"TOR VERGATA" PROGETTARE PER TUTTI: UN PARCO URBANO

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA
"TOR VERGATA"
FACOLTÀ DI INGEGNERIA
TESI DI LAUREA IN INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA
PROGETTARE PER TUTTI:
UN PARCO URBANO A VIENNA
UN EDIFICIO POLIFUNZIONALE
RELATORE
CANDIDATO
PROF. MASSIMO COLOCCI
EMANUELE TRICHES
CORRELATORE
PROF. RODOLFO MARIA STROLLO
ANNO ACCADEMICO 2007/2008
Università degli Studi di Roma
"Tor Vergata"
Facoltà di Ingegneria
Tesi di Laurea in Ingegneria Edile-Architettura
Progettare per tutti:
un parco urbano a Vienna
Un edificio polifunzionale
Relatore
Candidato
Prof. Massimo Colocci
Emanuele Triches
Correlatore
Prof. Rodolfo Maria Strollo
Anno accademico 2007/2008
Alla mia famiglia,
A tutti i compagni di viaggio
con cui ho condiviso questi
cinque splendidi anni.
Indice
1 – Introduzione ........................................................................................... 3
2 – Vienna ..................................................................................................... 7
2.1 – Dall’accampamento romano alla Donau City .............................................. 8
2.2 – Dai ponti di Otto Wagner alle aree verdi ..................................................19
3 - Il nuovo piano urbanistico ..................................................................... 24
3.1 - Piano per lo sviluppo urbano per Vienna: STEP 05 .....................................26
3.2 - Elaborati contenuti in STEP 05 ................................................................29
3.2.1 - Zone chiave di azione ......................................................................29
3.2.2 - Schema per lo sviluppo spaziale della Regione di Vienna .......................32
3.2.3 - Schema di sviluppo economico ..........................................................33
3.2.4 - Schema di sviluppo dell’edificazione ...................................................33
3.2.5 - Aree prioritarie per lo sviluppo di Vienna.............................................34
3.2.6 - Schema di sviluppo: aree verdi nella Regione Urbana ...........................35
3.2.7 - Schema di sviluppo spaziale per Vienna ..............................................36
4 – La disabilità in Austria ........................................................................... 38
4.1 – Città cordiali ........................................................................................40
4.2 – Visitando Vienna ..................................................................................43
5 – Schindler Award .................................................................................... 45
5.1 - Accessibilità .........................................................................................47
5.2 - Qualità della vita...................................................................................49
5.3 - Sostenibilità .........................................................................................50
5.4 - Economia Ecologica ...............................................................................52
5.5 – Urbanistica inclusiva .............................................................................54
6 – Inquadramento dell’area di progetto ..................................................... 55
6.1 – Fiume Vienna .......................................................................................60
6.2 – Due linee di metropolitana .....................................................................61
6.3 – Il ponte di Wagner ................................................................................61
6.5 – Modifiche all’infrastruttura viaria (obbligatorie) .........................................64
6.6 – Modifiche ai canali di fiume e metro (facoltative) ......................................64
1
6.7 – La nuova conformazione del sito .............................................................66
7 – Il bando di concorso .............................................................................. 67
7.1 - Masterplan ...........................................................................................67
7.2 – Edificio residenziale ..............................................................................68
7.3 – Centro per la collettività e parco fluviale ..................................................68
7.4 – Relazioni tecniche .................................................................................69
7.5 – Superfici di progetto .............................................................................70
7.6 – Rete ciclopedonale ................................................................................73
7.7 – Vincoli urbanistici, storici e paesaggistici ..................................................74
8 – Il parco urbano ...................................................................................... 78
8.1 – Motivazioni compositive.........................................................................78
8.2 – Relazione tecnica..................................................................................81
9 – L’edificio polifunzionale ......................................................................... 89
9.1 – Motivazioni compositive.........................................................................89
9.2 – Soluzioni per l’accessibilità.....................................................................94
10 – La bioarchitettura ................................................................................ 96
10.1 – Soluzioni adottate nel centro polifunzionale ............................................99
10.2 – Esempi realizzati di macchine bioclimatiche .......................................... 105
11 – Le tavole di concorso ......................................................................... 110
12 – Bibliografia e Sitografia di riferimento ............................................... 111
12.1 – Bibliografia ...................................................................................... 111
12.2 - Sitografia ......................................................................................... 112
2
1 – Introduzione
L’idea di questa tesi è nata nel periodo seguente il 18 maggio 2006, giorno in cui
Andrea Stella, fondatore dell’associazione Il Sogno di Stella, tenne una conferenza
sull’accessibilità presso la nostra Università, organizzata dal professore Rodolfo Maria
Strollo, responsabile della Commissione per l’attuazione della Legge 104/92 nel nostro
Ateneo. In questa conferenza veniva esposto in maniera chiara ed efficace come
piccolissime accortezze progettuali potessero cambiare enormemente la percezione e
la fruizione dello spazio per persone più sfortunate di noi, migliorando al contempo il
comfort per tutti. Ecco tre semplici esempi a dimostrazione di questo concetto:
•
il telecomando è stato inventato per consentire alle persone con problemi
motori di interagire con il televisore senza sforzo alcuno;
•
il sistema degli SMS è nato per permettere anche i non udenti di
comunicare mediante i cellulari;
•
il POS, il sistema di pagamento mediante carta bancomat, è stato
concepito per diminuire il rischio di truffe per i non vedenti.
Questi sono solo tre esempi banali che rendono però al meglio l’idea di come
delle piccole invenzioni destinate a rendere la vita più semplice ai diversamente abili
possano renderla più comoda per tutti, divenendo elementi irrinunciabili nella vita di
tutti i giorni.
Applicando questo concetto generale nel campo dell’architettura, risulta evidente
come progettare ambienti accessibili a tutti porta immensi vantaggi ai diversamente
abili, che possono usufruire di luoghi altrimenti a loro inaccessibili, ma porta anche
una maggiore comodità per i normodotati: chi non ha problemi motori è in grado di
percorrere senza problemi una ripida scalinata, ma quasi tutti preferirebbero usare un
ascensore in quanto più comodo; l’assenza di ostacoli lungo i percorsi è vitale per un
non vedente, ma può evitare spiacevoli incidenti anche a chi non ha problemi visivi;
una distribuzione intuitiva dei percorsi ed una corretta segnaletica sono di grande
aiuto per chi ha difficoltà nell’orientamento, ma rappresentano una notevole comodità
3
anche per chi si avvicina ad un’area o ad un edificio per la prima volta. Si potrebbe
continuare all’infinito con esempi di questo genere, perché una progettazione
veramente accessibile deve toccare ogni aspetto del progetto, dalla composizione
architettonica allo studio dei dettagli.
Chi ha dimestichezza con la nautica sa bene che una barca a vela rappresenta
uno degli ambienti più angusti e più scomodi in cui vivere e comporta non pochi
sacrifici a chiunque voglia trascorrerci del tempo. Eppure Andrea Stella è riuscito a
dimostrare che persino un simile ambiente, apparentemente inospitale per qualsiasi
tipo di diversamente abile, può trasformarsi in un grande esempio di accessibilità.
La sua vita ha avuto una drammatica svolta nell’estate del 2000, quando, come
premio per il conseguimento della laurea in giurisprudenza, si è concesso una vacanza
a Miami: durante un tentativo di furto della Ford Mustang affittata ad inizio vacanza,
uno dei malviventi ha esploso verso di lui diversi colpi d’arma da fuoco, colpendolo;
dopo un lungo periodo passato in bilico tra la vita e la morte, i medici dell’ospedale
americano sono riusciti a salvargli la vita, ma Stella ha scoperto di dover passare il
resto della sua vita su una sedia a ruote a causa di una paraplegia agli arti inferiori.
All’inizio le difficoltà, fisiche ma soprattutto mentali, sono state innumerevoli, ma
Andrea Stella è riuscito a superare questo difficile momento della sua vita; nella
sfortuna di un così tragico incidente, egli ha avuto la fortuna di avere alle spalle una
famiglia benestante, fatto che lo ha aiutato non poco. La straordinarietà di questa
storia sta però nel fatto che Stella ha deciso di impiegare queste risorse non per se
stesso, ma fondando un’associazione il cui scopo è quello di aiutare tutte le persone
diversamente abili che lottano per condurre un’esistenza normale, cercando di
dimostrare come ciò sia possibile.
Il
frutto
di
questo
sforzo
è
stato
la
progettazione
di
un
catamarano
perfettamente accessibile, la prima imbarcazione a vela in grado di essere condotta
interamente da una persona diversamente abile; per il viaggio inaugurale, nel 2004, è
stato deciso di partire da Genova ed attraversare l’oceano Atlantico in pieno inverno
per tornare proprio a Miami, il luogo dove tutto aveva avuto inizio, e prendersi la
propria
personale
rivincita
contro
le
avversità
della
vita.
Nella
traversata
l’imbarcazione ha ospitato anche diversi famosi velisti italiani, felici di partecipare a
questa impresa: Giovanni Soldini, uno dei più grandi velisti in solitaria di sempre e
vincitore di numerosi trofei internazionali, Mauro Pelaschier, timoniere di Azzurra, e
Paolo Bassani, prodiere di Luna Rossa. Nel corso del viaggio l’imbarcazione ha anche
partecipato ad una importante regata, sotto la guida di Pelaschier: il risultato è stato
ottimo, conquistando un quarto posto a soli 30 secondi dal podio in una regata durata
24 giorni, da Lanzarote ad Antigua, nonostante alcuni inconvenienti tecnici (rottura
4
dell’autopilota e di una vela). Questo ha dimostrato come le modifiche applicate al
progetto originale dell’imbarcazione non abbiano causato alcuno svantaggio alla barca,
ma abbiano avuto solo risvolti positivi in termini di accessibilità e comfort; anche il
maggiore costo di produzione può essere in gran parte annullato se si avviasse una
produzione in serie del modello.
Oggi il catamarano gira ininterrottamente per i porti italiani al solo scopo di
ospitare gratuitamente a bordo persone diversamente abili in piccole crociere, con
l’intento di dimostrare a queste persone che la vita può offrire anche a loro l’occasione
di svolgere qualsiasi attività se l’ambiente in cui vivono viene progettato tenendo
conto delle loro esigenze, offrendo un immenso aiuto a livello morale alle persone che
hanno avuto la sfortuna di perdere, in parte o totalmente, alcune funzionalità del loro
corpo, in particolare motorie. Tuttavia questa speranza nella vita di tutti i giorni è
spesso vanificata da un ambiente cittadino ostile, che non tiene conto delle complesse
esigenze dei diversamente abili e che raramente viene loro incontro.
Le parole di Andrea Stella mi hanno fatto riflettere a lungo sull’argomento, fino a
decidere di approfondirlo nella mia tesi di laurea. Ho anche partecipato ai seminari
dell’Arch. Laura Cemoli, appartenente alla Commissione per l’attuazione della Legge
104/92 nel nostro Ateneo. Grazie alla rivista Casabella sono venuto a conoscenza di
un concorso europeo, indetto dalla Schindler con cadenza biennale, che si sarebbe
concluso proprio nel periodo previsto per la mia laurea, così ho deciso di sfruttare
l’occasione.
Il bando di concorso per l’edizione 2007/2008 dello Schindler Award prevedeva
la realizzazione di un progetto abbastanza complesso, riguardante un parco urbano a
Vienna e due edifici: un centro polifunzionale ed un edificio residenziale con una quota
di commerciale. Vista la grande mole di lavoro, si è deciso, di comune accordo con il
professore Massimo Colocci, relatore di questa tesi, di partecipare come gruppo,
composto da due studenti: io e Sara Fortuna. L’elaborazione del masterplan generale
e del progetto del parco è stata svolta in collaborazione da entrambi, mentre ciascuno
ha approfondito personalmente la progettazione di uno dei due edifici, con uno studio
specifico sia per quanto riguarda l’accessibilità che per quanto riguarda la sostenibilità.
La prima fase del lavoro ha riguardato un’analisi storica della città di Vienna,
approfondendo il nuovo piano regolatore con cui ci dovevamo confrontare e
l’accessibilità in Austria, eseguita sia a livello teorico che mediante un sopralluogo di
una settimana. Questo approccio ci ha permesso di contestualizzare al meglio il
progetto, adattandolo alle esigenze ed alle aspettative per l’area in oggetto.
Successivamente si è passato ad una analisi dettagliata della filosofia alla base
5
del concorso e delle sue richieste specifiche in termini di superfici utili e di funzioni
previste per l’area, con la traduzione integrale dei diversi documenti forniti
dall’organizzazione. Sulla base di questa analisi si è proceduto con la stesura del
masterplan e del progetto del parco, con uno studio approfondito sull’accessibilità
supportato dal professore Rodolfo Maria Strollo, correlatore della tesi.
La parte individuale del mio lavoro ha riguardato la progettazione dell’edificio
polifunzionale e l’approfondimento di alcuni aspetti di bioarchitettura che vi sono stati
impiegati, grazie anche allo studio di esempi analoghi già applicati in Italia ed in
Spagna.
Il lavoro svolto da me e dalla mia collega è stato sintetizzato in otto tavole di
progetto, allegate in questa pubblicazione, che sono state spedite il 1° Agosto 2008 in
svizzera per la partecipazione al concorso.
6
2 – Vienna
La città di Vienna è situata nel Nord-Est dell'Austria,
a circa 50 km da Bratislava e a 40 km dal confine con la
Slovacchia. Essa è composta da 23 distretti il primo dei
quali è il centro della città; intorno ad esso gli altri distretti
si susseguono a spirale con numero crescente. Tali
distretti non vanno confusi con i distretti degli altri stati
federali austriaci in quanto nel caso di Vienna essi non
hanno un vero e proprio potere amministrativo, ma si
tratta di una suddivisione dell’amministrazione cittadina.
Si svolgono elezioni a livello distrettuale che danno
rappresentanza e potere decisionale in merito ad alcune questioni quali il traffico, la
pianificazione e altre questioni di quartiere.
A sud della città si estende la periferia pianeggiante e industrializzata, mentre a
nord, ai piedi del Wienerwald (foresta viennese) la periferia è caratterizzata da un
paesaggio collinare e verdeggiante. La città è attraversata dal Danubio ad Est, mentre
un piccolo canale artificiale (il Donaukanal) lambisce il centro storico verso est. L’isola
realizzata artificialmente, per proteggerla dalle inondazioni, nel Danubio fa parte della
città di Vienna. L'isola, sistemata a parco, viene utilizzata dagli abitanti per praticare
sport o per rilassarsi sotto il sole, inoltre una volta all'anno (verso la fine di giugno) vi
si svolge una festa che dura 3 giorni consecutivi la Donauinselfest (festa dell'isola del
Danubio).
7
2.1 – Dall’accampamento romano alla Donau City
La città di Vienna sorge nel luogo in cui i Romani fondarono attorno al 100 un
campo militare che venne chiamato Vindobona, a protezione della vicina città di
Carnuntum, in cui successivamente vi si stabilirono anche civili; l'odierna città di
Vienna conserva nel suo centro storico stradine che rispecchiano all'incirca l'antica
struttura.
Data la posizione molto esposta verso est, Vienna fu presto oggetto di conquista
da parte delle popolazioni che cercavano di penetrare in Europa a partire dai Bizantini,
ed in seguito i Longobardi, i Magiari e gli Slavi. La storia della città, a causa della sua
posizione geografica, può essere letta come una lunga e fitta alternanza di invasionidistruzioni e momenti di sviluppo e riconquista di una posizione centrale nel continente
europeo.
La dominazione asburgica diede a Vienna il ruolo privilegiato di capitale
dell'Impero poiché nel 1438 Alberto II d'Asburgo vi trasferì la sede del potere. La città
conobbe un momento di grande fioritura artistica e culturale durante il regno di
Massimiliano I: nello stesso periodo e in quello successivo, in cui regnò Carlo V,
l'Impero giunse alla sua massima estensione.
Nei primi anni del Cinquecento Vienna iniziò a temere la minaccia turca e per
tutto il XVI secolo fu funestata dalle guerre di religione che provocarono lo scoppio,
nell'Impero e in tutta Europa, della Guerra dei Trent'Anni, durante la quale la città fu
devastata dalla peste (circa 30.000 morti) e dagli assedi stranieri.
Nel 1683, sotto Kara Mustafa, i turchi erano giunti alle porte della capitale
imperiale minacciando l'intero mondo cristiano; la loro sconfitta definitiva fu decretata
dal principe Eugenio di Savoia. Fu solo in questo momento che Vienna rifiorì in tutto il
suo splendore e vide nel tardo Seicento e nei primi del Settecento un grande risveglio
urbanistico: durante il regno di Carlo VI fu costruita la Karlskirche, i sontuosi palazzi
del Belvedere, le residenze dei nobili intorno all'Hofburg.
Un nuovo impulso alla vita culturale ed artistica di Vienna fu dato dall’ascesa al
trono austriaco, nel 1740, di Maria Teresa d'Austria, che governò per quarant'anni
contribuendo a rendere la città una capitale artistica di primo piano, favorendo in
particolar modo la musica. Il successore, Giuseppe II, liberale e riformatore, dovette
scontrarsi contro l'aristocrazia conservatrice e la Chiesa nel suo processo di
rinnovamento politico. Egli era molto attento alla vita del popolo e alle sue necessità
8
tanto che aprì ai cittadini i parchi del Prater e dell'Augarten, finora riservati agli
aristocratici.
Gli ultimi anni del Settecento e il primo decennio dell'Ottocento furono per
Vienna e per l’intera Austria un periodo di forte declino poiché dovettero subire gli
effetti devastanti delle guerre napoleoniche. Nel 1806 Francesco II fu costretto
dall'imperatore dei francesi a cedere il titolo di sovrano del Sacro Romano Impero;
venne meno definitivamente l'antica istituzione che risaliva a Carlo Magno, mentre il
sovrano assunse il titolo di Francesco I, imperatore d'Austria.
Ripetutamente battuta da Napoleone, l'Austria dovette subire la sua occupazione
finché, nel 1813, l'abile diplomazia del principe Metternich fece aderire l'Austria alla
coalizione contro la Francia che portò alla disfatta di Napoleone e alla fine del suo
dominio. Proprio a Vienna, con la regia di Metternich, venne sancita la divisione
dell'Europa post-napoleonica. I sovrani europei soggiornarono nella capitale austriaca
per circa un anno, rendendola di fatto il centro del mondo occidentale. La bella vita
aristocratica fu però presto messa in discussione dai moti rivoluzionari borghesi e
liberali del 1848 che portarono la definitiva caduta del regime reazionario di Metternich
- che fuggì in esilio - e di Ferdinando I, che abdicò in favore del nipote Francesco
Giuseppe, appena diciottenne.
Francesco Giuseppe governò per 68 anni mettendo in atto a Vienna una vera e
propria rivoluzione urbanistica, la realizzazione del Ring (1859.1872), nella quale si
esprimono gli elementi fondamentali del "modello viennese" che fu fonte di ispirazione
per i piani di numerose città europee nella seconda metà dell'800. Fino al 1857 la città
di Vienna era racchiusa e difesa da due cinte murarie: quella interna, più antica, che
difendeva la città storica di impianto medievale, e quella più recente (Linienwall) che
difendeva i quartieri periferici (Vororte) costruiti dal '600 in poi. Una larga fascia di
territorio, (il Glacis) situata tra le due cinte murarie e profonda tra 500m e 1000m, era
stata lasciata libera da edificazione per esigenze militari, per fare in modo che dalla
città si potesse avere pieno controllo delle forze che si dovevano affrontare e per
avere spazio sufficiente per colpirle durante il loro avvicinamento. Possiamo quindi dire
che inizialmente il Glacis si configurava come un elemento di separazione tra la città
antica (Altstadt), allora sede della corte e dell'amministrazione, contraddistinto da un
tessuto edilizio compatto e un sistema viario tipicamente medievale, intaccato solo da
alcune aggiunte settecentesche, e i quartieri più recenti, meno densi ed abitati
dell'aristocrazia e dalle famiglie borghesi.
Già nei primi decenni del XIX secolo si potevano osservare i primi mutamenti
circa il significato e l’uso di questa ampia fascia poiché vi erano sorti caffè e chioschi,
9
si erano disegnati e realizzati viali per il passeggio nonché fitte alberature. Negli anni
'20 si andò rafforzando il ruolo del Glacis nel rapporto tra le due città sopra descritte
mediante gli ampliamenti dell'area del Palazzo di corte e, più tardi, la realizzazione
della Votivkirche.
Una trasformazione molto più ampia avvenne dopo i moti rivoluzionari del ‘48,
quando prese piede la borghesia liberale e si passò dal regime assolutistico alla
monarchia costituzionale, poiché si mise in atto una straordinaria crescita della città
come centro motore dell’Impero Asburgico: nel 1870 la popolazione è raddoppiata
rispetto a quella del 1840 raggiungendo gli 850.000 abitanti e andrà crescendo fino a
raggiungere quota 1.643.000 nel 1900.
Come già accennato Francesco Giuseppe nel dicembre del 1857 emanò un editto
imperiale che stabiliva la demolizione della prima cinta muraria in favore di un nuovo
utilizzo del Glacis. Si procedette, nel gennaio seguente, alla stesura di un bando di
concorso per il progetto urbanistico della fascia anticamente compresa tra le due cinte
murarie, la quale si estendeva per circa 600 ettari. Lo Stato asburgico aveva già
elaborato idee progettuali per la sistemazione del Glacis, che verrà in seguito chiamato
Ring, nelle quali aveva anticipato alcuni elementi che sarebbero divenuti richiesta
esplicita del bando di concorso, come ad esempio la presenza di un’area per
esercitazioni militari, una residenza imperiale, un boulevard alberato lungo l’anello,
quartieri residenziali privati.
Figura 1. Due proposte fatte dall'amministrazione statale per la sistemazione del Ring di Vienna.
Di seguito quanto richiesto dal bando di concorso:
•
•
10
•
•
una grande area per esercitazioni militari;
la localizzazione di due acquartieramenti militari a nord-ovest e a sud-est
della Altstadt;
edifici pubblici, musei, un teatro dell'Opera nella zona sud del Ring;
la sistemazione a parco dello spazio antistante il Palazzo Reale;
•
una migliore integrazione nel contesto della Karlskirche e della Votivkirche.
Al concorso parteciparono 80 concorrenti e vennero premiati tre progetti (1° F.
Stache, 2° L. Forster, 3° E. Van der Null , A. Siccard von Siccardsburg).
Figura 2. Due progetti premiati nel il concorso per il Ring di Vienna.
Figura 3. Un terzo progetto premiato nel concorso per il Ring di Vienna.
Ma ciò che divenne progetto definitivo non fu nessuno dei tre premiati in quanto
l'Amministrazione affidò all'architetto Lohr e ad una commissione composta dai primi
tre classificati e da funzionari ministeriali, il compito di elaborare una proposta
definitiva, che venne approvata nel 1859.
11
Figura 4. Proposta definitiva per il Ring di Vienna, così come appare ancora oggi.
Ciò
chiarezza
che
appare
dalla
subito
soluzione
con
grande
approvata
è
la
volontà di fare di Vienna una grande e solenne
capitale imperiale; questo poteva facilmente
essere letto già nei contenuti del bando, nella
decisione di destinare i 4/5 dei terreni del
Glacis ai monumenti, agli spazi e agli edifici
pubblici, alle strade, ai parchi, e di riservare
solo 1/5 agli edifici privati, i cui contributi
Figura 5. Planimetria di Vienna prima
serviranno a finanziare parte dell'operazione
pubblica.
della costruzione del Ring.
Elemento centrale del progetto approvato è
l’ampio
viale
alberato
anulare
strutturato
per
ospitare linee di trasporto pubblico e circondato,
lungo il perimetro, da edifici monumentali con
forme e stili
diversi, isolati
o raggruppati in
sequenze o esplicite simmetrie, tra loro collegati da
spazi aperti le cui alberature e sistemazioni a terra
sono accuratamente disegnate e costituiscono, per
così dire, il tessuto connettivo di un sistema la cui
unitarietà e significatività alla scala urbana è
indiscutibile, tale da configurare un vero e proprio
"modello" di progetto urbano.
Figura 6. Progetto definitivo per la
realizzazione del Ring.
12
L’iter del progetto fu piuttosto lungo, circa trent’anni, complesso e turbolento; a
una prima fase molto intensa fece seguito un momento di stasi intorno al 1970 e
successivamente quella finale di completamento che fece divenire il progetto
definitivo. Nel corso di questo periodo si verificarono cambiamenti, aggiustamenti,
integrazioni che non hanno tuttavia contraddetto l'unitarietà del risultato finale.
Il principale e il più significativo cambiamento del progetto iniziale riguarda l'uso
dell'area inizialmente destinata alle esercitazioni militari per localizzare le nuove sedi
del Consiglio Municipale (Rathaus), dell'Università e del Parlamento. Si trattò di una
decisione storica, che, propugnata dai liberali in maggioranza nella giunta cittadina e
dal Borgomastro K. Felder e approvata dall'Imperatore solo nel 1870, prendeva atto e
metteva in luce la progressiva riduzione del potere del ceto militare a vantaggio di
quello borghese. Il fatto di utilizzare stili diversi, ma, come è stato giustamente
osservato (Schorske, 33 sgg) ciascuno legato alla funzione dell'edificio, è epitome
simbolica dell'ascesa della nuova classe e dei suoi valori: così il Rathaus (F. Schmidt,
1872-'73), sede del governo municipale è in stile neogotico (ill. 4, Scho 4), a evocare
le lontane origini medievali del libero comune, l'Università (H. Ferstel, 1873-'84) (ill. 5,
Scho 6), emblema della cultura liberale in stile neorinascimentale; il Reichsrat (T.
Hansen, 1874-'83) (ill. 6, Scho 7,8), sede dei due rami del Parlamento nazionale, in
stile neoclassico.
La qualità eccellente, la coerenza e la forza del risultato raggiunto dal progetto
del Ring è il frutto dello sforzo collaborativo e del clima di confronto instaurato in quel
periodo tra amministrazione statale e amministrazione municipale, tra la cultura
accademica e professionale e l’imprenditoria più avanzata, che hanno saputo superare
in modo egregio le polemiche e le critiche che man mano venivano formulate. C. Sitte
e O. Wagner polemizzeranno con le soluzioni di volta in volta trovate, la generazione
successiva a quella dei padri del Ring porterà avanti una critica profonda (Secessione,
Klimt, Freud, Kokoschka e Schonberg solo per citare alcuni vertici della cultura
viennese di "fine secolo") ma la forza e la qualità dei risultati del nuovo spazio di cui
Vienna si è dotata, e che da allora ne costituisce un carattere ineludibile, non sono mai
stati messi in dubbio.
Il Ring di Vienna può essere definito uno dei casi maggiormente riusciti di
"riuso", rifunzionalizzazione e riqualificazione
di spazi resi liberi dal cambiamento
delle necessità sociali e dal mutamento di funzioni urbane: nel caso di Vienna
vengono meno le esigenze di difesa militare; nelle città europee del XIX sec. si hanno
seguente, soprattutto a partire dalla terza rivoluzione industriale, si moltiplicano le
13
molti altri esempi di riuso di spazi liberati per motivi analoghi. Anche nel secolo
possibilità di realizzare trasformazioni urbane significative e progetti urbani attraverso
il "riuso" di aree e strutture la cui precedente utilizzazione è superata. Il Ring
rappresenta anche un caso esemplare del modo in cui lo spazio aperto urbano diviene
elemento strutturante e principio organizzatore dei luoghi centrali della città.
La storia di Vienna continuò incessantemente negli altalenanti periodi fiorenti e
meno felici giungendo fino ai giorni nostri: nei primi del Novecento la città fu scossa da
nuovi fermenti artistici quali la Secessione viennese di artisti noti come Gustav Klimt e
Koloman Moser, lo Jugendstil architettonico che portò all'edificazione di molti edifici in
tale stile; nel 1916 con la morte di Francesco Giuseppe la grande Vienna concludeva il
suo ciclo storico, per avviarsi alla disfatta della Prima guerra mondiale e alla
conseguente scomparsa dell'Impero, dopo l'abdicazione di Carlo I e la proclamazione
della Repubblica nel 1918.
Il nuovo stato non era altro che una piccolissima porzione dell’antico dominio. La
capitale fu scossa da fermenti rivoluzionari di stampo socialista per tutto il decennio
1920 e buona parte degli anni '30. Nel 1933 il cancelliere della repubblica Engelbert
Dollfuß sciolse il Parlamento proclamando, con una risposta reazionaria ai socialisti, un
regime di stampo fascista. Esso, però, non durò a lungo: dopo un solo anno le rivolte
di sinistra fecero vacillare il governo e di li a poco esso fu colpito al cuore dagli invasori
nazisti, i quali uccisero Dollfuß tentando un colpo di stato; tuttavia i tedeschi fallirono
il tentativo di conquista dell'Austria. Al cancelliere ucciso successe Kurt Schuschnigg, il
quale non riuscì a impedire la pressione di Hitler, si dimise cedendo il posto ad Arthur
Seyß-Inquart che aprì le frontiere facendo penetrare le truppe di Hitler nel 1938 e
portando all'Anschluss con la Germania. Dopo aver drammaticamente condiviso il
destino del terzo Reich, l'Austria fu occupata dagli Alleati e Vienna venne divisa tra i
vincitori della guerra fino al 1955.
Vienna e l’intera Austria riuscirono ad avere un rapido risveglio economico e
politico poiché altrettanto rapido fu il ritorno alla democrazia, sancito anche
dall'installazione nella città delle sedi delle principali organizzazioni internazionali. Nel
1995 il Paese ha aderito all'Unione europea e oggi Vienna è una delle capitali più
visitate dal turismo internazionale.
Parlando di Vienna, del suo sviluppo storico e urbanistico non si può tralasciare
la cosiddetta “Vienna Rossa” in cui i “superblocchi” urbani erano concepiti come città
nella città, come elementi il più possibile autosufficienti e in grado di risolvere il
problema della mancanza di alloggi per lo strato sociale più disagiato e cercare nello
stesso tempo di favorire lo sviluppo di una cultura che comprendesse tutti gli aspetti
Rossa”. Essa si distribuisce nella struttura urbana, con caseggiati chiamati Höfe (corti),
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della vita; questa politica residenziale divenne il fulcro della cultura della “Vienna
concepiti e creati in un moderno linguaggio che dà forma a blocchi i quali accolgono
all’interno una ricca gamma di servizi collettivi: asili, scuole, lavanderie, cucine,
laboratori artigianali, spazi verdi. È quindi il sistema di posizionamento e di
inserimento di corti e di spazi verdi, risultato di profonde discussioni e studi, che
garantisce la presenza di ambiti collettivi di alta qualità. Basta passeggiare per la
Vienna Rossa per conoscere come l’armonia delle morfologie e dei particolari accolga e
unisca sensibilmente chi ci vive: in particolare i più giovani vi ritrovano oggi a distanza
di quasi un secolo, un ambiente ricco di stimoli per il loro sviluppo individuale e spazi
collettivi adatti alla loro crescita sociale.
L’esempio più notevole di superblocco viennese è certamente il "Karl-Marx-Hof",
ma l’insediamento più esteso della Vienna rossa è il "Sandleitenhof".
Figura 7. Foto del Karl-Marx-Hof.
Gli anni sessanta, settanta e ottanta del XX secolo furono piuttosto statici per lo
sviluppo urbano della città di Vienna, mentre negli anni Novanta avvenne una grande
svolta. La caduta della „cortina di ferro“, per la città di Vienna, che a partire dagli anni
Venti aveva vissuto un costante declino, nonché l’apertura dei confini con i Paesi
dell’est europeo, rappresentarono una nuova notevole opportunità di crescita. Si
avvertiva l’esigenza di ampliare e sviluppare la città e così si avviò la costruzione di
nuovi quartieri residenziali in periferia. Fu inoltre deliberato un programma senza
paragoni dedicato alla costruzione di scuole che stimolò numerosi architetti a trovare
soluzioni originali. Nell’ambito della celebre edilizia sociale di Vienna si svilupparono
guardava e continua a guardare con ammirazione.
15
inoltre, grazie al sostegno di diversi committenti, nuovi modelli ai quali tutto il mondo
Tra di essi
eclatanti
vanno annoverati esempi
come la "Sargfabrik", un modello
residenziale alternativo, ma anche altri progetti
più controversi come quello dei gasometri: i
quattro gasometri cilindrici inutilizzati erano
stati dichiarati patrimonio storico, e non si
riusciva a trovare un ragionevole modo di
utilizzarli che permettesse anche di mantenere
Figura 9. Foto della Sargfabrik.
intatte le antiche facciate. Per questo motivo la
Città di Vienna incaricò alcuni architetti di
sviluppare un progetto che prevedesse un
utilizzo urbano misto. Attualmente i gasometri,
che ospitano abitazioni realizzate secondo i
progetti degli architetti Jean Nouvel, Coop
Himmelb(l)au, Manfred Wehdorn e Wilhelm
Holzbauer, un centro commerciale, una sala
per concerti rock e l’Archivio della Città di
Vienna, sono divenuti punti focali nel tessuto
urbano ridando vita alla zona circostante, che
Figura 8. Uno dei gasometri riflesso sulla
fino a questo intervento si caratterizzava come
facciata vetrata di un edificio frontistante.
un’area industriale ormai in disuso.
Il
più
ambizioso
progetto
culturale
dell’ultimo decennio è stato il MuseumsQuartier
Wien. Negli anni Ottanta lo Stato e la Città di
Vienna decisero di riservare l’area delle exscuderie imperiali (che dagli anni Venti del secolo
scorso erano adibite a comprensorio fieristico)
all’insediamento di nuovi centri culturali. Furono
Figura 10. Veduta di una delle piazze
necessari diversi bandi di concorso, e diverse
nel MuseumsQuartier.
diatribe a livello di politica locale, ma nel 1997
partì l’attuazione del progetto MuseumsQuartier
degli architetti Ortner+Ortner. L’idea era quella di realizzare un nuovo distretto urbano
all’interno del quale trovassero posto i vecchi ed i nuovi edifici del Leopold Museum, il
Museo d’Arte Moderna MUMOK, la Kunsthalle Wien, il Museo per Bambini ZOOM, la
Casa del Teatro per il pubblico giovane Dschungel Wien, il centro di danza
Tanzquartier Wien, il Centro di Architettura di Vienna e numerose altre istituzioni
culturali completate da punti per l’offerta gastronomica. Le corti interne sono nodi di
16
accesso e di distribuzione, spazi di attraversamento tra due parti di un quartiere,
luoghi di sosta e ricreazione. Una serie di
oggetti di grandi dimensioni e proposti in
forma
seriale
sono
dislocati
nella
corte
centrale. Arredo in città, arredo pubblico.
Strutture
dimensioni:
in
legno,
sedute
pseudo-divani
che
di
grandi
invitano
a
sdraiarsi e che supportano e favoriscono una
frequentazione
costante,
popolando
questo
spazio pubblico al di là di ritmi e degli orari di
Figura 11. Una piazza nel
MuseumsQuartier, con i particolari divani.
apertura dei musei. Le presenze un poco
surreali di quegli oggetti fuori scala offrono la possibilità a chiunque di passare alcune
ore comodamente sdraiati con lo sguardo rivolto al cielo senza dover pagare alcun
biglietto e senza l'obbligo di alcuna consumazione. La notte, la presenza di un
attraente locale conferisce a questo luogo una notevole capacità di attrazione. Di
giorno gli pseudo-divani diventano giochi sui generis in un terreno di gioco anomalo
ma certamente attraente per i numerosi bambini.
Il maggiore progetto di sviluppo urbano realizzato a Vienna è la "Donau-City".
L’intenzione era quella di costruire davanti alla Città dell’ONU, lungo il Danubio, una
nuova area urbana con edifici abitativi, centri ricreativi e molti uffici, che avrebbe
dovuto alleggerire un po’ la pressione sul centro. I lavori sarebbero dovuti iniziare
subito dopo l’Esposizione Mondiale del 1995, che però non ebbe luogo perché la
popolazione bloccò il progetto con un referendum. Per questo motivo l’area fu
realizzata anche senza EXPO. Il complesso di Donau City è una delle nuove aree di
espansione della città, estremamente moderna e multifunzionale. Il progetto, portato
avanti in 12 anni dagli architetti viennesi Krischanitz e Neumann, cerca di mantenere
l’integrità funzionale della città, con forti accenti di urbanità. Il carattere peculiare di
questa zona è la presenza contemporanea, particolare e affascinante al tempo stesso,
di costruzioni moderne con funzione sia dirigenziale e di rappresentanza, sia
residenziale. Troneggia su tutti l’enorme sede centrale dell’ONU, alla quale si
affiancano il complesso direzionale dell’Andromeda Tower e il Tech Gate Vienna, il più
moderno centro d’affari e ricerca della città. Buona parte del terreno edificabile è
perciò riservato a uffici e centri commerciali ma, soprattutto nella zona lungo il parco
fluviale e le banchine del nuovo Danubio, prevalgono edifici residenziali di tipologie e
valore differenti, che integrano in sé un asilo, una scuola elementare e un piccolo
centro per il commercio locale. Particolare è l’articolazione in tre livelli di utilizzo: il
“livello terra” riservato a pedoni e piste ciclabili, l’interrato per infrastrutture, il
sotterraneo per gli accessi stradali e i parcheggi. Connessa al centro della città,
17
raggiungibile in pochi minuti tramite infrastrutture viarie e dalla linea metropolitana, la
Donau City, che conserva in sé una meravigliosa vista del Danubio, risulta essere
luogo ricercato sia per attività di terziario avanzato sia come luogo residenziale, di
svago e relax. Persino i viennesi si stupiscono quando si rendono conto
che da
qualche anno è qui sorta una vera e propria skyline con grattacieli dall’altezza non
indifferente ed una zona residenziale attraente.
Figura 12. Due vedute della modernissima Donau City.
In questo modo negli anni Novanta la tendenza alla modernizzazione che ha
toccato anche le altre città europee non ha ignorato Vienna. In diversi luoghi della
città sono stati realizzati nuovi progetti e sia che si tratti di edifici commerciali, come
la Torre del Millennio, la Millennium-Tower, che lungo il Danubio svetta sulla città con i
suoi 202 metri di altezza, o la Wienerberg-City accanto ai Vienna Twin Towers
all’uscita sud di Vienna, o deii gasometri a Simmering o del progetto di sviluppo
urbano Monte Laa a Favoriten, hanno donato a Vienna un’impronta indelebile, la
hanno fatta vivere, anche se talvolta si ferma e ricorda la sua storia… Sulla piazza
Judenplatz, nel centro storico di Vienna, si trova un monumento a ricordo
dell’Olocausto, opera dell’artista inglese Rachel Whiteread; lo integrano un museo che
ospita le fondamenta di una sinagoga medievale ed una piazza allestita dagli architetti
Jabornegg e Pálffy; si tratta di un luogo toccante dove ricordare e riflettere.
Nessuno
mette
in
dubbio
la
bellezza
dell’imponente
patrimonio
storico
dell’architettura viennese. Ancora oggi si può andare alla scoperta delle singole
epoche, ognuna delle quali è ben rappresentata nel tessuto urbano della città. Vienna
continua ad essere sufficientemente sicura di sé e forte per garantire, partendo da
questo patrimonio, le odierne e future qualità dell’architettura e dello sviluppo urbano.
18
2.2 – Dai ponti di Otto Wagner alle aree verdi
Visitare
Vienna è
indubbiamente
come
compiere
un
tuffo
nel
passato,
immergersi in una città ricca di splendidi palazzi e di reminescenze storiche non certo
comuni a tutte le capitali. Attraversata dal Danubio, Vienna è caratterizzata da un
sistema di trasporti assai efficiente, con autobus, metro (U-Bahn), tram (Straßenbahn)
e una ferrovia veloce (Schnell-Bahn) che garantiscono frequenti collegamenti e
uniscono ogni parte della città al centro. Il centro, con il Ring che racchiude il cuore
pulsante della capitale, non è solo storia, arte e cultura ma offre numerosi punti di
ritrovo (i Café) per abitanti e non, per ritrovare il piacere di scambiare quattro
chiacchiere oppure per passeggiare tra negozi sfavillanti o ricercare quelle piccole
botteghe artigianali che conservano ancora un sapore antico.
Questo ricco tessuto sembra incrementare il “valore sociale” della città in quanto
si creano le condizioni per vivere la città non solamente da un punto di vista
prettamente pratico ma soprattutto come sistema di reti sociali. È difficile trovare altre
grandi città in cui sia possibile passare così in fretta ad uno spazio aperto della natura
che ha in sé un duplice significato: quello della ricostruzione dell’atmosfera della
Vienna asburgica e quello dell’intensificazione dei legami tra cittadini. Analogamente, i
grandi parchi sui quali si affacciano i più importanti monumenti della città o i prati
delle università, valorizzano Vienna qualitativamente e esteticamente ma hanno di per
sé un valore intrinseco: il ritrovo, lo scambio di opinioni, lo scambio di pensieri lo
sviluppo costante di nuove relazioni che fanno della capitale austriaca una città del
sociale.
Uno degli elementi che rende interessante Vienna agli occhi di un urbanista, è il
ruolo che rivestono gli spazi pubblici nel contesto cittadino. Ruolo che si può definire
fondamentale nella vita dei viennesi che utilizzano gli spazi in diversi momenti della
giornata e per svolgere numerose attività; per studiare o fare sport, per le riunioni di
lavoro o per gli incontri con gli amici vengono scelti i parchi, i giardini, le piazze, così
come i Café, i ristoranti, le biblioteche.
L'impressione è di un uso intensivo degli spazi pubblici in città, di una vita
pubblica o "in pubblico" particolarmente intensa. Un modo di vivere la città che
potrebbe sembrare anche in contraddizione con la linea politica dell’amministrazione,
che ha fatto della “questione abitativa” un tema centrale sin dal periodo della Vienna
Rossa. Se da una parte vi è l'abitazione come diritto, dall’altra i viennesi sembrano
guardare alla casa semplicemente come un “luogo in cui dormire”. In realtà non c’è
19
nessun tipo di contraddizione ma semplicemente un modo diverso di guardare la città
rispetto a quello a cui noi siamo abituati. Vienna viene vissuta in ogni sua forma e in
ogni momento, la dimensione di ciò che è pubblico è fondamentale; la casa è
importante ma non più di quanto lo siano un parco o un café. Il pensiero corre
all'Italia, in cui città e spazio pubblico hanno un ruolo ben diverso rispetto
all’abitazione e agli spazi pubblici di vita.
Come già detto, i grandi parchi pubblici distribuiti in città sono molto frequentati
e vissuti. Vengono utilizzati come luogo d’incontro, gioco, relax e anche studio. Questa
particolarità non caratterizza, infatti, soltanto il Sigmund Freud Park, nelle vicinanze
dell’Università, bensì tutte le aree verdi sia del centro di Vienna (Volksgarten o
Burggarten) che delle altre zone della città. Nel parco si studia. Nel verde si lavora.
L’elevato numero di frequentatori compresenti non preclude comunque ordine, pulizia
e tranquillità e questo equilibrio tra le diverse popolazioni di utenti sembra rimandare
a
dimensioni
culturali
radicate
e
condivise,
ma
anche
all’attenzione
che
l'amministrazione comunale riserva alla gestione delle aree verdi. D'altra parte, a
Vienna anche i giardini interni alle corti degli edifici residenziali (come a Karl Marx
Hof), durante il giorno, sono aperti “al pubblico”. Solo la sera i cancelli vengono chiusi
e la corte rimane ad uso esclusivo dei residenti.
A Vienna anche il più piccolo spazio di risulta può essere considerato come una
risorsa di spazio pubblico, spesso allestito in modo tale da poter essere utilizzato dalle
generazioni più giovani. Si può fare esperienza di una diffusa fiducia nel progetto e
nelle possibilità che questo offre di ripensare di volta in volta anche il più piccolo
spazio, ridisegnandolo, reinventando nuove destinazioni (anche quando si tratta di una
semplice recinzione o di decidere i materiali di una superficie calpestabile). La
“tradizionale” attenzione ai servizi collettivi che
contraddistingue
Vienna
nella
progettazione
di
interventi residenziali (si pensi ai cortili degli Höfe).
Per questo è possibile incontrare percorrendo il
Gürtel, strada urbana a scorrimento veloce percorsa
della linea metropolitana, racchiusi
carreggiate
ed
campi
calcio
da
adeguatamente
o
da
basket
tra le
due
collocati,
piccoli
sempre
molto
frequentati.
E’ proprio la grande quantità di spazi verdi che
colpisce
immediatamente
il
visitatore
e
che
Figura 13. Un particolare dei locali
caratterizza la città: oltre metà della sua superficie è
pubblici ricavati negli ambienti
occupata da aree verdi di diverse dimensioni ed
della metropolitana.
adibite a vari usi. Balzano agli occhi un’accurata
20
sotto al tracciato sopraelevato
attenzione
nella
costruzione
e
nell’articolazione di aree verdi e spazi
pubblici in generale, nella progettazione e
manutenzione delle relative attrezzature e
nondimeno una considerazione notevole
per tutte le fasce di età e per tutte le
differenti popolazioni di utenti. Questo
d'altra parte è uno dei connotati principali
per qualificare uno spazio come pubblico:
mescolanza e compresenza di soggetti
diversi.
Figura 14. Altro esempio di locali pubblici sotto
la metropolitana.
Una gran numero di panchine e
sedie disposte all’interno di tutti i parchi permettono agli anziani il tempo di una sosta
e del riposo all’aria aperta, ai giovani di leggere un libro, un quotidiano; allo stesso
modo le aree giochi per bambini sono declinate variamente nei grandi parchi così
come nelle piccole corti private e gli spazi attrezzati per i giovani, con campi da calcio,
basket e pallavolo vengono ricavati in ogni luogo praticabile. Ad un uso intensivo da
parte dei giovani è dedicata l'area del Gürtel lungo il quale gli spazi precedentemente
vuoti o in disuso negli archi del rilevato ferroviario sono stati trasformati in bar, discopub, librerie e negozi di ogni genere.
Vienna è quindi una città ricca di spazi
verdi, pubblici e privati. Questa constatazione
stupisce, ma la numerosità di tali spazi trova
anche immediata giustificazione nell’intenso uso
che i viennesi sembrano farne: i prati sono
densi di persone a tutte le ore del giorno. E’
inoltre sorprendente osservare come spazi verdi
Figura 15. Tetto giardino sopra la
Sargfabrik.
siano
intensivamente
ricavati
in
luoghi
inaspettati, come le terrazze o i tetti delle case.
Molti tetti sono privi delle tradizionali coperture
e inclinazioni e sono piatti e coperti d’erba, piante, piccoli alberi, brevi percorsi e
panchine. Insomma costituiscono lo spazio verde condominiale laddove non c’è posto
al livello del suolo per l’elevata densità costruttiva. Questi spazi vengono usati in modi
diversi, ma consentono in generale di avere praticamente in casa uno spazio vivibile
per il tempo libero: per il gioco dei bambini o per praticare il giardinaggio. Perché
“sprecare” utili metri quadrati con coppi o nero impermeabilizzante e non moltiplicare
21
le occasioni anche per gli abitanti di quartieri centrali e ad alta densità, l’opportunità
ed il piacere di un giardino, per altro separato dal resto, e quella di qualche spazio
gradevole dove andare senza allontanarsi da casa?
Una sorta di 'omogeneità' connota
la struttura urbana della città, al di là
della
diversità
strutture
delle
forme
architettoniche
e
delle
che
la
costituiscono. 'Pari opportunità', così si
potrebbe condensare l'immagine di una
città che appare costruita intorno al
Figura 16. Veduta estiva dello Stadtpark.
cittadino ed alle sue esigenze primarie,
che si esprime in una estesa rete di
trasporti pubblici e privati. Mai preoccuparsi di essere 'distanti', perché si è sempre in
prossimità di un nodo di una rete così capillare da ridurre fortemente ogni differenziale
misurabile in termini di distanza, sia pure in una città dalla struttura radiocentrica.
Quasi che i trasporti pubblici fossero un modo per supportare e dare concretezza alla
cittadinanza sociale.
Come si evince dunque vi è una 'democratizzazione' dello spazio urbano. Ciò
avviene anche grazie al sistema dei trasporti pubblici (oltre al sistema del verde
urbano) la cui pianificazione raggiunge lo scopo funzionale di dare uguale opportunità
ai residenti di qualsiasi zona della città di raggiungere agevolmente ogni altro suo
punto: ciò, in primo luogo, grazie alla diffusione capillare del servizio in tutta Vienna e,
in secondo luogo, grazie ad un ottimo rapporto qualità-prezzo. I due parametri, infatti,
incidono probabilmente sulla rendita differenziale urbana, ossia quella che viene
definita rendita di posizione: l’esistenza di un sistema di trasporto simile diminuisce la
rilevanza di alcune variabili fondamentali nella scelta della localizzazione del luogo di
residenza (i “costi di trasporto”, il parametro “costi/opportunità”). Se è possibile
raggiungere i punti di maggior attrattiva della città con bassi costi e rapidamente
(guadagnando quindi del tempo spendibile in altre attività) la differenza tra risiedere
in centro o in periferia diminuisce; diminuiscono infatti sia il vantaggio di chi risiede in
centro che lo svantaggio di chi risiede lontano!
All'efficacia
e
alla
qualità
del
trasporto
pubblico
contribuiscono
anche
l’integrazione di diversi “sottosistemi” di trasporto (che riduce al minimo i tempi
d’attesa che intercorrono per le coincidenze) e la buona manutenzione e pulizia dei
mezzi e delle strutture. A fronte di una tale qualità del servizio di trasporto pubblico
sarà certamente minore il numero di coloro che si affidano ai mezzi di trasporto
dell’inquinamento!
22
privato, con dirette conseguenze sulla riduzione del traffico veicolare e quindi
Figura 17. Mappa delle linee di metropolitane e ferrovie urbane di Vienna. Si nota a prima vista
l'abbondanza di linee e di stazioni di scambio, che rendono lo spostarsi per la città con i mezzi pubblici un
piacere.
23
3 - Il nuovo piano urbanistico
Si deve al nuovo Piano di sviluppo urbano sostenibile il miglioramento delle
condizioni di vita nella città di Vienna. Esso infatti concepisce il rinnovamento urbano
non come ambito a sé stante, bensì come una sfida interdisciplinare che tiene in
considerazione tanto le questioni strettamente tecniche quanto quelle sociali,
economiche, culturali, estetiche ed ecologiche. Lo sviluppo urbano richiede infatti
strategie che guardino anche al futuro e che riflettano una visione della città come un
sistema in continua evoluzione. Il nuovo Piano ha coscienza del fatto che i confini
geografici si stanno via via dissolvendo sia da un punto di vista prettamente
geografico, basta pensare alla comunità europea cui vanno aderendo nuove nazioni,
sia da un punto di vista economico mediante quel fenomeno chiamato globalizzazione.
Ciò che il piano si propone di mettere in atto per il rinnovamento urbano
sostenibile consiste nel recuperare e migliorare il maggior numero possibile di
strutture urbane esistenti, riducendo al minimo le demolizioni e le ricostruzioni ex
novo, avendo sempre presente la necessità di ridurre gli eventuali disagi che questa
operazione di ristrutturazione - riconversione potrebbe provocare.
Per incentivare gli interventi di ristrutturazione esistono sovvenzioni che vengono
concesse sia per ristrutturazioni di singole costruzioni, sia per interi isolati; nel
secondo caso si prevede di riqualificare lo spazio urbano creando per esempio nuovi
spazi verdi, zone a traffico limitato, mantenere ma migliorare gli spazi per le piccole
imprese e per i negozi che non siano in contrasto con le zone residenziali. Ciò che è
sicuramente degno di nota è il fatto che i proprietari, i residenti ed i negozianti sono
coinvolti nella progettazione fin dall’inizio ed è data loro la possibilità di proporre,
discutere e risolvere qualunque conflitto possa insorgere; essi possono ricevere
informazioni dettagliate sulle fasi di pianificazione, coordinamento e implementazione,
nonché supporto di consulenza specifica da parte di esperti e di uno specifico project
management.
settore
pubblico
prende
a
ristrutturazione tramite sussidi annuali
proprio
carico
fino
al
90%
dei
costi
di
coperti di prestiti bancari. L’ammontare del
24
Il
sussidio è però proporzionale al tipo di miglioria scelta e alle condizioni dell’edificio:
peggiori sono le condizioni di partenza e più alto è il sussidio, maggiore è la qualità
che si raggiunge con le migliorie previste, maggiore è il sussidio.
Con questo modo di operare il piano di sviluppo sostenibile della città di Vienna
fa sì che interventi di grande portata, che, altrimenti strutturati, avrebbero costi
ragguardevoli, abbiano invece costi ragionevoli. Inoltre questo rinnovamento urbano
ha fatto in modo di creare nuove opportunità lavorative in zone che, prima
dell’intervento, erano degradate e a rendimento nullo; si capisce dunque come non ci
sia solo un miglioramento estetico della città, ma anche un forte riscontro economico
che coinvolge non solo il settore edilizio che interviene direttamente per le
realizzazioni, ma anche le piccole imprese che si stabiliscono in queste aree
recuperate.
I criteri generali che possiamo trarre dal modello viennese di sviluppo urbano
sostenibile sono i seguenti:
1) dare priorità ai criteri sociali: i programmi di rinnovamento devono essere
pensati per chi vive nell’area di riferimento e tenendo sempre ben presente la loro
possibilità finanziaria; questo evita che ciò che viene proposto risulti non considerato
in quanto non alla portata dei cittadini lì presenti;
2) utilizzare un approccio interdisciplinare: il rinnovamento urbano, come già
accennato, non è caratterizzato solo da misure tecniche, ma qualsiasi progetto di
rinnovamento deve tenere in considerazione problemi sociali (la disoccupazione, il
tasso di criminalità, le tensioni etniche, la tossicodipendenza) culturali, economici,
estetici ed ecologici;
3) accettare i diversi stili di vita: si tiene dunque ben presente la diversità della
domanda per ridurre al minimo il superfluo, dato che l’utilizzatore finale potrebbe
essere sia una famiglia numerosa che un single alla domanda variegata corrisponde
una offerta altrettanto diversificata; lo scopo dell’iniziativa non è tanto raggiungere lo
standard qualitativo che offrirebbero nuove costruzioni quanto quello di migliorare più
edifici possibile cosicché l’operazione si riveli più economica che costruire ex-novo;
4) avanzare a piccoli passi: cercare di migliorare in modo significativo con
numerosi progetti di piccola scala pensati ad hoc a seguito di un’attenta e approfondita
analisi cognitiva dei problemi, poiché non è vero che solo con interventi radicali e di
ampio respiro si migliora la qualità della città e della vita;
5) informazione e formazione: tutte le parti coinvolte devono essere informate
25
repentinamente, e rese partecipi in modo attivo; affinché tutti siano attivi partecipanti
occorre mettere a disposizione un supporto tecnico-professionale e speciali programmi
formativi rivolti ad esperti ed a cittadini locali;
6) utilizzare la fase di start-up per impostare il quadro di riferimento: le basi per
il futuro sviluppo sostenibile possono essere poste anche se le risorse economiche
disponibili per portare avanti lavori di miglioramento non sono cospicue. In Austria gli
strumenti legislativi rilevanti sono stati sviluppati quando le condizione economiche
erano molto più deboli rispetto alla maggior parte dei paesi europei, ma questo può
aver contribuito ad evitare il problema di immediate pressioni dalle differenti forze di
mercato. Quindi i tempi “morti” possono essere usati per concentrarsi sui programmi
prioritari e delineare strategie in modo indipendente basate su un attento studio della
situazione specifica.
3.1 - Piano per lo sviluppo urbano per Vienna: STEP 05
Ciò su cui Vienna si sta concentrando in modo particolare negli ultimi anni è
rafforzare la sua posizione come metropoli nel sud dell’Europa centrale.
Il nuovo Piano per lo sviluppo urbano di Vienna si pone le seguenti domande:
•
Che tipo di economia e di requisiti di ubicazione saranno in grado di
affrontare questa sfida?
•
Quale crescita demografica ci si deve aspettare e da dove proverrà?
•
Come si potranno conciliare il cambiamento delle condizioni di vita, la
crescente domanda di qualità e di spazio abitativo?
•
Quali progetti infrastrutturali predomineranno nell’ubicazione urbana e
come potranno essere impiegati al meglio per dare impulso allo sviluppo
urbano?
•
Come possono le necessità di sviluppo essere armonizzate con gli obiettivi
di preservare la qualità della vita e le risorse naturali?
•
Come potranno le esistenti aree edificate della città essere adattate per
andare incontro alle nuove esigenze e alla domanda di qualità così da
tenere le pressioni per gli insediamenti di nuova costruzione più basse
26
possibile?
Lo STEP 05 si pone inoltre i seguenti obiettivi:
•
In un clima di competizione tra città e regioni, offrire sedi, infrastrutture e
servizi
innovativi,
creare
situazioni
che
favoriscano
le
attività
di
investimento e preservare un adeguato approvvigionamento locale di
negozi ed imprese;
•
preservare in collaborazione con la Bassa Austria la varietà e la qualità
dei luoghi di vita nella regione di Vienna, assicurando ed espandendo la
Green Belt intorno a Vienna e il paesaggio del Danubio come elemento di
struttura regionale;
•
concentrare lo sviluppo degli insediamenti lungo le linee di trasporto
pubblico ad alta capacità significa usare in maniera prudente le risorse
della terra, incoraggiare gli usi misti verticali e prevenire la segregazione
sociale e funzionale;
•
incentivare la parte di
trasporti
ecocompatibili (bicicletta, percorsi
pedonali, trasporto pubblico) rispetto alla totalità dei mezzi di trasporto
possibili; ridurre la parte di trasporto individuale motorizzato; ridurre
globalmente la generazione di traffico;
•
salvaguardare, stabilizzare e migliorare la qualità della vita a Vienna,
assicurando pari opportunità a tutti gli abitanti, tenendo conto dei diversi
stili di vita, origini, base sociale e bisogni speciali per quanto riguarda le
persone con difficoltà motorie o gli anziani; permettere ad ognuno di
vivere una vita significativa assicurando l’accesso a:

vita culturale

vita sociale

educazione

sanità ed assistenza

case di dimensioni e qualità sufficienti

spazi naturali e ricreativi
garantendo previdenza sociale, sicurezza personale, protezione della
proprietà, favorendo l’integrazione sociale.
I principi sui quali si basa lo STEP 05 sono:
•
SOSTENIBILITA’
Il principio di sostenibilità ha lo scopo di permettere uno sviluppo che
soddisfi le esigenze della generazione attuale senza limitare le occasioni
di sviluppo delle generazioni future. Ciò significa tenere in considerazione
27
ed integrare i cambiamenti sociali, economici, ecologici. Queste tre
dimensioni devono essere armonizzate per promuovere la sostenibilità
nello sviluppo urbano.
•
PARTECIPAZIONE
La partecipazione dei cittadini e l’uso dell'intero potenziale creativo della
popolazione come supplemento alla democrazia rappresentativa sono gli
obiettivi
principali
della
partecipazione
politica.
Nel
campo
della
progettazione la partecipazione significa la cooperazione intensa fra i vari
attori ed abitanti della città e serve da strumento per il pareggiamento
degli interessi nel processo di progettazione.
STEP
05
definisce
la
partecipazione
non
solo
come
posizione
programmatica della città, ma inoltre dichiara la necessità di fornire la
struttura necessaria. Ciò sottintende la disponibilità delle risorse interne
ed esterne dei reparti amministrativi della città, la protezione della
decentralizzazione così come la messa a punto, attivamente, delle misure
per mantenere vivi la cultura del dibattito politico e della partecipazione.
•
INTEGRAZIONE DEI GENERI
L’integrazione
dei
generi
nella
progettazione
urbana
significa
l'integrazione delle prospettive delle donne e degli uomini, delle differenti
situazioni di vita e dei simultanei divergenti desideri fin dall'inizio in tutti i
processi decisionali e di pianificazione progettuale.
STEP 05 definisce l’integrazione dei generi come importante operazione
trans-settoriale.
L'integrazione
dei
generi
significa
l'orientamento
obbligatorio di tutte le azioni di STEP05 sulla parità di trattamento delle
donne e degli uomini, fin dall’ inizio del lavoro sulle misure da prendere.
•
DIVERSITA’
Vienna si impegna per una politica di coabitazione pacifica ed uguale e
per la diversità delle culture, delle religioni e dei differenti stili di vita.
L'immigrazione è normale per le metropoli europee e così anche per
Vienna
non
è
una
situazione
eccezionale. Una
politica
aperta
e
lungimirante in questo senso è cruciale.
STEP 05 inoltre definisce il concetto di diversità come operazione transsettoriale, perché Vienna - proprio come altre capitali europee – si
confronta oggi con la sfida di risposta ai cambiamenti sociali e di
individuazione
delle
risposte innovatrici
e
durevoli
alla politica di
integrazione e di espansione.
Con la precedente risoluzione del Consiglio della città, STEP 05 ora costituisce il
documento e lo schema di base per tutte le azioni con un impatto speciale dei reparti
28
specializzati, degli uffici a valle e delle imprese della città di Vienna. Quindi, le
procedure di zonizzazione, tra l'altro, devono seguire le indicazione di STEP 05 e tutte
le variazioni richiedono discussioni notevoli. Ciò si applica analogamente ad altre
misure che hanno un effetto spaziale, come nel settore dell'infrastruttura di trasporto,
dell'alloggiamento, dell'acquisizione della terra, ecc. Si è programmato di monitorare
STEP 05 sviluppando un appropriato insieme di indicatori e un metodo adeguato per il
controllo continuo dei progressi verso il raggiungimento degli obiettivi e di tutte le
deviazioni, così come dei risultati di progettazione (valutazione). I risultati devono
essere presentati periodicamente (ogni cinque anni) al Consiglio della città sotto forma
di rapporto di sviluppo urbano.
3.2 - Elaborati contenuti in STEP 05
Lo STEP 05 contiene una numerosa serie di analisi urbanistiche e demografiche
presentate sotto forma di grafici, tavole, mappe. Verranno di seguito riportate quelle
di maggiore rilevanza per l’area di progetto.
3.2.1 - Zone chiave di azione
Il primo degli elaborati che viene presentato altro non è che una mappa delle
zone chiave di azione per lo sviluppo urbano di Vienna; esse vengono definite dallo
STEP 05 come sezioni coerenti della regione di Vienna caratterizzate da determinati
temi/sfide e occasioni. Queste zone non sono delineate con precisione, in senso
geografico, ma piuttosto sono l’insieme di zone contraddistinte dalle stesse necessità
di intervento e con analoghi rapporti con funzioni collocate fuori della città o con parti
di essa.
Le zone chiave rappresentano un cambiamento radicale nella presentazione delle
intenzioni e dei metodi di lavoro per lo sviluppo urbano. E’ infatti una novità il fatto di
selezionare parti specifiche di città alle quali si dovrà prestare maggiore attenzione,
durante gli anni venturi, a causa delle loro situazioni attuali o dei previsti
29
cambiamenti. Non importa se sia un particolare insieme di problemi di cui ci si deve
occupare o se il distretto abbia potenziale e opportunità di sviluppo eccezionali che
dovrebbero essere colti a vantaggio dell’intera città.
I programmi di sviluppo specifici per ciascuna zona chiave, contenenti i
provvedimenti concreti, saranno preparati e realizzati per le rispettive sfide e
risoluzione dei problemi. Il piano prevede che siano invitati i distretti, gli attori relativi
a tutte le organizzazioni interessate, i gruppi di cittadini ed i rappresentanti
dell'imprenditoria. Poiché i programmi indirizzano verso specifiche mansioni ed
argomenti, il lavoro potrà oltrepassare i confini amministrativi. I programmi di
sviluppo urbano coprono normalmente l'intero territorio, ma sono completati e
coordinati per le singole zone chiave di azione. Il piano indica inoltre che sarà prestata
attenzione non solo alle zone chiave di azione, ma anche alle altre parti della città per
quanto riguarda le necessità di sviluppo.
Il piano stabilisce inoltre che i punti della progettazione integrante, nonché i
principi di sostenibilità, diversità, partecipazione e integrazione dei generi saranno
applicati a tutte le aree chiave di azione. Oltre alle misure appena dette
dovranno
essere applicate innovazioni nella protezione del clima e nel risparmio energetico in
conformità con gli obiettivi del KLiP (programma di protezione del clima della città di
Vienna); esso richiede l’impiego di fonti di energia alternative, maggiori standard di
isolamento termico, edifici passivi a livello energetico, anche per le costruzioni
commerciali, ecc.
I programmi per le zone chiave di azione definiranno gli obiettivi di sviluppo e le
misure adeguate al tema per un periodo di cinque - dieci anni. L'esperienza con i
programmi sovvenzionati dalla città di Vienna e dall'UE indica che è significativo
definire i metodi ed il contenuto dei programmi per abbinarli al rispettivo obiettivo. Ci
dovrebbe essere un contenuto minimo, che è lo stesso per tutti i programmi e questo
è inoltre un requisito preliminare per poter controllare l'esecuzione. I contenuti
includono:
•
definizione dell’area chiave di azione;
•
analisi dei più importanti problemi, cambiamenti
e possibilità di sviluppo
dell’area;
•
formulazione di obiettivi di programma più concreti possibile;
•
quantificazione delle misure destinate a contribuire al successo degli
obiettivi definiti;
•
stima del tempo necessario per l'attuazione del programma;
•
fasi di esecuzione, calendario di lavoro e responsabilità.
30
L’area di progetto, evidenziata nella mappa mediante il cerchio giallo, ricade
esattamente in un’area compresa tra la cintura occidentale (Westgürtel) e la valle del
fiume Vienna (Wiental); entrambe queste aree sono individuate e catalogate nel nuovo
piano urbanistico della città di Vienna come zone chiave di azione per lo sviluppo
urbano secondo quanto si può vedere nella figura soprastante. Da qui deriva
l’importanza
dell’area
volontà
rinnovarla
di
di
progetto
e
e
la
riqualificarla
mediante un intervento che non sia solo
dispendioso, ma che sia capace di generare
profitto, perciò accanto a funzioni abitative
e di svago viene richiesto l’inserimento di
funzioni commerciali che siano in grado di
produrre reddito.
Il Gürtel, che è una delle vie di
comunicazione più attraversate di Vienna, è
considerato una barriera e un confine fra i
Figura 18. Un'immagine della affollata
interni
ed
esterni.
Si
intende
dunque aumentare la qualità della vita di
31
Westgürtel.
distretti
tutti
gli
abitanti
mediante
misure
di
rinnovamento urbano quali la stabilizzazione
delle vie commerciali adiacenti, una migliore
immagine
ed
un
miglioramento
delle
strutture residenziali del Gründerzeit, una
migliore organizzazione del traffico e una
politica della diversità.
Wiental è non solo “il cancello verde„
dell'ingresso alla città provenendo da ovest,
ma anche uno degli elementi strutturali più
importanti della città insieme al Canale del
Danubio, al fiume Danubio e al Gürtel. La
serie di obiettivi di sviluppo urbano che ci si
propone
di
raggiungere
va
dal
rendere
Figura 19. Una delle molte possibili
escursioni per la Wiental.
possibile sperimentare e vivere il paesaggio
del fiume al disegno della zona anteriore del palazzo di Schönbrunn e all’incentivare
una maggiore concentrazione di usi economici.
3.2.2 - Schema per lo sviluppo spaziale della Regione di Vienna
32
L'orientamento spaziale di Vienna - questo significa rapporti economici regionali,
itinerari di interscambio, movimenti di shopping e turismo – negli anni a venire si
sposterà
definitivamente
verso
est.
Le
strutture
spaziali
che
sono
emerse
prevalentemente dalle condizioni dell’Europa nel dopoguerra e largamente orientate
verso Ovest e Sud ora vengono man mano sostituite da un’aperta e permeabile
regione nell’Europa centrale che intrattiene relazioni economico-culturali in tutte le
direzioni.
3.2.3 - Schema di sviluppo economico
Lo schema di sviluppo spaziale economico per Vienna comprende il sistema di
centri urbani, le aree di sviluppo di rilevanza strategica, le misure per assicurare le
esistenti strutture d’impresa e le definizioni del progetto di sviluppo della struttura
agricola per Vienna (AgSTEP).
3.2.4 - Schema di sviluppo dell’edificazione
Il seguente schema ha lo scopo di definire tre diverse categorie di stanziamento
che si differenziano per la densità di edificazione. Le aree raggiungibili dai mezzi di
33
trasporto pubblico di grande capacità avranno un’elevata densità abitativa, mentre le
zone a bassa densità saranno dominate da spazi verdi e abitazioni unifamiliari.
3.2.5 - Aree prioritarie per lo sviluppo di Vienna
34
Lo STEP 05 ha definito le priorità spaziali e temporali per sviluppo urbano di
Vienna nell’avvenire, basandosi sulla pianificazione dell'infrastruttura ed in conformità
con gli obiettivi della città compatta e dello sviluppo urbano sostenibile. Si intende
infatti affrontare ingenti investimenti
per lo sviluppo dell’infrastruttura secondo
quanto previsto dal Transport Master Plan per migliorare l'accessibilità di alcune
località aumentando così la loro attrattiva. I miglioramenti più significativi saranno
realizzati in quelle zone che erano finora in grande svantaggio riguardo l’accessibilità.
3.2.6 - Schema di sviluppo: aree verdi nella Regione Urbana
35
In uno sviluppo orientato verso la sostenibilità, il mantenimento e l’ulteriore
sviluppo dei paesaggi e degli spazi verdi all'aperto rappresenta una componente
fondamentale dello sviluppo urbano e costituisce un principio base, in una visione a
lungo termine, per la conservazione della qualità della vita. Lo schema “Gli spazi verdi
della Regione Urbana” è basato su questi principi e definisce i confini fra i paesaggi
over-arching e le aree urbane costruite; al di fuori di questi confini non è consentito
costruire e stabilirsi per i prossimi 10-15 anni.
3.2.7 - Schema di sviluppo spaziale per Vienna
Nei prossimi decenni, Vienna andrà perdendo il tradizionale orientamento a sudovest in favore di uno sviluppo urbano che offra impulsi ed occasioni in tutte le
direzioni. STEP 05 prende questi impulsi, li impacchetta e li mette a fuoco negli schemi
di sviluppo. “Lo schema di sviluppo spaziale per la Regione” evidenzia il nuovo
orientamento di Vienna verso un moderno, economicamente e politicamente integrato
centro Europa.
Nello “Schema spaziale di sviluppo per Vienna” sono state sintetizzate le
prospettive dei seguenti “Schema spaziale di sviluppo economico”, “Progetti di
sviluppo delle zone verdi nella regione urbana” e “Schema di sviluppo di stanziamento”
interne. Lo schema spaziale di sviluppo mostra che lo sviluppo di Vienna continuerà ad
36
i quali costituiscono una struttura di navigazione per lo sviluppo delle strutture urbane
incentrarsi principalmente sulle zone lungo l’asse accessibile mediante il trasporto
pubblico di grande capacità; esso è infatti necessario agli abitanti dell’hinterland di
Vienna per avere accesso ai lavori e alle attrezzature di Vienna senza dover ricorrere
all’automobile di proprietà.
Nei prossimi anni, Vienna continuerà a perseguire la politica di sviluppo compatto
di stanziamento sostenibile ed espansione urbana economico-fattibile. Le condizioni
che devono verificarsi affinché ciò possa accadere sono: crescita controllata dei mezzi
individuali di trasporto motorizzato; mantenimento di un prezioso spazio ai bordi della
città per gli scopi di ricreazione e di contatto con la natura; applicazione di modi di
costruire che consentano di risparmiare spazio ed energia nelle aree urbane di nuova
edificazione; rendere i distretti urbani accessibili estendendo le linee sotterranee ed
introducendo nuove, moderne linee tramviarie per incoraggiare lo sviluppo di nuove
aree di affari, nuovi centri direzionali, e comunità moderne con demografia mista.
37
4 – La disabilità in Austria
L’Austria, come tutti gli altri paesi della Comunità Europea, ha recepito la
Direttiva quadro 2000/78/CE riguardante le pari opportunità; essa si occupa
specialmente dell’ambito lavorativo, garantendo ai portatori di handicap la possibilità
di accedere ai posti di lavoro, esercitare la loro attività ed avere la possibilità di
avanzare di carriera. In tale direttiva si specifica che la discriminazione, compresa
quella basata sugli handicap, può impedire il conseguimento degli obbiettivi preposti
dal Trattato CE, come il raggiungimento di un elevato grado di occupazione; di
primaria importanza è dunque la lotta alla discriminazione fondata sull’handicap.
Il legislatore austriaco, recependo la suddetta direttiva quadro, ha deciso di
estendere tali valori garantendo una tutela molto ampia ai portatori di handicap; oltre
a redigere quindi la Legge federale sulle assunzioni dei portatori di handicap
Behinderteneinstellungsgesetz
(BEinstG),
ha
emanato
una
seconda
legge
riguardante il cosiddetto “ambito generale”: la Behindertengleichstellungsgesetz
(BGStG), o Legge federale per la parità dei portatori di handicap.
La BGStG mira ad eliminare ogni forma di discriminazione verso i diversamente
abili, garantendogli una piena partecipazione alla vita sociale; andando oltre la
Direttiva 2000/78/CE, la BGStG accorda dunque alle persone portatrici di handicap
una tutela “generale”, promuovendone la parità in tutti gli ambiti di vita.
La Legge federale per la parità dei portatori di handicap (BGStG) pone il divieto
di discriminazioni dirette o indirette, che riguardano anche le maggiori difficoltà di
accesso incontrate dai diversamente abili e la conseguente eliminazione delle barriere
negli ambienti di vita. Tuttavia l’eliminazione di ogni tipologia di barriere deve
attenersi ad un concetto di proporzionalità: essa non è più necessaria qualora la sua
attuazione comporti costi sproporzionati agli effettivi benefici.
Le due leggi austriache ricalcano fedelmente in ampie parti la direttiva europea,
che però tratta l’argomento in maniera vaga ed indeterminata per consentirne il
38
recepimento a tutti gli stati membri: trattandosi di una direttiva quadro, essa si limita
infatti a tracciare l’orientamento da seguire per i diversi legislatori, piuttosto che
fornire norme specifiche. Di conseguenza emerge una mancanza di approfondimento
su molte questioni riguardanti l’argomento, che probabilmente avrebbero necessitato
una maggiore chiarificazione, lasciando l’applicazione del diritto nei singoli casi
specifici all’interpretazione dei giudici.
Altro campo legislativo sull’argomento è quello che riguarda l’istruzione: in
Austria la scuola è obbligatoria per tutti i bambini fino a 15 anni: inizia con la scuola
elementare a 6 anni, per un totale di 9 anni di scuola. Dopo i 4 anni delle scuole
elementari, vi è una prima divisione tra la scuola secondaria moderna (della durata di
4 anni) e scuole che preparano ad una istruzione generale superiore (della durata di 8
anni). Dopo 12 anni di studio viene rilasciato un certificato che consente l’accesso
all’università.
Figura 20. Schema riassuntivo del sistema scolastico austriaco; fonte: Ministero dell’Educazione della
Scienza e della Cultura.
39
Quasi tutti gli studenti con disabilità seguono generalmente la scuola dell’obbligo
insieme agli studenti normodotati, salvo alcuni rari casi di scuole specializzate per
determinate disabilità, come ad esempio scuole per non vedenti o non udenti.
La legge sull’educazione non prevede un insegnamento integrato per le scuole
che forniscono un insegnamento generale e per quelle intermedie che forniscono una
educazione superiore, solo le scuole intermedie professionali offrono un tutoraggio
integrativo per gli studenti con esigenze specifiche; solo il politecnico, che rappresenta
il modo di completare il 9° anno per perfezionare la scuola dell’obbligo, fornisce per
legge un insegnamento integrativo per i giovani con bisogni speciali.
In alternativa al politecnico, per i giovani con bisogni speciali c’è la possibilità di
trascorrere il 9° anno come un anno di preparazione professionale in apposite scuole;
oltre a tali scuole professionali, una vasta serie di professioni possono essere imparate
con l’apprendistato nel contesto di un sistema di educazione professionale doppio.
In definitiva a ciascuno studente portatore di handicap è data la possibilità di
superare tutti i diversi gradi di istruzione, ma le attività integrative non sono previste
e di conseguenza ben pochi riescono a conseguire un certificato che gli permetta di
accedere all’università. Seguendo il ristretto numero di offerte scolastiche riservate ai
diversamente abili o con attività integrative obbligatorie non si può conseguire un
certificato idoneo per l’università, ma si può tuttavia avere un’istruzione specifica che
avvii alla carriera professionale.
4.1 – Città cordiali
La città di Vienna ha aderito al progetto europeo “Città cordiali”, approvato nel
2004 nell’ambito dell’Iniziativa Comunitaria Interreg III B, con l’Assessorato al
Turismo della Regione Emilia Romagna come capofila di 15 partner in rappresentanza
di 5 Stati: Italia, Austria, Germania, Grecia e Romania. Esso è basato sulla
condivisione di strategie di sviluppo delle città, in cui l’accessibilità per tutti è visto
come un importante elemento di qualità. Un’indagine condotta a livello europeo ha
evidenziato come le aspettative di un turista “normale” e di uno con disabilità siano
traduce in una città più comoda e funzionale per tutti.
40
per buona parte le stesse, perché una città accessibile per i portatori di handicap si
L’accessibilità in questo senso non si traduce solo con l’abbattimento delle
barriere architettoniche, ma con la completa trasformazione delle città intese come
“dormitori” in ambienti a misura d’uomo, dotate di servizi di qualità e di occasioni di
svago. Oltre alle barriere architettoniche, che creano ostacolo ai diversamente abili e
rendono scomoda la città ai normodotati, bisogna abbattere anche le barriere culturali:
l’indagine CARE (Città Accessibili delle Regioni Europee), condotta a livello europeo su
un campione di oltre 6.000 individui, ha evidenziato come il principale desiderio di tutti
i turisti prima di partire sia quello di incontrare al loro arrivo una città con persone
cordiali e disponibili, pronta culturalmente ad accogliere gli stranieri.
L’accessibilità è la componente primaria per la gradevolezza delle città per chi le
visita e per il miglioramento delle condizioni di vita dei residenti; il Progetto CARE si
pone come obbiettivo quello di costruire una rete europea di città che abbiano almeno
un itinerario pienamente accessibile, proponendo delle reti a tema di servizi
specializzati (percorsi nel verde, itinerari enogastronomici, reti di eventi culturali, ecc.)
in grado di rappresentare l’identità della città in questione adatti a ciascun tipo di
turista, compresi ovviamente i portatori di handicap.
Tra le principali aspettative degli intervistati è emersa l’efficienza e l’accessibilità
della rete di trasporti pubblici, sentita in egual misura da ciascuna categoria di turista.
Il problema dell’abbattimento delle barriere architettoniche è invece lievemente più
sentito dai portatori di handicap.
Ad un campione analogo al primo è stato invece chiesto cosa li avesse
favorevolmente impressionati al ritorno da un viaggio in una città estera e la
“graduatoria” è risultata sensibilmente diversa rispetto a quella delle aspettative: ai
vertici si sono trovate la gastronomia, le bellezze artistiche, le bellezze naturali, lo
shopping e gli eventi culturali; la cordialità e l’accoglienza sono passate al sesto posto,
mentre i trasporti pubblici e l’accessibilità dei luoghi sono tra gli ultimi. Questo fatto
evidenzia come i tre elementi più desiderati andando a visitare una città sono
raramente riscontrati dai turisti, essendo di fatto molto più facile trovare un buon
piatto da gourmet piuttosto che la disponibilità delle persone, per non parlare di
trasporti pubblici efficienti e luoghi veramente accessibili.
L’indagine evidenzia come sia necessario compiere notevoli
sforzi
verso
l’adeguamento dei sistemi di trasporto pubblici e l’abbattimento delle barriere
architettoniche, nonostante la situazione sia già lievemente migliorata nel corso degli
ultimi anni. Altro aspetto fondamentale per i turisti è quello della semplicità nel
reperire informazioni precise ed affidabili, soprattutto nel caso dell’accessibilità dei
41
luoghi che un diversamente abile intende visitare.
Di seguito si riportano i risultati dell’indagine per quanto riguarda la città di
Vienna, tratta dal sito ufficiale della CaRTA, rassegna stampa del Progetto CARE.
Da CaRTA Press – Care Rassegna Turismo Accessibile:
“Ai turisti con esigenze speciali la capitale austriaca offre servizi e ausili per
godere al meglio delle tante attrattive artistiche e di divertimento.
È tra le mete turistiche all’estero accessibili a persone con disabilità: molte le
strutture museali e non, senza barriere e con ausili. Tra queste il Castello di
Schonbrunn, dichiarato “patrimonio comune dell’umanità” dall’Unesco: prevede aree di
parcheggio per persone diversamente abili, sedie a ruote gratuite per chi non può
percorrere lunghi tratti a piedi, ascensore con segnalatore sonoro, per i turisti non
vedenti la possibilità di “toccare” alcuni oggetti esposti, mentre a disposizione delle
persone non udenti sono previsti alcuni testi ridotti per tour guidati.
Più che accessibili il Prater, parco pubblico che si estende tra il Dunaukanal e il
Danubio, ed il Prater Museum, museo di storia e documenti con ingresso a porta
scorrevole (larghezza 160 cm x 2) e una rampa con 13% di pendenza (meno
raggiungibile la balconata della Sala espositiva con 20 scalini circa). Senza barriere il
Museo di Storia Naturale (Naturhistorisce Museum), sede di collezioni di particolare
interesse (meteoriti, paleontologia, botanica, insetti e pesci): per le persone ipo e non
vedenti, offre gratuitamente una guida in braille, mentre per i turisti non udenti è
possibile prenotare (+43 1 0222 52177) visite guidate speciali. L’accesso al Museo per
le persone su sedia a ruote ha solo otto scalini di impedimento, ma il personale del
Museo ha le competenze necessarie per aiutare nel superamento della barriera.
In mostra al Museo di Storia dell’Arte le più grandi collezioni di arte europee: qui
sono tre le aree parcheggio esclusivamente riservate alle persone con disabilità e
personale competente all’accompagno e alla segnalazione dei percorsi di accesso
facilitati. Imperdibili le visite ai teatri: il Burgtheater, il primo teatro imperiale, (una
rampa per l’accesso, parcheggi riservati, posti riservati a persone su sedia a ruote,
cuffie “speciali” per persone non udenti) ed il Teatro Lirico di Vienna, accessibile solo
superando tre scalini, ma è possibile richiedere l’impianto di una rampa.”
1
Da questa analisi si evince come la città di Vienna si sia attrezzata nel tempo con
numerosi itinerari pienamente accessibili, quasi tutti nell’ambito della cultura e dello
http://www2.comune.venezia.it/cartapress/indexarticoli.php?pagina=leggi&idarticolo=184
42
1
svago. Questo la rende una meta ideale per qualsiasi tipologia di turista, in grado di
soddisfare la maggior parte delle aspettative di un visitatore e proponendo sempre la
soluzione ideale per ciascuna esigenza; anche nei rari edifici in cui permangono delle
barriere architettoniche, si nota come il personale sia in grado di fornire una valida
assistenza.
4.2 – Visitando Vienna
Al fine di contestualizzare al meglio il lavoro in oggetto, si è ritenuto utile
effettuare un lungo sopralluogo nella città di Vienna, per verificare le incoraggianti
notizie apprese riguardanti l’accessibilità della città, con particolare riferimento al
sopracitato Progetto CARE.
La prima cosa che salta all’occhio del visitatore è l’abbondanza e la qualità dei
mezzi pubblici; quasi ogni angolo della città è raggiungibile mediante una delle cinque
linee di metropolitana (U1, U2, U3, U4 e U6) o una delle quindici linee di treni urbani
(S1, S2, S3, S4, S5, S6, S7, S8, S9, S15, S40, S45, S50, S60 e S80), cui si aggiunge
un gran numero di linee tramviarie. Numerose sono anche le stazioni di scambio tra
una linea e l’altra, rendendo disponibili sempre diversi itinerari per raggiungere il
medesimo punto; per chi ha scarso senso dell’orientamento all’inizio può essere
difficile trovare la soluzione più breve tra le tante disponibili, ma si tratta di un
inconveniente del tutto trascurabile rispetto alla totale mancanza di copertura dei
mezzi pubblici a Roma. Si ha la sensazione di trovarsi in una città in cui possedere
un’automobile sia realmente superfluo e tale impressione è supportata dal fatto che il
traffico automobilistico risulta ridotto al minimo.
Notevole è anche l’accessibilità delle linee metro: anche nella più periferica U6,
caratterizzata da carrozze datate e pittoresche, almeno un vagone di ciascun treno è
agibile, riconoscibile dalle linee più moderne; sono sempre presenti gli spazi per lo
stazionamento delle sedie a ruote e delle numerosissime biciclette ed in ogni stazione
alle scale si affiancano spaziosi ascensori.
Visitando la città si nota come la maggior parte dei luoghi pubblici sia accessibile,
citati, pienamente accessibile è anche il prestigioso Albertina, che garantisce la piena
43
in accordo con quanto scritto nel rapporto della CaRTA. In aggiunta ai musei sopra
fruibilità di ogni sua sezione senza alcuna restrizione; è consentito l’accesso ai cani per
i non vedenti, sono distribuiti gratuitamente sedie a ruote ed ausili alla mobilità presso
il guardaroba principale, l’ingresso di accompagnatori per non vedenti o sedie a ruote
è gratuito e sono garantite due aree di parcheggio riservate ai diversamente abili.
Nella città, specialmente nell’Innere Stadt (centro città), i percorsi pedonali sono
ampi e numerosi, con buona presenza di sedute per il riposo ed un’abbondanza di aree
verdi; quasi sempre i tanti ciclisti dispongono di una loro corsia riservata.
La sensazione che si ha percorrendo le strade o visitando i luoghi di interesse di
Vienna è quella di trovarsi veramente in una città a misura d’uomo, in cui il piacere di
visitare raramente è ostacolato da qualsivoglia barriera architettonica.
44
5 – Schindler Award
Un "mondo accessibile a tutti", anche a persone diversamente abili. Questa è la
filosofia che ispira lo Schindler Award for Architecture, concorso aperto agli studenti e
alle facoltà di architettura di tutta Europa, oltre che a quella di Ingegneria EdileArchitettura in Italia.
Malgrado i progressi compiuti da norme e prescrizioni, ancora oggi moltissime
persone disabili vengono ostacolate da inutili barriere presenti negli edifici e nelle loro
immediate vicinanze.
Nel 2003, per dare un proprio contributo all' "Anno europeo delle persone con
disabilità", il Gruppo Schindler ha indetto per la prima volta il concorso Schindler
Award "Access for All". Dato il successo della prima edizione, la Schindler ha deciso di
dare un seguito all'iniziativa e indire il concorso ogni due anni. Le prime edizioni,
quella del 2003/2004 e quella del 2005/2006, sono state ambientate rispettivamente
a Bruxelles ed a Parigi; alla prima hanno partecipato 497 studenti appartenenti a 72
università europee, per un totale di 78 progetti partecipanti al concorso, mentre alla
seconda il numero è aumentato a 504 studenti da 58 università, per un totale di 88
progetti partecipanti, 74 nella graduatoria tra studenti e 14 in quella tra università.
L'edizione 2007/2008 ha come scenario la città di Vienna ed è incentrata sul
tema di "Urbanismo inclusivo". La sfida posta agli studenti è quella di rendere
"accessibile a tutti" un'area della capitale austriaca che si trova all'intersezione fra
l'anello ovest (Westgürtel) e la valle del fiume (Wiental): una zona che sembra esser
stata dimenticata e rimane completamente avulsa dal resto del vivace dinamismo
cittadino. A questa edizione ha partecipato il ragguardevole numero di 957 studenti,
iscritti a 95 diverse università di architettura da 22 paesi europei, per un totale di 125
progetti, di cui 86 nella graduatoria tra studenti e 35 in quella tra università, questi
ultimi preselezionati da un totale di 244 progetti.
Uno degli scopi principali della competizione è quello di avviare un cambiamento
45
di mentalità riguardo l’approccio dei progettisti ai problemi di disabilità: il problema più
grande è che gli architetti vedono la normativa in materia come un ostacolo alla loro
creatività e si limitano ad “adattare” il progetto una volta finito per renderlo conforme
alla legge, mentre la difficoltà di rendere un ambiente confortevole per tutti dovrebbe
rappresentare lo stimolo per una progettazione migliore e più coscienziosa.
Ad un certo punto nella nostra vita, circa 2/3 della popolazione diventa
dipendente dall’ambiente progettato, un ambiente che dovrebbe essere fatto per
accontentare sia il normodotato che il diversamente abile. Chi di noi non è
direttamente affetto da un'incapacità molto probabilmente ha una zia, un amico o un
conoscente la cui vita è stata resa più complicata dalle barriere architettoniche
presenti nella maggior parte degli edifici. E’ importante riconoscere che diventare
disabile può accadere non solo agli altri, ma a chiunque.
"L'accessibilità per tutti" non significa semplicemente pianificare l’ accessibilità
per una sedia a ruote nella progettazione; piuttosto significa che il progettista deve
affrontare la progettazione tenendo presenti le necessità particolari di tutti i tipi di
handicap che affliggono gli individui.
Per quanto attiene alla progettazione di edifici gli handicap che colpiscono le
persone sono suddivisibili in tre categorie:
•
incapacità motoria, che può richiedere anche l’uso di una sedia a ruote;
•
difficoltà visive, che vanno da una cattiva vista alla sua totale mancanza;
•
difficoltà uditive, che vanno dall’avere problemi a sentire alla totale
sordità.
In Europa, più di 100 milioni di individui sono presi in considerazione per una
progettazione più attenta:
•
35 milioni sono coloro che hanno difficoltà motorie, 350.000 dei quali è
costretto su una sedia a ruote;
•
70 milioni hanno problemi di udito, 800.000 dei quali è totalmente sordo ;
•
8 milioni hanno problemi visivi, di cui 600.000 sono legalmente
riconosciuti come ciechi;
Quello che è cruciale riguardo questi numeri tuttavia è che essi non devono
essere considerati statici ma devono essere percepiti come valori dinamici, in continua
evoluzione. Una persona che è sana oggi può non essere in grado di spostarsi così
facilmente tra 20 anni, anche solo per via dell’anzianità, e può avere bisogno di
occhiali. La maggior parte degli individui con incapacità sono proprio le persone
anziane, che spesso soffrono di una combinazione di più tipologie di disabilità. Inoltre,
46
vincoli cognitivi come difficoltà di orientamento o comunicazione, debilitazioni
intellettive o mentali possono aggiungersi ai problemi del disabile.
5.1 - Accessibilità
Il concetto di accessibilità per tutti è centrale in questo concorso, ma l'ambito è
molto più ampio del semplice ostacolo fisico. Le qualità urbane e architettoniche di
collegamenti interni, esterni, orizzontali e verticali da e per tutte le funzioni deve
essere uguale per utenti diversamente abili e normodotati. Fruire gli spazi vasti o
confinati, coperti o aperti, oscuri o luminosi dovrebbe essere un piacere per tutti:
questo è un imperativo morale in una società democratica.
Per le persone con mobilità ridotta, gli immediati dintorni della residenza
possono diventare la loro totale sfera di azione. Mentre le persone normodotate
possono facilmente recarsi nei luoghi scelti, una persona diversamente abile deve
spesso contare esclusivamente sulle attrattive già offerte nel ristretto raggio d’azione
della propria mobilità. Allo scopo di ampliare tale raggio, i requisiti di una maggiore
accessibilità dovrebbero essere soddisfatti dagli spazi pubblici e dalle strutture
pubbliche più di quanto esse facciano attualmente. Provvedere alle necessità
giornaliere dando accesso alle attività all'aperto, offrire esperienze diversificate di
spazio, dare una sensazione di sicurezza, fa tutto parte di un progetto ben
congegnato.
Tutte le seguenti richieste non dovrebbero essere viste come limitative per l’
estetica della progettazione, ma piuttosto incoraggiare la creatività architettonica.
•
Mobilità ridotta: benché coloro che utilizzano la sedia a ruote non siano
il segmento più ampio delle persone con disabilità, ha senso impiegare
l’accessibilità alle sedie a ruote come standard di progetto. Quando un
edificio è progettato in maniera che sia accessibile per le sedie a ruote, le
più importanti esigenze per la maggioranza delle persone diversamente
abili sono soddisfatte e ci sono meno barriere per coloro che hanno
difficoltà visive. Gli elementi che facilitano la fruizione agli utenti su sedia
47
a ruote rendono l’accesso a questi ambienti più facile anche per i bambini.
•
Difficoltà visive: le persone con problemi visivi sono più facilmente
aiutate da misure visive, acustiche e tattili. Potenziare l'illuminazione,
usare colori contrastanti, corrimano lungo le scale, linee di guida o
variazioni tattili sul pavimento possono rendere molto più facile la
percorrenza di ambienti complessi. Elementi speciali come una buona
illuminazione, segnali leggibili e pittogrammi sono anche importanti per le
persone che hanno un handicap cognitivo, e può essere un fattore
risolutivo affinché essi siano in grado di percorrere un ambiente
facilmente e autonomamente.
•
Difficoltà uditive: gli individui con problemi di udito sono dipendenti da
dispositivi tecnici, come sistemi di induzione per apparecchi acustici. La
buona illuminazione migliora la lettura del labiale, fornendo un altro modo
di comunicare.
•
Scarso senso dell’orientamento: come conseguenza di problemi visivi
o di disagi psichici, ma anche molto spesso come conseguenza di
problemi di udito, il senso dell’orientamento può risultare compromesso in
modo critico. Elaborare un segnale non sarà vantaggioso in questo caso:
un progetto urbano e architettonico chiaro con un sistema di circolazione
gerarchico, il buonsenso e la disposizione logica saranno di grande aiuto
per coloro che soffrono di un ridotto senso dell'orientamento.
•
Disturbi sociali: alcuni disturbi non hanno alcuna causa fisica o psichica,
ma sono dovuti a circostanze più strettamente connesse alla società in cui
viviamo. Una donna lavoratrice con dei bambini piccoli è divisa tra i suoi
doveri di madre ed i suoi impegni di lavoro e questo può causarle disturbi
nel caso non riesca a soddisfare i bisogni giornalieri della famiglia, a
trovare un luogo sicuro di svago per i figli, ecc. Un ambiente urbano che
offra
servizi
adeguati,
aree
pubbliche
sicure
e
quartieri
efficienti
soddisferà la maggior parte delle sue necessità.
48
5.2 - Qualità della vita
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera:
"La qualità di vita o “benessere” della popolazione di una comunità, città o
nazione, è un argomento importante in economia, scienze politiche e sociologia.
Quando una città ha una buona qualità di vita, significa che la maggioranza della sua
popolazione può fruire di una serie di vantaggi politici, economici e sociali che le
permettono di sviluppare con discreta facilità le proprie potenzialità umane e condurre
una vita relativamente serena e soddisfatta. Si misura per mezzo di numerosi
indicatori economici e sociali. Gli indici economici sono abbastanza facilmente
misurabili. Invece, gli indicatori sociali, quali ad esempio la sicurezza dal crimine, la
sperequazione sociale, la libertà politica, la salute fisica, l’accesso all’istruzione,
l’inquinamento e altri simili, sono più difficili da misurare. Questo fatto ha creato uno
squilibrio tra la due categorie di indicatori, con il risultato che gli specialisti hanno
elaborato criteri standard di quantificazione per gli aspetti economici, ma hanno avuto
difficoltà ad accordarsi su come misurare gli altri e a stabilirne la percentuale di
importanza reciproca.”
2
Per migliorare la qualità della vita il bando di concorso propone che quest’area
inutilizzata sia trasformata in un'area di attrattiva sia per uso pubblico che
privato dotata delle seguenti funzioni:
•
Un parco pubblico lungo Dunklergasse che offra piacevoli percorsi
all’aperto e confortevoli aree di sosta così da alzare la qualità della vita in
questo luogo densamente popolato. Il parco dovrebbe offrire strutture
affinché i giovani possano giocare e divertirsi, mentre gli adulti e gli
anziani possano sfruttarlo per rilassarsi, entrare a contatto con la natura
ed incontrare amici, favorendo l’integrazione sociale.
•
Un edificio residenziale che offra una confortevole sistemazione per
famiglie a basso reddito. Esso deve soddisfare i fabbisogni giornalieri di
tutte le diverse tipologie di famiglie (entrambi i genitori lavoratori, single,
ecc.) mediante l’inserimento di piccoli negozi e di un luogo sicuro
all’aperto per il divertimento dei più piccoli.
http://it.wikipedia.org/wiki/Qualità_di_vita
49
2
•
Un centro polifunzionale per la comunità con una grande sala
multifunzione (danza, incontri, sport, ecc.), una palestra, strutture
didattiche (artigianato, arti, insegnamento, ecc.) ed un bar.
•
Un parco sulla riva del fiume che consenta l’accesso al Fiume Vienna
da parte degli abitanti del quartiere ed offra strutture sportive
all’aperto perché la gioventù possa lasciarsi andare.
5.3 - Sostenibilità
Per molti, la sostenibilità è poco più di uno slogan alla moda. Per urbanisti e
architetti, deve essere una concreta direttiva secondo cui agire.
Estratto da sviluppo Sostenibile UNECE - concetto e azione:
“Quando la Commissione Mondiale sull’Ambiente e Sviluppo (Commissione
Brundtland) pubblicava il suo rapporto nel 1987, ha presentato un nuovo concetto uno sviluppo sostenibile. Il concetto è diventato uno degli approcci più efficaci
introdotti negli ultimi anni. Infatti, ha aiutato a far prendere forma al programma
internazionale ed al giudizio della comunità internazionale su sviluppo economico,
sociale e ambientale.
Il rapporto della Commissione Brundtland ha definito sviluppo sostenibile come
"sviluppo che incontra le necessità delle generazioni correnti senza compromettere le
possibilità delle generazioni future di soddisfare le loro necessità.” Il concetto sostiene
un forte sviluppo economico e sociale, in particolare per la gente con un tenore di vita
più basso. Contemporaneamente sottolinea l'importanza di proteggere le risorse
naturali basilari e l'ambiente. Il benessere economico e sociale non può essere
migliorato con misure che distruggono l'ambiente. La solidarietà intergenerazionale è
cruciale: tutto lo sviluppo deve considerare il suo impatto sulle opportunità per le
generazioni future.”
http://www.unece.org/oes/nutshell/2004-2005/focus_sustainable_development.htm
50
3
3
Lo stato trascurato del sito di concorso offre una sfida alla sostenibilità in tutti e
tre i suddetti campi. Tuttavia, visti gli obiettivi di concorso, non tutte le sfide di una
città sostenibile possono essere affrontate. Il bando propone il seguente percorso
verso una migliorata sostenibilità:
•
Reclamare la terra incolta che ora è utilizzata esclusivamente per la
viabilità
ed
impiegarla
in
modo
economicamente
e
socialmente
intelligente, per parchi pubblici, un quartiere residenziale ed un centro per
la comunità.
•
Ridurre le emissioni del traffico sul quartiere circostante.
•
Incoraggiare la città di Vienna a rimuovere le scorie tossiche
proponendo un uso vantaggioso dell'area per i suoi abitanti.
•
Dare accesso al fiume in modo tale da restituire ai residenti la
percezione del Fiume Vienna.
•
Migliorare le condizioni sociali nel quartiere attraverso la costruzione
di un centro per la comunità ed attività mirate all’integrazione degli
immigrati.
•
Alimentare una maggiore identificazione dei residenti con il loro
quartiere creando attraenti spazi pubblici.
•
Aumentare
lo
sviluppo
economico
dei
distretti
circostanti
migliorando la qualità e le attrattive del complesso urbano ed alzando il
livello di educazione e le esperienze sociali della gioventù nell'area.
Sfortunatamente, dare l'accesso al fiume avrà solo un limitato impatto ecologico,
in quanto il letto del corso d’acqua deve rimanere artificiale, esattamente così come è
ora; tuttavia, è un piccolo passo verso un ambiente più naturale e verso fiumi meno
costretti dalle nostre città. La possibilità di sperimentare l'elemento dell’acqua nella
sua forma di base, come un piccolo fiume sulla strada dal Wienerwald al Danubio può
creare più consapevolezza e rispetto per un bene naturale che ha modellato una parte
importante della topografia di Vienna.
L'impatto ecologicamente più rilevante sarebbe certamente ottenuto risolvendo il
problema della perdita tossica, ora ben
nascosta in
profondità nel
terreno.
Evidentemente l’enorme costo di un tale tentativo, stimato in decine di milioni di Euro,
ha scoraggiato la Città di Vienna dall’intraprendere i passi necessari. Non è richiesta
dal concorso la bonifica del terreno, tuttavia il rischio che nel corso del tempo le
tossine filtrino nel corso d’acqua sotterraneo della valle del Fiume Vienna dovrebbe
rendere la ripulitura una priorità principale per l’amministrazione.
concettuali e tecnici della progettazione. Alla scala richiesta per il progetto non sarà
51
In ogni caso, è richiesto che la sostenibilità sia espressa mediante dettagli
possibile evidenziare con dovizia di particolari fattori come il consumo di energia,
materiali rispettosi dell’ambiente, ecc. Tuttavia bisognerà dimostrare di aver chiare le
problematiche ad essi legate e di aver quantomeno ragionato sull’argomento, in
quanto
un
progettista
oggi
non
può
astenersi
dal
prendere
seriamente
in
considerazione questi argomenti.
5.4 - Economia Ecologica
Nessuna pianificazione della città o attività di sviluppo può essere realizzata
senza uno stretto riguardo per l’economia. Molti "prodotti" di pianificazione della città,
come un parco urbano, un ambiente libero dallo smog, un quartiere socialmente
integrato o, più in generale, la qualità di vita, non hanno nessun riscontro finanziario
diretto, perciò questi "prodotti” molto spesso non vengono semplicemente considerati
nel bilancio economico. L'economia ecologica è un metodo che consente di prendere
in considerazione tutti quegli elementi senza un diretto legame tra costi e ricavi
finanziari.
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera:
“L'economia ecologica è un approccio alla teoria economica basato sull'assunto di
un legame forte tra l'equilibrio dell'ecosistema e il benessere delle persone. Viene a
volte chiamata "economia verde" e si trova in forte contrasto con altre correnti di
pensiero dell'economia. Gli "economisti verdi" spesso hanno posizioni più radicali
rispetto all'economia dell'ambiente, che generalmente ha posizioni più convenzionali
su temi come la crescita economica e l'ottimalità.
Le origini dell'economia ecologica vanno ricercate nel lavoro di economisti come
Nicholas Georgescu-Roegen (che ha chiamato il filone di ricerca da lui inaugurato
bioeconomia) e Kenneth Boulding.
Il principio di base che caratterizza l'economia ecologica rispetto alla teoria
economica precedente è che la stessa economia è, in quanto tale, un sottosistema
sulla terra, e l'economia umana è, per definizione, contenuta all'interno di quel
52
dell'ecologia, poiché l'ecologia tratta dei flussi di materia e energia degli esseri viventi
sistema. La critica principale degli economisti ecologici all'attuale economia normativa
riguarda l'approccio alle risorse naturali e al capitale. Dal punto di vista dell'economia
convenzionale (inclusa l'economia dell'ambiente), sottostimano l'importanza del
capitale naturale considerandolo un fattore di produzione fungibile con il lavoro e la
tecnologia ("capitale umano").
Dal punto di vista dell'economia ecologica il "capitale umano" è complementare
rispetto al capitale naturale, e non intercambiabile, poiché esso deriva in un modo o
nell'altro dallo stesso capitale naturale. I principali temi trattati dall'economia
ecologica riguardano: la crescita e la decrescita economica; l'impronta ecologica delle
attività economiche sull'ecosistema planetario; la ricerca di specifici strumenti di
politica economica ecologica ("tasse verdi" come la carbon tax, incentivi e disincentivi
capaci di indirizzare l'economia verso attività a più bassa entropia, ecc.).”
4
Al tempo in cui il gasometro Gaudenzdorfer fu costruito, utilizzato e più tardi
dismesso, l’economia ecologica non era ancora un argomento noto. Il problema è
stato lasciato alle successive generazioni, che devono farsi carico di riparare alla
perdita tossica e saldare il conto con l’ambiente.
Oggi, i costi enormi di pulizia e rinnovo per convertire questa trascurata area in
un ambiente attraente possono solo essere superati con uno sviluppo ad alta densità
combinata con funzioni a resa elevata come spazi per grandi uffici, negozi di lusso o
centri commerciali. Sembra che nulla di tutto ciò sia adatto per quest’area, la cui
richiesta principale è di spazi pubblici all’aperto ed infrastrutture pubbliche per la
comunità.
Per i propositi del concorso, ci si limiterà quindi a una soluzione che generi
reddito solo su una piccola parte dell’aera. Con circa il 2% della superficie all’interno
del perimetro del sito possiamo realizzare un valore aggiunto per l’area compreso in
un range che va da 5 a 10 milioni di Euro, che potranno essere utilizzati per sostenere
parte dei costi necessari per riorganizzare il traffico all’interno del perimetro. Nessuna
previsione si può fare sul valore aggiunto per il quartiere, che trarrà profitto da un
ambiente molto più attraente e da una recuperata qualità urbana.
http://it.wikipedia.org/wiki/Economia_ecologica
53
4
5.5 – Urbanistica inclusiva
Il termine "urbanistica inclusiva" segna un passo importante nel rivalutare il
tema dell’acceso per tutti non solo come criterio per i dettagliati regolamenti o per le
regole tecniche sull’accessibilità degli edifici, abbracciando in buona sostanza tutti i
concetti fin qui espressi. Per una qualunque persona disabile o portatrice di handicap,
così come è indispensabile poter sperimentare e fare uso dello spazio pubblico, è
ugualmente importante poter accedere o usufruire di particolari edifici o servizi. Ma
"l'urbanistica inclusiva" va oltre, non riguarda la sola accessibilità. L'emarginazione
economica, razziale o sociale è molto più presente nell'architettura oggi di quanto
comunemente si pensi, le barriere vengono alzate volontariamente allo scopo di
mantenere l’ambiente privo di utenti non graditi; è alta la richiesta di esclusività in
molti sviluppi urbani nel mondo.
Di conseguenza dobbiamo muoverci a grandi passi verso un ambiente urbano
che miri a includere anziché escludere certi gruppi della nostra società tanto quanto
dobbiamo muoverci a grandi passi verso un ambiente urbano privo di barriere
tecniche. L’Europa, essendo un insieme di tante culture e religioni, deve essere
all’avanguardia nell’ urbanistica inclusiva. Gli architetti europei, trovandosi ad operare
in ambienti democratici e socialmente equilibrati, sono sfidati a combattere questa
tendenza negativa verso la segregazione urbana e a perseguire l’idea di un ambiente
progettato allo stesso modo per tutti, indipendentemente da sesso, età, razza o
capacità.
54
6 – Inquadramento dell’area di progetto
Figura 21. Schema di sviluppo estratto dal piano regolatore di Vienna; il cerchio verde identifica l'area di
progetto.
All’interno di Vienna si trovano diverse aree che, per svariate ragioni, risultano
quasi del tutto abbandonate. L’area in oggetto si trova racchiusa fra l’intersezione tra
la cintura occidentale (Westgürtel) e la valle del fiume Vienna (Wiental), due linee di
metropolitana la U4 e la U6 e lo stesso Fiume Vienna, che scorre costretto in un
canale; il risultato è un'area grande, trascurata e separata dal trambusto della vita di
città. L’imponente ponte in acciaio di Otto Wagner per la linea U6 della metropolitana,
sorretto da torri lapidee, attraversa l’area e sovrasta la maglia di infrastrutture
urbane.
55
Figura 22. Foto storica del ponte di Wagner, del vecchio tracciato della metropolitana (oggi tracciato di
manutenzione) e del canale artificiale del fiume Vienna.
Una simile area, ubicata così vicino alla periferia, posizionata all’incrocio di due
linee di metropolitana, servita da due grandi arterie di traffico, sembrerebbe, dal
punto di vista urbanistico, ideale per un grande centro direzionale, o comunque per
un’attività che possa attrarre un gran numero di utenti. Invece ci troviamo di fronte ad
un terreno quasi totalmente incolto, e privo di qualunque attività; questo è dovuto
probabilmente a diversi fattori che cercheremo di individuare.
Il primo può essersi determinato per la struttura amministrativa della città di
Vienna, divisa in 23 distretti: proprio all’interno del sito quattro distretti (Margarethen
V, Mariahilf VI, Meidling XII e Rudolfsheim Fünfhaus XV) si intersecano, frammentando
l’area in diverse giurisdizioni.
Densamente concentrati al centro di ogni distretto, commercio, intrattenimento e
attività amministrative sono piuttosto scarsi alla periferia.
Inoltre trovandoci all'intersezione di quattro distretti e con la totale mancanza di
attività si è avuto un effetto negativo sull’area residenziale circostante che già mostra
56
molti di quei problemi che nel tempo potranno condurre ad una crescente tensione
sociale
e
ad
una
sempre
più
marcata
trascuratezza
(tabelle
da
STEP
05
Stadtentwicklungsplan Wien 2005) :
•
alta disoccupazione media,
•
bassi livelli di educazione e redditi medi,
•
bassa densità di servizi (assistenza sanitaria, studi legali, biblioteche,
ristoranti ecc) e di negozi,
•
basso incremento demografico,
•
percentuale crescente di residenti immigrati.
Iniziando a scavare (letteralmente) un po' più in profondità, si può arrivare alla
seconda ragione per cui questa zona è divenuta una terra di nessuno: il grande prato
nel cuore dell’area era il sito dove sorgeva il gasometro Gaudenzdorfer. Costruito nel
1855 e dismesso nel 1912, ora ne restano solo alcune rovine coperte nel sottosuolo.
Sotto la superficie del prato, ben nascosti sia alla vista che alla memoria, i vecchi
serbatoi sotterranei sono pieni di residui di catrame e sostanze chimiche tossiche,
come il cianuro; esiste il concreto rischio che tali scorie possano con la pioggia, nel
caso di falle nell’isolamento dei serbatoi, filtrare nel terreno ed inquinare l’intera area.
Quando è stato costruito un nuovo tratto della metropolitana negli anni 80 una
parte di quelle scorie tossiche sono fuoriuscite, così si è reso necessario estrarle dal
terreno seguendo le più rigide misure di sicurezza e spostarle in un'altro sito
appositamente destinato. Tuttavia, la maggior parte delle rovine nel sottosuolo, e con
loro la maggior parte della perdita tossica, rimangono nascoste in prossimità del Fiume
Vienna e della sua corrente di acqua sotterranea, rendendo concreto il rischio di
inquinamento ambientale su vasta scala, che potrebbe raggiungere il Danubio.
Per via di una storia caratterizzata da uno scarso sviluppo demografico e di un
passato che ha lasciato in eredità un terreno potenzialmente tossico, il sito è stato
trascurato per decenni, preferendo evitare il problema piuttosto che affrontarlo. Come
se ciò non bastasse, numerosi ostacoli rendono lo sviluppo nell’area ancora più
difficile:
•
Un fiume a tratti costretto in un canale profondo 10 m ed a tratti interrato
in una galleria.
•
Strada, metro e infrastrutture della linea tramviaria che hanno diviso
l’area in molteplici frammenti isolati.
•
Un tracciato di manutenzione a cielo aperto per la metropolitana utilizzato
raramente.
gamma di infrastrutture e servizi necessari per la città ma degradanti per il luogo
57
Come spesso accade, un’area trascurata ha la tendenza ad attrarre un'ampia
stesso. In questo caso buona parte dello spazio aperto è stato destinato a servizi
come:
•
un parcheggio per autobus turistici,
•
un Burger King con drive in per le auto ed annesso parcheggio,
•
un benzinaio.
Al centro di questi elementi così diversi si colloca uno spazio a verde pubblico,
lasciato attualmente incolto. L’alto e costante livello del rumore dovuto al
traffico,
l’accessibilità insufficiente e la scarsa presenza di pedoni di passaggio rendono
l’attraversamento del verde più occasionale che non gestito da un assetto prestabilito,
nonostante l’area sia arricchita da una notevole biodiversità.
Malgrado tutti gli aspetti negativi citati, il posto è stato indicato come oggetto
per
una
riqualificazione:
il
Piano
di
sviluppo
di
Vienna
2005
STEP
05
(Stadtentwicklungsplan Wien 2005) lo segnala come fondamentale nel tessuto urbano
della città, assegnandogli le seguenti caratteristiche:
•
Area che definisce l'identità/l'immagine di Vienna (Identitätsstiftender
Bereich "Wienbild").
•
Incrocio di due linee di movimento (Bewegungslinien).
•
Snodo del traffico cittadino (Stadtknotenpunkt).
•
Porta della città/entrata stradale in città (Stadttor/Stadteinfahrt).
•
Posizione adatta per un’alta concentrazione di edifici.
Nessuna area nel Piano di sviluppo di Vienna può vantarsi di più elementi che
sottolineino la sua importanza nella struttura urbana della città. La combinazione di
importanza topografica, grande snodo di traffico, punto di riferimento architettonico e
urbanistico, nonché la grande abbondanza di spazio aperto, la rendono unica e
meritoria dello sforzo proposto da questo concorso.
Il sito, che copre un'area generale di più di 70.000 metri quadrati, ha le sue
carenze, ma presenta anche una serie di punti di riferimento di grande impatto ed una
combinazione unica di caratteristiche speciali lo predispongono per un futuro sviluppo.
58
Figura 23. Inquadramento dell'area con riferimento ai maggiori monumenti viennesi. 1: area di progetto;
2: Rathaus; 3: MuseumsQuartier; 4: Hofburg; 5: Albertina Museum; 6: Stephansdom; 7: Sezession; 8:
Karlskirche; 9: Belvedere.
59
Figura 24. Perimetro dell'area di progetto.
6.1 – Fiume Vienna
Certamente un elemento di per sé molto caratteristico è il Fiume Vienna.
Raccogliendo una serie di piccoli affluenti nelle colline del Wienerwald, il Fiume Vienna
fluisce verso est andando verso gli sviluppati sobborghi, la città interna e sfociando
infine nel canale Danubio. Lungo il suo corso, il fiume passa vicino ad una serie di
famosi punti di riferimento come il palazzo di Schönbrunn, il mercato alimentare
Naschmarkt, il santuario artistico Secession e la movimentata Karlsplatz. Per evitare
straripamenti, ma soprattutto per ricavare spazio per le nuove linee di metropolitana
costruite alla fine del XIX secolo, il Fiume Vienna è stato costretto in un canale che
corre parallelamente alla linea della metropolitana U4, separato da essa unicamente
attraverso un muro di solido granito.
Fluendo attraverso la città sempre più densamente popolata, il Fiume Vienna
dapprima circondato lungo il corso dalle sue sponde, è in seguito inserito in un canale
a cielo aperto con letto ed argini in muratura. Quando raggiunge i limiti del sesto e
settimo distretto, tratti di canale aperto si alternano a lunghi tratti di gallerie in
muratura con volta a botte, il più lungo dei quali corre dal Naschmarkt a Stadtpark.
Una di queste gallerie è stata usata come set per il film classico del 1949 Il Terzo
Uomo con Orson Wells.
5
Per
quanto
riguarda
il
tratto
all’interno del perimetro di concorso, il
Fiume Vienna scorre in parte nel canale
di
muratura
prima
di
aperto,
quindi,
raggiungere
il
proprio
ponte
della
metropolitana U6, entra in una galleria
lunga
380
raggiunge
Figura 25. Foto dal sopralluogo dei canali del
fiume Vienna e del tracciato di manutenzione
della metropolitana.
metropolitana
metri,
la
fino
a
quando
stazione
della
Margaretengürtel
sul
confine orientale del perimetro e torna a
scorrere nel canale artificiale a cielo
aperto.
6
http://en.wikipedia.org/wiki/The_Third_Man
6
http://www.wien.gv.at/umwelt/wasserbau/gewaesser/wienfluss.html
60
5
6.2 – Due linee di metropolitana
La linea Metro U4 per la maggior parte del suo tragitto corre parallela al canale
del Fiume Vienna. Mentre il primo tratto, dal Prater fino al Naschmarkt, è
completamente interrato nel sottosuolo, il secondo tratto di metropolitana è un canale
aperto analogo a quello del Fiume Vienna. In questo lungo secondo tratto, dal
Naschmarkt al capolinea di Hütteldorf, la linea U4 è interrata in galleria solo per la
breve distanza tra le stazioni di metropolitana Margaretengürtel e Längenfeldgasse,
proprio dentro il perimetro del sito.
La linea Metro U6 segue il Westgürtel prevalentemente su un tracciato elevato,
attraversa la valle del fiume Vienna (ed il sito di concorso) sul ponte reticolare Brücke
über die Zeile e si immerge tramite una rampa inclinata entrando in un tracciato
sotterraneo alla stazione Metro Längenfeldgasse, dove incrocia la linea U4. Dopo la
stazione Längenfeldgasse la linea U6 conduce ai distretti meridionali di Vienna.
Per entrambe le linee di metropolitana, così come per il canale del Fiume Vienna,
Otto Wagner è stato l'ingegnere e l'architetto responsabile di questo impressionante
lavoro di infrastrutturazione della città moderna.
7
6.3 – Il ponte di Wagner
Certamente l’elemento di maggiore visibilità ed attrattiva dell’area è il Brücke
über die Zeile, progettato da Otto Wagner e inaugurato nel 1898.
Da nord a sud, il primo tratto del ponte scavalca il linke Wienzeile ed il canale del
Fiume Vienna, mentre la seconda parte scavalca la vecchia traccia sotterranea della
linea di metropolitana U4.
7
http://www.haunted-memories.net/userfiles/subwaysystem.html
http://en.wikipedia.org/wiki/Otto_Wagner
61
http://progs.wiennet.at/ottowagner/index.htm
Due massicce torri di granito costituiscono i due pilastri a ogni capo del ponte,
mentre, tra il primo ed il secondo tratto, un pilastro di granito relativamente sottile si
alza esattamente sopra il tramezzo che separa il canale del Fiume Vienna dalla galleria
della metropolitana. Dato che il ponte attraversa entrambe queste gallerie con una
giacitura non ortogonale, il pilastro intermedio posto in cima al muro di separazione
delle gallerie è disposto in diagonale rispetto all’asse del ponte stesso.
I due tratti del ponte reticolare di acciaio sono composti di profilati in acciaio
imbullonati e verniciati di verde, mentre le rampe del ponte su entrambi i lati sono
strutture inarcate costruite in mattoni rossi, al cui interno trovano posto alcuni
ambienti chiusi: nella parte sud, che si trova all’interno dell’area in oggetto, essi sono
attualmente adibiti a magazzini.
Figura 26. Due foto dal sopralluogo della zona centrale del parco con il ponte di Wagner.
62
6.4 – Grande viabilità stradale
Figura 27. Schema dell'assetto viario preesistente.
Diversamente da quanto farebbero intuire la sua dimensione e la sua importanza
per la città, al pari del suo grande impatto negativo sul contesto locale, non vi sono
tratti degni di nota nella viabilità locale.
Lungo i profili del vecchio gasometro si genera un gigante sistema di traffico
circolare, con un terreno aperto incolto di 12.000 metri quadrati al centro. Pochi
pedoni tentano di attraversare questa colossale barriera urbanistica che divide i
quattro vicini distretti ed accentua così la situazione periferica dell’area, lontana dai
rispettivi centri di quartiere.
63
Figura 28. Foto dal sopralluogo sulla grande arteria viaria.
6.5 – Modifiche all’infrastruttura viaria (obbligatorie)
L'infrastruttura del traffico esistente segue ancora i profili dell’antico gasometro
Gaudenzdorfer. La linea nord-sud (rosso) attraversa il Wiental e segue la sua periferia
meridionale su Gaudenzdorfer Gürtel prima di congiungersi alla linea Margartengürtel,
mentre l’asse sud-nord (verde) da Margaretengürtel si innesta su Linke Wienzeile nella
periferia settentrionale. Esso scorre più o meno in parallelo con la linea tranviaria
(grigio). La linea est-ovest (giallo) corre su Wienzeile, mentre quella ovest-est (blu)
viaggia su Schönbrunnerstrasse.
Figura 29. Modifiche obbligatorie all'assetto viario all'interno dell'area di progetto.
Spostando il percorso sud-nord (rosso) verso la linea tranviaria (grigio), la terra
incolta sopra il vecchio gasometro diventa accessibile e può essere unita al quartiere
residenziale dietro Dunklergasse. Le tracce riposizionate formano la nuova base valida
per tutti i progetti di concorso.
6.6 – Modifiche ai canali di fiume e metro (facoltative)
Negli anni ‘80, il tratto della linea metropolitana U4 è stato riposizionato in una
un tracciato di manutenzione. Il canale corre dalla stazione di metropolitana
64
nuova galleria a sud di quella originale; oggi, il condotto della vecchia galleria ospita
Margaretengürtel ed emerge in superficie poco dopo essere passato sotto Brücke über
die Zeile (linea puntinata arancione). Il tratto è utilizzato per caricare materiali edili sui
treni di manutenzione: essendo questi treni limitati a 65 metri in lunghezza, il tratto di
manutenzione può essere notevolmente accorciato, sebbene per esigenze di carico e
scarico debba rimanere allo scoperto.
Se necessario, è data la possibilità di spostare la fine del tracciato verso est fino
ad un punto in linea con la fine occidentale del pilastro medio del Brücke über die
Zeile. L'entrata alla galleria deve quindi essere anch’essa arretrata e può essere
riposizionata indietro fino a dove Gaudenzdorfer Gürtel attraversa il Wiental (linea
tratteggiata viola).
Originariamente la galleria del Fiume Vienna avrebbe dovuto interessare una
parte molto più lunga del corso del fiume attraverso la città. Probabilmente per
mancanza di fondi, alcune parti di esso non sono mai state costruite. Per assecondare
le necessità dell'intersezione di traffico a Gaudenzdorfer Gürtel, uno dei due tunnel
realizzati è stato costruito qui (il secondo tunnel si allunga tra Naschmarkt e
Stadtpark).
Oggi i primi cento metri di questo tunnel (linea blu), direttamente sotto il Brücke
über die Zeile, non hanno nessun particolare motivo di rimanere interrati. Aprendo
questo
tratto
di
galleria
insieme
allo
spostamento
indietro
del
tracciato
di
manutenzione, le condizioni per accedere al fiume potrebbero essere migliorate.
Vienna.
65
Figura 30. Modifiche facoltative al tracciato di manutenzione della metropolitana ed al canale del fiume
6.7 – La nuova conformazione del sito
Il bando di concorso, come visto, prevede come base di progetto una
riorganizzazione del grande sistema viario che attraversa il sito di progetto, in quanto
al momento la presenza delle arterie di traffico e della linea del tram frammentano
notevolmente l’area, rendendo difficoltoso qualsiasi intervento che voglia riunificare il
tessuto. Permangono ovviamente gli ostacoli creati dal Fiume Vienna, dalle linee U4 e
U6 della metropolitana e dall’imponente ponte di Otto Wagner: non essendo
realizzabile un loro riposizionamento, nelle intenzioni del concorso vi è l’esplicita
richiesta di renderli partecipi del progetto ed integrarli in esso.
Oltre al riposizionamento obbligatorio degli assi viari, come visto, il concorso
offre la possibilità di operare due ulteriori interventi di modifica dell’area, questa volta
facoltativi:
•
Il riposizionamento del tracciato di manutenzione a cielo aperto della linea
della metropolitana U4, in modo tale da diminuire il suo impatto negativo
sull’area di progetto e da ottenere un maggiore spazio utilizzabile.
•
L’accorciamento del tratto sotterraneo del Fiume Vienna a vantaggio di
quello
a
cielo
aperto,
così
da
aumentare
la
presenza
tangibile
dell’elemento naturale del corso d’acqua nell’area e consentirne una
maggiore integrazione.
66
Figura 31. Planimetria assunta come base per il progetto.
7 – Il bando di concorso
Come accennato nei precedenti capitoli, il bando di concorso pone come
necessario
il
riposizionamento
frammentazione
dell’area;
le
degli
stesse
assi
viari
in
planimetrie
modo
fornite
tale
come
da
limitare
base
per
la
la
progettazione, come visto nel precedente capitolo, riportano già tale modifica. È
invece concesso di intervenire facoltativamente sul canale del fiume e sul tratto di
manutenzione della metropolitana accorciandoli e spostandoli a seconda delle proprie
esigenze, entro i limiti concessi.
Dopo aver chiarito gli aspetti progettuali di maggiore interesse e la situazione di
partenza dell’area, lievemente differente dalla sua reale conformazione, passiamo ad
esaminare le richieste del bando di concorso dal punto di vista degli elaborati, degli
elementi da progettare con le relative superfici utili e, per finire, dei vincoli urbanistici,
storici e paesaggistici.
7.1 - Masterplan
Bisogna esporre l’idea generale di progetto per l’area di concorso in una
planimetria in scala 1:1.000 e assegnare le superfici necessarie per le seguenti
funzioni:
•
7.1.1 Un piacevole percorso per il traffico lento (pedoni, sedie a ruote,
biciclette) attraverso il perimetro, rispettando i 4 punti di collegamento
con la preesistente rete ciclopedonale.
7.1.2 Uno spazio aperto pubblico nella parte orientale dell’area.
67
•
•
7.1.3 Un parco fluviale con strutture sportive all'aperto nella parte
occidentale dell’area.
•
7.1.4 Un centro per la comunità nella parte occidentale del perimetro.
•
7.1.5 Un edificio residenziale con funzioni di commercio nella parte
orientale dell’area.
7.2 – Edificio residenziale
L’edificio (o gli edifici) di cui al punto 7.1.5 deve essere esplicitato mediante i
seguenti elaborati:
•
7.2.1 Tutte le planimetrie e le sezioni necessarie per esprimere il
progetto devono essere rappresentate su disegni in scala 1:500.
•
7.2.2
L'integrazione
dell'edificio(i)
con
i
dintorni
deve
essere
rappresentata nel masterplan con disegni in scala 1:500.
7.3 – Centro per la collettività e parco fluviale
Il progetto dettagliato per il centro per la comunità (7.1.4) ed il parco fluviale
(7.1.3) deve essere esplicitato mediante i seguenti elaborati:
•
7.3.1 Tutte le piante, sezioni e prospetti necessari per comprendere il
progetto del centro per la comunità devono essere rappresentati su
disegni in scala 1:200 o 1:100.
•
7.3.2 Il parco sulla riva del fiume e l'integrazione dell'edificio(i) con i
dintorni devono essere rappresentati nel masterplan con disegni in scala
1:500 o 1:200.
68
7.4 – Relazioni tecniche
Allo scopo di concentrare lo sviluppo e la progettazione sui due argomenti
principali, Accessibilità e Urbanistica Inclusiva, un peso speciale è dato alla relazione
sull’analisi e sul progetto conseguente.
Tre membri della giuria diversamente abili sono designati come persone referenti
per la relazione e sono presentate di seguito con il proprio curriculum, età e
professione, handicap (mobilità ridotta, visione ridotta, le condizioni di famiglia, etc.).
Le
relazioni
sull’analisi
separatamente
ad
e
ognuna
sul
conseguente
delle
tre
progetto
persone
di
devono
essere
riferimento,
mirate
considerando
individualmente i punti di vista e le necessità rispettivamente di ognuno.
Ogni referente giudicherà il progetto sulla base della relazione scritta per lei/lui e
presenterà le sue deduzioni alla giuria; nessun progetto sarà inviato alla giuria se i tre
rapporti non sono stati esaminati.
•
7.4.1 Persona di riferimento "madre lavoratrice con figli", Sig.ra
Françoise-Hélène Jourda.
Nessun
requisito
speciale
per
la
relazione,
si
possono
utilizzare
liberamente grafica o testo.
•
7.4.2 Persona di riferimento "ridotta mobilità", Sig. Joe Manser.
Nessun requisito speciale per la relazione; siccome il Sig. Manser è
costretto su sedia a ruote è in grado di leggere un testo nella parte più
alta di un pannello con difficoltà, per cui è consigliato utilizzare la parte
più bassa dello stesso. Si possono utilizzare liberamente grafica o testo.
•
7.4.3
Persona
di riferimento
"non
vedente",
Sig.
Wolfgang
Kremser.
Siccome il Sig. Kremser può fare affidamento esclusivamente su parole
scritte o parlate per sperimentare e capire il progetto, speciale peso deve
essere dato alla relazione scritta. Il limite per la relazione è di circa una
pagina con un massimo di 2.000 parole in lingua inglese. Bisogna
logicamente evitare di utilizzare grafica. Il Sig. Kremser sarà aiutato da
Sig. Günther Ertl, che ha già lavorato insieme ad egli in occasioni simili.
69
7.5 – Superfici di progetto
Si
riporta
di
seguito
un
estratto
dal
file
award_competition_task.pdf contenente le superfici
del
bando
di
concorso
utili richieste per ciascuna
funzione all’interno del progetto. E’ data piena libertà sull’eventuale aggiunta di
funzioni o strutture considerate particolarmente adatte per le persone diversamente
abili. Siccome una percentuale rilevante di abitanti di Vienna non possiede una
macchina e si vuole in ogni modo supportare la strategia della sostenibilità
incentivando l’utilizzo dei mezzi pubblici abbondantemente presenti nell’area, non è
richiesto di assegnare ulteriori superfici ai parcheggi.
70
71
72
7.6 – Rete ciclopedonale
La rete
ciclopedonale interna all’area di
progetto deve
riallacciarsi
alla
preesistente nei 4 punti di contatto qui descritti:
•
7.6.1 - Punto di collegamento Sud. Il punto di collegamento con la
pista
ciclabile
Gaudenzdorfer
che
conduce
Gürtel
con
a
sud
è
situato
Schönbrunnerstrasse
all'intersezione
(la
pista
di
ciclabile
esistente è situata nel parco in mezzo a Gaudenzdorfer Gürtel verso sud e
Margartengürtel verso nord). E’ richiesto solo un passaggio a raso su
Schönbrunnerstrasse (l'incrocio esistente sarebbe già sufficiente).
•
7.6.2 - Punto di collegamento Ovest. Il punto di collegamento con la
pista ciclabile che conduce verso ovest è a nord del Brücke über die Zeile
con Dunklergasse. In alternativa, un nuovo percorso strallato o sospeso
sopra il canale del Fiume Vienna è attualmente discusso dalle autorità. I
concorrenti possono proporre tale percorso ed il collegamento con esso.
•
7.6.3 - Punto di collegamento Nord. Il punto di collegamento con la
nel piccolo parco a nord-est del tratto viario da Linke Wienzeile a
73
pista ciclabile che conduce a nord lungo Gumpendorfer Gürtel è situato
Gumpendorfer Gürtel. Linke Wienzeile può essere attraversata con un
passaggio a livello o una struttura a ponte.
•
7.6.4 - Punto di collegamento Est. E’ richiesto un collegamento
ciclopedonale con la pista ciclabile esistente lungo rechte Wienzeile al
punto di incrocio con Margaretengürtel e la linea tranviaria vicino Bruno
Kreisky Park appena a est della stazione metro Margaretengürtel. La
suddetta stazione e le linee tranviarie devono essere attraversate su un
ponte a un'altezza libera di circa 5.2 metri sopra le linee del tram. La
rampa che conduce da est verso il punto di incrocio non è parte della
competizione: i concorrenti devono sviluppare il loro progetto solo dal
punto dell’incrocio verso ovest.
7.7 – Vincoli urbanistici, storici e paesaggistici
Si riportano qui di seguito tutta una serie di vincoli legati alla conformazione del
territorio, alle preesistenze ed alle norme urbanistiche vigenti a Vienna.
•
7.7.1 - Inclinazione e lunghezza di rampe per sedie a ruote e
biciclette:
1. 4% di pendenza: per una lunghezza illimitata
2. 5% di pendenza: per una lunghezza di 10 m
3. 7% di pendenza: per una lunghezza di 5 m
4. 8% di pendenza: per una lunghezza di 2 m
5. 12% di pendenza: per una lunghezza di 0.5 m
Tutte le rampe dovrebbero terminare con uno sbarco di almeno 1.50 m in
lunghezza. La minima larghezza per l’incrocio di due persone è 4 m.
•
7.7.2 - Altezza sopra strade cittadine.
Negli attraversamenti sopraelevati su strade cittadine deve essere
mantenuta un'altezza libera di 5.00 m.
•
7.7.3 - Altezza sopra linee tranviarie.
Negli attraversamenti sopraelevati su linee tramviarie deve essere
74
mantenuta un'altezza libera di 5.20 m.
•
7.7.4 - Brücke über die Zeile, monumento storico.
Nessun cambiamento o modifica alla struttura del ponte sono permessi.
Bisogna privilegiare l'asse visivo sul ponte.
•
7.7.5 - Brücke über die Zeile, fondamenta.
Le fondamenta esistenti del ponte si allungano più in basso del letto del
fiume. Da un punto di vista tecnico, gli scavi vicino al ponte al livello del
letto del fiume sono possibili.
•
7.7.6 - Brücke über die Zeile, lo spazio sotto gli archi del ponte.
Gli spazi sotto gli archi del ponte che ora sono utilizzati per depositi e
altre funzioni possono essere impiegati per gli scopi del concorso. Non vi
è alcuna necessità di ricavare spazio dentro il perimetro di concorso per
riallocare le funzioni che ora sono collocate sotto gli archi.
•
7.7.7 - Vecchia galleria metropolitana (attualmente tracciato di
manutenzione).
Nessun edificio diverso da piccole strutture ad un piano è permesso sopra
la vecchia galleria della metropolitana. I pilastri per un ponte ciclabile
possono essere posizionati direttamente sopra i muri della galleria. Le
carreggiate stradali ed un parco sopra la vecchia galleria di metropolitana
sono permessi. Le fondamenta esistenti della galleria si allungano più in
basso del letto di fiume. Da un punto di vista tecnico, gli scavi vicino alla
galleria al livello del letto del fiume sono possibili.
•
7.7.8 - Nuova galleria di metropolitana.
Edifici fino a due piani con fondazione a piastra sono permessi sulla nuova
galleria della metropolitana. I pilastri per un ponte ciclabile possono
essere posizionati direttamente sopra i muri della galleria. Le carreggiate
stradali ed il parco sopra la nuova galleria della metropolitana sono
permessi. Le fondamenta esistenti della galleria si allungano più in basso
del letto di fiume. Da un punto di vista tecnico, gli scavi vicino alla galleria
al livello del letto del fiume sono possibili.
•
7.7.9 - Gli edifici sopra la galleria del Fiume Vienna.
Nessun edificio diverso da piccole strutture ad un piano è permesso sulla
galleria del Fiume Vienna. I pilastri per un ponte ciclabile possono essere
posizionati direttamente sopra i muri della galleria. Le carreggiate stradali
fondamenta esistenti della galleria si allungano più in basso del letto di
75
ed il parco sopra la galleria del Fiume Vienna sono permessi. Le
fiume. Da un punto di vista tecnico, gli scavi vicino alla galleria al livello
del letto del fiume sono possibili.
•
7.7.10 – Contaminazione tossica.
A causa della contaminazione del sottosuolo, nessun edificio sotterraneo o
parti di edificio diverse da pilastri di fondazione sono permessi nell’area
contrassegnata dal rischio di presenza di scorie tossiche.
Sebbene il Fiume Vienna scorra generalmente ad un livello molto basso, deve
essere messo in conto il pericolo di un eventuale straripamento per tutte le nuove
strutture costruite lungo il suo tragitto. La normativa a riguardo fornisce due livelli di
straripamento: ai 100 anni ed ai 1.000 anni.
•
7.7.11 - Flusso di fiume normale.
Non è consentito nessun cambiamento al letto del fiume in muratura
leggermente sagomato a V.
•
7.7.12 - Inondazioni con una ricorrenza di 100 anni.
Nel
tratto
del
canale
aperto
dalla
stazione
di
metropolitana
Längenfeldgasse, il livello di inondazione su 100 anni è una linea che
segue parallela 3.7 m più in alto il letto del fiume. Sotto la linea di livello
di inondazione sui 100 anni, nessuna struttura fissa che possa essere
danneggiata o travolta da inondazioni è permessa. Eccezioni: strutture
mobili che possono essere rimosse entro un'ora. Nessuna apertura di
edifici è permessa. Nessun albero è permesso.
•
7.7.13 - Inondazioni con una ricorrenza di 1.000 anni.
Nel
tratto
del
canale
aperto
dalla
stazione
di
metropolitana
Längenfeldgasse, il livello di inondazione su 1.000 anni è una linea
orizzontale 20 m sopra lo zero di Vienna. Sotto la quota di inondazione su
1.000 anni, nessuna struttura fissa che possa essere danneggiata o
trascinata via nello straripamento è permessa. Eccezione: strutture
mobili, apparecchiatura di parco, capannoni di deposito, ecc. Nessuna
apertura di edifici è permessa. Eccezioni: ripostigli per attrezzatura da
parco. Gli alberi sono permessi. (Confrontato con la sezione trasversale
normale del canale del Fiume Vienna, la sezione trasversale della galleria
del fiume è più stretta. Questo impedisce il flusso d’acqua all'entrata della
galleria dove si verifica un parziale accumulo. Come conseguenza, il
segno di alta marea di 1.000 anni non corre in parallelo al letto di fiume
ma la linea è orizzontale, più o meno ad un'altezza di 20 m sopra lo zero
76
di Vienna).
•
7.7.14 - Tracciato di manutenzione della Metro.
Il pericolo di inondare l’estesa rete di gallerie della metropolitana è
considerevole. Se il tramezzo che protegge il tracciato di manutenzione
deve essere diminuito per un migliore accesso al fiume, si verificherebbe
uno straripamento nelle gallerie con un'inondazione su 1.000 anni.
Siccome il tracciato di manutenzione è raramente utilizzato, può essere
bloccato da una diga o chiusa semipermanente. Non spetta ai concorrenti
fornire i dettagli di un tale dispositivo.
77
8 – Il parco urbano
La prima fase della progettazione, cui hanno partecipato in cooperazione
entrambi i candidati, Sara Fortuna ed Emanuele Triches, ha riguardato l’impostazione
del progetto urbano del parco e della sistemazione dell’area circostante, con la
risoluzione di tutti i problemi di accessibilità e mobilità attraverso l’area. In questa fase
della progettazione, come nelle successive, è stata data notevole importanza alla
risoluzione di tutte le problematiche legate alla disabilità, con particolare attenzione
alle varie e diverse soluzioni già applicate con successo.
8.1 – Motivazioni compositive
L’idea di progetto si sviluppa a partire dalla richiesta del bando di un attraente e
piacevole percorso per la mobilità lenta che deve ricollegarsi alla rete esistente nei
quattro punti di accesso all’area (indicati nella figura con le circonferenze verdi, come
riportato nel capitolo 7); per due di essi il bando pone l’obbligo di progettare passaggi
in quota.
E’ proprio a partire da questo vincolo che si sviluppa l’idea di progetto: ricucire
tra loro, mediante un “percorso alto”, i quattro quartieri limitrofi, ricreando la
continuità della rete ciclopedonale che attraversa l’area, collegandola alla rete interna
di passeggiate nel parco; il percorso in quota non si limita dunque ai due punti
vincolati dal bando, ma forma un doppio sistema per la mobilità lenta che aumenta le
possibilità di fruizione. Il sistema in quota è pensato sia per la mobilità che per la
sosta, in quanto il percorso vero e proprio di tanto in tanto si allarga a generare aree
78
di riposo con sedute che offrono molteplici viste sul parco e sulle sue attrattive (ad
esempio sullo skate park o sullo sculpture park), mentre giunto al centro del sito si
apre in una grande piazza attrezzata; essa rappresenta lo snodo dei diversi percorsi in
quota, consente una piacevole sosta in un’area ristoro ed offre anche un punto di vista
privilegiato verso il ponte di Otto Wagner, presenza storica forte all’interno del sito che
non vuole essere dimenticata, bensì rivalutata e resa partecipe della vita del quartiere.
Sono stati pensati numerosi nodi di interscambio tra la passeggiata in quota e
l’insieme dei percorsi a raso in modo da rendere tutt’uno i due sistemi; questo
consente un notevole aumento della superficie percorribile dalla mobilità ciclopedonale, nonché di poter seguire itinerari diversi per conformazione, servizi offerti,
viste sul parco. Il percorso alto, essendo in parte sovrapposto a quello a raso, rende
quest’ultimo più confortevole in tutti i periodi dell’anno poiché al riparo sia da
un’eccessiva insolazione, sia dalle intemperie.
Vi è una sorta di “filo rosso” che corre all’interno del parco, elemento conduttore
del progetto, unificatore delle varie parti, sostegno per alcune strutture, genesi per
delle altre: si tratta di un muro, con anima in cls e rivestimento in muratura, che
richiama nel trattamento superficiale i grandi piloni del ponte di Wagner. Sostegno del
percorso alto e delle rampe che garantiscono a il passaggio tra le due quote, è anche
l’elemento che genera gli specchi d’acqua dello sculpture park e sulla cui superficie
scorre l’acqua che in essi si raccoglie, nonché la parete che si smaterializza diventando
una sequenza sempre meno fitta di pilastri per lasciare spazio alla vista.
Il disegno dei percorsi a raso, organizzati secondo una chiara gerarchia, è stato
l’input per la suddivisione delle aree del parco, organizzate per temi e per età dei
possibili fruitori nell’intento di non escludere nessuno e di offrire divertimento,
avventura ma anche relax.
Una volta sviluppata la rete dei percorsi ci si è interrogati sulle relazioni che
questi dovessero stabilire con gli edifici e sui rapporti tra i due nuclei edilizi. Si è scelto
che i volumi fossero integrati il più possibile con il sistema già strutturato,
contribuendo ad arricchire gli spazi urbani ed i percorsi, e che tra loro non vi fosse né
separazione né competizione, ma interazione nella creazione di un unico nucleo
edilizio, seppur mantenendo ciascuno la propria identità. Come richiesto dal bando,
sono stati posizionati uno a nord e l’altro a sud del ponte di Wagner che ancora una
volta è protagonista del progetto qui discusso: è stato infatti sfruttato uno dei vani
sottostanti il ponte per realizzare il collegamento, a quota rialzata, tra l’edificio
polifunzionale e quello residenziale e le rispettive piazze antistanti. Quando ci si trova
davanti ad uno dei due edifici lo stretto passaggio nasconde quasi interamente l’altro,
così aspettativa prima e sorpresa poi.
79
svelando improvvisamente la vista su di esso al visitatore che lo attraversa, generando
80
8.2 – Relazione tecnica
L’idea di progetto nasce, come visto, dalla volontà di ricucire i percorsi pedonali e
ciclabili dei quattro quartieri limitrofi, generando al contempo una serie di aree
tematiche che possano creare attrattiva per le diverse categorie di fruitori dell’area, in
accordo con la teoria della Urbanistica Inclusiva. Sono quindi i percorsi stessi a
plasmare lo spazio urbano, secondo la loro gerarchia interna: l’esigenza di dover
attraversare in più punti due strade ad alto scorrimento ed una linea di tram con
passaggi in quota ha portato allo sdoppiamento dei percorsi ed alla loro suddivisione in
passaggi alti e bassi; entrambi seguono un tragitto semplice, fruibile da chi ha scarso
senso dell’orientamento.
I collegamenti tra i due livelli sono gestiti talvolta con l’impiego di scale abbinate
ad una piattaforma elevatrice e talvolta mediante rampe (caratterizzate da una
comoda pendenza sempre pari o inferiore al 4%), così da soddisfare tutte le diverse
esigenze anche in assenza di energia elettrica o di guasti degli apparati meccanici. Le
piattaforme elevatrici e le scale elicoidali che le avvolgono seguono particolari
geometrie in grado di caratterizzare architettonicamente lo spazio, come avviene, ad
esempio, nella piramide di vetro del Louvre.
Figura 32. Foto della scenografica scalinata elicoidale con piattaforma elevatrice nella piramide di vetro
del Louvre.
81
Il percorso in quota crea ad intervalli più o meno regolari delle aree di sosta,
quasi delle piazze, molte delle quali sono arricchite dalla presenza di servizi; esso
garantisce una parziale copertura al percorso principale a raso, riparando, dunque, sia
dall’eccessiva insolazione che da neve e pioggia. La gerarchia dei percorsi è
evidenziata dalla diversa pavimentazione, in legno per i percorsi alti e lapidea a
diversa
rugosità
per
quelli
bassi,
mentre
contrasti
cromatici,
ottenuti
con
l’accostamento di legno e pietra, aiutano la percezione degli ipovedenti.
Il percorso in quota poggia su un muro, rivestito in materiale lapideo, dotato di
un’anima di calcestruzzo armato a cui si collega la struttura metallica a vista della
passerella, richiamando così nei materiali il ponte di Wagner. Il muro articola lo spazio
del parco, dividendolo in diverse aree tematiche; in alcuni punti si smaterializza in una
successione di pilastri per aprirsi a suggestive viste, mentre al centro del parco devia
dal tracciato per dare origine agli specchi d’acqua che caratterizzano lo sculpture park,
penetrandovi e diventando superficie di scorrimento per l’acqua che le genera.
Le aree tematiche del parco sono pensate per soddisfare le esigenze di tutte le
diverse fasce di età e tipologie di visitatori e possono essere così suddivise:
•
un’area gioco sicura per i bambini ed una serie di zone lettura e relax
poste in isola al centro di uno specchio d’acqua sono stati collocati in una
zona a nord; quest’area, rialzata rispetto alla quota della strada sia per
schermare il rumore del traffico che per offrire protezione da esso, è
accessibile direttamente dal percorso alto;
•
le attività sportive sono garantite da uno skate park, un campo da beach
volley, uno da basket, alcuni campi di bocce ed un’area fitness ricca di
attrezzi per l’allenamento, tanto da renderla paragonabile ad una vera e
propria palestra all’aperto, sempre disponibile e totalmente gratuita;
•
attualmente la zona è sfruttata principalmente per portare a spasso i
cani, per cui si è deciso di lasciare un’area recintata a sud-est a
disposizione dei nostri amici a quattro zampe, con giochi dedicati a loro,
ispirati agli esercizi svolti nelle competizioni cinofile (slalom tra i pali,
tunnel, ecc.);
•
il parco lungo la riva del Fiume Vienna è composto da una serie di
terrazzamenti in cui si alternano a fasce verdi percorsi pedonali posti a
diverse quote, raccordati da rampe, così da offrire una passeggiata lungo
il corso d’acqua anche per chi ha problemi di affaticamento, come
persone su sedie a ruote o anziani; una passerella ciclopedonale raccorda
le due sponde.
82
Tutti i materiali impiegati nella progettazione del parco sono pensati per una
massima sostenibilità, quindi sono tutti quanti di origine naturale: cotto per i
rivestimenti degli edifici, pietra e legno per le pavimentazioni, pietra per i rivestimenti
dei setti murati, canne di bambù per le zone relax; inoltre tutti gli arredi del parco,
come panchine e giochi per bambini, sono stati pensati in materiali riciclati per ridurre
il loro impatto ambientale.
Figura 33. Studio sui materiali e sulla sostenibilità.
Il Burger King è posizionato sotto l’area rialzata del parco, mentre la gas station
si colloca a est oltre Gaudenzdorfer Gürtel, isolata dai percorsi pedonali dal suddetto
muro, filo conduttore del progetto. Come frequentemente accade a Vienna, i locali
sotto gli archi del ponte di Wagner sono stati ripensati per accogliere degli spazi
collettivi: una libreria, un negozio di skate e bmx (con la possibilità di noleggio per il
vicino skate park) ed un disco pub. È stato ridisegnato e ripensato lo spazio che
separa il ponte di Wagner dall’edificio residenziale, configurando una piccola, ma
confortevole, area di sosta. Questo luogo ha un ruolo importante poiché è il punto di
arrivo e di accesso al parco per chi proviene da sud-ovest. È stata organizzata una
piccola piazza pavimentata, dotata di sedute all’ombra degli alberi e caratterizzata
dalla presenza di una caduta d’acqua a sfioro da una parete che si raccoglie poi in uno
specchio d’acqua; il rumore prodotto da questa “scenografia” urbana impedisce di
percepire il rumore del traffico della via retrostante.
Al centro del parco è inserito un edificio che raccorda i due livelli dei percorsi ed
83
accoglie al piano terra il punto informazioni ed al livello superiore un bar; sotto alla
piazza, dove non arriva illuminazione diretta, è pensato invece un internet point,
affiancato da locali per i venditori di patate e wurstel che ora trovano posto all’uscita
della fermata metro di Margaretengürtel. L’arredo di tutti questi locali è pensato per
una piena fruibilità anche da parte di chi è costretto su una sedia a ruote.
Figura 34. Particolare del bancone accessibile (sia dal lato operatore che dal lato cliente).
A tutti gli ingressi del parco sono posizionati totem informativi che descrivono la
situazione interna sia mediante scritte e mappe in rilievo che con l’utilizzo di caratteri
in Braille. Come già avviene per le biciclette che a Vienna vengono affittate presso
postazioni automatiche in una parte della città e poi lasciate ad un’altra qualsiasi
postazione analoga, senza l’obbligo di ritornare al punto di partenza, si è pensato di
applicare lo stesso metodo per distribuire a tutti gli ingressi del parco degli speciali
bastoni vibratili con sistema Walk Assistant, attrezzatura che è poi possibile
riconsegnare ad un qualsiasi altro ingresso/uscita dell’area. Tale sistema si basa su di
una sottile guida elettromagnetica inserita nella
pavimentazione che invia un segnale al bastone;
questo
a
sua
volta
all’impugnatura
quanto
più
di
il
invierà
intensità
bastone
si
una
vibrazione
tanto
maggiore
avvicina
alla
perpendicolare alla banda elettromagnetica; il
sistema individua tutti i segnali relativi alla
mobilità, come posizione e direzione ed integra
Figura 35. Particolari del sistema Walk
informazioni sull’ambiente circostante, come la
Assistant: schema tecnico (sinistra) e
presenza di aree di sosta o di passaggio tra i due
foto del bastone vibratile collegato via
livelli, e li trasmette al
possessore tramite
l’auricolare del sistema Walk Assistant. Tutto ciò
(destra).
permette sia il solo attraversamento dell’area
che una conoscenza/fruibilità più approfondita della stessa e dei suoi servizi. Un
84
bluetooth a cellulare ed auricolare
sistema analogo, ma dotato del solo Walk Assistant, è distribuito nel punto
informazioni al centro del parco.
Figura 36. Schema distributivo dei totem informativi.
Figura 37. Esempio di totem informativo con mappa tattile in rilievo.
Con lo stesso principio di noleggio, analogo a quello dei carrelli della spesa ai
supermercati, si è pensato di mettere a disposizione anche delle sedie a ruote, che
possono essere utilizzate dalle persone che si affaticano facilmente per godere in
tranquillità del vasto spazio del parco (soluzione impiegata già da molti progettisti
85
contemporanei, come ad esempio gli olandesi dello studio Mecanoo).
Figura 38. Esempio di applicazione del sistema di noleggio di sedie a ruote per un progetto di Mecanoo.
I percorsi sono dotati di un duplice sistema di guida, olfattiva ed uditiva: nei
corrimano scorre un fluido che, addizionato con delle essenze (lavanda, rosmarino,
ecc.), è in grado di diffondere specifici profumi nell’ambiente circostante, mentre un
sistema di filodiffusione emetterà suoni naturali quali la risacca delle onde, il canto
degli uccelli, ecc. Ogni suono è abbinato ad un profumo e fornisce un’immediata
indicazione riguardo alla posizione in cui ci si trova, sulla base delle informazioni
fornite dai totem o richiamabili mediante il Walk Assistant: ad esempio il profumo di
rosmarino ed il rumore del mare indicano che ci si trova sul percorso a fianco del
fiume. Le stesse fontane offrono comodi riferimenti uditivi per identificare la propria
posizione. Il corrimano è sagomato per fornire informazioni tattili: una conclusione
netta avvisa di una breve interruzione del percorso, una conclusione sferica
preannuncia un incrocio, una conclusione con piegatura in basso avverte della fine del
percorso protetto, un’inclinazione verso l’alto o il basso avvisa della presenza di una
scala, una variazione cromatica e tattile preannuncia un dislivello ed una rientranza
verso il percorso indica di spostarsi dall’altro lato dello stesso. E’ presente un doppio
corrente per offrire una comoda presa anche ai bambini ed alle persone su sedie a
ruote; a questi ultimi è consentita la vista sul parco grazie all’impiego di un parapetto
in vetro antisfondamento, progettato secondo la normativa in modo da evitare il
passaggio di corpi con diametro maggiore di 10 cm.
86
Figura 39. Schema del ricircolo delle essenze profumate all'interno dei corrimano.
Tutti i sistemi elettronici, così come l’illuminazione e le pompe di ricircolo
dell’acqua delle vasche, sono energeticamente autonomi grazie alla presenza di
adeguati pannelli fotovoltaici in silicio monocristallino e di batterie in grado di
accumulare almeno parte dell’energia, che formano un sistema fotovoltaico autonomo
non connesso in rete.
Gli attraversamenti stradali più impegnativi sono risolti in sicurezza mediante
sovrappassi, mentre per quelli più brevi è previsto l’impiego di un attraversamento
pedonale a raso dotato di semaforo con apposito segnalatore acustico; il tram, al
contrario di quanto avviene adesso, è posto in sede protetta ed isolato dalla viabilità
pedonale mediante aiuole. Sono scoraggiati e talvolta impediti, come nel caso della
linea tramviaria, gli attraversamenti in punti diversi da quelli previsti per una maggiore
sicurezza di non vedenti e bambini e la stazione di servizio è isolata dai percorsi
mediante il muro, così da limitarne il negativo impatto visivo e, soprattutto, acustico.
Tutti i percorsi hanno un cordolo laterale (conforme alle specifiche standard) che
si presta come guida tattile, cui si aggiunge all’esterno del parco la segnaletica
standard del sistema LOGES (LINEA DI ORIENTAMENTO GUIDA E SICUREZZA,
brevetto n. 00237769); quest’ultima, all’interno del parco, è sostituita dalle bande
elettromagnetiche del Walk Assistant, che consentono una integrazione impercettibile
con la pavimentazione.
Figura 40. Esempio delle diverse mappe di cui si avvale il sistema LOGES.
87
Il centro collettivo e l’edificio residenziale si collocano nell’area ovest, il primo a
nord degli archi del ponte ed il secondo a sud, e sono raccordati dal passaggio in
quota, costituendo così un unico nucleo edilizio, seppure composto da due blocchi
separati. La posizione del blocco residenziale deriva dalla nostra analisi urbanistica che
ha messo in luce come tutti gli isolati circostanti siano di tipo “chiuso” a fronti
compatti, eccetto quello antistante il nostro edificio; esso intende quindi colmare il
vuoto urbano percepito da chi osserva dal parco il prospetto di Schönbrunner Straße;
il prospetto verso il parco non è un tipico prospetto urbano, ma una facciata terrazzata
a verde e rivestita da brise soleil in cotto che si pone come elemento mediatore tra la
natura del parco e l’artificialità della città.
88
9 – L’edificio polifunzionale
Il bando di concorso richiede esplicitamente la progettazione di un centro per la
comunità in grado di favorire l’integrazione, l’istruzione e lo svago in un’area di Vienna
caratterizzata da una forte presenza di immigrazione e di famiglie a basso reddito.
Questo obiettivo deve essere raggiunto mediante l’implementazione di aule per lo
studio della lingua, aule di gruppo, sale lettura, sale svago, laboratori di artigianato e
diverse funzioni sportive e di intrattenimento.
L’edificio deve essere collocato nella parte nord dell’area di progetto, tra il ponte
di Otto Wagner ed il canale del Fiume Vienna, ed il progetto deve essere sviluppato
insieme a quello dell’adiacente parco sul fiume e dell’eventuale pensilina pedonale sul
canale.
9.1 – Motivazioni compositive
Le richieste del bando di concorso e la conformazione del sito hanno avuto un
ruolo fondamentale nella fase di composizione architettonica: l’area è caratterizzata da
uno spazio angusto posizionato tra il canale del Fiume Vienna e le vetrate dei locali
sotto al ponte di Otto Wagner, a ridosso dell’accesso sud al parco; requisito
fondamentale dell’edificio è la presenza di una grande sala polifunzionale di dimensioni
imposte (20x40 metri) che possa essere utilizzata come auditorium, per proiezioni e
come campo sportivo per palla a mano, basket e palla a volo.
La concomitanza di un grande ambiente interno di dimensioni date e di uno
dell’edificio, per cui si è deciso di partire da una forma di base abbastanza semplice e
89
spazio esterno angusto hanno posto dei forti vincoli sulla composizione planimetrica
giocare poi sui dettagli e sugli scorci prospettici. L’edificio si trova a mediare tra due
elementi urbani molto forti e preferisce assecondarli nelle sue forme invece di
contraddirli o contrapporsi ad essi: la parete a nord segue la direttrice del fiume e dei
terrazzamenti di cui è composto il parco sul Fiume Vienna, offrendo una prospettiva
molto accelerata del complesso visto dall’altra sponda del corso d’acqua; la parete a
sud asseconda, invece, la morbida curvatura del ponte di Otto Wagner, ricreando un
“corridoio urbano” sul quale affacciano i negozi ricollocati nei locali ubicati sotto il
ponte stesso.
La situazione planimetrica è analoga a quella del progetto di Francesco Venezia
per l’auditorium ed il ponte nel Donaumarkt, a Regensburg nel sud della Germania.
L’architetto italiano si trova a dover progettare un edificio pubblico in un angusto
spazio ricavato tra il fiume Danubio ed il costruito retrostante; la soluzione prescelta è
proprio quella di assecondare i profili delle preesistenze, incastonando l’edificio in
questo vuoto urbano. Il risultato planimetrico è quello di una forma abbastanza
semplice, simile ad un rettangolo i cui lati lunghi si siano curvati per adattarsi
all’angusto spazio. L’edificio si integra con i percorsi circostanti, senza ostacolare la
viabilità pedonale lungo il fiume: l’intero complesso è infatti rialzato ed il piano terra è
liberamente percorribile, come se si trattasse di un edificio su piloties, con la
differenza che a sorreggere il carico sovrastante sono un’infilata di doppie arcate
asimmetriche invece di semplici pilastri.
Figura 41. Planimetria del progetto di Francesco Venezia, in cui si evidenzia come l'edificio (rosso) sia
costretto in uno spazio angusto tra il fiume (celeste) ed il costruito preesistente (verde).
90
Figura 42. Foto del plastico del progetto di Venezia.
Più complessa è invece la composizione volumetrica dell’edificio polifunzionale,
nella quale si nota una netta contrapposizione tra un blocco pieno (le cui pareti
rivestite di brise soleil non lasciano comparire, a prima vista, alcuna apertura) ed il
blocco totalmente vetrato dell’atrio. La contrapposizione è ancora più chiara
all’interno, dove una disposizione abbastanza rigida degli ambienti nel blocco pieno si
confronta con lo spazio a tutta altezza dell’atrio, in cui la geometria semplice del
perimetro è contraddetta in maniera forte da un sistema di ballatoi curvilinei di forma
totalmente libera.
Nell’atrio si colloca il sistema distributivo verticale del complesso, composto da
una scala elicoidale che si avvolge intorno ad una piattaforma elevatrice telescopica:
questo sistema atipico consente la piena fruibilità di tutti i livelli dell’edificio
caratterizzando in maniera forte lo spazio architettonico, ispirandosi alla scala
elicoidale all’interno della piramide di vetro del Louvre. Sempre nell’atrio è ubicata
un’area verde, anch’essa di forma libera che dialoga con quella dei ballatoi, dove
spicca la presenza di quattro grandi alberi, irrorati da getti d’acqua nebulizzata. Due
delle facciate del blocco sono inclinate, quella nord-ovest verso l’interno e quella sudovest verso l’esterno, così come sono inclinati i pilastri che sorreggono la struttura
reticolare spaziale su cui poggia la copertura dell’atrio, vetrata anch’essa.
Le diverse funzioni contenute all’interno dell’edificio sono suddivise in maniera
schematica ed intuitiva, in modo da tenere separate le zone ludiche da quelle più
prettamente didattiche. Al piano terra e nel piano interrato è posizionata la grande
91
sala polifunzionale a doppia altezza, con le tribune degli spettatori direttamente
accessibili dall’atrio al livello terreno. Anche il primo piano, fatta eccezione per una
piccola area destinata agli uffici amministrativi, è dedicato agli impianti sportivi, con
una palestra a doppia altezza attrezzabile per diverse funzioni, al pari di una palestra
scolastica (sala attrezzi o piccoli campi da gioco per i più giovani), una sala fitness ed
una grande sala da ballo (anch’essa utilizzabile per più funzioni). Alla grande
flessibilità e variabilità di funzioni associata ai primi tre livelli, aventi prettamente
funzioni ludiche e sportive, si contrappone un secondo piano con un impianto più
rigido dove trovano posto le sale lettura, i laboratori, le sale comuni, le aule e le sale
giochi per i più piccoli. I tre laboratori per la lavorazione di legno, metallo e per la
scultura sono illuminati non da finestre, bensì da un unico grande lucernario che
consente anche di osservare i lavori in essi svolti dalla terrazza soprastante. L’ultimo
livello ospita un piccolo internet point ed il bar, con una grande terrazza con affaccio
panoramico sul fiume e sul ponte di Otto Wagner ed un’area adibita a sun deck. La
sala da ballo al primo piano e la sala giochi al secondo si affacciano entrambe sui
rispettivi ballatoi mediante una parete vetrata, che consente di seguire le attività
svolte dall’esterno.
L’edificio è incastonato nel sistema dei percorsi a raso ed in quota del parco ed
offre quindi un doppio ingresso; il percorso alto lo abbraccia su tre lati e sulla facciata
nord-est si appoggia ad esso, ricoprendone il prospetto. I due prospetti delle facciate
lunghe sono, come detto, rivestiti di pannelli di brise soleil, alternando pannelli con
aste verticali a pannelli con aste orizzontali; questo fornisce un duplice vantaggio, uno
sul lato pratico ed uno sul lato più scenografico: vi è una regolazione dell’introspezione
ed al contempo una variazione della percezione che si ha dell’edificio in base al punto
di osservazione. La grande varietà di funzioni contenute all’interno dell’edificio richiede
un diverso grado di introspezione, elevata per gli ambienti sportivi e di aggregazione e
bassa per le aule o gli uffici, che viene soddisfatto dal doppio sistema di brise soleil: le
aste orizzontali inclinate a 30° creano un prospetto opaco, poco trasparente, da
qualsiasi lato lo si guardi, mentre quelle verticali consentono, da alcune angolazioni, la
creazione di trasparenze più marcate. Se da un lato questo aspetto consente di
regolare l’introspezione che dall’esterno si ha verso gli ambienti interni, allo stesso
tempo offre la possibilità di creare una facciata vibrata che cambia radicalmente la sua
percezione e la sua immagine a seconda di dove la si guardi, senza l’utilizzo di sistemi
meccanici. Ulteriore vantaggio di tale sistema è quello di omogeneizzare un prospetto
in cui la grande articolazione degli spazi interni genera una marcata irregolarità delle
aperture.
I brise soleil sul lato sud-est sono rivestiti da piccoli pannelli solari fotovoltaici,
buona parte energeticamente autosufficiente l’edificio; quelli sul lato nord-ovest sono
92
così come la pensilina che crea ombra sulla zona all’aperto del bar, così da rendere in
invece in cotto, materiale naturale caratterizzato da un colore caldo che bene si
armonizza con il contesto del frontistante parco sul fiume.
Per generare uno spazio interno così variamente articolato, che possa far fronte
alle diverse necessità delle varie funzioni ospitate, si è optato per una struttura in
acciaio con una griglia a maglie abbastanza larghe, sulla quale si connettono
direttamente i pannelli di brise soleil. La controventatura di tale sistema è ottenuta
non con tiranti metallici, bensì con setti continui di calcestruzzo. Un punto
particolarmente delicato della progettazione strutturale è stato quello di innestare una
maglia strutturale a tre campate sopra la sala polifunzionale che non ammetteva
pilastri al suo interno. Per la risoluzione di questo problema si è presa ispirazione dalla
Nuova Biblioteca Hertziana, progettata da Juan Navarro Baldeweg, dove si è verificata
una condizione simile: al livello interrato sono stati rinvenuti resti archeologici, di
conseguenza l’intero edificio non poteva avere fondazioni al centro ma solo sotto le
pareti perimetrali. La soluzione è stata quella di creare una spessa piastra strutturale
sulle cui travi reticolari poggiano in falso i pilastri soprastanti, di dimensioni
fortemente fuori scala rispetto al resto dell’edificio, che è lasciata interamente a vista
e caratterizza quindi architettonicamente la stessa sala polifunzionale. Il sistema
strutturale dell’atrio, già accennato in precedenza, è indipendente rispetto a quello del
volume pieno e si differenzia da questo per i sottili pilastri circolari in acciaio, al limite
della snellezza, smaltati di bianco, così come i ballatoi, controventati da tiranti
metallici.
Vi sono due viste privilegiate da cui è possibile vedere per intero l’edificio e su di
esse si sono basati gli studi prospettici: una dall’altra sponda del fiume e l’altra dallo
spiazzo aperto a sud dell’atrio. Nel primo caso il profilo rettilineo e slanciato
dell’edificio si integra con la forte prospettiva allungata offerta dal sistema del fiume e
dei terrazzamenti visti da una certa distanza, integrandosi con essi piuttosto che
contrapporvisi; mano mano che ci si avvicina ad esso e gli si cammina di fronte il
prospetto del blocco pieno cambia, variando la trasparenza in alcune parti e
rimanendo più statico altre, e mettendo in risalto la dinamicità della facciata, mentre
l’atrio vetrato minimizza la sua presenza, lasciando intravedere il ponte di Wagner
attraverso di esso. La seconda vista privilegiata è una vista più statica, in cui domina il
grande volume dell’atrio vetrato, attraverso il quale si intravedono i flessuosi ballatoi,
la monumentale scala elicoidale ed il colorato giardino; la prospettiva è distorta e
rafforzata dall’inclinazione delle pareti: l’una che si inclina, quasi a voler lasciar vedere
meglio il blocco pieno alle sue spalle, e l’altra che si protende verso l’osservatore,
accentuando la percezione di imponenza.
93
9.2 – Soluzioni per l’accessibilità.
La scala richiesta per il progetto non ha consentito lo studio dell’accessibilità
degli interni in maniera sufficientemente dettagliata: non è stato possibile riportare nei
disegni accorgimenti quali linee guida con forti contrasti cromatici per gli ipovedenti,
aree opache che segnalino la presenza di porte vetrate, scalini con antiscivolo e con
contrasti cromatici tra alzata e pedate, ecc. E’ stato tuttavia svolto uno studio di tali
soluzioni per l’accessibilità, iniziato con la partecipazione ai seminari di Andrea Stella,
fondatore dell’associazione Lo Spirito di Stella, e dell’Arch. Laura Cemoli, appartenente
alla Commissione per l’attuazione della Legge 104/92 nel nostro Ateneo; per un
ulteriore approfondimento ci si è avvalsi di manualistica specifica, in particolar modo
con l’utilizzo del manuale “Barriere Architettoniche, guida al progetto di accessibilità e
sicurezza dell’ambiente costruito”, i cui dati sono riportati in bibliografia.
Alla scala utilizzata per la rappresentazione del progetto è stato però possibile
studiare tutta una serie di soluzioni architettoniche di maggiore impatto sulla
composizione degli ambienti interni: tutti i corridoi, ad esempio, sono larghi almeno 2
metri, così da permettere il comodo incrocio anche di due persone su sedia a ruote, e
in ogni ambiente sono presenti comodi spazi per la manovra delle stesse; anche nelle
tribune della sala polifunzionale sono pensate balconate e posti appositi per le sedie a
ruote raggiungibili senza dover superare alcun dislivello.
Altro elemento immediatamente visibile è l’assenza di servizi igienici specifici per
disabili: invece di utilizzare i classici ambienti ristretti cui si aggiunge solitamente un
bagno standard per disabili, si è preferito rendere accessibili tutti i singoli bagni
mediante semplici accorgimenti, come l’apertura della porta verso l’esterno, uno
spazio laterale di accostamento ai sanitari e dei lavandini appesi al muro senza il
sostegno a colonna.
E’ interessante notare come un aspetto generalmente considerato secondario
nella progettazione di un edificio, come appunto i servizi igienici, possa in realtà
simboleggiare tutta la filosofia che sta dietro una progettazione accessibile: l’aver
pensato tutti i bagni accessibili invece di aggiungere un bagno standard per disabili
non solo ha evitato la discriminazione, seppur minima, dei portatori di handicap, ma
ha messo a disposizione dell’utenza dei bagni più comodi per tutti, compresi i
normodotati. Se tutti i progettisti avessero ben chiaro che progettare un edificio
accessibile non vuol dire progettare un edificio per disabili ma un edificio più
confortevole per tutti, probabilmente l’abbattimento delle barriere architettoniche
94
sarebbe visto non più come un ostacolo normativo ma piuttosto come un traguardo da
raggiungere per una progettazione di qualità maggiormente apprezzabile da tutti i tipi
di utenza, normodotati compresi.
Altro aspetto fondamentale di una progettazione accessibile è l’impiego di
soluzioni architettoniche che caratterizzino lo spazio circostante, invece di usare
soluzioni di ripiego spesso nascoste alla vista. Per spostarsi tra i piani dell’edificio, ad
esempio, si sarebbe potuto usare un comune ascensore nascosto nella muratura, se
non addirittura un montacarichi collegato al corrimano della scala, dato il basso
numero di piani; invece lo studio di un sistema rapido ed agevole di sollevamento ha
portato alla caratterizzazione architettonica dell’atrio, che rappresenta l’ambiente
maggiormente scenografico dell’edificio. Partendo dalla volontà di utilizzare un
elemento che non cercasse di nascondersi alla vista, ma che volesse piuttosto mettersi
in mostra, si è studiato un sistema distributivo verticale composto da una piattaforma
elevatrice cilindrica sulla quale si avvolge una scala elicoidale che raccorda tutti i
ballatoi ai diversi piani. Questo elemento non si limita così a risolvere un problema
funzionale per chi ha difficoltà motorie, ma rappresenta piuttosto una caratteristica
distintiva dell’intero edificio, rivisitata, seppur con altre forme, anche negli ambienti
esterni del parco.
95
10 – La bioarchitettura
In Italia il movimento sulla bioarchitettura stenta notevolmente a prendere
piede, se non con rari esempi applicati soprattutto a piccoli villini unifamiliari; questo è
in netto contrasto però con quanto avviene nel
resto del mondo, dove la
sperimentazione sulla costruzione di edifici ad alto risparmio energetico è assai più
vivace.
Per rendere l’idea su quanto sia
indietro l’Italia nel campo delle energie
sostenibili applicate all’architettura, basta esaminare i dati riguardanti l’impiego
dell’energia solare mettendo a confronto il nostro paese con la Germania: dal punto di
vista geografico l’Italia gode di un irraggiamento solare molto maggiore rispetto a
quello della Germania, che si tradurrebbe, se opportunamente sfruttato, in una
produzione di energia maggiore a parità di superficie fotovoltaica adoperata. Questa
grande risorsa tuttavia in Italia deve ancora iniziare ad essere sfruttata in quantità
rilevanti, mentre, al contrario, in Germania è stata talmente incentivata da avere oggi
una diffusione pressoché completa, tanto da far divenire negli anni l’industria tedesca
l’industria leader mondiale nell’esportazione di tecnologie riguardanti i diversi impieghi
dell’energia solare.
Il fotovoltaico è solo uno dei moltissimi aspetti della bioarchitettura ed ho voluto
usare questo esempio per dare un’idea dei ritardi accumulati dall’Italia visto che si
tratta della tecnologia più facilmente applicabile in architettura, non necessitando di
conoscenze approfondite ed avendo un costo assai ridotto. Si commetterebbe però un
errore grossolano immaginando la bioarchitettura come la semplice integrazione di
pannelli solari nell’edilizia.
La bioarchitettura abbraccia un ben più ampio campo di applicazioni riguardanti
la sostenibilità ambientale: la produzione di energie rinnovabili, il risparmio energetico
mediante l’impiego di tecniche costruttive e di materiali che diminuiscano i fabbisogni,
l’impiego di
materiali
naturali
che non
producano inquinamento, ecc. “Fare”
ad energia ed inquinamento, riducendo al massimo gli sprechi.
96
bioarchitettura vuol dire prendere in considerazione tutti gli aspetti di un edificio legati
Un edificio bioclimatico si caratterizza per la relazione e la continuità tra
ambiente interno ed esterno, dipendenti l’uno dall’altro: l’ubicazione, l’orientamento e
la volumetria dell’edificio dipendono sensibilmente dalle caratteristiche ambientali,
climatiche e geografiche del sito; ad esempio, in un’area calda si più sfruttare la
presenza di un vento prevalente per porre sopravvento rispetto all’edificio una vasca
d’acqua che raffreschi l’aria incidente sull’edificio stesso. Sta alla sensibilità del
progettista raccogliere quante più informazioni sull’ambiente circostante il sito e
trattarle non come freddi dati, bensì come spunti per ideare soluzioni intelligenti.
Gli elementi utilizzabili in un edificio di bioarchitettura sono molteplici: camini per
la captazione e l’aspirazione del vento, serre bioclimatiche, pareti e coperture
ventilate, vetrate di vario genere con o senza brise soleil, shed, percorsi per l’acqua, il
verde, pannelli fotovoltaici, solari, sistemi eolici, ecc. Sta all’abilità del progettista
individuare i più adatti e sfruttarli al meglio: in una città fredda come Vienna, ad
esempio, una serra bioclimatica è sicuramente più utile di un camino d’aria, in quanto
la serra più essere impiegata tutto l’anno e può sia riscaldare che raffrescare, mentre
un camino d’aria serve prevalente a raffrescare. In un clima torrido è probabilmente
vero il contrario, tanto che molte costruzioni nel deserto sfruttano sin dai tempi antichi
i ricircoli forzati di aria.
Negli USA hanno iniziato a costruire interi grattacieli che sfruttano i più avanzati
principi di bioarchitettura, grazie ai quali hanno potuto raggiungere l’incredibile
traguardo del dimezzamento del fabbisogno energetico. Queste costruzioni hanno un
costo di progettazione e realizzazione superiore di alcuni milioni di euro rispetto ad un
edificio analogo costruito con tecniche tradizionali, ma la cifra rappresenta una
percentuale abbastanza limitata sul costo totale di edifici che raggiungono le diverse
decine di milioni di euro; inoltre, la spesa aggiuntiva iniziale è ammortizzata con un
risparmio in termini di bolletta elettrica in un tempo bassissimo, stimato intorno ai 2-3
anni di esercizio, il ché lascia prevedere nel bilancio economico sul lungo periodo un
enorme risparmio a fronte di una piccola spesa aggiuntiva all’inizio.
Per il 2009 a Miami sarà ultimato il COR Building, uno dei primi eco grattacieli al
mondo:
sarà alto 25
piani
e la realizzazione
vedrà l’impiego di
tecnologie
all’avanguardia nel settore, per un costo totale intorno ai 40 milioni di dollari. E’ stato
progettato dall’architetto Chad Oppenheim e dall’ingegnere Yisrael Seinuk ed avrà
un’altezza complessiva di circa 122 metri; ospiterà 20.100 metri quadrati di uffici e
5.400 di spazi commerciali, oltre a 113 unità abitative, tutte dotate delle ultime e più
efficienti invenzioni high tech e rifinite in materiali ecologici, come ad esempio il vetro
riciclato impiegato per i pavimenti ed il bambù per le rifiniture dei corridoi. Il tutto sarà
97
alimentato solo ad energia rinnovabile.
New York è forse la città americana che più sta vivendo il boom della
bioarchitettura: ai suoi criteri si rifanno molti dei nuovi edifici della Manhattan
ricostruita dopo l’11 settembre. Dal grattacielo Hearst, disegnato da Norman Foster tra
la 57˚ strada e l’8a Avenue, al New York Times Building progettato da Renzo Piano
sulla 41˚ strada West. Dal 7 World Trade Center della Silverstein Properties, al
Solaire, il primo eco-grattacielo residenziale d’America, a due passi da Ground Zero.
Il progetto più interessante è probabilmente quello legato alla nuova sede della
Bank of America sempre a New York, a pochi passi da Times Square. Quando la Bank
of America Tower, progettata dagli architetti Cook Fox, sarà completata, diventerà il
primo grattacielo al mondo a raggiungere l'accreditamento del certificato LEED
Platinum; poiché la classe LEED Platinum consiste nel più alto livello di efficienza
energetica che è possibile ottenere in ambito architettonico, significa che questo sarà il
grattacielo più sostenibile del mondo, vicino alla soglia del 50% di risparmio
energetico.
La realizzazione del grattacielo sfrutta la migliore tecnologia sostenibile ora a
disposizione per promuovere uno stile di vita per i suoi occupanti più salutare
possibile, riducendo gli sprechi e garantendo una sostenibilità ambientale (compresa
un efficienza economica nella gestione) davvero sorprendente. Per fare un esempio,
un sistema di recupero delle acque piovane e trattamento delle acque reflue faranno
risparmiare milioni di litri di acqua ogni anno. La maggior parte dei materiali da
costruzione dell'edificio provengono da riciclaggio o da fonti rinnovabili e sono stati
reperiti entro un raggio di 750 Km dalla città di New York: il trasporto dei materiali
produce anch’esso inquinamento per l’ambiente, per cui anche tale parametro è
importante nell’ottica della bioarchitettura.
In fase di progetto non si è pensato al solo benessere degli abitanti dell’edificio,
ma si è presa in considerazione l’intera area di influenza intorno ad esso: per il
grattacielo verrà utilizzato vetro ad alte prestazioni per garantire il massimo accesso di
luce del sole negli spazi interni nelle ore diurne, mentre la particolare forma delle
facciate servirà a minimizzare l'ostruzione del passaggio della luce del sole rispetto agli
edifici circostanti, riducendo così l’impatto negativo per gli abitanti degli edifici
limitrofi.
Nel seminterrato ci sono 44 serbatoi d'acqua cilindrici alti circa 2,5 metri con una
bobina di raffreddamento al loro interno. Di notte, quando la produzione di energia
elettrica dei diversi impianti supera la necessità del fabbisogno richiesto dall'edificio,
tale energia viene utilizzata per raffreddare e congelare l'acqua nei serbatoi. Durante il
completo dell'edificio.
98
giorno, il ghiaccio si scioglie e viene impiegato per provvedere al raffreddamento
Queste sono solo alcune delle tecniche impiegate nella costruzione del Bank of
America Tower che consentiranno di ridurre la sua richiesta di energia del 50% ed
offriranno ai suoi occupanti un ambiente salubre e piacevole. La cura rivolta nella
ricerca di ogni aspetto che possa arrecare danno all’ambiente e lo sforzo nel proporre
una soluzione a ciascun problema incarnano perfettamente la filosofia che ispira la
bioarchitettura. La Bank of America Tower si porrà a breve come nuovo metro di
paragone per ogni progetto di bioarchitettura per molti anni a venire.
10.1 – Soluzioni adottate nel centro polifunzionale
Il concorso nell’ambito del quale è stata svolta la progettazione dell’edificio
polifunzionale non richiedeva un alto grado di approfondimento tecnico, per cui molti
aspetti riguardanti la bioarchitettura sono stati trattati a livello teorico, senza arrivare
ad un vero e proprio studio tecnico. Mi limiterò ad esporre le proposte inerenti ad un
progetto preliminare, cioè quelle che hanno influito in maniera diretta sulla
progettazione architettonica. Esiste una numerosa serie di soluzioni che possono
essere impiegate in questo progetto ma che non rientrano nell’ambito di un concorso
di idee, come ad esempio un sistema di accumulo dell’acqua piovana (riutilizzabile per
lo scarico dei WC) o aspetti inerenti la reperibilità ed il trasporto dei materiali.
Sono tre le principali soluzioni riguardanti i principi di bioarchitettura impiegate
nella progettazione preliminare dell’edificio:
•
Il rivestimento esterno delle facciate in brise soleil fotovoltaici o in cotto
(materiale
ecosostenibile)
per
diminuire
l’irraggiamento
diretto
ed
ottenere un’illuminazione più diffusa.
•
Il massiccio impiego di pannelli fotovoltaici, che occupano tutta la parete
sud dell’edificio.
•
La trasformazione dell’atrio in una grande macchina bioclimatica in grado
di rinfrescare o riscaldare, a seconda delle stagioni, le aree comuni
dell’edificio.
Come visto nel precedente capitolo, le pareti del blocco chiuso dell’edificio
soluzione consente la riduzione della irradiazione solare diretta, creando condizioni di
99
contenenti aperture di diverse dimensioni sono rivestite da pannelli di brise soleil. Tale
luminosità più diffusa e diminuendo il riscaldamento dell’edificio nei mesi estivi. A tale
proposito è importante sottolineare come una frigoria sia circa 7 volte più costosa in
termini energetici rispetto ad una caloria, per cui nel bilancio energetico annuale
diminuire il surriscaldamento estivo e, di conseguenza, l’impiego dei climatizzatori
porta enormi vantaggi, sia per l’ambiente che per la gestione economica dell’edificio.
Vienna è una città caratterizzata da inverni molto rigidi e la schermatura di brise
soleil diminuisce in questi mesi l’incidenza diretta del vento freddo sull’edificio,
analogamente a quanto avverrebbe con una facciata ventilata (anche se con un
minore rendimento); questo porta ad un bilanciamento tra effetti positivi e negativi nel
prospetto sud, dove vengono ridotti sia l’irraggiamento solare diretto che l’incidenza
del vento freddo, e ad un sostanziale vantaggio nel prospetto nord, che in ogni caso
sarebbe stato privo di irraggiamento solare diretto e vede così ridursi l’effetto negativo
del vento.
Per la facciata a nord è stato scelto come materiale per i componenti del brise
soleil il cotto: si tratta di un materiale naturale (quindi sostenibile) dalle grandi qualità
tecniche che offre un colore caldo, simile a quello del legno, ma che, rispetto ad esso,
necessita di molta meno manutenzione (prossima allo zero) ed offre garanzie di
durabilità molto maggiori, oltre ad evitare l’abbattimento di alberi.
La facciata a sud e la pensilina che ombreggia la zona all’aperto del bar sono
anch’esse costituite da pannelli in brise soleil, ma questa volta si è scelto di impiegare
elementi rivestiti da pannelli fotovoltaici monocristallini, che garantiscono un maggiore
rendimento rispetto ai policristallini ed al silicio amorfo. Inoltre l’impiego del brise
soleil consente di inclinare le aste a 30°, come i normali dispositivi per le coperture,
raggiungendo l’esposizione ottimale che in genere si perde nelle facciate fotovoltaiche.
La pensilina ha una superficie di 260 metri quadrati di estensione, mentre la
facciata sud supera abbondantemente i 600 metri quadrati, per un totale di superficie
occupata da brise soleil fotovoltaici di quasi 900 metri quadrati. La superficie
effettivamente occupata dai pannelli fotovoltaici è ovviamente inferiore, essendo
l’interasse tra le aste maggiore della larghezza dell’asta stessa per evitare che si
ombreggino a vicenda; considerando un interasse tra i pannelli pari a due volte la loro
larghezza, evitando così che l’asta superiore proietti la sua ombra su quella inferiore,
otteniamo una superficie effettiva di fotovoltaico intorno ai 450 metri quadrati.
Volendo compiere una stima di massima dell’energia prodotta assumendo 1 kW
prodotto ogni 8 metri quadrati di pannelli (stima utilizzata da molte aziende
costruttrici), otteniamo una produzione di circa 56 kW; con un calcolo più raffinato,
Editore), eseguendo una media tra varie configurazioni di pannelli fotovoltaici
100
svolto con l’ausilio del software Tetti FV (prodotto e distribuito dalla Dario Flaccovio
monocristallini disponibili sul mercato con rendimenti intorno al 12% (non i più
costosi, quindi), tutti dallo spessore di circa 30 centimetri, adatti cioè all’applicazione
su un’asta di brise soleil, otteniamo una produzione di picco pari a circa 58 kW,
equivalente al fabbisogno di oltre 19 appartamenti.
Dal punto di vista economico, in Italia, come in Austria, è presente un incentivo
detto Conto Energia (DM 19.02.2007) grazie al quale l’ente nazionale paga l’utente
produttore
di
energia
rinnovabile
una
certa
cifra
ogni
kWh
prodotto,
indipendentemente dal fatto che tale energia elettrica sia immessa sulla rete o sia
interamente utilizzata; in pratica si riceve un pagamento monetario per il solo fatto di
produrre energia “pulita”. In Italia per un edificio di nuova costruzione con fotovoltaico
integrato nell’architettura (come in questo caso), la cifra corrisposta equivale a 0,462
€/kWh, cui si aggiunge un risparmio sul normale costo della bolletta che attualmente è
di 0,18 €/kWh; eseguendo dei calcoli con un apposito software, la producibilità
annuale dell’impianto si aggira intorno ai 65.000 kWh, per un guadagno netto di circa
30.000 € annuale cui si somma un risparmio sulla bolletta, se tutta l’energia prodotta
è usata, di 11.700 €. Questi calcoli sono eseguiti basandosi sulla normativa italiana,
ma bisogna considerare che la normativa austriaca, come quella tedesca, è ancora più
“generosa” nei confronti di chi produce energia sostenibile.
Al grande risparmio economico dato dall’impiego di pannelli fotovoltaici, si
somma il risparmio energetico dato dall’autosufficienza energetica dell’atrio e delle
aree comuni dell’edificio ottenuto mediante la bioclimatizzazione, che si traduce in un
minor fabbisogno di energia elettrica. L’atrio occupa, come visto, un volume quasi
indipendente dal resto dell’edificio, con le pareti interamente vetrate; in esso sono
inseriti quattro grandi alberi, alla cui base si aggiunge una vegetazione bassa, irrorati
da spruzzi d’acqua nebulizzata in minuscole particelle. Questo sistema trasforma l’atrio
vetrato in una grande macchina bioclimatica, assimilabile ad una serra.
Vi sono diverse tipologie di serre integrate in architettura con funzioni
bioclimatiche. Le differenze sono sostanzialmente nel numero e nel tipo di pareti
confinanti con l’esterno e con il resto dell’edificio: in questo caso ci troviamo di fronte
alla cosiddetta “serra addossata”, cioè un volume interamente vetrato su tre pareti
verticali ed in copertura che confina con l’edificio chiuso mediante una sola parete
verticale opaca. Si configura pertanto come un sistema termodinamico aperto che ha
scambi di energia e di massa con l’ambiente esterno e con gli ambienti interni
adiacenti. Una grande importanza è rivestita dal sistema di circolazione dell’aria che,
sia in inverno che in estate, è deputato alla diffusione in tutto l’edificio degli effetti
101
benefici della serra.
Dal punto di vista fisico, il fenomeno noto come “effetto serra” è dovuto
all’intrappolamento della radiazione solare assorbita dalle superfici interne della serra,
le quali possono riscaldare l’aria interna ad un valore maggiore di quella esterna,
limitando così nella stagione invernale le perdite termiche dell’ambiente adiacente, e
produrre per quest’ultimo un guadagno termico. In estate la serra si trasforma in un
ambiente semi-chiuso, ombreggiato e ricco di aperture per il ricircolo dell’aria.
Essendo la serra integrata all’interno dell’edificio e non isolata, è necessario
mantenere le condizioni di benessere quanto più costanti possibile; questa operazione
è abbastanza complessa, vista la mancanza in tale ambiente di un sistema di
condizionamento attivo, ma può essere ottenuta agendo sui tre elementi meccanici
presenti: l’apertura o chiusura dei i pannelli mobili della vetrata per aumentare o
diminuire il ricambio d’aria, l’apertura o chiusura dei brise soleil interni alle vetrate per
aumentare o diminuire la radiazione solare assorbita e la regolazione del flusso
d’acqua nebulizzata sulla vegetazione per variare il raffrescamento dell’aria in entrata.
Tutti questi sistemi possono essere facilmente gestiti da un computer, regolati in
automatico da un software o azionati manualmente da un operatore. Esistono infatti
numerosi modelli informatici che consentono di simulare le prestazioni termiche di una
serra, come ad esempio il programma di simulazione dinamico DEROB-LTH (Dynamic
Energy Response of Buildings), sviluppato originariamente presso il Laboratorio di
Simulazione Numerica della Scuola di Architettura dell’Università del Texas ad Austin
nel 1979 e successivamente perfezionato dall’Istituto di Tecnologia di Lund in Svezia
nel 2004.
Altro aspetto importante per il benessere in un edificio è l’inquinamento dell’aria,
dovuto principalmente alla componente di CO2 emessa dalle persone e da quella
dovuta all’inquinamento dell’ambiente circostante l’edificio. Tra i vantaggi della serra
vi è anche quello di diminuire la quantità di CO2 all’interno dell’edificio per effetto della
fotosintesi clorofilliana. L’effetto di tale reazione chimica, com’è noto, si inverte nelle
ore notturne, diventando dannoso invece che positivo; tuttavia durante quasi tutto
questo lasso di tempo l’edificio è chiuso al pubblico, per cui si sfrutta unicamente
l’effetto positivo di filtraggio dell’aria da parte delle piante.
In estate sono aperti i pannelli mobili della vetrata posti alla base delle pareti
dell’atrio così da far entrare aria calda dall’esterno; appena entrata, essa viene
rinfrescata attraversando la zona della vegetazione irrorata da acqua nebulizzata.
Mediante aperture distribuite nell’edificio (nella copertura dell’atrio, nel bar, ecc.) si
viene a creare una ventilazione naturale d’aria fresca che contribuisce a raffreddare
proprio “serbatoio d’aria”, assicurando un livello di ventilazione costante. Locali con
102
tutti gli ambienti comuni. La grande ampiezza dell’atrio lo trasforma di un vero e
maggiori esigenze termiche, dispongono di un sistema di climatizzazione tradizionale
attivo. Durante il giorno l’irraggiamento diretto dell’atrio è ostacolato da frangisole
mobili posti all’interno della vetrocamera, nonché dagli alberi posti nell’angolo più a
sud.
Figura 43. Schema funzionale della macchina bioclimatica.
L’acqua nebulizzata contribuisce a raffrescare l’aria mediante un processo detto
di “raffrescamento evaporativo diretto”. Per il passaggio di stato di un materiale è
richiesta una notevole quantità di calore, denominata “calore latente” (l’aumento di
calore non determina un aumento di temperatura, per cui non è rilevabile
strumentalmente): facendo evaporare le minuscole gocce d’acqua, una gran quantità
di calore sensibile (rilevabile dagli strumenti) si trasforma in calore latente;
semplificando molto il concetto, potremmo riassumerlo dicendo che una parte del
calore dell’aria viene utilizzato per trasformare l’acqua in vapore, abbassando così la
temperatura. L’aumento di umidità relativa dell’aria è accettabile per via dell’alto
ricambio d’aria cui è soggetto l’atrio.
In inverno i frangisole sono aperti ed i pannelli mobili della vetrata sono chiusi,
delle condizioni di benessere; in questo modo l’atrio si comporta in maniera analoga
103
salvo quelli appena sufficienti a creare un ricambio d’aria necessario al mantenimento
ad una grande serra, riscaldandosi e riscaldando gli ambienti ad esso direttamente
collegati. Alla diffusione del calore all’interno dell’edificio contribuisce non solo il
ricircolo d’aria, ma soprattutto il riscaldamento delle masse murarie e dei solai
direttamente collegati alla serra.
Questa
grande
macchina
bioclimatica
aiuta
notevolmente
nel
risparmio
energetico per quanto riguarda il raffrescamento e riscaldamento dell’edificio. Tuttavia
i sistemi di riscaldamento passivi che consentono la regolazione della temperature di
un edificio senza far ricorso ad energie non rinnovabili presentano il difetto di non
riuscire a mantenere situazioni di comfort costanti, presentando oscillazioni dovute al
mutamento delle condizioni esterne: l’edificio, come detto, non è più un ambiente
isolato, bensì un ambiente in stretta correlazione con l’esterno. Per motivi di sicurezza
e di normativa, che limita le oscillazioni termiche entro precisi range, gli ambienti
isolati degli uffici, delle aule, delle palestre, dei laboratori e delle sale per lo svago
dispongono di un sistema di climatizzazione tradizionale attivo; esso è interamente
alimentato dai pannelli solari fotovoltaici della facciata sud ed è attivato solo se
necessario. In definitiva, dunque, tutto il sistema di climatizzazione dell’edificio può
essere considerato quasi pienamente ecosostenibile, con un notevole risparmio
economico nella sua gestione.
104
Figura 44. Vista autunnale del grande atrio vetrato.
È inoltre possibile immagazzinare con batterie l’energia in esubero prodotta di
giorno e sfruttarla la notte per il congelamento delle vasche d’acqua interrate al di
sotto dei locali tecnici, essendo il consumo notturno di energia dell’edificio prossimo
allo zero; il congelamento di tali masse d’acqua è facilitato dalla bassa temperatura
notturna e soprattutto dal loro collocamento diversi metri sotto terra, a contatto con il
terreno freddo. Questa grande quantità di ghiaccio di giorno servirà, mediante un
apposito sistema di ricircolo interno all’edificio, a raffreddare tutte le singole stanze
che non sono direttamente raggiunte dai benefici dell’atrio bioclimatizzato. Non è stato
possibile, vista la scala di progetto richiesta, analizzare nel dettaglio questa possibilità,
tuttavia sono stati, come visto, eseguiti studi sulla Bank of America Tower a New York
che impiega un sistema analogo.
10.2 – Esempi realizzati di macchine bioclimatiche
Nella progettazione della grande macchina bioclimatica mi sono ispirato a diverse
soluzioni realizzate in Europa negli ultimi 15 anni. In particolare, ho analizzato:
•
Mario Cucinella, centro direzionale iGuzzini a Recanati (Italia)
•
Massimo Alvisi, asilo e centro civico a Grottaperfetta (Italia)
•
Rafael Moneo, stazione Atocha a Madrid (Spagna)
•
Nicholas Grimshaw, padiglione della Gran Bretagna per l’Esposizione
Universale del 1992 a Siviglia (Spagna)
Mario Cucinella è un architetto italiano che ha fatto dello studio energetico e
della bioclimatizzazione un marchio di fabbrica per la maggior parte dei suoi edifici;
non a caso è stato affidato a lui il progetto per il CSET (Centro per le Tecnologie e le
Energie Sostenibili) in Cina. L’edificio che ho preso come spunto evidenzia numerose
analogie con il mio progetto: esso punta in particolare al controllo della luce naturale,
allo sfruttamento della ventilazione naturale ed all’uso della massa termica.
Gli uffici sono distribuiti su quattro piani e organizzati attorno a un atrio centrale
in cui è realizzato un giardino minerale, con scaglie di pietra e canne di bambù. Lo
sviluppo dell’atrio a tutta altezza fino ai lucernari e l’uso prevalente del vetro
costituisce il fulcro di un naturale sistema di circolazione dell’aria, funzionando da
105
assicurano il massimo ingresso della luce naturale; inoltre lo spazio centrale
“vuoto impiantistico”. L’aria calda proveniente dagli uffici vi si raccoglie e viene poi
espulsa attraverso le griglie di ventilazione collocate ai lati dei lucernari, contribuendo
(congiuntamente al controllo delle aperture della facciata) al raffrescamento nelle
mezze stagioni. Le facciate meridionale e settentrionale sono interamente trasparenti;
la protezione dall’irraggiamento solare è assicurata su tutto l’edificio da una copertura
metallica in brise soleil, che in parte scende sulla facciata sud, assicurando l’adeguato
ombreggiamento/irraggiamento nei diversi periodi dell’anno. All’interno un ulteriore
controllo dell’illuminazione è dato dall’uso di tende veneziane e da una mensola che
riflette la luce naturale verso il soffitto per la sua migliore distribuzione in profondità
negli uffici. La cura della qualità visiva e ambientale si rivela anche all’esterno nella
zona di accesso al fronte sud, con un piano verde inclinato che serve da parcheggio
coperto e nasconde le centrali termiche.
Figura 45. Schema delle diverse componenti dell'edificio per uffici a Recanati di Cucinella.
Figura 46. Schema funzionale del sistema di bioclimatizzazione a ricircolo interno dell'aria e del sistema di
schermatura della facciata mediante brise soleil nel progetto di Cucinella.
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Massimo Alvisi è un giovane architetto italiano che ha collaborato diversi anni
con Renzo Piano lavorando alla progettazione della New Metropolis nel 1999,
dell’Auditorium di Parma nel 2001, dell’Auditorium Parco della Musica a Roma nel 2002
e della Cantina Rocca di Frassinello nel 2003, prima di iniziare la sua carriera in
proprio; attualmente sta anche collaborando con Rem Koolhaas per il progetto sui
Mercati Generali a Roma. Ha vinto con il suo studio di progettazione il concorso per la
realizzazione di un nuovo asilo e di un centro civico a Grottaperfetta, vicino al tracciato
della vecchia via Laurentina.
Figura 47. Schema funzionale della serra nel progetto per l'asilo di Alvisi.
Il progetto ha tratto ispirazione dalla conformazione del terreno, ancora vergine,
caratterizzato da verdi colline dolcemente ondulate; sin dall’inizio si pensa di attuare
una sorta di morphing del terreno, alzando due lembi di terra, quasi a formare una
sorta di ferro di cavallo, sotto ai quali collocare l’asilo (nel blocco a sud) ed il centro
civico (nel blocco a nord). I due blocchi seguono due concezioni totalmente diverse, in
base alle funzioni in essi collocate: si vuole ricreare uno spazio protetto per l’asilo ed
uno spazio molto permeabile per il centro civico. Sulla copertura dei due edifici si
colloca un giardino pensile tagliato da percorsi pedonali; essi sono protetti da un
corrimano sensoriale all’interno del quale scorre una essenza profumata (nelle
fragranze di zibetto, ambra, rosa e fieno), che ha ispirato l’analogo sistema adottato
nel nostro parco. Sul confine sud di ciascun blocco si colloca una serra che, grazie alla
essa accumula calore in inverno e non lo disperde (deve essere sufficientemente
grande e ben schermata), ma lo trasmette all’edificio con il quale comunica mediante
107
bioclimatica, gestisce la climatizzazione dell’edificio senza l’impiego di alcun impianto:
una parete vetrata. Nel periodo estivo le vetrate esterna ed interna si aprono, insieme
ad un camino d’aria, creando ventilazione naturale. La soletta deve consentire
l’accumulo di calore, grazie alla sua massa. A nord è posta una parete massiccia. La
serra non può assolvere ai fabbisogni della biblioteca per una questione di normativa,
per cui in quel caso è previsto un impianto tradizionale.
Anche la stazione di Atocha, a Madrid, progettata da Rafael Moneo ha al suo
interno un rigoglioso giardino verde ricco di vegetazione, che caratterizza il terminal
principale: esso rappresenta probabilmente uno dei più chiari esempi di come
l’introduzione di elementi naturali che contribuiscono alla sostenibilità di un edificio
riesca al contempo ad influenzarne l’ambiente interno suscitando forti emozioni
nell’occasionale visitatore. L’illuminazione di questo enorme ambiente è regolata dalla
schermatura variabile dell’enorme copertura a botte vetrata, che ottimizza le
condizioni di illuminazione durante l’arco della giornata.
Figura 48. Foto dell'enorme serra all'interno della stazione di Atocha progettata da Moneo.
L’Esposizione Universale di Siviglia del 1992 ha avuto tra i suoi temi centrali
spazi aperti: essa avveniva mediante l’impiego dell’acqua, grazie a due tecniche
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proprio quello della climatizzazione naturale non solo degli edifici, ma anche degli
diverse: getti d’acqua nebulizzata che diffondevano nell’aria minuscole gocce d’acqua
fretta, come quelli da me utilizzati nell’atrio dell’edificio polifunzionale, e pareti
verticali sulle quali scorrevano sottili strati d’acqua che raffrescavano l’aria circostante,
come quelle da noi impiegate in diverse zone del parco. Nicholas Grimshaw ha
progettato per l’occasione il padiglione della Gran Bretagna, caratterizzato da un
analogo impiego delle tecniche di bioclimatizzazione che sfruttano la capacità
rinfrescante dell’acqua e da un massiccio impiego di pannelli solari fotovoltaici.
Figura 49. Foto del padiglione della Gran Bretagna per l'expo di Siviglia del '92 progettato da Grimshaw.
Questi esempi ci dimostrano come siano già state studiate ed applicate con
successo da anni molteplici tecniche in grado di abbattere drasticamente i consumi
energetici di un edificio, costituiti in gran parte dal controllo della temperatura interna.
Purtroppo l’Italia è rimasta molto indietro nel processo di sperimentazione, salvo rari
esempi di architetti sensibili all’argomento, come i sopracitati Cucinella e Alvisi. La
normativa italiana si sta lentamente adeguando a quella vigente negli altri paesi, ma
probabilmente essa è ancora percepita dalla maggior parte dei progettisti più come un
limite alla progettazione che non come una grande opportunità, analogamente a
quanto avviene con la normativa sull’abbattimento delle barriere architettoniche;
influisce sulla scarsa diffusione di tali tecniche probabilmente anche una carenza di
manodopera specializzata in questa tipologia di interventi.
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11 – Le tavole di concorso
Il lavoro fin qui illustrato, unito a quello svolto dalla collega Sara Fortuna, ha
portato alla realizzazione di otto tavole in formato A1 per la partecipazione al
concorso.
Il bando richiedeva la presentazione di tre Report (relazioni) destinate ad
altrettanti membri della giuria diversamente abili: una madre lavoratrice con cinque
figli, un uomo su sedia a ruote ed un uomo non vedente; in ciascun report era
richiesto di descrivere le soluzioni proposte per le diverse problematiche e sulla base di
tali analisi la giuria avrebbe operato una preselezione, decidendo se ammettere il
progetto alla fase finale di concorso. La prima tavola di concorso è dedicata proprio ai
Report: nella parte inferiore si trova la relazione per la persona su sedie a ruote, per
una più facile lettura, nella parte superiore si colloca la relazione per la madre
lavoratrice e nella fascia di destra è posizionata la relazione, interamente scritta, per
la persona non vedente, di cui è stata allegata una copia in Braille.
Le successive tre tavole riguardano i due masterplan del parco, sezionato a due
diverse quote per via del doppio sistema di percorsi, ed un approfondimento sui
diversi locali previsti nell’area, con alcuni dettagli tecnici ed uno studio sui materiali.
Seguono una tavola di inquadramento dei due edifici nel parco con alcuni schemi
concettuali e le tavole con i disegni tecnici e le viste degli edifici stessi. Per quanto
riguarda l’edificio polifunzionale, si è cercata una soluzione per non avere nessuna
tavola con soli disegni ed al contempo non distanziarli, complicandone così la lettura:
si è deciso di sfruttare la conoscenza dell’ordine di disposizione e dividere i disegni in
due tavole consecutive, accostando le parti con i disegni stessi; in questo modo si
hanno tavole più varie e colorate ed al contempo i disegni rimangono vicini e di
immediata lettura, in relazione con le sezioni.
Nella tavola dell’edificio residenziale si è voluto evidenziare soprattutto la forma
ponendo in primo piano lo studio sull’accessibilità svolto su ciascuna di esse.
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gradonata del volume e la grande varietà di tipologie che questo ha comportato,
12 – Bibliografia e Sitografia di riferimento
12.1 – Bibliografia
AA.VV., Celle fotovoltaiche organiche ed ibride, in “PV Technology”, I, n.2/2007
Barriere architettoniche, un progetto per l’uomo, Be-Ma Editrice, a cura di
Fabrizio Astrua, Roberto Rustichelli, Franco Zampicinini, Milano 1991
Michele
Di
Sivo,
Elisabetta
Schiavone,
Massimo
Tambasco,
Barriere
architettoniche, guida al progetto di accessibilità e sicurezza dell’ambiente costruito,
Alinea, Firenze 2005
Il nuovo manuale europeo di bioarchitettura, a cura di U. Sasso, Gruppo
Mancosu, Roma 2007
F. Astrua, Progettazione e barriere architettoniche, condizionamenti e spunti
funzionali, distributivi e costruttivi per il progetto degli edifici e degli spazi urbani,
Tipolitografia San Giuseppe, Arma di Taggia
A. Stella, Due ruote sull’oceano, Longanesi, Milano 2006
F. Venezia, Francesco Venezia: l’architettura, gli scritti, la critica, Electa, Milano
1998
Vienna Rossa, la politica residenziale nella Vienna socialista, 1919-1933, a cura
di M. Tafuri, Electa, Milano 1980
A. Vincenti, Sistemi fotovoltaici, Dario Flaccovio Editore, Palermo 2008
111
12.2 - Sitografia
www.ambasz.com
www.architetturaeviaggi.it/photogallery.php?par=spagna_FT_13
www.atempo.at/webcoach/download.php?id=99
www.chose.uniroma2.it
www.cittasostenibili.it/industriale/industriale_mod_2.htm
www2.comune.venezia.it/cartapress/indexarticoli.php?pagina=leggi&idarticolo=1
84
www.genitronsviluppo.com
www.haunted-memories.net/userfiles/subwaysystem.html
www.mcarchitects.it
www.progettarepertutti.org
www.progs.wiennet.at/ottowagner/index.htm
www.promiseland.it/view.php?id=570
www.rinnovabili.it
www.schindleraward.com
www.undo.net/iuav/files/1101135132.pdf
www.unece.org/oes/nutshell/2004-2005/focus_sustainable_development.htm
www.wien.gv.at
www.wikipedia.it
www.yeslife.it
112
Ringraziamenti
Ringrazio il professore Massimo Colocci ed il professore Rodolfo Maria Strollo,
rispettivamente Relatore e Correlatore della tesi, per i validi insegnamenti ricevuti
nell’arco dell’ultimo anno e per aver contribuito in maniera importante alla stesura del
progetto; ringrazio l’architetto Laura Cemoli, che più volte ha gentilmente concesso il
suo tempo per ulteriori revisioni nell’ambito dell’accessibilità e non solo.
Ringrazio Andrea Stella per avermi aperto gli occhi su un argomento così
importante e così spesso sottovalutato come l’accessibilità e per aver dimostrato come
basti tanto poco per migliorare sensibilmente la vita di molti; ringrazio altresì i membri
della Commissione per l’attuazione della Legge 104/92 nel nostro Ateneo, in particolar
modo il professore Rodolfo Maria Strollo e l’architetto Laura Cemoli, che hanno
organizzato questa ed altre conferenze per sensibilizzare noi giovani studenti
sull’argomento.
Ringrazio il corpo docenti della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Tor
Vergata che (chi più chi meno) si è sempre dimostrato competente e disponibile verso
noi studenti; in particolar modo ringrazio la professoressa Tullia Iori, coordinatrice del
corso di Ingegneria Edile-Architettura, che con tanta pazienza ha sopportato le mie
lamentele in questi anni.
Ringrazio la mia splendida famiglia, che mi ha sopportato per tutto questo tempo
e non mi ha mai fatto mancare nulla, sia dal punto di vista economico che
(soprattutto) da quello morale ed affettivo… per non parlare dei molti validi consigli
che mi hanno saputo dare i miei genitori in quanto architetti.
Ringrazio i fratelli Stefano ed Alessandro Poli, che mi hanno “ospitato” a casa
loro nell’ultimo anno universitario e si sono sempre dimostrati disponibili nei miei
confronti… e soprattutto sono stati in grado di tenere alto il morale anche nei momenti
più difficili (con l’aiuto di un po’ di Vodka).
Edile e Edile-Architettura, che mi hanno tenuto compagnia in questi cinque anni che
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Ringrazio indistintamente tutti i miei compagni di viaggio dei corsi di Ingegneria
sembravano non finire mai, alternandosi al mio fianco nelle diverse circostanze e
facendosi trovare pronti al momento del bisogno. Un pensiero particolare va (in ordine
cronologico ed alfabetico) a: Alessandro D’A., Diego D. e Diego S., Edmea, Federica,
Giulia Co. e Giulia Cu., Giuseppe, Marco, Roberta e Valerio, compagni di studio e di
divertimento nei primi indimenticabili due anni; Federica, Luana e Luca, compagni di
nottate insonni e momenti di follia pura (con annesse litigate) nei corsi di
Composizione; Carmela, Chiara, Giacomo e Lisa, compagni di studio e di festini negli
ultimi tre anni; Alessandro Di., Gianluca e Sara A., compagni di fatica nel tirocinio più
lungo della storia e compagni di avventura nell’indimenticabile viaggio a Pechino,
insieme ai sopracitati Carmela, Chiara, Diego D., Giacomo, Lisa, Luana e Luca. Chiedo
immensamente scusa a chi avessi dimenticato, ma avrei dovuto scrivere una tesi nella
tesi per ringraziarvi tutti personalmente!
Un ringraziamento speciale va alla mia compagna di tesi (e non solo!) Sara
Fortuna, senza quale non avrei mai potuto portare a termine questo lavoro e
(soprattutto) senza la quale oggi sarei una persona diversa. Negli ultimi due anni e
mezzo mi hai dato tantissimo e mi hai aperto gli occhi, facendomi scoprire il vero
senso della vita: come dicono i cari vecchi Scarafaggi 8, All You Need Is Love! Ti voglio
bene!
Ringrazio anche la famiglia Fortuna (Lidovina, Luigi e Marta), che così tante volte
mi ha ospitato (e sopportato) negli ultimi anni.
Traduzione “popolare”, in realtà Beatles vuol dire Coleotteri o Scarabei.
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