INDICE GENERALE INDICE GENERALE II INTRODUZIONE III CAPITOLO 1 6 1.1 – STRUTTURA GENERALE ______________________________________ 7 1.2 FLUOROCHINOLONI DI PRIMA GENERAZIONE ________________ 8 1.3 FLUOROCHINOLONI DI SECONDA GENERAZIONE ____________ 10 1.4 FLUOROCHINOLONI DI TERZA GENERAZIONE _______________ 11 CAPITOLO 2 12 2.1 – GENERALITA’ _______________________________________________ 13 2.2 MODIFICHE STRUTTURALI DELLA MOLECOLA _______________ 14 2.2.1 POSIZIONE 1 _______________________________________________ 14 2.2.2 POSIZIONE 2 _______________________________________________ 15 2.2.3 POSIZIONE 3 E 4 ____________________________________________ 15 2.2.4 POSIZIONE 5 _______________________________________________ 15 2.2.5 POSIZIONE 6 _______________________________________________ 15 2.2.6 POSIZIONE 7 _______________________________________________ 15 2.2.7 POSIZIONE 8 _______________________________________________ 16 2.3 CARATTERISTICHE MOLECOLARI DELLA DNA GIRASI ________ 17 2.3.1 CICLO DELLA DNA GIRASI _________________________________ 17 2.3.2 RUOLO DELLA SUBUNITA’ GYRB ___________________________ 18 2.3.3 RUOLO DELLA GYRA _______________________________________ 20 2.4 INTERAZIONE DNA-CHINOLONI ______________________________ 22 2.5 COMPLESSO DNA-GIRASI-CHINOLONE _______________________ 25 2.6 CONCLUSIONI ________________________________________________ 27 BIBLIOGRAFIA 28 II INTRODUZIONE III Pur essendo stati introdotti per la prima volta sul mercato americano circa cinquant’anni fa, i Fluorochinoloni vengono considerati ancora oggi dei farmaci innovativi. Originariamente, la loro struttura chimica di base proviene dall'acido nalidissico, un derivato prodotto dalla sintesi della clorochina, una delle molte sostanze studiate negli USA contro la malaria subito dopo la 2° guerra mondiale. I primi derivati sono stati l’acido ossolinico e l’acido pipemidico ed il loro impiego era limitato alle infezioni del tratto urinario. Successive modifiche alla sua struttura molecolare ne hanno allargato lo spettro di attività antibiotica e modificato la farmacocinetica. Il motivo di questo loro successo può essere riassunto schematicamente nelle seguenti note: a) I Fluorochinoloni costituiscono una classe di antibiotici con uno spettro d’azione antibatterico tra i più ampi di tutti gli antibiotici. b) Presentano il vantaggio di poter essere somministrati, almeno nella maggior parte dei casi, per via orale e di essere altrettanto efficaci, rispetto ad altri somministrati per via sistemica. c) Sono commercialmente più economici rispetto ad altri classi di antibiotici. d) Presentano una bassa tossicità. e) Le ultime generazioni di Fluorochinoloni rientrano pienamente nei protocolli clinici per la cura ospedaliera o effettuata in CAP per malattie dell’apparato respiratorio in genere e più in particolare alcune forme gravi di Polmonite batterica, somministrandoli in associazione con antibiotici di altri classi. f) Pur essendo già stata segnalata l’insorgenza di un certo livello di farmaco resistenza batterica verso i Fluorochinoloni è già stata segnalata per alcuni ceppi batterici ma è da considerarsi, a differenza delle penicilline, ancora ferma a livelli di contenimento, inoltre sono note da tempo a questo proposito le linee guida che prevedono l’uso di questi farmaci combinato con altri antibiotici per abbassare questo rischio ed elevare il loro spettro d’azione antibatterico. g) Da tempo la sperimentazione clinica ha definitivamente imposto questo gruppo di farmaci tra le tre principali classi di antibiotici ad ampio spettro assieme alle Penicilline ed alle Cefalosporine. IV I loro bersagli molecolari sono le Topoisomerasi batteriche di tipo II, generalmente la DNA girasi nei batteri gram-negativi e la Topoisomerasi IV nei batteri gram-positivi. Tali enzimi catalizzano il superavvolgimento negativo del DNA, che si realizza tagliando un’elica di DNA in punti specifici e facendo passare, poi, un’altra porzione di DNA attraverso il segmento precedentemente tagliato (anche chiamato “gate”), prima di “ricucirlo”. I chinoloni, formando un complesso stabile con la girasi e il frammento di DNA tagliato, inibiscono l’ultima fase di tale processo. Il loro impiego clinico riguarda prevalentemente: a) Vie Urinarie b) Malattie a Trasmissione sessuale c) Patologie diarroiche d) Infezioni della pelle e parti molli e) Osteomieliti d) Infezioni delle vie respiratorie superiori: i Fluorochinoloni non sempre sono considerati farmaci di prima scelta per questo tipo di patologie rappresentate, ad esempio, da Otiti medie, faringiti, tonsilliti e sinusiti. La sola infezione che in questo caso fa eccezione è costituita dall’Otite esterna necrotizzante, per la quale è richiesto un loro uso primario, in particolare la Ciprofloxacina , per la sua riconosciuta capacità di contrastare le infezioni sostenute dallo Pseudomonas Aeruginosa. Questa patologia ricade più frequentemente nei soggetti diabetici anziani. e) Infezioni delle vie aeree inferiori: l’enoxacina, la fleroxacina e la Lomefloxacina si sono rivelate efficaci nel trattamento delle Polmoniti e delle bronchiti causate da Haemophylus Influenzae e dalla B.catharralis, ma non adatti nel contrastare le infezioni pneumococciche. I Chinoloni somministrati per via orale, tuttavia non sono consigliati come farmaci di prima scelta nelle infezioni respiratorie, mentre quelli impiegati per via intramuscolo, nei paesi dove sono stati messi in commercio in questa forma, possono svolgere un ruolo importante nel trattamento delle polmoniti nosocomiali e di quelle conseguenti ad infezioni polmonari d portatori di HIV(1). V CAPITOLO 1 PRINCIPI ATTIVI 1.1 – STRUTTURA GENERALE I fluorochinoloni sono i primi antibiotici interamente di sintesi; la loro struttura è costituita da un nucleo centrale altamente conservato, legato a gruppi laterali variabili nei vari derivati (fig.1). R5 O R6 O OH X8 R7 N R1 Fig. 1: Rappresentazione generale della struttura chinolonica Come già visto, studi sulla clorochina hanno portato alla sintesi del primo farmaco di questa classe, usato un tempo come antisettico urinario(fig.2). N N CH3 O CH3 O O Cl H3C N N N C2H5 CLOROCHINA ACIDO NALIDISSICO Fig. 2: Conversione della clorochina in acido nalidissico Attualmente l’unica specialità a base di acido nalidissico presente in commercio è BETAXINA. 7 1.2 FLUOROCHINOLONI DI PRIMA GENERAZIONE Dall’acido nalidissico sono stati ottenuti altri derivati: l’ACIDO PIPEMIDICO (fig.3) e la NORFLOXACINA, dalla quale si sono ottenuti a loro volta: CIPROFLOXACINA – OFLOXACINA – PEFLOXACINA - LOMEFLOXACINA. Queste ultime cinque molecole appartengono alla classe O O fluorochinoloni di PRIMA GENERAZIONE (fig.4). O O F N F ON N N HN C2 H5 H3C C2 H5 PEFLOXACINA N O O F H3C N N HN CH3 MORFOLINA CICLOPROPILE CIPROFLOXACINA OFLOXACINA O F HN O- N N H3C O F O- O N METILE NORFLOXACINA O N N PIPERAZINA N O- O O- N N C2 H5 F LOMEFLOXACINA Fig.4: Struttura dei fluorochinoloni di prima generazione 8 dei O O O- N N N N HN C2 H5 ACIDO PIPEMIDICO Fig.3: Struttura dell’acido pipemidico I chinoloni di tale classe sono attivi prevalentemente sui batteri gram (-). Le specialità più vendute a base di ACIDO PIPEMIDICO sono PIPEMID e UROTRACTIN, utilizzati soltanto come antisettici e antimicrobici urinari. Molto più ampio è, invece, l’uso ed il successo commerciale dei successivi fluorochinoloni (soprattutto della ciprofloxacina). Le specialità più importanti a base di NORFLOXACINA sono: - NOROXIN (anche in collirio) – SEBERCIM – UTINOR – NORFLOX. Le specialità contenenti PEFLOXACINA sono PEFLACIN e PEFLOX. La OFLOXACINA è presente sul mercato anche come collirio col nome commerciale di EXOCIN (fascia C a totale carico dell’assistito) nonché come classico disinfettante urinario (FLOBACIN e OFLOCIN). Tale principio attivo è una miscela racemica il cui enantiomero attivo (eutomero) è la forma S, anche denominata LEVOFLOXACINA (fig.5). O O F O- N H3C N N O CH3 Fig.5: Struttura della levofloxacina Le specialità a base di tale principio attivo sono: - LEVOXACIN – PRIXAR – TAVANIC Sono principalmente usate per bronchiti, sinusiti, polmoniti e infezioni della pelle e dei tessuti molli. 9 Le specialità a base di CIPROFLOXACINA sono: - CIPROXIN – FLOCIPRIN – OFTACILOX (collirio) Come già visto, il ciproxin è utilizzato, soprattutto in ambito ospedaliero, per la cura di moltissimi tipi di infezioni: respiratorie, oculari, urinarie, ossee e articolari, genitali (gonorrea), di cavità addominale, pelle e tessuti molli e infine anche per la prevenzione da infezioni e la sepsi di pazienti con scarse difese immunitarie. Le specialità a base di LOMEFLOXACINA sono utilizzate per infezioni respiratorie e urinarie: - LOMEBACT – OKACIN – CHIMONO – MAXAQUIN – UNIQUIN 1.3 FLUOROCHINOLONI DI SECONDA GENERAZIONE Questi derivati agiscono anche sui batteri gram (+), ma nessuno di questi è in commercio (fig.6). CH3 O F H3C NH2 O O F O- N H3C N O- N N F HN HN CH3 GREPAFLOXACINA SPARFLOXACINA CH3 O O F H3C N ON F HN F Fig.6: Struttura dei fluorochinoloni di seconda generazione 10 O La temafloxacina, fu autorizzata nel 1992, a gennaio, ma già ad aprile erano stati segnalati casi di anemia emolitica insorta dopo assunzione del farmaco; la “sindrome da temafloxacina” iniziava dopo alcuni giorni dal trattamento e si caratterizzava per la presenza di urine scure, dolore al fianco, brividi e una caratteristica caduta dell’ emoglobina. Nei due terzi si sviluppava anche un’ insufficienza renale acuta che obbligava ad emodialisi; nella metà si verificò epatopatia moderata e coagulopatia. Si dimostrò che l’ emolisi era anticorpo mediata. Nel giugno del 1992, sei mesi soli dopo la commercializzazione, la casa produttrice ritirava il farmaco dal commercio (2). Le altre due molecole di questa classe, invece, non sono disponibili in Italia e comunque sono molto cardiotossiche. La sparfloxacina determina anche induzione di resistenza e fotosensibilizzazione. 1.4 FLUOROCHINOLONI DI TERZA GENERAZIONE Otre che sui batteri gram (+) e (-), tali derivati allargano il loro spettro d’azione anche ai batteri anaerobi. L’unico in commercio è la MOXIFLOXACINA (fig.7), le cui specialità sono OCTEGRA e AVALOX. I distretti su cui agiscono sono gli stessi della levofloxacina, ad eccezione di pelle e tessuti molli. O O F N O- N N OCH3 MOXIFLOXACINA Fig.7: Struttura della moxifloxacina Appartiene a questa classe anche la TROVAFLOXACINA che è stata ritirata dal commercio a causa dei suoi effetti collaterali epatici (3). 11 CAPITOLO 2 MECCANISMO D’AZIONE 12 2.1 – GENERALITA’ Come già visto, i chinoloni svolgono la loro azione antibatterica inibendo la DNA girasi e la DNA topoisomerasi II. Tali enzimi sono entrambi due tetrameri composti da due subunità (gyrA e gyrB nella girasi e parC e parE nella topoisomerasi II). Tagliano una porzione di doppia elica di DNA (chiamata G o “gate-segment”), fanno passare un segmento di DNA intatto attraverso la rottura (T o “Transported-segment”) ed infine riagganciano le estremità tagliate, usando come fonte di energia l’ATP, che facilita i cambiamenti conformazionali dell’enzima. Infine entrambi i segmenti T e G vengono rilasciati dal complesso enzimatico. Si pensa che i fluorochinoloni siano in grado di inibire il passaggio del segmento di DNA intatto, formando un complesso molto stabile con i frammenti di DNA tagliato e la girasi. 13 2.2 MODIFICHE STRUTTURALI DELLA MOLECOLA Fig.8: Struttura della molecola chinolonica in cui R indica i siti di possibili modifiche strutturali (3) 2.2.1 POSIZIONE 1 Questa posizione fa parte del complesso di legame con l’enzima ed il DNA ed è coinvolta nell’assemblaggio di due o più molecole di farmaco nella tasca recettoriale. La più importante modifica è l’inserimento di un gruppo ciclopropilico, seguito dal gruppo 2,4-difluorofenilico. Nella ofloxacina la posizione 1 è collegata alla 8 tramite la creazione di una struttura a tre cicli con un metile legato ad un carbonio asimmetrico; sebbene questa sia stata una valida alternativa al gruppo ciclopropilico, l’isomero S è molto più attivo di quello R, a causa del maggior numero di molecole di tale enantiomero che riescono a raccogliersi nella tasca recettoriale formata dal DNA e dall’enzima. Comunque la potenza di tale eutomero risulta ancora minore di quella avente il sostituente ciclopropilico. 14 2.2.2 POSIZIONE 2 Tale posizione è molto vicina alla porzione di legame all’enzima, per cui si pensa che ogni sostituente ingombrante inibisca l’accesso al sito e riduca quindi l’attività biologica. Soltanto un atomo di zolfo incorporato in un piccolo anello può sostituire l’idrogeno in tale posizione. 2.2.3 POSIZIONE 3 E 4 Tali posizioni sono considerate critiche per il legame al DNA tagliato o perturbato e, a tutt’oggi, non sono state effettuate utili sostituzioni. Sembra che il gruppo 3-carbossilico e 4-carbonilico siano essenziali per l’attività biologica. 2.2.4 POSIZIONE 5 Aggiunte di gruppi metilici, amminici, idrossilici aumentano l’attività contro batteri gram (+), mentre sostituenti metossilici diminuiscono l’attività. 2.2.5 POSIZIONE 6 L’inserimento di un atomo di fluoro in questa posizione ha notevolmente incrementato l’attività biologica rispetto alle molecole originarie. Sono in corso di studio nuovi chinoloni 6-H sostituiti che sembrano essere molto promettenti. 2.2.6 POSIZIONE 7 Questo sito interagisce direttamente con l’enzima. I sostituenti ottimali in tale posizione contengono cicli a 5 o 6 membri contenenti un atomo di azoto. Generalmente l’inserimento di un’aminopirrolidina o di un gruppo metilico sull’anello aumenta l’attività gram (+), mentre la piperazina aumenta l’attività gram (-). Recenti osservazioni hanno messo in evidenza che gruppi molto ingombranti in tale posizione proteggono dall’azione delle “effluxprotein” batteriche, aumentano l’attività l’insorgenza di resistenza. 15 anti-anaerobica e riducono 2.2.7 POSIZIONE 8 Questa posizione influenza l’intera configurazione sterica molecolare. Per cui, cambiamenti della struttura possono alterare l’accesso del farmaco all’enzima o ai siti di legame al DNA. Un atomo di alogeno libero può incrementare l’attività contro gli anaerobi. Tali sostituenti assieme ai gruppi metilici e metossilici aumentano l’attività contro i cocci gram (+). Un atomo di idrogeno (ciprofloxacina) o un anello fuso (ofloxacina), aumentano l’attività contro la topoisomerasi IV riducendo quella contro la girasi. Il contrario succede inserendo un alogeno. Il cambiamento del carbonio con un azoto o l’inserimento di gruppi metilici o metossilici aumentano la potenza antimicrobica (fig.9) (4). R1 NH2 R5 CH3 N R7 R8 N H3C H3C N N O Fig.9: Sostituenti risultati utili nell’aumentare l’attività 16 2.3 CARATTERISTICHE MOLECOLARI DELLA DNA GIRASI La conoscenza della struttura molecolare di tale enzima, arricchita anche dall’ottenimento di immagini cristallografiche di alcune sue porzioni, ha aiutato a capirne meglio l’interazione con tali principi attivi. Si sta cercando, infatti, di identificare i siti di legame più significativi, anche se la “tasca” recettoriale è molto più complessa di quanto sembri, in quanto coinvolge anche il DNA. La DNA girasi catalizza il superavvolgimento negativo del DNA ed è costituita da due proteine chiamate GyrB e GyrA associate in un oligomero A2B2 (5). La porzione N-terminale di 43kDa del dominio GyrB contiene i siti di legame e di idrolisi dell’ATP, mentre la porzione N-terminale del dominio GyrA contiene i siti di legame e di taglio del DNA e una regione con degli aminoacidi implicati nella resistenza ai chinoloni (da 67 a 106) che formano la zona QRDR. 2.3.1 CICLO DELLA DNA GIRASI La DNA girasi altera lo stato topologico del DNA inducendone un superavvolgimento negativo attraverso un complesso meccanismo che sfrutta come fonte di energia l’ATP. Tale processo avviene legando due residui di tirosina ai gruppi fosfato presenti su entrambi i filamenti di DNA. In tal modo, quindi, ciascun monomero dell’enzima viene covalentemente legato al terminale 5’ del DNA tagliato, tramite un legame fosfotirosinico. L’enzima, poi, apre il DNA creando il G-segment e fa passare attraverso il solco creato un secondo segmento intatto di DNA (T-segment); infine la porzione G è rilegata e il segmento T è liberato dall’enzima (fig.10). Fig.10: Ciclo della DNA girasi (6) 2.3.2 RUOLO DELLA SUBUNITA’ GYRB La maggior parte dei residui che legano l’ATP si trovano nel DOMINIO 1 della porzione N-terminale (da 1 a 220) di GyrB, ma ci sono altri due residui (Gln335 e Lys337) appartenenti al DOMINIO 2 (da 220 a 392) che sono in grado di contattarlo. Sebbene il ruolo di tali residui altamente conservati sia ancora poco noto, sembra siano implicati nella trasmissione dei cambi conformazionali dell’enzima da GyrB a GyrA dopo l’idrolisi dell’ATP. La porzione 98-118 che lega e idrolizza l’ATP, forma un foglietto- con il braccio N-terminale dell’altro monomero, contenente residui essenziali per il processo di dimerizzazione (fig.11). E’ stato visto che mutazioni della regione C-terminale di GyrB riguardanti gli aminoacidi Asp426 e Lys447 determinano variazioni nell’interazione dell’enzima con i chinoloni. Ciò, quindi, fa pensare che, o questa porzione è direttamente coinvolta nella formazione della tasca di legame ai chinoloni, oppure tale subunità fa parte del sito attivo di GyrA. Infatti è stato 18 visto che vari residui di tale regione, in particolare Asp424, sono necessari per il taglio ed il legame del DNA (fig.12) (7). Fig.11: Conformazione aperta e chiusa del sito che lega l’ATP. Nella conformazione chiusa (in giallo) la porzione 98-118 è avvolta attorno all’ATP, il cui fosfato è contattato dai due residui del dominio 2. Lys103 e Lys110 sono coinvolte nella catalisi come Tyr109 che lega l’anello dell’adenina. Dopo l’idrolisi, il sito attivo assume la conformazione aperta a cui si lega la novobiocina bloccandolo (5). Fig.12: Struttura cristallografica di un frammento di 92Kda della topoisomerasi di lievito. Sono evidenti, in tale immagine, i siti di resistenza ai chinoloni sulla porzione A’ (QRDR) e B’ della topoisomerasi. Questi ultimi siti (Asp451 e Lys477) sono equivalenti a quelli della girasi e sono colorati in grigio chiaro e in nero rispettivamente (7). 19 2.3.3 RUOLO DELLA GYRA Tale subunità comprende un frammento di 29 kDa contenente il sito attivo della tirosina e un frammento costituito da tre -eliche appartenenti al dominio CAP, delle quali solo due adiacenti (la seconda e la terza) sono critiche per il legame al DNA. L’elica 4, invece, è importante per il riconoscimento della sequenza di DNA ancor prima del taglio. In tale elica sono presenti tre importanti aminoacidi: Thr744, un residuo molto conservato inserito all’interno della proteina, Ser740 e Gln743, che sono rivolti verso l’esterno e costituiscono dei residui poco conservati che potrebbero contribuire a determinare delle differenze tra gli enzimi delle varie specie nel riconoscimento delle sequenze di DNA e nella diversa sensibilità ai farmaci (fig.13 e fig.14) (8). Fig.13: Struttura dimerica della topoisomerasi II di lievito. In questa immagine è evidente la porzione di 92 kDa contenente un frammento di DNA inserito nei vari siti di legame (8). 20 Fig.14: Particolare del sito di legame al DNA. In tale immagine viene evidenziata la vicinanza della elica 4, in particolare dei residui 740 e 743, al DNA (8). A livello della subunità A sono presenti delle regioni di resistenza ai chinoloni chiamate QRDR che comprendono i residui da 67 a 106, a cui se ne aggiungono altri (9). E’, quindi, possibile che il farmaco interagisca anche con questi siti (fig.14A e 14B). Fig. 14A: Struttura integrale del dimero GyrA59. 21 Fig.14B: Ingrandimento della regione evidenziata nella precedente figura. Gli aminoacidi che conferiscono resistenza ai chinoloni: 51 nell’elica 2, 67 nell’elica 3, 83 e 87 nell’elica 4 (9). 2.4 INTERAZIONE DNA-CHINOLONI Da recenti studi sembra che due molecole del farmaco interagiscono col DNA al sito attivo dell’enzima, intercalandosi tra due basi azotate o addirittura sostituendosi ad una di esse (10, 11): è stato visto, infatti, che i chinoloni possono formare dei legami H preferenzialmente con la guanina (fig.18) (12). Sembra, inoltre, che per l’interazione DNA-chinolone sia necessario il Mg2+. E’ stato infatti mostrato che il Mg2+ interagisce con i chinoloni tramite il gruppo carbonilico e carbossilico dei carboni 3 e 4. E’ possibile, quindi, che i chinoloni leghino il gruppo fosfodiesterico del DNA attraverso un ponte di Mg 2+ che coinvolge anche i carboni 3 e 4 (13). In un recente studio (14), viene evidenziata la struttura tridimensionale di un complesso costituito dall’acido oxolinico e da una porzione polinucleotidica terminale di DNA (sequenza T*GGTTGAC), con spettroscopia NMR bidimensionale. Il frammento finale ottenuto è molto stabile, nonostante manchi della coppia di basi T:A; la sequenza finale è, infatti, 5’-GCGC-3’. Le molecole di farmaco non solo spiazzano la coppia terminale di basi, ma forzano nel solco minore i residui di adenosina, tanto da ridurre la disponibilità dei loro gruppi idrossilici al riaggancio successivo (dopo il taglio della girasi) (fig.15, 16). 22 Fig.15: Due immagini del complesso DNA-chinolone. Le catene rosse e viola costituiscono le sequenze di 8 paia di basi del frammento di DNA (14). Fig.16: Altra immagine del complesso DNA-chinolone (14) 23 L’acido oxolinico non ha gruppi ionizzabili che interagiscano con i gruppi fosfato o atomi di H disponibili per formare legami H con il DNA (fig.17). E’ probabile, quindi, che in questo modello di interazione intervengano forze di van der Walls o effetti idrofobici, per la presenza di dipoli e quadrupoli provenienti dai sistemi ad anello dell’acido oxolinico. O O O O- O N C2 H5 Fig.17: Struttura dell’acido oxolinico Fig.18: Possibili interazioni del farmaco col DNA (7) 24 2.5 COMPLESSO DNA-GIRASI-CHINOLONE Gli studi molecolari sull’organizzazione e sul funzionamento della girasi hanno consentito di costruire dei modelli di interazione con il DNA e i chinoloni; modelli che, però, non sono delle descrizioni definitive, in quanto richiedono ancora l’applicazione della cristallografia a raggi X. Durante il ciclo catalitico si ha, come già visto, un grande cambio conformazionale dell’enzima, che favorisce l’azione coordinata del dominio CAP della subunità A, contenente il sito attivo della tirosina, e di una porzione della subunità B (chiamata “Rossmann fold”); tale porzione con i residui GyrB426 e Gyr447, si avvicina al sito attivo e alle sequenze QRDR della GyrA, stabilizzando il complesso DNA-girasi-chinolone nella fase di rottura del DNA e, insieme all’elica 4 del dominio CAP, favorisce il corretto assemblaggio molecolare e, conseguentemente, il corretto riconoscimento delle specifiche sequenze di DNA da tagliare (8). I siti della GyrA coinvolti nell’interazione con il farmaco si trovano sull’elica 4 del dominio N-terminale , in particolare Ser83 e Asp87. Si è pensato che il residuo 447 di GyrB abbia un’ulteriore interazione con lo scheletro di DNA; infatti al sito attivo della girasi, una porzione di DNA è distorta per favorire l’interazione del fosfato con la tirosina. E’ possibile che tale residuo stabilizzi il DNA nella forma distorta. Due (o più) molecole del farmaco, quindi, sembrano coinvolte nel legame a questo grosso complesso enzimatico: entrambe interagiscono con specifici residui della proteina (soprattutto tramite il sostituente R7 che forma dei legami H con i residui di GyrB ed il sostituente R1 che interagisce con i residui di GyrA); per quanto riguarda il legame al DNA, è possibile che una molecola formi un legame H tra il gruppo amminico di una guanina e i suoi due gruppi carbonilico e carbossilico; l’altra, invece, potrebbe formare un grosso complesso di coordinazione contenente un atomo di Mg2+, che fa da ponte tra il gruppo carbonilico e carbossilico del farmaco e due atomi di O di due gruppi fosfato (fig. 19, fig.20). 25 Fig.19: Tasca di legame della girasi ai chinoloni. Sono evidenziati i residui che interagiscono con il farmaco (7) Fig.20: Complesso ternario DNA-enzima-fluorochinolone (3) 26 2.6 CONCLUSIONI I chinoloni costituiscono una classe di farmaci antibatterici di nuova generazione. Il loro meccanismo d’azione è abbastanza specifico e solo in pochi casi determina insorgenza di resistenza. Lo studio molecolare del loro recettore sta aiutando a definirne in modo preciso l’interazione, per poter effettuare opportune ed efficaci sostituzioni strutturali sul farmaco. Tale interazione sembra, però, essere molto complessa, perché coinvolge anche il DNA nella sua forma distorta o tagliata. A tutt’oggi, comunque, sono molte le molecole con alta potenza antibatterica e ridotti effetti collaterali presenti in commercio; basti pensare al Ciproxin o al Levoxacin, che hanno avuto e stanno avendo molto successo anche in ambito ospedaliero. Il loro uso è svariato: dalle infezioni delle vie urinarie a quelle articolari e via dicendo. Al contrario, quelli di ultima generazione (Sparfloxacina, Temafloxacina Trovafloxacina etc.), pur avendo mostrato uno spettro d’azione più ampio dei precedenti, hanno poi deluso le aspettative a causa dei loro gravi effetti collaterali cardiaci ed epatici e all’induzione di fotosensibilizzazione e di resistenza. Non basta, quindi, studiarne solo l’interazione col recettore; bisogna valutarne poi anche gli aspetti farmacocinetici, che non sempre vanno di pari passo con la potenza farmacodinamica. Comunque è indispensabile, soprattutto negli ospedali, un impiego razionale di tali farmaci. Facendone un uso indiscriminato, infatti, il tasso di resistenza a questi preziosi antibiotici, pur essendo ancora basso, potrebbe crescere. E’ importante, quindi, inquadrare bene le singole patologie, e saper valutare l’opportunità o meno di impiegarli nel trattamento. 27 BIBLIOGRAFIA 28 1. 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