leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http://www.10righedailibri.it SCAFFALE APERTO - PSICOLOGIA Massimo Giardinieri LO PSICOSCIAMANESIMO DI CRISTÓBAL JODOROWSKY L’incontro tra psicologia e sciamanismo ARMANDO EDITORE GIARDINIERI, Massimo Lo psicosciamanesimo di Cristóbal Jodorowsky. L’incontro tra psicologia e sciamanismo ; Pref. di Laura Pieroni Roma : Armando, © 2014 112 p. ; 20 cm. (Scaffale aperto - psicologia) ISBN: 978-88-6677-779-3 1. Sciamanesimo e psicologia 2. Lo psicosciamanesimo di Cristóbal Jodorowsky 3. Antropologia CDD 150 In copertina: illustrazione di Barbara Pesenti © 2014 Armando Armando s.r.l. Viale Trastevere, 236 - 00153 Roma Direzione - Ufficio Stampa 06/5894525 Direzione editoriale e Redazione 06/5817245 Amministrazione - Ufficio Abbonamenti 06/5806420 Fax 06/5818564 Internet: http://www.armando.it E-Mail: [email protected] ; [email protected] 21-09-102 I diritti di traduzione, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche), in lingua italiana, sono riservati per tutti i Paesi. Fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, comma 4, della legge 22 aprile 1941 n. 633 ovvero dall’accordo stipulato tra SIAE, SNS e CNA, CONFARTIGIANATO, CASA, CLAAI, CONFCOMMERCIO, CONFESERCENTI il 18 dicembre 2000. Le riproduzioni a uso differente da quello personale potranno avvenire, per un numero di pagine non superiore al 15% del presente volume/fascicolo, solo a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da AIDRO, Via delle Erbe, n. 2, 20121 Milano, telefax 02 809506, e-mail [email protected] Sommario Prefazione di LAURA PIERONI, PH.D. 7 Introduzione 9 Capitolo 1: Sciamanesimo 1.1 Cenni antropologici 1.1.1 Inquadramento generale 1.1.2 Vie verso lo sciamanesimo 1.1.3 Simbolismo degli oggetti 1.1.4 Animali di potere e spiriti guida 1.1.5 Guarigioni sciamaniche 1.1.6 La transe sciamanica 1.2 Sciamanesimo e psicologia 1.2.1 Cenni alla psicologia dello sciamanesimo 1.2.2 Sciamano e psicologo 13 13 13 16 18 20 22 23 25 25 28 Capitolo 2: Lo psicosciamanesimo di Cristóbal Jodorowsky 2.1 Premessa al capitolo 2.2 La proposta di Cristóbal Jodorowsky 2.2.1 Atti psicomagici 33 33 34 44 Capitolo 3: Approfondimenti e conclusioni 3.1 Approfondimenti 3.1.1 Della psicogenealogia 3.1.2 Dei Tarocchi di Marsiglia 3.1.3 Dell’atto psicomagico 3.1.4 Possibili meccanismi di funzionamento 3.2 Conclusioni 49 49 50 64 70 74 104 Bibliografia 109 Alla mia famiglia Ringraziamenti Si ringraziano, per i consigli e le preziose indicazioni, la Prof.ssa Laura Pieroni, la Prof.ssa Maria Teresa Bernardi, il Prof. Pietro Paolo Notarfranchi e il Dott. Roberto Ponziani. Prefazione LAURA PIERONI, PH.D.* Questo libro ci accompagna mirabilmente attraverso dimensioni che hanno a che fare con la nostra cultura, la nostra vita familiare, la nostra psiche e, infine, con le molteplici relazioni che si instaurano tra di esse. Nell’affrontare il tema delle influenze tra queste dimensioni, Giardinieri non si limita a prendere in considerazione il punto di vista di Cristóbal Jodorowsky, ma lo inquadra in quello che è lo sfondo dello sciamanesimo, offrendoci la possibilità di coglierne gli elementi essenziali, e lo confronta, lo amplia e lo sistematizza all’interno del panorama teorico della psicologia. In questa continua ricerca di paralleli, differenze e radici, lo psicosciamanesimo di Jodorowsky prende corpo e beneficia di una raffinata rete di supporti teorici, che ci evidenziano come alcuni dei concetti ad esso appartenenti siano condivisi da autori e correnti psicologiche anche molto lontani tra loro, da Jung, con le sue intuizioni sulle sincronicità, a Schützenberger, impegnata sul fronte della psicogenealogia, da Hellinger, con le sue costellazioni familiari, a Boszormenyi-Nagy ed al suo concetto di lealtà familiare, a dimostrazione di quanto il tema dell’influsso dei familiari sulla psiche e sulla vita attuale dell’individuo sia centrale. Nel presentarci l’uso dei Tarocchi e della psicogenealogia (o metagenealogia), quali strumenti conoscitivi al servizio degli atti psicomagici, l’autore, attraverso il pensiero di Jung e dello stesso Jodorowsky, coglie l’occasione per parlarci del potere evocativo del simbolo, lontano da una cristallizzata e sovrumana forma di conoscenza cara, ad esempio, a Guénon, e vicino, al contrario, alla possibilità di una forma d’introspezione e di espressione di natura prevalentemente analogica. Un tipo di linguaggio, quello analogico, che permea gli atti psicomagici, * Psicologa, Psicoterapeuta della Gestalt – Docente di Psicologia Clinica, Università di Roma Tor Vergata. 7 e che permette l’intima ed intensa elaborazione emotiva e la successiva messa in atto creativa in grado di integrare l’elaborazione cognitiva. È qui che l’autore compie un importante sforzo intellettuale, nel trovare e mettere in relazione quei sottili ma saldi fili tra le scienze psicologiche che possano dare ragione dei meccanismi coinvolti, non solo a livello psicologico, ma anche psicofisiologico, integrando temi delle Neuroscienze Cognitive a me cari. Un libro che, nel suo insieme, ci obbliga piacevolmente a riflettere e a riconsiderare il processo trasformativo nell’uomo, e lo fa ponendo le radici nello sciamanesimo, dando corpo all’approccio di Jodorowsky e, infine, aprendosi ai più innovativi riscontri scientifici. 8 Introduzione È possibile accostare la psicologia allo sciamanismo senza forzature? Si è realizzata, nel tempo, una qualche forma di continuità? Lo psicosciamanismo di Cristóbal Jodorowsky rappresenta una possibile (e credibile) sintesi, o una forzatura che non soddisfa i criteri di entrambi i campi di conoscenza? Pur sullo sfondo di una grande curiosità, che mi ha spinto, negli anni, ad avvicinarmi ad argomenti molto eterogenei, e spesso considerati fuori dall’ortodossia scientifica, anche al tempo delle mie prime letture dei libri di Alejandro Jodorowsky mi muovevo, più o meno consapevolmente, seguendo premesse sicuramente cartesiane e “falsificatorie” (secondo la concezione popperiana di scienza), affascinato dalla logica, a livello dialettico-argomentativo, e talvolta perfino “inconsciamente” desideroso di confutare, piuttosto che di apprendere. E tuttavia, proprio lo studio della psicologia, parallelamente allo scorrere della vita ed al passare degli anni, accanto ad un insieme più o meno grande di nozioni, ha nutrito ciò che, evidentemente, era presente in me in forma di seme, e cui oggi non rinuncerei, considerandolo uno dei più preziosi tesori dell’essere umano. Mi riferisco al “dubbio”, all’incompletezza, alla sospensione del giudizio, e di conseguenza, a quell’apertura mentale che mi portano oggi a considerare più importanti le domande che le risposte. In virtù delle prime parziali letture, ritenevo lo sciamanismo lontano dalla psicologia, e guardavo con sospetto a molte delle affermazioni di Alejandro Jodorowsky, e forse anche alla definizione stessa di “psicosciamanesimo”, poi ripresa e strutturata nella proposta del figlio Cristóbal. Ma il dubbio in me aveva ormai messo radici, e proseguendo gli studi 9 su sciamanesimo e psicosciamanesimo, pur nei limiti della presenza di punti d’ombra e nel formarsi di nuove critiche, avrei finito per trovare analogie che, a posteriori, non avrei timore a definire “forti”. Per la molteplicità e la vastità delle materie che andrebbero coinvolte, non tutte le vie che mi si sono parate innanzi, ovviamente, sono qui percorse. D’altronde, l’obiettivo di questo lavoro, forse non eccessivamente ambizioso, è quello di offrire una panoramica sull’ipotesi di sintesi operata da Cristóbal Jodorowsky, evidenziandone i lineamenti essenziali, non per arrivare ad un giudizio definitivo, ma per stimolare la curiosità del lettore, e gli eventuali successivi approfondimenti. Sotto il profilo strutturale, ho scelto di dividere il lavoro in tre parti. Nella prima, dedicata allo sciamanesimo, ho assunto un’ottica prevalentemente antropologica, cercando di fornire una ricostruzione della fenomenologia dello sciamanismo “tradizionale” o, meglio, storico. Tale prima parte vuole fornire una chiave interpretativa autonoma per i capitoli successivi, una lente di decodifica in grado di far comprendere taluni aspetti particolari di quella fusione, rappresentata dalla sintesi tra sciamanesimo e psicologia, che è lo psicosciamanesimo di Cristóbal Jodorowsky. E forse, anticipando un cenno a ciò che si dirà di Géza Róheim, perfino di gettare una luce particolare sulla funzione attuale della “scienza”. Sarà qui inevitabile la centralità dell’opera di Mircea Eliade, sia perché grande conoscitore della fenomenologia dello sciamanismo sia perché la maggior parte dei testi consultati, indirettamente o direttamente, trova in Eliade un ineludibile punto di riferimento. A tale autore si rimanda per una conoscenza più approfondita dello sciamanismo, sebbene si ritenga il capitolo non una semplice riduzione del suo testo, giacché, oltre che da altre “voci”, esso fornisce spunti su ciò che parte del mondo “psi” ha avuto da dire sul fenomeno in analisi. Nella seconda parte, ho esposto, in “presa diretta” (utilizzando, appunto, il “discorso diretto”), le linee essenziali della teoria di Cristóbal Jodorowsky, così come desunta da uno dei suoi seminari tenuti in Italia nel 2012, limitando al minimo il ricorso ad altri testi, di Cristóbal stesso o di altri autori. Ho operato questa scelta per due ragioni. In primis, perché manca un testo di riferimento che riassuma sistematicamente la proposta di Cristóbal Jodorowsky, tracciandone premesse epistemologiche e dimensioni teorico-pratiche. In secundis, per dar conto di quell’at10 teggiamento, desumibile già nelle origini pre-storiche della teoria di Jodorowsky (giacché lo sciamanismo affonda le radici nel passato più lontano dell’uomo), che vede nella prassi, nel “passaggio all’azione”, il focus della proposta di Cristóbal. Nel capitolo in questione, al fine di rappresentare compiutamente il funzionamento della sua teoria, ho inserito un paragrafo con alcuni “atti psicomagici”, ideati da Cristóbal Jodorowsky su richiesta dei partecipanti ai suoi seminari. Nella terza e ultima parte, ho approfondito l’analisi della proposta jodorowskiana, soffermandomi su alcuni suoi capisaldi teorici, cercando di metterli in relazione, laddove esistenti, con altre proposte similari, recenti e non, e soprattutto avanzando ipotesi sui meccanismi di (ipotizzato) funzionamento. Qui ho anche posto le conclusioni, limitandole comunque all’essenziale, mirando ad evidenziare criticità e proposte, nella speranza, oltre di non aver annoiato il lettore, di rendere tale parte fonte di nuove domande sull’argomento, in conformità a quello che ritengo sia il vero compito della scienza e della conoscenza. E, comunque, in ossequio al “dubbio” su quello che Mircea Eliade definisce come il “residuo irriducibile alla spiegazione”. 11 Capitolo 1 Sciamanesimo 1.1 Cenni antropologici 1.1.1 Inquadramento generale Ai fini di un inquadramento preliminare del fenomeno, risulta importante comprendere se si possa parlare di “sciamanismo”, utilizzando cioè il singolare del sostantivo, senza risultare eccessivamente approssimativi, posto che la storia dell’uomo e la geografia del pianeta nel quale si trova ad esistere sono costellate da diverse e numerose manifestazioni del fenomeno in questione. È tuttavia vero che lo sciamanismo, fenomeno religioso nato, conferma Alix de Montal1, in Asia centro-settentrionale e nelle regioni artiche nord-europee, si replica nel tempo e nello spazio dell’essere umano con caratteri analoghi, al punto da rendere non esiziali, in tal senso, le differenze eventualmente ravvisabili in capo ai differenti sciamani ed alle diverse popolazioni del mondo. Parleremo dunque di “sciamanesimo” (o “sciamanismo”), con un’approssimazione accettabile, sottintendendo l’esistenza di più sciamanismi, e cercando di mettere in evidenza principalmente i tratti unitari, anche perché un preciso inquadramento storico e storico-religioso esula dal presente lavoro. D’altronde, come scrive Hancock2, «siamo di fronte ad un fenomeno: che noi lo chiamiamo “sciamanismo” o in qualche altro modo, esso resta un fenomeno universale dalle caratteristiche molto peculiari, riconoscibili e misteriosamente costanti… nel corso della storia e su tutti i continenti abitati». 1 2 De Montal A., Lo sciamanismo, SugarCo Edizioni, Milano 1985, p. 13. Hancock G., Sciamani, TEA, Milano 2012, p. 191. 13 Eliade3, riconfermando la collocazione geografica asiatica ed europea, cita gli studi di Karl J. Narr e fa risalire le prime prove (crani e ossa d’animali utilizzati nei riti, pitture rupestri nelle grotte di Lascaux) dell’origine dello sciamanismo tra il 50.000 e il 25.000 a.C., ma lascia irrisolto il dubbio se in tale fascia temporale si debba collocare l’effettiva nascita dello sciamanismo o se si possa ipotizzare un’origine ancora più antica della quale, tuttavia, si siano perse le tracce. Hancock4 fornisce considerazioni analoghe: riprendendo le conclusioni degli studi di David Lewis-Williams, propone un’argomentata spiegazione delle pitture di Lascaux e di altre grotte, aventi ad oggetto figure teriantropiche e chimeriche, in chiave simbolico-sciamanica, con modalità tali da gettare un ponte con le produzioni artistiche più recenti degli sciamani moderni e contemporanei. La parola sciamano deriva dal tunguso “shaman” o “saman”, che rimanda al sanscrito “sramana” e al pali “samana” (con ciò tradendo l’influenza mesopotamica, indiana e successivamente buddista)5, traducibili come “uomo ispirato dagli spiriti”. Nella sua zona d’origine, lo sciamano si pone come il centro della vita magico-religiosa, nonostante, come ben esprime Eliade6, «egli non sia il solo e unico manipolatore del sacro, né l’attività religiosa sia totalmente monopolizzata dallo sciamano»: in molte realtà, infatti, ad esso si affiancano altre figure legate all’ambito magico e religioso, quale, ad esempio, il prete sacrificatore, ma nessuna di esse raggiunge la centralità dello sciamano, in quanto “maestro dell’estasi”, essendo l’esperienza estatica «considerata come l’esperienza religiosa per eccellenza». E tuttavia, come lo stesso autore spiega, non è “la” religione dell’Asia centro-settentrionale e delle regioni artiche nord-europee, e il rapporto che si può delineare tra lo sciamanesimo e le religioni di tale immensa area è l’equivalente del rapporto tra misticismo e religione, laddove lo sciamano, inquadrabile nella categoria dei misticismi, ha esercitato ed esercita una rilevante influenza sull’ideologia religiosa, sulla mitologia e sui rituali, ma di essi non è certamente il creatore. 3 Eliade M., Lo sciamanismo e le tecniche dell’estasi, Edizioni Mediterranee, Roma 2005, pp. 533-534. 4 Hancock G., op. cit., capp. 4-5-6. 5 De Montal A., op. cit., p. 13. 6 Eliade M., op. cit., p. 22. 14