51 Corriere della Sera Martedì 18 Marzo 2008 Spettacoli Personaggi Reduce da Sanremo dove ha convinto la critica come showgirl l’attrice si divide tra i film-tv e il palco Su più fronti A destra, Bianca Guaccero, 27 anni, in una scena di «La Stella della porta accanto». A sinistra, con Pippo Baudo e Andrea Osvárt sul palco dell’Ariston a Sanremo: la Guaccero ha convinto più della bionda partner ungherese Come Marisa Allasio Marisa Allasio, nata a Torino nel 1936, divenne famosa a vent’anni con «Poveri ma belli» (foto sotto, sul set). Nel ’58 lasciò il cinema per amore, sposando il conte Pierfrancesco Calvi di Bergolo (nipote di Vittorio Emanuele III), con cui si stabilì in Piemonte, nel castello di Pomano. E proprio qui, alla metà degli Anni 60, ebbe l’opportunità di una breve esperienza politica: fu eletta come indipendente nelle liste dei liberali, diventando assessore alle Finanze del Comune. Nel 2001 fu «sfrattata» dal Casale delle Cavalle, dentro Villa Ada a Roma, dove abitava dagli Anni 70. La Tigre di Bitonto Baby-sitter (cinofila) in una fiction Rai Bianca Guaccero prepara un noir e poi sarà a teatro in «Poveri ma belli» ROMA — È stata ribattezzata «la Tigre di Bitonto». Con la sua simpatia mediterranea, Bianca Guaccero è riuscita, rispetto all’algida Andrea Osvárt, se non proprio a rialzare le sorti del Festival di Sanremo, perlomeno a conquistarsi la platea del Teatro Ariston. «Mi sono autodefinita io "Tigre di Bitonto" — corregge la ventisettenne pugliese — quando Pippo Baudo, notando che finalmente non ero più afona dopo una devastante tracheite, mi disse "hai ritrovato la voce e la carica". E io gli ho risposto "sì, s’è risvegliata la tigre... ma sotto cortisone!"». Un momento magico, adesso, per lei: ha finito di interpretare «La stella della porta accanto», miniserie in due puntate, prodotta dalla Titanus per Rai Fiction, su Raiuno nel prossimo autunno; sta per iniziare le riprese di un altro tv-movie, «Il bene e il male» con Gianmarco Tognazzi; e si prepara a tornare in teatro con il musical «Poveri ma belli», remake del celebre film di Dino Risi, con cui dovrebbe debuttare a ottobre al Teatro Sistina. Ammette: «Sto vivendo in una favola, quasi non riesco a rendermene conto. È stato tutto così emozionante». Anche la débâcle di Sanremo? Ribatte: «Soprattutto! Mi sono trovata in una situazione non facile, ma quando tutto fila liscio non si impara e non si cresce. Invece ho imparato a gestire le situazioni meno gradevoli». Per esempio? Riflette: «Beh, qualche critica un po’ pesante. Dicevano che non ero elegante, che ero troppo ruspante... Alba Parietti ha aggiunto che, sia io, sia Andrea, eravamo vestite in maniera orribile. Pazienza». Diretta dal regista Gianfranco Albano, nella «Stella della porta accanto» Bianca è una sorta di Mary Poppins: Stella, il suo personaggio, è un’addestratrice di cani che dovrà vedersela con l’«addestramento» di due adorabili marmocchi. Racconta: «Matteo e Confronti I due volti di Angelica Bianca Guaccero si è già misurata con una grande diva del nostro cinema portando a teatro il personaggio di Angelica (foto a destra) che sul grande schermo fu di Claudia Cardinale (a sinistra) nel «Gattopardo» di Luchino Visconti Giulia sono due bambini che hanno perso da poco la mamma, morta in un attentato: sono introversi, diffidenti. Così come il loro papà, Jacopo (interpretato da Giorgio Lupano ndr), un giovane diplomatico sempre in viaggio, tanto brillante nella sua professione quanto incapace, suo malgrado, di stabilire un rapporto affettuoso con i figli. Io invece sono una ragazza solare, di umili origini, ma generosa e disponibile: con la stessa caparbietà con cui riesco a catturare la fiducia degli animali, riuscirò a conquistarmi quella dei due bambini. Divento una baby sitter molto speciale». Non è difficile intuire che Bianca, stavolta, recita un po’ se stessa: «A parte che io adoro i cani e qui devo condividere la scena con un gigantesco terranova, mia appendice anche nel mio lavoro di "educatrice". Inoltre, a Stella, quando si arrabbia, scappa qualche battuta in puro pugliese». D’altronde si sa: alla bitontina Guaccero, sta stretta la casacca di fine dicitrice. Conferma: «Non amo la dizione perfetta. I veri grandi attori come Sordi, la Loren, la Magnani, la Vitti, hanno regalato i loro personaggi più indimenticabili pro- ❜❜ Al Festival mi sono trovata in una situazione non facile, ma quando tutto fila liscio non si impara e non si cresce prio con l’aiuto del dialetto, cioè la loro cultura, le loro radici. Il dialetto non va cancellato, perché dà verità: se ci rinunci, sarai forse più professionalmente corretto, ma ti spersonalizzi». Un po’ «scorretto» è anche il personaggio che recita ne «Il bene e il male», regia di Giorgio Serafini: «È un thriller psicologico sul lacerante conflitto, che esiste in ognuno di noi, tra il bene e il male. Sono una poliziotta che si innamora di un pericoloso boss: pur credendo nella legge, divento complice di una persona che rappresenta il male». Ma Bianca è attesa dalla prova forse più impegnativa. Dopo aver debuttato in teatro, un paio d’anni fa, nella trasposizione del «Gattopardo», ora esordisce nel musical con «Poveri ma belli»: lo spettacolo, con la regia di Massimo Ranieri, è sempre prodotto dalla Titanus, che produsse il film di Risi. Se prima era nel ruolo di Angelica (che fu di Claudia Cardinale), ora le tocca quello di Giovanna (che fu di Marisa Allasio, la quale nel ’57 presentò il Festival di Sanremo con Nunzio Filogamo). Insomma, da un monumento della letteratura-cinema, passa a un monumento della commedia all’italiana: «È il mio debutto nel musical: nonostante le "prove" sanremesi, dovrò prepararmi seriamente, per cantare e ballare. Ed è la prima volta che recito al Sistina, per me sacro come una chiesa». Ma la giovanissima Bianca che ricordo ha di un film degli anni Cinquanta? Risponde: «Ricordo?! Lo so quasi a memoria! L’avrò visto almeno una decina di volte, già da bambina, perché mia madre era appassionata di quel cinema: si può dire che sono cresciuta a orecchiette e film del passato. Questo musical è un link tra passato e presente, un esame generazionale». Emilia Costantini Guarda Altre immagini di «La stella della porta accanto» e della Guaccero su corriere.it Debutto Nella versione italiana del film citazioni celebri da «A Chorus Line» a «Jesus Christ Superstar» «High School Musical»: festa con 20 teenager sul palco MILANO — High School Musical tratto dal film Disney amatissimo dai minorenni (in scena all'Allianz Teatro con la Compagnia della Rancia di Saverio Marconi) è una festa di allegra professionalità e di contagiosa gioventù. Ma il vero spettacolo è in platea: il target è dai 5 ai 15 anni, qui si annida lo zoccolo duro dei fans che hanno visto a ripetizione in tv il film, mai passato in sala. Il testo quindi deve soddisfare le esigenze puerili: l'autore David Simpatico non fa che allineare stereotipi del musical giovanile, prendendo a mo- dello Grease e rifacendosi al classico hollywoodiano della preparazione dello show. Qui è un musical da college, dove si fronteggiano i tre clan: i secchioni matematici, gli sportivi del basket, i teatranti, prima derisi (la brava maestra, Clelia Piscitello offre un birignao nella dizione) ma poi vincono alla grande, facendo fidanzare i belli e carini (e non solo). Happyssimo end per tutti questi 20 teenager bene che vendicano il Belushi di Animal house: le canzoni parlano di provare a volare e di sogni, è una strada lastricata di illusioni che il balletto collettivo di Gillian Cast Al centro Jacopo Sarno, lo Zac Efron italiano Bruce esprime con fragorosa e puntuale sintonia. La forza del musical, il cui testo è un pretesto, è nell'attualizzare la sfida tra culture, alzando il sentimentalismo al massimo. E va benissimo per i giovani che riconoscono ogni nota, gesto o parola, anche perché Marconi (associato a Federico Bellone) ha allestito, nel rispetto del format Usa, uno show che dal vivo fila come un treno, con citazioni per adulti (A chorus line, Jesus Christ), tecnicamente perfetto nel montaggio alternato delle scene. Ma soprattutto ha scovato dotati interpreti: Jacopo Sarno è lo Zac Efron italiano, lo riflette con spirito, canta bene; e gli altri sono adeguati e simpatici, da Denise Faro a Valentina Gullace, mentre Pierluigi Gallo è un coach con dubbi edipici. Attenzione alle doti recitative di Giulia Marangoni (pronta per Hairspray in italiano) e di Raffaele Cutolo, Ryan azzeccato, colorato, grottesco. Ma è il gruppo che funziona, le musiche incollano l'entusiasmo di un pubblico che domenica ha riempito la sala in grande occasione mediatica in due tempi, 55 minuti l'uno: ora recite fino al 13 aprile. Maurizio Porro