Maggio 2017 Carissimi, dati i venti di guerra che soffiano sul pianeta, l’uso spregiudicato di armi chimiche e la sperimentazione allegra di bombe nucleari, ho pensato di dedicare questa lettera ad un antidoto che è la preghiera, memore di quel famoso detto del mahatma Gandhi: “La bomba atomica? L’affronterei con un atto di preghiera”. Approfitto anche del mese di maggio, che la devozione popolare consacra alla preghiera mariana. L’accelerazione dei conflitti risponde a quella fretta sbrigativa che c’è nell’uomo che vuole ottenere “tutto e subito”. La preghiera invece si pone come sosta, “ozio”, perché ci si possa mettere in contatto con la sorgente interiore, Dio. La preghiera non è una vita di silenzio, ma il silenzio della vita, lo stato di abbandono in Dio, un atto di obbediente amore a Lui, che ci chiede la spogliazione di ogni orgoglio e la resa incondizionata alla sua volontà di pace. La preghiera non ci fa soffermare sulla parte, ma ci fa divenire capaci di accogliere il tutto: “Signore, prendi il nulla che sono, dammi il molto che spero, il Tutto che sei”. Siamo un filo d’erba che ha sete. Se si prova la sete è perché esiste l’acqua. Pregare è entrare in contatto con la sorgente interiore, aprirsi all’azione dello Spirito. Preghiera e precarietà hanno la medesima etimologia. Di fatto l’uomo di preghiera si scopre precario, non autosufficiente. Dio che conforta è la forza in noi che ci pervade, apre all’imprevisto e stabilisce in noi la pazienza di Dio. La preghiera non fa saltare o evitare l’inverno o il dolore della vita, ma fa attraversare. E’ la via che ci rende coscienti della nostra origine trascendente, che ci suggerisce: “Fa’ in modo che Dio sia grande in te”. Non ci rendiamo sempre conto purtroppo di ciò che dobbiamo diventare! Questo è il vero peccato originale. Con la preghiera ce la facciamo ad essere portatori di Cristo, di Spirito Santo, di Croce, di Luce! “Tutto posso in Colui che mi dà forza”. Soprattutto con la preghiera stiamo interconnessi: “Chi tira via un filo d’erba disturba una stella. Il batter d’ali d’una farfalla in Brasile potrebbe provocare un terremoto in Texas”. Cordiali saluti d. Beppe