Call for Articles: “Religioni e città: alla ricerca di nuovi approcci in antropologia urbana” A cura di Javier González Díez e Alessandro Gusman (Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino) L’antropologia delle religioni e l’antropologia urbana hanno avuto percorsi separati se non divergenti. Gli antropologi che si sono occupati di fenomeni religiosi hanno spesso infatti privilegiato studi molto approfonditi di simboli, rituali e istituzioni, prescindendo però da analisi relative ai contesti spaziali dove essi avevano luogo. Gli antropologi urbani, da parte loro, hanno prestato poca attenzione ai fenomeni religiosi in quanto componenti integrali delle realtà urbane che stavano studiando, ritenendoli marginali e destinati a dissolversi nel contesto cittadino. Questo nonostante in molti casi le trasformazioni religiose e quelle dello spazio urbano siano state storicamente interconnesse, dato l’elevato valore simbolico e politico che molti luoghi importanti delle città hanno assunto nell’immaginario religioso di molte società. Soltanto negli ultimi anni le due prospettive hanno iniziato a cercare di dialogare fra loro e a porre le basi per uno studio dei fenomeni religiosi che, parafrasando Hannerz, non sia semplicemente quello delle “religioni in città” ma possa essere quello delle “religioni della città”. L’antropologia, alla luce della sua doppia e consolidata tradizione di ricerca sia sulla religione che sui temi urbani, ha quindi oggi l’opportunità di interrogarsi su quali possono essere i nuovi approcci e piste di ricerca che portino verso un quadro interpretativo più soddisfacente, che tenga allo stesso tempo conto della varietà di forme attraverso cui i fenomeni religiosi si intrecciano con gli altri ambiti della vita sociale nei processi di urbanizzazione. Ciò che proponiamo in questa call è di riflettere e interrogarsi su una serie di temi che caratterizzano lo studio antropologico dei fenomeni religiosi nel contesto della transizione urbana a livello mondiale: a) Questioni definitorie e di ordine epistemologico: ancora oggi appare importante continuare a interrogarsi sulla definizione di ciò che è “religione” e sul suo grado di autonomia rispetto agli altri ambiti e sfere della vita sociale in ambito urbano. E’ quindi opportuno domandarsi in che misura sia possibile parlare di “religioni” nel contesto urbano senza correre il rischio di essenzializzare un fenomeno che è sì appariscente, ma il cui reale peso sulle dinamiche urbane e sulla struttura sociale rimane oggetto di discussione e necessita di ulteriori ricerche. b) Pluralità e complessità dei fenomeni: la diversità con cui nelle diverse società e culture si configura l’ambito religioso in rapporto alle altre sfere della vita sociale (politica, parentela, famiglia, lavoro, economia, ecc) può e deve essere messa in connessione con la pluralità di modi attraverso cui il fenomeno urbano si declina storicamente, culturalmente e geograficamente. Il quadro si complessifica maggiormente nel momento in cui prendiamo in considerazione fenomeni contemporanei quali la transizione urbana globale o le migrazioni, sia interne che transnazionali. Ci chiediamo quindi se l’antropologia può fornire un contributo attraverso studi di caso che non si limitino a descrivere i fenomeni religiosi nelle città, ma che si interroghino sull’interazione fra dinamiche storiche, politiche, sociali e religiose all’interno del panorama urbano. c) Potenzialità e limiti della comparazione: la pluralità dei casi e la complessità delle situazioni rimanda a una questione già molto dibattuta ma ancora aperta, ossia il rapporto fra livelli di scala nell’analisi dei fenomeni sociali e culturali. La complessità delle situazioni pone dunque gli antropologi di fronte alla sfida di trovare un equilibrio fra analisi di casi specifici e comparazioni più estese, che riteniamo interessante provare non solo a tematizzare ma anche a mettere in pratica. d) Metodologie: alla luce dei cambiamenti della disciplina, è utile interrogarsi anche sull’adeguatezza dei metodi classici dell’etnografia allo studio della religione in contesti urbani, sui loro limiti e sulle possibilità di sperimentazione di nuovi approcci, strumenti e tecniche di indagine. L’antropologia urbana ha elaborato nel corso della sua storia una pluralità di metodi molto variegati che vanno oltre quelli più classicamente etnografici. Fra essi, ci sembra particolarmente stimolante la proposta di Hannerz di far interagire network analysis ed etnografia per studiare i fenomeni urbani come tentativi di organizzazione sociale complessa dei significati culturali, così come quella di Harvey di usare strumenti geografici per analizzare la dimensione spaziale delle reti sociali nei contesti urbani. In un panorama scientifico che sembra spingere sempre di più verso la multi e l’interdisciplinarietà, di quali strumenti provenienti da altre discipline l’antropologia può arricchirsi e quale può essere invece il suo contributo metodologico a questo tipo di studi? Come la pluralità di metodi che l’antropologia urbana ha elaborato negli anni (dal flaneur alla network analysis, dall’analisi situazionale a quella degli stili di vita e delle mode urbane, dagli approcci più storici e geografici a quelli più classicamente etnografici) possono essere utili allo studio del ruolo e importanza della religione nel mondo urbano? Sulla base di queste riflessioni, intendiamo proporre una sezione tematica ad Anuac. Rivista dell’Associazione Nazionale Universitaria di Antropologi Culturali (www.rivistanuac.eu), che ha manifestato interesse a pubblicarla nel numero II-2015 (dicembre 2015). Chiediamo a tutti/e coloro che fossero interessati a partecipare al numero ad inviare entro il 30 giugno 2015 di una proposta di articolo agli indirizzi mail [email protected] e [email protected]. Le proposte potranno essere in italiano o in inglese, e saranno di una lunghezza fra i 4.000 e i 6.000 caratteri; in esse dovrà essere indicata una descrizione esauriente della proposta di articolo, assieme alle motivazioni per cui si pensa che esso possa adattarsi bene a questa sezione tematica. Assieme alla descrizione dovrà essere allegato un breve CV del/della/dei proponente/i. Entro la metà del mese di luglio sarà data notizia a tutti i/le proponenti del risultato della selezione e dell’accettazione da parte di Anuac. Gli autori/le autrici selezionati dovranno poi consegnare gli articoli completi entro il 20 settembre 2015. Gli articoli potranno essere in italiano o in inglese e saranno successivamente sottoposti a referaggio anonimo secondo le politiche editoriali di Anuac. La pubblicazione finale è prevista per dicembre del 2015. Call for Articles: “Religions and the city: looking for new approaches in urban anthropology” Edited by Javier González Díez e Alessandro Gusman (Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino) Anthropology of religion and urban anthropology had different historical trajectories: anthropologists of religion privileged a focus on symbols, rituals and institutions, leaving the analysis of the spatial contexts apart. Urban anthropologists, on their part, have paid little attention to religious phenomena taking place in the urban landscape, following the “modernist” idea that religious aspects are only marginal to urban studies and will be soon dissolved in the urban setting. Yet, religious and urban transformations have been often interconnected, with significant places in many cities invested by high symbolical and political value by religious groups. Only in recent years the two perspectives started a dialogue, paving the way for a study of religious phenomena that, following Hannerz’s suggestions, is not only the study of “religions in the city”, but also “religions of the city”. Due to its well established tradition of analysis both of religious and urban facts, anthropology seems to be well positioned to propose new approaches and interpretative frames that can take into account at the same time religious phenomena and other aspects of the social life in the urbanization processes. Against this background, this special issue aims at reflecting on several topics that mark the anthropological study of religious facts in the context of urban transition at a global level: a) Questions of definition and epistemological problems: a reflection on what “religion” means and on its degree of autonomy from other spheres of social life in the urban context are still central and partially unresolved questions for the topic of this issue. It is worth questioning to what extent it is legitimate to talk about “religions in the urban context without essentializing the phenomenon; for this reason, we propose a reflection on the relevance of the religious sphere in the urban dynamics and on its connections with other aspects of urban life. b) Plurality and complexity: there is a need to do more research on the diversity of religious phenomena and on the way they interact with other spheres of the social life (politics, kinship, work, economy …); this aspect needs to be considered in relation to the historical, cultural and geographical plurality of urban development. This frame becomes even more complex when one takes into consideration contemporary trends such as the global urban transition and the increasing mobility of people both at a local and at a transnational level. We invite the contributors to reflect on the role anthropology can play in this respect through the analysis of specific case studies that non only describe religions in the urban context, but analyse the interaction among historical, political, social and religious dynamics. c) Potentiality and limits of the comparative method: the plurality of the case studies and the complexity of the situations taken into account open the reflection on the relationship among different scale levels in the analysis of the social and cultural facts. This complexity challenges anthropology to make an effort in order to find an equilibrium between the level of analysis of local specific case studies and a broader comparative level. d)Methodologies: considering the transformations which have taken place within the discipline during the last few decades it is worth reconsidering the adequacy of the “classical” ethnographic methods for the study of religion in urban contexts, the limits and the potentiality of experimenting new approaches, instruments and methodologies. During its history, urban anthropology have elaborated a plurality of methodologies that exceed ethnographic methods. Particularly interesting is Hannerz’s suggestion to make network analysis interact with ethnography to study urban dynamics, as well as Harvey’s approach that utilizes tools from geography in order to analyse the spatial dimension of social networks in urban contexts. In light of this increasing tension to elaborate multi- and interdisciplinary approaches, we invite the contributors to rethink the contribution of the discipline in renovating methodologies and approaches for the study of religion in urban contexts, as well as the instruments anthropology can borrow from other disciplines to enrich its methodology. Based on these reflections, we propose a thematic section for Anuac. Rivista dell’Associazione Nazionale Universitaria di Antropologi Culturali (www.rivistanuac.eu). The editors of the journal have already showed an interest to publish the collection of articles in the issue II-2015 (to be published in December 2015). The deadline to send an abstract to propose an article is June 30th; proposals (in Italian or in English, 4000 to 6000 characters) have to be sent to [email protected] and [email protected]; they must contain a clear description of the article proposed and an explanation of the way the author(s) think the article would fit with the thematic issue. The authors of the selected articles will receive communication by July 15th and will have to send the articles by September 20th. The articles will then be submitted for blind process and the publication is expected for December 2015.