Nota 20 - Sintesi Nota aggiornamento DEF 2016

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Note di lettura
Nota di aggiornamento
al Documento di
Economia e Finanza 2016
a cura della Segreteria Tecnica
Nota n. 20/2016 – 30 settembre 2016
Nota 20/2016 – Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza
Premessa
Il Consiglio dei Ministri del 27 settembre 2016 ha approvato la Nota di aggiornamento al
Documento di Economia e Finanza che aggiorna il quadro macroeconomico rispetto alle stime
dello scorso aprile e fornisce indicazioni sulle tendenze e gli obiettivi di finanza pubblica. La
Nota costituisce un passaggio propedeutico alla definizione della Legge di Bilancio e
quindi del Draft Budgetary Plan 2017 da presentare alle istituzioni europee entro il prossimo 15
ottobre.
Cosa è
La Nota di Aggiornamento al DEF, prevista dalla Legge 7 aprile 2011 n.39, art.2, deve
essere presentata alle Camere il 27 settembre di ogni anno. La presentazione della Nota
consente di aggiornare le previsioni economiche e di finanza pubblica in relazione alla
maggiore stabilità e affidabilità delle informazioni disponibili sull’andamento del quadro
macroeconomico (per cui sono disponibili i dati relativi ai primi due trimestri dell’anno) e di
finanza pubblica rispetto a quelle utilizzate per il DEF. In secondo luogo, la Nota permette di
aggiornare gli obiettivi programmatici, in considerazione delle eventuali raccomandazioni
approvate dal Consiglio dell’Unione europea.
Sintesi
Di fronte al mutato quadro internazionale e a segnali di rallentamento della domanda interna, il
Governo ha deciso di adottare una impostazione di politica di bilancio più orientata alla
crescita, rivedendo gli obiettivi di indebitamento netto e la composizione qualitativa
della manovra per il 2017-2019.
Il quadro programmatico di finanza pubblica è costruito su due assi portanti.
Innanzitutto, come programmato nel DEF, nel 2017 sarà evitata l’entrata in vigore degli
aumenti IVA previsti dalla legislazione vigente. Saranno poi introdotte misure a favore
della crescita attraverso la riduzione del carico fiscale e contributivo per le imprese. Inoltre,
si intende promuovere un aumento degli investimenti privati e della produttività e generare
ulteriori ricadute positive sul mercato del lavoro. Altri interventi sono volti ad incrementare gli
investimenti pubblici e a sostenere i redditi delle famiglie.
Questi interventi sono resi possibili dalla prosecuzione del processo di revisione della
spesa e dalla strategia di contrasto all’evasione.
In linea con la riduzione della spesa e delle imposte sui redditi di famiglie e imprese prosegue
anche la diminuzione della pressione fiscale. La somma delle diverse riduzioni d’imposta o
di misure equivalenti ha portato la pressione fiscale al 42,1% nel 2016, dal 43,6 del 2013.
Nel 2017 l'aliquota dell’Ires scenderà dal 27,5 al 24%. Questo intervento segue i tagli
del cuneo fiscale implementati mediante gli interventi sull'Irpef dei lavoratori con i redditi più
bassi e la cancellazione della componente lavoro dell'Irap, oltre che l'eliminazione della Tasi
sulla prima casa.
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Scenario macroeconomico di previsione
La Nota presenta uno scenario di previsione tendenziale e uno programmatico, in analogia con
il DEF 2016. I due scenari sono accomunati dalle stesse assunzioni circa il quadro esogeno
internazionale.
Nel corso dell’anno si sono progressivamente deteriorate le prospettive di crescita del prodotto
a livello internazionale, che oggi appaiono più modeste e caratterizzate da significativi rischi al
ribasso.
Le proiezioni tendenziali si basano sulla legislazione vigente e tengono conto, in particolare,
degli effetti sull’economia degli aumenti di imposte indirette (clausole di salvaguardia) per il
2017 e 2018. Nel determinare il tendenziale sono presenti, tuttavia, anche il taglio
dell’imposizione fiscale sulle imprese di capitali, operativo da gennaio 2017, e altre misure di
stimolo alla crescita approvate dalla Legge di Stabilità 2016 che saranno confermate.
In considerazione del nuovo quadro internazionale, le previsioni di crescita del Pil dello
scenario tendenziale sono state riviste al ribasso per il 2017 (da +1,2% a +0,6%).
Restano immutate le prospettive di crescita per il biennio successivo, quando assume meno
rilevanza la variazione del quadro internazionale e prendono pienamente corpo gli effetti delle
riforme strutturali e le misure di sostegno alla crescita già prese dal Governo.
Quadro macroeconomico tendenziale
(Variazioni % rispetto all’anno precedente)
2015
2016
2017
2018
2019
PIL
0,7
0,8
0,6
1,2
1,3
Consumi finali nazionali
1,0
1,0
0,3
0,7
1,0
Investimenti
1,3
1,9
1,5
2,6
2,8
- Macchinari
1,4
0,6
1,8
3,1
3,6
- Costruzioni
-0,4
0,6
1,0
2,2
2,0
Esportazioni
4,3
1,3
2,5
3,3
3,5
Importazioni
6,0
2,3
2,2
3,2
3,8
Occupazione (ULA)
0,8
0,9
0,4
0,6
0,8
Il quadro macroeconomico programmatico, invece, tiene conto dell’impatto sull’economia
delle misure che saranno presentate al Parlamento nel disegno di Legge di Bilancio e che
caratterizzano la strategia di politica fiscale del Governo per il prossimo triennio.
Le caratteristiche della manovra programmata sono le seguenti. Per quanto riguarda il
2017, vengono meno gli aumenti di imposta connessi all’attivazione delle clausole di
salvaguardia per mantenere gli impegni di finanza pubblica previsti nella Legge di Stabilità
2016.
Per quanto riguarda gli investimenti, i nuovi interventi pubblici riguarderanno il potenziamento
degli investimenti infrastrutturali e ambientali. Saranno rafforzati gli incentivi fiscali per il
settore privato già previsti da precedenti disposizioni normative e introdotte nuove leve per la
ripresa dell’accumulazione di capitale che è essenziale per accrescere il potenziale di crescita e
innovatività dell’economia italiana. Vi saranno inoltre interventi di sostegno ai pensionati a
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rischio di povertà e per favorire la flessibilità d’ingresso nel sistema previdenziale. Ulteriori
interventi riguarderanno il rafforzamento delle misure per il sostegno alle famiglie.
Al finanziamento di queste misure contribuiranno misure volte ad accrescere la fedeltà fiscale e
a ridurre i margini di evasione ed elusione, e sul lato delle spese nuove misure di riduzione
strutturale della spesa corrente.
Il Governo intende inoltre operare, ove necessario, ulteriori interventi per l’emergenza sisma,
la messa in sicurezza del patrimonio abitativo e del territorio e la gestione del fenomeno
migratorio.
L’insieme di questi interventi produce un significativo impatto positivo sulla crescita rispetto
alla previsione tendenziale nel 2017: rispetto allo scenario tendenziale, si prevede un
incremento del tasso di crescita del Pil di 0,4 punti percentuali nel 2017; l’impatto sarebbe
nullo nel 2018 e negativo l’anno seguente.
Impatto sul Pil dello scenario programmatico rispetto a quello tendenziale
2017
2018
2019
Totale
0,4
0,0
-0,1
Rimodulazione imposte indirette
0,3
0,1
-0,2
Misure con effetti espansivi
0,2
0,1
0,1
Politiche invariate
0,1
0,0
0,0
-0,2
-0,2
0,0
Coperture finanziarie
Finanza pubblica
Per il 2016 l’indebitamento netto a legislazione vigente si dovrebbe attestare al 2,4% del
Pil. Per gli anni 2017-2019 è atteso un progressivo miglioramento, fino al conseguimento di un
deficit nominale nullo a fine periodo, contro il surplus di circa 0,4 punti di Pil prefigurato in
aprile. L’evoluzione dell’indebitamento netto è l’effetto combinato del calo degli interessi
passivi e dell’incremento dell’avanzo primario, a sua volta trainato dal rafforzamento della
crescita economica previsto dal 2018.
L’avanzo primario in rapporto al Pil, all’1,5% quest’anno, si è accompagnato alla
stabilizzazione della spesa corrente primaria e all’inversione di tendenza degli investimenti
pubblici, cresciuti dello 0,2% dopo cinque anni consecutivi di riduzioni. L’avanzo è previsto
collocarsi al 2,1% nel 2017, al 2,8% nel 2018 e al 3,4% nel 2019.
La spesa per interessi, che è attesa collocarsi nell’anno corrente a circa 66 miliardi, scenderà
gradualmente dal 4,0% del Pil nel 2016 al 3,4% nel 2019, con riduzioni in termini nominali
lungo l’intero periodo di previsione.
Nel 2016 la pressione fiscale a legislazione vigente cala di 0,8 punti percentuali rispetto al
2015, collocandosi al 42,6%. Nel 2017 presenta un lieve rialzo, rimanendo poi costante al
42,7% fino al 2019. Le stime a legislazione vigente riflettono l’aumento del gettito atteso
dall’entrata in vigore delle clausole di salvaguardia introdotte da precedenti disposizioni
legislative. Il Governo conferma, tuttavia, l’impegno a disattivare nel 2017 l’aumento previsto
delle aliquote IVA, questo comporterà pertanto ulteriori riduzioni della pressione fiscale.
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Nota 20/2016 – Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza
Principali aggregati delle Amministrazioni Pubbliche a legislazione vigente
(Valori in % del PIL)
2015
2016
2017
2018
2019
-2,6
-2,4
-1,6
-0,8
0,0
Spesa per interessi
4,2
4,0
3,7
3,6
3,4
Avanzo primario
1,5
1,5
2,1
2,8
3,4
Pressione fiscale
43,4
42,6
42,8
42,7
42,7
Indebitamento netto
Il percorso programmatico di finanza pubblica tracciato dal Governo nel 2016 prevede un
obiettivo di indebitamento netto al 2,4% del Pil. L’obiettivo di indebitamento netto per il 2017
è rivisto dall’1,8 al 2,0%. Per il biennio successivo, l’andamento dell’indebitamento netto è
previsto in forte discesa, fino al raggiungimento del sostanziale pareggio di bilancio (-0,2%)
nel 2019.
Per il 2016 si stima che il rapporto debito/Pil si attesti al 132,8%, un livello superiore al
dato programmatico pubblicato nel DEF di aprile, pari al 132,4%. Tale variazione è dovuta sia
all’evoluzione più modesta attesa per il Pil nominale, sia alla riduzione significativa degli introiti
previsti dalle privatizzazioni per l’anno in corso. Il profilo del rapporto inizia a ridursi dal 2017,
per raggiungere un livello pari al 126,6% nel 2019, con una velocità di discesa che è
sostanzialmente in linea con quella prevista ad aprile.
Nel 2017 il rapporto è previsto attestarsi al 132,5%, in riduzione di circa 0,3 punti percentuali
rispetto al 2016. Nel DEF questa riduzione risultava più ampia, nell’ordine di 1,5 punti
percentuali, a causa principalmente di una diminuzione più accentuata del Fabbisogno di cassa
del Settore Pubblico e di una migliore dinamica prevista del livello del Pil nominale.
Quadro programmatico sintetico di finanza pubblica
(Valori in % del PIL)
Indebitamento netto
Interessi
Avanzo primario
Debito
2015
2016
2017
2018
2019
Nota agg.
-2,6
-2,4
-2,0
-1,2
-0,2
DEF 2016
-2,6
-2,3
-1,8
-0,9
0,1
Nota agg.
4,2
4,0
3,7
3,6
3,4
DEF 2016
4,2
4,0
3,8
3,6
3,5
Nota agg.
1,5
1,5
1,7
2,4
3,2
DEF 2016
1,6
1,7
2,0
2,7
3,6
Nota agg.
132,3
132,8
132,5
130,1
126,6
DEF 2016
132,7
132,4
130,9
128,0
123,8
La flessibilità
Gli obiettivi di finanza pubblica programmatici della Nota sono volti a fare un uso efficace
della flessibilità concessa dal Patto di Stabilità in caso di attuazione di rilevanti riforme
strutturali e di investimenti che innalzino il potenziale di crescita dell’economia.
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Nota 20/2016 – Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza
Il Governo è impegnato a utilizzare pienamente i margini di flessibilità per la politica fiscale
previsti dall’ordinamento europeo in materia di riforme strutturali e a chiedere l’applicazione
della clausola per gli investimenti, al fine di sostenere l’economia del Paese.
A giudizio del Governo ricorrono le condizioni di legge per operare una revisione del
sentiero di discesa del disavanzo strutturale, con un aggiustamento fiscale più graduale
rispetto a quanto indicato nel DEF.
Rispetto ad aprile, sono peggiorate le stime dell’output gap che indica un sostanziale
deterioramento delle condizioni cicliche. Inoltre, ricorrono eventi eccezionali, quali il sisma
del 24 agosto che pone l’urgenza di metter mano a un piano organico di messa in sicurezza del
territorio nazionale, oltre all’emergenza della ricostruzione. L’intensità del fenomeno migratorio
rende necessario impostare una politica di ampio respiro nella gestione dell’immigrazione.
In ragione di queste circostanze eccezionali, il Governo ha chiesto al Parlamento
l’autorizzazione a utilizzare, ove necessario, ulteriori margini di bilancio sino a un
massimo dello 0,4% del Pil per il 2017. In tal caso, l’indebitamento netto potrà pertanto
ulteriormente aumentare nel 2017 per un importo massimo di 7,7 miliardi di euro, che include
le spese per gli interventi finalizzati alla messa in sicurezza del territorio e alla gestione del
fenomeno migratorio.
(a cura di Enrico Martini)
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