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inalatoria (50%, n. 264), mentre la via di
esposizione cutanea e l’ingestione sono
state riportate, rispettivamente, per il
24% (n.=123) ed il 20% (n.=106) dei casi. La gravità delle manifestazioni cliniche è stata considerata lieve per il 94%
(n. 489), moderata per il 5% (n. 27) ed
elevata per circa l’1% (n. 4).
I sintomi ed i segni più frequentemente rilevati sono stati a carico del sistema gastrointestinale ed hanno incluso
vomito (n. 135), nausea (n. 125), dolori
addominali (n. 59) e diarrea (n. 50). Altre manifestazioni frequentemente riportate sono state vertigini (n. 46) e cefalea
(n. 28), astenia (n. 32), irritazione soggettiva delle vie respiratorie (n. 34), dispnea (n. 32) e tosse (n. 25), irritazione
soggettiva del cavo orale (n. 28), scialorrea (n. 23) e faringodinia (n. 15), irritazione soggettiva a livello oculare (n. 39)
con iperemia (n. 32), iperemia cutanea
(n. 30) e sudorazione (n. 24).
La maggior parte dei casi esaminati
è risultata di genere maschile (75%, n.
390) e con età superiore ai 15 anni (93%,
n. 483). I casi di età compresa tra <1 e 4
anni sono stati 25 (5%).
Come mostrato in Tabella I, tra i
soggetti di genere maschile, l’ambito di
esposizione è risultato prevalentemente
di tipo occupazionale (69% dei casi, n.
268), mentre tra i soggetti di genere femminile è stata rilevata una eguale frequenza di esposizioni occupazionali e
domestiche. Tra gli esposti nel corso di
attività lavorative, circa il 63% (n. 250)
sono risultati agricoltori. Per 10 persone
è stata specificata un’attività di tipo non
agricolo al momento dell’esposizione. In
particolare, sono stati rilevati cinque casi esposti durante attività di primo soccorso, comprendenti tre dipendenti delle
forze dell’ordine, un vigile del fuoco ed
un medico.
Per quanto riguarda le esposizioni
verificatesi in ambito domestico (n.
136), il dettaglio sulle modalità dell’incidente è risultato disponibile per circa il
40% dei casi (n. 46). Tra questi, 34 soggetti hanno ingerito per errore fitosanitari travasati da contenitore originale,
mentre 20 soggetti, di cui 14 con età inferiore ai 5 anni, sono risultati esposti
per incapacità di intendere. Per 43 casi è
stata riportata una esposizione non occupazionale di origine ambientale. Di questi, 20 soggetti sono risultati esposti a
geodisinfestanti, applicati su terreni destinati a serra e ubicati in prossimità di
abitazioni. Gli episodi che hanno provocato queste esposizioni sono stati tre ed
hanno coinvolto, rispettivamente, 13,
quattro e tre casi. Per gli altri 23 casi di
origine ambientale non occupazionale
sono state riportate esposizioni a vari tipi di agenti applicati su campi o giardini
contigui alla loro abitazione o ad aree in
cui si trovavano a transitare.
Circa il 32% dei casi di intossicazione accidentale è stato esposto a due o più
principi attivi per un totale di 686 espo-
265
Tabella I. Ambito di esposizione e genere dei casi di intossicazione accidentale da fitosanitari
identificati dal programma SIAF nel 2005
Tabella II. Principi attivi più frequentemente associati alle intossicazioni accidentali da fitosanitari
identificate dal programma SIAF nel 2005
266
sizioni rilevate. La categoria di agenti più frequentemente riportata è stata quella degli insetticidi e acaricidi (circa il 45% delle esposizioni), cui
fa seguito la categoria dei fungicidi (24% delle esposizioni) e degli erbicidi (19% delle esposizioni).
I composti cui è stato associato il numero più elevato di casi sono stati: glifosate (n. 56), solfato di rame (n. 55), metomil (n. 52) e metam-sodio (n. 24) (Tabella II).
Per quanto riguarda le intossicazioni da glifosate, tutti i casi sono risultati di gravità lieve ed i segni e sintomi più frequentemente riportati
hanno compreso diarrea (n. 8), nausea (n. 7), dolori addominali (n. 6), pirosi gastrica (n. 5), iperemia cutanea (n. 7), faringodinia (n. 5) e irritazione soggettiva delle vie respiratorie (n. 5).
Le intossicazioni da solfato di rame hanno compreso un caso di gravità elevata, caratterizzato da insufficienza renale acuta, con oliguria associata a vomito e diarrea, verificatosi a seguito di esposizione per via
inalatoria in ambito domestico. Tutti gli altri casi esposti a questo agente
hanno riportato manifestazioni di lieve gravità, comprendenti vomito (n.
23), iperemia oculare (n. 6), faringodinia (n. 4) e dispnea (n. 4). Tra gli
esposti a metomil, sono stati rilevati un caso di intossicazione di gravità
elevata, caratterizzato da coma e verificatosi a seguito di inalazione in
ambito agricolo, e due casi di intossicazione di gravità moderata, anch’essi verificatisi a seguito di inalazione nel corso di attività agricole e
caratterizzati, da ipertensione, astenia e sudorazione, in un caso; nausea,
vertigini, miosi e bradicardia nell’altro. Gli effetti di gravità lieve più frequentemente rilevati tra gli esposti a metomil hanno incluso: vomito
(n.=24) e diarrea (n. 6), vertigini (n. 13), sudorazione (n. 12), astenia (n.
8) e scialorrea (n. 6). In riferimento al metam-sodio, sono stati rilevati due
episodi di intossicazione collettiva di origine ambientale verificatisi a seguito della disinfestazione di terreni destinati a coltivazioni in serra ubicati in prossimità di abitazioni. Ambedue gli episodi sono stati segnalati
dalla ASL di Aprilia-Latina. Nel primo caso sono state coinvolte 13 persone, inclusi tre bambini di età pari o inferiore a un anno. I segni e sintomi riportati da questi pazienti sono stati nausea (n. 11), irritazione oculare (n. 9), lacrimazione (n. 4), secchezza delle fauci (n. 2), irritazione delle vie respiratorie (n. 2), diarrea (n. 1), cefalea (n. 1), vertigini (n. 1). Le
indagini effettuate dalla ASL competente non hanno evidenziato modalità
di applicazione difformi da quanto indicato in etichetta. Il secondo episodio ha coinvolto sei persone, tre delle quali residenti in un agriturismo e
tre appartenenti alle forze dell’ordine impegnate nei primi soccorsi. In
questo episodio il metam-sodio è risultato applicato a dosi superiori a
quanto indicato in etichetta e in associazione a 1,3 dicloropropene. I soggetti esposti hanno lamentato bruciore del cavo orale (n. 6), iperemia congiuntivale (n. 4), vomito (n. 3), irritazione oculare (n. 2), tachicardia (n.
1), cefalea (n. 1), dolori addominali (n. 1). Un altro episodio di intossicazione collettiva da contaminazione ambientale, rilevato sempre dalla ASL
di Aprilia-Latina, ha coinvolto un prodotto geodisinfestante a base di metam-potassio. I sintomi riportati dalle quattro persone coinvolte hanno
compreso nausea, mal di testa, irritazione oculare, secchezza delle fauci,
irritazione del cavo orale. Per quanto riguarda la modalità di uso, è stata
ipotizzata una non adeguata irrigazione del terreno che, in combinazione
con una elevata temperatura ambientale (superiore ai 25°C), può avere favorito la dispersione ambientale dell’agente.
DISCUSSIONE
Le caratteristiche di tossicità degli agenti fitosanitari e la loro ampia
diffusione richiedono attente verifiche sulla sicurezza dei prodotti in
commercio e su eventuali effetti sulla salute umana che da questi possono derivare. Un contributo di particolare rilevanza per queste attività può
derivare dalla sorveglianza delle intossicazioni acute. Infatti, la disamina
di questo evento permette di segnalare tempestivamente condizioni di pericolosità originate sia da errate modalità di impiego che da caratteristiche tossicologiche non adeguatamente evidenziate dai dati sperimentali
disponibili (4).
Le osservazioni effettuate nel 2005 dal programma SIAF confermano
sostanzialmente quanto precedentemente descritto (3). In particolare, viene nuovamente evidenziata la pericolosità dei prodotti a base di metomil,
composto classificato come molto tossico (T+) e recentemente sottoposto
a revoca da parte della Commissione delle Comunità Europee (5). Altro
agente che ha evidenziato una elevata pericolosità per gli operatori è stato
l’idrogeno cianammide, per cui sono stati riportati sette casi di gravità moderata su un totale di 17 intossicazioni rilevate. Tale osservazione, indica
che nel 2005 le misure di prevenzione adottate a seguito di precedenti se-
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gnalazioni (6), comprendenti la riclassificazione del prodotto da nocivo
(Xn) a tossico (T) e alcune modifiche alle indicazioni presenti in etichetta, non hanno ancora ottenuto il risultato auspicato. Le osservazioni effettuate in riferimento agli incidenti domestici ribadiscono l’importanza di
iniziative didattiche che, nell’ambito dei corsi per la formazione degli utilizzatori di antiparassitari, dedichino una particolare attenzione ad illustrare il rischio da contaminazione cui possono essere esposti non solamente
gli stessi agricoltori ma anche i loro familiari, qualora non vengano rispettate le misure di sicurezza per una corretta conservazione dei prodotti. Gli episodi di esposizione collettiva a geodisinfestanti con 23 soggetti
coinvolti evidenziano l’opportunità di un’attenta disamina delle modalità
di applicazione attualmente previste per questi prodotti.
BIBLIOGRAFIA
1) Italia. Decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 194. Gazzetta UfficialeSupplemento ordinario n. 122, 27 maggio 1995.
2) Italia. Accordo tra Stato Regioni e Province Autonome del 8 marzo
2003. Gazzetta Ufficiale del 27 maggio 2003.
3) Settimi L, Davanzo F, Marcello I, Locatelli C, Russo A, Cilento I,
Farina ML, Maiozzi P, Sesana F, Crobe A, Miceli G, Faraoni L. Intossicazioni acute da fitosanitari rilevate in Italia nel 2004. Rapporti
ISTISAN 2006; 52: 3-15.
4) CDC-NIOSH Pesticide illness & Surveillance http://www.cdc.gov/
niosh/topics/pesticides; ultima consultazione 30/10/2007.
5) Comunità Europea. Decisione della Commisione del 19 settembre
2007. Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea L. 255/40, 29 settembre 2007.
6) Settimi L., Marcello I, Davanzo F, Faraoni L, Miceli G, Richmond
D, Calvert GM. Update: hydrogen cyanamide-related illnessessItaly, 2002-2004. CDC MMWR (Morbidity and Mortality Weekly
Report) April 29, 2005; 54: 405-408.
COM-04
ESPOSIZIONE PROFESSIONALE A FORMALDEIDE IN SALA
SETTORIA DI MEDICINA LEGALE E IN LABORATORI DI
ANATOMIA PATOLOGICA
L. Vimercati1, A. Carrus1, A. Dell’Erba2, G. Assennato3
1
Sezione di Medicina del Lavoro “B. Ramazzini”, Dipartimento di
Medicina Interna e Medicina Pubblica, Università degli Studi di Bari
2 Sezione di Medicina Legale, Dipartimento di Medicina Interna e
Medicina Pubblica, Università degli Studi di Bari
3 Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale - ARPA Puglia Direzione Generale
Corrispondenza: Antonio Carrus, Dipartimento di Medicina Interna e
Pubblica, Sezione di Medicina del Lavoro “B. Ramazzini”, Facoltà di
Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Bari, Policlinico, Piazza
G. Cesare 11, 70124 Bari, Tel. 080 5478216, Fax 080 5478370, e-mail:
[email protected]
RIASSUNTO. Lo scopo del presente studio è stata la caratterizzazione e la valutazione dell’esposizione personale a formaldeide aerodispersa in lavoratori che operano in una sala settoria di Medicina Legale e
in un gruppo di laboratori di Anatomia Patologica.
A tale scopo sono stati effettuate misure di formaldeide mediante
campionatori passivi Radiello® e successiva analisi in Cromatografia Liquida al Alte Prestazioni (HPLC).
I livelli di esposizione misurati in questo studio, benché inferiori a
quelli riportati da altri Autori, in relazione a realtà lavorative analoghe,
sono risultati superiori al valore limite di soglia NIOSH-TWA e in alcuni
casi è stato osservato il superamento anche del valore Ceiling proposto
dall’ACGIH e pari a 0,37 mg/m3.
Parole chiave: formaldeide, esposizione professionale, sala settoria,
anatomia patologica.
OCCUPATIONAL
EXPOSURE TO FORMALDEHYDE IN AUTOPSY ROOM AND IN
PATHOLOGIC ANATOMY LABORATORIES