilità di operare due ulteriori interventi di modifica dell’area, questa volta facoltativi: • Il riposizionamento del tracciato di manutenzione a cielo aperto della linea della metropolitana U4, in modo tale da diminuire il suo impatto negativo sull’area di progetto e da ottenere un maggiore spazio utilizzabile. • L’accorciamento del tratto sotterraneo del Fiume Vienna a vantaggio di quello a cielo aperto, così da aumentare la presenza tangibile dell’elemento naturale del corso d’acqua nell’area e consentirne una maggiore integrazione. 66 Figura 31. Planimetria assunta come base per il progetto. 7 – Il bando di concorso Come accennato nei precedenti capitoli, il bando di concorso pone come necessario il riposizionamento frammentazione dell’area; le degli stesse assi viari in planimetrie modo fornite tale come da limitare base per la la progettazione, come visto nel precedente capitolo, riportano già tale modifica. È invece concesso di intervenire facoltativamente sul canale del fiume e sul tratto di manutenzione della metropolitana accorciandoli e spostandoli a seconda delle proprie esigenze, entro i limiti concessi. Dopo aver chiarito gli aspetti progettuali di maggiore interesse e la situazione di partenza dell’area, lievemente differente dalla sua reale conformazione, passiamo ad esaminare le richieste del bando di concorso dal punto di vista degli elaborati, degli elementi da progettare con le relative superfici utili e, per finire, dei vincoli urbanistici, storici e paesaggistici. 7.1 - Masterplan Bisogna esporre l’idea generale di progetto per l’area di concorso in una planimetria in scala 1:1.000 e assegnare le superfici necessarie per le seguenti funzioni: • 7.1.1 Un piacevole percorso per il traffico lento (pedoni, sedie a ruote, biciclette) attraverso il perimetro, rispettando i 4 punti di collegamento con la preesistente rete ciclopedonale. 7.1.2 Uno spazio aperto pubblico nella parte orientale dell’area. 67 • • 7.1.3 Un parco fluviale con strutture sportive all'aperto nella parte occidentale dell’area. • 7.1.4 Un centro per la comunità nella parte occidentale del perimetro. • 7.1.5 Un edificio residenziale con funzioni di commercio nella parte orientale dell’area. 7.2 – Edificio residenziale L’edificio (o gli edifici) di cui al punto 7.1.5 deve essere esplicitato mediante i seguenti elaborati: • 7.2.1 Tutte le planimetrie e le sezioni necessarie per esprimere il progetto devono essere rappresentate su disegni in scala 1:500. • 7.2.2 L'integrazione dell'edificio(i) con i dintorni deve essere rappresentata nel masterplan con disegni in scala 1:500. 7.3 – Centro per la collettività e parco fluviale Il progetto dettagliato per il centro per la comunità (7.1.4) ed il parco fluviale (7.1.3) deve essere esplicitato mediante i seguenti elaborati: • 7.3.1 Tutte le piante, sezioni e prospetti necessari per comprendere il progetto del centro per la comunità devono essere rappresentati su disegni in scala 1:200 o 1:100. • 7.3.2 Il parco sulla riva del fiume e l'integrazione dell'edificio(i) con i dintorni devono essere rappresentati nel masterplan con disegni in scala 1:500 o 1:200. 68 7.4 – Relazioni tecniche Allo scopo di concentrare lo sviluppo e la progettazione sui due argomenti principali, Accessibilità e Urbanistica Inclusiva, un peso speciale è dato alla relazione sull’analisi e sul progetto conseguente. Tre membri della giuria diversamente abili sono designati come persone referenti per la relazione e sono presentate di seguito con il proprio curriculum, età e professione, handicap (mobilità ridotta, visione ridotta, le condizioni di famiglia, etc.). Le relazioni sull’analisi separatamente ad e ognuna sul conseguente delle tre progetto persone di devono essere riferimento, mirate considerando individualmente i punti di vista e le necessità rispettivamente di ognuno. Ogni referente giudicherà il progetto sulla base della relazione scritta per lei/lui e presenterà le sue deduzioni alla giuria; nessun progetto sarà inviato alla giuria se i tre rapporti non sono stati esaminati. • 7.4.1 Persona di riferimento "madre lavoratrice con figli", Sig.ra Françoise-Hélène Jourda. Nessun requisito speciale per la relazione, si possono utilizzare liberamente grafica o testo. • 7.4.2 Persona di riferimento "ridotta mobilità", Sig. Joe Manser. Nessun requisito speciale per la relazione; siccome il Sig. Manser è costretto su sedia a ruote è in grado di leggere un testo nella parte più alta di un pannello con difficoltà, per cui è consigliato utilizzare la parte più bassa dello stesso. Si possono utilizzare liberamente grafica o testo. • 7.4.3 Persona di riferimento "non vedente", Sig. Wolfgang Kremser. Siccome il Sig. Kremser può fare affidamento esclusivamente su parole scritte o parlate per sperimentare e capire il progetto, speciale peso deve essere dato alla relazione scritta. Il limite per la relazione è di circa una pagina con un massimo di 2.000 parole in lingua inglese. Bisogna logicamente evitare di utilizzare grafica. Il Sig. Kremser sarà aiutato da Sig. Günther Ertl, che ha già lavorato insieme ad egli in occasioni simili. 69 7.5 – Superfici di progetto Si riporta di seguito un estratto dal file award_competition_task.pdf contenente le superfici del bando di concorso utili richieste per ciascuna funzione all’interno del progetto. E’ data piena libertà sull’eventuale aggiunta di funzioni o strutture considerate particolarmente adatte per le persone diversamente abili. Siccome una percentuale rilevante di abitanti di Vienna non possiede una macchina e si vuole in ogni modo supportare la strategia della sostenibilità incentivando l’utilizzo dei mezzi pubblici abbondantemente presenti nell’area, non è richiesto di assegnare ulteriori superfici ai parcheggi. 70 71 72 7.6 – Rete ciclopedonale La rete ciclopedonale interna all’area di progetto deve riallacciarsi alla preesistente nei 4 punti di contatto qui descritti: • 7.6.1 - Punto di collegamento Sud. Il punto di collegamento con la pista ciclabile Gaudenzdorfer che conduce Gürtel con a sud è situato Schönbrunnerstrasse all'intersezione (la pista di ciclabile esistente è situata nel parco in mezzo a Gaudenzdorfer Gürtel verso sud e Margartengürtel verso nord). E’ richiesto solo un passaggio a raso su Schönbrunnerstrasse (l'incrocio esistente sarebbe già sufficiente). • 7.6.2 - Punto di collegamento Ovest. Il punto di collegamento con la pista ciclabile che conduce verso ovest è a nord del Brücke über die Zeile con Dunklergasse. In alternativa, un nuovo percorso strallato o sospeso sopra il canale del Fiume Vienna è attualmente discusso dalle autorità. I concorrenti possono proporre tale percorso ed il collegamento con esso. • 7.6.3 - Punto di collegamento Nord. Il punto di collegamento con la nel piccolo parco a nord-est del tratto viario da Linke Wienzeile a 73 pista ciclabile che conduce a nord lungo Gumpendorfer Gürtel è situato Gumpendorfer Gürtel. Linke Wienzeile può essere attraversata con un passaggio a livello o una struttura a ponte. • 7.6.4 - Punto di collegamento Est. E’ richiesto un collegamento ciclopedonale con la pista ciclabile esistente lungo rechte Wienzeile al punto di incrocio con Margaretengürtel e la linea tranviaria vicino Bruno Kreisky Park appena a est della stazione metro Margaretengürtel. La suddetta stazione e le linee tranviarie devono essere attraversate su un ponte a un'altezza libera di circa 5.2 metri sopra le linee del tram. La rampa che conduce da est verso il punto di incrocio non è parte della competizione: i concorrenti devono sviluppare il loro progetto solo dal punto dell’incrocio verso ovest. 7.7 – Vincoli urbanistici, storici e paesaggistici Si riportano qui di seguito tutta una serie di vincoli legati alla conformazione del territorio, alle preesistenze ed alle norme urbanistiche vigenti a Vienna. • 7.7.1 - Inclinazione e lunghezza di rampe per sedie a ruote e biciclette: 1. 4% di pendenza: per una lunghezza illimitata 2. 5% di pendenza: per una lunghezza di 10 m 3. 7% di pendenza: per una lunghezza di 5 m 4. 8% di pendenza: per una lunghezza di 2 m 5. 12% di pendenza: per una lunghezza di 0.5 m Tutte le rampe dovrebbero terminare con uno sbarco di almeno 1.50 m in lunghezza. La minima larghezza per l’incrocio di due persone è 4 m. • 7.7.2 - Altezza sopra strade cittadine. Negli attraversamenti sopraelevati su strade cittadine deve essere mantenuta un'altezza libera di 5.00 m. • 7.7.3 - Altezza sopra linee tranviarie. Negli attraversamenti sopraelevati su linee tramviarie deve essere 74 mantenuta un'altezza libera di 5.20 m. • 7.7.4 - Brücke über die Zeile, monumento storico. Nessun cambiamento o modifica alla struttura del ponte sono permessi. Bisogna privilegiare l'asse visivo sul ponte. • 7.7.5 - Brücke über die Zeile, fondamenta. Le fondamenta esistenti del ponte si allungano più in basso del letto del fiume. Da un punto di vista tecnico, gli scavi vicino al ponte al livello del letto del fiume sono possibili. • 7.7.6 - Brücke über die Zeile, lo spazio sotto gli archi del ponte. Gli spazi sotto gli archi del ponte che ora sono utilizzati per depositi e altre funzioni possono essere impiegati per gli scopi del concorso. Non vi è alcuna necessità di ricavare spazio dentro il perimetro di concorso per riallocare le funzioni che ora sono collocate sotto gli archi. • 7.7.7 - Vecchia galleria metropolitana (attualmente tracciato di manutenzione). Nessun edificio diverso da piccole strutture ad un piano è permesso sopra la vecchia galleria della metropolitana. I pilastri per un ponte ciclabile possono essere posizionati direttamente sopra i muri della galleria. Le carreggiate stradali ed un parco sopra la vecchia galleria di metropolitana sono permessi. Le fondamenta esistenti della galleria si allungano più in basso del letto di fiume. Da un punto di vista tecnico, gli scavi vicino alla galleria al livello del letto del fiume sono possibili. • 7.7.8 - Nuova galleria di metropolitana. Edifici fino a due piani con fondazione a piastra sono permessi sulla nuova galleria della metropolitana. I pilastri per un ponte ciclabile possono essere posizionati direttamente sopra i muri della galleria. Le carreggiate stradali ed il parco sopra la nuova galleria della metropolitana sono permessi. Le fondamenta esistenti della galleria si allungano più in basso del letto di fiume. Da un punto di vista tecnico, gli scavi vicino alla galleria al livello del letto del fiume sono possibili. • 7.7.9 - Gli edifici sopra la galleria del Fiume Vienna. Nessun edificio diverso da piccole strutture ad un piano è permesso sulla galleria del Fiume Vienna. I pilastri per un ponte ciclabile possono essere posizionati direttamente sopra i muri della galleria. Le carreggiate stradali fondamenta esistenti della galleria si allungano più in basso del letto di 75 ed il parco sopra la galleria del Fiume Vienna sono permessi. Le fiume. Da un punto di vista tecnico, gli scavi vicino alla galleria al livello del letto del fiume sono possibili. • 7.7.10 – Contaminazione tossica. A causa della contaminazione del sottosuolo, nessun edificio sotterraneo o parti di edificio diverse da pilastri di fondazione sono permessi nell’area contrassegnata dal rischio di presenza di scorie tossiche. Sebbene il Fiume Vienna scorra generalmente ad un livello molto basso, deve essere messo in conto il pericolo di un eventuale straripamento per tutte le nuove strutture costruite lungo il suo tragitto. La normativa a riguardo fornisce due livelli di straripamento: ai 100 anni ed ai 1.000 anni. • 7.7.11 - Flusso di fiume normale. Non è consentito nessun cambiamento al letto del fiume in muratura leggermente sagomato a V. • 7.7.12 - Inondazioni con una ricorrenza di 100 anni. Nel tratto del canale aperto dalla stazione di metropolitana Längenfeldgasse, il livello di inondazione su 100 anni è una linea che segue parallela 3.7 m più in alto il letto del fiume. Sotto la linea di livello di inondazione sui 100 anni, nessuna struttura fissa che possa essere danneggiata o travolta da inondazioni è permessa. Eccezioni: strutture mobili che possono essere rimosse entro un'ora. Nessuna apertura di edifici è permessa. Nessun albero è permesso. • 7.7.13 - Inondazioni con una ricorrenza di 1.000 anni. Nel tratto del canale aperto dalla stazione di metropolitana Längenfeldgasse, il livello di inondazione su 1.000 anni è una linea orizzontale 20 m sopra lo zero di Vienna. Sotto la quota di inondazione su 1.000 anni, nessuna struttura fissa che possa essere danneggiata o trascinata via nello straripamento è permessa. Eccezione: strutture mobili, apparecchiatura di parco, capannoni di deposito, ecc. Nessuna apertura di edifici è permessa. Eccezioni: ripostigli per attrezzatura da parco. Gli alberi sono permessi. (Confrontato con la sezione trasversale normale del canale del Fiume Vienna, la sezione trasversale della galleria del fiume è più stretta. Questo impedisce il flusso d’acqua all'entrata della galleria dove si verifica un parziale accumulo. Come conseguenza, il segno di alta marea di 1.000 anni non corre in parallelo al letto di fiume ma la linea è orizzontale, più o meno ad un'altezza di 20 m sopra lo zero 76 di Vienna). • 7.7.14 - Tracciato di manutenzione della Metro. Il pericolo di inondare l’estesa rete di gallerie della metropolitana è considerevole. Se il tramezzo che protegge il tracciato di manutenzione deve essere diminuito per un migliore accesso al fiume, si verificherebbe uno straripamento nelle gallerie con un'inondazione su 1.000 anni. Siccome il tracciato di manutenzione è raramente utilizzato, può essere bloccato da una diga o chiusa semipermanente. Non spetta ai concorrenti fornire i dettagli di un tale dispositivo. 77 8 – Il parco urbano La prima fase della progettazione, cui hanno partecipato in cooperazione entrambi i candidati, Sara Fortuna ed Emanuele Triches, ha riguardato l’impostazione del progetto urbano del parco e della sistemazione dell’area circostante, con la risoluzione di tutti i problemi di accessibilità e mobilità attraverso l’area. In questa fase della progettazione, come nelle successive, è stata data notevole importanza alla risoluzione di tutte le problematiche legate alla disabilità, con particolare attenzione alle varie e diverse soluzioni già applicate con successo. 8.1 – Motivazioni compositive L’idea di progetto si sviluppa a partire dalla richiesta del bando di un attraente e piacevole percorso per la mobilità lenta che deve ricollegarsi alla rete esistente nei quattro punti di accesso all’area (indicati nella figura con le circonferenze verdi, come riportato nel capitolo 7); per due di essi il bando pone l’obbligo di progettare passaggi in quota. E’ proprio a partire da questo vincolo che si sviluppa l’idea di progetto: ricucire tra loro, mediante un “percorso alto”, i quattro quartieri limitrofi, ricreando la continuità della rete ciclopedonale che attraversa l’area, collegandola alla rete interna di passeggiate nel parco; il percorso in quota non si limita dunque ai due punti vincolati dal bando, ma forma un doppio sistema per la mobilità lenta che aumenta le possibilità di fruizione. Il sistema in quota è pensato sia per la mobilità che per la sosta, in quanto il percorso vero e proprio di tanto in tanto si allarga a generare aree 78 di riposo con sedute che offrono molteplici viste sul parco e sulle sue attrattive (ad esempio sullo skate park o sullo sculpture park), mentre giunto al centro del sito si apre in una grande piazza attrezzata; essa rappresenta lo snodo dei diversi percorsi in quota, consente una piacevole sosta in un’area ristoro ed offre anche un punto di vista privilegiato verso il ponte di Otto Wagner, presenza storica forte all’interno del sito che non vuole essere dimenticata, bensì rivalutata e resa partecipe della vita del quartiere. Sono stati pensati numerosi nodi di interscambio tra la passeggiata in quota e l’insieme dei percorsi a raso in modo da rendere tutt’uno i due sistemi; questo consente un notevole aumento della superficie percorribile dalla mobilità ciclopedonale, nonché di poter seguire itinerari diversi per conformazione, servizi offerti, viste sul parco. Il percorso alto, essendo in parte sovrapposto a quello a raso, rende quest’ultimo più confortevole in tutti i periodi dell’anno poiché al riparo sia da un’eccessiva insolazione, sia dalle intemperie. Vi è una sorta di “filo rosso” che corre all’interno del parco, elemento conduttore del progetto, unificatore delle varie parti, sostegno per alcune strutture, genesi per delle altre: si tratta di un muro, con anima in cls e rivestimento in muratura, che richiama nel trattamento superficiale i grandi piloni del ponte di Wagner. Sostegno del percorso alto e delle rampe che garantiscono a il passaggio tra le due quote, è anche l’elemento che genera gli specchi d’acqua dello sculpture park e sulla cui superficie scorre l’acqua che in essi si raccoglie, nonché la parete che si smaterializza diventando una sequenza sempre meno fitta di pilastri per lasciare spazio alla vista. Il disegno dei percorsi a raso, organizzati secondo una chiara gerarchia, è stato l’input per la suddivisione delle aree del parco, organizzate per temi e per età dei possibili fruitori nell’intento di non escludere nessuno e di offrire divertimento, avventura ma anche relax. Una volta sviluppata la rete dei percorsi ci si è interrogati sulle relazioni che questi dovessero stabilire con gli edifici e sui rapporti tra i due nuclei edilizi. Si è scelto che i volumi fossero integrati il più possibile con il sistema già strutturato, contribuendo ad arricchire gli spazi urbani ed i percorsi, e che tra loro non vi fosse né separazione né competizione, ma interazione nella creazione di un unico nucleo edilizio, seppur mantenendo ciascuno la propria identità. Come richiesto dal bando, sono stati posizionati uno a nord e l’altro a sud del ponte di Wagner che ancora una volta è protagonista del progetto qui discusso: è stato infatti sfruttato uno dei vani sottostanti il ponte per realizzare il collegamento, a quota rialzata, tra l’edificio polifunzionale e quello residenziale e le rispettive piazze antistanti. Quando ci si trova davanti ad uno dei due edifici lo stretto passaggio nasconde quasi interamente l’altro, così aspettativa prima e sorpresa poi. 79 svelando improvvisamente la vista su di esso al visitatore che lo attraversa, generando 80 8.2 – Relazione tecnica L’idea di progetto nasce, come visto, dalla volontà di ricucire i percorsi pedonali e ciclabili dei quattro quartieri limitrofi, generando al contempo una serie di aree tematiche che possano creare attrattiva per le diverse categorie di fruitori dell’area, in accordo con la teoria della Urbanistica Inclusiva. Sono quindi i percorsi stessi a plasmare lo spazio urbano, secondo la loro gerarchia interna: l’esigenza di dover attraversare in più punti due strade ad alto scorrimento ed una linea di tram con passaggi in quota ha portato allo sdoppiamento dei percorsi ed alla loro suddivisione in passaggi alti e bassi; entrambi seguono un tragitto semplice, fruibile da chi ha scarso senso dell’orientamento. I collegamenti tra i due livelli sono gestiti talvolta con l’impiego di scale abbinate ad una piattaforma elevatrice e talvolta mediante rampe (caratterizzate da una comoda pendenza sempre pari o inferiore al 4%), così da soddisfare tutte le diverse esigenze anche in assenza di energia elettrica o di guasti degli apparati meccanici. Le piattaforme elevatrici e le scale elicoidali che le avvolgono seguono particolari geometrie in grado di caratterizzare architettonicamente lo spazio, come avviene, ad esempio, nella piramide di vetro del Louvre. Figura 32. Foto della scenografica scalinata elicoidale con piattaforma elevatrice nella piramide di vetro del Louvre. 81 Il percorso in quota crea ad intervalli più o meno regolari delle aree di sosta, quasi delle piazze, molte delle quali sono arricchite dalla presenza di servizi; esso garantisce una parziale copertura al percorso principale a raso, riparando, dunque, sia dall’eccessiva insolazione che da neve e pioggia. La gerarchia dei percorsi è evidenziata dalla diversa pavimentazione, in legno per i percorsi alti e lapidea a diversa rugosità per quelli bassi, mentre contrasti cromatici, ottenuti con l’accostamento di legno e pietra, aiutano la percezione degli ipovedenti. Il percorso in quota poggia su un muro, rivestito in materiale lapideo, dotato di un’anima di calcestruzzo armato a cui si collega la struttura metallica a vista della passerella, richiamando così nei materiali il ponte di Wagner. Il muro articola lo spazio del parco, dividendolo in diverse aree tematiche; in alcuni punti si smaterializza in una successione di pilastri per aprirsi a suggestive viste, mentre al centro del parco devia dal tracciato per dare origine agli specchi d’acqua che caratterizzano lo sculpture park, penetrandovi e diventando superficie di scorrimento per l’acqua che le genera. Le aree tematiche del parco sono pensate per soddisfare le esigenze di tutte le diverse fasce di età e tipologie di visitatori e possono essere così suddivise: • un’area gioco sicura per i bambini ed una serie di zone lettura e relax poste in isola al centro di uno specchio d’acqua sono stati collocati in una zona a nord; quest’area, rialzata rispetto alla quota della strada sia per schermare il rumore del traffico che per offrire protezione da esso, è accessibile direttamente dal percorso alto; • le attività sportive sono garantite da uno skate park, un campo da beach volley, uno da basket, alcuni campi di bocce ed un’area fitness ricca di attrezzi per l’allenamento, tanto da renderla paragonabile ad una vera e propria palestra all’aperto, sempre disponibile e totalmente gratuita; • attualmente la zona è sfruttata principalmente per portare a spasso i cani, per cui si è deciso di lasciare un’area recintata a sud-est a disposizione dei nostri amici a quattro zampe, con giochi dedicati a loro, ispirati agli esercizi svolti nelle competizioni cinofile (slalom tra i pali, tunnel, ecc.); • il parco lungo la riva del Fiume Vienna è composto da una serie di terrazzamenti in cui si alternano a fasce verdi percorsi pedonali posti a diverse quote, raccordati da rampe, così da offrire una passeggiata lungo il corso d’acqua anche per chi ha problemi di affaticamento, come persone su sedie a ruote o anziani; una passerella ciclopedonale raccorda le due sponde. 82 Tutti i materiali impiegati nella progettazione del parco sono pensati per una massima sostenibilità, quindi sono tutti quanti di origine naturale: cotto per i rivestimenti degli edifici, pietra e legno per le pavimentazioni, pietra per i rivestimenti dei setti murati, canne di bambù per le zone relax; inoltre tutti gli arredi del parco, come panchine e giochi per bambini, sono stati pensati in materiali riciclati per ridurre il loro impatto ambientale. Figura 33. Studio sui materiali e sulla sostenibilità. Il Burger King è posizionato sotto l’area rialzata del parco, mentre la gas station si colloca a est oltre Gaudenzdorfer Gürtel, isolata dai percorsi pedonali dal suddetto muro, filo conduttore del progetto. Come frequentemente accade a Vienna, i locali sotto gli archi del ponte di Wagner sono stati ripensati per accogliere degli spazi collettivi: una libreria, un negozio di skate e bmx (con la possibilità di noleggio per il vicino skate park) ed un disco pub. È stato ridisegnato e ripensato lo spazio che separa il ponte di Wagner dall’edificio residenziale, configurando una piccola, ma confortevole, area di sosta. Questo luogo ha un ruolo importante poiché è il punto di arrivo e di accesso al parco per chi proviene da sud-ovest. È stata organizzata una piccola piazza pavimentata, dotata di sedute all’ombra degli alberi e caratterizzata dalla presenza di una caduta d’acqua a sfioro da una parete che si raccoglie poi in uno specchio d’acqua; il rumore prodotto da questa “scenografia” urbana impedisce di percepire il rumore del traffico della via retrostante. Al centro del parco è inserito un edificio che raccorda i due livelli dei percorsi ed 83 accoglie al piano terra il punto informazioni ed al livello superiore un bar; sotto alla piazza, dove non arriva illuminazione diretta, è pensato invece un internet point, affiancato da locali per i venditori di patate e wurstel che ora trovano posto all’uscita della fermata metro di Margaretengürtel. L’arredo di tutti questi locali è pensato per una piena fruibilità anche da parte di chi è costretto su una sedia a ruote. Figura 34. Particolare del bancone accessibile (sia dal lato operatore che dal lato cliente). A tutti gli ingressi del parco sono posizionati totem informativi che descrivono la situazione interna sia mediante scritte e mappe in rilievo che con l’utilizzo di caratteri in Braille. Come già avviene per le biciclette che a Vienna vengono affittate presso postazioni automatiche in una parte della città e poi lasciate ad un’altra qualsiasi postazione analoga, senza l’obbligo di ritornare al punto di partenza, si è pensato di applicare lo stesso metodo per distribuire a tutti gli ingressi del parco degli speciali bastoni vibratili con sistema Walk Assistant, attrezzatura che è poi possibile riconsegnare ad un qualsiasi altro ingresso/uscita dell’area. Tale sistema si basa su di una sottile guida elettromagnetica inserita nella pavimentazione che invia un segnale al bastone; questo a sua volta all’impugnatura quanto più di il invierà intensità bastone si una vibrazione tanto maggiore avvicina alla perpendicolare alla banda elettromagnetica; il sistema individua tutti i segnali relativi alla mobilità, come posizione e direzione ed integra Figura 35. Particolari del sistema Walk informazioni sull’ambiente circostante, come la Assistant: schema tecnico (sinistra) e presenza di aree di sosta o di passaggio tra i due foto del bastone vibratile collegato via livelli, e li trasmette al possessore tramite l’auricolare del sistema Walk Assistant. Tutto ciò (destra). permette sia il solo attraversamento dell’area che una conoscenza/fruibilità più approfondita della stessa e dei suoi servizi. Un 84 bluetooth a cellulare ed auricolare sistema analogo, ma dotato del solo Walk Assistant, è distribuito nel punto informazioni al centro del parco. Figura 36. Schema distributivo dei totem informativi. Figura 37. Esempio di totem informativo con mappa tattile in rilievo. Con lo stesso principio di noleggio, analogo a quello dei carrelli della spesa ai supermercati, si è pensato di mettere a disposizione anche delle sedie a ruote, che possono essere utilizzate dalle persone che si affaticano facilmente per godere in tranquillità del vasto spazio del parco (soluzione impiegata già da molti progettisti 85 contemporanei, come ad esempio gli olandesi dello studio Mecanoo). Figura 38. Esempio di applicazione del sistema di noleggio di sedie a ruote per un progetto di Mecanoo. I percorsi sono dotati di un duplice sistema di guida, olfattiva ed uditiva: nei corrimano scorre un fluido che, addizionato con delle essenze (lavanda, rosmarino, ecc.), è in grado di diffondere specifici profumi nell’ambiente circostante, mentre un sistema di filodiffusione emetterà suoni naturali quali la risacca delle onde, il canto degli uccelli, ecc. Ogni suono è abbinato ad un profumo e fornisce un’immediata indicazione riguardo alla posizione in cui ci si trova, sulla base delle informazioni fornite dai totem o richiamabili mediante il Walk Assistant: ad esempio il profumo di rosmarino ed il rumore del mare indicano che ci si trova sul percorso a fianco del fiume. Le stesse fontane offrono comodi riferimenti uditivi per identificare la propria posizione. Il corrimano è sagomato per fornire informazioni tattili: una conclusione netta avvisa di una breve interruzione del percorso, una conclusione sferica preannuncia un incrocio, una conclusione con piegatura in basso avverte della fine del percorso protetto, un’inclinazione verso l’alto o il basso avvisa della presenza di una scala, una variazione cromatica e tattile preannuncia un dislivello ed una rientranza verso il percorso indica di spostarsi dall’altro lato dello stesso. E’ presente un doppio corrente per offrire una comoda presa anche ai bambini ed alle persone su sedie a ruote; a questi ultimi è consentita la vista sul parco grazie all’impiego di un parapetto in vetro antisfondamento, progettato secondo la normativa in modo da evitare il passaggio di corpi con diametro maggiore di 10 cm. 86 Figura 39. Schema del ricircolo delle essenze profumate all'interno dei corrimano. Tutti i sistemi elettronici, così come l’illuminazione e le pompe di ricircolo dell’acqua delle vasche, sono energeticamente autonomi grazie alla presenza di adeguati pannelli fotovoltaici in silicio monocristallino e di batterie in grado di accumulare almeno parte dell’energia, che formano un sistema fotovoltaico autonomo non connesso in rete. Gli attraversamenti stradali più impegnativi sono risolti in sicurezza mediante sovrappassi, mentre per quelli più brevi è previsto l’impiego di un attraversamento pedonale a raso dotato di semaforo con apposito segnalatore acustico; il tram, al contrario di quanto avviene adesso, è posto in sede protetta ed isolato dalla viabilità pedonale mediante aiuole. Sono scoraggiati e talvolta impediti, come nel caso della linea tramviaria, gli attraversamenti in punti diversi da quelli previsti per una maggiore sicurezza di non vedenti e bambini e la stazione di servizio è isolata dai percorsi mediante il muro, così da limitarne il negativo impatto visivo e, soprattutto, acustico. Tutti i percorsi hanno un cordolo laterale (conforme alle specifiche standard) che si presta come guida tattile, cui si aggiunge all’esterno del parco la segnaletica standard del sistema LOGES (LINEA DI ORIENTAMENTO GUIDA E SICUREZZA, brevetto n. 00237769); quest’ultima, all’interno del parco, è sostituita dalle bande elettromagnetiche del Walk Assistant, che consentono una integrazione impercettibile con la pavimentazione. Figura 40. Esempio delle diverse mappe di cui si avvale il sistema LOGES. 87 Il centro collettivo e l’edificio residenziale si collocano nell’area ovest, il primo a nord degli archi del ponte ed il secondo a sud, e sono raccordati dal passaggio in quota, costituendo così un unico nucleo edilizio, seppure composto da due blocchi separati. La posizione del blocco residenziale deriva dalla nostra analisi urbanistica che ha messo in luce come tutti gli isolati circostanti siano di tipo “chiuso” a fronti compatti, eccetto quello antistante il nostro edificio; esso intende quindi colmare il vuoto urbano percepito da chi osserva dal parco il prospetto di Schönbrunner Straße; il prospetto verso il parco non è un tipico prospetto urbano, ma una facciata terrazzata a verde e rivestita da brise soleil in cotto che si pone come elemento mediatore tra la natura del parco e l’artificialità della città. 88 9 – L’edificio polifunzionale Il bando di concorso richiede esplicitamente la progettazione di un centro per la comunità in grado di favorire l’integrazione, l’istruzione e lo svago in un’area di Vienna caratterizzata da una forte presenza di immigrazione e di famiglie a basso reddito. Questo obiettivo deve essere raggiunto mediante l’implementazione di aule per lo studio della lingua, aule di gruppo, sale lettura, sale svago, laboratori di artigianato e diverse funzioni sportive e di intrattenimento. L’edificio deve essere collocato nella parte nord dell’area di progetto, tra il ponte di Otto Wagner ed il canale del Fiume Vienna, ed il progetto deve essere sviluppato insieme a quello dell’adiacente parco sul fiume e dell’eventuale pensilina pedonale sul canale. 9.1 – Motivazioni compositive Le richieste del bando di concorso e la conformazione del sito hanno avuto un ruolo fondamentale nella fase di composizione architettonica: l’area è caratterizzata da uno spazio angusto posizionato tra il canale del Fiume Vienna e le vetrate dei locali sotto al ponte di Otto Wagner, a ridosso dell’accesso sud al parco; requisito fondamentale dell’edificio è la presenza di una grande sala polifunzionale di dimensioni imposte (20x40 metri) che possa essere utilizzata come auditorium, per proiezioni e come campo sportivo per palla a mano, basket e palla a volo. La concomitanza di un grande ambiente interno di dimensioni date e di uno dell’edificio, per cui si è deciso di partire da una forma di base abbastanza semplice e 89 spazio esterno angusto hanno posto dei forti vincoli sulla composizione planimetrica giocare poi sui dettagli e sugli scorci prospettici. L’edificio si trova a mediare tra due elementi urbani molto forti e preferisce assecondarli nelle sue forme invece di contraddirli o contrapporsi ad essi: la parete a nord segue la direttrice del fiume e dei terrazzamenti di cui è composto il parco sul Fiume Vienna, offrendo una prospettiva molto accelerata del complesso visto dall’altra sponda del corso d’acqua; la parete a sud asseconda, invece, la morbida curvatura del ponte di Otto Wagner, ricreando un “corridoio urbano” sul quale affacciano i negozi ricollocati nei locali ubicati sotto il ponte stesso. La situazione planimetrica è analoga a quella del progetto di Francesco Venezia per l’auditorium ed il ponte nel Donaumarkt, a Regensburg nel sud della Germania. L’architetto italiano si trova a dover progettare un edificio pubblico in un angusto spazio ricavato tra il fiume Danubio ed il costruito retrostante; la soluzione prescelta è proprio quella di assecondare i profili delle preesistenze, incastonando l’edificio in questo vuoto urbano. Il risultato planimetrico è quello di una forma abbastanza semplice, simile ad un rettangolo i cui lati lunghi si siano curvati per adattarsi all’angusto spazio. L’edificio si integra con i percorsi circostanti, senza ostacolare la viabilità pedonale lungo il fiume: l’intero complesso è infatti rialzato ed il piano terra è liberamente percorribile, come se si trattasse di un edificio su piloties, con la differenza che a sorreggere il carico sovrastante sono un’infilata di doppie arcate asimmetriche invece di semplici pilastri. Figura 41. Planimetria del progetto di Francesco Venezia, in cui si evidenzia come l'edificio (rosso) sia costretto in uno spazio angusto tra il fiume (celeste) ed il costruito preesistente (verde). 90 Figura 42. Foto del plastico del progetto di Venezia. Più complessa è invece la composizione volumetrica dell’edificio polifunzionale, nella quale si nota una netta contrapposizione tra un blocco pieno (le cui pareti rivestite di brise soleil non lasciano comparire, a prima vista, alcuna apertura) ed il blocco totalmente vetrato dell’atrio. La contrapposizione è ancora più chiara all’interno, dove una disposizione abbastanza rigida degli ambienti nel blocco pieno si confronta con lo spazio a tutta altezza dell’atrio, in cui la geometria semplice del perimetro è contraddetta in maniera forte da un sistema di ballatoi curvilinei di forma totalmente libera. Nell’atrio si colloca il sistema distributivo verticale del complesso, composto da una scala elicoidale che si avvolge intorno ad una piattaforma elevatrice telescopica: questo sistema atipico consente la piena fruibilità di tutti i livelli dell’edificio caratterizzando in maniera forte lo spazio architettonico, ispirandosi alla scala elicoidale all’interno della piramide di vetro del Louvre. Sempre nell’atrio è ubicata un’area verde, anch’essa di forma libera che dialoga con quella dei ballatoi, dove spicca la presenza di quattro grandi alberi, irrorati da getti d’acqua nebulizzata. Due delle facciate del blocco sono inclinate, quella nord-ovest verso l’interno e quella sudovest verso l’esterno, così come sono inclinati i pilastri che sorreggono la struttura reticolare spaziale su cui poggia la copertura dell’atrio, vetrata anch’essa. Le diverse funzioni contenute all’interno dell’edificio sono suddivise in maniera schematica ed intuitiva, in modo da tenere separate le zone ludiche da quelle più prettamente didattiche. Al piano terra e nel piano interrato è posizionata la grande 91 sala polifunzionale a doppia altezza, con le tribune degli spettatori direttamente accessibili dall’atrio al livello terreno. Anche il primo piano, fatta eccezione per una piccola area destinata agli uffici amministrativi, è dedicato agli impianti sportivi, con una palestra a doppia altezza attrezzabile per diverse funzioni, al pari di una palestra scolastica (sala attrezzi o piccoli campi da gioco per i più giovani), una sala fitness ed una grande sala da ballo (anch’essa utilizzabile per più funzioni). Alla grande flessibilità e variabilità di funzioni associata ai primi tre livelli, aventi prettamente funzioni ludiche e sportive, si contrappone un secondo piano con un impianto più rigido dove trovano posto le sale lettura, i laboratori, le sale comuni, le aule e le sale giochi per i più piccoli. I tre laboratori per la lavorazione di legno, metallo e per la scultura sono illuminati non da finestre, bensì da un unico grande lucernario che consente anche di osservare i lavori in essi svolti dalla terrazza soprastante. L’ultimo livello ospita un piccolo internet point ed il bar, con una grande terrazza con affaccio panoramico sul fiume e sul ponte di Otto Wagner ed un’area adibita a sun deck. La sala da ballo al primo piano e la sala giochi al secondo si affacciano entrambe sui rispettivi ballatoi mediante una parete vetrata, che consente di seguire le attività svolte dall’esterno. L’edificio è incastonato nel sistema dei percorsi a raso ed in quota del parco ed offre quindi un doppio ingresso; il percorso alto lo abbraccia su tre lati e sulla facciata nord-est si appoggia ad esso, ricoprendone il prospetto. I due prospetti delle facciate lunghe sono, come detto, rivestiti di pannelli di brise soleil, alternando pannelli con aste verticali a pannelli con aste orizzontali; questo fornisce un duplice vantaggio, uno sul lato pratico ed uno sul lato più scenografico: vi è una regolazione dell’introspezione ed al contempo una variazione della percezione che si ha dell’edificio in base al punto di osservazione. La grande varietà di funzioni contenute all’interno dell’edificio richiede un diverso grado di introspezione, elevata per gli ambienti sportivi e di aggregazione e bassa per le aule o gli uffici, che viene soddisfatto dal doppio sistema di brise soleil: le aste orizzontali inclinate a 30° creano un prospetto opaco, poco trasparente, da qualsiasi lato lo si guardi, mentre quelle verticali consentono, da alcune angolazioni, la creazione di trasparenze più marcate. Se da un lato questo aspetto consente di regolare l’introspezione che dall’esterno si ha verso gli ambienti interni, allo stesso tempo offre la possibilità di creare una facciata vibrata che cambia radicalmente la sua percezione e la sua immagine a seconda di dove la si guardi, senza l’utilizzo di sistemi meccanici. Ulteriore vantaggio di tale sistema è quello di omogeneizzare un prospetto in cui la grande articolazione degli spazi interni genera una marcata irregolarità delle aperture. I brise soleil sul lato sud-est sono rivestiti da piccoli pannelli solari fotovoltaici, buona parte energeticamente autosufficiente l’edificio; quelli sul lato nord-ovest sono 92 così come la pensilina che crea ombra sulla zona all’aperto del bar, così da rendere in invece in cotto, materiale naturale caratterizzato da un colore caldo che bene si armonizza con il contesto del frontistante parco sul fiume. Per generare uno spazio interno così variamente articolato, che possa far fronte alle diverse necessità delle varie funzioni ospitate, si è optato per una struttura in acciaio con una griglia a maglie abbastanza larghe, sulla quale si connettono direttamente i pannelli di brise soleil. La controventatura di tale sistema è ottenuta non con tiranti metallici, bensì con setti continui di calcestruzzo. Un punto particolarmente delicato della progettazione strutturale è stato quello di innestare una maglia strutturale a tre campate sopra la sala polifunzionale che non ammetteva pilastri al suo interno. Per la risoluzione di questo problema si è presa ispirazione dalla Nuova Biblioteca Hertziana, progettata da Juan Navarro Baldeweg, dove si è verificata una condizione simile: al livello interrato sono stati rinvenuti resti archeologici, di conseguenza l’intero edificio non poteva avere fondazioni al centro ma solo sotto le pareti perimetrali. La soluzione è stata quella di creare una spessa piastra strutturale sulle cui travi reticolari poggiano in falso i pilastri soprastanti, di dimensioni fortemente fuori scala rispetto al resto dell’edificio, che è lasciata interamente a vista e caratterizza quindi architettonicamente la stessa sala polifunzionale. Il sistema strutturale dell’atrio, già accennato in precedenza, è indipendente rispetto a quello del volume pieno e si differenzia da questo per i sottili pilastri circolari in acciaio, al limite della snellezza, smaltati di bianco, così come i ballatoi, controventati da tiranti metallici. Vi sono due viste privilegiate da cui è possibile vedere per intero l’edificio e su di esse si sono basati gli studi prospettici: una dall’altra sponda del fiume e l’altra dallo spiazzo aperto a sud dell’atrio. Nel primo caso il profilo rettilineo e slanciato dell’edificio si integra con la forte prospettiva allungata offerta dal sistema del fiume e dei terrazzamenti visti da una certa distanza, integrandosi con essi piuttosto che contrapporvisi; mano mano che ci si avvicina ad esso e gli si cammina di fronte il prospetto del blocco pieno cambia, variando la trasparenza in alcune parti e rimanendo più statico altre, e mettendo in risalto la dinamicità della facciata, mentre l’atrio vetrato minimizza la sua presenza, lasciando intravedere il ponte di Wagner attraverso di esso. La seconda vista privilegiata è una vista più statica, in cui domina il grande volume dell’atrio vetrato, attraverso il quale si intravedono i flessuosi ballatoi, la monumentale scala elicoidale ed il colorato giardino; la prospettiva è distorta e rafforzata dall’inclinazione delle pareti: l’una che si inclina, quasi a voler lasciar vedere meglio il blocco pieno alle sue spalle, e l’altra che si protende verso l’osservatore, accentuando la percezione di imponenza. 93 9.2 – Soluzioni per l’accessibilità. La scala richiesta per il progetto non ha consentito lo studio dell’accessibilità degli interni in maniera sufficientemente dettagliata: non è stato possibile riportare nei disegni accorgimenti quali linee guida con forti contrasti cromatici per gli ipovedenti, aree opache che segnalino la presenza di porte vetrate, scalini con antiscivolo e con contrasti cromatici tra alzata e pedate, ecc. E’ stato tuttavia svolto uno studio di tali soluzioni per l’accessibilità, iniziato con la partecipazione ai seminari di Andrea Stella, fondatore dell’associazione Lo Spirito di Stella, e dell’Arch. Laura Cemoli, appartenente alla Commissione per l’attuazione della Legge 104/92 nel nostro Ateneo; per un ulteriore approfondimento ci si è avvalsi di manualistica specifica, in particolar modo con l’utilizzo del manuale “Barriere Architettoniche, guida al progetto di accessibilità e sicurezza dell’ambiente costruito”, i cui dati sono riportati in bibliografia. Alla scala utilizzata per la rappresentazione del progetto è stato però possibile studiare tutta una serie di soluzioni architettoniche di maggiore impatto sulla composizione degli ambienti interni: tutti i corridoi, ad esempio, sono larghi almeno 2 metri, così da permettere il comodo incrocio anche di due persone su sedia a ruote, e in ogni ambiente sono presenti comodi spazi per la manovra delle stesse; anche nelle tribune della sala polifunzionale sono pensate balconate e posti appositi per le sedie a ruote raggiungibili senza dover superare alcun dislivello. Altro elemento immediatamente visibile è l’assenza di servizi igienici specifici per disabili: invece di utilizzare i classici ambienti ristretti cui si aggiunge solitamente un bagno standard per disabili, si è preferito rendere accessibili tutti i singoli bagni mediante semplici accorgimenti, come l’apertura della porta verso l’esterno, uno spazio laterale di accostamento ai sanitari e dei lavandini appesi al muro senza il sostegno a colonna. E’ interessante notare come un aspetto generalmente considerato secondario nella progettazione di un edificio, come appunto i servizi igienici, possa in realtà simboleggiare tutta la filosofia che sta dietro una progettazione accessibile: l’aver pensato tutti i bagni accessibili invece di aggiungere un bagno standard per disabili non solo ha evitato la discriminazione, seppur minima, dei portatori di handicap, ma ha messo a disposizione dell’utenza dei bagni più comodi per tutti, compresi i normodotati. Se tutti i progettisti avessero ben chiaro che progettare un edificio accessibile non vuol dire progettare un edificio per disabili ma un edificio più confortevole per tutti, probabilmente l’abbattimento delle barriere architettoniche 94 sarebbe visto non più come un ostacolo normativo ma piuttosto come un traguardo da raggiungere per una progettazione di qualità maggiormente apprezzabile da tutti i tipi di utenza, normodotati compresi. Altro aspetto fondamentale di una progettazione accessibile è l’impiego di soluzioni architettoniche che caratterizzino lo spazio circostante, invece di usare soluzioni di ripiego spesso nascoste alla vista. Per spostarsi tra i piani dell’edificio, ad esempio, si sarebbe potuto usare un comune ascensore nascosto nella muratura, se non addirittura un montacarichi collegato al corrimano della scala, dato il basso numero di piani; invece lo studio di un sistema rapido ed agevole di sollevamento ha portato alla caratterizzazione architettonica dell’atrio, che rappresenta l’ambiente maggiormente scenografico dell’edificio. Partendo dalla volontà di utilizzare un elemento che non cercasse di nascondersi alla vista, ma che volesse piuttosto mettersi in mostra, si è studiato un sistema distributivo verticale composto da una piattaforma elevatrice cilindrica sulla quale si avvolge una scala elicoidale che raccorda tutti i ballatoi ai diversi piani. Questo elemento non si limita così a risolvere un problema funzionale per chi ha difficoltà motorie, ma rappresenta piuttosto una caratteristica distintiva dell’intero edificio, rivisitata, seppur con altre forme, anche negli ambienti esterni del parco. 95 10 – La bioarchitettura In Italia il movimento sulla bioarchitettura stenta notevolmente a prendere piede, se non con rari esempi applicati soprattutto a piccoli villini unifamiliari; questo è in netto contrasto però con quanto avviene nel resto del mondo, dove la sperimentazione sulla costruzione di edifici ad alto risparmio energetico è assai più vivace. Per rendere l’idea su quanto sia indietro l’Italia nel campo delle energie sostenibili applicate all’architettura, basta esaminare i dati riguardanti l’impiego dell’energia solare mettendo a confronto il nostro paese con la Germania: dal punto di vista geografico l’Italia gode di un irraggiamento solare molto maggiore rispetto a quello della Germania, che si tradurrebbe, se opportunamente sfruttato, in una produzione di energia maggiore a parità di superficie fotovoltaica adoperata. Questa grande risorsa tuttavia in Italia deve ancora iniziare ad essere sfruttata in quantità rilevanti, mentre, al contrario, in Germania è stata talmente incentivata da avere oggi una diffusione pressoché completa, tanto da far divenire negli anni l’industria tedesca l’industria leader mondiale nell’esportazione di tecnologie riguardanti i diversi impieghi dell’energia solare. Il fotovoltaico è solo uno dei moltissimi aspetti della bioarchitettura ed ho voluto usare questo esempio per dare un’idea dei ritardi accumulati dall’Italia visto che si tratta della tecnologia più facilmente applicabile in architettura, non necessitando di conoscenze approfondite ed avendo un costo assai ridotto. Si commetterebbe però un errore grossolano immaginando la bioarchitettura come la semplice integrazione di pannelli solari nell’edilizia. La bioarchitettura abbraccia un ben più ampio campo di applicazioni riguardanti la sostenibilità ambientale: la produzione di energie rinnovabili, il risparmio energetico mediante l’impiego di tecniche costruttive e di materiali che diminuiscano i fabbisogni, l’impiego di materiali naturali che non producano inquinamento, ecc. “Fare” ad energia ed inquinamento, riducendo al massimo gli sprechi. 96 bioarchitettura vuol dire prendere in considerazione tutti gli aspetti di un edificio legati Un edificio bioclimatico si caratterizza per la relazione e la continuità tra ambiente interno ed esterno, dipendenti l’uno dall’altro: l’ubicazione, l’orientamento e la volumetria dell’edificio dipendono sensibilmente dalle caratteristiche ambientali, climatiche e geografiche del sito; ad esempio, in un’area calda si più sfruttare la presenza di un vento prevalente per porre sopravvento rispetto all’edificio una vasca d’acqua che raffreschi l’aria incidente sull’edificio stesso. Sta alla sensibilità del progettista raccogliere quante più informazioni sull’ambiente circostante il sito e trattarle non come freddi dati, bensì come spunti per ideare soluzioni intelligenti. Gli elementi utilizzabili in un edificio di bioarchitettura sono molteplici: camini per la captazione e l’aspirazione del vento, serre bioclimatiche, pareti e coperture ventilate, vetrate di vario genere con o senza brise soleil, shed, percorsi per l’acqua, il verde, pannelli fotovoltaici, solari, sistemi eolici, ecc. Sta all’abilità del progettista individuare i più adatti e sfruttarli al meglio: in una città fredda come Vienna, ad esempio, una serra bioclimatica è sicuramente più utile di un camino d’aria, in quanto la serra più essere impiegata tutto l’anno e può sia riscaldare che raffrescare, mentre un camino d’aria serve prevalente a raffrescare. In un clima torrido è probabilmente vero il contrario, tanto che molte costruzioni nel deserto sfruttano sin dai tempi antichi i ricircoli forzati di aria. Negli USA hanno iniziato a costruire interi grattacieli che sfruttano i più avanzati principi di bioarchitettura, grazie ai quali hanno potuto raggiungere l’incredibile traguardo del dimezzamento del fabbisogno energetico. Queste costruzioni hanno un costo di progettazione e realizzazione superiore di alcuni milioni di euro rispetto ad un edificio analogo costruito con tecniche tradizionali, ma la cifra rappresenta una percentuale abbastanza limitata sul costo totale di edifici che raggiungono le diverse decine di milioni di euro; inoltre, la spesa aggiuntiva iniziale è ammortizzata con un risparmio in termini di bolletta elettrica in un tempo bassissimo, stimato intorno ai 2-3 anni di esercizio, il ché lascia prevedere nel bilancio economico sul lungo periodo un enorme risparmio a fronte di una piccola spesa aggiuntiva all’inizio. Per il 2009 a Miami sarà ultimato il COR Building, uno dei primi eco grattacieli al mondo: sarà alto 25 piani e la realizzazione vedrà l’impiego di tecnologie all’avanguardia nel settore, per un costo totale intorno ai 40 milioni di dollari. E’ stato progettato dall’architetto Chad Oppenheim e dall’ingegnere Yisrael Seinuk ed avrà un’altezza complessiva di circa 122 metri; ospiterà 20.100 metri quadrati di uffici e 5.400 di spazi commerciali, oltre a 113 unità abitative, tutte dotate delle ultime e più efficienti invenzioni high tech e rifinite in materiali ecologici, come ad esempio il vetro riciclato impiegato per i pavimenti ed il bambù per le rifiniture dei corridoi. Il tutto sarà 97 alimentato solo ad energia rinnovabile. New York è forse la città americana che più sta vivendo il boom della bioarchitettura: ai suoi criteri si rifanno molti dei nuovi edifici della Manhattan ricostruita dopo l’11 settembre. Dal grattacielo Hearst, disegnato da Norman Foster tra la 57˚ strada e l’8a Avenue, al New York Times Building progettato da Renzo Piano sulla 41˚ strada West. Dal 7 World Trade Center della Silverstein Properties, al Solaire, il primo eco-grattacielo residenziale d’America, a due passi da Ground Zero. Il progetto più interessante è probabilmente quello legato alla nuova sede della Bank of America sempre a New York, a pochi passi da Times Square. Quando la Bank of America Tower, progettata dagli architetti Cook Fox, sarà completata, diventerà il primo grattacielo al mondo a raggiungere l'accreditamento del certificato LEED Platinum; poiché la classe LEED Platinum consiste nel più alto livello di efficienza energetica che è possibile ottenere in ambito architettonico, significa che questo sarà il grattacielo più sostenibile del mondo, vicino alla soglia del 50% di risparmio energetico. La realizzazione del grattacielo sfrutta la migliore tecnologia sostenibile ora a disposizione per promuovere uno stile di vita per i suoi occupanti più salutare possibile, riducendo gli sprechi e garantendo una sostenibilità ambientale (compresa un efficienza economica nella gestione) davvero sorprendente. Per fare un esempio, un sistema di recupero delle acque piovane e trattamento delle acque reflue faranno risparmiare milioni di litri di acqua ogni anno. La maggior parte dei materiali da costruzione dell'edificio provengono da riciclaggio o da fonti rinnovabili e sono stati reperiti entro un raggio di 750 Km dalla città di New York: il trasporto dei materiali produce anch’esso inquinamento per l’ambiente, per cui anche tale parametro è importante nell’ottica della bioarchitettura. In fase di progetto non si è pensato al solo benessere degli abitanti dell’edificio, ma si è presa in considerazione l’intera area di influenza intorno ad esso: per il grattacielo verrà utilizzato vetro ad alte prestazioni per garantire il massimo accesso di luce del sole negli spazi interni nelle ore diurne, mentre la particolare forma delle facciate servirà a minimizzare l'ostruzione del passaggio della luce del sole rispetto agli edifici circostanti, riducendo così l’impatto negativo per gli abitanti degli edifici limitrofi. Nel seminterrato ci sono 44 serbatoi d'acqua cilindrici alti circa 2,5 metri con una bobina di raffreddamento al loro interno. Di notte, quando la produzione di energia elettrica dei diversi impianti supera la necessità del fabbisogno richiesto dall'edificio, tale energia viene utilizzata per raffreddare e congelare l'acqua nei serbatoi. Durante il completo dell'edificio. 98 giorno, il ghiaccio si scioglie e viene impiegato per provvedere al raffreddamento Queste sono solo alcune delle tecniche impiegate nella costruzione del Bank of America Tower che consentiranno di ridurre la sua richiesta di energia del 50% ed offriranno ai suoi occupanti un ambiente salubre e piacevole. La cura rivolta nella ricerca di ogni aspetto che possa arrecare danno all’ambiente e lo sforzo nel proporre una soluzione a ciascun problema incarnano perfettamente la filosofia che ispira la bioarchitettura. La Bank of America Tower si porrà a breve come nuovo metro di paragone per ogni progetto di bioarchitettura per molti anni a venire. 10.1 – Soluzioni adottate nel centro polifunzionale Il concorso nell’ambito del quale è stata svolta la progettazione dell’edificio polifunzionale non richiedeva un alto grado di approfondimento tecnico, per cui molti aspetti riguardanti la bioarchitettura sono stati trattati a livello teorico, senza arrivare ad un vero e proprio studio tecnico. Mi limiterò ad esporre le proposte inerenti ad un progetto preliminare, cioè quelle che hanno influito in maniera diretta sulla progettazione architettonica. Esiste una numerosa serie di soluzioni che possono essere impiegate in questo progetto ma che non rientrano nell’ambito di un concorso di idee, come ad esempio un sistema di accumulo dell’acqua piovana (riutilizzabile per lo scarico dei WC) o aspetti inerenti la reperibilità ed il trasporto dei materiali. Sono tre le principali soluzioni riguardanti i principi di bioarchitettura impiegate nella progettazione preliminare dell’edificio: • Il rivestimento esterno delle facciate in brise soleil fotovoltaici o in cotto (materiale ecosostenibile) per diminuire l’irraggiamento diretto ed ottenere un’illuminazione più diffusa. • Il massiccio impiego di pannelli fotovoltaici, che occupano tutta la parete sud dell’edificio. • La trasformazione dell’atrio in una grande macchina bioclimatica in grado di rinfrescare o riscaldare, a seconda delle stagioni, le aree comuni dell’edificio. Come visto nel precedente capitolo, le pareti del blocco chiuso dell’edificio soluzione consente la riduzione della irradiazione solare diretta, creando condizioni di 99 contenenti aperture di diverse dimensioni sono rivestite da pannelli di brise soleil. Tale luminosità più diffusa e diminuendo il riscaldamento dell’edificio nei mesi estivi. A tale proposito è importante sottolineare come una frigoria sia circa 7 volte più costosa in termini energetici rispetto ad una caloria, per cui nel bilancio energetico annuale diminuire il surriscaldamento estivo e, di conseguenza, l’impiego dei climatizzatori porta enormi vantaggi, sia per l’ambiente che per la gestione economica dell’edificio. Vienna è una città caratterizzata da inverni molto rigidi e la schermatura di brise soleil diminuisce in questi mesi l’incidenza diretta del vento freddo sull’edificio, analogamente a quanto avverrebbe con una facciata ventilata (anche se con un minore rendimento); questo porta ad un bilanciamento tra effetti positivi e negativi nel prospetto sud, dove vengono ridotti sia l’irraggiamento solare diretto che l’incidenza del vento freddo, e ad un sostanziale vantaggio nel prospetto nord, che in ogni caso sarebbe stato privo di irraggiamento solare diretto e vede così ridursi l’effetto negativo del vento. Per la facciata a nord è stato scelto come materiale per i componenti del brise soleil il cotto: si tratta di un materiale naturale (quindi sostenibile) dalle grandi qualità tecniche che offre un colore caldo, simile a quello del legno, ma che, rispetto ad esso, necessita di molta meno manutenzione (prossima allo zero) ed offre garanzie di durabilità molto maggiori, oltre ad evitare l’abbattimento di alberi. La facciata a sud e la pensilina che ombreggia la zona all’aperto del bar sono anch’esse costituite da pannelli in brise soleil, ma questa volta si è scelto di impiegare elementi rivestiti da pannelli fotovoltaici monocristallini, che garantiscono un maggiore rendimento rispetto ai policristallini ed al silicio amorfo. Inoltre l’impiego del brise soleil consente di inclinare le aste a 30°, come i normali dispositivi per le coperture, raggiungendo l’esposizione ottimale che in genere si perde nelle facciate fotovoltaiche. La pensilina ha una superficie di 260 metri quadrati di estensione, mentre la facciata sud supera abbondantemente i 600 metri quadrati, per un totale di superficie occupata da brise soleil fotovoltaici di quasi 900 metri quadrati. La superficie effettivamente occupata dai pannelli fotovoltaici è ovviamente inferiore, essendo l’interasse tra le aste maggiore della larghezza dell’asta stessa per evitare che si ombreggino a vicenda; considerando un interasse tra i pannelli pari a due volte la loro larghezza, evitando così che l’asta superiore proietti la sua ombra su quella inferiore, otteniamo una superficie effettiva di fotovoltaico intorno ai 450 metri quadrati. Volendo compiere una stima di massima dell’energia prodotta assumendo 1 kW prodotto ogni 8 metri quadrati di pannelli (stima utilizzata da molte aziende costruttrici), otteniamo una produzione di circa 56 kW; con un calcolo più raffinato, Editore), eseguendo una media tra varie configurazioni di pannelli fotovoltaici 100 svolto con l’ausilio del software Tetti FV (prodotto e distribuito dalla Dario Flaccovio monocristallini disponibili sul mercato con rendimenti intorno al 12% (non i più costosi, quindi), tutti dallo spessore di circa 30 centimetri, adatti cioè all’applicazione su un’asta di brise soleil, otteniamo una produzione di picco pari a circa 58 kW, equivalente al fabbisogno di oltre 19 appartamenti. Dal punto di vista economico, in Italia, come in Austria, è presente un incentivo detto Conto Energia (DM 19.02.2007) grazie al quale l’ente nazionale paga l’utente produttore di energia rinnovabile una certa cifra ogni kWh prodotto, indipendentemente dal fatto che tale energia elettrica sia immessa sulla rete o sia interamente utilizzata; in pratica si riceve un pagamento monetario per il solo fatto di produrre energia “pulita”. In Italia per un edificio di nuova costruzione con fotovoltaico integrato nell’architettura (come in questo caso), la cifra corrisposta equivale a 0,462 €/kWh, cui si aggiunge un risparmio sul normale costo della bolletta che attualmente è di 0,18 €/kWh; eseguendo dei calcoli con un apposito software, la producibilità annuale dell’impianto si aggira intorno ai 65.000 kWh, per un guadagno netto di circa 30.000 € annuale cui si somma un risparmio sulla bolletta, se tutta l’energia prodotta è usata, di 11.700 €. Questi calcoli sono eseguiti basandosi sulla normativa italiana, ma bisogna considerare che la normativa austriaca, come quella tedesca, è ancora più “generosa” nei confronti di chi produce energia sostenibile. Al grande risparmio economico dato dall’impiego di pannelli fotovoltaici, si somma il risparmio energetico dato dall’autosufficienza energetica dell’atrio e delle aree comuni dell’edificio ottenuto mediante la bioclimatizzazione, che si traduce in un minor fabbisogno di energia elettrica. L’atrio occupa, come visto, un volume quasi indipendente dal resto dell’edificio, con le pareti interamente vetrate; in esso sono inseriti quattro grandi alberi, alla cui base si aggiunge una vegetazione bassa, irrorati da spruzzi d’acqua nebulizzata in minuscole particelle. Questo sistema trasforma l’atrio vetrato in una grande macchina bioclimatica, assimilabile ad una serra. Vi sono diverse tipologie di serre integrate in architettura con funzioni bioclimatiche. Le differenze sono sostanzialmente nel numero e nel tipo di pareti confinanti con l’esterno e con il resto dell’edificio: in questo caso ci troviamo di fronte alla cosiddetta “serra addossata”, cioè un volume interamente vetrato su tre pareti verticali ed in copertura che confina con l’edificio chiuso mediante una sola parete verticale opaca. Si configura pertanto come un sistema termodinamico aperto che ha scambi di energia e di massa con l’ambiente esterno e con gli ambienti interni adiacenti. Una grande importanza è rivestita dal sistema di circolazione dell’aria che, sia in inverno che in estate, è deputato alla diffusione in tutto l’edificio degli effetti 101 benefici della serra. Dal punto di vista fisico, il fenomeno noto come “effetto serra” è dovuto all’intrappolamento della radiazione solare assorbita dalle superfici interne della serra, le quali possono riscaldare l’aria interna ad un valore maggiore di quella esterna, limitando così nella stagione invernale le perdite termiche dell’ambiente adiacente, e produrre per quest’ultimo un guadagno termico. In estate la serra si trasforma in un ambiente semi-chiuso, ombreggiato e ricco di aperture per il ricircolo dell’aria. Essendo la serra integrata all’interno dell’edificio e non isolata, è necessario mantenere le condizioni di benessere quanto più costanti possibile; questa operazione è abbastanza complessa, vista la mancanza in tale ambiente di un sistema di condizionamento attivo, ma può essere ottenuta agendo sui tre elementi meccanici presenti: l’apertura o chiusura dei i pannelli mobili della vetrata per aumentare o diminuire il ricambio d’aria, l’apertura o chiusura dei brise soleil interni alle vetrate per aumentare o diminuire la radiazione solare assorbita e la regolazione del flusso d’acqua nebulizzata sulla vegetazione per variare il raffrescamento dell’aria in entrata. Tutti questi sistemi possono essere facilmente gestiti da un computer, regolati in automatico da un software o azionati manualmente da un operatore. Esistono infatti numerosi modelli informatici che consentono di simulare le prestazioni termiche di una serra, come ad esempio il programma di simulazione dinamico DEROB-LTH (Dynamic Energy Response of Buildings), sviluppato originariamente presso il Laboratorio di Simulazione Numerica della Scuola di Architettura dell’Università del Texas ad Austin nel 1979 e successivamente perfezionato dall’Istituto di Tecnologia di Lund in Svezia nel 2004. Altro aspetto importante per il benessere in un edificio è l’inquinamento dell’aria, dovuto principalmente alla componente di CO2 emessa dalle persone e da quella dovuta all’inquinamento dell’ambiente circostante l’edificio. Tra i vantaggi della serra vi è anche quello di diminuire la quantità di CO2 all’interno dell’edificio per effetto della fotosintesi clorofilliana. L’effetto di tale reazione chimica, com’è noto, si inverte nelle ore notturne, diventando dannoso invece che positivo; tuttavia durante quasi tutto questo lasso di tempo l’edificio è chiuso al pubblico, per cui si sfrutta unicamente l’effetto positivo di filtraggio dell’aria da parte delle piante. In estate sono aperti i pannelli mobili della vetrata posti alla base delle pareti dell’atrio così da far entrare aria calda dall’esterno; appena entrata, essa viene rinfrescata attraversando la zona della vegetazione irrorata da acqua nebulizzata. Mediante aperture distribuite nell’edificio (nella copertura dell’atrio, nel bar, ecc.) si viene a creare una ventilazione naturale d’aria fresca che contribuisce a raffreddare proprio “serbatoio d’aria”, assicurando un livello di ventilazione costante. Locali con 102 tutti gli ambienti comuni. La grande ampiezza dell’atrio lo trasforma di un vero e maggiori esigenze termiche, dispongono di un sistema di climatizzazione tradizionale attivo. Durante il giorno l’irraggiamento diretto dell’atrio è ostacolato da frangisole mobili posti all’interno della vetrocamera, nonché dagli alberi posti nell’angolo più a sud. Figura 43. Schema funzionale della macchina bioclimatica. L’acqua nebulizzata contribuisce a raffrescare l’aria mediante un processo detto di “raffrescamento evaporativo diretto”. Per il passaggio di stato di un materiale è richiesta una notevole quantità di calore, denominata “calore latente” (l’aumento di calore non determina un aumento di temperatura, per cui non è rilevabile strumentalmente): facendo evaporare le minuscole gocce d’acqua, una gran quantità di calore sensibile (rilevabile dagli strumenti) si trasforma in calore latente; semplificando molto il concetto, potremmo riassumerlo dicendo che una parte del calore dell’aria viene utilizzato per trasformare l’acqua in vapore, abbassando così la temperatura. L’aumento di umidità relativa dell’aria è accettabile per via dell’alto ricambio d’aria cui è soggetto l’atrio. In inverno i frangisole sono aperti ed i pannelli mobili della vetrata sono chiusi, delle condizioni di benessere; in questo modo l’atrio si comporta in maniera analoga 103 salvo quelli appena sufficienti a creare un ricambio d’aria necessario al mantenimento ad una grande serra, riscaldandosi e riscaldando gli ambienti ad esso direttamente collegati. Alla diffusione del calore all’interno dell’edificio contribuisce non solo il ricircolo d’aria, ma soprattutto il riscaldamento delle masse murarie e dei solai direttamente collegati alla serra. Questa grande macchina bioclimatica aiuta notevolmente nel risparmio energetico per quanto riguarda il raffrescamento e riscaldamento dell’edificio. Tuttavia i sistemi di riscaldamento passivi che consentono la regolazione della temperature di un edificio senza far ricorso ad energie non rinnovabili presentano il difetto di non riuscire a mantenere situazioni di comfort costanti, presentando oscillazioni dovute al mutamento delle condizioni esterne: l’edificio, come detto, non è più un ambiente isolato, bensì un ambiente in stretta correlazione con l’esterno. Per motivi di sicurezza e di normativa, che limita le oscillazioni termiche entro precisi range, gli ambienti isolati degli uffici, delle aule, delle palestre, dei laboratori e delle sale per lo svago dispongono di un sistema di climatizzazione tradizionale attivo; esso è interamente alimentato dai pannelli solari fotovoltaici della facciata sud ed è attivato solo se necessario. In definitiva, dunque, tutto il sistema di climatizzazione dell’edificio può essere considerato quasi pienamente ecosostenibile, con un notevole risparmio economico nella sua gestione. 104 Figura 44. Vista autunnale del grande atrio vetrato. È inoltre possibile immagazzinare con batterie l’energia in esubero prodotta di giorno e sfruttarla la notte per il congelamento delle vasche d’acqua interrate al di sotto dei locali tecnici, essendo il consumo notturno di energia dell’edificio prossimo allo zero; il congelamento di tali masse d’acqua è facilitato dalla bassa temperatura notturna e soprattutto dal loro collocamento diversi metri sotto terra, a contatto con il terreno freddo. Questa grande quantità di ghiaccio di giorno servirà, mediante un apposito sistema di ricircolo interno all’edificio, a raffreddare tutte le singole stanze che non sono direttamente raggiunte dai benefici dell’atrio bioclimatizzato. Non è stato possibile, vista la scala di progetto richiesta, analizzare nel dettaglio questa possibilità, tuttavia sono stati, come visto, eseguiti studi sulla Bank of America Tower a New York che impiega un sistema analogo. 10.2 – Esempi realizzati di macchine bioclimatiche Nella progettazione della grande macchina bioclimatica mi sono ispirato a diverse soluzioni realizzate in Europa negli ultimi 15 anni. In particolare, ho analizzato: • Mario Cucinella, centro direzionale iGuzzini a Recanati (Italia) • Massimo Alvisi, asilo e centro civico a Grottaperfetta (Italia) • Rafael Moneo, stazione Atocha a Madrid (Spagna) • Nicholas Grimshaw, padiglione della Gran Bretagna per l’Esposizione Universale del 1992 a Siviglia (Spagna) Mario Cucinella è un architetto italiano che ha fatto dello studio energetico e della bioclimatizzazione un marchio di fabbrica per la maggior parte dei suoi edifici; non a caso è stato affidato a lui il progetto per il CSET (Centro per le Tecnologie e le Energie Sostenibili) in Cina. L’edificio che ho preso come spunto evidenzia numerose analogie con il mio progetto: esso punta in particolare al controllo della luce naturale, allo sfruttamento della ventilazione naturale ed all’uso della massa termica. Gli uffici sono distribuiti su quattro piani e organizzati attorno a un atrio centrale in cui è realizzato un giardino minerale, con scaglie di pietra e canne di bambù. Lo sviluppo dell’atrio a tutta altezza fino ai lucernari e l’uso prevalente del vetro costituisce il fulcro di un naturale sistema di circolazione dell’aria, funzionando da 105 assicurano il massimo ingresso della luce naturale; inoltre lo spazio centrale “vuoto impiantistico”. L’aria calda proveniente dagli uffici vi si raccoglie e viene poi espulsa attraverso le griglie di ventilazione collocate ai lati dei lucernari, contribuendo (congiuntamente al controllo delle aperture della facciata) al raffrescamento nelle mezze stagioni. Le facciate meridionale e settentrionale sono interamente trasparenti; la protezione dall’irraggiamento solare è assicurata su tutto l’edificio da una copertura metallica in brise soleil, che in parte scende sulla facciata sud, assicurando l’adeguato ombreggiamento/irraggiamento nei diversi periodi dell’anno. All’interno un ulteriore controllo dell’illuminazione è dato dall’uso di tende veneziane e da una mensola che riflette la luce naturale verso il soffitto per la sua migliore distribuzione in profondità negli uffici. La cura della qualità visiva e ambientale si rivela anche all’esterno nella zona di accesso al fronte sud, con un piano verde inclinato che serve da parcheggio coperto e nasconde le centrali termiche. Figura 45. Schema delle diverse componenti dell'edificio per uffici a Recanati di Cucinella. Figura 46. Schema funzionale del sistema di bioclimatizzazione a ricircolo interno dell'aria e del sistema di schermatura della facciata mediante brise soleil nel progetto di Cucinella. 106 Massimo Alvisi è un giovane architetto italiano che ha collaborato diversi anni con Renzo Piano lavorando alla progettazione della New Metropolis nel 1999, dell’Auditorium di Parma nel 2001, dell’Auditorium Parco della Musica a Roma nel 2002 e della Cantina Rocca di Frassinello nel 2003, prima di iniziare la sua carriera in proprio; attualmente sta anche collaborando con Rem Koolhaas per il progetto sui Mercati Generali a Roma. Ha vinto con il suo studio di progettazione il concorso per la realizzazione di un nuovo asilo e di un centro civico a Grottaperfetta, vicino al tracciato della vecchia via Laurentina. Figura 47. Schema funzionale della serra nel progetto per l'asilo di Alvisi. Il progetto ha tratto ispirazione dalla conformazione del terreno, ancora vergine, caratterizzato da verdi colline dolcemente ondulate; sin dall’inizio si pensa di attuare una sorta di morphing del terreno, alzando due lembi di terra, quasi a formare una sorta di ferro di cavallo, sotto ai quali collocare l’asilo (nel blocco a sud) ed il centro civico (nel blocco a nord). I due blocchi seguono due concezioni totalmente diverse, in base alle funzioni in essi collocate: si vuole ricreare uno spazio protetto per l’asilo ed uno spazio molto permeabile per il centro civico. Sulla copertura dei due edifici si colloca un giardino pensile tagliato da percorsi pedonali; essi sono protetti da un corrimano sensoriale all’interno del quale scorre una essenza profumata (nelle fragranze di zibetto, ambra, rosa e fieno), che ha ispirato l’analogo sistema adottato nel nostro parco. Sul confine sud di ciascun blocco si colloca una serra che, grazie alla essa accumula calore in inverno e non lo disperde (deve essere sufficientemente grande e ben schermata), ma lo trasmette all’edificio con il quale comunica mediante 107 bioclimatica, gestisce la climatizzazione dell’edificio senza l’impiego di alcun impianto: una parete vetrata. Nel periodo estivo le vetrate esterna ed interna si aprono, insieme ad un camino d’aria, creando ventilazione naturale. La soletta deve consentire l’accumulo di calore, grazie alla sua massa. A nord è posta una parete massiccia. La serra non può assolvere ai fabbisogni della biblioteca per una questione di normativa, per cui in quel caso è previsto un impianto tradizionale. Anche la stazione di Atocha, a Madrid, progettata da Rafael Moneo ha al suo interno un rigoglioso giardino verde ricco di vegetazione, che caratterizza il terminal principale: esso rappresenta probabilmente uno dei più chiari esempi di come l’introduzione di elementi naturali che contribuiscono alla sostenibilità di un edificio riesca al contempo ad influenzarne l’ambiente interno suscitando forti emozioni nell’occasionale visitatore. L’illuminazione di questo enorme ambiente è regolata dalla schermatura variabile dell’enorme copertura a botte vetrata, che ottimizza le condizioni di illuminazione durante l’arco della giornata. Figura 48. Foto dell'enorme serra all'interno della stazione di Atocha progettata da Moneo. L’Esposizione Universale di Siviglia del 1992 ha avuto tra i suoi temi centrali spazi aperti: essa avveniva mediante l’impiego dell’acqua, grazie a due tecniche 108 proprio quello della climatizzazione naturale non solo degli edifici, ma anche degli diverse: getti d’acqua nebulizzata che diffondevano nell’aria minuscole gocce d’acqua fretta, come quelli da me utilizzati nell’atrio dell’edificio polifunzionale, e pareti verticali sulle quali scorrevano sottili strati d’acqua che raffrescavano l’aria circostante, come quelle da noi impiegate in diverse zone del parco. Nicholas Grimshaw ha progettato per l’occasione il padiglione della Gran Bretagna, caratterizzato da un analogo impiego delle tecniche di bioclimatizzazione che sfruttano la capacità rinfrescante dell’acqua e da un massiccio impiego di pannelli solari fotovoltaici. Figura 49. Foto del padiglione della Gran Bretagna per l'expo di Siviglia del '92 progettato da Grimshaw. Questi esempi ci dimostrano come siano già state studiate ed applicate con successo da anni molteplici tecniche in grado di abbattere drasticamente i consumi energetici di un edificio, costituiti in gran parte dal controllo della temperatura interna. Purtroppo l’Italia è rimasta molto indietro nel processo di sperimentazione, salvo rari esempi di architetti sensibili all’argomento, come i sopracitati Cucinella e Alvisi. La normativa italiana si sta lentamente adeguando a quella vigente negli altri paesi, ma probabilmente essa è ancora percepita dalla maggior parte dei progettisti più come un limite alla progettazione che non come una grande opportunità, analogamente a quanto avviene con la normativa sull’abbattimento delle barriere architettoniche; influisce sulla scarsa diffusione di tali tecniche probabilmente anche una carenza di manodopera specializzata in questa tipologia di interventi. 109 11 – Le tavole di concorso Il lavoro fin qui illustrato, unito a quello svolto dalla collega Sara Fortuna, ha portato alla realizzazione di otto tavole in formato A1 per la partecipazione al concorso. Il bando richiedeva la presentazione di tre Report (relazioni) destinate ad altrettanti membri della giuria diversamente abili: una madre lavoratrice con cinque figli, un uomo su sedia a ruote ed un uomo non vedente; in ciascun report era richiesto di descrivere le soluzioni proposte per le diverse problematiche e sulla base di tali analisi la giuria avrebbe operato una preselezione, decidendo se ammettere il progetto alla fase finale di concorso. La prima tavola di concorso è dedicata proprio ai Report: nella parte inferiore si trova la relazione per la persona su sedie a ruote, per una più facile lettura, nella parte superiore si colloca la relazione per la madre lavoratrice e nella fascia di destra è posizionata la relazione, interamente scritta, per la persona non vedente, di cui è stata allegata una copia in Braille. Le successive tre tavole riguardano i due masterplan del parco, sezionato a due diverse quote per via del doppio sistema di percorsi, ed un approfondimento sui diversi locali previsti nell’area, con alcuni dettagli tecnici ed uno studio sui materiali. Seguono una tavola di inquadramento dei due edifici nel parco con alcuni schemi concettuali e le tavole con i disegni tecnici e le viste degli edifici stessi. Per quanto riguarda l’edificio polifunzionale, si è cercata una soluzione per non avere nessuna tavola con soli disegni ed al contempo non distanziarli, complicandone così la lettura: si è deciso di sfruttare la conoscenza dell’ordine di disposizione e dividere i disegni in due tavole consecutive, accostando le parti con i disegni stessi; in questo modo si hanno tavole più varie e colorate ed al contempo i disegni rimangono vicini e di immediata lettura, in relazione con le sezioni. Nella tavola dell’edificio residenziale si è voluto evidenziare soprattutto la forma ponendo in primo piano lo studio sull’accessibilità svolto su ciascuna di esse. 110 gradonata del volume e la grande varietà di tipologie che questo ha comportato, 12 – Bibliografia e Sitografia di riferimento 12.1 – Bibliografia AA.VV., Celle fotovoltaiche organiche ed ibride, in “PV Technology”, I, n.2/2007 Barriere architettoniche, un progetto per l’uomo, Be-Ma Editrice, a cura di Fabrizio Astrua, Roberto Rustichelli, Franco Zampicinini, Milano 1991 Michele Di Sivo, Elisabetta Schiavone, Massimo Tambasco, Barriere architettoniche, guida al progetto di accessibilità e sicurezza dell’ambiente costruito, Alinea, Firenze 2005 Il nuovo manuale europeo di bioarchitettura, a cura di U. Sasso, Gruppo Mancosu, Roma 2007 F. Astrua, Progettazione e barriere architettoniche, condizionamenti e spunti funzionali, distributivi e costruttivi per il progetto degli edifici e degli spazi urbani, Tipolitografia San Giuseppe, Arma di Taggia A. Stella, Due ruote sull’oceano, Longanesi, Milano 2006 F. Venezia, Francesco Venezia: l’architettura, gli scritti, la critica, Electa, Milano 1998 Vienna Rossa, la politica residenziale nella Vienna socialista, 1919-1933, a cura di M. Tafuri, Electa, Milano 1980 A. Vincenti, Sistemi fotovoltaici, Dario Flaccovio Editore, Palermo 2008 111 12.2 - Sitografia www.ambasz.com www.architetturaeviaggi.it/photogallery.php?par=spagna_FT_13 www.atempo.at/webcoach/download.php?id=99 www.chose.uniroma2.it www.cittasostenibili.it/industriale/industriale_mod_2.htm www2.comune.venezia.it/cartapress/indexarticoli.php?pagina=leggi&idarticolo=1 84 www.genitronsviluppo.com www.haunted-memories.net/userfiles/subwaysystem.html www.mcarchitects.it www.progettarepertutti.org www.progs.wiennet.at/ottowagner/index.htm www.promiseland.it/view.php?id=570 www.rinnovabili.it www.schindleraward.com www.undo.net/iuav/files/1101135132.pdf www.unece.org/oes/nutshell/2004-2005/focus_sustainable_development.htm www.wien.gv.at www.wikipedia.it www.yeslife.it 112 Ringraziamenti Ringrazio il professore Massimo Colocci ed il professore Rodolfo Maria Strollo, rispettivamente Relatore e Correlatore della tesi, per i validi insegnamenti ricevuti nell’arco dell’ultimo anno e per aver contribuito in maniera importante alla stesura del progetto; ringrazio l’architetto Laura Cemoli, che più volte ha gentilmente concesso il suo tempo per ulteriori revisioni nell’ambito dell’accessibilità e non solo. Ringrazio Andrea Stella per avermi aperto gli occhi su un argomento così importante e così spesso sottovalutato come l’accessibilità e per aver dimostrato come basti tanto poco per migliorare sensibilmente la vita di molti; ringrazio altresì i membri della Commissione per l’attuazione della Legge 104/92 nel nostro Ateneo, in particolar modo il professore Rodolfo Maria Strollo e l’architetto Laura Cemoli, che hanno organizzato questa ed altre conferenze per sensibilizzare noi giovani studenti sull’argomento. Ringrazio il corpo docenti della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Tor Vergata che (chi più chi meno) si è sempre dimostrato competente e disponibile verso noi studenti; in particolar modo ringrazio la professoressa Tullia Iori, coordinatrice del corso di Ingegneria Edile-Architettura, che con tanta pazienza ha sopportato le mie lamentele in questi anni. Ringrazio la mia splendida famiglia, che mi ha sopportato per tutto questo tempo e non mi ha mai fatto mancare nulla, sia dal punto di vista economico che (soprattutto) da quello morale ed affettivo… per non parlare dei molti validi consigli che mi hanno saputo dare i miei genitori in quanto architetti. Ringrazio i fratelli Stefano ed Alessandro Poli, che mi hanno “ospitato” a casa loro nell’ultimo anno universitario e si sono sempre dimostrati disponibili nei miei confronti… e soprattutto sono stati in grado di tenere alto il morale anche nei momenti più difficili (con l’aiuto di un po’ di Vodka). Edile e Edile-Architettura, che mi hanno tenuto compagnia in questi cinque anni che 113 Ringrazio indistintamente tutti i miei compagni di viaggio dei corsi di Ingegneria sembravano non finire mai, alternandosi al mio fianco nelle diverse circostanze e facendosi trovare pronti al momento del bisogno. Un pensiero particolare va (in ordine cronologico ed alfabetico) a: Alessandro D’A., Diego D. e Diego S., Edmea, Federica, Giulia Co. e Giulia Cu., Giuseppe, Marco, Roberta e Valerio, compagni di studio e di divertimento nei primi indimenticabili due anni; Federica, Luana e Luca, compagni di nottate insonni e momenti di follia pura (con annesse litigate) nei corsi di Composizione; Carmela, Chiara, Giacomo e Lisa, compagni di studio e di festini negli ultimi tre anni; Alessandro Di., Gianluca e Sara A., compagni di fatica nel tirocinio più lungo della storia e compagni di avventura nell’indimenticabile viaggio a Pechino, insieme ai sopracitati Carmela, Chiara, Diego D., Giacomo, Lisa, Luana e Luca. Chiedo immensamente scusa a chi avessi dimenticato, ma avrei dovuto scrivere una tesi nella tesi per ringraziarvi tutti personalmente! Un ringraziamento speciale va alla mia compagna di tesi (e non solo!) Sara Fortuna, senza quale non avrei mai potuto portare a termine questo lavoro e (soprattutto) senza la quale oggi sarei una persona diversa. Negli ultimi due anni e mezzo mi hai dato tantissimo e mi hai aperto gli occhi, facendomi scoprire il vero senso della vita: come dicono i cari vecchi Scarafaggi 8, All You Need Is Love! Ti voglio bene! Ringrazio anche la famiglia Fortuna (Lidovina, Luigi e Marta), che così tante volte mi ha ospitato (e sopportato) negli ultimi anni. Traduzione “popolare”, in realtà Beatles vuol dire Coleotteri o Scarabei. 114 8