resoconto integrale della seduta di audizione del 1° ottobre 2015

X LEGISLATURA Atti assembleari
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Consiglio Regionale della Campania
RESOCONTO INTEGRALE BOZZA
01 OTTOBRE 2015
CONSIGLIO REGIONALE DELLA CAMPANIA
VII COMMISSIONE DEL 01 OTTOBRE 2015
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE OLIVIERO
La seduta ha inizio alle ore 15,20
PRESIDENTE (Oliviero): Buon pomeriggio. Vi ringrazio per aver accettato l’invito.
Concedo immediatamente la parola a Brancaccio Giuseppe della C.G.I.L..
BRANCACCIO, C.G.I.L.: Abbiamo letto la proposta di disegno di legge della Giunta regionale,
in realtà abbiamo anche letto qualche altra proposta, abbiamo cercato di capire la razzio che c’è
dentro questi due progetti.
Come organizzazione sindacale abbiamo sempre e comunque portato avanti l’idea della riforma
e della messa a posto di questo settore frastagliato, gestito da troppi soggetti.
Da parte dei Governi che si sono succeduti fino ad adesso ci sono stati grandi ritardi ed anche
grandi responsabilità. Non dimenticherò mai di dire che questo è un settore in cui le risorse
pubbliche vengono gestite male e utilizzate anche per la creazione del consenso, mi riferisco a
tutta la pratica della somma urgenza, a tutta la pratica degli appalti e a tutto un insieme di cose
di cui non si capisce bene la razzio.
Tutti sappiamo che vi sono inchieste ed indagini in corso, per mettere freno ed eliminare tutte
queste cose occorre un disegno di legge e occorre chi pratica la proposta di legge, una volta
approvata, che si attui. Non voglio fare la storia di tutte le leggi nel settore, voglio fare
riferimento solo al decreto legislativo 152 del 2006.
Sono passati 10 anni, tutte le cose che diceva quel decreto non sono state applicate.
Il personale della Regione, l’assessorato all’ambiente, ci ha sempre detto che in questo settore
in Regione Campania operano addirittura 250 gestori. Com’è possibile? Ognuno gestisce un
pezzetto.
Sono cose che vanno contro i cittadini perché ricevono un servizio cattivo e contro i lavoratori
che ci lavorano.
Come organizzazione sindacale, il primo punto che poniamo, nell’ambito di questa legge, è il
problema dell’occupazione.
Il legislatore, in passato, ha detto con grande chiarezza che costituito il ciclo integrato delle
acque e individuato il gestore, tutti gli addetti devono far parte di questa gestione. Non capiamo
ancora perché a distanza di tanto tempo ci sono ancora questi pezzi di gestione.
L’articolo 22 della proposta di legge, che per comodità di linguaggio chiaro De Luca
Bonavitacola, garantisce i lavoratori che attualmente sono impiegati presso gli Ato. A prima
vista sembra aver risolto il problema, ma non è così, si tratta di 30 o 40 lavoratori a livello
regionale, ma l’insieme dei lavoratori che fanno parte degli altri settori.
Se si è sentito il bisogno di scrivere quanto ho detto prima in un articolato e se il legislatore
prima aveva già stabilito la soluzione per questi lavoratori, perché non si è sentito il bisogno di
dire una parola di chiarezza per gli altri lavoratori?
Queste cose le metteremo anche per iscritto. Siccome c’è stata una sentenza in atto che non
ha avuto successo, la ripetiamo qua. Quanto abbiamo fatto in passato con l’altro Assessore,
siccome c’è stata l’impugnativa del Governo e c’è stata l’impugnativa della Corte Costituzionale,
da oggi inizia un'altra storia, si volta pagina, noi siamo per riformare, però diciamo che al primo
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posto c’è questo e, secondo noi, ci sono anche le coperture finanziarie. Se si mette mano a
tutta la storia agli appalti e delle somme urgenze, le coperture finanziarie per questi lavoratori ci
sono.
Lo dice la legge, il problema è: perché non si è fatto prima?
A volte, nel discutere si dice che sono troppi i costi, ma doveva già essere fatto. Questo è il
problema che noi poniamo e siamo determinati. Non è possibile che passa una legge di riordino
che racchiude una serie di cose e non venga minimamente menzionato questo problema.
Come organizzazione sindacale, come C.G.I.L., questo è il primo problema.
Nel disegno di legge vediamo un certo accentramento, un accentramento che vorremmo capire
un po’ meglio, nella costituzione di un solo Ato, nella costituzione dell’Ente idrico campano e
così via. Devo dire che negli organi quello che conta molto, quello che ha lo strapotere, quello
che ha molto responsabilità, è il cosiddetto comitato esecutivo composto da 15 membri che è il
vero organismo che individua la forma di gestione, individua tante cose e poi le propone.
È sul comitato esecutivo che si concentra molto.
Cogliamo una contraddizione rispetto al Consiglio di distretto. La legge prevede un solo Ato, 5
ambiti distrettuali e così via.
In ogni ambito distrettuale c’è un Consiglio composto da 30 rappresentanti. Non sono uno molto
competente negli affari e nei fatti amministrativi, ma se non vado errato in questa materia conta
molto l’Ente locale e la logica dei Comuni associati. Perché 30 e non tutti? C’è una serie di
contraddizioni.
Le grandi opere strategiche, ad esempio l’acqua che proviene dal Molise, noi che diamo l’acqua
alla Puglia e così via, ho avuto quasi l’impressione che la proposta di legge e la costituzione
dell’EIC serva, ma se fosse così avrebbe una logica.
In effetti questo gestisce le grandi opere, poi i problemi della distribuzione li lasciamo all’ambito
distrettuale e così via.
La legge non lo dice chiaramente chi ha la responsabilità sulle grandi opere.
A me non spaventa la costituzione di un solo Ato, però c’è un dibattito e una discussione del
passato dove ci è sembrati di capire che la costituzione di più Ato, ad esempio 5 Ato, sarebbe
una soluzione che corrisponde ad un’esigenza territoriale dei Comuni e così via.
Se la costituzione di un solo Ato tiene presente delle esigenze e delle istanze che provengono
dai Comuni, non ci spaventa.
Poniamo il problema della tariffa. Nel fondo di perequazione si dice che in qualche modo è
sovvenzionato da concessione, dà quasi l’impressione che si prefiguri già la forma di gestione.
La legge dice che la forma di gestione può essere: pubblica, privata o mista. Nel momento in
cui la legge mi pone questo problema, mi prefigura che è già deciso.
Noi poniamo il problema della tariffa. Non vogliamo prefigurare una soluzione legislativa che ci
porti a scontrarci con un ulteriore problema: tariffe diverse nel territorio campano.
Vorremmo che questo problema non esistesse, vorremmo che fosse risolto a monte con
un’opera di solidarietà. Lo so che una cosa è trasportare l’acqua in collina, c’è il costo della
corrente elettrica e l’energia, altra cosa è in pianura. Gradiremmo che nella legge ci fosse
questo.
Per quanto concerne la forma di gestione tutti sanno che la C.G.I.L. in qualche modo è per una
gestione pubblica, anche con la legge 16, con alcuni articolati, quelli che sono stati impugnati,
dal 88 fino al 93, non abbiamo mai inteso privatizzare. Su questa storia vorrei confrontarmi
anche con i Sindaci. La posizione delle organizzazioni sindacali su questo punto può essere
una posizione, però l’organizzazione sindacale non ha la responsabilità di decidere, ha una
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responsabilità di carattere più generale di fronte alla gente, di fronte ai cittadini e di fronte ai
lavoratori.
Chi decide la forma di gestione sono le Assemblee, sono gli organi stabiliti dalla legge.
Vorrei capire e vorrei sentire tutti quei Sindaci che vanno alle manifestazioni dei movimenti, lì
dicono che non bisogna privatizzare e deve essere tutto pubblico, però da loro non sento mai
dire una parola per l’occupazione, né per il ciclo industriale. Il problema che c’è in questo
settore è la mancanza a causa della frantumazione, dell’esistenza di un ciclo industriale, quindi
del servizio integrato. Non è il servizio integrato quello che esiste adesso, è il servizio
disintegrato.
I Sindaci sono quelli che devono decidere.
Vorrei sentire tutti quelli che vanno alle manifestazioni, perché fino ad adesso nelle riunioni che
si fanno nell’ambito degli Ato, non dicono queste cose. A me risulta che non esiste una
moltitudine di Sindaci che vorrebbero pubblicizzare, ci dovrebbero dire come si fa rispetto alle
preesistenze perché ci sono delle preesistenze, se ci sono delle preesistenze consolidate vorrei
capire anche come si fa. Poi, per una questione ideologica non commetto l’errore di aggravare
costi per una posizione di questa natura.
Non abbiamo posizioni pregiudiziali dal punto di vista ideologico, abbiamo queste cose da
mettere a punto.
Caro Presidente, le cose che ho detto con qualche minuto in più le metteremo scritte sulla carta
e massimo per lunedì saranno sul suo tavolo con qualche sintesi migliore rispetto a quello che
sono riuscito a fare fino a questo momento.
PRESIDENTE (Oliviero): Concedo la parola a Carbonara Giuseppe della C.I.S.L. Campania.
CARBONARA, C.I.S.L.: Presidente, la ringrazio non come adempimento formale, la ringrazio
per la convocazione, però mi chiedo e le chiedo, con la franchezza dovuta: siccome ci troviamo
a tentare per l’ennesima volta di rimettere in moto un dibattito su un argomento di estrema
gravità per la cittadinanza e per i lavoratori, sono convinto che le cose che stiamo dicendo lei
avrà modo di registrarle a dovere e ne farà l’uso che istituzionalmente ne deve fare.
Mi sarei aspettato una maggiore presenza della Commissione affinché ci potesse essere una
registrazione più complessiva delle cose che diciamo, per carità, non perché riteniamo di
essere portatori di verità assoluta, ma portatori di opinioni e di interessi.
(Intervento fuori microfono)
CARBONARA, C.I.S.L.: Comprenderà che una presenza indiretta degli altri commissari
sarebbe stata diversa dal fatto di leggere o di ascoltare il resoconto di una discussione.
Ci sono persone, a partire dal sottoscritto, che su questa vertenza, questo non è un argomento
da caffè, per noi è una vertenza che almeno per il sottoscritto dura da oltre 20 anni e mi voglio
fermare al fatidico 94 che è l’entrata in vigore della legge 36, ma per un fatto di comodità storica
ci fermiamo al 94.
Ci troviamo alla vigilia di un’ennesima discussione in sede consiliare di un disegno di legge al
quale diamo estrema importanza. Su questa questione delle risorse idriche c’è stato un
alternarsi di leggi fatte e non applicate, la stessa legge 14 del 1997 che dovrà essere sostituita
dalla legge che speriamo in tempi brevi riordinerà il servizio, è una legge che tranne per la
delimitazione degli Ato, non è applicata e così si può dire per altre cose ancora.
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Il mio amico Brancaccio faceva qualche passaggio sul DL 152. Lei si rende conto della
sofferenza con la quale approcciamo per l’ennesima volta a dare il nostro contributo su una
materia così delicata.
Proprio perché lo ritengo un adempimento doveroso e di grande importanza, mi sono preso la
briga di leggermi le 5 proposte di legge che sono sul tappeto. Tra l’altro, per mia conoscenza
specifica, queste 5 proposte di legge dovranno essere discusse tutte dal Consiglio regionale o
sarà compito della Commissione fare sintesi?
Mi sono preso la briga di leggerle tutte e per sommi capi si intuiscono delle linee sulle quali si
potrebbe sviluppare un’ipotesi abbastanza realistica di riordino del servizio.
Ci aspettiamo semplificazione e razionalità del sistema, risparmio e tutele occupazionali.
Semplificazione perché questo è un sistema che negli anni – mi voglio fermare al fatidico 94 –
è un settore abbandonato a se stesso, in assenza di una governance seria e che ha visto
moltiplicarsi questa frammentazione il cui antidoto è la razionalità, quindi la semplificazione
degli strumenti. Questo è un aspetto.
Da questo punto di vista e in via del tutto teorica, ripeto che è un’affermazione teorica e lo
sottolineo, il fatto che si parli dal punto di vista del governo e della pianificazione – ripeto, in via
del tutto teorica – potrebbe essere di aiuto ad un discorso di semplificazione, ma alla condizione
che non si ripetano gli errori che si sono verificati nella precedente legislazione, quando
ritenendo di fare un disegno di legge che non fu discusso nei tempi dovuti, si cercò di inserirlo
nel collegato alla finanziaria e sappiamo bene che fine ha fatto.
L’errore che bisogna evitare, è di comprimere più del dovuto, il ruolo e la funzione degli Enti
locali. Questo è stato il fattore critico che ha visto frantumare tutte le ipotesi di riordino del
sistema idrico in Campania perché ci sono delle attribuzioni di legge che non possono essere
ignorate.
Principalmente tra la proposta della Giunta e il disegno di legge del PD, vedo degli elementi che
potrebbero creare, fra questi aspetti, un punto di equilibrio tra la cosiddetta governance che non
può essere limitata ad un pezzettino del sistema ed il rispetto delle prerogative degli Enti locali.
Questo è un aspetto che mi interessava dire.
Sulle questioni che riguardano i rapporti con gli enti locali, c’è una differenza di impostazione tra
la proposta della Giunta e il disegno di legge del PD rispetto alle grandi addizioni. Il fatto che le
grandi adduttrici si occupano del trasporto della risorsa idrica da altre Regioni alla Campania
debba essere trattato in un punto modo per quanto riguarda la gestione è un aspetto
disciplinato da leggi dello Stato, a noi, principalmente interessa che ci sia massima chiarezza e
soprattutto tutela del ruolo degli enti locali e soprattutto tutela dei lavoratori che ci operano.
Caro Presidente, cosa diversa è la questione delle adduttrici che la proposta di legge della
Giunta tratta come adduttrici regionali che servono più ambiti. È un argomento molto pericoloso
che ritengo bisogna trattare con cura perché non solo richiama gli interessi degli enti locali, ma
richiama anche gli interessi di soggetti che attualmente sono intestatari di concessioni.
Se vuole le posso fare i nomi, ma credo sia più corretto ragionare per concetti in questa sede.
Va bene disciplinare la gestione delle grandi adduttrici perché presuppongo il rapporto tra la
Campania e altre Regioni, ma le risorse della Regione Campania che devono essere trasferite
all’interno del territorio regionale e che presuppongono rapporto tra Enti locali con gestori già
esistenti e ai quali nessuno ha tolto la concessione, è un argomento un po’ diverso.
La proposta di legge del PD anche qui credo che sia maggiormente calzante.
Sulle questioni della tariffa, tutte le proposte di legge parlato del fondo perequativo, c’è un
criterio che finalmente è stato detto da tutti, è importante, magari fosse possibile fare una tariffa
uguale su tutto il territorio nazionale, credo che sia importante l’impostazione che viene seguita
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già dalla proposta di legge della Giunta, dove si parla di tariffa base e di contributo che si dà alla
tariffa base da parte delle realtà locali. Su quest’argomento, come per la definizione
dell’indicazione degli ambiti, si scelto il criterio della delimitazione su basi idrografiche.
(Intervento fuori microfono)
CARBONARA, C.I.S.L.: La tariffa, nel caso specifico, oltre al dato base che ha una sua
valenza regionale, deve tenere conto delle caratteristiche socioeconomiche dei singoli territori.
Da quest’ulteriore nuovo inizio, abbiamo vissuto tanti nuovi inizi su questa materia, ci
aspettiamo di risolvere quella che è un’anomalia tutta campana, nel senso che purtroppo si
verifica solo in Campania. L’anomalia è costituita dal fatto che in quasi tutti gli ambiti attuali,
quelli che conosciamo ad oggi, tranne l’Ato 1 e tranne per un pezzetto l’Ato 4, per il resto, negli
altri Ato la stragrande maggioranza delle opere non sono state trasferite, sarebbe interessante
vedere se sono censite nei rispettivi Piani d’ambito e soprattutto quando la precedente Giunta si
è presa la briga di mettere in moto un meccanismo di trasferimento di queste opere ai gestori
ha previsto il trasferimento delle opere senza i lavoratori, parliamo di lavoratori che operano
sullo stesso impianto sia esso centrale, sottocentrale, depuratore da 20-30 anni, per questo è
un’anomalia del tutto campana, perché – mi fermo sempre al 94 – quando la legge ha sancito
l’obbligatorietà del trasferimento di queste opere agli Ato, la Regione Campania ha preferito la
pratica inaccettabile, inattuale, anacronistica degli appalti.
Le cose che tra giugno e luglio sono accadute e che abbiamo cono scuoto dai giornali, con
tanto di nomi e cognomi, sono cose che stiamo denunciando ai predecessori sia suoi come
Commissione sia ai precedenti Assessori, li stiamo denunciando da 20 anni, con nomi e
cognomi.
Il fatto che non sia possibile spendere qualcosa come 50-60 milioni all’anno per tenere in piedi
un meccanismo di appalti fatti per rispondere a determinate logiche d’interessi quando invece
con qualcosa che è meno del 10 per cento si ha un’economia di gestione effettiva trasferendo
queste opere ai gestori che già stanno sul territorio, perciò le dicevo che nell’Ato 1 tutte le opere
sono state trasferite ai gestori che stanno lì: Alto Calore, Gesesa. Nell’Ato 4 tutte le opere sono
state trasferite tranne un paio che sono: Polla, Buccino, Cerchicchiara, ma nell’Ato 2 e nell’Ato 3
è un inferno, chi ne ha pagato le conseguenze di questa sconcezza immorale, portata alla luce
dalla Magistratura, sono solo i lavoratori, i quali sono gli unici ad aver pagato per questo modo
di agire.
Tocchiamo un caso limite, lo voglio dire affinché venga registrato in modo che qualcuno potrà
anche smentirmi: nel maggio 2014, in una centrale che sta nel territorio di Sarno, che si chiama
Mercato Palazzo, una ditta che ha sede a Casapesenna, per motivi di turbativa d’asta, ebbe
revocato l’affidamento per via della normativa, fu interdetta in base alla legge antimafia.
Non è stato possibile conferire quella centrale ad un gestore diverso per motivi che non voglio
stare qui a ricordare, però quei lavoratori da un anno stanno senza prendere una lira,
continuano a presidiare quell’impianto, c’è gente che ci lavora da 30 anni e nessuno si è
permesso di prenderli per la giacca e buttarli fuori, prima per le reazioni che ci potrebbero
essere, ma soprattutto perché si riconosce a questi lavoratori grande professionalità, allora,
questa questione la possiamo mettere su qualunque piano: ragionieristico, politico, viene
evidente la sconcezza e l’immoralità di questo fatto, per cui, sarà compito della Commissione
formulare la proposta più adeguata, fratene una norma transitoria, fatene un articolo ad hoc,
fatene un subarticolo, fatene un comma, fatene quello che volete, ma cosa ci vuole a stabilire
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una cosa che è prevista già dal DL 152 del trasferimento delle opere insieme a chi ci lavora,
compresi i lavoratori di ditte private come dice testualmente il DL 152?
Solo che il DL 152 fissa le tutele alle 31 dicembre 2005, riteniamo che questa tutela debba
essere trasferita più avanti negli anni. Nella precedente legge 16 che veniva prima richiamata
questa clausola di salvaguardia veniva allungata fino al 31 dicembre 2011, vi chiediamo di
prevedere uno strumento, che sarà vostro compito stabilire qual è, che tuteli al massimo e al
meglio questi lavoratori.
PRESIDENTE (Oliviero): La parola a Roccolano Antonio Fiadel Campania.
ROCCOLANO, Fiadel Campania: Condivido pienamente quanto detto dai colleghi, perché se
andiamo nel profondo di quello che è il profilo tecnico e dell’efficienza della proposta di legge
questo fa capire che c’è qualcosa da modificare e perciò stiamo qui.
Contentissimo dell’Ato 5, che si tuteli ancora la costituzione dell’Ato 5, essendo casertano, il
territorio già è abbastanza attenzionato, direi che questa cosa è più che positiva.
Urge un emendamento, l’emendamento è quello che poc’anzi diceva il Segretario Carbonara, ci
troviamo davanti a quello che potrebbe essere un altro disastro della non salvaguardia del
livello occupazionale, vedi la situazione del Consorzio Unico di Bacino, abbiamo fatto
l’impossibile, però sono ancora per strada quasi 600 lavoratori che avevano di diritto e
contrattualmente tutte le tutele previste.
In queste strutture ricadenti nei propri ambiti ci troviamo ad affrontare la salvaguardia
occupazionale di un numero mastodontico di lavoratori che dovrebbe essere più di mille, allora
la mia preoccupazione è questa: la Regione ha le forze economiche, gente che è
professionalmente preparata, ha acquisito un’anzianità nel tempo, però in questa proposta di
legge non se ne vede nemmeno un rigo, non è nemmeno citata.
Lei mi può dare per scontato il fatto, mi potrà dire: “Penseremo anche ai lavoratori, non li
lasceremo così”, però dico che è uno degli assi portanti di questa proposta di legge, è da
inserire in maniera immediata, anche perché ho paura di un’altra defaillance della Regione
come quello che citava prima il Consorzio e ci troviamo a combattere contro i mulini al vento.
Perfezioniamo le assunzioni, che Dio ci salvi dal Job’s Act, questa deve essere una grande
priorità.
Si deve cercare la più ampia partecipazione dei Comuni, pochi Comuni non possono
rappresentare la maggioranza delle esigenze di tutti gli altri Comuni. Poi concludo
semplicemente dicendo che la Regione già adesso potrebbe perfezionare questi passaggi dei
lavoratori, con delle riunioni pre leggi, iniziare a studiare come fare, perché poi inserire
all’improvviso la soluzione potrebbe essere quella non adatta.
Questa è una mia proposta: iniziamo già a creare delle basi, a fare in modo che le
rappresentanze sindacali, insieme alle istituzioni, trovino quelle che sono le giuste soluzioni.
PRESIDENTE (Oliviero): La parola al signor Sarnataro.
SARNATARO, U.I.L.: Innanzitutto volevo ringraziare la Commissione per l’invito perché credo
che sia molto importante, su questo disegno di legge, un confronto con tutti gli attori, in
particolare le organizzazioni sindacali che con i propri lavoratori del settore sono coinvolti nel
ciclo integrato delle acque.
La prima cosa che ci auguriamo è che questo disegno di legge riesca finalmente a diventare
leggi perché credo che in Regione Campania ci sia una grande necessità che sul ciclo integrato
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delle acque ci sia una legge, quindi il primo dato è sulla possibilità che effettivamente questa
Legislatura, prima dei tempi riesca ad approvarla.
In linea di massima il giudizio che pone la U.I.L. su questo disegno di legge è abbastanza
positivo sulle linee generali, ovviamente da quello che abbiamo potuto leggere c’è una forte
centralizzazione rispetto al sistema del ciclo integrato delle acque, è ovvio che questo sistema
centralizzato che prevederà la creazione di questa nuova struttura chiamata “Ente idrico
campano” sarà fondamentale perché avrà un ruolo centrale, quindi ci auguriamo, su questo,
che ci sia il pieno rispetto di quelle che saranno tutte le indicazioni che ci sono date nella legge,
tra le quali, tra le positive che intravediamo, innanzitutto il concetto di perequazione, cioè
finalmente la ricerca di tendere ad un’omogeneizzazione del sistema, sapendo da dove
partiamo è un obiettivo di grande portata, così com’è positivo quello che leggiamo riguardante
gli investimenti che speriamo servano, anche in un tempo medio, ad eliminare gli sprechi, quindi
di conseguenza a portare in prospettiva un graduale abbassamento – stiamo parlando per chi
paga, perché ci sono ancora fasce sulle quali bisogna ragionare di cittadini che non pagano una
situazione molto complessa dal punto di vista dei costi, su chi paga, chi non paga, i gestori, ma
questo è già stato detto dai miei colleghi – quindi ci aspettiamo ci auguriamo che questo possa
portare non solo un’omogeneizzazione in modo tale che tutti i cittadini della Campania possano
usufruire di un servizio, non dico tutti uguali perché è un obiettivo da tendere quello di
quest’omogeneizzazione, ma almeno anche sui costi la possibilità, in prospettiva con alcuni
investimenti, quindi l’eliminazione degli sprechi ad un abbassamento graduale dei costi e quindi
delle tariffe.
Poiché l’impianto ci sembra abbastanza interessante, vorremmo proporre, ove non fosse già
nell’idea di emendarlo da parte della Commissione o di qualche Consigliere, dato che c’è una
forte centralizzazione con questo ente idrico campano, quello di prevedere, se non è già
prevista, una Stazione Unica Appaltante, con le finalità di controllo e gestione della spesa che
potrebbe aiutare l’obiettivo che capiamo, che è quello di razionalizzare ed efficientare, oltre che
regolare il sistema del ciclo integrato delle acque.
Un tema che per noi organizzazione sindacale è importante, è il coinvolgimento, quindi anche il
monitoraggio di quelli che sono gli obiettivi della legge, quindi per noi è importante, attraverso
gli organi istituzionali o anche non, che la Regione intende monitorare la legge, gli obiettivi della
legge e un po’ quelli che sono gli intendimenti generali.
Già tempo fa proponemmo la creazione di un osservatorio regionale a titolo gratuito con il
coinvolgimento di tutte le parti sociali, così come abbiamo fatto per lo scorso disegno di legge,
anche se diversa l’impostazione del disegno di legge della scorsa Legislatura, lo vorremmo
riproporre come proposta anche in questo disegno di legge.
Inoltre vorremmo citare, per concludere, alcune cose particolari che non sono proprio chiare
nella legge, una riguarda la questione del personale sulla quale riteniamo che bisogna fare un
attimo più chiarezza e dare anche maggiore tranquillità ai lavoratori che lavorano nel ciclo
integrato delle acque, anche su questo vorremmo inviare via mail una nota, poi un’ulteriore
chiarificazione riguarda la questione di Acqua Campania, che ha una particolarità rispetto ad
altre aziende, in questo senso vorremmo capire, anche questo lo porremo con una nota scritta,
in modo tale che ci auguriamo che la Commissione, da quello che abbiamo capito, voglia
concludere rapidamente i lavori di ascolto per poi passare alla parte di discussione in Consiglio,
vogliamo capire su Acqua Campania come dovrebbe stare in questo disegno di legge, quale
ruolo avrebbero i privati, come sarà gestito il tempo e dove i lavoratori e l’azienda saranno
collocati nell’impianto più generale della legge, anche perché al momento c’è una situazione già
di per sé adesso complessa in quanto vogliamo capire anche come la Regione si vuole porre
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nei confronti dell’AIGE sulla bocciatura tariffaria, come si procede, al di là di tutta la questione
della fatturazione che adesso è bloccata.
Su questi punti particolari, gli ultimi due, chiediamo, a partire dalla discussione del disegno di
legge, alla Regione più in generale, al Presidente della Commissione e alla Commissione, di
aiutarci a dare una risposta a questi punti alcuni dei quali toccano la legge, ma alcune risposte
vanno anche un po’ al di là della legge, per questo crediamo sia utile, rispetto anche a quanto
detto, di inviare una nota via mail in modo tale da poter poi avere un continuo confronto con la
Commissione per questo ringraziamo il Presidente e i Consiglieri.
PRESIDENTE (Oliviero): Ringrazio tutti gli intervenuti. Ritengo conclusa la seconda parte di
questa giornata che riguarda le audizioni su questi testi di legge che saranno all’attenzione della
Commissione. La seduta è tolta.
I lavori terminano alle ore 16,15