La crisi più dura della storia recente. L`Istat: tegola su industrie e

"La crisi più dura della storia recente" L'Istat: tegola su industrie e famiglie - LASTA...
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26/5/2010 (10:26) - IL RAPPORTO ANNUALE FOTOGRAFA L'ITALIA IN DIFFICOLTA'
"La crisi più dura della storia recente"
L'Istat: tegola su industrie e famiglie
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Finanza, immobiliare e pagamenti
sulla graticola, è allarme giovani
«Aumenta il gap con i garantiti»
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La crisi degli anni 2008 e 2009 è stata «la più
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EUR/GBP
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profonda della storia economica recente». Il
EUR/USD
Rapporto annuale dell’Istat sulla situazione del
1,2259
Paese fotografa così i due anni che ci lasciamo
0,8450
-0,08
Notizie sui cambi
alle spalle e individua tre punti di fragilità: ad
operare congiuntamente, secondo l’Istituto,
L'Italia ha il primato europeo di giovani senza lavoro
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sono stati, infatti, «squilibri di entità notevole
nel settore finanziario (da dove ha tratto origine), nel settore immobiliare e nella bilancia dei pagamenti».
Nel 2009, prosegue il Rapporto, «il Pil mondiale è diminuito dello 0,6% a parità di potere d’acquisto e del
2% se misurato ai tassi di cambio di mercato. Nell’economia reale, la crisi si è concentrata sul settore
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manifatturiero e sul commercio internazionale: produzione industriale e interscambio si sono contratti
rispettivamente dell’8,2 e del 10,6%».
D’altro canto, però, è la valutazione contenuta nel documento, «la recessione ha avuto durata relativamente
breve: circa un anno, tra la primavera 2008 e la primavera 2009. Ciò anche grazie a un intervento di
contenimento senza precedenti da parte delle autorità di governo. Nel biennio 2008-2009 i paesi europei
hanno destinato risorse per circa 400 miliardi di euro (il 3 per cento del Pil dell’Ue), dirette a imprese e
famiglie. Le misure anti-crisi hanno tuttavia provocato un notevole peggioramento a medio termine dei
conti pubblici».
I più colpiti dalla crisi, dice l’Istat, sono i ragazzi. L’Italia ha il più alto numero di giovani che non lavorano e
non studiano. Si chiamano Neet (Non in education, employment or training) e nel nostro paese sono oltre 2
milioni. Per questo, ha il primato europeo. Hanno un’età fra i 15 e 29 anni (il 21,2% di questa fascia di età),
per lo più maschi, e sono a rischio esclusione. Il numero dei giovani Neet è molto cresciuto nel 2009, a causa
della crisi economica: 126 mila in più, concentrati al nord (+85 mila) e al centro (+27 mila). Tuttavia il
maggior numero, oltre un milione, si trova nel Mezzogiorno. Fra i Neet si trovano anche laureati (21% della
ULTIMI ARTICOLI
classe di età) e diplomati (20,2%). È un fenomeno in crescita; nel 2007 (dati Ocse), l’Italia già registrava il
10,2% di Neet contro il 5,8% dell’Ue).
ECONOMIA LA MANOVRA - MISURE E REAZIONI
Le forbici di Tremonti nei consigli comunali
Chi sono i giovani Neet? Sono coloro che perdono il lavoro e quanto più dura questo stato di inattività tanto
ECONOMIA MERCATI FINANZIARI
più hanno difficoltà a rientrare nel mondo del lavoro. Tra il primo trimestre del 2008 e lo stesso periodo del
Borse, Wall Street sotto i 10mila punti Dow Jones ai
minimi da quattro mesi
2009 la probabilità di rimanere nella condizione di Neet è stata del 73,3% (l’anno precedente era il 68,6%),
ECONOMIA IL CASO
con valori più elevati per i maschi residenti al nord. Alla più elevata permanenza nello stato di Neet si
Bankitalia versa un milione di bonus
accompagna anche un incremento del flusso in entrata di questa condizione degli studenti non occupati (dal
19,9% al 21,4%) ed una diminuzione delle uscite verso l’occupazione.
ECONOMIA LA GRANDE CRISI
L'Ocse: in Italia recessione finita
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