Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura Lezione 10 IRRAGGIAMENTO TERMICO IN EDILIZIA Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura Si considerino due superfici piane parallele ed indefinite, tra le quali è praticato il vuoto, a differenti temperature. L’evidenza sperimentale registra uno scambio di energia tra queste, diretto da quella a temperatura maggiore verso quella a temperatura inferiore. Tale trasferimento si verifica anche in assenza di un mezzo materiale e quindi nel vuoto. Nel vuoto, lo scambio termico può avvenire solo per irraggiamento. Qualora sia presente un mezzo materiale - che consente la propagazione del calore per irraggiamento - questo può anche essere a temperatura inferiore rispetto alle temperature dei corpi tra cui avviene lo scambio di energia. Ad esempio, nello scambio termico tra il sole e la terra, la radiazione solare attraversa l’atmosfera, i cui strati più esterni sono a temperature estremamente basse, inferiori rispetto alla temperatura della superficie terrestre. Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura L’irraggiamento è un meccanismo di scambio termico legato all’emissione di energia per QUANTI e FOTONI. Esso richiede, per una completa comprensione, sia conoscenza di fisica classica che di meccanica quantistica. Le basi teoriche dell’elettromagnetismo furono poste da James Clerk Maxwell intorno al 1864, mentre l’esistenza delle radiazioni elettromagnetiche fu provata sperimentalmente da Heinrich Hertz nel 1887. Le proprietà e gli effetti di tali radiazioni differiscono notevolmente al variare della lunghezza d'onda, nel seguito definita “λ” (che però non deve essere confusa con la conducibilità termica dei materiali). Per comprendere il significato fisico di tale grandezza ed anche di altre proprietà delle radiazioni, risulta utile effettuare un’analogia con un'altra tipologia di onde: quelle meccaniche che, a differenza delle radiazioni elettromagnetiche, si propagano solo attraverso un mezzo materiale. Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura Si consideri il noto esempio della caduta di un sasso sulla superficie di un liquido in quiete. La perturbazione indotta è costituita da onde circolari e concentriche, chiaramente osservabili, che partono dal punto d'impatto del galleggiante e vanno progressivamente crescendo di diametro allontanandosi da tale punto. Sezionando la superficie perturbata, si può vedere una funzione periodica. La perturbazione che percorre la superficie del liquido è tratteggiata. Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura λ “la lunghezza d'onda rappresenta la distanza minima tra due punti della perturbazione, che si trovano nella stessa posizione rispetto all’onda, come ad esempio A e B, localizzati su due creste consecutive”. Il tempo necessario affinché un galleggiante (POSIZIONATO IN QUALUNQUE PUNTO DELLA PERTURBAZIONE E CHE NON SI MUOVE IN ORIZZONTALE) compia un’oscillazione completa di discesa e salita si chiama PERIODO DELL’ONDA e si indica con la lettera “T” (è il tempo in cui il galleggiante dalla quota 0 sale fino al punto alto, poi riscende fino alla quota minima, per poi ritornare alla posizione iniziale). Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura Nel periodo T quindi avviene un’oscillazione completa. Se indichiamo con “w” la velocità della perturbazione nel mezzo considerato, vale la formula: λ= w ⋅ T Dal punto di vista dimensionale, è tutto verificato, poiché: • λ = lunghezza, espressa in m • w è una velocità, espressa in m/s • T è un tempo, espresso in s Pertanto, il periodo T è definito dal rapporto tra lunghezza d’onda e velocità di propagazione T= λ w Il reciproco del periodo rappresenta il numero di oscillazioni o cicli nell'unità di tempo, cioè la “frequenza della perturbazione” ed è indicata con “f” o “ν” (simbolo greco “ni”). Nel Sistema Internazionale, la frequenza si misura in s-1, ossia in Hertz (Hz) Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura T= λ 1 w ν = λ w w= λ ⋅ v Pertanto, fissata la velocità: • ad una lunghezza d'onda elevata corrisponde un basso valore della frequenza e viceversa • ad alti valori della frequenza corrispondono piccole lunghezze d'onda e viceversa La stessa fenomenologia vale per le radiazioni elettromagnetiche. La velocità di propagazione nel vuoto delle onde elettromagnetiche è indipendente dalla lunghezza d’onda ed è pari a 2,998*108 m/s (velocità della luce nel vuoto), e si indica con la lettera “c”. Quando una radiazione elettromagnetica si propaga attraverso un mezzo, la velocità si riduce rispetto a quella nel vuoto, secondo la relazione: In cui: • • • c w= n w è la velocità reale della propagazione delle onde c è la velocità della propagazione nel vuoto n è il coefficiente di rifrazione del mezzo considerato (Aria, poco più di 1. Acqua, 1.3) Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura c w= n Nell’equazione, n assume un valore medio, poiché in realtà questo dipende lievemente anche dalla lunghezza d’onda. Quello che invece è indipendente dal mezzo è la frequenza della radiazione elettromagnetica, che dipende esclusivamente dalla sorgente. La frequenza resta inalterata passando da un mezzo all’altro. Le radiazioni elettromagnetiche hanno frequenze che vanno da pochi hertz a milioni di Hertz. A ciò corrispondono lunghezze d’onda variabili tra 10-10 μm a 1013 μm. Si ricorda che 1 μm = 10-6 m Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura Le alte frequenze (basse lunghezze d’onda) sono dannose per l’uomo! Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura L’intervallo con lunghezze d'onda comprese tra 0,380 e 0,760 μm viene detto campo del visibile poiché le radiazioni contenute in esso, che prendono il nome di luce, sono percepibili dall’occhio umano. Al variare della lunghezza d’onda all’interno del campo del visibile, varia la sensibilità dell’occhio umano alla luce e varia anche la percezione di essa dal punto di vista qualitativo, in termini di colore. Le radiazioni visibili sono anche alla base della fotosintesi, la formazione cioè di composti organici, i carboidrati, a partire da sostanze inorganiche come l'acqua e l'anidride carbonica, con simultanea liberazione di ossigeno. Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura Ogni corpo che irradia nel campo del visibile è detto sorgente di luce. La radiazione emessa dal Sole, detta radiazione solare, è quasi interamente contenuta nell’intervallo 0,1 – 3,0 μm ed è quasi per metà visibile, mentre per la rimanente parte le radiazioni ricadono sia nel campo ultravioletto che infrarosso. ULTRAVIOLETTO Al di sotto di 0,380 μm, siamo nell’ultravioletto. Man mano che si riduce la lunghezza d’onda (cioè aumenta la frequenza), le radiazioni divengono sempre più dannose per l’uomo. INFRAROSSO Al di sopra di nell’infrarosso. Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica 0,760 μm, siamo Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura Una caratteristica comune alle radiazioni ultraviolette, visibili ed infrarosse e a quella elettromagnetica in generale, è la direzionalità. E' evidente che per illuminare una superficie è necessario che essa sia opportunamente posizionata rispetto alla sorgente luminosa. Per analogia si deduce quindi che nella valutazione dello scambio termico radiativo tra due superfici è necessario tener conto della loro posizione relativa. I fenomeni di riflessione, assorbimento e trasmissione che si osservano nel caso della luce, si verificano in genere per qualsiasi radiazione elettromagnetica. Tuttavia la teoria e le relazioni esposte nel seguito sono applicabili alla sola radiazione termica, ossia alla trasmissione del calore per irraggiamento e non possono applicarsi in generale ad altre forme di radiazione elettromagnetica. Sebbene il campo di lunghezze d’onda che nel seguito viene considerato nella trattazione teorica coincida con l’intero campo elettromagnetico (0 , +∞), i valori delle grandezze significative assumono valori non trascurabili solo nell’intervallo delle radiazioni termiche con lunghezze d’onda comprese tra 10-1 e 102 μm, come verrà dimostrato numericamente mediante l’applicazione delle leggi fondamentali che governano il fenomeno dell’irraggiamento termico. Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura Grandezze radiative totali e monocromatiche Relativamente ad una generica superficie e considerando i valori di lunghezze d'onda interni all'intervallo (0, + ∞), si definiscono le seguenti grandezze totali: • • • potere emissivo o emettenza radiativa, M: è l'energia termica emessa dalla superficie considerata nell'unità di tempo per unità di area [ W/m2 ]; irradiazione o irradiamento, E: è l'energia che incide sulla superficie in esame nell'unità di tempo e per unità di area [ W/m2 ]; radiosità, R: è l'energia che abbandona, per emissione e riflessione, la superficie assegnata nell'unità di tempo e per unità di area [ W/m2 ]. Le grandezze sopra definite si definiscono totali, perché riferite all’intero campo di lunghezze d’onda e per ogni direzione dello spazio. E’ possibile definire le stesse grandezze relativamente ad intervalli infinitesimi dλ centrati intorno ad una singola lunghezza d'onda: esse in tal caso si dicono monocromatiche o spettrali e sono indicate con il simbolo della lunghezza d'onda (λ) al pedice. E’ possibile inoltre definire le stesse grandezze relativamente ad un angolo solido infinitesimo centrato intorno ad una assegnata direzione: in questo caso si dicono direzionali e sono individuate da una direzione espressa mediante coordinate angolari, riportata al pedice. Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura Nella trattazione seguente, si ipotizzerà che le superfici in esame emettano e riflettano energia uniformemente per ogni direzione dello spazio, ovvero isotropicamente. Superfici di questo tipo sono dette diffondenti. Si consideri il sistema in figura, su cui impatta una irradiazione E. Questa radiazione si si divide in tre aliquote: la Er che viene riflessa, la Ea assorbita, la Et che attraversa la parete. Relativamente a tale schematizzazione si definiscono le seguenti grandezze: fattore di assorbimento “a”: è il rapporto tra l'energia raggiante assorbita nell'unità di tempo e per unità di area dalla superficie assegnata e l'energia incidente su di essa, fattore di riflessione “r”: è il rapporto tra l'energia raggiante riflessa nell'unità di tempo e per unità di area dalla superficie considerata e l'energia incidente su di essa, fattore di trasmissione “t”: è il rapporto tra l'energia raggiante trasmessa nell'unità di tempo e per unità di area dalla superficie in esame e l'energia incidente su di essa. Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica a Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura Per il principio della termodinamica (principio di conservazione dell’energia): E = Ea + Er + Et Infatti, sommando membro a membro otteniamo Superficie con a = 1: assorbe completamente la radiazione incidente su di essa. E’ evidente che se a = 1, allora r = 0 e t = 0. In analogia con il fenomeno ottico, una superficie perfettamente assorbente viene detta termicamente nera. Una superficie nera assorbe quindi totalmente le radiazioni di ogni lunghezza d’onda e da qualunque direzione provengano. NOTA BENE. A prescindere dalle caratteristiche del materiale, è possibile realizzare superfici nere anche mediante opportune geometrie. Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura Si consideri, ad esempio, una sfera cava che presenta una piccola apertura. Una radiazione che entra nella sfera attraverso l'apertura ed incide sulla parete interna, subirà una serie di riflessioni e, per ciascuna di esse, un parziale assorbimento (FINO AD ESSERE, PRATICAMENTE, TOTALMENTE ASSORBITA). In alternativa, elevate caratteristiche di assorbimento possono inoltre ottenersi realizzando superfici molto irregolari come quella mostrata in questa seconda figura. Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura Superficie con r = 1: riflette completamente la radiazione incidente su di essa. In questo caso, risulta che a = 0 e t = 0. Superficie con t = 1: trasmette completamente la radiazione incidente su di essa. In questo caso, risulta che a = 0 e r = 0. Un corpo è detto opaco, ossia non trasparente, quando il fattore di trasmissione “t” è pari a zero. Ciò ad esempio si verifica per materiali come i metalli, il legno e le rocce, in quanto la radiazione incidente sulla superficie è in genere totalmente assorbita entro uno spessore di pochi micrometri. Per tali materiali si ha dunque: a + r = 1. Le stesse grandezze definite in precedenza in relazione all’intervallo di lunghezze d’onda che va da 0 ad ∞ , possono essere riferite alla singola lunghezza d’onda. In tal caso, vengono definite monocromatiche o spettrali e sono particolarmente interessanti nelle applicazioni. Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura Molti materiali, infatti, presentano caratteristiche di emissione, assorbimento, riflessione e trasmissione variabili con la lunghezza d'onda, che possono essere utilmente sfruttate nelle applicazioni. Si noti che le caratteristiche radiative spettrali delle superfici possono mutare applicando su di esse sottili strati di vernici o pellicole. Un esempio tipico riguarda il fattore di trasmissione del vetro ordinario per valori di lunghezze d'onda che vanno da 0,2 μm a circa 3,0 μm (spettro della radiazione solare). Considerando una radiazione incidente perpendicolarmente alla lastra: • Per lunghezze d'onda comprese tra 0,20 e 2,7 μm il coefficiente di trasmissione varia tra 0,80 a 0,90. • Per λ > 2,7 μm o per λ <0,20 μm il vetro risulta praticamente opaco alla radiazione. Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Da qui in poi il vetro diviene opaco Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura Superfici ideali e corpo nero L'energia emessa nell'unità di tempo e per unità di area, rappresenta un dato importante nei calcoli di scambio termico per la valutazione del contributo connesso allo scambio radiativo. Nell'irraggiamento termico esiste un modello di superficie o radiatore ideale a cui si rapportano le caratteristiche e le proprietà delle superfici reali, riuscendo così a classificare queste ultime rispetto alle diverse caratteristiche radiative. Nel discutere del coefficiente di assorbimento si è visto che può presentarsi il caso limite, ideale, in cui risulta a = 1 (il corpo nero). Una superficie termicamente nera assorbe quindi tutta la radiazione incidente su di essa e viene detta pertanto “assorbitore ideale”. In virtù di tale proprietà, un corpo nero mostra particolari caratteristiche anche in emissione. Si consideri la superficie di controllo SC in figura. Il sistema S è costituito da una lastra sottile perfettamente isolata sul lato destro, immersa nel vuoto, e perfettamente isoterma. Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura Per quanto detto, l’unica possibilità di scambio della lastra con l’ambiente circostante può realizzarsi sulla superficie non isolata termicamente ed attraverso un meccanismo radiativo. Le grandezze in gioco su tale superficie sono quelle riportate in figura: • • • la irradiazione E, in ingresso nel sistema; la radiazione riflessa dalla superficie r ⋅ E, in uscita dal sistema; la potenza emessa per unità di area dalla superficie M, cioè il suo potere emissivo. Se consideriamo il sistema racchiuso dalla SC come un “sistema chiuso” (la qual cosa il che è legittima visto che, per le caratteristiche fisiche degli elementi che lo costituiscono non vi può essere scambio di materia attraverso la Superficie di Controllo SC), tenuto conto che l’unica modalità di scambio con l’ambiente è di tipo termico, l’equazione di bilancio sul sistema considerato è: Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura In regime stazionario, ΔU è pari a zero. Pertanto, Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura Quest’ultima relazione consente di affermare che, per una parete in regime stazionario, “l’energia che incide sulla superficie S è pari a quella che l’abbandona, nell’unità di tempo e per unità di area”. Il potere emissivo, risulta CORPO NERO. Se la superficie S fosse nera, cioè caratterizzata da un coefficiente di assorbimento a = 1, sarebbero nulli sia il coefficiente di riflessione r che quello di trasmissione t. Pertanto: M =E Allora si può affermare che la superficie perfettamente assorbente (a = 1) è quella che ha, rispetto a qualunque altra superficie, il massimo potere emissivo. Si può dimostrare che tale considerazione ha validità generale: “l’assorbitore ideale è pertanto anche un emettitore ideale”. Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura Per il corpo nero, l’emissione di energia per irraggiamento è regolata da tre leggi fondamentali : • la legge di Stefan-Boltzmann, • la legge di Planck • la legge di Wien. La legge di “Stefan-Boltzmann” fornisce il potere emissivo totale Mn [W/m2], relativo cioè all’intervallo di lunghezze d’onda che va da 0 ad ∞ , per il corpo nero: dove: “σ” è la costante di Stefan-Boltzmann che, nel Sistema Internazionale vale 5,67 x 10-8 W/(m2K4) e “T” è la temperatura del corpo nero in K La definizione di corpo nero prende il nome dal fatto che un corpo che assorbe tutte le radiazioni visibili che incidono su esso appare nero alla vista. In realtà, se un corpo nero ideale appare sicuramente nero alla vista, per una superficie di colore nero si può solo dire che assorbe le radiazioni nel ristretto campo del visibile. Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura La neve e la pittura bianca appaiono ad esempio di colore bianco perché riflettono tutte le radiazioni incidenti appartenenti al campo del visibile, ma nel campo dell’infrarosso hanno un comportamento che si avvicina a quello del corpo nero. La legge di Stefan-Boltzmann non dà indicazioni sulla distribuzione spettrale della radiazione emessa da un corpo nero, ossia sulla potenza radiante emessa da un corpo nero per unità di area che ricade in un intervallo infinitesimo di lunghezze d’onda centrato intorno ad una data lunghezza d’onda λ. Per questo, interviene la legge di Planck, che fornisce “l’energia emessa ad un’assegnata temperatura da un corpo nero in funzione della lunghezza d’onda λ”. Nella legge di Planck: • λ è la lunghezza d’onda in “ μm” • “e” è il numero di Nepero, pari a “2,718” • T è la temperatura assoluta in “K” • C1 è la prima costante di Planck, pari a 3,741 ⋅ 108 in W μm4/ m2 • C2 è la seconda costante di Planck, pari a 1,439 ⋅ 104 μm/K Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura La legge di Planck è valida per radiazioni termiche emesse nel vuoto o in un gas. Nel caso di altri mezzi di trasmissione, la costante C1 va sostituita con C1/n2, in cui “n” è l’indice di rifrazione del mezzo. In figura si riporta il potere emissivo monocromatico Mn,λ di un corpo nero in funzione della lunghezza d’onda, parametrizzato rispetto a differenti valori della temperatura. L’area sottesa ad ogni curva isoterma rappresenta l’integrale: Come si vede, i massimi delle curve vanno spostandosi verso lunghezze d’onda maggiori al diminuire della temperatura! Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura E’ visibile anche che al diminuire della temperatura diminuisce anche l'area sottesa dall'isoterma e quindi diminuisce l'energia totale emessa dal corpo nero. M1 M2 M3 Si osservi, inoltre, che il valore della lunghezza d'onda in corrispondenza del quale il corpo nero ha il massimo potere emissivo monocromatico dipende dalla temperatura: in particolare, i punti M1, M2, M3, che rappresentano i massimi delle diverse isoterme hanno infatti ascisse crescenti. Il legame tra la lunghezza d'onda, alla quale corrisponde il massimo potere emissivo monocromatico, e la temperatura è espresso dalla legge di Wien: In cui “C3” è la costante di Wien pari a vale 2898 μm⋅K e “T” è la temperatura in K. La zona delle radiazioni visibili è quella evidenziata. E' possibile notare che al diminuire della temperatura diminuisce la parte di energia che cade in tale zona; ciò significa che i corpi a bassa temperatura (T < 800 K) non emettono nel campo del visibile. Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura CORPI REALI Il confronto tra il comportamento del corpo nero ideale e le superfici reali che s'incontrano nelle applicazioni si effettua attraverso i valori della: • emissività totale • emissività monocromatica. Si è visto che per il corpo nero il potere emissivo Mn si valuta attraverso la legge di StefanBoltzmann ed è il valore massimo ottenibile da una superficie ad una assegnata temperatura. Se ora si definisce emissività totale di una superficie il rapporto: Potere emissivo di una superficie reale, con ε < 1 Allora possiamo dire che per il corpo nero, “ε” sarà uguale ad 1. Per i materiali reali, l’emissività è minore di 1, anche se assume valori molto alti (0.85 – 0.95) ad eccezione dei metalli. Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura Emissività totale di alcuni materiali da costruzione a 300 e 500 K Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura Analogamente, possiamo definire la emissività con riferimento ad un intervallo di lunghezze d’onda infinitesimo, centrato intorno ad una generica λ. Ecco, quindi, l’equazione della emissività monocromatica: dove Mλ è il potere emissivo monocromatico della superficie reale, Mn,λ è il potere emissivo monocromatico del corpo nero Si può ritenere che, con buona approssimazione, per qualunque lunghezza d'onda e per tutti i materiali, “il coefficiente di assorbimento monocromatico aλ risulti uguale alla emissività monocromatica ελ”. Tale relazione è nota come legge di legge di Kirchoff. Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura Stante che il coefficiente di riflessione è pari, per i materiali non trasparenti (τ = 0), ad 1 - coefficiente di assorbimento, questa figura ben esprime la legge di Kirchoff. Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura Superfici reali e “grigie”. Al variare della lunghezza d’onda, in figura è rappresentato il potere emissivo del corpo nero e quello (in rosso) di una superficie reale. C’ C B’ B A La linea tratteggiata, invece, indica il potere emissivo delle cosiddette “superfici grigie”, per le quali l'andamento del potere emissivo monocromatico, Mλ, in funzione della lunghezza d'onda è simile a quello di un corpo nero. Più nel dettaglio, per una qualunque lunghezza d’onda, i punti corrispondenti sulle due curve presentano ordinate che sono tra loro in rapporto costante. A’ Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica AB A ' B ' A '' B '' = =' = ε AC A ' C A '' C '' Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura Le superfici grigie sono quelle hanno il valore costante dell’emissività indipendentemente dalla lunghezza d’onda. Vale pertanto la relazione: I corpi reali, invece, hanno un’emissività dipendente dalla lunghezza d’onda e quindi variabile con essa. Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura FATTORE DI CONFIGURAZIONE GEOMETRICA. Si è osservato in precedenza che nell'irraggiamento termico l'onda elettromagnetica, che rappresenta il vettore dell'energia, ha una caratteristica di propagazione funzione della posizione relativa delle diverse superfici. Nel caso in figura, le due superfici piane parallele sono finite e quindi parte della radiazione che abbandona S1 non raggiunge la S2. Analogamente nel caso di questa seconda figura, se la S1 irraggia esclusivamente sul lato rivolto verso l’alto, la radiazione che parte, ad esempio, dal punto P, raggiunge in parte la S2 e la S3, mentre la S4 non è affatto irraggiata. Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura Si definisce fattore di configurazione geometrica o fattore di vista tra due superfici 1 e 2 (e si indica con il simbolo F1,2): • il rapporto tra “l'energia raggiante che lascia la superficie 1 ed incide direttamente sulla 2” (numeratore) e “l'energia raggiante totale che lascia la superficie 1” (denominatore). Pertanto, F1,2 è ≤ 1. Per due superfici piane parallele ed indefinite, che scambiano per irraggiamento, il fattore di configurazione è unitario. Ciò è vero, con buona approssimazione, anche per due superfici cilindriche coassiali ed indefinite o per superfici sferiche concentriche con diametri poco diversi. Nel caso in cui i diametri dei cilindri, o delle sfere, siano notevolmente diversi tra loro, il fattore di configurazione F1,2 è unitario, mentre il fattore F2,1 è certamente minore di 1. 2 2 1 Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica 1 Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura Bilanci di Energia: valutazione dello scambio termico tra superfici Si ipotizzino due superfici piane parallele indefinite, separate dal vuoto, che si trovano a diversa temperatura ed in condizioni di regime stazionario. . q1⇔ 2 E' possibile dimostrare che il flusso termico scambiato per irraggiamento può essere espresso dalla: a. relazione 1, se le superfici sono nere; b. relazione 2, se le superfici sono grigie; c. relazione 3, se le superfici sono grigie ed hanno la stessa emissività. Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura RELAZIONE 1. Flusso termico scambiato per irraggiamento tra due superfici nere, piane ed indefinite, in regime stazionario. . ( q1⇔ 2 =σ ⋅ T14 − T2 4 . q1⇔ 2 Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica ) Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura RELAZIONE 2. Flusso termico scambiato per irraggiamento tra due superfici grigie, piane ed indefinite, in regime stazionario, caratterizzate da differente emissività. . . q1⇔ 2 Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica q1⇔ 2 = σ ⋅ (T14 − T2 4 ) 1 ε1 + 1 ε2 −1 Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura RELAZIONE 3. Flusso termico scambiato per irraggiamento tra due superfici grigie, piane ed indefinite, in regime stazionario, caratterizzate da uguale emissività. . q1⇔ 2 = . σ ⋅ (T14 − T2 4 ) 2 ε −1 q1⇔ 2 NOTA BENE. Spesso, nel calcolo della potenza termica scambiata per irraggiamento, le superfici di alcuni materiali da costruzione vengono considerate grigie. Ciò accade ad esempio quando si calcola la potenza termica scambiata attraverso intercapedini contenenti aria. Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura EFFETTO SERRA Come detto in precedenza, esistono materiali aventi un comportamento selettivo nei confronti delle radiazioni, selezionandole in funzione della loro composizione spettrale (cioè, in funzione della lunghezza d’onda). Abbiamo detto che il vetro ha questa proprietà e viene, per tale motivo, utilizzato nei sistemi e componenti che sfruttano l'energia solare. La distribuzione del fattore di trasmissione “t” di un vetro comune si può schematizzare come nella figura seguente, dove “t” assume: • valori prossimi all'unità per lunghezze d'onda comprese tra 0,2 μm e circa 3 μm • valori prossimi a 0,1 per λ >3 μm, o per λ < 0,2 μm. Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura Pertanto, un sistema vetrato, se investito dalla radiazione solare, può innescare “effetto serra”. ll sole, infatti, può essere assimilato ad un corpo nero alla temperatura di circa 5700 K. Guardiamo la legge di Wien. La costante di Wien vale 2898 μm⋅K La radiazione solare incidente sul vetro, per la legge di Wien, ha una lunghezza d'onda λmax alla quale si ha il massimo di flusso pari a circa 0,508 μm. In virtù dell'andamento del fattore di trasmissione “t”, del vetro, si ha che, alla lunghezza d'onda calcolata, il vetro è praticamente trasparente. Pertanto il fattore di trasmissione è t =0,90. Quindi il 90% dell’energia solare incidente sul vetro è trasmessa e raggiunge le superfici interne alla serra (pavimento, pareti, arredi), venendo parzialmente assorbita e parzialmente riflessa. Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura La quota parte riflessa, non cambia di lunghezza d'onda, e quindi fuoriesce nuovamente dall'ambiente. In altri termini, l'aliquota riflessa conserva la stessa lunghezza d'onda della radiazione incidente (compresa cioè tra 0,2 e 3 μm) ed esce dal sistema attraverso il vetro. La quota parte assorbita, invece, riscalda tali superfici, comunque sempre al di sotto dei 100 °C. Ancora per la legge di Wien, un corpo a 100 °C emette nelle lunghezze d'onda dell'infrarosso, a circa 7,8 μm. Per temperature più basse di 100°C, come quelle delle superfici interne alla serra, la lunghezza d'onda di emissione è ancora più grande. Come si vede nelle figure alle due slide precedenti, il vetro è opaco rispetto a tali lunghezze d'onda. Pertanto, l'energia non fuoriesce dal sistema e si innalza la temperatura interna dell'aria nella Serra. Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura Tale fenomeno, infine, comporta l'aumento dell'energia del sistema con conseguente incremento della temperatura in ambiente. Nella vita di ogni giorno, i fenomeni di effetto serra sono molteplici. Tra questi: • interno delle automobili che si riscalda in estate, quando parcheggiate al sole, • serre solari in edilizia, • pareti ventilate trasparenti in edilizia, • serre per la coltivazione di frutta e verdura non stagionale. FINE Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura Step 1. Il potere emissivo TOTALE è calcolabile con la legge di Stefan-Boltzmann. M n =σ ⋅ T 4 dove la costante di σ è pari a 5,67⋅10-8 W/(m2 K4) e la temperatura deve essere espressa in K. Pertanto, Mn = 5,67 ⋅10-8 ⋅ (1300 + 273,15)4 = 347100 W/m2 Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura La traccia chiede poi il potere emissivo (monocromatico) alla lunghezza d’onda per la quale esso è massimo. Step 2. Trovo tale lunghezza d’onda applicando la legge di Wien. Step 3. Troveremo poi il valore del potere emissivo a questa lunghezza d’onda applicando la legge di Planck. Applichiamo la legge di Wien, in cui “C3” è la costante di Wien pari a vale 2898 μm⋅K e “T” è la temperatura in K. C3 λmax ⋅ T = λmax C3 = T 2898 1 K⋅ 1,84 µ m = λmax µm ⋅ = 1573 K Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura Applicando la legge di Planck a questa lunghezza d’onda, troviamo il potere emissivo monocromatico massimo. M n ,λ max M n ,λ max = 123851 3,741 ⋅108 = 4 1,439⋅10 1,8425 ⋅ e1,842⋅1573 − 1 W m2 µ m Step 4. Infine, la traccia chiede di calcolare il potere emissivo monocrocromatico ad una lunghezza d’onda pari a 0,555 μm. 8 ⋅ 3,741 10 Riapplichiamo la legge di Planck M = n ,λ M n ,λ =0,555 = 493,9 W 1,439⋅10 5 0,555⋅1573 0,555 ⋅ e − 1 m2 µ m Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica 4 Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura La potenza emessa è uguale al prodotto di potere emissivo (W/m2) per area della superficie (m2) . Q = M ⋅ Area Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura A partire dalla legge di Stefan-Boltzmann, calcoliamo il potere emissivo di un corpo, di cui conosciamo TEMPERATURA ed EMISSIVITA’ M = ε ⋅σ ⋅ T 4 Nel nostro caso: • T = 80 °C = 80 + 273,15 = 353,15 K • σ = 5,67⋅10-8 W/(m2 K4) • ε = reperito dal materiale didattico. La tabella delle emissività riporta i valori a 300 e 500 K. La mia temperatura è 353,15 K, quindi, per avere un risultato più corretto, dovremmo interpolare. Per velocizzare i calcoli, prendiamo la emissività corrispondente a 300 K e leggiamo 0,11. M = ε ⋅σ ⋅ T 4 M = 97 W m2 M = 0,11 ⋅ 5, 67 ⋅10−8 ⋅ 353,154 . Q = M ⋅ Area . M = Q = 97 ⋅10 = 970 W Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica W 4 K ⋅ m2 K 4 Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura Lo schema cui fare riferimento è quello in figura. Abbiamo ipotizzato un verso per il flusso. Se il risultato sarà negativo, vuol dire che il flusso è diretto nell’altro verso. E’ tratteggiata la superficie di controllo (SC) rispetto cui facciamo il bilancio. In regime stazionario, non vi è accumulo. Pertanto, le grandezze in ingresso “eguagliano” le grandezze in uscita. . E = E ⋅ r + M + qk Ciò significa: Rispetto a tale equazione e ricordando che l’incognita è il flusso termico, conosciamo o possiamo conoscere: 1. E (assegnato in traccia), 2. E ⋅ r (prodotto di E per il coefficiente di riflessione, noto, essendo noto il coefficiente di assorbimento), 3. M (essendo il potere emissivo determinabile conoscendo temperatura ed emissività di una superficie). Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Studi in Scienze dell’Architettura Calcolo di E. E’ una grandezza assegnata, pari a 800 W/m2. . qk = E − E ⋅ r − M Calcolo di Er. Come detto, è il prodotto della radiazione incidente e del coefficiente di riflessione. In particolare, per un corpo opaco, r = 1-a. Calcolo di M. Si calcola a partire dalla legge di Stefan-Boltzmann. Le emissività sono assegnate. M = ε ⋅σ ⋅ T 4 . q k = E − E ⋅ (1 − a ) − ε ⋅ σ ⋅ T 4 Caso a: a = ε = 0.8. . q k= 800 − 800 ⋅ (1 − 0,8) − 0,8 ⋅ 5, 67 ⋅10−8 ⋅ ( 27 + 273,15 ) 4 . q k = 271,85 W / m 2 Caso b: a = ε = 0.2. . q k= 800 − 800 ⋅ (1 − 0, 2) − 0, 2 ⋅ 5, 67 ⋅10 ⋅ ( 27 + 273,15 ) −8 Fabrizio Ascione – Scaletta della lezione di Fisica Tecnica 4 . q k = 68 W / m 2