G Ital Med Lav Erg 2007; 29:3 www.gimle.fsm.it inalatoria (50%, n. 264), mentre la via di esposizione cutanea e l’ingestione sono state riportate, rispettivamente, per il 24% (n.=123) ed il 20% (n.=106) dei casi. La gravità delle manifestazioni cliniche è stata considerata lieve per il 94% (n. 489), moderata per il 5% (n. 27) ed elevata per circa l’1% (n. 4). I sintomi ed i segni più frequentemente rilevati sono stati a carico del sistema gastrointestinale ed hanno incluso vomito (n. 135), nausea (n. 125), dolori addominali (n. 59) e diarrea (n. 50). Altre manifestazioni frequentemente riportate sono state vertigini (n. 46) e cefalea (n. 28), astenia (n. 32), irritazione soggettiva delle vie respiratorie (n. 34), dispnea (n. 32) e tosse (n. 25), irritazione soggettiva del cavo orale (n. 28), scialorrea (n. 23) e faringodinia (n. 15), irritazione soggettiva a livello oculare (n. 39) con iperemia (n. 32), iperemia cutanea (n. 30) e sudorazione (n. 24). La maggior parte dei casi esaminati è risultata di genere maschile (75%, n. 390) e con età superiore ai 15 anni (93%, n. 483). I casi di età compresa tra <1 e 4 anni sono stati 25 (5%). Come mostrato in Tabella I, tra i soggetti di genere maschile, l’ambito di esposizione è risultato prevalentemente di tipo occupazionale (69% dei casi, n. 268), mentre tra i soggetti di genere femminile è stata rilevata una eguale frequenza di esposizioni occupazionali e domestiche. Tra gli esposti nel corso di attività lavorative, circa il 63% (n. 250) sono risultati agricoltori. Per 10 persone è stata specificata un’attività di tipo non agricolo al momento dell’esposizione. In particolare, sono stati rilevati cinque casi esposti durante attività di primo soccorso, comprendenti tre dipendenti delle forze dell’ordine, un vigile del fuoco ed un medico. Per quanto riguarda le esposizioni verificatesi in ambito domestico (n. 136), il dettaglio sulle modalità dell’incidente è risultato disponibile per circa il 40% dei casi (n. 46). Tra questi, 34 soggetti hanno ingerito per errore fitosanitari travasati da contenitore originale, mentre 20 soggetti, di cui 14 con età inferiore ai 5 anni, sono risultati esposti per incapacità di intendere. Per 43 casi è stata riportata una esposizione non occupazionale di origine ambientale. Di questi, 20 soggetti sono risultati esposti a geodisinfestanti, applicati su terreni destinati a serra e ubicati in prossimità di abitazioni. Gli episodi che hanno provocato queste esposizioni sono stati tre ed hanno coinvolto, rispettivamente, 13, quattro e tre casi. Per gli altri 23 casi di origine ambientale non occupazionale sono state riportate esposizioni a vari tipi di agenti applicati su campi o giardini contigui alla loro abitazione o ad aree in cui si trovavano a transitare. Circa il 32% dei casi di intossicazione accidentale è stato esposto a due o più principi attivi per un totale di 686 espo- 265 Tabella I. Ambito di esposizione e genere dei casi di intossicazione accidentale da fitosanitari identificati dal programma SIAF nel 2005 Tabella II. Principi attivi più frequentemente associati alle intossicazioni accidentali da fitosanitari identificate dal programma SIAF nel 2005 266 sizioni rilevate. La categoria di agenti più frequentemente riportata è stata quella degli insetticidi e acaricidi (circa il 45% delle esposizioni), cui fa seguito la categoria dei fungicidi (24% delle esposizioni) e degli erbicidi (19% delle esposizioni). I composti cui è stato associato il numero più elevato di casi sono stati: glifosate (n. 56), solfato di rame (n. 55), metomil (n. 52) e metam-sodio (n. 24) (Tabella II). Per quanto riguarda le intossicazioni da glifosate, tutti i casi sono risultati di gravità lieve ed i segni e sintomi più frequentemente riportati hanno compreso diarrea (n. 8), nausea (n. 7), dolori addominali (n. 6), pirosi gastrica (n. 5), iperemia cutanea (n. 7), faringodinia (n. 5) e irritazione soggettiva delle vie respiratorie (n. 5). Le intossicazioni da solfato di rame hanno compreso un caso di gravità elevata, caratterizzato da insufficienza renale acuta, con oliguria associata a vomito e diarrea, verificatosi a seguito di esposizione per via inalatoria in ambito domestico. Tutti gli altri casi esposti a questo agente hanno riportato manifestazioni di lieve gravità, comprendenti vomito (n. 23), iperemia oculare (n. 6), faringodinia (n. 4) e dispnea (n. 4). Tra gli esposti a metomil, sono stati rilevati un caso di intossicazione di gravità elevata, caratterizzato da coma e verificatosi a seguito di inalazione in ambito agricolo, e due casi di intossicazione di gravità moderata, anch’essi verificatisi a seguito di inalazione nel corso di attività agricole e caratterizzati, da ipertensione, astenia e sudorazione, in un caso; nausea, vertigini, miosi e bradicardia nell’altro. Gli effetti di gravità lieve più frequentemente rilevati tra gli esposti a metomil hanno incluso: vomito (n.=24) e diarrea (n. 6), vertigini (n. 13), sudorazione (n. 12), astenia (n. 8) e scialorrea (n. 6). In riferimento al metam-sodio, sono stati rilevati due episodi di intossicazione collettiva di origine ambientale verificatisi a seguito della disinfestazione di terreni destinati a coltivazioni in serra ubicati in prossimità di abitazioni. Ambedue gli episodi sono stati segnalati dalla ASL di Aprilia-Latina. Nel primo caso sono state coinvolte 13 persone, inclusi tre bambini di età pari o inferiore a un anno. I segni e sintomi riportati da questi pazienti sono stati nausea (n. 11), irritazione oculare (n. 9), lacrimazione (n. 4), secchezza delle fauci (n. 2), irritazione delle vie respiratorie (n. 2), diarrea (n. 1), cefalea (n. 1), vertigini (n. 1). Le indagini effettuate dalla ASL competente non hanno evidenziato modalità di applicazione difformi da quanto indicato in etichetta. Il secondo episodio ha coinvolto sei persone, tre delle quali residenti in un agriturismo e tre appartenenti alle forze dell’ordine impegnate nei primi soccorsi. In questo episodio il metam-sodio è risultato applicato a dosi superiori a quanto indicato in etichetta e in associazione a 1,3 dicloropropene. I soggetti esposti hanno lamentato bruciore del cavo orale (n. 6), iperemia congiuntivale (n. 4), vomito (n. 3), irritazione oculare (n. 2), tachicardia (n. 1), cefalea (n. 1), dolori addominali (n. 1). Un altro episodio di intossicazione collettiva da contaminazione ambientale, rilevato sempre dalla ASL di Aprilia-Latina, ha coinvolto un prodotto geodisinfestante a base di metam-potassio. I sintomi riportati dalle quattro persone coinvolte hanno compreso nausea, mal di testa, irritazione oculare, secchezza delle fauci, irritazione del cavo orale. Per quanto riguarda la modalità di uso, è stata ipotizzata una non adeguata irrigazione del terreno che, in combinazione con una elevata temperatura ambientale (superiore ai 25°C), può avere favorito la dispersione ambientale dell’agente. DISCUSSIONE Le caratteristiche di tossicità degli agenti fitosanitari e la loro ampia diffusione richiedono attente verifiche sulla sicurezza dei prodotti in commercio e su eventuali effetti sulla salute umana che da questi possono derivare. Un contributo di particolare rilevanza per queste attività può derivare dalla sorveglianza delle intossicazioni acute. Infatti, la disamina di questo evento permette di segnalare tempestivamente condizioni di pericolosità originate sia da errate modalità di impiego che da caratteristiche tossicologiche non adeguatamente evidenziate dai dati sperimentali disponibili (4). Le osservazioni effettuate nel 2005 dal programma SIAF confermano sostanzialmente quanto precedentemente descritto (3). In particolare, viene nuovamente evidenziata la pericolosità dei prodotti a base di metomil, composto classificato come molto tossico (T+) e recentemente sottoposto a revoca da parte della Commissione delle Comunità Europee (5). Altro agente che ha evidenziato una elevata pericolosità per gli operatori è stato l’idrogeno cianammide, per cui sono stati riportati sette casi di gravità moderata su un totale di 17 intossicazioni rilevate. Tale osservazione, indica che nel 2005 le misure di prevenzione adottate a seguito di precedenti se- G Ital Med Lav Erg 2007; 29:3 www.gimle.fsm.it gnalazioni (6), comprendenti la riclassificazione del prodotto da nocivo (Xn) a tossico (T) e alcune modifiche alle indicazioni presenti in etichetta, non hanno ancora ottenuto il risultato auspicato. Le osservazioni effettuate in riferimento agli incidenti domestici ribadiscono l’importanza di iniziative didattiche che, nell’ambito dei corsi per la formazione degli utilizzatori di antiparassitari, dedichino una particolare attenzione ad illustrare il rischio da contaminazione cui possono essere esposti non solamente gli stessi agricoltori ma anche i loro familiari, qualora non vengano rispettate le misure di sicurezza per una corretta conservazione dei prodotti. Gli episodi di esposizione collettiva a geodisinfestanti con 23 soggetti coinvolti evidenziano l’opportunità di un’attenta disamina delle modalità di applicazione attualmente previste per questi prodotti. BIBLIOGRAFIA 1) Italia. Decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 194. Gazzetta UfficialeSupplemento ordinario n. 122, 27 maggio 1995. 2) Italia. Accordo tra Stato Regioni e Province Autonome del 8 marzo 2003. Gazzetta Ufficiale del 27 maggio 2003. 3) Settimi L, Davanzo F, Marcello I, Locatelli C, Russo A, Cilento I, Farina ML, Maiozzi P, Sesana F, Crobe A, Miceli G, Faraoni L. Intossicazioni acute da fitosanitari rilevate in Italia nel 2004. Rapporti ISTISAN 2006; 52: 3-15. 4) CDC-NIOSH Pesticide illness & Surveillance http://www.cdc.gov/ niosh/topics/pesticides; ultima consultazione 30/10/2007. 5) Comunità Europea. Decisione della Commisione del 19 settembre 2007. Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea L. 255/40, 29 settembre 2007. 6) Settimi L., Marcello I, Davanzo F, Faraoni L, Miceli G, Richmond D, Calvert GM. Update: hydrogen cyanamide-related illnessessItaly, 2002-2004. CDC MMWR (Morbidity and Mortality Weekly Report) April 29, 2005; 54: 405-408. COM-04 ESPOSIZIONE PROFESSIONALE A FORMALDEIDE IN SALA SETTORIA DI MEDICINA LEGALE E IN LABORATORI DI ANATOMIA PATOLOGICA L. Vimercati1, A. Carrus1, A. Dell’Erba2, G. Assennato3 1 Sezione di Medicina del Lavoro “B. Ramazzini”, Dipartimento di Medicina Interna e Medicina Pubblica, Università degli Studi di Bari 2 Sezione di Medicina Legale, Dipartimento di Medicina Interna e Medicina Pubblica, Università degli Studi di Bari 3 Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale - ARPA Puglia Direzione Generale Corrispondenza: Antonio Carrus, Dipartimento di Medicina Interna e Pubblica, Sezione di Medicina del Lavoro “B. Ramazzini”, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Bari, Policlinico, Piazza G. Cesare 11, 70124 Bari, Tel. 080 5478216, Fax 080 5478370, e-mail: [email protected] RIASSUNTO. Lo scopo del presente studio è stata la caratterizzazione e la valutazione dell’esposizione personale a formaldeide aerodispersa in lavoratori che operano in una sala settoria di Medicina Legale e in un gruppo di laboratori di Anatomia Patologica. A tale scopo sono stati effettuate misure di formaldeide mediante campionatori passivi Radiello® e successiva analisi in Cromatografia Liquida al Alte Prestazioni (HPLC). I livelli di esposizione misurati in questo studio, benché inferiori a quelli riportati da altri Autori, in relazione a realtà lavorative analoghe, sono risultati superiori al valore limite di soglia NIOSH-TWA e in alcuni casi è stato osservato il superamento anche del valore Ceiling proposto dall’ACGIH e pari a 0,37 mg/m3. Parole chiave: formaldeide, esposizione professionale, sala settoria, anatomia patologica. OCCUPATIONAL EXPOSURE TO FORMALDEHYDE IN AUTOPSY ROOM AND IN PATHOLOGIC ANATOMY LABORATORIES