Originalveröffentlichung in: Bevilacqua, Mario (Hrsg.): Piante di Roma dal Rinascimento ai catasti, Rom 2012, S. 272-283
NVOVA P I A N T A D IROMA P R E S E N T E
C O N 1 DI S K . NI I NOMI D E l U C H I E S E , P A I A Z SI E D I I T C l l . P I A Z Z E , STRADE, E O R U I T C I [ I O N I . ET ALTRE C O S I ACCIVNTE DISEGNATA ET INTAGLIATA I)
• i T T I B n i . i l Mll AULO! IN PIAZZA NAVONA CON PRIVILEGIO- DEL SOM PONT I: ANNO MENUXVIII
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All'ombra di Falda.
La pianta di Roma di Matteo Gregorio De Rossi del 1668
G E O R G SCHELBERT
Virtuoso Lettore / Promisi questa nuova Pianta di Roma tre anni
sono et h o stimato di tardarla di pubblicarla / molto necessario per
usare ogni esattezza et fatiga et così a pieno soddisfaccesse al gusto
di ciascheduno. Ai / nomi presenti vi ho aggiunto i nomi antichi
cavati da ottimi autori et di più i nomi di quei Somi Pont. / che
h a n n o tali fabbriche o principate o ristaurate. Gradisci questo per
hora insino che uscirà fuori il compimento / dell'opera nostra tanto
desiderata delle prospettive pure di Roma presente.
Nel sottolineare già nella prefazione all'opera la gran mole di lavoro
richiesta l'autore ci lascia intuire il clima di competitività che regnava
nel campo delle incisioni di piante e vedute nella Roma della metà
del '600. La pianta del 1668 di Matteo Gregorio De Rossi (1638­
1702), pubblicata insieme al padre Giovanni Battista De Rossi (1601­
1678), è oggi tra le m e n o conosciute, fatto dovuto principalmente
all'eclatante successo che ebbe la pianta grande di Giovanni Battista
Falda (ca. 1640­1678), pubblicata nel 1676 da un cugino De Rossi,
Giovanni Giacomo (1627­1691), noto editore ifigg. I, 22).
In una prima fase, cioè dalla metà del '500 fino ai primi decenni
del secolo successivo, la produzione di piante a stampa della città
di Roma avveniva soprattutto ad opera di cartografi, pittori e archi­
tetti che oltre ad esserne gli autori, le incidevano e spesso ne cura­
vano anche la stampa. Sono da menzionare in primo luogo la
pianta di Leonardo Bufalini del 1551, che fu una pietra miliare, poi
le piante di Mario Cartaro e Etienne Duperac, rispettivamente del
1575 e del 1577, la pianta di Antonio Tempesta del 1593 e infine
le piante di Matteo Greuter (1618) e di Giovanni Maggi (1625)'.
Nel periodo che analizziamo noi invece, e cioè la metà del '600,
erano gli editori a determinare la produzione, anche se un artista
del calibro di Giovanni Battista Falda riuscì a raggiungere una no­
torietà tale da superare nel tempo quella del suo stesso editore. Il
ruolo determinante acquisito dagli editori era dovuto al fatto che
d o p o Matteo Greuter e Giovanni Maggi n o n erano state prodotte
nuove opere cartografiche di valore, quindi nel periodo immedia­
tamente successivo ci si limitò a ristampare i modelli sopra nomi­
nati 2 , oppure copiarli in scala ridotta 3 o ad attualizzarli4. Sul mercato
dominavano allora due case editrici, entrambe appartenenti alla
stessa famiglia di origine lombarda, i già nominati De Rossi. Erano
riusciti ad ottenere questa posizione di assoluto rilievo soprattutto
grazie all'acquisto da altre botteghe romane che avevano cessato l'at­
tività, di una grande quantità di matrici, tra l'altro n o n solo di
piante e vedute. In particolare l'acquisizione di una gran parte del
lascito di A n t o n i o Tempesta, morto nel 1630, fece della stamperia
di Giuseppe De Rossi il Vecchio la casa editrice più importante
della città, che prese il n o m e "De Rossi alla Pace" poiché aveva sede
vicino alla chiesa di S. Maria della Pace5. N o n è questo il luogo ap­
propriato per esaminare la complessa genealogia dei De Rossi, am­
piamente studiata da Francesca Consagra 6 ; sono però da
menzionare i passaggi più importanti dello sviluppo delle attività
dei due rami della famiglia (fig. 3). I fratelli Giuseppe il Giovane e
Giovanni Battista, nipoti di Giuseppe De Rossi il Vecchio, avevano
fondato nel 1628 una propria bottega sempre nelle vicinanze 7 , ma
nel 1635 Giovanni Battista si separò a sua volta dal fratello e aprì
una bottega in piazza Navona, la terza quindi della famiglia che
venne chiamata "a piazza Navona" 8 . Nel 1644 dopo la morte di Giu­
seppe il Giovane suo fratello Giovanni Battista diventò il concor­
rente più diretto della bottega dello zio, la "De Rossi alla Pace",
ormai gestita dalla vedova di lui insieme ai figli che allora erano in
parte ancora minorenni 9 . Mentre le vicende della casa editrice "alla
Pace" sono state abbondantemente snidiate, si sa molto m e n o del­
l'altro r a m ò della famiglia di cui f a n n o parte i figli di Giulio De
Rossi e della storia della casa editrice a "piazza Navona" 10 .
U n esempio della prassi della ristampa sopra accennato è una pla­
nimetria del tardo '500 probabilmente di Ambrogio Brambilla, ag­
giornata di pochi edifici e relativi indici (fig. 2a,b)u, stampata dalla
casa editrice "alla Pace". Giovanni Giacomo De Rossi, che dal 1648
ne rilevò la gestione e di lì a poco sarebbe divenuto l'editore romano
di maggior successo 12 , rifece la pianta grande del Tempesta con
nuovi aggiornamenti nel 1648 e di nuovo nel 1662". Suo cugino
Giovanni Battista De Rossi, rappresentante della casa editrice "a
piazza Navona", pubblicò anche nel 1662 una ristampa della pianta
di G o f f r e d o van Schayck, che era a sua volta u n a variante della
pianta del Tempesta 14 .
ALL'OMBRA DI FALDA. LA PIANTA DI ROMA DI MATTEO GREGORIO DE ROSSI DEL 1668
I. Matteo Gregorio De Rossi. Pianta di
Roma (pubblicata delia stamperia 'a
piazza Navona', 1668). Roma, B/ASA.
273
sa
Il g r a n s u c c e s s o d e l l ' e d i t o r e "alla Pace" c r e ò u n a f o r t e p r e s s i o n e sul
.a piazza Navona-
. alla Pace-
u n a n u o v a p i a n t a g r a n d e , la q u a l e p e r ò n o n s a r e b b e s t a t a altret­
t a n t o m o d e r n a . U n a n n o d o p o q u e l l a d e l Falda, n e l 1668, uscì la
p i a n t a c h e v o g l i a m o analizzare in q u e s t a s e d e , s t a m p a t a c o m e af­
Antonio d e R o s s i
Giuseppe il v.
(1560­1639)
Giulio
: 'tv;
Giovanni D o m e n i c o
Giovanni G i a c o m o (1627­1691)
(1627­1691)
E5AT
BBI
c o n c o r r e n t e "a piazza N a v o n a " , c h e già n e l 1 6 6 5 aveva a n n u n c i a t o
G i o v a n n i Battista G i u s e p p e il g.
(C. 1 6 0 1 ­ 1 6 7 8 ) (c. 1601­1644)
Matteo Gregorio d e R o s s i
(1638­1702)
f e r m a t o n e l t i t o l o d a G i o v a n n i Battista D e Rossi m a c r e a t a d a s u o
figlio M a t t e o G r e g o r i o 2 1 , il q u a l e riuscì a p r o d u r r e u n a p i a n t a c o m ­
p l e t a m e n t e r i d i s e g n a t a i n f o r m a t o g r a n d e p e r la p r i m a v o l t a d o p o
q u e l l a d i G r e u t e r (ftg. I) 2 2 .
Genesi e successive edizioni della pianta di Matteo Gregorio De Rossi
P a p a A l e s s a n d r o VII C h i g i , l ' a r t e f i c e della fase c u l m i n a n t e d e l ba­
r o c c o r o m a n o , e r a m o r t o d a p o c o q u a n d o v e n n e p u b b l i c a t a la
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p i a n t a di M a t t e o G r e g o r i o D e Rossi. D i c o n s e g u e n z a q u e s t a f u de­
d i c a t a al s u o successore, C l e m e n t e IX Rospigliosi; n o n si r i n u n c i ò
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T r e a n n i d o p o G i o v a n n i B a t t i s t a D e R o s s i e d il s u o f i g l i o M a t t e o
G r e g o r i o p u b b l i c a r o n o u n a ulteriore edizione variata della p i a n t a
del T e m p e s t a , d i s e g n a t a d a l v e d u t i s t a f i a m m i n g o Lievin C r u y l (fig.
4Y1- S e c o n d o q u a n t o e s p r e s s o n e l l a d e d i c a q u e s t ' o p e r a a v r e b b e
d o v u t o e s s e r e s o l o il p r e l u d i o d i u n ' a l t r a d i f o r m a t o m o l t o p i ù
g r a n d e , c h e s a r e b b e s t a t a e d i t a d i lì a p o c o 1 6 . A q u a n t o p a r e l'edi­
t o r e aveva la s e n s a z i o n e d i avere t r o v a t o i n L i e v e n C r u y l u n a r t i s t a
a b i l e a cui a v r e b b e p o t u t o a f f i d a r e l ' e s e c u z i o n e ex n o v o di u n a
p i a n t a g r a n d e d e l l a c i t t à . E la p r o d u z i o n e d i n u o v e p i a n t e g r a n d i
era cosa auspicata.
D u r a n t e il p o n t i f i c a t o d i A l e s s a n d r o VII, u n p e r i o d o s e g n a t o d a u n a
g r a n d e attività urbanistica, si d e l i n e a r o n o altre iniziative simili a quelle
di G i o v a n n i Battista e M a t t e o G r e g o r i o . G i à nel 1663 il f a m o s o car­
t o g r a f o o l a n d e s e G i o v a n n i Blaeu c h e era in c o n t a t t o p r o f e s s i o n a l e
274
d a l l e o r i g i n i f i n o a d A l e s s a n d r o V I I e C l e m e n t e IX 2 5 . N e l t i t o l o
M a t t e o G r e g o r i o D e Rossi a f f e r m a c h e la p i a n t a è s t a t a " d i s e g n a t a
e i n t a g l i a t a " d a lui stesso 2 6 . M e n t r e p e r la s t a m p a d e l l a p r i m a edi­
z i o n e fa r i f e r i m e n t o alla t i p o g r a f i a d i s u o p a d r e ( " a p p r e s s o G i o ­
v a n n i B a t t i s t a Rossi M i l a n e s e in piazza N a v o n a " ) , p e r le t i r a t u r e
successive, c i o è d a l 1 6 8 0 i n p o i , i n d i c a se stesso ( " a p p r e s s o all'Au­
t o r e et r i n n o v a t a in piazza N a v o n a " ) 2 7 .
D a t o c h e la p i a n t a n o n h a riscosso f i n o r a m o l t a a t t e n z i o n e , e d è
stata p o c o s t u d i a t a 2 8 , a d oggi n o n è d e l t u t t o c h i a r o q u a n t e e d i z i o n i
a b b i a a v u t o e i n c h e c o s a si d i f f e r e n z i n o . O l t r e a l l ' e d i z i o n e origi­
et admirandorum kaliae u n a n u o v a p i a n t a d i R o m a a v o l o d'uccello,
t e o G r e g o r i o D e Rossi ricevette e v i d e n t e m e n t e n e l 1 6 8 0 u n n u o v o
n a l e del 1 6 6 8 n e s o n o s t a t e i d e n t i f i c a t e di successive (fig. 10). M a t ­
d e d i c a t a al c a r d i n a l e Flavio C h i g i . G l i storici h a n n o s o s t e n u t o c h e il
privilegio d i s t a m p a s o t t o il p o n t i f i c a t o d i I n n o c e n z o XI O d e s c a l c h i
d i s e g n o d i tale p i a n t a sia o p e r a d i Falda (fig. 6) 17 , m e n t r e la tipologia
(1676­1689): tale a n n o è a g g i u n t o sul sesto foglio i n s i e m e alla scritta
" c u m privilegio"; egli sostituì a n c h e lo s t e m m a d i C l e m e n t e IX c o n
m o m e n t o la r a f f i g u r a z i o n e p i ù m o d e r n a della città 1 8 .
3. Albero genealogico dei De Rossi
(autore, da Consagra 1996).
La s t a m p a è c o m p o s t a d a n o v e fogli e r a g g i u n g e il f o r m a t o c o m ­
plessivo d i circa 1 2 9 x 1 0 9 c m 2 4 . I n a l c u n i e s e m p l a r i s o n o s t a t i ag­
g i u n t i s u l b o r d o i n f e r i o r e a n c h e d e i fogli c o n la s t o r i a d i R o m a
c o n il c u g i n o d i G i o v a n n i Battista e M a t t e o G r e g o r i o , G i o v a n n i Gia­
c o m o D e Rossi, p u b b l i c ò ad A m s t e r d a m nel s u o Theatrum ctvitatum
segue il m o d e l l o d i quella d i G r e u t e r del 1618 a p r o i e z i o n e verticale
c o n elevazione degli edifici c h e costituiva senza d u b b i o f i n o a q u e l
2 a,b. Rielaborazione della pianta piccola
di Mario Cartaro del 1575 da parte
della stamperia "alla pace" (dettagli).
a) Edizione di Giuseppe De Rossi (1637,
esemplare BAV).
b) Edizione di Giovanni Giacomo De
Rossi (1650, esemplare Britisli Library).
t u t t a v i a a s o t t o l i n e a r e nella d e d i c a il r u o l o f o n d a m e n t a l e c h e e b b e
p a p a A l e s s a n d r o p e r lo s v i l u p p o della città 2 3 .
D i c e r t o uscì dalla m a n o d i F a l d a a n c h e u n ' a l t r a p i a n t a , e d i t a n e l
1667 d a G i o v a n n i G i a c o m o D e Rossi, c h e s v i l u p p a v a lo stesso t i p o
d i r a f f i g u r a z i o n e (fig. 5 ) w . Falda, d i o r i g i n e p i e m o n t e s e , f u ' s c o p e r t o '
a p p e n a q u a t t o r d i c e n n e d a G i o v a n n i G i a c o m o s u b i t o d o p o il s u o
a r r i v o a R o m a ; q u e s t i lo f o r m ò e fece d i lui l ' a u t o r e p r i n c i p a l e della
sua notevole p r o d u z i o n e topografica e di v e d u t e della C i t t à
E t e r n a 2 0 . La p i a n t a c r e a t a d a l v e n t e n n e F a l d a s u p e r a v a q u e l l a di
G r e u t e r i n eleganza grafica e lasciava i n t r a v e d e r e u n p o t e n z i a l e an­
c o r a m a g g i o r e , p u r e s s e n d o di d i m e n s i o n i r i d o t t e .
q u e l l o d i I n n o c e n z o XI e i n o l t r e t o l s e l ' a n n o 1 6 6 8 d a l t i t o l o inse­
r e n d o l'espressione "L'anno su detto". In alcuni esemplari v e n n e
tagliata la d e d i c a a C l e m e n t e IX e s o s t i t u i t a c o n u n f o g l i e t t o s t a m ­
p a t o s e p a r a t a m e n t e e di s e g u i t o i n c o l l a t o c o n u n a n u o v a spiega­
z i o n e r i v o l t a ai l e t t o r i (figg. 7, 8). F i n o r a n o n è s t a t o p o s s i b i l e
identificare alcun esemplare che n o n presenti a n c h e aggiornamenti
c h i a r a m e n t e p o s t e r i o r i al 1680, e q u i n d i a v v e n u t i a n c h e d o p o il
p o n t i f i c a t o d i p a p a O d e s c a l c h i , p u r p o r t a n d o la d a t a d e l 1 6 8 0 e
l o s t e m m a d i I n n o c e n z o XI (fig. 9). C o m p l e s s i v a m e n t e gli aggior­
n a m e n t i c h e a r r i v a n o f i n o a l l ' a n n o 1 6 9 5 e si t r o v a n o in t u t t i gli
e s e m p l a r i successivi alla p r i m a e d i z i o n e del 1 6 6 8 s o n o n u m e r o s i e
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t o r n o al 1695 p e r la p r e s e n z a d e l l o s t e m m a d i p a p a I n n o c e n z o XIII
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(1721­1724), a n c h e se t u t t a v i a n o n si r i l e v a n o d i f f e r e n z e o aggiorna­
m e n t i nella r a f f i g u r a z i o n e della città. C u r i o s a m e n t e tra gli esemplari
n o t i d i q u e s t a e d i z i o n e ce n e s o n o a l c u n i c h e p o r t a n o d i n u o v o la
d e d i c a o r i g i n a l e a C l e m e n t e IX del 1668, c h e q u i n d i n o n era srata
e l i m i n a t a dalla lastra, m a s o l o tagliata e s o s t i t u i t a n e l l e s t a m p e ' 0 .
A n c o r a più. c u r i o s o è c h e tale d e d i c a a p p a r e a n c h e in c o m b i n a z i o n e
r i g u a r d a n o s o p r a t t u t t o le d e n o m i n a z i o n i d i edifici, s t r a d e e piazze.
S o n o stati r i n v e n u t i i n o l t r e degli u l t e r i o r i e s e m p l a r i c h e m o s t r a n o
s o t t o lo s p a z i o c o n la d e d i c a - o r m a i s o s t i t u i t a d a l l e s p i e g a z i o n i al
c o n la piccola serie d i v e d u t e d i n u o v i edifici c o s t r u i t i s o t t o I n n o ­
c e n z o XII. U n ' u l t i m a e d i z i o n e , q u a s i priva di m o d i f i c h e e s t a m p a t a
c o n t e m p o r a n e a m e n t e ad altre p i a n t e f a m o s e p r e c e d e n t i a v v e n n e
ad o p e r a d i C a r l o Losi n e l 1773 51 .
l e t t o r e - u n a piccola serie d i v e d u t e di n u o v i edifici c o s t r u i t i s o t t o
I n n o c e n z o X I I (1691-1700), a n c h e q u e s t i a g g i u n t i , c o m e le spiega­
Descrizione
z i o n i al l e t t o r e , i n s e r e n d o u n foglio s t a m p a t o s e p a r a t a m e n t e '.
C o n le p i a n t e p u b b l i c a t e d a Blaeu e G i o v a n n i G i a c o m o D e Rossi
A n c h e se f i n o r a n o n è s t a t o r i n v e n u t o a l c u n e s e m p l a r e p r i v o d i
ifigg. 5, 6) la p i a n t a a v o l o d ' u c c e l l o i n c l i n a t a nella f o r m a tipica della
a g g i o r n a m e n t i , se ci b a s i a m o s u l l o s t e m m a d i I n n o c e n z o XI e sulla
s e c o n d a m e t à d e l ' 5 0 0 e r i p r o p o s t a a n c h e nella v e d u t a p a n o r a m i c a
d a t a del privilegio, d o b b i a m o s u p p o r r e c h e al 1680 risalga u n a vera
del T e m p e s t a , uscì d e f i n i t i v a m e n t e d i m o d a ; invece l o s t a n d a r d di­
v e n n e la p r o i e z i o n e q u a s i verticale u s a t a d a G r e u t e r . Q u i n d i se n e l
e propria riedizione della s t a m p a .
O l t r e a q u e s t e è s t a t a i d e n t i f i c a t a a n c o r a u n ' e d i z i o n e successiva al
1 6 6 5 M a t t e o G r e g o r i o D e Rossi d i c h i a r ò di v o l e r c r e a r e u n a p i a n t a
1721, la q u a l e si d i s t i n g u e d a q u e l l e a p p e n a d e s c r i t t e degli a n n i in­
g r a n d e c h e s i c u r a m e n t e s a r e b b e stata a n c o r a m o l t o o r i e n t a t a al mc>
ALL'OMBRA DI FALDA. LA PIANTA DI ROMA DI MATTEO GREGORIO DE ROSSI DEL 1668
4. Levin Guy!. Pianta edita da Matteo
Gregorio De Rossi ('a p i a ^ a Navona'),
1665.
5. G.B. Falda. Pianta di Roma (edita eia
Giovanni Giacomo De Rossi 'alla Pace').
Incisione, 1667. Roma, Biblioteca
Nazionale Centrale.
6. G.B. Falda (?) e Giovanni Blaeu
(editore). Pianta di Roma. Incisione,
1663, (edizione del 1704). Roma,
Archivio Storico Capitolino
275
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7­8. Matteo Greogorio De Rossi. Pianta
di Roma. Dedica della prima edizione e
spiegazione al lettore (incollata al fiosto
della dedica originale) delle edizioni 1668
e 1695 ca.
9. Matteo Gregorio De Rossi. Pianta di
Roma. Incisione, edizione 1695 ca.
Roma, Biblioteca Nazionale Centrale.
10. Tabella delle edizioni della pianta di
Matteo Gregorio De Rossi (in grassetto:
prima comparsa di elementi
caratterizzanti le turie edizioni).
276
dello del Tempesta, dobbiamo dedurre che a seguito della pubbli­
cazione delle piante sopra citate cambiò decisamente direzione. In­
fatti abbandonò definitivamente il modello di Tempesta e si orientò
verso quello di Greuter e Blaeu' 2 .
Per q u a n t o riguarda in particolare l'esecuzione della pianta egli ap­
portò notevoli semplificazioni rispetto ai suoi modelli. Fu il prezzo
che pagò vista la volontà di reagire con la massima velocità possibile
alla pubblicazione della pianta piccola del Falda, la quale lasciava
presupporre la compilazione di una grande, un lavoro che lui voleva
assolutamente anticipare. Nel rappresentare la città Matteo Grego­
rio si limitò fondamentalmente alla riproduzione delle planimetrie
degli isolati. Solo nel caso di costruzioni importanti, e in particolare
di chiese, disegnò anche la pianta interna degli edifici. Sono invece
molto pochi quelli rappresentati in prospettiva o di facciata. Si ha
l'impressione che abbia cominciato dai punti più importanti della
città ­ Campidoglio, Quirinale, Colosseo ­ sviluppandoli in m o d o
elaborato e con u n uso raffinato delle ombre, ma per il resto n o n
abbia poi seguito criteri di selezione sistematici. La precisione car­
tografica è piuttosto scarsa: i singoli isolati sono riportati in m o d o
approssimativo, di conseguenza n o n si riesce ad evincere una logica
nel sistema di strade e siccome sono evidenziati eia contorni piut­
tosto marcati e h a n n o forme contorte la mappa diventa di difficile
lettura. Probabilmente il motivo sta nel fatto che l'autore si era ap­
poggiato per il disegno a piante a volo d'uccello preesistenti che
n o n sempre lasciavano intravedere chiaramente il tratto delle strade
a causa dell'altezza dei edifici ma soprattutto n o n si preoccupò di
verificare la corrispondenza dei disegni con i dati reali della città.
Se sovrapponiamo questa pianta ad altre precedenti balzano su­
bito agli occhi che alcuni elementi s o n o ricavati da queste ultime.
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Innocenzo XIII
(1721-1724)
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0090.900, AA.T XXXVI,
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(inoliato)
Veduie con ediflci dt
I n n o c r a i o XII
Iblei
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1773
dedica a Clcittrnle
IX
BAV, Si. C e o t r . U M
(con vedute)
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(1721-1724)
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c i d e n z e s o n o q u e l l e c o n la p i a n t a p u b b l i c a t a d a J o a n B l a e u n e l
Le 2 2 v e d u t e n e l l a p a r t e i n f e r i o r e d e l foglio, p i ù q u e l l a d i C a s t e l
S. A n g e l o sul l a t o s i n i s t r o , d e r i v a n o e v i d e n t e m e n t e d a u n a s e r i e
1 6 6 3 , c h e a s u a v o l t a si r i f e r i v a a q u e l l a d e l G r e u t e r , q u i n d i n o n
d i s e g n i d i C r u y l e s e g u i t i p e r la p u b b l i c a z i o n e (figg. I I , 12). Il p r ò
In b a s e alle p r i m e v e r i f i c h e r i s u l t a e v i d e n t e c h e le m a g g i o r i c o i n ­
si p u ò e s c l u d e r e c h e p r o p r i o q u e s t ' u l t i m a n e fosse i n realtà la b a s e
g e t t o p e r q u e s t a serie d i v e d u t e e r a n a t o c o m e r i s p o s t a a u n a s e r i e
ifig. 6). N o n f u utilizzata i n v e c e la p i a n t a p i c c o l a d e l F a l d a c h e e r a
di G i o v a n n i G i a c o m o D e Rossi fatta in collaborazione c o n Gio­
l e g g e r m e n t e allungata sull'asse nord­sud. M a che p r o p r i o questa
v a n n i B a t t i s t a F a l d a e p u b b l i c a t a a p a r t i r e d a l 1 6 5 5 s o t t o il t i t o l o
f o s s e o g g e t t o d i c o m p e t i z i o n e lo si n o t a d a l l e d e c o r a z i o n i , in par­
Teatro Nuovo. Per r a g i o n i n o n n o t e la serie d i M a t t e o G r e g o r i o e
t i c o l a r e d a l l a d i s p o s i z i o n e d e l l e v e d u t e l u n g o il m a r g i n e i n f e r i o r e
r a c c h i u s e d a u n a s f a r z o s a c o r n i c e " ifig. 5). I n v e c e p e r l o s t e m m a
Lievin C r u y l p e r ò n o n uscì i n t e g r a l m e n t e e d e b b e u n l i m i t a t o suc­
cesso c o m m e r c i a l e " ' .
s o s t e n u t o dagli angeli, c h e c o m p l e t ò c o n u n p a n n o svolazzante,
Nelle 22 v e d u t e su nostra pianta è i m m e d i a t a m e n t e riconoscibile
si i s p i r ò p r o b a b i l m e n t e alla p i a n t a d e l T e m p e s t a d e l 1 6 6 2 s t a m ­
^.^•.jJ:»». i.-^^J.-flù^k _
la t i p i c a vista ' g r a n d a n g o l a r e ' di C r u y l . M a q u e s t e i n c i s i o n i s o n o
pata da G i o v a n n i G i a c o m o D e Rossi' .
d i q u a l i t à s e n s i b i l m e n t e i n f e r i o r e r i s p e t t o ai d i s e g n i o r i g i n a r i
La p i a n t a d i M a t t e o G r e g o r i o è c o m p l e t a m e n t e priva d i indici le
t a n t o c h e v i e n e d a c h i e d e r s i se d a v v e r o C r u y l n e f o s s e s t a t o d i r e t ­
11. Matteo Gregorio De Rossi. Pianta di
d e n o m i n a z i o n i si t r o v a n o d i r e t t a m e n t e sugli edifici, anzi in m o l t i
t a m e n t e c o i n v o l t o . Q u a l u n q u e n e sia il m o t i v o la c o l l a b o r a z i o n e
Roma, incisione, 1668. Vedute della
casi n e s o s t i t u i s c o n o la relativa r a p p r e s e n t a z i o n e i c o n o g r a f i c a . A l
tra l ' e d i t o r e D e Rossi a piazza N a v o n a e L i e v e n C r u y l n o n e b b e
città di Roma su disegni di lieven Curvi.
4
posto d e l l ' i m m a g i n e di u n e d i f i c i o l'è, spessi, imprecisa, solo la re­
la stessa f o r t u n a di q u e l l a t r a G i o v a n n i G i a c o m o D e R o s s i e G i o ­
lativa p i a n t a o a d d i r i t t u r a q u e l l a d e l l ' i n t e r o isolato e s o l o le d e n o ­
v a n n i B a t t i s t a Falda. Le t o n t i n o n f o r n i s c o n o i n f o r m a z i o n i p r e c i s e
minazioni ne p e r m e t t o n o l'identificazione, denominazioni che
a q u e s t o r i g u a r d o , m a p r o b a b i l m e n t e la c o l l a b o r a z i o n e t r a M a t t e o
v e n n e r o n o t e v o l m e n t e a u m e n t a t e nella s e c o n d a e d i z i o n e e arric­
G r e g o r i o e L i e v e n C r u y l si e r a c o n c l u s a già p r i m a d e l l a p u b b l i c a ­
c h i t e d i d a t e e n o m i d e i relativ i f o n d a t o r i e d o n a t o r i .
V i s t o c h e si r i n u n c i ò a s v i l u p p a r e n e l d e t t a g l i o la p a r t e c a r t o g r a ­
di vedute (Cleveland, Musewm o{ Art;
(fui riprodotto in controparte).
zione d e l l a n o s t r a p i a n t a , a n c h e se p r o p r i o lì M a t t e o G r e g o r i o a n ­
n u n c e r à ­ nell'edizione del 1680 ­ u n a f u t u r a serie di vedute17.
f i c a e r a n e c e s s a r i o c h e l ' a r e a e s t e r n a alla t o p o g r a f i a f o s s e p a r t i ­
Q u i n d i p o t r e b b e essere e f f e t t i v a m e n t e realistico c h e l ' a u t o r e del­
c o l a r m e n t e curata. N o n è sicuro chi n e fosse l'autore, forse
l ' o p e r a f o s s e a p p u n t o M a t t e o G r e g o r i o , c o m e d i c h i a r a t o n e l ti­
M a t t e o G r e g o r i o s t e s s o . C o m e p r o p r i e t a r i o di u n a t i p o g r a f i a d i
g r a n d i d i m e n s i o n i aveva a d i s p o s i z i o n e a m p i o m a t e r i a l e v e d u t i ­
t o l o , s u p p o r t a t o d a l l ' a i u t o d i altri c o l l a b o r a t o r i n o n n o t i d e l l a s u a
bottega.
stico c h e poteva utilizzare a s c o p o p u r a m e n t e decorativo senza
1 tre piccoli m e d a g l i o n i sul l a t o d e s t r o c h e r a f f i g u r a n o il b a l d a c ­
problemi.
12. Lieven Cruyl. Balocco di Propaganda
Fide. Disegno preponi torio per una serie
c h i n o d i S. P i e t r o , il L a o c o o n t e e il c o s i d e t t o T o r o F a r n e s e si riferi­
ALL'OMBRA DI FALDA. LA PIANTA DI ROMA DI MATTEO GREGORIO DE ROSSI DEL 1668
13. Anonimo. Toro Famesiano (in:
Lorenzo Vaccari, Antiauarium..., 1584)
Particolare riprodotto in controparte
dall'edizione del 1621. Roma, Bibliotheca
Hertziana.
14. Matteo Gregorio De Rossi. Pianta di
Roma. Incisione, 1668. Medaglione con
il Toro Famesiano.
277
senni) c o n m o l t a p r o b a b i l i t à a m o d e l l i f a c i l m e n t e reperibili, a n c h e
se f i n o r a è s t a t o p o s s i b i l e i d e n t i f i c a r e s o l o q u e l l o ­ in c o n t r o p a r t e
­ d e l T o r o F a r n e s e p r o v e n i e n t e dal b e n n o t o Antiquarum statuarum
La pianta grande di Giwanni Battista Falda e le successive modifiche di
Matteo Gregorio De Rossi
N e l 1676 uscì presso l'editore G i o v a n n i G i a c o m o D e Rossi la p i a n t a
Urbis Romac, p u b b l i c a t o n e l 1 5 8 4 d a L o r e n z o Vaccari (figg. 13, 14) w .
Il c a r a t t e r e c o m p i l a t i v o d e l l ' o p e r a d i M a t t e o G r e g o r i o è a n c o r a u n a
g r a n d e di Falda (fig. 2), u n ' o p e r a s p l e n d i d a c h e p r e s e n t a v a la città
n e l l o stesso t e m p o in p r o i e z i o n e q u a s i verticale e c o n r a f f i g u r a z i o n i
volta c o n f e r m a t o dalla r a p p r e s e n t a z i o n e delle t e r m e d i C a r a c a l l a ,
r i p r e s a d i r e t t a m e n t e , s e n z a n e p p u r e lo s f o r z o di u n a d a t t a m e n t o
p r o s p e t t i c h e degli edifici a v o l o d ' u c c e l l o m o l t o precise in u n for­
m a t o c o m p l e s s i v o di g r a n d i d i m e n s i o n i , 1 5 8 x 1 5 4 c m 4 4 . E d i z i o n e
prospettico, da un'illustrazione c o n t e n u t a nel v o l u m e di G i u l i o
M a r i , Grandezze della Città di Roma, d e l 1625 (figg. 15, 16) 39 .
c h e M a t t e o G r e g o r i o D e Rossi aveva c o m u n q u e a n t i c i p a t o d i o t t o
a n n i c o n il s u o p r o g e t t o di u n a p i a n t a g r a n d e della città, i cui ditetti
La m a n o col c o m p a s s o sul l a t o s i n i s t r o (fig. 17) c o m p a r e già in pre­
c e d e n z a nella p i a n t a d e l 1665, q u a s i fosse p r o p r i o il s i m b o l o d e i
s t r e t t o a reagire.
D e Rossi "a piazza N a v o n a " 4 0 (fig. 18). Lì f i g u r a v a a p p u n t o a c c a n t o
A n c h e se, c o m e già d e t t o , f i n o r a n o n s o n o stati r e p e r i t i e s e m p l a r i
al m o t t o " l a b o r e e t c o n s t a n t i a " u n e m b l e m a r i p r e s o dal f a m o s o ti­
p o g r a f o f i a m m i n g o C h r i s t o p h e P l a n t i n (fig. 19) 41 . N e l r i p r e n d e r e
del 1680 c h e p r e s e n t i n o delle m o d i f i c h e , è u n d a t o c e r t o c h e p r o ­
p r i o in q u e l l o stesso a n n o M a t t e o G r e g o r i o ricevette u n n u o v o pri­
vilegio e p r o d u s s e q u i n d i u n a r i e d i z i o n e della p i a n t a c o n l ' a g g i u n t a
q u e s t o s i m b o l o D e Rossi n o n si rifece al d i s e g n o c h e t r o v i a m o negli
e s e m p l a r i d i P l a n t i n m a a t t i n s e d i r e t t a m e n t e alla S c u o l a di A t e n e
15. M a t t e o Gregorio D e Rossi. Pianta dì
Roma. Dettaglio con le terme di
Caracolla.
16. Anonimo. Terme di Caracolla (da G.
Mari, Grandezze della città di Roma,
1625). Roma, Bibliotheca Hertziana.
278
p e r ò d o v e v a n o r i s u l t a r e o r a m o l t o e v i d e n t i ; egli si t r o v ò p e r c i ò co­
d e l l o s t e m m a d e l l ' a l l o r a r e g n a n t e p a p a I n n o c e n z o XI. R e s t a n o
di R a f f a e l l o (fig. 20) 4 2 . Per la p i a n t a del 1668 D e Rossi lo m o d i f i c ò
l e g g e r m e n t e e s o s t i t u ì il m o t t o o r i g i n a l e c o n "sibi r e s p o n d e t " . Il
s e n s o d i q u e s t o n u o v o m o t t o n o n è c e r t o ; se p r e n d i a m o in e s a m e
la c o m p o s i z i o n e d i t r i a n g o l i e q u i l a t e r i c h e n e l d i s e g n o v i e n e raffi­
g u r a t a dal c o m p a s s o esso p o t r e b b e a l l u d e r e a l l ' i d e n t i t à d i lunghezza
a p e r t i d u e p u n t i : l'esistenza o m e n o d i m o d i f i c h e a p p o r t a t e sulla
p i a n t a e la t i r a t u r a . S i c u r a m e n t e negli a n n i successivi fece n o t e v o l i
a g g i o r n a m e n t i sulle lastre, vi a g g i u n s e n o n s o l o n u m e r o s e d e n o m i ­
n a z i o n i , m a p u r e gli a n n i di f o n d a z i o n e , d i c o s t r u z i o n e e di r e s t a u r o
delle chiese 4 5 , d e i m o n a s t e r i e d e i palazzi f i n o al 1695 4 6 , e vi i n t r o ­
d e i lati d e i triangoli 4 3 . C o m e i lati d i u n t r i a n g o l o e q u i l a t e r o si equi­
v a l g o n o tra loro, così il s u c c e s s o d i u n ' o p e r a è f r u t t o d e l l ' e q u i l i b r i o
d u s s e a n c h e i c o n f i n i d e i r i o n i (fig. 21) 47 . Invece la p i a n t a g r a n d e
del Falda, c o n c e p i t a p i ù sul p i a n o d e l l ' i m m a g i n e , n o n p r e s e n t a n é
tra i s u o i vari e l e m e n t i .
d a t a z i o n i n é la s u d d i v i s i o n e in r i o n i , n o n o s t a n t e u n a p p a r a t o im­
GEORG SCHELBERT
pressionante di quasi 500 edifici numerati con il rispettivo indice.
Nella spiegazione al lettore inserita al posto della dedica a Clemente
IX (vedi figura 8) Matteo Gregorio esalta il proprio lavoro sottoli­
n e a n d o che a differenza dei suoi concorrenti, i quali puntavano
esclusivamente alla bellezza, nel suo lavoro lui era riuscito a conci­
liare bellezza e utilità: "essendo stato per il passato effigiato da molti
Celebri Autori in Alzato, et in Profilo per il solo fine (.Iella vaghezza
h o stimato aggiungere alla detta vaghezza anche l'utilità delle piante
delle Chiese, et altre notizie necessarie con ogni esatta diligenza,
per unire il bello e l'utile nella stessa carta". Lì promise anche di
aggiornare sempre l'opera parallelamente ai cambiamenti urbani­
stici. Se questo sia realmente e regolarmente accaduto, oggi non è
più verificabile, visto che tutte le copie conosciute, sia che portino
lo stemma di Innocenzo XI che quello di Innocenzo XIII, presen­
tano aggiornamenti solo fino all'anno 1695 48 .
L'analisi preliminare delle date inserite nelle edizioni aggiornate ci
dà i seguenti dati 49 : in totale sono riportate 170 date, di cui 14
f a n n o riferimento agli anni prima del 1000, 20 agli anni dal 1000
al '400, 18 al '400, 49 al '500, 82 al '600 (di cui 24 agli anni dal
1670 al 1679, 10 agli anni dal 1680 al 1688, 7 agli anni dal 1693
al 1695). Balza subito agli occhi la priorità data a costruzioni e a
lavori avvenuti nel '600, in particolare nella seconda metà del se­
colo, ma c'è pure una notevole attenzione a periodi precedenti e
addirittura remoti. N o n è possibile invece dare una panoramica
riassuntiva simile per q u a n t o riguarda i nomi delle persone e degli
ed ifici. Possiamo solo affermare che l'autore si impegna a fornire
numerose e precise informazioni sia sui fondatori che sui donatori
di chiese e palazzi, ma di questi dati n o n fece una selezione siste­
matica. Jòrg Garms è riuscito con grande abilità e grazie a u n o stu­
dio approfondito a identificare alcuni temi principali senza tuttavia
poterne ricavare un quadro complessivo chiaro' 0 . Allo stesso modo
non è stato neppure possibile identificare le fonti utilizzate da Mat­
teo Gregorio. Se consideriamo la modalità compilativa e di ricerca
tipica del '600 è probabile che si fosse servito di una pluralità di
fonti e che una parte delle informazioni fossero sue conoscenze
personali, soprattutto riguardo i dati più recenti. Potrebbe anche
essersi riferito alle iscrizioni sugli edifici stessi, come già aveva fatto
per le indicazioni del restauro delle mura della città inserite già
nella prima edizione della pianta 51 .
Invece le modifiche che riguardano l'apparato iconografico sono
minime. U n o dei pochi esempi è quello del cosiddetto "terzo brac­
cio" del colonnato in piazza S. Pietro progettato sotto Alessandro
VII, che è disegnato nella prima edizione del 1668 e che Matteo
Gregorio riprese con grande probabilità direttamente dalla piccola
pianta di Falda. Questi tra l'altro presenta con grande precisione
l'ultima versione del progetto proposta dal Bernini d o p o il 1666
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con il corpo del colonnato spostato verso piazza RusticuccP 2 . Il pro­
getto del "terzo braccio" fu abbandonato come noto dai successori
di papa Alessandro. Nella pianta grande di Falda del 1676, infatti,
n o n lo troviamo. Considerando la grande attenzione che Matteo
Gregorio dedicava ai prodotti della concorrenza, non stupisce che
pure nella riedizione della sua pianta apportò la stessa modifica.
La pianta di Matteo Gregorio De Rossi a confronto con le altre piante
contemporanee di Roma
C o m e dobbiamo collocare la pianta di Matteo Gregorio De Rossi
all'interno del panorama storico delle altre piante della città? Innan­
zitutto la scelta di raffigurare esclusivamente singoli edifici con u n
disegno prospettico trova un precedente nella pianta di Lievin Cruyl
pubblicata proprie) dallo stesso Matteo Gregorio nel 1665 (fig. 4).
Ma la differenza tra le due sta nel fatto che nella prima edita la mo­
dalità era chiaramente finalizzata a una più facile lettura, e d u n q u e
a mettere in evidenza i monumenti più importanti sulla base di una
nuda planimetria del resto della città ,ì . Nella pianta del 1668 Matteo
Gregorio sembra invece essere stato spinto in special modo da un'ur­
genza di tempo nel decidersi per una torma mista 54 : una pianta al­
quanto imprecisa, accompagnata da isolati elementi iconografici e
soprattutto molte denominazioni che sostituivano i disegni degli edi­
fici. Egli cercò poi di bilanciare il tutto con una ricca serie di imma­
gini decorative, a conferma della funzione pur sempre innanzitutto
rappresentativa che aveva una pianta di grande formato. La modalità
A L L ' O M B R A DI FALDA. LA P I A N T A DI R O M A DI M A T T E O G R E G O R I O D E ROSSI D E L 1668
17-20. Rappresentazioni della m a n o col
compasso
17. M a t t e o Gregorio D e Rossi. P i a n t a ili
Roma, 1668.
18. Lici'in C r i n i . P i a n t a di Roma, 1 6 6 5 .
19. Emblema di Christophe Platin.
2 0 . Raffaello. S t a n g a della Segnatura,
P a l a c i Vaticani.
279
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21 a,b. M a t t e o Gregorio De Rossi.
Pianta di Roma, edizioni del 1668 e del
1680/1695 a confronto (dettagli).
22. G B . Falda. Pianta di Roma.
Incisione (1676). Pubblicata da
Giovanni G i a c o m o De Rossi 'alla Pace'.
280
• ••
di accostare belle immagini a una cartografìa piuttosto semplice, co­
stituita a volte dalle sole denominazioni, n o n ebbe molto seguito.
Successivamente vennero redatte altre piante con una simile tendenza
all'astrazione, tutte però di formato ridotto e in cui il mettere in evi­
denza singoli edifìci rappresentava sempre una scelta di maggiore
chiarezza e praticità d'uso come fu appunto nella pianta di Lieven
Cruyl e Matteo Gregorio del 1665. Esistono inoltre piante che si ba­
savano su quella di Falda pur limitandosi a raffigurare pochi edifici;
lo facevano però sempre in modo molto più strutturato rispetto al
lavoro di Matteo Gregorio del 1668, il quale probabilmente non eser­
citò alcuna influenza. U n esempio è la pianta che si trova nel quarto
volume dell'enciclopedia Thesaurus Antiquitatum Romanarum di Gio­
vanni Giorgio Graevius del 1697 s \ Qui è evidente che lo scopo non
è solo quello di evitare lo sforzo di riprodurre tutti i dettagli, ma anche
quello di offrire una maggiore chiarezza in un testo di viaggio, quindi
ci rimanda alla sua finalità d'uso. Lo stesso vale per la pianta di Nicolo
de Fer che è pure inclusa in una guida 56 , come anche la pianta di
Francois Nodot del 1706, che si basa sulla pianta di Lieven Cruyl e
Matteo Gregorio De Rossi del 1665, ugualmente supportata da u n
sistema di coordinate e che è da considerarsi u n o dei primi esempi
di pianta turistica in senso stretto della Città Eterna 57 .
Analizzate le influenze che il lavoro di Falda esercitò sull'opera di
Matteo Gregorio è doveroso chiedersi se vi f u r o n o dei condiziona­
menti di quest'ultima su Falda. A prescindere da elementi marginali
come la cornice e la disposizione del titolo 58 , possiamo verosimil­
mente assumere che la pianta di Matteo Gregorio fu perlomeno di
stimolo per Giovanni Battista Falda, fosse pure unicamente nel
senso che una volta uscito il lavoro piuttosto frettoloso del nostro
l'altro potè prendersi tutto il tempo necessario per raggiungere u n
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risultato davvero splendido. In effetti la pianta grande di Falda ebbe
u n tale successo da diventare il riferimento di tutti i progetti suc­
cessivi, e se ne fecero innumerevoli copie e ristampe a differenza di
quella del suo concorrente 5 9 . Così si spiegherebbe anche come mai
Falda arrivò alla pubblicazione del suo lavoro solo nel 1676, piutto­
sto in ritardo rispetto a quanto inizialmente annunciato.
Conclusioni
La pianta di Matteo Gregorio De Rossi n o n trovò d u n q u e seguito.
I disegni a penna della Biblioteca Nazionale Austriaca che derivano
dalla pianta, studiati in questo volume da Jòrg Garms, sono un'ec­
cezione; p o t r e m m o supporre che la cartografia n o n complessa in
cui l'iconografia venne in parte sostiutita da denominazioni scritte
si prestasse in m o d o particolare alla copiatura a m a n o rispetto a u n
lavoro articolato come quello del Falda. Il fatto che l'opera di Mat­
teo Gregorio De Rossi conobbe c o m u n q u e una serie di riedizioni
n o n o s t a n t e tutti i suoi difetti ­ così come anche altre vedute e
piante 'superate' della città ­ è d'altro lato un'indicazione che esi­
steva già u n mercato significativo di appassionati cultori di raffigu­
razioni della città che prescindeva dalla loro attualità cartografica.
La pianta rappresenta u n prodotto tipico di editore e rivela subito
GEORG SCHELBERT
il suo carattere fortemente compilativo. Matteo Gregorio De Rossi
dovette scendere a numerosi compromessi sotto la forte pressione
del mercato e servirsi di diverse fonti nel m o d o più efficace possi­
bile. Lievin Cruyl, l'artista di vedute topografiche più importante
che aveva, n o n fu in grado o forse n o n volle offrire u n nuovo pro­
d o t t o dello stesso livello artistico in risposta all'opera di Falda.
Q u i n d i d o p o la pubblicazione di questa nel 1676, Matteo Grego­
rio, invece che cercare di emulare u n modello che si rivelava irrag­
giungibile, rielaborò la propria pianta con spirito originale;
aggiunse numerose successive informazioni in forma di testo e si
difese a d d u c e n d o la motivazione di aver valorizzato "l'utilità" ac­
costandola alla "vaghezza". Rimandiamo a snidi futuri tanto l'ana­
lisi a p p r o f o n d i t a delle informazioni ivi contenute, q u a n t o la
1
Sulle piante di Ruma vedi il repertorio ge­
nerale di A.P. FRUTAZ 1962, rimandando ai
vari contributi contenuti in questo volume
per la bibliografia specifica su ogni singola
pianta.
:
In primis la pianta del Tempesta.
' Cfr. Sebastian Merian 1640, che nomina
il modello anche nel titolo: "Ant. Tempesta
ad vivimi delineav, Merian sulpsit" (A.P.
FRU T A Z 1 9 6 2 , c a t . 1 3 5 ) .
4
Cfr. la rielaborazione della pianta grande
di Mario Carfaro ( 1576) da parte dell'editore
Francesco de Paoli nel 1623 (A.P. FRUTAZ
1962, cat. 146), oppure la pianta di Tempesta
del 1593 rifatta da Goffredo s an Schayck nel
1 6 3 0 . ( A . P . FRUTAZ 1 9 6 2 , c a t . 1 4 8 )
1
La bottega si trovava in una casa di pro­
prietà di S. Maria dell'Anima. Alla sua
morte nel 1639 possedeva 3.000 lastre, cfr.
F. C O N S A G R A 1 9 9 2 , p . 1 8 0 .
6
F. C O N S A G R A 1992. Per le confusioni sorte
intorno alla genealogia della famiglia si veda
la bibliografia cririca, pp. 9­73.
7
All'angolo di via di Parione e via della Pace­
vicino nei pressi della chiesa S. Biagio della
Fossa; F. C O N S A G R A 1992, pp. 137 e 474.
» F. C O N S A G R A 1992, pp. 149­157.
' 1 figli di Giuseppe De Rossi il Vecchio
(1560­1639)e Flaminia Fabio(t1668)erano
Giovanni Domenico (1619­1653), Girolamo
(*1621), Giovanni Giacomo (1627­1691) e
Filippo (1631­1656): F. C O N S A G R A 1992, p.
473.
10
F. C O N S A G R A 1992 che segue la storia dei
discendenti solo fino alla motte di Giuseppe
11 Giovane (p. 157).
ricerca delle fonti utilizzate da Matteo Gregorio De Rossi.
Se Falda era riuscito ancora una volta a riprodurre in un'unica im­
magine complessiva il quadro dell'intera città, n o n potè tuttavia re­
stare fedele in tutti i dettagli alla complessità dell'architettura di
Roma e f u costretto ad apportare piccole correzioni e tralasciare
particolari a beneficio di un'immagine omogenea. In questo senso
l'opera di Matteo Gregorio De Rossi ­ certo in parte n o n per scelta
consapevole ­ ci fa capire appunto che la complessità spaziale e tem­
porale della città n o n era più contenibile in un unico quadro com­
plessivo, ma richiedeva l'utilizzo di una varietà di mezzi ­ pianta,
immagini, testo ­ come verrà confermato dall'ulteriore sviluppo
della cartografia e di tutte le altre forme di documentazione della
città nei decenni successivi.
" Questa attività di ristampa viene rilevata
già da C. H O L S E N 1915, p. 27. "Urbis Romae
novissima delineatio M D CXXXV1I", inci­
sione, 39x54 ™ . , A.P. F R U T A Z 1962, cat.
150 (per l'edizione del 1637 e 1650). In C.
M indiani viene presentata una edizione del
lo22 di questa pianta in particolare con
l'ipotesi che si tratti di una lastra risalente
agli anni attorno il 1589, data l'attenzione
particolare agli obelischi e il modello se­
guito, e si presume fosse stata incisa dallo
stesso Brambilla (C. M A R I G L I A N I 2007, p.
189). Si fa riferimento alla pianta piccola di
Mario Carfaro, "Urbis Romae descriptio",
1575, incisione, 41x55,5 on., A.P. FRUTAZ
1962, cat. 125, e la pianta di Ambrogio
Brambilla, "Novissima urbis Romae descrip­
tio M D LXXXX", 1590, incisione, 40x55
ALL'OMBRA DI FALDA. LA PIANTA DI ROMA DI MATTEO GREGORIO DE ROSSI DEL 1668
c m . , A . P . FRUTAZ 1 9 6 2 , c a t . 1 3 3 .
i:
Dopo la morte di Giuseppe il Vecchio la
casa editrice venne gestita dalla moglie. L'at­
tività ptotessionale passerà poi nelle mani
dei due fratelli Giovanni Domenico e Gio­
vanni Giacomo. Quando Giovanni Gia­
como De Rossi divenne maggiorenne la
famiglia si divise l'esercizio, pur utilizzando
ancora gli s t e s s i locali. Nel 1649 il fratello
maggiore ( ìiovanni Domenico aprì ­ come
aveva già tatto il cugino Giovanni Battista ­
una nuova bottega a palazzo De Cupis in
piazza Navona (F. C O N S A G R A 1992, pp. 316­
338). Alla murre di quest'ultimo nel 1653 la
maggiot parte del materiale della bottega
passò nelle mani di Giovanni Giacomo.
13
"Disegno et prospetto dell'alma città di
Roma già delineato d'Antonio Tempesta e
di n u o v o ritagliato accresciuto et abbellito
di strade piazze palazzi tepii et edifìci] con­
f o r m e si truova al presente nel p o n t i f i c a t o
di N.S. Alessandro VII con la cura di G i o .
G i a c o m o d e Rossi l ' a n n o 1662", incisione,
1 0 5 x 2 3 9 c m . , ( A . P . FRUTAZ 1 9 6 2 , c a t . 1 5 2 ) .
G i o v a n n i G i a c o m o c o m i n c i ò la sua carriera
c o n ristampe di lastre dello S p e c u l u m Ro­
m a n a e magnifìcentiae (1650).
14
G o f f r e d o o G o v e r t Schayk, "Nova Urbis
R o m a e descriptio c u m o m n i b u s viis aedifi­
ciisq. accuratissime delineata a n n o d o m i n i
M D C X X X " , incisione in o t t o fogli,
1 0 2 x 1 5 2 c m . ( A . P . FRUTAZ 1 9 6 2 , c a t . 1 4 8 ; l a
tiedizione n o n è presente in Frutaz).
15
Lieven Cruyl (dis.), G i u l i o Testone ( i n e ) ,
G i o v a n n i Battista D e Rossi (ed.), "Pianta di
R o m a c o m e si trova al presente colle alzate
delle fàbriche più nobili cosi antiche c o m e
m o d e r n e " , incisione in d u e fogli, 1665,
51x83 c m . (A.P. FRUTAZ 1962, cat. 154); vedi
a n c h e il c o n t r i b u t o di Barbara Jatta in que­
sto volume.
16
"Io piglio ardire di dedicar'alla S.V. il pre­
sente / Disegno, fatto in forma piccola, della
sua Roma / il quale serva c o m e di preludio
all'istesso D i s e g n o / f a t t o in f o r m a assai
maggiore".
17
G i o v a n n i Blaeu (editore), " R o m a " , 1663,
incisione, 54,5x55,5 c m . (A.P. FRUTAZ 1962,
cat. 153). La pianta è inserita nel Teatmmcivitatum et admirandorum ìtaliae, ad aevi veteris
& praesentis tempora faciem expressum, Amster­
d a m 1663. L'attribuzione del d i s e g n o a
Falda è di Ashby, accettato da H ù l s e n e ulti­
m a m e n t e da Barbara Jatta in M. C o r i Sas­
soli 2000, p. 174. Per una diversa o p i n i o n e
vedi il saggio di J a m e s Tice in q u e s t o vo­
lume.
*' 11 principio della proiezione verticale con
D E L L E C H I E S E PALAZZI E D I F I C I I
PIAZZE S T R A D E F O R T I F I C A Z I O N I E D
A L T R E C O S E A G G I V N T E , DISE­
G N A T A E T I N T A G L I A T A D A / MAT­
T E O G R E G O R I O DE ROSSI R O M A N O .
A P P R E S S O G I O . BATT. R O S S I MILA­
N E S E IN PIAZZA N A V O N A . C O N PRI­
VILEGIO DEL SOM. PONT. L'ANNO
M D C L X V I H " . Inoltre firma anche la dedica
al papa.
22
Se e s c l u d i a m o la p i a n t a di van Schayck
che è m o l t o simile a quella del Tempesta.
23
" C L E M E N T I IX P O N T . M A X C V M in
dies, BEAT.me PP. / A m p l i t u d o R o m a e lu­
culentius splendescat, euisque praeclara ae­
dificia & n u m e r o &. d e c o r e a u g e a n t u r /
necessaria censebatur nova tanta Utbis / de­
lineatio, q u a e n o n m o d o Statimi p t a e / sen­
t e m , sed o m n e s ac m i n i n m a s c u i u s d e m /
partes complecteretur. H a n c Supplex Tuis /
PedibuS a u d e o sistere a d d u c t u s duplici /
causa; p r i m u m quia delineatione: h a n c ex­
p r e s s a m C a l a m . o A L E X A . D E R VII / sei.
ree. Antecessot t u u s dignatus est in tueri ck
commendare, Deinde quod / Beatitudo
T u a tot S u m m a e B e n e f i c i e n t i a e / illustribus
o p e r i b u s l u n e a m p l i t u d i n i &c / s t u d e a t «Se
faveat; ideoc[. iure Beatitudini / T u a e dica­
tur, q u o d Beneticenria T u a d e b e t u r / SAN­
C T I T A T I S T U A E / H u m i l l i m u s et
addictiss. servus / M a t t h a e u s Gregorius d e
Rubeis".
24
Nel Frutaz e in conseguenza in varie altri
pubblicazioni s o n o riportate e r r o n c a m e n e
le m i s u r e di 169x129 c m . (A.P. FRUTAZ
1962, cat. 157).
2ti
Finora c o n o s c i u t o solo in u n esemplare
della BIASA, R o m a VII.250.
2(1
"Disegnata et intagliata da / Matteo Gre­
gorio d e Rossi R o m a n o " .
27
elevazione si trova, a n c h e se n o n così pre­
ciso, già in C a r r a r o e D u p e r a c .
19
Giovanni Battista Falda, "Recentis R o m a e
Ichnographia Et Hypsographia Sive Pianta
Et Facies A d M a g n i f i c e n t i a m Q u a S u b Ale­
II titolo c o m p l e t o era allora: " N V O V A
P I A N T A DI R O M A P R E S E N T E / C O N I
D I S E G N I E N O M I D E L L E C H I E S E PA­
LAZZI E D I F I C O PIAZZE S T R A D E FOR­
TIFICAZIONI ED ALTRE C O S E
xandre) VII P. M . U r h s lpsa Directa Exculta
Et D e c o r a t a Est. C u m Privilegio S u n i m i
A G G I V N T E , D I S E G N A T A E T INTA­
G L I A T A DA / M A T T E O G R E G O R I O
D E ROSSI R O M A N O . A P P R E S S O
A L A V T O R E E T R I N N O V A T A [con " N "
invertiti] IN PIAZZA N A V O N A C O N PRI­
V I L E G I O DEL S O M . PONT. L'ANNO SV
DETTO".
28
La pianta è elencata nei cataloghi più im­
Pontificis Alexandre VII Pont. Max. Io. Bap­
tista Falda De Valle U d i a e Delineavit Et In­
cidit. C u r a E t T y p i Io. Iacobi D e Rubeis Ad
T e m p l u m Paris", incisione in d u e fogli,
1 6 6 3 , 6 8 x 8 8 c m . ( A . P . FRUTAZ 1 9 6 2 ,
cat. 156).
20
Le p t i m e o p e t e con G i o v a n n i Battista
Falda f u r o n o i hluwi disegni dell'architettura e
piante de' palazzi di Roma... (1655). Alrri pro­
getti dell'equipe Falda-De Rossi f u r o n o i vo­
lumi del famosissimo Nuoto teatro del 1665
e le d u e piante di R o m a del 1667 e 1676.
21
" N V O V A P I A N T A DI R O M A PRE­
SENTE / C O N I DISEGNI E NOMI
p o r t a n t i ; C . HULSEN 1 9 1 5 , c a t . 1 2 8 , 1 2 9
( 1 6 6 8 , 1 6 8 0 ) , C . SCACCIA SCARAFONI 1 9 3 9 ,
cat.201 ( 1 6 8 0 / 1 6 9 5 ) , 218 (1721/24), A.P.
FRUTAZ 1 9 6 2 , c a t . 1 5 7 ( 1 6 6 8 ) , C . M A R I -
GUANI 2 0 0 7 , cat. 152. M a a differenza di
molte altre piante a f o t m a t o g t a n d e , tta cui
quella del Falda (cfr. F. EHRLE 1931), n o n è
mai stata prodotta alcuna edizione facsimile.
Inoltre è omessa in molte opere generali, ad
p p . 1 7 ­ 2 2 ; J . C O N N O R S , L . RICE 1 9 9 0 .
e s e m p i o I. INSOLERA 1 9 8 0 ; S . B O G E N , F.
" D o p o la serie incompiuta del 1666 Matteo
THURLEMANN 2 0 0 9 .
G r e g o r i o D e Rossi diede alle s t a m p e negli
a n n i 1686­88 la serie Nuovo Splendore di
Roma. Quesra, che n o n v e n n e più p r o d o t t a
i n s i e m e a Lieven C r u y l m a c o n Giuseppi.'
T i b u r z i o Vergelli, è in p a r t e u n a copia del
Num>o Teatro di Falda (Il nuovo splendore di
Roma moderna con sue giuste vedute in prospet­
tiva delle facciate, strade e chiese, 3 v o l u m i ,
R o m a 168(v88).
29
Q u e s t a raffigurazione di u n a selezione di
edifici viene ripresa nel 1706 nella rielabo­
razione della pianta di Matteo Greogorio l X'
Rossi e Lievin Cruyl da p a r t e di Francois
Nodot.
,0
C f r . l'esemplare della Biblioteca di B r n o ,
Moll­0090.900,AA.T.XXXVI,125 (cfr. fig.
10, n. 4).
" Losi m o d i f i c ò il titolo così: " N V O V A
P I A N T A DI R O M A P R E S E N T E / C O N I
D I S E G N I E N O M I D E L L E C H I E S E PA­
LAZZI E D I F I C I I PIAZZE S T R A D E FOR­
TIFICAZIONI ED ALTRE C O S E
A G G I V N T E , D I S E G N A T A E T INTA­
G L I A T A DA / M A T T E O G R E G O R I O
D E ROSSI R O M A N O . A P P R E S S O
A L ' A V T O R E ET R I N N O V A T A P R E S S O
C A R L O LOSI L ' A N N O MDCCLXXII",
inoltre tolse la data del 1680 d o p o
"super.um permissu". S t a m p ò nella bottega
in via dei C o n d o t t i a n c h e le piante di Gio­
vanni Maggi e Lievin Cruyl (vedi sopra, nota
15), le v e d u t e p a n o r a m i c h e di Israel Silve­
stre, n o n c h é varie altre vedute le cui lastre
provenivano dal lascito di Matteo G r e g o r i o
D e Rossi. Per C a r l o Losi vedi V. FEDERICI
2008.
,2
In particolare la delineazione della città
coincide quasi esattamente, anch'essa legger­
m e n t e allungata sull'asse est­ovest d a t o il for­
m a t o verticale.
53
M e n t t e sulla pianta di Falda ci s o n o solo
7 vedute dedicate alle sette chiese principali,
in quella di D e Rossi t r o v i a m o 22 v e d u t e
con ­ oltre alle sette chiese ­ u n a scelta di
piazze e palazzi i m p o r t a n t i della città (San
Pietro e piazza, S. Paolo, S. G i o v a n n i in
Fonte, la basilica del L u c r a n o , S. C r o c e in
G e r u s a l e m m e , S. Lorenzo, S. Maria Mag­
giore, piazza del Popolo, piazza C o l o n n a
c o n c o l o n n a di Marc Aurelio, la c o l o n n a
Traiana, piazza del Campidoglio, piazza Bar­
berini, piazza S. Ignazio, il palazzo di Propa­
ganda Fede, la Chiesa Nuova, piazza della
R o t o n d a , S. Matia della Pace, S. Ivo, piazza
T e r m i n i , piazza Farnese) più u n a veduta di
Castel S. A n g e l o a parte (cfr. fig. 11 ).
54
C f r . n o t a 13.
ls
E questa u n a caratteristica in c o m u n e con
la p i a n t a di Bufalini, m e n t t e di n o r m a le
p i a n t e a volo d'uccello presentavano u n in­
dice i cui relativi n u m e r i venivano apposti
sugli edifici raffigurati.
16
1 disegni si trovano oggi a Cleveland. Le
incisioni di Cruyl s o n o state pubblicate nel
1666 da G i o v a n n i Battista D e Rossi c o n il
titolo Prospectus locorum Urbis Rumile
insignlium], c f r . B . JATTA, J. C O N N O R S 1 9 8 9 ,
» L . VACCARI 1 5 8 4 , t a v . s . n . ( e d . 1 6 2 1 , t a v .
21).
, 9
G . MARI 1 6 2 5 , fig. 5. L ' i d e n t i f i c a z i o n e d e l ­
l'illustrazione è stata possibile grazie alla
banca dati "Zuccaro" della Bibliotheca Her­
tziana, c h e r e n d e accessibile in f o r m a digi­
tale tutte le illustrazioni di libri rari presenti
in biblioteca. In q u e s t o m o d o sì p u ò effet­
t u a r e u n a ricerca sistematica di immagini in
base ai telativi edifici e alle loro datazioni
(http://zuccato.biblhertz.it).
* Ma n o n è c o n f e r m a t o in altri casi.
41
In uso dall'1588 (Ai/gemerne Deutsche Bio­
graphie, voce Platin)
42
Per questa osservazione ringrazio M a r t i n
Raspe.
41
Potrebbe derivare a n c h e da u n significato
più specificatamente matematico: nel libro
Opuscula mathematica il m a t e m a t i c o France­
sco Maurolico (1494­1575) osservò c h e il te­
traedro ­ il quale consiste esclusivamente di
triangoli ­ 'sibi r e s p o n d e t ' ( • 'equivale a se
stesso') c o n le sue quattro superfici e i quat­
tro angoli a differenza ad esempio del c u b o
e dell'ottaedro (con sei superfici e o t t o an­
goli e o t t o superfici e sei angoli) che s o n o
c o m p l e m e n t a r i rispetto a u n altro c o r p o
(CANTOR, MORITZ, Vorlesungen uber GescKi­
chte dei Muthematkik, XIV. Die Zeit von 1550­
1600, Leipzig 1899, li, P . 571).
G i o v a n n i Barrisra Falda, "Nuova pianta et
alzata della città di R o m a con tutte le strade
44
piazze et editicii d e tempii, palazzi giardini
et altte fabbriche antiche e m o d e r n e c o m e
si trovano al presente nel p o n t i f i c a t o ei N.S.
papa I n n o c e n t i o XI...", 1676, incisione in
d o d i c i fogli, 158x154 c m . (A.P. FRUTAZ
1962, cat. 158). Vedi i saggi di S a r a h
McPhee, Joseph C o n n o r s , James Tice e A n ­
t o n i o Pietro Lirini nel presente volume.
45
Nel casti della basilica L i t e t a n e n s e viene
addirittura precisato il transetto col n o m e di
C l e m e n t e Vili, m e n t r e la navata con quello
di I n n o c e n z o X.
* Al c o n t r a r i o di quello che si trova nella bi­
bliografia (cfr. C . MARIGLIANI 2007, p. 247)
la data più recente n o n è 1694 ma 1695. I
progetti che recano questa data s o n o la Do­
gana di terra nel t e m p i o di A d r i a n o e la de­
molizione della chiesa di S. Biagio d e I lortis
GEORG SCHELBERT
nel complesso del palazzo ili Montecitorio/Ludovisi.
47
1 confini dei rioni erano in questo periodo
ancora oggetto di dibattito in molti casi ,
cosa che si riflette anche nella inesatta rap­
presentazione della pianta di Matteo Grego­
rio De Rossi. Essi furono definiti
precisamente solo nei decenni successivi.
Un'altra pianta che rileva i quartieri, sempre
prima della loro fissazione definitiva, è
quella di Barhey del 1697, su vui vedi il con­
tributo di Alan Ceen nel presente volume.
Li pianta di Nulli del 1748, cui lavorò a par­
tire dal 1736, aveva tra l'altro anche lo scopo
di documentare esattamente proprio i con­
fini dei rioni (M. BEVILACQUA 1998, pp. 40­
42). Nella pianta di De Rossi le scritte con i
nomi dei rioni hanno le lettere distanti tra
loro e sono cosi irregolari da risultare ap­
pena leggibili.
« Vedi fig. 10.
4
" Ringrazio vivamente Sandra Polii per una
prima trascrizione delle iscrizioni che ha fa­
cilitato molto il mio lavoro.
50
Cfr. il contributo di Jòrg Garms nel pre­
sente volume.
51
Sono indicati i papi sotto i cui pontificati
furono eseguiti restauri, in base agli stemmi
di pietra inseriti sulle mura.
,;
Tale spostamento è stato proposto da Ber­
nini nel 1666; cfr. anche la rappresentazione
sulla pianta del conclave dopo la morte di
Alessandro VII.
" È il futuro modello che verrà ripreso per
l'edizione di piante di tipo turistico. Quindi
non è un caso che proprio questa servì da
base per la prima cartina turistica della città,
completata da un reticolo di coordinate e
un indice e inserita all'interno di una guida
della città, appunto quella di Francois
Nodot, "Nouveau pian de la ville de Rome.
Tire par ordre du pape par Matteo Gregoria
[sic] De Romans très utile pour les voia­
geurs", 1706 (P. FRUTAZ 1962, cat. 166; S.
BOGEN, F. THURLEMANN 2009, pp. 133­137).
M
Una simile eccezione è rappresentata dalla
pianta di .Alò Giovannoli del 1616 caratte­
rizzata da un disegno ancora più grossolano
(P. FRUTAZ 1962, cat. 144).
55
Pianta concepita da Jan Goeree (non in
Frutaz).
* A.P. FRUTAZ 1962, cat. 162. Un simile si­
stema di raffigurazione si trova anche in
Christoph Weigel, "Romae Veteris ac Novae
Collatio...", 1719, e John Senex, "A New
Mapp Of Rome Shewing Its Antient And
Present Situation", 1721 (non in Frutaz).
" Per le due piante vedi le note 15, 29 e 53.
58
II Falda riprese dall'opera di Matteo
Gregorio la modalità del titolo in campo
separato e il tipo di cornice; infatti prima
di lui si usava mettere una sola linea o una
linea doppia, se escludiamo la pianta del
Greuter che era ornata di folti rami di
acanto.
w
La pianta di Falda rimase il modello di
ALL'OMBRA DI FALDA. LA PIANTA DI ROMA DI MATTEO GREGORIO DE ROSSI DEL 1668
riferimento fino alla pubblicazione della
pianta di Nolli nel 1748. Oltre alle ri­
stampe della casa editrice "De Rossi alla
Pace" (edizioni del 1697, 1705, 1730, 1756,
cfr. il contributo di Antonio Pietro Latini
in questo volume), essa fu riprodotta nei
Paesi Bassi e in Germania sempre in mi­
sure ridotte con alcune modifiche da Jo­
hannes De Ram, Jean de la Feuille e Pietet
v a n d e r A a ( n e l 1691, 1693 e 1710 ca.; A.P.
FRUTAZ 1962, cat. 161), Johann Baptist H o
mann, 1716, Matthàus Seutter, 1725­30 ca.
(ambedue non in A.P. FRUTAZ 1962; cfr. C.
MARKJLIANI 2007, cat. 130­140). Docu­
mentare ed evidenziare fin quanto possi­
bile tali interdipendenze è la finalità
presente nella seconda versione del cata­
logo Cipro all'interno del sistema informa­
tico "Zuccaie" sviluppato dalla Bibliotheca
Hertziana (http://db.hiblhertz.it /orbisur­
bis/).