www.andropos.eu N.ro : 04 Data: 15 /02/08 Sommario: * Sagre e consuetudini * La donna nella storia * Una città da scoprire * Detti e Modi di dire * Vero o falso * I Templari * Omero in vernacolo Santo del giorno: S. Aroldo - S.Macario S. Mauro- S. Paolo t. ANTITESI EDITRICE “CIOMMA“ “IL GUSTO DELLA VITA” Notiziario Novità on line :Detrazioni per l’acquisto di televisori digitali i Ministero delle Comunicazioni - norma, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 22 settembre 2007 - Il consumatore che acquista nel 2007 un televisore con sintonizzatore digitale integrato e che è in regola con il canone di abbonamento al servizio pubblico potrà detrarre nel 2008 dall'IRPEF una parte del costo del televisore fino ad un massimo di 200 euro. Una misura introdotta con l'obiettivo di favorire il rinnovo del parco degli apparecchi televisivi in vista della transizione al digitale e di avviare una nuova cultura del digitale tra le famiglie italiane. Sagre e consuetudini nella nostra regione: LA FESTA DELL’AMORE A S.VALENTINO T. Per l'autorevole intervento di Mons. Pasquale dell'Isola, allora Vescovo della diocesi di Sarno-Cava, nel 1934, San Valentino fu proclamato Patrono del Comune di San Valentino Torio. Una parte delle reliquie del Santo, il braccio destro, è custodita in una preziosa urna d'argento, riposta sotto l'altare, a Lui dedicato, nella Chiesa Madre di San Valentino Torio, dove gli innamorati del comune e dei paesi viciniori si recano, per affidare al Santo il loro amore. San Valentino, sacerdote, vissuto nella Roma dei Cesari, nel 270 dell'era Cristiana, è considerato il patrono degli innamorati per aver restituito la vista alla figlia del Giudice Asterio, promessa sposa di un nobile romano. Per il miracolo del Santo, che restituì alla giovane il bene della vista, i due innamorati poterono realizzare il loro sogno d’amore e ricevere la benedizione delle loro nozze dal guaritore medesimo. Per celebrare il legame con il Santo Patrono il dott. Luminello, Sindaco di San Valentino Torio, e l'Assessore allo spettacolo, hanno patrocinato un nuovo evento: "Innamorati è ...". Esso vuole essere l’occasione che la città si dona per incontrarsi e soprattutto rilanciarsi. Questa manifestazione diventerà un appuntamento fisso per la cittadina, desiderosa di proiettari in un futuro dinamico di benessere sociale e di cultura. N. d. E. 1 La donna nella storia Una delle strade di Salerno è dedicata alla principessa Sichelgaita. Chi era costei? Slanciata, regale nell’incedere e dallo sguardo penetrante, aveva carisma ed una personalità forte, tanto che colpì la fantasia di principi e condottieri del tempo, come Roberto D’Altavilla, detto il Guiscardo. Costui divorziò dalla moglie Alberada, madre di suo figlio Boemondo e chiese in moglie la principessa longobarda. Invano Gisolfo cercò di opporsi al progetto del tenace condottiero, scusandosi per le momentanee difficoltà economiche e che l’erario del principato non poteva sostenere le spese occorrenti per organizzare le nozze. Roberto, com’era nel suo carattere, tagliò corto e pretese Sichelgaita, provvedendo lui ad un ricco corredo con feudi, terre fertili e castelli in Calabria. Fu così che Sichelgaita, all’età di 22 anni, unì al titolo di principessa longobarda quello di duchessa normanna, divenendo l’amata e rispettata consorte del duca D’Altavilla detto il Guiscardo. Fu un connubio tra culture diverse: da una parte la raffinata saggezza di una donna di grande cultura e dall’altra la forza prorompente di un condottiero, nelle cui vene scorreva indomito sangue vichingo, non avvezzo alle rinunce ed ai compromessi. Intanto, nell'aprile 1059 , il papa Nicolò II iniziò uno dei più rivoluzionari concili della storia , www.parte cipiamo.it in cui furono sancite le norme che travolsero l’assetto tradizionale della Chiesa . (continua…) (Da “Gaita, la sposa del Guiscardo” di F.Pastore) 2 SCHERZANDO CON I CLASSICI: Omero in vernacolo DAL CANTO PRIMO DELL’ILIADE Cantami, o dea, del Pelide Achille, ‘ncazzùso assai, si se rumpev’é palle, Teleradio News Caiazzo – Giannigosta @libero.it EDITRICE ANTITESI http://digilander. libero.it/antitesi1 /pastore.htm [email protected] ACCADEMIA LETTERARIA ITALOAUSTRALIANA SCRITTORI che tanti lutti causò agli Achei, pecché accussì vulévene quei gonzi degli dei. ‘Ncazzatosi col sire, (1) il figlio di Latona (2) lanciò ai greci un morbo, c’accìre e non perdona. Colpa fu d’Agamènnone, che diede il pertecòne alla figlia del sacerdote:(3) Criseide la gnoccòna. -Vendica, o grande Apollo ‘sti lacrem’ e ‘stu scuorne!- Sùbbete, ‘e dicette o die, te leve ìe ‘sti ccorne! Pe’ nove juorne furono dulùre e cacarelle, murèttere cùmm’e mosche cavalle e surdatiélle. Minerva impietositasi Placò l’ira del dio, ma il re zelluso e perfido mandò tutto a schifìo. Restituì Criseide, ma Briseide si fece dare, Achille perse la gnégnera (4) e lo voleva ammazzare. Poi, ce dicètte:” Cantaro, si lòffo e nunn’ò saie,(5) ìe me ne torno in patria, te làsce mmiéz’e guaie!” Allora, il re dei greci, offeso e smerdiàto,(6) disse:” Ho altri eroi, si l’ùrdeme arrivato!” Gli dei, infin decisero Cùmm’aveva girà; sule dalla passione l’omme se fa cumanna’. (Andropos) ________ 1) Agamennone, che aveva oltraggiato Crise, sacerdote di Apollo. 2) Apollo, figlio di Giove e di Latona 3) Crise, quando si era recato presso le navi per richiedere la figlia. 4) perse la testa. 5) Sei scemo, non sei un uomo. 6) Scoperto nella sua infamia. A.L.I.A.S. 3 Detti, proverbi e modi di dire, dagli appunti di… -Quanne a femmena se tuculéja trove sempe chi a struscéa. -Può cchiù ‘n’arapùta ‘e cosce, ca ‘n’araputa ‘e cascia. -A femmena è comm’’a campana: si nunn’a tuculĵe, non sona. Trad.: È la donna che dirige il gioco, e non solo in amore…Dora Sirica Commento Tre detti campani, che pure si incontrano nel loro significato. La donna è, da sempre, al centro della saggezza popolare, perché è lei che decide quando, dove e con chi incontrarsi sentimentalmente, così come è lei che raggiunge risultati di rilievo ( o li fa raggiungere al suo uomo), grazie al suo fascino di femmina ed alle sue qualità di donna. Aspetti semantici: Alcuni trovano ancora incredibile la somigianza del nostro dialetto campano (sarebbe più giusto dire in tutti i dialetti del sud Italia) con la lingua latina e greca. In riferimento ai due proverbi su indicati, ad esempio, troviamo: femmena: dal latino femina, col significato che sappiamo; sempe: dal latino semper, con caduta di r , sempre; tuculéa: dal greco tachiùs (ταχυ ταχυσ ταχυσ), veloce, con sguardo e movimento, e lào (λαω) incantare, fissare, desiderare, da cui muovere velocemente il desiderio. arapùte: dal latino apereo, col significato di aprire, come la versione evoluta in lingua aulica. Cosce: dette così anche in lingua, viene dal latino coxae, da cui cocsae, poi cosce, per caduta di a. 4 I Templari(6) Nel 1294, esausta per le spese della guerra che si prolungava ben oltre le previsioni del re, la Francia si trovava sull’orlo della bancarotta e gli avvocati vicini alla corona indussero il sovrano a tassare indebitamente il clero del regno. Alla fiera reazione di Bonifacio VIII. contro l’abuso ai danni della Chiesa, il re trasformò l’attacco in lotta politica, mirando a detronizzare quel papa, presentandolo come un usurpatore del soglio pontificio, all’indomani dell’abdicazione di Celestino V. Nel 1303, La situazione degenerò al punto che Filippo il Bello, con la bolla Super Petri solio, fu scomunicato ed il papa subì l’ attentato di Anagni. Intanto, schiacciato dal tracollo economico, il re di Francia aveva concepito il disegno di impadronirsi del patrimonio dei templari e degli ospitalieri, consistente in unità produttive e capitali liquidi, che non erano tassabili, sia per specifici privilegi, sia perché erano risorse degli Ordini riservate alle necessità della Terrasanta. Il re ambiva a porre quel patrimonio sotto il controllo della corona, sostenendo l’unificazione di Templari ed Ospitalieri, che era stata discussa in seno al Concilio di Lione, e che Filippo intendeva manovrare, imponendo a capo dell’ordine unico se stesso, se necessario, dopo aver abdicato al trono in favore del primogenito. Ma il piano fallì, per la ferma opposizione dei Templari e le perplessità dei pontefici. Fu ricercata, allora, una soluzione alternativa, che avrebbe consentito al sovrano di impadronirsi del patrimonio dei due ordini militari. Filippo il Bello fece entrare così nel Tempio dodici spie, che pazientemente cercarono di raccogliere eventuali elementi per un’aggressione all’Ordine. Nel 1306 la situazione della Francia si aggravò. La popolazione parigina si rivoltò contro Filippo IV e lo costrinse a rifugiarsi nella Torre del Tempio, con l’intera corte. Fu in quella dal Tesoriere centrale del Tempio, frate Jean de La Tour, un prestito di 300.000 fiorini d’oro, al fine di arginare almeno le prime necessità. In questo modo, il sovrano aveva praticamente ripulito le casse del Tempio di Parigi. senza che il Gran Maestro ne fosse al corrente. Nel 1307, al suo rientro da Cipro, il Gran Maestro si accorse dell’enorme ammanco aperto a vantaggio del re, senza alcuna garanzia, che avrebbe permesso ai Templari di giustificare quel prestito. Lo scandalo del Tesoriere centrale tese i rapporti fra il Tempio e la corona. Fu allora che Filippo IV, con l’assistenza malvagia del Nogaret, pensò bene di risolvere l’incresciosa vicenda con la vile manovra di un processo. (Da THE TEMLARS di Franco Pastore) 5 Vero o Falso? Alcuni aromi usati in cucina sono piante medicinali. VERO La salvia [2] Qualcuno forse ricorda che strofinando una foglia di salvia sui denti essi diventano lucidi, e masticandola l’alito si purifica. Ma per le sue proprietà eccezionali, la salvia trova applicazione nelle infiammazioni della bocca e della gola, nelle affezioni respiratorie (catarri bronchiali, asma, tossi), disturbi intestinali e gastrici, oltre che disturbi di cuore e nevrosi. Con le foglie e i fiori della pianta, raccolti nei caldi mesi estivi, si può preparare: * il Tonico, per stimolare il cuore e il sistema nervoso; * il Digestivo, per calmare i dolori di stomaco, facilitare la digestione, combattere i gas intestinali; * la Tisana, per calmare la tosse; * il Colluttorio, per sciacqui e gargarismi; * l’Espettorante, per liberarsi dai catarri bronchiali; * il Liquore digestivo, un bicchierino dopo i pasti facilita la digestione; (a) * ed altro ancora. In cucina è ottima con il fegato, sugli arrosti, patate al forno e minestroni. I legumi, cuocendo con le sue foglie, diventano più digeribili e insaporiti dal suo inconfondibile aroma. Si sposa con l’alloro, rifiuta il basilico. Rosa Maria Pastore __________ (a) Il digestivo: ( 150 gr. di foglie di salvia, gr 50 di radici sminuzzate di genziana, 2 litri di marsala).Lasciare a macerare per 10-12 giorni, quindi colare e conservare in una bottiglia di vetro ben tappata.Un bicchierino sorbito dopo ogni pasto facilita la digestione. 6 Salerno una città da scoprire IL PALAZZO DELLA CAMERA DI COMMERCIO 1927 - Via Roma, angolo via Portanova. Il Palazzo della Camera di Commercio di Salerno fu costruito negli anni del primo dopoguerra ed è opera dell’ingegnere romano Arturo Gasparri. La costruzione dell’edificio subì alterne vicende nel corso degli anni e si concluse nel 1927, anno in cui la sede fu inaugurata. Nel 1923, Alla morte del progettista, gli successe l’architetto Francesco Leoni, che eseguì il progetto, così come era nelle intenzioni del suo predecessore. L’architettura dell’edificio ripropone gli stili italiani di fine del ‘500 e della prima metà del ‘600. Il piano inferiore dell’edificio è rivestito a bugna piatta e le facciate sono scandite da lesene. L’ingresso principale a tre fornici è sovrastato , al piano nobile , dal grande salone (oggi dedicato al Genovesi) che IMPULSEA costituiva il luogo di incontro e di rappresentanza del ceto produttivo salernitano ; posizionato al centro dell’edificio , nell’idea progettuale RT DI del Gasparri superava , per dimensioni, i saloni di molti altri edifici “ DINO valga per tutti Palazzo Strozzi a Firenze”. Il grande salone, con soffitti MARSAN a stucco, pitture e tele del noto pittore Pasquale Avallone, costituisce la parte più rappresentativa dell’edificio. Grazie alla ricerca condotta dall’Architetto Vincenzo Dodaro e pubblicata nel testo “ Salerno durante il ventennio”, si sa SITO DEGLI AUTORI EMERGENTI ED AFFERMATI Prof. Baldo Bruno di Cava de' Tirreni SA . [email protected] che le decorazioni pittoriche furono eseguite dalla Ditta Brini di Roma, le stoffe damascate furono fornite dalle Manifatture Cotoniere Meridionali ed il pavimento in legno fu installato dalla società Tecnica industriale dell’Ing. Carlo A. Di Giacomo di Napoli. Infine, gli “ appliques speciali a disegno” sono opera della Ditta Cappellini di Roma. n.d.e. 7 Antiche tradizioni italiane: Il Conciato romano Alle pendici di un piccolo paese del casertano “Castel di Sasso”, vive un’antica tradizione casearia che, in un contesto degno dei più bei versi virgiliani, regala al mondo un prodotto unico, per gusto e raffinata fragranza: IL CONCIATO ROMANO. Trattasi di un formaggio di pecora, che vanta origini antichissime, giunto fino a noi, per regalarci le particolari sensazioni di un gusto d’altri tempi. L’aggettivazione “romano” sta ad indicare il suo legame storico con il ben conosciuto pecorino romano, anche se si ne differenzia da quest’ultimo per destinazione e raffinatezza. Il “conciato”, poi, si riferisce alla particolare tecnica di lavaggio e di conciatura delle caciotte, che, lavate con acqua ricca di amido ( per proteggere il prodotto dalle muffe), vengono seccessivamente trattate con olio vergine d’oliva, pimpinella ed aceto di vino. Il conciato romano è giustamente l’orgoglio dell'Alto Casertano. Prodotto esclusivamente dalla famiglia Lombardi a Castel di Sasso. Manuel Lombardi assicura che il Conciato romano, proveniente esclusivamente dalla lavorazione del latte delle pecore allevate da Le Campestre sulle montagne di Castel di Sasso. Le pezzotte di formaggio fresche vengono fatte asciugare nel "casaro" e successivamente trattate come abbiamo già detto. “Le pezzòtte” vengono lasciate maturare in piccole orci di terracotta per alcuni mesi in un ambiente anaerobico, la qual cosa consente al formaggio una stagionatura simile a quella ottenuta nelle fosse. Il conciato romano, famoso in tutto il mondo, è presente nella grande Enciclopedia della Gastronomia italiana di Slow Food. (da www.teleradionews.altervista.org) 8 All’ultimo minuto I TUOI OCCHI (*) Solo quelli son rimasti, lucidi di dolore e bagnati di pianto! Attenti ad ogni sospiro ed avidi di vita, più che mai. I tuoi occhi, che da sempre precedono le parole e danno voce al cuore, gonfio di piccole cose, colmo d’amore. Occhi vissuti nel sole, che chiedono luce, avidi di natura, di musica, di canto. Occhi pieni di fiducia, di fede, di speranza. Occhi che si spengono ai sogni, e si aprono alla pace. Occhi che continueranno a sorridere, tra noi, come un regalo a Natale. “CIOMMA” Racconti di F. Pastore Editrice Antitesi-Roma Franco Pastore (da “IL SORRISO DEGLI ANGELI”) Cultura, Arte & Progresso Capo di redazione: [email protected] Redazione: [email protected] Grafico: [email protected] Newsletter: [email protected] Pubblicità: [email protected] wedmaster: [email protected] Vicedirettore: [email protected] Editore: [email protected] A norma della Legge 675/96, il Suo indirizzo è stato reperito attraverso messaggi di posta elettronica che l’hanno reso pubblico. Questo giornale non contiene pubblicità, né promozione di tipo commerciale, nè può essere considerato spam, esso può essere rimosso da ulteriori invii, con una e-mail con oggetto: Cancella. 9