Programma Dialog Festival da giovedì 20 febbraio a lunedì 24 marzo

annuncio pubblicitario
Programma Dialog Festival
da giovedì 20 febbraio a lunedì 24 marzo | mostra
Yesterday, Today, Tomorrow Dialog!
ingresso gratuito
Un reportage fotografico a cura di Emiliano Bartolucci.
Una raccolta d'immagini delle precedenti edizioni del Dialog Festival
selezionate per la nuova edizione in programma al Teatro del Lido.
Spettacoli multietnici, dibattiti e foto dai palchi nei quali negli anni il
Dialog è stato protagonista. Un lavoro che intende far conoscere
meglio la realtà dei migranti a Roma e dar voce ad artisti e persone
di culture straniere che vivono nella nostra città o che hanno
contribuito a far crescere Roma. Dopo anni di lotte, Dialog Festival,
rassegna interculturale di opere ed artisti, gemellato con l`omonimo
Festival di Berlino, continua il suo viaggio e lo riprende da dove si
era fermato. Per cinque anni, dunque, ed in diversi luoghi della città
(Sala del Carroccio in Campidoglio, Teatro del Lido, Teatro
Palladium, Teatro Nuovo Colosseo, Affabulazione, Faenas Cafè,
Caffè Letterario, Biblioteca Vallicelliana, Biblioteca Elsa Morante,
Associazione 360 gradi ed altri ancora) si sono svolti importanti
appuntamenti culturali ai quali hanno partecipato artisti italiani e
stranieri di grandi rilievo Badara Seck, Adel Bakri, Nuove Tribù
Zulu...
giovedì 20 febbraio ore 21.00 | musica
Farafrik (Contaminazioni)
interpreti Badara Seck voce
e Filippo Guerrieri tastiere, Marco Bachi basso, Piero Perelli
batteria, Paolo Sodini chitarra,Ismaila Mbaye percussioni
Il progetto Farafrik, ideato da Badara Seck, propone un viaggio
immaginario che parte dai ritmi e dalle melodie di brani tradizionali
dell‟Africa che si incontrano e si sviluppano all‟interno di sonorità
provenienti dall‟esperienza musicale dei componenti del gruppo.
Attraverso la manipolazione dei suoni e delle armonie si arriva così
ad immergersi nell‟Afro-Beat.
Lo spettacolo del progetto Farafrik propone un cammino
immaginario partendo dai ritmi e dalle melodie di brani tradizionali
dell‟Africa. Queste si incontrano e si sviluppano all‟interno di
sonorità provenienti dall‟esperienza musicale dei musicisti, grazie
alla manipolazione dei suoni e delle armonie si arriva così ad
immergersi nella nostra interpretazione dell‟Afro-Beat. Il progetto
nasce dall‟idea di Badara Seck, cantante compositore senegalese
proveniente da una famiglia di Griot che vanta collaborazioni in
Italia con Mauro Pagani e Massimo Ranieri.
L‟ Afro-Beat è un genere musicale nato nel centro dell‟Africa (
Nigeria, Congo ecc.), possiamo delineare la figura di King Sonny
Adè come precursore di questa massima espressione musicale,
seguito successivamente dal più celebre Fela Anikulapo Kuti (Fela
Kuti). La più importante caratteristica dell‟Afro-Beat si basa
sull‟importanza del ritmo africano e la contaminazione dell‟armonia
e degli strumenti occidentali (strumenti a fiato, chitarra elettrica,
batteria, tastiere ecc...). Questo incontro si è sviluppato dal periodo
di colonizzazione (1850 circa) quando i missionari hanno portato
nell‟Africa nera gli strumenti e le conoscenze occidentali, in modo
molto naturale le nuove sonorità hanno acquisito subito una voce
africana ed una marcata connotazione ritmica. La culla di questo
incontro furono i paesi di colonizzazione Inglese, dall‟arrivo di Fela
Kuti questo diventò per la prima volta un linguaggio musicale di
protesta contro lo stato e la politica africana, che non andava
incontro ai problemi delle popolazioni. Successivamente anche
contro la politica occidentale verso l‟Africa. Molti paesi Africani
hanno cercato di portare avanti il movimento Afro-Beat, così sono
nati altri celebri gruppi come gli Osibysà dalla Nigeria, Xalam2 dal
Senegal e molti altre formazioni. L‟Afro-Beat è un linguaggio che
non ha una regola stilistica precisa ma cambia la sua faccia in base
dal posto e dalla provenienza dei musicisti, questa è la
caratteristica che più lo contraddistingue. Oggi dopo tanti anni dalla
nascita di questa musica, stiamo cercando di creare grazie a
questa il primo tessuto per il ponte tra l‟Italia e l‟Africa, si baserà per
prima cosa sull‟unione delle due differenti culture. Questa è la
nostra occasione per continuare il viaggio e la crescita dell‟AfroBeat utilizzando strumenti di origine africana come il balafon del XII
secolo originario del Mandin e le varie percussioni dell‟Africa vicino
agli altri strumenti moderni occidentali, facendo un lavoro d‟incontro
tra le culture e l‟appuntamento tra il dare e il ricevere cercando di
combattere l‟ignoranza tra le culture.
venerdì 21 febbraio ore 21.00 | musica
Santino Spinelli e Alexian Group in concerto
con Alexian Santino Spinelli fisarmonica e canto
Antonio Ranieri percussioni, Giulia Spinelli violoncello, Evedise
Spinelli arpa celtica e canto,
Dino Tonelli tromba, Matteo Bisbano tastiera
ingresso gratuito
Il concerto è un percorso musicale e canoro (in lingua romaní)
attraverso gli stili musicali romanès, per un viaggio ideale attraverso
l'intimità della storia e della cultura Romanì interpretata in maniera
assolutamente originale. Il gruppo musicale da anni ricerca e
valorizza la cultura musicale romaní. Il concerto non é altro che un
percorso musicale e canoro (in lingua romaní) attraverso gli stili
musicali romanès, per un viaggio ideale attraverso l'intimità della
storia e della cultura Romanì interpretata in maniera assolutamente
originale
Il leader del Gruppo Alexian Santino Spinelli, fisarmonicista e
cantautore conosciuto a livello internazionale per le sue
numerosissime attività culturali. Il gruppo ha già pubblicato
numerosi Cd ed é regolarmente ospite di trasmissioni radiofoniche
e televisive nazionali in Italia e all‟estero. L‟Alexian Group é
conosciuto a livello internazionale perché partecipa a tutti i più
importanti festivals di musica etnica e di musica Rom contribuendo
a far conoscere la secolare cultura dei Rom.
Il concerto è un percorso artistico suggestivo, una vera e propria
carovana esistenziale e culturale che fissa momenti importanti di un
lungo interminabile viaggio. I Rom provengono dall‟India e
attraverso la Persia, l‟Armenia e l‟Impero Bizantino sono arrivati in
Europa. I Rom Abruzzesi sono cittadini Italiani e rappresentano il
primo gruppo arrivato in Italia oltre sei secoli fà provenienti dalle
coste greche. Nella musica di Alexian si rintracciano le diverse
tradizioni musicali romanès, gli intrecci del passato e ghi echi di una
cultura millenaria ma la sua proposta artistica è assolutamente
originale, un percorso suggestivo e unico di grande impatto
emotivo. La musica dell‟Alexian group è stata utilizzata per
numerosi documentari. Alexian stesso è il protagonista del
documentario della giornalista Gioia Meloni Baro Romano Drom
prodotto e trasmesso dalla Rai sulle reti nazionali.
Con la casa editrice musicale Ut Orpheus di Bologna Alexian ha
pubblicato la raccolta di partiture rom per orchestra sinfonica dal
titolo Romano Drom-Carovana Romanì facendo seguito al concerto
per il Porrajmos tenuto il 26 gennaio 2008 a L‟ Aquila con l‟Alexian
Group e l‟Orchestra Sinfonica Abruzzese nell‟ambito della stagione
concertistica 2007/2008.
E‟ l‟ideatore dell‟Alexian and internazional friends, un festival
internazionale arrivato alla XV edizione a cui hanno partecipato
negli anni importanti artisti come: Moni Ovadia, Francesco Baccini,
Linda, Sageer Khan (India), Paco Suarez (Spagna), Rosanna
Casale, i Tazenda, i Jalisse, Eugenio Bennato, Cristiano Malgioglio,
gli Audio 2 la Kadrievi Orkestar (Macedonia), presentato via via da
Enrico Beruschi, Gianni De Berardiniis. Lorena Bianchetti e Paolo
Brosio, Dario Vergassola e tanti altri.
sabato 22 febbraio ore 21.00 | musica cinema
Associazione Rinascimento presenta
Charlot Hip Hop
Assalti Frontali musicano Chaplin
con Militant A, Paul G, Glasnost, Bonnot
con la partecipazione straordinaria di Marco Creti piano
L‟hip-hop, con le note e le voci di Assalti Frontali, per musicare un
percorso ideale e politico di Chaplin, partendo dalle rotte dei
migranti (The Immigrant - L'emigrante, 1917), attraverso le strade
dei reietti e della grande depressione (The Tramp - Il Vagabondo,
1915) per giungere alla fine in una stretta trincea (Shoulder Arms Charlot Soldato, 1918).
La potenza del cinema muto di Chaplin è ancora oggi intatta perché
è stato un fenomeno “politicamente dirompente”. Era un cinema
che parlava a un pubblico composto in maggioranza da analfabeti,
da immigrati oppressi da condizioni di miseria estrema ed è stato
capace con un linguaggio muto di accomunare uomini e donne di
tutti i continenti.
Il cinema muto è ancora contemporaneo capace di parlarci
dell‟oggi. Ciò che raccontavano quei film lo vediamo ancora attorno
a noi. Nel sistema globale, anche a distanza di un secolo, le
problematiche sono le stesse: guerra, fame, malattie e indigenza,
disoccupazione, sfruttamento di adulti e bambini, prostituzione.
L‟altro aspetto della contemporaneità del muto è nella forma. La
linearità e la semplicità di quelle inquadrature silenziose e la forza
del gesto attoriale hanno ancora oggi una tale potenza espressiva
da essere un modello insuperabile. In un‟epoca di sovraffollamento
di immagini e suoni, l‟interpretazione basata unicamente sulla
capacità espressiva e sulla fisicità degli attori trasmette una carica
emotiva straordinaria. Infine la comicità esplosiva del muto è tra le
poche che ancora riesce a far “sganasciare” dalle risate spettatori di
ogni età, a “crepapelle”.
Da oltre 20 anni gli Assalti Frontali sono sinonimo di rap, di rime
metropolitane dure e poetiche, limpide e mai banali. Sono i veterani
del nostro Hip Hop. Il gruppo si forma a Radio Onda Rossa durante
le trasmissioni hip-hop che Militant A faceva come DJ insieme alla
sua posse. Il programma ospitava spesso rapper romani che però
all‟epoca cantavano tutti in inglese e fu per questo che lui cominciò
a buttare giù le prime rime in italiano tanto per vedere come girava.
Tutto questo accese gli animi degli ascoltatori e il telefono bolliva, la
gente voleva risentire i pezzi in onda. Poi iniziarono i concerti nei
centri sociali e nelle università occupate. C'è un pezzo che è
diventato colonna sonora del movimento della pantera: "Batti il tuo
tempo", titolo del primo disco di Militant A con la formazione Onda
Rossa Posse nel 1990, lavoro che ha fatto conoscere questo
gruppo in tutta Italia per i testi mai banali e pregni di poesia urbana
e desiderio di lotta. Dopo quell'anno inizia l'esperienza Assalti
Frontali, un gruppo aperto che di volta in volta ha avuto dentro la
sua formazione gente come Brutopop, Ice One, Lou X, oltre alla
presenza costante di Militant A che ha permesso la produzione di
tre dischi, "Terra di nessuno", "Conflitto", "Banditi", e concerti in tutti
i posti occupati del paese, sui camion durante le manifestazioni,
anche all'estero in occasione di azioni di solidarietà come a Valona
o a Gerusalemme est. Oltre che nel mondo della musica, la
produzione di Assalti si è concentra anche sulla sola parola con la
pubblicazione di due libri: "Storie di assalti frontali" e "Il viaggio della
parola", entrambi editi da "DeriveApprodi". Militant A propone anche
slam poetry, ossia battaglie di rime senza musica rese famose
anche dalla celebre pellicola “Slam” di Mark Levin (1998), e reading
di poesie a Reggio Emilia, Venezia, Roma, con Nanni Balestrini,
soprattutto, ma anche con i nuovi scrittori e poeti emergenti quali
Aldo Nove, Lello Voce e tanti altri ancora. Nel 2004 "HSL" segna il
ritorno al Manifesto Cd, cinque anni dopo l‟esperienza major per il
precedente lavoro. HSL ha venduto oltre quindicimila copie
conquistando per tre mesi il primo posto della classifica indies di
Musica e Dischi e ha dato vita anche ad un remix HSL-R (2005).
Gli Assalti Frontali nel novembre 2006 si sono aggiudicati il PIMI
(Premio Italiano per la Musica Indipendente), il riconoscimento
organizzato dal MEI, Con “Mi sa che stanotte” (il manifesto cd
2006), imponendosi come miglior album 2006.
domenica 23 febbraio ore 18.00 | musica
Takadum Orchéstra & Jamal Ouassin (Marocco)
Takadrom - Suoni Al Confine
direzione e coordinamento Simone Pulvano e Gabriele Gagliarini
con Lavinia Mancusi voce, violino - Valeria Villeggia voce Alessandro Floridia chitarra, palmas -Gianpaolo Casella tromba,
voce - Simone Pulvano darbuka, tamburello, sajat, riqq, daf Gabriele Gagliarini djembe, darbuka, tamburello, daf - Fabrizio
Mastromartino darbuka - Giovanni Squillacioti riqq, darbuka,
tamburello, daf - Enrico Gallo tamburello, riqq, daf - Emanuela
Maccioni doholla - Michela La Perna doholla - Gaetano Schillaci
doholla - Umberto Baruffaldi dafWalid Cheikh daf - Laura Grimaldi daf - Antonella Milano davul Ospite Jamal Ouassini violino
Takadum Orchéstra presenta il suo secondo album TakaDrom –
Suoni al Confine distribuito da Egea Music. Dopo il primo lavoro
interamente dedicato al mondo delle percussioni, l'orchestra ha
allargato il proprio organico includendo violino, voce, chitarra e
tromba. Il concerto, con brani del folklore greco, albanese, italiano e
di altre regioni del Mediterraneo, delinea un vero viaggio tra „suoni
al confine‟.
La Takadum Orchèstra, diretta e coordinata dai percussionisti
Simone Pulvano e Gabriele Gagliarini, nasce nel 2007. Il progetto
è nato come un ensemble di dieci percussionisti che suonano
strumenti della tradizione musicale nordafricana e vicino-orientale
(darbuka, daf, riq, davul, etc.). Nel 2011, dopo l'uscita del primo
disco interamente dedicato al mondo delle percussioni, l'orchestra
ha allargato il proprio organico includendo violino, voce, chitarra e
tromba. A Marzo 2013 è uscito in tutti i negozi di dischi il nuovo
album, “TakaDrom - Suoni al Confine", distribuito dalla Egea Music.
Il disco, che include brani del folklore greco, albanese, italiano e di
molte altre regioni del Mediterraneo, delinea un vero viaggio tra
"suoni al confine". Il repertorio tradizionale a cui si fa riferimento,
infatti, trova la sua origine in un remoto passato, precedente alla
costituzione dei confini degli stati moderni, e testimonia la continuità
culturale tra i popoli, in seguito spesso negata da artificiali principi di
identità nazionale. I brani tradizionali sono stati profondamente
rivisitati ed adattati al gusto e alle caratteristiche di un‟orchestra di
percussioni che suona strumenti e ritmiche del Nord Africa e del
Vicino Oriente. Gli arrangiamenti, in questo modo, vivono di una
loro freschezza e originalità frutto anche del continuo desiderio del
gruppo di vivere sospesi tra amore per il folk e il desiderio di
contaminazione. Non mancano poi alcune composizioni per sole
percussioni, assolutamente originali, in cui ritmi e strumenti del
mondo arabo coesistono e si fondono con quelli brasiliani e africani.
Scarica