Il Programma della IXa Edizione del Festival

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Teatro delle Rocce
Il Programma della IXa Edizione del Festival
Ultimo aggiornamento sabato 20 luglio 2013
Ecco il manifesto ufficiale del Festival 2013 del Teatro delle Rocce
Se vuoi puoi scaricarlo in formato .pdf
Da Mercoledì 6 luglio
a Domenica 10 luglio 2011 ore 21,15
COMPAGNIA
KATZENMACHER
EIDOS – Apparizioni di Alfonso Santagata
Con:
Rossana Gay, Johnny Lodi, Chiara Di Stefano, Massimiliano Poli, Francesco
Pennacchia
assistente alla regia: Chiara Senesi
tecnici: Francesco Margarolo, Cristiano Caria
regia di Alfonso Santagata
Il
tempo del mito rivive nella storia dell’uomo continuando a produrre visioni. E
i percorsi iniziatici che gli dèi chiedevano ai neofiti per accedere ai loro
culti si ripropongono oggi come inesauribili metafore di un destino di guerra:
che assegna all’uomo avversari da affrontare e sconfiggere, prove da superare,
confini da violare, in nome di una necessità superiore di cui chi lo governa
detiene la conoscenza. Luoghi sacrificali e iniziatici, are e templi del
passato mitico, così come inquietanti e mostruose architetture del presente, ci
parlano dell’eterna tensione dell’uomo ad avvicinarsi alla divinità e
conquistare la conoscenza: per allontanare mali e pericoli, per cancellare
colpe e propiziare successi, per interpretare il proprio destino e richiamare
su di esso la benedizione divina. Benedetti, ciascuno, dal proprio dio, gli
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Teatro delle Rocce
eroi tragici affrontano la propria sorte, ritessendo odi e amori, lutti e
conquiste in un disegno superiore, necessario e imperscrutabile insieme. “C’è
una benevolenza degli dèi / che con violenza siedono sul venerando banco del
timoniere”, afferma il coro degli anziani di Argo attendendo il ritorno di
Agamennone conquistatore di Troia: Agamennone la cui impresa di guerra è stata
benedetta da Zeus come giusta e che a sua volta sarà oggetto dell’ira della
divinità, “giacché su chi causa la morte di molti / gli dei non mancano di
volgere lo sguardo”. I luoghi di culto custodivano la possibilità di
un’iniziazione alla conoscenza dell’imperscrutabile, e il loro impianto
introduceva l’uomo in un percorso non esclusivamente spirituale, ma anche di
pensiero e fantasia. Saranno perciò i luoghi sacri del passato oppure i luoghi
dissacrati del presente, l'arena dove i sentimenti sovrani (conflitti amori
tradimenti vendette follia) tornano, insieme alle creature immortali che li
accompagnano: Agamennone Clitemnestra Oreste Cassandra e l'indovino-profeta,
mediatore tra cielo e terra. Gli dei sono coinvolti nelle vicende umane alle
quali prendono parte schierandosi e intervenendo anche con spietatezza, essendo
la violenza lo strumento per eccellenza dell’ordine superiore che essi
intendono propiziare. Divino e umano si sovrappongono e, di fronte all’arbitrio
degli dei, gli eroi rivendicano la propria libertà, affrontando un destino di
sconfitta e di morte che rappresenta il premio della loro grandezza.
Ingresso
Euro 5,00 – Gradita Prenotazione 347
0840413
Mercoledì 3 agosto 2011, ore 21,15
“DALÌ INCONTRA DANTE. COMMEDIE DIVINE E
UMANE”.
A cura di Maurizio Vanni, con la partecipazione
di: Cataldo Russo (attore), Silvia Cosentino (attrice), Agnese Manzini (attrice), VipCancro (collettivo elettro –
acustico), Fiammetta De Michele
(video and visual performer artist) e Valentina
Alberti (dance performer. Racconto scenico
Ingresso gratuito
Venerdì 5 agosto 2011 ore 21,15
MARCO PAOLINI
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Teatro delle Rocce
Uomini e Cani. Dedicato a Jack London
Uomini e cani un progetto
realizzato con I Suoni delle Dolomiti e dedicato a Jack London,
al rapporto tra uomini e natura, per parlare di “senso del limite” in una
cultura che ha fatto, e continua a fare, del “no limits” uno dei propri slogan.
Lo spettacolo Uomini e Cani è ispirato al racconto To build a
fire. Il racconto, pubblicato originariamente nel 1902 su The Youth’s
Companion in una versione per ragazzi e poi riscritto, modificandone il finale,
e pubblicato nel 1910 nella versione divenuta famosa nel mondo, affronta uno
dei temi più cari a Jack London: la lotta per la sopravvivenza. Un uomo, un
cane e il grande Nord. Al racconto, si accompagnerà la proiezione sulla
roccia di un cortometraggio di Simone Massi, un film a disegni animati
ispirato anch'esso a To build a fire.
Ingresso Euro 20,00 Ridotto Euro 18,00
Lunedì 8 agosto
2011 ore 21,15
REZZA MASTRELLA
Antonio Rezza
IO
Regia Antonio Rezza
Flavia Mastrella
con Antonio Rezza
quadri di scena
Flavia Mastrella
(mai) scritto da
Antonio Rezza
assistente alla
creazione Massimo Camilli
disegno luci Maria
Pastore
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Teatro delle Rocce
Il radiologo esaurito fa le lastre sui
cappotti dei pazienti mentre un essere impersonale oltraggia i luoghi della
provenienza ansimando su un campo fatto a calcio. Io cresce inumando e
disumano, inventando lavatrici e strumenti di quieto vivere. Il radiologo spossato
avvolge un neonato con l'affetto della madre, un individualista piega lenzora a
tutto spiano fino ad unirsi ad esse per lasciare tracce di seme sul tessuto del
lavoro.Tre persone vegliano il sonno a chi lo sta facendo mentre il piegatore
di lenzora, appesantito dal suo stesso seme, scivola sotto l'acqua che si fa
doccia e dolce zampillare.Io mangia la vita bevendo acqua rotta che è portavoce
dell'amaro nascere, il piegatore di lenzora parte per la galassia rompendo
l'idillio con il tessuto amato. Si gioca all'oca, parte il dado di sottecchio,
Io si affida alla bellezza del profilo per passare sotto infissi angusti. Ogni
tanto un torneo, un uomo che cimenta in imprese impossibili ma rese rare dalla
sua enfasi, un ufo giallo scrutante esseri e parole, un visionario vede vulva
nelle orecchie altrui. E Io, affacciato sul mondo terzo dove scopre che, tra
piaghe e miseria, serpeggia l'appetito non supportato dalla tavola
imbandita.Infine la catastrofe: Io si ridimensiona...Como poco innanto tra
clamori e vanto così l'idea dell'inventura porta la mente a vita duratura. Anche
questo allestimento scenico si avvale dei quadri di scena o teli intesi come
arte. Le scene sono coinvolte completamente nell'azione drammaturgica, la
struttura è di metallo sottile, sostiene i teli che, disposti in vari piani,
risentono del movimento del corpo...Tutto barcolla. Il colore dei quadri si
espande, il metallo si insinua nella stoffa, i cambiamenti di scena frequenti
rinnovano in continuazione l'andatura cromatica. Il giallo, il rosso, il blu di
vari tessuti e intensità rispondono in modo diverso alla luce che ne esalta
inoltre le diversità della trama. I verdi in velo, i bianchi di seta, rete o
traforati, compatti o trasparenti coprono il corpo rivelandone i contorni; i
quadri mutanti hanno vita breve e vengono abbandonati in terra formando macchie
colorate sparse in un mondo buio. La simmetria non esiste, le forme giocano in
verticale, i personaggi siano essi solitari o raggruppati, risultano sempre
simpatici e vittime di un'agglomerazione.
Ingresso
Euro 13,00 Ridotto Euro 11,50
Mercoledì 10 agosto 2011 ore 21,15
JAZZ GREY CAT FESTIVAL
LES TAMBOURS DE
BRAZZA
Jean Emile Biayenda (leader batteria),
Maximen Fernand Banouanina , Jean Frédéric Bidiafou, Eric Diazabakana,
Arnaud Bitsindou, Bassoumba Michel , Corentin Wilfried Miyoulou, Bienvenue
Mapouya, Paterne Massamba , Alain Miyoulou (percussioni), Remy Aurelien
Massengo (percussioni, ballerino), Costantin Malanda (rapper), Frédy de Mauser
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Teatro delle Rocce
Massamba (voce solista, ballerino), Ngoula Pierre Crépin (basso, voce)
Les
Tambours de Brazza (Congo 1991), è una vera e propria formazione musicale
contemporanea, che associa la batteria jazz alle percussioni tradizionali, al
basso elettrico ed addirittura al rap di un giovane cantante, hanno infiammato
le scene musicali in Africa, Europa e Giappone. Questa mescolanza di tradizione
e modernità, di ritmi africani e basi occidentali, è probabilmente la chiave
del loro successo, dovuto soprattutto all’energia che sanno sprigionare in ogni
concerto e che coinvolge tutto il pubblico in due ore ad alta tensione, in un
vortice colorato di musica, danza e canti. Tutto ruota intorno alla batteria di
Emile Biayenda, leader e fondatore
del gruppo nel 1991. Egli giunge alla sua costituzione dopo un percorso di
formazione artistica che lo ha portato, a passare sei mesi tra i Pigmei di una
regione nel nord del Congo. Lì, introdotto da un pigmeo di Brazzaville, è stato
iniziato alla tradizione della sanza (lamellofono) e del tamburo, ed ha potuto
fare innumerevoli registrazioni sul campo. Nel 1990 Emile decide di trasferire
questa sua esperienza presso i Beembé ed i Loango, due delle circa 70 etnie
presenti nel Congo. In un taglio decisamente moderno, Biayenda e i suoi
percussionisti si riappropriano di questi riti e ritmi antichi,
reinterpretandoli in uno stile musicale nuovo, in un’estetica ed un linguaggio
del tutto personali. La batteria rappresenta la trama ritmica sulla quale si
inseriscono gli altri componenti del gruppo: 4 solisti suonano i ngouri, i tamburi
più importanti, mentre altri 7 musicisti li accompagnano con i mwana ngoma
(tamburi medi e acuti), oltre a campane, sanza, congas, kirin e basso
elettrico. Due cantanti-ballerini, poi, replicano e rilanciano il gioco
musicale in una formula di spettacolo totale. Fino al 1997 il gruppo ha vissuto
a Brazzaville, capitale del Congo. Con la guerra, però, diventava sempre più
difficile ritrovarsi per suonare, così si sono trasferiti prima in Benin ed
infine in Francia, dove risiedono tuttora. Oggi Les Tambours de Brazza sono
composti da una dozzina di congolesi, ai quali si sono aggiunti altri elementi provenienti dalla Costa D’Avorio e dal
Benin, oltre ad alcuni musicisti e ballerini di talento, che sono stati
selezionati in Francia.Come spiega Biayenda: “I
nostri testi parlano di miseria e di amore, di gioia e di dolore. Il paese è
reduce da anni di guerra civile e tutti vogliamo ritornare a una vita serena,
la possibilità di aprirci al mondo: la nostra è come una famiglia unita.”
Ingresso Euro 15,00 Ridotto Euro 13,00
Venerdì 12 agosto 2011 ore 21,15
L’Accademia Musicale
Chigiana presenta
MAESTRI CHIGIANI IN TERRA DI SIENA
Salvatore Accardo
(violino), Bruno Giuranna (viola),
Antonio Meneses (violoncello), Franco Petracchi (contrabbasso), e gli allievi
chigiani
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Teatro delle Rocce
Ingresso Euro 10,00 Ridotto
Euro 8,00
Lunedì 14 agosto 2011 21,15
PAOLO ROSSI
Mistero Buffo di
Dario Fo
“Il mio Mistero buffo
è un cabaret pop” “Erano anni bui quelli in cui Il mistero buffo di Dario
Fo vedeva la luce, una Milano di piombo prima che da bere. Ora, tramontate
entrambe, dopo un quasi svagato girovagare per grandi piazze e piccoli centri,
scuole e teatri d'Italia, Paolo Rossi giunge nel capoluogo lombardo e, con base
al Piccolo, fa i conti con il proprio maestro e con un testo arduo da
rappresentare: per il modello di riferimento, per la non-lingua usata
(l'impossibile, inesistente grammelot), per le nubi che ogni volta si addensano
su chi da noi tocca il tasto della religione. Ora come allora, infatti, tutto
ruota intorno alla figura di Cristo e a quanto ne raccontano i Vangeli,
apocrifi, agnostici, ufficiali, contaminati tra loro e con il nostro presente.
«Uno spettacolo di cabaret che mescola parole e musica (eseguita dal vivo). Che
fonde cultura alta e bassa. Che dal passato apre continui link con il
presente». Molti i misteri da raccontare, non solo quelli sacri. «In Italia dal
‘70 a oggi ne sono accaduti tanti, e non tutti buffi...». È questo insieme che
Rossi definisce pop. Da qui il titolo del «suo» spettacolo: Il Mistero buffo di
Dario Fo (Ps: nell'umile versione pop), omaggio e scusa nel contempo. Ma pur
sempre teatro popolare, degli oppressi che sbeffeggiano i potenti, monologo
grottesco, giullarata. Con il premio Nobel Rossi ha mosso i primi passi negli
Anni Settanta, lo considera il suo maestro e a questo testo di sentiva come
predestinato. «Fin dalla prima sera mi è parso di averlo sempre recitato Sarà
che lo avevo recitato già così tante volte nella mia testa». Per staccarsene e
lavorare senza soggezione ha scelto una regista giovane, Carolina De La Calle
Casanova, che non ne ha mai visto la versione originale. «È inevitabilmente
diverso da quello di Dario, che per altro continua a dire di non aver ancora
finito di scriverlo». E poi c'è la questione fisica. «Lui è un trampoliere e
io... Lui attraversa il palcoscenico con tre passi, è in surplace; supplisco in
velocità. Ma alcune sue cose proprio non posso farle». Quanto alla lingua,
altro caposaldo dell'opera, non è quella di Fo ma «le sette che non parlo,
quelle di pura sopravvivenza con cui mi esprimo all'estero». Doveva andare a
Sanremo con Mistero buffo, Rossi. «Lo racconto anche nel prologo: mi hanno
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Teatro delle Rocce
telefonato, poi non mi hanno più telefonato e quando gli ho chiesto “perché non
telefonate più” mi hanno detto che aveva telefonato uno di non telefonarmi più.
Non faccio lo snob: ho recitato ovunque, dai night con strip al teatro Greco di
Taormina, sarebbe stata una platea importante, per me e per il teatro tutto.
Sanremo è la cosa più sacra di questo Paese. Mi fermo davanti alla colomba
bianca, di Nilla Pizzi. Ma basta lamentarsi e atteggiarsi a eroi. In questo
Paese altri lo sono, non certo noi giullari, che più ci censurano e – per
paradosso – meglio stiamo».” Da LA STAMPA (30/04/2011) - Adriana
Marmiroli
Ingresso Euro 18,00 Ridotto Euro 16,00
Info biglietti
Acquistando i biglietti direttamente presso
il Teatro delle Rocce non sono compresi i costi della prevendita.
Contatti
Laboratorio Gavorranoidea
Tel 0566844247 - 0566846259
[email protected]
Parco Minerario di
Gavorrano 0566 846231
[email protected]
Nuova Pro Loco Gavorranese
Tel. 0566 846282
[email protected]
www.comune.gavorrano.gr.it
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