OSSERVATORIO ASTRONOMICO GALILEO GALILEI 28019 SUNO (NO) - Tel. 032285181 - 032285210 apansuno @ tiscalinet.it www.apan.it BOLLETTINO N. 250 Mercoledì 1 settembre 2010, dopo le ore 21, in osservatorio, per i tradizionali incontri del primo mercoledì di ogni mese, vi sarà una serata di osservazioni al telescopio. La Luna sarà all’ultimo quarto. Sorgerà tardi e pertanto si potranno osservare gli oggetti del cielo profondo estivo, quali gli ammassi di Ofiuco, il globulare M13 in Ercole, la nebulosa anulare della Lira, al nebulosa Dum Bell nella Vulpecola, le costellazioni del Cigno, dell’Aquila, di Acquario e Pesci. Giove sarà visibile dopo le 22; sarà basso all’orizzonte est nella costellazione dei Pesci ed in congiunzione con Urano. Venere, Marte e Saturno saranno visibili al tramonto molto bassi all’orizzonte ovest nella costellazione della Vergine, immersi nel bagliore del crepuscolo. Mercurio non sarà visibile in quanto in congiunzione con il Sole. Nelle scorse settimane non è quasi stato possibile osservare lo sciame delle stelle cadenti delle Perseidi in quanto nei giorni opportuni il tempo è stato prevalentemente nuvoloso. Dal 25 agosto al 8 di settembre si potranno vedere le Aurigidi, il cui massimo è previsto il giorno 01/09. MERIDIANE E QUADRANTI SOLARI Sempre in comune di Orta, in Via Giovannetti n. 38, s’intravede un quadrante solare disposto su parete declinante verso Ovest con stilo polare e linee orarie francesi. È parzialmente coperto da un pino (a cura di Salvatore Trani) RECENSIONI Federico Taddia, Margherita Hack PERCHE’ LE STELLE NON CI CADONO IN TESTA? Editoriale Scienza – Pag. 96 – ed. 2010-08-26 Formato 21x16 cm Euro 11.90 "Perché le stelle non ci cadono in testa?" è il primo libro a carattere astronomico di una nuova collana, "Teste Toste", lanciata recentemente da Editoriale Scienza. Ma chi sono le "teste toste"? Sono quelle di tutti i bambini e i ragazzi curiosi di scienza da un lato, e, dall'altro, sono quelle degli scienziati, donne e uomini che alla scienza, alla ricerca e allo studio dedicano la loro vita. Federico Taddia, giovane autore radiofonico e televisivo, conduttore di programmi per ragazzi e collaboratore di diverse testate giornalistiche, ha avuto l'idea di raccogliere dubbi e quesiti dei primi e di fare da "mediatore" con i secondi. Non da scienziato quindi, ma, vestendo i panni dello studente curioso e insaziabile, ha voluto mettere in comunicazione i due mondi: quello dei ragazzi con i loro tanti "perché" e quello della scienza. La "testa tosta" intervistata in questo libro è Margherita Hack, astrofisica di fama internazionale, appassionata e instancabile divulgatrice. A lei Federico Taddia rivolge tanti quesiti: sulle stelle, l'Universo e il sistema solare, sulla Luna, la Terra e i pianeti, sui buchi neri e i misteri della fisica, su l'effetto serra e la vita extraterrestre....e molti altri ancora. C'è spazio anche per qualche domanda più personale, su come è nata in lei la passione per l'astronomia e sul suo lavoro di scienziata. A tutte, Margherita Hack risponde con un linguaggio scientificamente rigoroso, ma semplice e accessibile (e talvolta anche con un pizzico di ironia). Il libro, arricchito dalle divertenti illustrazioni di Roberto Luciani a commento di ogni tema trattato, è adatto ai bambini tra gli 8 e i 10 anni, ma anche i grandi non si annoieranno. Come ci suggerisce l'autore stesso, l'opera può essere letta in tanti modi: dall'inizio alla fine o dalla fine all'inizio, scegliendo un argomento o saltellando qua e là. I giovani lettori poi che non si accontentano, che hanno qualche domanda in più da porre, qualche curiosità in più da soddisfare, potranno rivolgersi direttamente a Margherita (le istruzioni su come fare si trovano in fondo al libro) e lei risponderà personalmente. Ma allora....perché le stelle non ci cadono in testa? La risposta è a pagina 71. (a cura di Silvano Minuto) RW AURIGAE RW Aurigae: AR 05 07 49 Dec + 30 24 05 Spettro G5 Variabile peculiare, prototipo delle stelle della sua classe, la scoperta è avvenuta nel 1906, Ceraski, all’Osservatorio di Mosca. Si può rintracciare tra le stelle iota Aur e beta Tau. La magnitudine varia tra 9,6 e 13,6 con periodi irregolari di poche ore. Si tratta di una variabile eruttiva con espulsione di gas e perdita di massa. Stella molto giovane che dista circa 230 anni luce da noi. DIARIO ASTRONOMICO – SETTEMBRE 2010 Data Ora (TT) 1 08 55 Fenomeno Massimo dello sciame meteorico della Alfa Aurigidi, osservabili dal 25 agosto all’8 di settembre 1 19 21 Luna: ultimo quarto 1 20 03 Venere a 1,2° a sud di Alfa Virginis (Spica – mag. 1.0) 1 21 58 Luna 7.2° a nord di Aldebaran (Alfa Tauri – mag 0.8). Migliori condizioni di osservabilità dopo la levata della Luna, attorno alle 23.30 2 05 00 Massima librazione lunare in longitudine. Visibile il lembo orientale 3 14 34 Mercurio in congiunzione inferiore con il Sole 4 16 27 Marte 2.2° a nord di Spica (Alfa Virginis – mag. 1.0) 5 04 46 La Luna occulta la stella SAO 97318, di mag. 6.0; la riapparizione avviene sul lembo oscuro. L’occultazione non è visibile dalle estreme regioni settentrionali, radente per parte della Liguria, Toscana, Emilia Romagna e Veneto 6 07 43 Venere all’afelio (0,72825 UA) 8 05 58 Luna al perigeo (357190 Km) 8 12 29 Luna Nuova 10 01 00 Massima librazione lunare in latitudine. Visibile il polo nord 11 03 17 Luna 3.5° a sud di Spica (Alfa Virginis, mag. 1.0). Migliori condizioni prima che la Luna tramonti, attorno alle 20 10 del giorno precedente 11 09 01 Luna 5.4° a sud di Marte. Migliori condizioni di osservabilità poco dopo il tramonto, attorno alle 20.00 11 14 47 Luna 1.1° a sud di Venere. Occultazione non visibile dall’Italia; migliori condizioni di osservabilità poco dopo il tramonto, attorno alle 20 00 12 05 09 Mercurio stazionario in Ascensione Reetta 13 13 56 Mercurio 5.6° a sud-est di Regolo (Alfa Leonis, mag. 1.3) 14 01 50 Minimo di Algol, ben osservbile 14 03 00 Massima librazione lunare in longitudine. Visibile il lembo occidentale 14 07 41 Luna 1.8° a nord di Antares (Alfa Scorpii, mag. 1.0). Migliori condizioni prima che la Luna tramonti, attorno alle 22 10 del giorno precedente 15 07 49 Luna: primo quarto 16 22 40 Minimo di Algol, ben osservabile 19 19 10 Mercurio alla massima elongazione ovest (18° dal Sole) 20 16 49 Luna 3.7° a nord di Nettuno. Migliori condizioni di osservabilità poco dopo il tramonto, attorno alle 19 40 21 10 02 Luna all’apogeo (406 165 Km) 21 11 46 Mercurio al perielio (0.30650 UA) 21 13 35 Giove in opposizione al Sole 21 18 58 Urano in opposizione al Sole 22 21 27 Giove 53’ a sud di Urano 23 02 49 La Luna occulta la stella 16 Piscium, di mag. 5.7; la scomparsa avviene dietro il lembo oscuro così come la riapparizione che si verifica alle 3 12,. L’occultazione è visibile dall’Italia centro-settentrionale, radente per parte della Sardegna, Lazio, Abruzzo, Molise 23 05 09 Equinozio autunnale 23 11 17 Luna Piena 23 12 47 Luna 6.5° a nord di Giove. Migliori condizioni di osservabilità poco prima dell’alba, attorno alle 6 30 24 02 00 Massima librazione lunare il latitudine. Visibile il polo sud 28 08 48 Luna 1.5° a sud di M45 (Le Pleiadi). Occultazione non visibile dall’Italia. Migliori condizioni di osservabilità poco prima dell’alba, attorno alle 6 40 29 04 48 Luna 7.5° a nord di Aldebaran (Alfa Tauri, mag. 0.8) 29 08 24 Venere 6.5° a sud di Marte 30 09 00 Massima librazione lunare in longitudine. Visibile il lembo orientale. TT – 1 minuto = TU (TT tempo terrestre – TU tempo universale) Tempo civile = TU più 1 ora o 2 ore (nel periodo di ora legale) MANUALE AAVSO – PARTE DODICESIMA Pensando di fare cosa gradita a tutti, proseguiamo la pubblicazione della traduzione del manuale AAVSO con le indicazioni per l’osservazione delle stelle variabili. Le prime quattro parti del manuale sono state pubblicate in precedenti bollettini. Tipi di stelle variabili Esistono due specie di stelle variabili: quelle intrinseche o fisiche, nelle quali la variazione è dovuta a variazioni fisiche nella stella o nel sistema stellare, e quelle ottiche o pseudo-variabili, nelle quali la variabilità è dovuta all’eclisse di una stella da parte di un’altra o all’effetto della rotazione stellare. Le stelle variabili vengono solitamente suddivise in quattro classi principali: le variabili intrinseche pulsanti e cataclismiche (eruttive), e le variabili ottiche binarie ad eclisse e stelle rotanti. Di solito, ai principianti si raccomanda di osservare variabili pulsanti a lungo periodo e semiregolari, che hanno un intervallo di variazione molto ampio. Inoltre, sono sufficientemente numerose cosicché molte di esse si trovano vicino a stelle luminose, cosa molto utile quando bisogna localizzarle. In questo capitolo verrà data una breve descrizione dei tipi principali in ciascuna classe. Verrà anche menzionato il tipo spettrale della stella. Se vi interessa saperne di più su spettri stellari ed evoluzione stellare, potrete trovare notizie su questi argomenti in testi di base di astronomia. VARIABILI PULSANTI Le variabili pulsanti sono stelle che mostrano espansione e contrazione periodica degli strati superficiali. Le pulsazioni possono essere radiali o non radiali. Una stella pulsante radialmente rimane di forma sferica, mentre una stella con pulsazioni non radiali può deviare periodicamente dalla sfera. I tipi seguenti di variabili pulsanti possono essere distinti in base al periodo di pulsazione, alla massa ed allo stadio evolutivo della stella, e alle caratteristiche delle pulsazioni. Cefeidi – Le variabili cefeidi pulsano con periodi tra 1 e 70 giorni, con variazioni luminose tra 0.1 e 2 magnitudini. Queste stelle massicce hanno luminosità elevata e sono di tipo spettrale F al massimo e tra G e K al minimo. Più la classe spettrale di una Cefeide è avanzata, più lungo è il periodo. Le Cefeidi obbediscono alla relazione periodo-luminosità. Le variabili Cefeidi possono essere buoni candidati per progetti osservativi per studenti poiché sono luminose ed hanno periodi brevi. Stelle RR Lyrae – Queste sono stelle giganti bianche, pulsanti, a breve periodo (da 0.05 a 1.2 giorni), di solito di classe spettrale A. Esse sono più vecchie e meno massicce delle Cefeidi. L’ampiezza della variazione delle RR Lyrae va generalmente da 0.3 a 2 magnitudini. Stelle RV Tauri – Sono supergiganti gialle con una variazione luminosa caratteristica con minimi alternativamente più o meno profondi. I periodi, definiti come l’intervallo di tempo tra due minimi profondi, vanno a 30 a 150 giorni. Le variazioni luminose possono arrivare a 3 magnitudini. Alcune di queste stelle mostrano variazioni cicliche a lungo termine da centinaia a migliaia di giorni. Generalmente, le classi spettrali vanno da G a K. Variabili a lungo periodo – Le variabili a lungo periodo (Long Period Variables, LPV) sono giganti o supergiganti rosse pulsanti con periodi tra 30 e 1000 giorni. Di solito sono di tipo spettrale M, R, C o N. Ne esistono due sottoclassi: Mira e Semiregolari. Mira – Queste giganti rosse variano con periodi tra 80 e 1000 giorni e variazioni luminose visuali di oltre 2.5 magnitudini. Semiregolari – Sono giganti e supergiganti che mostrano una periodicità apprezzabile accompagnata ad intervalli di variazione semiregolare o irregolare. I periodi vanno da 30 a 1000 giorni, generalmente con ampiezza di variazione inferiore a 2.5 magnitudini. Variabili irregolari – Queste stelle, che comprendono la maggior parte delle giganti rosse, sono variabili pulsanti. Come il nome implica, queste stelle mostrano variazioni di luminosità con periodicità assente o appena apprezzabile. VARIABILI CATACLISMICHE Le variabili cataclismiche (note anche come variabili eruttive), come il nome implica, sono stelle che subiscono occasionali, violente esplosioni, causate da processi termonucleari localizzati negli strati superficiali oppure in quelli interni. Supernovae – Queste stelle massicce mostrano improvvisi, drammatici e conclusivi aumenti di luminosità, fino a 20 o più magnitudini, come conseguenza di un’esplosione stellare catastrofica. Cos’è una curva di luce? Le osservazioni di stelle variabili vengono generalmente riportate su un grafico chiamato curva di luce, come luminosità apparente (magnitudine) in funzione del tempo, di solito espresso come data giuliana (JD, Julian Day). La scala di magnitudine è disposta in modo che la luminosità aumenti dal basso in alto lungo l’asse Y, mentre il JD aumenta andando da sinistra a destra lungo l’asse X. Dalla curva di luce possono essere determinate direttamente informazioni sul comportamento periodico delle stelle, il periodo orbitale delle binarie ad eclisse, o il grado di regolarità (o irregolarità) delle eruzioni stellari. Analisi più approfondite delle curve di luce permettono agli astronomi di calcolare parametri quali le masse o le dimensioni delle stelle. Diversi anni o decenni di dati osservativi possono rivelare una variazione nel periodo di una stella, che può essere un indizio di una variazione nella struttura della stella stessa. Diagrammi di fase I diagrammi di fase (noti anche come “curve di luce ripiegate”) sono utili strumenti per studiare il comportamento di stelle periodiche come le variabili Cefeidi e le binarie ad eclisse. In un diagramma di fase, diversi cicli di variazione luminosa sono sovrapposti l’uno all’altro. Invece di tracciare la magnitudine in funzione del JD come in una normale curva di luce, ogni osservazione viene tracciata in funzione della fase, ovvero di quanto è “avanzata nel ciclo”. Per gran parte delle stelle variabili, un ciclo ha inizio in corrispondenza della massima luminosità (fase=0), passa attraverso il minimo e torna di nuovo al massimo (fase=1). Nelle stelle binarie ad eclisse, lo zero della fase si ha al centro dell’eclisse (minimo). Un esempio di diagramma di fase per illustrare la curva di luce caratteristica è quello di beta Persei. CONGRESSO UAI 2010 A NAPOLI Nei giorni dal 23 al 26 settembre si svolgerà a Napoli il 43° Congresso dell’Unione Astrofili Italiani. Il Congresso avrà sede nell’auditorium dell’Osservatorio Astronomico di Capodimonte e prevede, oltre le Sessioni scientifiche, anche vari momenti di premiazione di astrofili ed associazioni particolarmente distintesi nelle loro attività in campo astronomico. Saranno inoltre presenti ditte che mostreranno prodotti inerenti al settore dell’Astronomia. Nel pomeriggio di Giovedi 23 Settembre sarà possibile effettuare la visita dell’Osservatorio e della Sede dell’UAN, ospitata nell’Osservatorio dal 1976; seguirà la conferenza di apertura del Congresso, tenuta dal Direttore dell’Osservatorio, il prof. Massimo Della Valle. I lavori Congressuali inizieranno ufficialmente Venerdi 24 e proseguiranno sino nella giornata di Domenica 26, con Sessioni che spaziano dal Sistema Solare all’ArcheoAstronomia, dall’Astronomia galattica alla divulgazione e didattica dell’Astronomia: relatori saranno astrofili e, tra questi, i Responsabili delle Sezioni di Ricerca dell’UAI. Presidenti delle Sessioni saranno professionisti ed esperti della materia, che apriranno i lavori con un loro intervento. Sabato pomeriggio sarà ospite del Congresso il prof. John Gribbin, autore di oltre 100 libri di divulgazione dell’Astronomia, che riceverà dalle mani del Presidente dell’UAI il Premio “G.B. Lacchini”; seguirà poi una conferenza pubblica. Il Congresso avrà termine poi nella tarda mattinata di Domenica 26. DANTE (1265 – 1321) Maestoso Divin poeta........astronomico! Voglio rammentare solo due frasi scritte ben prima dei tempi di Galileo (1564-1642). Sulle Stelle Cadenti (Paradiso XV, 13-18) "e sembra stella che tramuti loco se non che dalla parte ove s'accende nulla sen perde , ed esso dura poco " Sulla Via Lattea (Convivio trattato secondo XIV , 7) "La Galassia non è altro che moltitudine di stelle fisse in quella parte, tanto picciole che distinguere di qua giù non le potemo.... Meglio non commentare, ma solo gustare a fondo le affermazioni ! URANIO LENTA EVOLUZIONE DEGLI ASTEROIDI Le nuove osservazioni hanno confermato che molti degli asteroidi più grandi sono aggregati di rocce più piccole tenute insieme gravitazionalmente e si fissionano per effetto della radiazione solare La fascia degli asteroidi tra Marte e Giove viene spesso descritta come una zona morta di rocce solcata occasionalmente da un oggetto diretto a grande velocità verso il Sole. Ora un nuovo studio dipinge un quadro del tutto diverso, in cui avvengono cambiamenti graduali ma continui, in cui la radiazione solare porta questi oggetti a dividersi in due e a dare origine ad asteroidi tra loro indipendenti. “Le nostre analisi mostrano che gli asteroidi non sono inerti, né oggetti privi di interesse per gli scienziati”, ha spiegato Franck Marchis, astronomo dell'Università della California a Berkeley e coautore dello studio apparso sulla rivista Nature. “In realtà, i piccoli asteroidi evolvono molto lentamente verso sistemi binari e infine coppie di oggetti separati”. Marchis, con la collaborazione di colleghi statunitensi e cechi, ha analizzato l'evoluzione di 53 coppie e asteroidi binari separati. Dai dati raccolti, è emerso che tutte le coppie hanno masse e velocità tra loro simili, un dato che porta a ipotizzare un unico tipo di origine per fissione. I dati sperimentali ottenuti sono in buon accordo con una teoria di formazione degli asteroidi binari elaborata originariamente da Daniel Scheeres, docente di Scienze aerospaziali dell'Università del Colorado a Boulder, secondo cui essi si formerebbero per fissione rotazionale. I due membri della coppia, in tale teoria, possono divergere nelle loro traiettorie se il più piccolo ha meno del 60 per cento delle dimensioni dell'asteroide più grande. In tutte le coppie considerate nello studio, l'asteroide più piccolo ha massa inferiore a tale soglia relativa. Gli asteroidi di diametro maggiore o uguale a un chilometro che orbitano intorno al Sole sono circa un milione e si ritiene che molti di essi sono aggregati di rocce più piccole tenute insieme gravitazionalmente. Precedenti studi avevano mostrato come gli oggetti di questo tipo con diametro inferiore a 10 chilometri possono cominciare a ruotare più velocemente a causa dell'effetto Yarkovsky–O'Keefe–Radzievskii–Paddack (YORP): lo squilibrio tra radiazione assorbita su un lato e quella emessa dall'altro lato determina il moto di spin negli oggetti che differiscono dalla forma sferica. "La luce solare che incide su un asteroide di meno di 10 chilometri di diametro può cambiarne lo stato di rotazione su un periodo di alcuni milioni di anni, una versione a bassa velocità di come un mulino a vento reagisce al vento”, ha concluso Scheeres. Fonte: Le Scienze COPERNICO Due pubblicazioni ante De Revolutionibus Orbium Caelestium (1543) per comunicare la Teoria Eliocentrica di Copernico. Questa nota vuole ricordare che altre due pubblicazioni hanno annunciato al mondo il sistema eliocentrico prima della stampa e della divulgazione del "De revutionibus oorbium caelestium" di Nicolò Copernico (1473-1543), anche se divulgate in modo ristretto ad uomini di cultura. Le due pubblicazioni coinvolgono lo stesso Copernico ed il suo allievo Giorgio Gioacchino Retico (1514-1574). La prima pubblicazione porta il titolo "Nicolai Copernici de hypothesibus motuum caelestium a se constitutis commentariolus" nota con il semplice nome di "Commentariolus" è del 1514, quindi ben 29 anni prima del De Revolutionibus. Era un manoscritto in sei fogli nel quale è esposto una teoria che asserisce che la Terra si muove mentre il Sole è immobile "sexternus Theorice asserentis Terram moveri Solem vero quiescere". La seconda pubblicazione e la "Narratio prima" del Retico ed è del 1540 scritta dopo che lo stesso Retico aveva letto e studiato in anteprima del sistema copernicano in una copia già scritta del De Revolutionibus e del quale sistema eliocentrico si entusiasmò. Quindi arriviamo al 1543 quando viene presentato , sul letto di morte, a Copernico la prima copia del "De revolutionibus orbium caelestium" stampato a Norimberga dall'editore Johannes Petreius, che si svolgeva sulla traccia dell'Almagesto di Tolomeo che andava a sostituire nella cultura della scienza delle scienze , ovvero nell'Astronomia. URANIO LA COSTELLAZIONE DELLA FRECCIA Benché la costellazione della Freccia (Sagitta) sia di piccole dimensioni, le leggende a lei collegate sono varie. Questa peculiarità è dovuta al fatto che arco e freccia furono tra le armi più utilizzate nell’antichità. Le frecce più conosciute della mitologia sono senz’altro quelle appartenenti ad Eros, dio dell’amore. La storia a cui si fa in particolare riferimento narra, della freccia che scatenò la passione di Zeus per il fanciullo Ganimede. Il dio lo rapì portandolo con sé sull’Olimpo e lo fece diventare suo coppiere. Era risaputo per la sua bellezza della quale non aveva rivali. Vaticinio, divinazione, musica e medicina di queste arti e di molte altre Apollo ne era il dio, per esempio della sapienza, della verità, del Sole e come la sua gemella era un dio arciere. Fece particolare uso di questa arma per vendicarsi della morte di suo figlio Asclepio, dio della medicina. Fulminato per mano di Zeus, fece ciò per chetare le lamentele del dio degli inferi privato di nuovi sudditi a causa delle cure mediche. La vendetta di Apollo fu talmente piena di ira che scoccando una sola freccia riuscì ad uccidere i tre Ciclopi che rifornivano con tuoni e fulmini l’arsenale di Zeus. Secondo alcuni, questa sarebbe la famosa freccia posta nel cielo. L’ultima storia narra di Zeus, il quale, volendo distruggere tutto il genere umano sostituendolo con uno migliore, iniziò privandolo del fuoco e affamandolo. Il dio però, non aveva preso in considerazione chi invece avesse a cuore il destino della popolazione costui, era il titano Prometeo (il nome significa previdenza). Infatti, il titano rubò dall’Olimpo una brace ardente che nascose nel cavità di una pianta di finocchio e la donò al genere umano. Zeus, sentendosi ingannato ordinò a Ermes ed Efesto di legare Prometeo ad una roccia del Caucaso, dove un avvoltoio doveva divorargli il fegato che di notte ricresceva, in modo che, il supplizio fosse eterno. Venne poi liberato quando il centauro Chitone si immolò per salvarlo e Eracle uccise con una freccia l’aquila. Secondo la versione di Luciano (Dialoghi, VIII) fu lo stesso Zeus a liberare Prometeo in cambio di una preziosa informazione che riguardava un suo futuro figlio. A cura di Barbara Soldà IL SOLE IL 27 AGOSTO 2010 Immagine del Sole ripresa il giorno 28 agosto 2010 da Oreste Lesca con Canon 50D ed obbiettivo da mm. 400 ed Astrosolar. Si nota che è presente una sola macchia che ha comunque un duamtro paragonabile a quello di Mercurio INQUINAMENTO LUMINOSO Falene a rischio estinzione. Sotto accusa l’inquinamento luminoso. Secondo gli esperti le luci di lampioni e fari per illuminare le notti italiane attirano a sé numerosi lepidotteri notturni. Le farfalle mettendosi in evidenza sotto i riflettori finiscono facile preda di animali come ragni e pipistrelli che ne fanno vere e proprie stragi. Giorgio Baldizzone, entomologo astigiano di fama internazionale per le sue ricerche sui micro-lepidotteri, ha verificato che l’illuminazione della statua del Cristo di Maratea provoca la morte di 5mila falene a notte. Ha però aggiunto che sono soprattutto altre le aree dove gli insetti notturni hanno vita più difficile: per esempio gli stadi, le centrali elettriche, aree urbane fortemente illuminate. Soluzioni? L’unica è quella di schermare i lampioni in modo che la luce si concentri verso il basso e sostituire le lampade con quelle a spettro ristretto o a luce rossa. Sito: Airone 2009 FLY ME TO THE MOON Il cratere Schickard Nel quadrante Sud-Ovest della luna possiamo osservare il cratere "Schickard", un cratere di 233Km che risale al periodo Pre-Nectariano (da -4.55 miliardi di anni a -3.92 miliardi di anni). E' una immensa formazione circolare isolata di colore scuro. I suoi versanti sono piuttosto scoscesi e disseminati di crateri: Lehmann a Nord, Schickard E a Sud, Wargentin A a Sud-Ovest e Drebbel a Nord-Est. Le sue pareti sono poco elevate con cime che raggiungono i 2700 m. Nel suo immenso fondo piatto, scuro e riempito di lava, si trovano Schickard B a Nord-Est e Schickard A a Sud. Ci sono poi numerosi piccoli crateri a Sud-Ovest tra cui Schickard C. Infine collinette, solchi, macchie bianche e nere. Il periodo migliore per l’osservazione è 5 giorni dopo il Primo Quarto oppure 4 giorni dopo l'Ultimo Quarto. Alcuni dati: Longitudine: 54.6° Ovest Latitudine: 44.4° Sud Quadrante: Sud-Ovest Area: Regione del cratere Schickard Origine del nome: Dettagli: Wilhelm Schickard Matematico e astronomo tedesco del 17° secolo nato in Germania Nato a: Herrenberg nel 1592 Morto a: Tübingen nel 1635 Fatti notevoli: Corrispondente e amico di Keplero. Numerosi lavori di meccanica. Autore del nome: Riccioli (1651) Nome dato da Langrenus: Nome non assegnato Nome dato da Hevelius: Fons Tadnos Nome dato da Riccioli: Schickard Nelle foto una ripresa del cratere "Schickard " e un ritratto di Wilhelm Schickard. Lo strumento minimo per poter osservare questo cratere è un binocolo 10x50. Davide Crespi LA LUNA IL 28 AGOSTO 2010 Immagine della Luna ripresa la notte del 28 agosto 2010 alle ore 2:30 da Oreste Lesca con Canon 50D ed obbiettivo da mm. 400 a mano libera. Hanno collaborato Silvano Minuto Salvatore Trani Davide Crespi Barbara Soldà Oreste Lesca Sandro Baroni Vittorio Sacco