Ambrogio Sparagna, la tradizione in festa

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Ambrogio Sparagna, la tradizione in festa
Giovedì 24 Luglio 2014 16:33
Il maestro Ambrogio Sparagna, musicista ed etnomusicologo, racconta la genesi e lo
spirito di Ballo!, lo spettacolo di danza e musica popolare, giunto alla sua seconda
edizione, e andato in scena il 24 luglio alla Cavea dell'Auditorium, nell'ambito della
rassegna "Luglio suona bene". Una grande festa in cui si interpreta la tradizione. "La
musica popolare, e così la danza, deve sempre partire dal suo codice originario e
identificativo-le parole del maestro
di Ester Ippolito
L’atmosfera è concitata, gonne colorate volteggiano mentre i nastri dell’Albero di Maggio cominciano a intrecciarsi a suon di musica. Volti attenti, taluni già sudati, altri preoccupati, altri sorridenti e in attesa di entrare “in ballo”: c’è chi segue la musica, chi si butta in pista per
provare la pizzica, la tamurriata….chi ascolta attentamente i suggerimenti degli insegnanti. E’
il primo dei tre laboratori che hanno preceduto lo spettacolo Ballo! (24 luglio Auditorium,
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Cavea http://www.ballareviagg
iando.it/home/15-slideshow/1349-balloe-fu-carnevale.html
)
, uno spettacolo unico nel suo genere, che riaccende sul palco le tradizioni italiane musicali e
della danza mettendo in scena una grande festa popolare, animata da danzatori professionisti
e appassionati - circa 150 - e senza limite di età, il
tutto accompagnato dall’Orchestra Popolare dell’Auditorium e dal Coro di Anna Rita
Colajanni.
Il progetto artistico di Ballo! è del maestro Ambrogio
Sparagna
, musicis
ta ed etnomusicologo,
coadiuvato in questa mission da
Francesca Trenta
,
etnocoreologa e insegnante di danze popolari
-, con il compito di coordinare tutti i danzatori e curare le coreografie, dando forma, in un modo
leggero e aderente alla tradizione, a un “caos ordinato”, a un risuonare di musica, di ritmi e di
colori che lascia una grande traccia nello spettatore. Della genesi e spirito di
Ballo!,
e non solo, ci parla il maestro
Sparagna…
B&V- Ballo! Lo scorso anno questo spettacolo di grande successo è stato definito il
frutto di sogno e follia. Oggi siamo al secondo appuntamento... è un sogno
realizzato?
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Sparagna- Ballo ! … il sogno mi è piaciuto. E’ stata una esperienza veramente bella sul
piano artistico e umano …mi sono fatto davvero trascinare dal sogno. Del resto tutto quello che
facciamo qui all’Auditorium sul piano musicale con l’Orchestra Popolare Italiana,da me diretta,
è determinato dall’esigenza di sognare: tenere insieme tante persone che suonano diversi
strumenti, alcuni anche considerati marginali, mantenerli tutti aggrappati alla forma di
esecuzione dei canti popolari interpretati da solisti e da un grande coro è un sogno a colori.
Se poi ci aggiungiamo la danza diventa cinemascope. Realizzare Ballo! è un desiderio che
coltivavo da anni e penso che Francesca Trenta oggi, nel panorama della riscoperta della
danza popolare, sia davvero la più rappresentativa. Lavoriamo insieme da tempo e abbiamo
creato un connubio felice.
B&V-Il discorso follia è superato ?
Sparagna- Un pizzico di follia ci vuole sempre realizzando questo tipo di spettacoli. Dobbiamo
dire che inevitabilmente ci scontriamo con logiche di mercato, siamo dominati dalla logica
dello star system e show business ed è molto difficile far passare qualcosa di diverso. La
tarantella si scontra con i Rolling Stones, insomma, un confronto impari al di là del valore
artistico che può essere soggettivo. Per questo l’impostazione di uno spettacolo come Ballo!,
centrato sulla musica e danza popolare, richiede criteri particolari, tanto più che si
inserisce nella rassegna “Luglio suona bene” che ospita artisti internazionali e di livello. Per
Ballo! è stato necessario preparare un prodotto adeguato, non una festa di paese, ma
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qualcosa che coniugasse il valore culturale dello spettacolo, ovvero la valorizzazione dei
canti e delle danze popolari, con una confezione tale da attrarre un vasto pubblico, non solo
un enclave di addetti ai lavori. Ovvero realizzare un grande spettacolo popolare.
B&V- Ballo! 2014 ricalca il format originario o si discosta ?
Sparagna- Abbiamo seguito la struttura dello scorso anno, la formula è quella. Nei contenuti
specifici quest’anno Ballo, oltre alla pizzica, tarantella, tamurriata come zoccolo duro, ha
offerto molta più Italia Centrale , balli saltati dell’ Appennino Tosco Emiliano. E poi i colori e
ritmi del Carnevale di Montemarano e della sua Tarantella, grandi ospiti di questa edizione. Ogni mio concerto ha uno stretto collegamente con l’aria della festa popolare, e in questo
spettacolo è più evidente. Come in un coro popolare cantano tutti, anche nella danza popolare
devono ballare tutti, non per una ragione demagogiga, ma ognuno secondo le proprie possibilità
e spetta al maestro concertatore esaltare i protagonisti. Il rapporto festa e danza è
immediato, la festa crea subito comunità e voglia di stare insieme.
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B&V- A parte le logiche di mercato dominanti, oggi la musica popolare richiama
comunque grandi folle…
Sparagna- E’ vero e questa è una mia grande soddisfazione. In Italia ho richiamato il maggior
numero in assoluto di spettatori ai concerti di musica popolare, è un primato che mi spetta e
che decanto da me..Qualcosa è cambiato negli anni, l’interesse è cresciuto, abbiamo avuto qui
all’Auditorium oltre 50.000 spettatori paganti. Questo è servito anche a stimolare molti
musicisti che hanno suonato con noi a creare nuove realtà musicali in varie regioni italiane:
Umbria, Val D’Aosta ….
B&V- A questo ha contribuito anche la nascita dell’Orchestra Popolare dell’Auditorium ?
Sparagna- Senz’altro, l’Orchestra,che conserva e diffonde gran parte di questo patrimonio
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musicale, è stato un progetto dell’Auditorium e sicuramente ha dato un nuovo impulso e più
credibilità a tutto il nostro lavoro.
B&V- Qual è il valore della tradizione ?
Sparagna- La musica popolare deve parlare a tutti , trovando anche forme nuove ma sempre
rispettando la sua identità. La musica popolare, e così la danza, deve sempre partire dal suo codice originario: la correzione di certi passi o di una certa impostazione della figura che
fa Francesca Trenta non è un vezzo filologico ma è una necessità ideologica. Sia nel canto
popolare che nella danza devono essere visibili i caratteri identificativi , altrimenti si perde il
valore stesso di quello che si sta facendo. La danza si presta a interpretazioni creative,
il rischio di interpretazione o stravolgimento è sempre vicino, ci vuole un filtro che faccia da
passaggio.
Per i canti e per la danza vale lo stesso metodo: mantenere il carattere identificativo,
evidenziare alcuni segni originari. Sono concetti insiti nella stessa parola tradizione, da
tradere, fare un passaggio, tramandare (e anche un po’ tradire…) ma sempre partendo da una
identificazione certa. Da 40 anni recupero canti e melodie, riscrivo e trascrivo, suono questo
repertorio… a un certo punto si arriva anche a una re- interpretazione, non si tratta di
ripetizione pedissequa. Come nel restauro, vale lo stesso procedimento nella musica, ma l’origine deve essere chiara, non confusa. Ed è in questo modo che Francesca interpreta la
danza. Non si tratta di una esibizione da gruppo folcloristico che si ripete. Per esempio i
danzatori di Montemarano interpretano la tradizione del posto ma tutto rimane nella logica
della comunità.
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B&V- Notte della Taranta, è stato definito uno dei maestri concertatori (2004-2006) più
fedeli alla tradizione ….( e quest’anno c’è anche un ritorno nel festival itinerante)
Sparagna- Lo credo anch’io, anche se qualcuno aveva detto il contrario. Ho fatto 160.000
spettatori e ho fatto quello che faccio qui , naturalmente con il substrato della pizzica che
faceva da collante. Ho lavorato molto sui canti e sul recupero della lingua grico-salentina,
penso per primo, ed è nata anche un' orchestra di giovanissimi (
Sparagnina ndr).
Da etnomusicologo, ho anche insegnato agli artisti di livello che hanno partecipato alle
Notti (Dalla, Battiato, De Gregori, Nannini) le regole della interpretazione dei canti popolari,
punto molto importante per tutto quello che abbiamo detto. Se fossi oggi il maestro
concertatore non cambierei il mio modus operandi ma punterei molto sui giovani e
giovanissimi. In Salento c’è un vivaio di giovani di eccezionale bravura.
www.sparagna.it
www.finisterre.it
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http://www.ballareviaggiando.it/danze-popolari/1313-francesca-trenta-e-la-danza-energia
-pura.html
http://www.ballareviaggiando.it/home/15-slideshow/1345-arriva-balloarriva-la-festa-cave
a-dellauditorium-roma-24-luglio.html
http://www.ballareviaggiando.it/home/15-slideshow/1349-balloe-fu-carnevale.html
Le foto sono relative allo spettacolo Ballo! 2014
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Ambrogio Sparagna, musicista ed etnomusicologo nato a Maranola, Latina, figlio di
musicisti tradizionali, opera nel campo della musica popolare dagli anni 70 (allievo di
Diego Carpitella) con la produzione di album, attività concertistica e insegnamento. Nel
1976 dà vita alla prima scuola di musica popolare contadina in Italia presso il Circolo
Gianni Bosio di Roma. Dal 2004 al 2006 è Maestro concertatore del Festival la Notte
della Taranta dove per l’occasione fonda una grande orchestra di sessanta elementi
composta da strumenti popolari, con cui dà vita per tre anni di seguito a spettacoli
straordinari a cui prendono parte decine e decine di migliaia di spettatori e a cui
partecipano in qualità di ospiti anche Franco Battiato, Francesco De Gregori, Lucio Dalla,
Gianna Nannini, Carmen Consoli, Piero Pelù, Francesco Di Giacomo, Giovanni Lindo
Ferretti, Peppe Servillo e tanti altri. Con l'Orchestra popolare della Notte della Taranta
realizza alcuni grandi concerti in Italia e all'estero, in particolare in Cina, Pechino, nel
maggio del 2006. Nell'inverno del 2006 il Ministro dei Beni Culturali Francesco Rutelli lo
nomina consulente per la musica popolare nella Commissione ministeriale per la tutela e
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promozioni delle tradizioni popolari. Nell'estate del 2007 fonda l'Orchestra Popolare
Italiana dell'Auditorium Parco della Musica di Roma, un grande gruppo strumentale
residente all' interno dell'Auditorium allo scopo di promuovere il repertorio della musica
popolare italiana. Nell'agenda del maestro un'intensa attività concertistica
internazionale in numerosi paesi europei ed extraeuropei, attività didattica in
ambito universitario, in particolare a Parigi dove ha insegnato Etnomusicologia nel
biennio 1991/1992 presso l'Ottava Università, e la pubblicazione di numerosi saggi e
documenti audiovisivi sulla musica popolare italiana. Nel 2014 sono andate in onda su
Rai 3 un ciclo di trasmissioni legate alle feste popolari italiane, “L’Italia che risuona”, che riprenderanno la prossima stagione con quattro puntate (Val D’Aosta, Sardegna,
Basilicata e Sicilia). Sparagna parteciperà alla Notte della Taranta 2014 nell’ambito dei
Progetti Speciali relativi al Festival itinerante. Tappa a Sternatia il 10 agosto con
l'Orchestra Sparagnina, ospite Peppe Servillo, con un progetto legato al recupero del
repertorio di canzoni in grico salentino e nelle altre lingue della nostra storia musicale
italiana: il siciliano, l’arberesh, l’istriano, il friulano, lo sloveno.
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