La domanda di statistiche economiche

STATISTICA ECONOMICA
STATISTICA PER
L’ECONOMIA
a.a. 2009-2010
Facoltà di Economia, Università Roma Tre
Le statistiche economiche sono i riassunti dei
dati che descrivono le grandezze economiche rilevanti, quelle
con le quali (coscienti o no) ci confrontiamo ogni giorno.
Rispondono alla domanda di informazioni economiche,
sempre maggiore e sempre più articolata ed esigente.
Soggetti differenti (ed es. politici, amministratori, sindacati
dei lavoratori, organismi di rappresentanza, imprenditori,
dirigenti d’azienda, operatori del terzo settore, associazioni
dei consumatori, famiglie, singole persone) hanno necessità
di informazioni specifiche a diverse scale di dettaglio e con
differente tempestività.
La Statistica economica
ha l’obiettivo di sviluppare concetti, definizioni,
classificazioni e metodi per produrre informazioni statistiche
che descrivano lo stato e l’andamento, nel tempo e nello
spazio, dei fenomeni economici.
Queste informazioni sono impiegate per analizzare i
comportamenti degli operatori economici, effettuare
previsioni sulla dinamica degli aggregati economici,
prendere decisioni di politica economica ed aziendale,
valutare pro e contro di investimenti alternativi, ...
Le fonti di dati quantitativi di natura economica possono
essere raggruppate in tre grandi categorie:
• le statistiche economiche ufficiali
– rispondono a criteri di qualità concordati e verificati
a livello internazionale
– sono adatte a descrivere fenomeni a livello macro
– sono caratterizzate da un grado elevato di
accessibilità
– cercano di rispondere all’esigenza di tempestività e
accuratezza (necessitano di revisione).
• dati sistematici di fonti ritenute autorevoli
Le statistiche sul sistema economico italiano sono numerose:
• dati prodotti da altri soggetti
– in genere non sono sottoposti a procedure di
validazione
– sono prodotti occasionalmente
– hanno un tasso di evoluzione elevato
– affidato agli utilizzatori la valutazione della qualità.
• alcuni dati sono prodotti da organismi pubblici, altri da
istituti di ricerca privati;
• alcuni sono basati su solide rilevazioni condotte su
migliaia di casi e con metodologie statistiche
consolidate, altri provengono da sondaggi d’opinione
svolte su poche centinaia di individui;
• per alcune fonti sono disponibili dettagliate
informazioni sulle metodologie statistiche adottate, per
altre la documentazione è scarsa o inesistente.
Obiettivo: cercare di sviluppare la capacità di leggere le
statistiche economiche.
Differenze non sempre colte dall’utente.
Dati proposti al pubblico indipendentemente dalla loro
qualità o affidabilità.
Necessario saper valutare criticamente l’informazione che
viene resa disponibile, selezionare quella rilevante,
confrontare le fonti, possibilmente integrarle.
Quadro delle principali statistiche economiche prodotte
dall’Istituto nazionale di statistica (ISTAT), dalla Banca
d’Italia e da altre istituzioni pubbliche, cioè dei dati
utilizzati per l’analisi ed il disegno delle politiche
economiche maggiormente citati dai mezzi di
comunicazione.
Richiami essenziali alla metodologia.
40
40
60
60
80
80
100
100
120
Ad esempio procedure di destagionalizzazione per consentire
una lettura congiunturale corretta.
1990
1995
2000
2005
1995
2000
2005
2010
2010
Indice della produzione industriale (base 2000=100), da
gennaio 1990 a luglio 2009 - dati corretti per i giorni
lavorativi (Conistat-Istat)
1990
1995
2000
2005
2010
1990
1995
2000
2005
2010
1990
1995
2000
2005
2010
85
90
40 60 80 100 120
95
100
105
40 60 80 100 120
Indice della produzione industriale (base 2000=100), da
gennaio 1990 a luglio 2009 - dati grezzi (Conistat-Istat)
40 60 80 100 120
1990
1990
1995
2000
2005
2010
Indice della produzione industriale (base 2000=100), da
gennaio 1990 a luglio 2009 - dati destagionalizzati e corretti
per i giorni lavorativi(Conistat-Istat)
Indice della produzione industriale (base 2000=100), da
gennaio 1990 a luglio 2009 - dati grezzi, corretti per i giorni
lavorativi, destagionalizzati e corretti per i giorni lavorativi
(Conistat-Istat)
Qualunque misura del funzionamento di un sistema
economico dipende da una particolare teoria, cioè da una
particolare visione della realtà.
Non esiste un’unica visione della realtà, ma numerose teorie
al cui interno sono stati sviluppati specifici strumenti di
misurazione (ad esempio la definizione di ciclo economico,
di benessere o di occupazione/disoccupazione).
Il manuale di contabilità nazionale al quale si attiene l’Istat
e che rappresenta la versione europea dello SNA è il
Sistema Europeo dei Conti Nazionali e Regionali (SEC95),
approvato nel 1996 come regolamento del consiglio europeo
e predisposto dall’Istituto statistico dell’Unione Europea
(Eurostat) con la collaborazione dei servizi statistici dei
paesi membri.
Il Sec95 permette una descrizione quantitativa completa e
comparabile dell’economia dei paesi membri dell’Unione
europea, attraverso un sistema integrato di conti di flussi e
di conti patrimoniali definiti per l’intera economia e per
raggruppamenti di operatori economici (settori
istituzionali).
Più di frequente l’interesse è rivolto ai confronti di natura
temporale, cioè allo studio della dinamica temporale delle
variabili economiche, ad esempio per studiare lo sviluppo
del sistema nel tempo (ad esempio:
tassi di crescita del PIL,
andamento dell’inflazione,
convergenza delle economie regionali,
spostamenti delle preferenze nella composizione del
portafoglio finanziario degli operatori).
Un’altra importante tipologia di analisi riguarda i confronti
di tipo spaziale e temporale tra specifici settori di attività o
aree geografiche.
L’attuale produzione di statistiche economiche è basata su
un insieme di concetti e definizioni ampiamente condivisi a
livello internazionale. Il sistema maggiormente impiegato è
quello codificato nel System of National Accounts (SNA),
pubblicato nel 1993 dalle principali organizzazioni
internazionali (Organizzazione delle Nazioni Unite, ONU;
Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo, OCSE;
Fondo Monetario Internazionale, FMI; Banca Mondiale,
BM; Ufficio Statistico della Comunità Europea, Eurostat).
Lo SNA contiene un vasto insieme di concetti, definizioni e
classificazioni per la misurazione dell’attività economica e la
rappresentazione di numerosi fenomeni economici. E’
soggetto a periodiche revisioni (natura convenzionale).
La produzione di statistiche economiche è volta a soddisfare
la domanda degli utilizzatori, che può essere rivolta
all’analisi del livello delle variabili economiche, ad esempio
per valutare la struttura del sistema nel suo complesso. In
questo caso l’interesse è nei confronti del valore assoluto di
una certa grandezza (ad esempio:
valore aggiunto ed occupazione,
reddito distribuito per settore,
importazioni ed esportazioni per gruppi di prodotti,
consumi finali per capitoli di spesa,
investimenti fissi per branca di attività economica,
consistenze e flussi di attività e passività finanziarie).
Per valutare la salute di un sistema economico si fa di solito
riferimento al livello e all’andamento del Prodotto Interno
Lordo (PIL) ai prezzi di mercato, che rappresenta il flusso di
beni e servizi prodotti dalle unità produttrici residenti in un
certo paese in un dato intervallo di tempo (il trimestre,
l’anno).
Il livello del PIL per abitante rappresenta la misura
sintetica più usata (soprattutto nei confronti internazionali)
del benessere economico di un certo paese.
La variazione nel tempo del PIL in termini reali (cioè al
netto delle variazioni dei prezzi) misura la crescita
economica.