∂ 2010 ¥ 6 ∂ – Rivista di Architettura 2010 ¥ 6 · Acciaio Traduzioni in italiano 1 Inserto ampliato in italiano Traduzione: Rossella Mombelli E-Mail: [email protected] Potete trovare un’anteprima con immagine di tutti progetti cliccando su: http://www.detail.de/Archiv/De/HoleHeft/232/ErgebnisHeft saldava e curvava lamiera, utilizzava rivetti. Verso la fine si è servito anche di un ­linguaggio i­ngegneristico per trovare un’espressione artistica. Detail: L’architettura di Calatrava è fuori ­dagli schemi. Realizzate opere in diversi ­paesi del mondo. Siete ingegnere, architetto ed a ­ rtista. Come possiamo allora sintetizzare la vostra visione? Calatrava: Quello che faccio come pittore o come scultore è una parte importante del mio lavoro. In ufficio, abbiamo a disposizio­ ne un laboratorio in cui non realizziamo solo modelli di architettura ma anche sculture. A­volte progetto anche mobili, mentre nell’atelier di New York dipingo. Fondamen­ talmente, il mio lavoro di pittore o scultore ­rimane un aspetto molto personale anche se trova un’espressione nella mia architettu­ ra. In uno dei miei primi progetti, un centro servizi nella Germania del Nord abbiamo concepito le diverse facciate come dei qua­ dri con particolari portali che rappresentava­ no una scultura meccanica. E anche nelle opere architettoniche successive ho sempre cercato di inserire la mia attività di scultore. Detail: Come mai dopo gli studi in architettura avete intrapreso gli studi di ingegneria civile? Calatrava: Per dir la verità, all’età di 23 ­anni non volevo piombare nella dura realtà lavorativa e per questo ho ricominciato a studiare. Con un collega vinsi il concorso per la stazione ferroviaria di Stadelhofen ­acquisendo lavoro per sette anni. Detail: In altri termini, le sue architetture ­sono sculture costruite? Calatrava: Dal passato si impara che l’archi­ tettura può servirsi di ogni arte. Una facciata gotica fondamentalmente ha la funzione di portare l’apparato scultoreo; nella Cappella Sistina l’intera architettura è disposta ad ­accogliere il ciclo pittorico. Mi pare di poter utilizzare le espressioni plastiche delle mie sculture per un vocabolario architettonico. All’inizio era segnato da formalismo, succes­ sivamente ho sperimentato che è diventato un trend interpretare l’architettura come una scultura. Non ho inventato nulla di ­nuovo, ma suppongo che Alexander Calder, ­Jean Dubuffet o Henry Moore debbano aver avuto un enorme desiderio di forme ­architettoniche. Questo significa anche, che l’architettura può essere misurata con la scala della scultura e che io potrei ­utilizzare il linguaggio di una certa scultura anche ­come ingegnere: Alexander Calder Detail: Oggi si trova a capo di diversi studi di architettura, ma lo studio principale è Zurigo? Calatrava: Gli uffici di New York e di Zurigo hanno approssimativamente la stessa ­dimensione. Poi ne ho uno a Valencia che attualmente è intensamente coinvolto dalla crisi spagnola. Siamo in totale 60 persone tra ingegneri e architetti. Detail: Riuscite sempre a dare prestazioni ­architettoniche e strutturali insieme? Calatrava: Di norma, calcoliamo anche le strutture e ci occupiamo di architettura del paesaggio, costruiamo modelli e, almeno nella progettazione preliminare, abbozziamo un’idea degli impianti tecnologici. Detail: Siete rimasto fedele al linguaggio ­architettonico dell’inizio, senza grandi ­mutamenti come avviene per molti? Calatrava: Ho sempre cercato di parlare la mia lingua e penso che questo sia un diritto anche se ad alcuni piace interpretarlo come una forma di arroganza. Approfitto anche di insegnanti ma la mia scuola è pur sempre la mia: ho studiato Michelangelo e anche Borromini. Da studente ho visitato le città classiche ma alla fine ho capito che come architetto è importante trovare il proprio ­predicato. Questo non significa che ognuno debba essere completamente autonomo. Fondamentalmente avevo un’unica ambizio­ ne: trasmettere nelle mie architetture le ­sensazioni più intime. Detail: La rende libero il fatto di essere ­contemporaneamente ingegnere, artista e ­architetto? Calatrava: La scelta di muovermi in diversi campi forse è espressione della curiosità e della ricerca di aree limite. L’ho sempre considerata una fonte di curiosità. Detail: Un edificio segue regole molto ­diverse da una scultura Calatrava: La peculiarità fondamentale dell’architettura è la funzionalità. L’architettu­ ra deve adeguarsi alle funzioni. Se l’archi­ tettura è funzionale si crea con gli uomini e con il progettista una relazione amorosa. Detail: Spesso le vostre architetture prendono le distanze dall’intorno … Calatrava: Ho progettato alcuni edifici che si astraevano dal contesto nella maggior parte dei casi per la bruttezza contestuale, come © Palladium, Köln Pagina 558 “Alla fine cerco sempre la chiarezza” Intervista con Santiago Calatrava ­sull’architettura, le strutture e l’arte. 2 Traduzioni in italiano ad esempio la stazione di Lisbona che ­sorge sul terreno avvelenato di una ex-raffineria di olii. O a Valencia, nell’area portuale, dove il terreno presentava un contenuto di pirite e nitrati. Tutto il terreno era come morto; era indispensabile risanarlo prima che potessi­ mo iniziare con la costruzione di un nuovo quartiere urbano. Ho anche costruito in am­ bienti di grande impatto paesaggistico come nella provincia spagnola di Rioja. Nei pressi della località di Laguardia ero stato incarica­ to della costruzione di una cantina per vini. L’edificio aveva delle dimensioni relativa­ mente importanti e si inseriva in un paesag­ gio meraviglioso con colline sotto una parete di roccia. Si trattava di un edificio industriale di semplice funzionamento. Mi sono visto confrontare con la sfida dell’integrazione ­architettonica nel paesaggio: per questo ho utilizzato i toni del legno e l’alluminio grigio traendo ispirazione dal paesaggio di falesie. Anche con la scelta della copertura, sentita da me come una scultura, mi relazionavo con l’intorno. Oggi, chi parla di strutture ­consapevoli o di sostenibilità non deve pen­ sare solo al “Carbon Footprint” o all’efficien­ za energetica ma anche ad una relazione ­rispettosa con la visione paesaggistica. Detail: L’edificio nella spagnola Rioja si ­distingue tra tutti gli edifici da lei costruiti ­anche perché non è bianco come gli altri. Il colore bianco è un segno che contrad­ distingue l’architettura di Calatrava. Calatrava: La mia prima architettura, la ­Halle in Germania non era bianca come non lo era la stazione ferroviaria a Stadel­ hofen che era grigia o antracite. Ho utilizzato anche ­superfici in rame patinato verde. Detail: Utilizza linguaggi formali simili per i più differenti progetti: edifici per il traffico come aeroporti, stazioni, ponti, e poi a Valencia ­anche una grande Opera e un museo. Calatrava: In realtà tutti gli edifici che ha ci­ tato sono formalmente molto diversi fra loro. Dal punto di vista cromatico, a Valencia ogni edificio pur essendo parte di un complesso, vorrebbe uniformarsi. Sotto l’aspetto formale, gli edifici si differenziano ma ciò che li acco­ muna è il fatto che ho usato gli stessi mate­ riali cioè acciaio, calcestruzzo e poco vetro a causa delle condizioni climatiche. Un altro elemento di comunanza è la ceramica an­ che se per motivi di costo abbiamo ripiegato su rifiuti ceramici. Nonostante, infatti, il bud­ get fosse veramente limitato, l’edificio dove­ va essere rappresentativo, carattere che ­abbiamo ricreato tra le altre cose con il color bianco. Uno dei miei primi ponti era bianco, e allora era abbastanza raro vederne. Detail: Ai nostri occhi, la sua forza sta in ­costruzioni per il trasporto non convenzionali. Utilizza le stesse procedure anche quando concepisce un museo o un teatro lirico? Calatrava: Amo la musica e trovo sia mera­ viglioso costruire per lei. L’occasione mi si porse non solo a Valencia ma anche a 2010 ¥ 6 ∂ ­ eneriffa dove il centro concerti con ampia T sala per 1558 persone e una piccola sala per musica da camera per 428 persone è costata 72 milioni di Euro; ma si può costrui­ re anche con budget limitati come quando ebbi l’opportunità di realizzare un auditorio a Berlino. Nel progetto Milwaukee Art Museum ricevetti l’incarico di progettare un’architettura che stimolasse il senso d’identità; oltretutto, il committente aveva radunato un numero ­sufficiente di sponsor. Di base non vedo perché una stazione debba essere comple­ tamente diversa da un museo o perché un ponte in una città non debba avere una ­certa personalità. Prenda Parigi, se toglie i ponti sarebbe un’altra città. Con questo ­voglio ­dire che tutti gli edifici hanno un loro significato. Quando ho iniziato a lavorare, i ponti erano costruzioni puramente funzionali. ­Tutto era prefabbricato per il fatto che a ­seguito della seconda guerra mondiale alcu­ ni erano stati danneggiati e dovevano esse­ re ricostruiti rapidamente. Di conseguenza, negli anni 50, i ponti migliori erano quelli più economici. Detail: La maggior parte degli edifici da lei ­progettati sono facilmente riconoscibili come “di Calatrava”. E’ un’architettura simbolo? Calatrava: No, si tratta di una disposizione personale. Detail: Ma alcuni committenti, sicuramente pensano “voglio un Calatrava”. Ha citato pri­ ma il Museo a Milwaukee dove i committenti volevano qualcosa di molto particolare. Calatrava: Succede a molti architetti, non solo a me. Detail: Le vostre architetture sono molto ­popolari, talvolta sono addirittura delle ­attrazioni turistiche. Per lei prevale il giudizio del mondo professionale o la soddisfazione dell’utente? Calatrava: Rispetto molto la critica architet­ tonica e sono in costante dialogo con alcuni critici. Quando, però, ci si siede davanti ad un foglio di carta si è completamente soli. Il critico è lontano. E io sono sicuro che quando Matisse o Picasso dipingevano non pensavano alla critica. Detail: Quanti schizzi fa per ogni progetto? Calatrava: E’ variabile, ma credo che in 28 anni abbiamo catalogato circa 100.000 schizzi. Detail: Disegna molto a mano … ma che ­ruolo assume il computer nel suo lavoro? Calatrava: Per poter utilizzare il computer ­relativamente presto in Europa, me lo sono portato dal Canada. Posso progettare ­anche senza computer, ma come interfaccia con l’industria o come mezzo di presenta­ zione il computer rimane insuperabile. Detail: Anche se le nuove opportunità che il computer offre non hanno avuto un ruolo ­ reponderante sul suo progetto, è arrivato p ­almeno ad influenzare la sua architettura? Calatrava: Realizzo edifici che non potreb­ bero essere costruiti senza computer. Ad esempio, il ponte a Gerusalemme senza computer era impensabile, soprattutto per i calcoli. Non ho nulla contro il computer ma là dove viene a definirsi una forma non v­oglio utilizzare altro che la mia mano. Non rinuncio a questa relazione con l’oggetto. Detail: Si potrebbe pensare ad un edificio ­come la stazione di Liegi che fino a dieci anni fa non sarebbe stata possibile da edificare. Ha iniziato nel 1996 con il progetto e proba­ bilmente avete realizzato l’opera senza i pro­ grammi di disegno più recenti. Sarebbe stato possibile riprodurre la forma senza tecnologia digitale? Calatrava: Sicuramente, anche se l’analisi di calcolo dell’edificio senza computer sarebbe stata molto difficile da realizzare in quanto concerne la dinamica e la statica. Le travi sono estremamente sottili ma sicuramente le si sarebbe potute disegnare anche a mano. Detail: Quale è il motivo per aver disposto la luce degli archi della struttura nel senso con­ trario rispetto a quanto si fa normalmente? Calatrava: Per il processo costruttivo seguito era più economico avere degli archi a ­sviluppo longitudinale. La copertura poteva scivolare trasversalmente sopra i binari. Un secondo motivo stava nel fatto che Liegi è uno dei più importanti snodi ferroviari ­d’Europa. Per questo si richiedeva che fosse costruita una stazione ampia e peculiare nell’aspetto. Oltre a riprendere la forma ­della collina vicina nel profilo della coper­ tura, volevamo garantire una certa traspa­ renza tra città e stazione, trasparenza che non sarebbe stata possibile con una ­disposizione trasversale della struttura di ­copertura. Il mio scopo era poi che i treni lunghi da 220 a 240 metri, stessero in tutta la loro lunghezza nella stazione. Detail: Oltre agli obbiettivi formali e urbanistici ha influito anche la logistica della struttura ­delle travi sulla forma definitiva della stazione? Calatrava: Data la luce di 160 metri, l’impian­ to delle travi si è rilevato una struttura di ele­ vata complessità. Il rapporto spessore e lu­ ce della struttura è maggiore di uno a cento. Inoltre, la struttura non è stata controventata. Detail: Utilizzando le controventature avrebbe ottenuto una struttura più economica? Calatrava: La costruzione è assimilabile ad una struttura portante piana, sebbene non lo sia. Con la controventatura avremmo avuto problemi di dilatazione, invece la struttura è stata realizzata in modo semplice e funzio­ nale. Le giunzioni sono state fatte tramite viti ad alta resistenza e non tramite saldature. Detail: I particolari costruttivi hanno avuto un ruolo rilevante? Calatrava: Alcuni particolari sono stati ∂ 2010 ¥ 6 Detail: L’intera compressione dell’arco in ­corrispondenza agli appoggi viene riassorbita oppure sono stati inseriti elementi tiranti di connessione con i terminali dell’arco? Calatrava: In minima percentuale le forze vengono compensate da contromensole in aggetto. Si verificano forze opposte in corri­ spondenza degli appoggi piramidali, ma la componente orizzontale dell’arco princi­ pale è molto più grande. Viene eguagliata nella galleria tramite una struttura in acciaio e ­ridistribuita sui diversi appoggi ma gli ­elementi in calcestruzzo tra i terminali dell’arco sono pretensionati. Detail: Il concetto generale della stazione non include solo la hall e la struttura portante. Un ulteriore aspetto può essere stato ­l’approvvigionamento di luce naturale ­soprattutto nelle gallerie di negozi sotto i ­binari ­della stazione. Calatrava: Oltre all’ingresso di luce naturale che logicamente era un fatto molto impor­ tante, c’era anche un altro aspetto: l’elevata velocità del traffico ferroviario trasforma il viaggio da Liegi sino a Bruxelles centro in una tratta urbana. L’obbiettivo era realizzare una stazione che fosse molto “aperta” cosa che portò all’idea di una stazione senza fac­ ciata. La galleria doveva essere piacevole e svolgere anche la funzione di sala attesa. Detail: A quanti progetti state lavorando al ­momento? Calatrava: Attualmente sto lavorando al pro­ getto di Taiwan e più precisamente a tre edifi­ ci universitari e ad una sala concerti. Per il museo a Rio de Janeiro, sono ancora in una fase preliminare. A tappe lo studio è anche impegnato nella progettazione dell’aeroporto di Denver. Ground Zero a New York costitui­ sce un progetto di enorme dimensione e di grande complessità. L’impianto è intera­ mente ipogeo con una luce costruttiva di 70 metri. Anche in Ground Zero troviamo un sistema portante lineare molto efficace. Chiarezza e trasparenza implementano poi la sicurezza sia perchè la gente riesce a ­trovare velocemente la strada sia perché il numero delle telecamere necessarie è inferiore. 3 Detail: Come viene trasferito al team di lavoro un processo progettuale iniziato con un suo disegno? Calatrava: Poco prima che siete arrivati, ­abbiamo analizzato alcuni schizzi che ho fatto durante il week end e ho tenuto una ­minivideoconferenza con New York per un piccolo progetto a Taiwan. Come sistema di comunicazione utilizziamo tutte le correzioni apportate alle planimetrie e sugli schizzi. Detail: Riesce a seguire ogni progetto sino in dettaglio? Calatrava: Sono l’autore di tutti i miei progetti e se posso scendo sino in dettagli. Sono na­ turalmente circondato da ottimi collaboratori. Detail: In quale fase di progetto si sente ­particolarmente bene? Calatrava: Naturalmente la fase dello ­schizzo di progetto è quella più bella, anche se i progetti che affrontiamo sono general­ mente complessi. La durata dei progetti ­richiede molta pazienza: Liegi ha richiesto 13 anni, sul Ground Zero siamo impegnati già da otto anni e ho appena ricevuto la ­notizia che ci sono sempre discrepanze tra i committenti. La realizzazione diventa un processo noioso, mentre la fase di schizzo è sempre piacevole. Detail: In ultimo, ci potrebbe dire quale tra i progetti realizzati è il suo preferito? Calatrava: Mi piace Liegi. E’ un progetto semplice, soprattutto se pensiamo alle ­grandi stazioni del passato che con i suc­ cessivi ampliamenti sono divenute sempre più complesse. Se oggi potessi cominciare nuovamente con il progetto, è probabile che non arriverei al medesimo risultato. Pagina 580 Padiglione a Zurigo Dalla sua fondazione, avvenuta circa 20 an­ ni fa, la casa della cultura Dinamo offre l’op­ portunità ai giovani di occuparsi di creatività formale nei più svariati modi. Tra il quartiere di Limmat-Ufer e un complesso di edifici con vincolo di tutela che accolgono spazi diffe­ renti della casa della cultura, si distingue un altro luogo della creatività: il nuovo laborato­ rio dei metalli. Il padiglione emerge simile ad un fungo creando uno spazio sulla piazza un tempo eterogenea. La copertura in forte aggetto sfrutta l’intera superficie edificabile fungendo da area di lavoro all’aperto ma ­coperta, priva di pilastri e utilizzabile l’anno intero. La struttura e il rivestimento del labo­ ratorio rispecchiano le funzioni: uno schele­ tro in acciaio come struttura portante di ­copertura sovrasta un box ufficio coibentato e il ripostiglio. La pelle esterna–facciata, estradosso di copertura e bordo è costituita da una lamiera in acciaio traforata che con­ ferisce all’edificio un aspetto omogeneo. La perforazione profonda soddisfa l’aspetto estetico e quello di una sufficiente stabilità © Dominique Marc Wehrli, CH–Regensdorf ­ eterminanti; ad esempio, l’articolazione d ­piramidale in corrispondenza del punto di spicco dell’arco, presenta un elemento in fu­ sione e un bullone a vista in acciaio cromato che evidenzia che si tratta di uno snodo. In corrispondenza dell’attraversamento dell’arco nelle travi longitudinali che portano le due gallerie, si trova una struttura in ac­ ciaio alquanto complessa. Abbiamo cercato di minimizzare alcuni particolari costruttivi. Con luci così ampie e budget limitato abbia­ mo dovuto trovare dei compromessi. Alcuni dettagli sono stati definiti in loco. Con le ­tolleranze dei profili di alluminio per le vetra­ te abbiamo avuto diverse difficoltà: gli ambiti di tolleranza delle strutture vetro-alluminio e le strutture in acciaio con luci ampie si diffe­ renziano di molto. Traduzioni in italiano nei confronti di un’azione meccanica. In ­relazione alla luce e all’angolo visivo dell’os­ servatore, l’edificio sembra trasparente o neutro o consente la visione notturna degli interni illuminati. Planimetria generale scala 1:1000 Pianta • sezione scala 1:200 1 Laboratorio metalli 2 WC/Guardaroba 3 Laboratorio gioielli 4 Ristorante 5 Area di lavoro coperta 6 Ufficio 7 Deposito Sezioni scala 1:20 1 Lamiera d’acciaio calibrata zincata a fuoco 2 mm struttura non a vista in profili di acciaio fissaggio a vite | 60/60 mm o ¡ 60/40 mm 2 Pilastro in profilo in acciaio HEB 120 mm 3 Pannelli di particelle con legante cementizio 18 mm isolante termico in cellulosa 160 mm barriera al vapore pannello in OSB 15 mm 4 Serramento in legno con vetro a doppia camera 5 Profilo piatto 100/20/5 mm 6 Trave perimetrale HEA 140 7 Trave IPE 300 mm conica 8 Copertura a doppia aggraffatura in lamiera di titanio e rame zincata 7 mm materassino fonoassorbente lamiera grecata 41 mm 9 Trave IPE secondaria 100 mm 10 Vetrata lucernario in stratificato doppio + float 8 mm 11 Trave continua IPE 450 mm 12 Guaina impermeabilizzante come protezione di sicurezza elemento di copertura: pannello in particelle 27 mm isolante termico in cellulosa 220 mm pannello in OSB 12 mm 13 Profilo in acciaio ad U 200 mm 14 Elementi portanti in legno: pannelli di particelle con legante cementizio 18 mm isolante termico in cellulosa 160 mm barriera al vapore, pannello in OSB 15 mm 15 Pannello OSB levigato, trattato a olio 18 mm pannello in fibra morbida 12 mm isolante termico in schiuma rigida 140 mm barriera all’umidità, platea in c.a. 250 mm strato di magrone 100 mm 16 deposito di profilati Pagina 584 Villa a Chardonne La casa di Chardonne non ha i piedi in terra ma fluttua sopra una riva che degrada verso il lago di Ginevra. Solo una minima parte della struttura purista in acciaio e vetro pog­ gia su un muro portante; il resto del volume Traduzioni in italiano 2010 ¥ 6 ∂ aggetta supportato da due puntelli diagona­ li. Anche la scala d’ingresso non ha contatti con il pavimento, ma viene ribaltata solo in caso di necessità. L’insolito progetto non so­ lo rispetta le richieste da parte della commit­ tenza: solo una piccola parte della superficie del terreno doveva essere costruita e l’altez­ za dell’edificio era limitata alla quota della strada soprastante. Dopo che i committenti, i genitori di uno degli architetti, avevano re­ spinto il primo progetto che prevedeva un volume introverso che si inseriva nella china del terreno, gli architetti rivolsero le proprie attenzioni verso l’idea opposta progettando un edificio vetrato, estremamente aperto con un panorama a 360° con area esterna ripa­ rata. All’interno coerentemente con gli ester­ ni si ritrova una semplicità radicale: gli spazi si dispongono seguendo il reticolo della struttura portante in profili a sezione rettan­ golare e cavi di acciaio. Nella parete doppia centrale le porte scorrevoli integrate consen­ tono di passare di stanza in stanza in modo tale da rendere superfluo un convenzionale corridoio di distribuzione. Insolita è anche la disposizione dei bagni separati da pareti vetrate dagli spazi giorno e notte. 9 10 11 12 13 14 aule di insegnamento sino alla vastità ­della palestra alta 7 metri. annello in fibra di gesso 20 mm p lamiera in alluminio Lamiera traforata in alluminio anodizzato Ante di aerazione in pannelli sandwich di alluminio 24 mm Tubolare in acciaio ¡ 120/40/3 mm Porta scorrevole con vetrata isolante in stratificato di sicurezza 13 mm + intercapedine 14 mm + vetro di sicurezza 8 mm Montante in tubolare in acciaio | 300/300/16 mm Porta scorrevole in pannello di particelle verniciato all’interno rivestito in alluminio all’esterno Planimetria generale scala 1:4000 Piante • Sezioni scala 1:750 1 Ingresso 2 Caffetteria 3 Cucina 4 Area lavoro 5 Aula didattica 6 Area ricreazione 7 Aula magna 8 Aula insegnanti 9 Biblioteca 10 Palestra Pagina 588 Scuola a Zurigo Sezione facciata scala 1:50 1 Copertura: Impermeabilizzazione a doppio strato pannello di coibentazione in lana minerale 50-240 mm barriera al vapore su lamiera di acciaio 1 mm lamiera grecata 153/1 mm, isolata tubolare in acciaio ¡ 140/140/6,3 mm isolato verso la facciata con PS espanso 60 mm 2 Tubolare in acciaio ¡ 200/100/6,3 mm 3 Corrente superiore ed inferiore: tubolare in acciaio | 300/300 mm spessore pareti in base alla posizione e ai requisiti statici richiesti 4 Diagonali: tubolare in acciaio sezione in base alla pos. e ai req. statici richiesti 5 Profilo in acciaio HEB 160 mm 6 Profilo in acciaio 100 mm saldato 7 Profilo in acciaio ad U 300 mm Un edificio per 400 studenti, un cubo di ­vetro con una struttura fortemente caratteriz­ zante in acciaio e un’organizzazione spazia­ le non usuale. Spazi per le lezioni, aula magna e palestra sono disposte una sull’al­ tra per minimizzare le superfici costruite a vantaggio di un ampio parco per la scuola. Le alte travi reticolari che corrono lungo tutte le facciate sono disposte in due ordini che fanno leggere il motivo a zig-zag: la reticola­ re inferiore alta tre livelli, sostiene i piani con le aule d’insegnamento, mentre la reticolare superiore supporta la palestra che corona l’intero edificio scolastico. Nonostante la ­dimensione del volume, il corpo di fabbrica sembra fluttuare dato che le facciate del piano terra sono senza pilastri. Come ele­ mento portante si collocano al piano terra sei pilastri a tre supporti in acciaio su cui poggia l’intero edificio. La complessa ­struttura non è propriamente riconoscibile dall’esterno: è composta di un sistema di travi reticolari in parte sovrapposte in parte sospese. Il quarto piano ha un ruolo fonda­ mentale nella statica dell’edificio: le reticolari ad altezza di piano sono disposte all’interno e trasmettono i carichi della palestra attra­ verso le travi reticolari mediane del tratto delle aule per l’insegnamento ai bracci del piano terra. In più dalle travi dipendono ­anche le reticolari esterne. Il solaio nervato in c.a. che irrigidisce la struttura portante in acciaio consente spazi ampi e privi di pila­ stri connessi visivamente tra loro tramite le pareti in vetro traslucido profilato. Una parti­ colare soluzione è anche la disposizione delle aule d’insegnamento distribuite su en­ trambi i lati del corpo scala. L’intero edificio è caratterizzato dalla fluidità dei percorsi e dalla drammatica successione di spazi dal piano terra schiacciato in altezza all’ala delle Planimetria generale scala 1:3000 Sezioni • piante scala 1:250 1 Scala d’ingresso ribaltabile 2 WC 3 Camera da letto 4 Ingresso 5 Bagno 6 Sala da pranzo/cucina 7 Soggiorno 8 Impianti 9 Studio © Walter Mair, Zürich Sezione orizzontale · sezione verticale scala 1:20 1 Copertura: Trave in tubolare d’acciaio | 300/300/16 mm con interposto: velo d’acqua impermeabilizzazione a doppio strato pannello di particelle 20 mm lamiera grecata 120 mm termoisolante in lana minerale 65 + 65 mm pannello di gesso 2 Trave in tubolare d’acciaio | 300/300/16 mm 3 Protezione solare tessile 4 Tubolare in acciaio ¡ 160/80/5 mm 5 Vetrazione isolante in stratificato di sicurezza 17 mm + intercapedine 16 mm + vetro di sicurezza 10 mm 6 Rivestimento in lamiera traforata di alluminio anodizzato 7 Lamiera di alluminio 8 Pavimento: rivestimento in resina epossidica c.a. 100 – 300 mm lamiera grecata usata come cassaforma a perdere termoisolante in lana minerale 40 + 160 mm Sezioni scala 1:20 1 Pavimentazione in lastre di pietra artificiale 30 – 50 mm struttura del pavimento galleggiante sigillatura in stucco liquido c.a. 220 – 430 mm 2 Pannello isolante in lana minerale 80 mm 3 Profilo in acciaio HEB 160 mm 4 Massetto cementizio 100 mm, levigato materassino fonoassorbente 50 mm c.a. 280 – 480 mm 5 Profilo in acciaio ad U 300 mm con pioli connettori 6 Vetrazione a doppia camera 7 Rivestimento acustico su pannello minerale 48 mm di supporto 8 Bocchette di aerazione 9 Sprinkler 10 Altoparlante Pagina 593 Struttura di protezione e museo per il ­sito archeologico della villa romana di ­Pedrosa de la Vega © Dario Pfamatter/Christian Kerez, Zürich 4 La villa romana scoperta 300 km a nord di Madrid nei pressi di Pedrosa della Vega si annovera tra case d’abitazione romane in Spagna meglio conservate nei secoli. Intorno allo scavo urbano di 4500 mq con preziosi mosaici del IV secolo d.C. doveva essere ­realizzata una copertura di protezione, un piccolo museo e attrezzature per i visitatori. Gli architetti hanno progettato un edificio ca­ ratterizzato da pochi materiali come la lamie­ ra in Corten ossidato e da strutture portanti semplici che ben si armonizza nel paesaggio bucolico circostante. Partendo dalla presen­ za di due porzioni di edificio romano di diver­ se epoche, il progetto si imposta sulla pre­ senza di due hall attraversate da passerelle Traduzioni in italiano © Roland Halbe, Stuttgart ∂ 2010 ¥ 6 in acciaio. Per motivi di conservazione ma anche per focalizzare la propria attenzione sullo scavo, la luce naturale penetra attraver­ so un lucernario continuo dalle lastre trasluci­ de in policarbonato. La struttura portante di copertura in rombi d’acciaio prefabbricati trasmette la sensazione della leggerezza di una rete ed è costata relativamente poco. Planimetria generale scala 1:5000 Pianta • Sezioni scala 1:750 1 Ingresso 2 Cassa 3 Negozio del museo 4 Caffetteria 5 Sala convegni 6 Museo 7 Seminari Sezione verticale · Sezione orizzontale scala 1:20 1 Profili a clip in alluminio 46/550 mm strato isolante 60 mm lamiera profilata laccato 2 Tubolare in acciaio ¡ 200/80/8 mm saldato, laccato 3 Connessione angolare in piatti d’acciaio saldata, laccata 4 Profilo HEB 200 laccato 5 Trave in acciaio Å 845/50 mm saldata e laccata 6 Tendaggio in maglia di acciaio inossidabile 7 M ontante in profilo doppio di acciaio IPE 500 laccato 8 Vetro di sicurezza 15 mm fissaggio in barre d’acciaio 15 mm laccate 9 Tavole in legno Ipe 22 mm, pannello OSB 22 mm profilo L in acciaio 40/40/5 mm tubolare in acciaio ¡ 70/40/5 mm 10 Strato vegetativo 150 mm vasca in acciaio preossidato 6 mm tubolare in acciaio ¡ 70/40/5 mm 11 Profilo in acciaio HEB 160 laccato 12 Sistema di illuminazione lineare 13 Elemento scorrevole di aerazione 14 Elemento di facciata in acciaio preossidato, traforato 2 mm 15 Pilastro in tubolare di acciaio | 80/80/4 mm 16 Tubolare in acciaio Ø 45/4 mm 17 Tubolare in acciaio ¡ 200/80/4 mm saldato, laccato 18 Pannello in policarbonato 16/600 mm 19 C.a. colorato in pasta bianco 300 mm Pagina 598 Edificio amministrativo a Linz Il nuovo progetto per il centro direzionale e finanziario del gruppo industriale dell’acciaio voestalpine è parte integrante della ristruttu­ razione dell’area ad accesso pubblico dell’acciaieria, che riunisce la sede centrale del gruppo industriale, un centro visitatori ­oltre ad una piazza sotto la quale si trova un parcheggio sotterraneo. Il corpo di fabbrica ad arco lungo 220 metri si rastrema agget­ tando per 34 metri con una punta in vetro, diventando una spettacolare pensilina per l’ingresso. Contemporaneamente l’edificio rappresenta anche i requisiti strutturali e ­formali del materiale acciaio. La stecca di­ stribuita su cinque piani è una struttura in acciaio realizzata in piastre solaio precom­ presse. L’estremità in aggetto presenta due travi reticolari che portano il carico del nu­ cleo di connessione e i pilastri cruciformi in acciaio. In contrasto, la facciata mostra tutt’altro aspetto del materiale: pannelli in la­ miera stirata posati all’intradosso della pen­ silina; gli elementi di protezione solare giallo oro scorrevoli, contribuiscono a conferire all’involucro di facciata un aspetto quasi ­tessile. La zona centrale con atrio vetrato, le sale conferenza, gli spazi coffe-break e i nuclei connettivi sono sovrastati da travi in acciaio alte 70 cm. La struttura in acciaio ­rimane a vista. I pezzi sono stati sabbiati in officina e le parti principali sono state verni­ ciate dopo l’assemblaggio. L’intero edifico è dotato di impianto sprinkler. Sulla parte in aggetto protetta da un vetro, la terrazza sulla copertura regala un vasto panorama sui ­gasometri dell’acciaieria. Sezione • Piante scala 1:2000 1 Ingresso 2 Atrio 3 Ufficio 4 Coffe-break 5 Archivio 6 Sala riunione 7 Ingresso al parcheggio sotterraneo 8 Terrazza Planimetria generale scala 1:5000 9 Nuova costruzione sede commerciale e finanziaria 10 Piazza 11 Edificio a torre del quartier generale (esistente) 12 Copertura verde del parcheggio 13 Centro visitatori “Mondo dell’acciaio” 1 P rofilo in acciaio con rivestimento antincendio T 265/140/15/20 – 170/70/15/20 mm 2 Tubolare in acciaio Ø 42,3/3,2 mm ∂ Service ∂ Abbonamento Dodici riviste all’anno. NUOVO: ora con due edizioni speciali DETAIL Green Uno sguardo sui vantaggi del tuo abbonamento: ‡ traduzione dei testi più importanti e degli articoli inediti in italiano ottenibile tramite download ‡ notevole risparmio rispetto all’acquisto di singoli numeri ‡ un buono di € 20,– valido un anno per il download di articoli e informazioni da DETAIL Online-Services ‡ riceverai le riviste direttamente a casa tua ‡ non perderai più nessun numero Temi delle riviste del 2010 1/2 Calcestruzzo 3 Conzept: Minicase 4 Luce + Interni 5 Componenti e sistemi analogici/digitali + DETAIL Green 6 Acciaio 7/8 9 10 11 12 Facciate Conzept: Ricerca e formazione Legno Strutture leggere + DETAIL Green Tema particolare (Sono possibili eventuali modifiche.) Institut für internationale Architektur-Dokumentation GmbH & Co. KG • Hackerbruecke 6 • 80335 Muenchen • Germania • Tel.: +49 89 38 16 20-0 • E-Mail: [email protected] Ordini online su www.detail.de/shop-italiano 5 Traduzioni in italiano 2010 ¥ 6 ∂ 3 T rave in profilo d’acciaio Å 700/320/20/30 mm 4 Trave in profili di acciaio traforata Å 700/300/20/35 mm 5 Trave in profili d’acciaio Å 600/320/15/30 mm 6 Lamiera in acciaio zincato 2 mm 7 Sospensione in piatto d’acciaio doppio 60/15 mm 8 Piatto in acciaio 220/20 mm 9 Piatto in acciaio 140/20 mm 10 Vetrata in temperato di sicurezza 10 + 10 + 10 mm 11 Fissaggio in piatto d’acciaio zincato 80/8 mm 12 Lamiera stirata zincata verniciata a polvere 16/8/1,5/1 mm 13 Canale di raccolta in acciaio 2 mm 14 Pavimento terrazza: legno di larice piallato 25 mm magatelli 50/110 mm strato termoisolante XPS con canali di drenaggio 100 mm impermeabilizzazione in guaina bituminosa a doppio strato strato termoisolante EPS 20/80 mm in pendenza, barriera al vapore, solaio in c.a. 260 mm 15 Parapetto in stratificato di sicurezza 10 + 10 mm 16 Grigliato in acciaio zincato a fuoco 40 mm 17 Travi in profili di acciaio Å 150/70/8/8 – 75/70/8/8 mm 18 Diagonale in tubolare di acciaio Ø 298,5/32 mm Struttura di acciaio dell’aggetto Particolari costruttivi scala 1:5 Sezione scala 1:20 Assonometria Sezione verticale scala 1:20 1 Strato vegetativo 100 – 220 mm strato filtrante strato di raccolta dell’acqua in polietilene 20 mm materassino granulare in gomma 10 mm impermeabilizzazione in guaina bituminosa a doppio strato isolante termico in EPS 100 – 220 pendenza 2% barriera al vapore, primer, solaio in c.a. 300 mm 2 Trave in aggetto di profili in acciaio rivestiti Å 700 –190/300 –197/30 mm 3 Trave in aggetto di profili in acciaio rivestiti Å 700 –190/354 –197/30 mm 4 Elemento scorrevole in lamiera stirata 25/13,5/5/1,52 mm zincato rivestito, su struttura non a vista in piatti d’acciaio zincati e rivestiti 27– 60/10 mm 5 Elemento orientabile e scorrevole in pannello sandwich 107 mm strato protettivo in lamiera di alluminio verniciata a polvere 3 mm 6 Protezione anticaduta in piatti d’acciaio zincato verniciato 40/5 mm 7 Vetrazione fissa: float 8 + intercapedine 20 + stratificato di sicurezza 11 mm in telaio d’alluminio 8 Parquet incollato in frassino pavimento galleggiante, dimensione delle lastre 600/600/30 mm solaio in c.a. 300 mm 9 Rivestimento in lamiera stirata 16/8/1,5/1 mm 10 Pilastro in tubolare di acciaio Ø 244,5/20 mm 11 P ilastro in tubolare di acciaio Ø 323,9/50 mm 12 Parete divisoria ufficio in stratificato di sicurezza 10 mm 13 Trave in profili d’acciaio ad Å 700/300/30 mm 14 Trave in profili d’acciaio ad Å 700/345/30 mm 15 Lucernario atrio in stratificato di sicurezza 8 + intercapedine 16 + temperato 8 + 8 mm © terrain /Hubertus Hamm © Josef Pausch, Linz 6 Sezione orizzontale scala 1:10 1 2 3 4 lemento orientabile e scorrevole in pannello E ­sandwich 107 mm, strato di protezione in ­lamiera di alluminio verniciato a polvere 3 mm Elemento scorrevole in lamiera stirata 25/13,5/5/1,52 mm zincato rivestito su struttura non a vista in piatti d’acciaio zincati e verniciati 27-60/10 mm Montanti di facciata in profili di alluminio Vetrazione fissa: float 8 + intercapedine 20 + ­stratificato di sicurezza 11 mm in telaio d’alluminio Pagina 605 Trampolino per il salto con gli sci a ­Garmisch-Partenkirchen A causa dell’evoluzione delle tecniche di salto, il profilo della rampa olimpionica non rispondeva più ai requisiti della FIS. Il ­progetto della nuova rampa originato dalla dinamica di salto, non solo si inserisce come un segno caratterizzante nel paesaggio, ma disegna anche la topografia della catena montuosa inserendosi come una sorta di segmento costruito nel panorama. Nessuna linea verticale avrebbe dovuto disturbare al di sotto della testa della rampa la forma in lungo aggetto dell’impianto. La rampa per il salto – un ponte di ferro che prolunga verso l’alto la curva della rampa di discesa – colle­ ga ulteriormente la rampa con il pendio. Al di sotto dell’impianto si collocano gli spazi per gli atleti e accessori. Dato che gli spazi di servizio si dispongono a livello del piano terra, l’impianto della rampa ha potuto esse­ re dimensionato con una sezione relativa­ mente snella e sottile. Un ascensore diago­ nale segue l’andamento della “scala verso il cielo” assicurando una rapida risalita sino alla testata della rampa. La struttura portante dell’impianto è composta da una trave reti­ colare a briglie quadruple, telai trasversali ­irrigidiscono le sezioni trapezoidali la cui ­sezione si ispessisce gradualmente. Lastre nervate in policarbonato traslucido rivestono i fianchi della struttura in calcestruzzo. Il ca­ rattere dell’edificio varia in base al momento della giornata e alla luminosità. Soprattutto quando è coperta da una coltre di neve la pelle bianco-grigia sembra sprofondare ­leggermente nel paesaggio mentre la notte la fa assomigliare ad una scultura di luce. Sezione • Planimetria generale scala 1:2500 1 Trampolino 2 Piattaforma di allenamento 3 Edificio infrastrutture: spazio atleti e spazi ­accessori (al di sotto del trampolino) 4 Curva di volo 5 Giudice del salto 6 Discesa 7 Tribune del pubblico 8 Piste per l’allenamento Sezioni struttura in acciaio scala 1:500 Grafico assemblaggio struttura 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 Posizione di ricovero fresa neve Terrazza Livello visitatori Partenza ascensore Arrivo ascensore Area sosta saltatori Gradini di partenza Scala Ascensore diagonale Plinto di appoggio Trampolino Ponte/struttura di atterraggio Ingresso scala/ascensore Spazi atleti e spazi accessori 1 2 3 4 osizione di ricovero fresa neve P Ascensore diagonale Pedane di partenza Tratto per la rincorsa (separato per utilizzo invernale o estivo) Pedana operatore media Limite per il tratto di rincorsa Makrolon Pedana in grigliato metallico Corrimano Ø 42,2/4 mm Illuminazione rampa Bordo superiore lamiera di alluminio Profilato perimentrale U 160 mm Lastra in policarbonato nervato 40 mm profilo perimetrale in alluminio Rivestimento in lamiera stirata Traverso di facciata in tubolare d’acciaio ¡ 120/80 mm Profilo di chiusura in alluminio Briglia superiore in profilo d’acciaio Å 400 mm (ali 40 mm, anima 25 mm) Briglia inferiore in profilo d’acciaio Å 400 mm (ali, a seconda della sezione, 40/60 mm, anima 25 mm), campate nei pressi della base Å 500 mm 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 Sezioni scala 1:200 scala 1:20 Pagina 610 Stazione a Liegi Con la nuova stazione, la città belga di Liegi è diventata un importante snodo del traffico su rotaie, a seguito di un cantiere durato più di 12 anni. La costruzione della stazione per i treni ad alta velocità ridefinisce con la sua originale struttura in vetro e acciaio la tradi­ zione assodata in Europa delle grandi sta­ zioni. Nella progettazione, sin dalle prime fa­ si, Calatrava insegue come obbiettivo quello di portare i treni completamente sotto la pensilina. La stazione lunga 490 metri è ­dotata di una hall enorme caratterizzata da archi portanti disposti sull’intera luce di 160 metri in direzione dei binari. Il fatto che la hall non abbia una facciata rende peculia­ Traduzioni in italiano 1 2 3 iazza P Ingresso Biglietteria 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 ersonale P Gastronomia Galleria commerciale Ascensore e scale Negozi Parcheggio Accesso alle banchine Ingresso alla galleria Banchine Deposito bagagli Uffici SNCB © Andreas Secci/archenova re soprattutto la copertura della stazione in tutta la sua complessità. La trave principale di copertura è composta di 39 archi posti a distanza di 1,9 metri. I montanti della coper­ tura trasparente della hall sono diventati sta­ bili alla flessione tramite il procedimento di saldatura divenendo una sorta di trave a ­guscio. I profili cavi in acciaio dell’arco si ra­ stremano sino a 1,2 metri. In corrispondenza dei punti di appoggio le sezioni trasversali dell’arco si separano in briglia superiore e briglia inferiore. Solo in corrispondenza della punta estrema in aggetto i traversi delle reti­ colari si ripiegano verso il perimetro della copertura. Le strutture in acciaio dei ponti pedonali di 14 metri di luce tesi sopra ogni binario radunano i carichi di tutti gli archi tra­ smettendoli ai cinque punti di appoggio di ogni lato della hall. Essi consistono in punti di appoggio articolari nella direzione longitu­ dinale dell’arco che si ramificano in quattro profili cavi d’acciaio. La copertura di 33.000 mq è protetta da lastre in vetro di 23 mm di spessore. Il piano di basamento che si colloca al di sotto della hall della ­stazione è stato realizzato in calcestruzzo a vista chiaro. Dalla piazza antistante, taglia trasversalmente lo spazio una galleria com­ merciale con area biglietterie. In ogni spazio penetra la luce. Nelle banchine ferroviarie i lucernari in vetro cemento portano luce na­ turale nella galleria commerciale, contrasse­ gnando contemporaneamente la posizione degli accessi ad ogni binario. Planimetria generale scala 1:10.000 Piante 1:2500 Sezioni scala 1:1500 Sezione struttura pensilina scala 1:250 Sezioni particolareggiate scala 1:20 1 Tubolare in acciaio Ø 660 mm 2 Vetrazione in stratificato di sicurezza 22,8 mm 3 Tubolare in acciaio Ø 324 mm saldato con ­doppia barra in acciaio 16 mm 4 Tubolare in acciaio Ø 457 mm 5 Lamiera in acciaio 20 mm 6 Lamiera in acciaio 5-10 mm 7 Tubolare in acciaio Ø 159/5,6 mm 8 Lamiera in acciaio 10-25 mm 9 Tubolare in acciaio Ø 159-/5,6 –14,2 mm Sezione struttura in acciaio copertura della hall scala 1:20 Sezioni punto di appoggio scala 1:100 1 Copertura in vertro stratificato di sicurezza 22,8 mm 2 Briglia superiore profilo cavo in acciaio 267/1134 –1284 mm saldato in tubolare d’acciaio Ø 267/25 mm e lamiera in acciaio 20 –30 mm 3 Briglia inferiore profilo cavo in acciaio 267/888-2092 mm saldato in tubolare d’acciaio Ø 267/20-50 mm e lamiera in acciaio 25 – 40 mm 4 Ponte pedonale in struttura d’acciaio saldata a ­lamiera d’acciaio 2ß –40 mm 5 Elementi di appoggio in fusione di acciaio 6 Scala mobile alle banchine in ∂ Tutti i libri della serie in DETAIL in hardcover, formato 23 x 29,7 cm 7 P avimento in lastre di pietra 40 mm malta di allettamento 30 mm 8 Pilastri saldati in lamiera d’acciaio 50 mm 9 Bullone articolare in appoggio di acciaio inox Ø 460 mm 10 Elemento in fusione d’acciaio agganciato alla ­fondazione con 6 barre filettate di ancoraggio Ø 40 mm 11 Corpo illuminante ad incasso Sezioni particolareggiate scala 1:20 1 Vetrazione in stratificato di sicurezza 22,8 mm con sistema di profili in alluminio 2 Listello con profilo di rivestimento in alluminio verniciato bianco 3 Terzera in profilo d’acciaio ¡ 120/80/4–12 mm 4 Connessione alla terzeria rigida a flessione in ­lamiera d’acciaio saldata 15 mm 5 Lamiera in acciaio 25 mm 6 Lamiera in acciaio 15 mm 7 Tubolare in acciaio Ø 267/25 mm 8 Profilo speciale trave perimetrale per attacco pensilina 9 Irrigidimento trave perimetrale tubolare Ø 82,5/10,6 mm 10 Trave pensilina in profilo d’acciaio saldato 11 Rivestimento in lamiera di alluminio rivestito ­bianco 3 mm 12 Listello di copertura vetro in profilo di alluminio 13 Lamiera in alluminio 3 mm 14 Grigliato in metallo di copertura ∂ Edition La sfida dell’edilizia residenziale – i dettagli della flessibilità tipologica Di fronte alla prospettiva di una moltiplicazione continua degli stili di vita, la ricerca di flessibilità e adattabilità planimetrica sta diventando una delle priorità dell’architettura residenziale. L’edilizia ­residenziale ad alta densità abitativa, con la crescita della domanda di spazi all’interno dei centri urbani, rappresenta oggi più che mai una sfida importante e complessa per architetti e pianificatori. Altri libri della serie: ‡ Involucri edilizi ‡ Case unifamiliari ‡ Architettura solare ‡ Ristrutturazioni ‡ Interni Alta densità abitativa, Christian Schittich, 2005. 176 pagine con numerosi disegni e foto, formato 23 ≈ 29,7 cm. ISBN 978-3-7643-7529-4 € 44.90 + costo di spedizione e imballaggio (+7% IVA se dovuta) Institut für internationale Architektur-Dokumentation GmbH & Co. KG • Hackerbruecke 6 • 80335 Muenchen • Germania • Tel.: +49 89 38 16 20-0 • E-Mail: [email protected] Ordini online su www.detail.de/shop-italiano 7 I prezzi sono riferiti al listino di 2010 ∂ 2010 ¥ 6 Traduzioni in italiano 2010 ¥ 6 ∂ 15 R ivestimento epossidico 16 Profilo perimetrale copertura in lamiera di acciaio bianca4/6 mm 17 Scolo acque meteoriche 18 Trave principale della copertura profilo cavo in acciaio 267/20 – 50 mm saldato in tubolare d’acciaio Ø 267/20 – 50 mm e lamiera in acciaio 15 – 40 mm lamiera grecata 60/160 mm coibentata con lana di roccia 4 Meccanismo idraulico di apertura 5 Trave in acciaio 900/1200 mm 6 Traverso facciata in tubolare di acciaio ¡ 450/300/15 mm 7 Montante facciata HEB 450 zincato 8 Maglia metallica in fune di acciaio inox Ø 10 mm e nastro di acciaio inox 9 Pilastro in profilo d’acciaio composto di doppia HEA 600 10 Parapetto in lamiera di acciaio zincata 1120/50/10 mm 11 Tubolare in acciaio | 140/140/3 mm 12 Lamiera di acciaio 520/530/15 mm Pagina 618 Centro tennis olimpico a Madrid Con la candidatura ai Giochi Olimpici del 2012, Madrid si pone come obbiettivo di ­costruire uno stadio per il tennis per 20.000 spettatori. La candidatura per il 2012 e ­nemmeno quella per il 2016 volgono a buon fine. Tuttavia, Madrid possiede attualmente un modernissimo centro per il tennis con in totale 30 campi, piscina e club. Cuore pul­ sante dell’area è lo stadio, utilizzato anche per grandi manifestazioni, per concerti o congressi oppure per gare di box e hokey sul giaccio. Lo stadio comprende i tre campi di tennis principali per 12.000, 5.000 e 3.000 spettatori ed è rivestito con un tessuto in ­acciaio che lascia trasparire la luce. Il cubo dello stadio è sovrastato da tre lastre di ­copertura che scorrono orizzontalmente ma tramite un sistema idraulico possono essere disposte in diverse posizioni per consentire di riparare dal sole o dalla pioggia i tre ­campi da tennis. Sezione verticale • Prospetto scala 1:10 1 Pilastro facciata in profilo d’acciaio HEB 450 zincato 2 Fune acciaio inox Ø 10 mm, teso tra due supporti 3 Ritegno in piatto ¡ 360/150/20 mm e piatto ­doppio 100/150/15 mm, a distanza di 1,50 m 4 Maglia di metallo in acciaio inox composta di ­nastri da 10 mm 5 Vite di bloccaggio in acciaio inox 6 Barra filettata in acciaio inox Ø 16 mm Pagina 626 Progettare i giunti Alexander Reichel, Gerald Schnell L’acciaio è disponibile sul mercato come ­semilavorato o come elemento parzialmente prefabbricato da assemblare in laboratorio o in officina. Le modalità di realizzazione e le tipologie del giunto vengono controllate ­durante il processo progettuale in modo tale che il materiale non debba essere lavorato sul cantiere. I giunti diventano un elemento formale di integrazione per abbinare consa­ pevolmente materiali, tecniche e finiture. Nel saggio vengono trattati le tecnologie ­applicate normalmente nella costruzione in acciaio e le relative realizzazioni. Planimetria generale scala 1:6000 Sezioni • Piante scala 1:2000 1 Livello stampa e giocatori 2 Livello pubblico 3 Aree esterne 4 Stadio 5 Parcheggio 6 Campi coperti tennis 7 Club 8 Campi allenamento © Georges Fessy/DPA/ADAGP Sezione scala 1:100 Particolare costruttivo scala 1:20 1 Copertura: lamiera in alluminio con connessione a clip 65/400 mm strato isolante in lana di roccia 100 mm barriera al vapore in foglio di PE lamiera in acciaio 1 mm lamiera grecata 60/160 mm isolata con lana minerale 2 Lamiera grecata di alluminio 44 mm lana ­di roccia 40 mm lamiera grecata 60/160 mm 3 Soffitto: lamiera grecata di alluminio 44 mm strato isolante 40 mm membrana acustica “Nascosto” per mantenere intatta “la forma pura” o al contrario “tematizzante”, solita­ mente non è un problema di tecnologia ma di estetica. Le sculture di Anatol Herzfeld e José de Rivera illustrano in maniera esem­ plare la contraddizione del processo di giunzione del materiale acciaio. Mentre in “Osterei” di Anatol Herzfeld, la composizio­ ne di ogni lamiera saldata grossolanamente e patinata in maniera differente emerge con intensità, l’elegante scultura “Construction #2” di Rivera non fa cenno all’aspetto arti­ gianale della sua realizzazione. La scultura è stata realizzata componendo due mezzi tubolari dove gli elementi sono stati modella­ ti tramite martello e cannello per la saldatura da lamiera di acciaio inossidabile secondo un processo simile alla forgiatura tradiziona­ le. Le due metà sono state saldate con una saldatura longitudinale accuratamente levi­ gata e lucidata. Come anche in architettura, la scelta ricade su elementi monolitici oppu­ re sull’evidenzizione delle fughe di ogni ele­ mento che compone l’oggetto. In entrambi i casi viene richiesta una conoscenza appro­ fondita della tecnica di giunzione. Mentre ­sino alla metà del XX secolo la rivettatura era l’unica tecnologia di connessione mobile nella costruzione in acciaio, oggi abbiamo diverse alternative. Accanto alle principali soluzioni, saldatura e fissaggio a viti, sempre più spesso si tende a preferire ad esempio la compressione o clinciatura delle lamiere tramite timbri e matrici (clinchen). La DIN 8593 suddivide il processo di ­giunzione in 9 categorie: Assemblaggio: gli elementi di giunzione si mantengono in aderenza tramite accoppiamento formale, attrito o per forza di gravità ad esempio la sospensione delle lamiere di rivestimento o delle tegole di copertura. Riempimento: il riempimento cioè la giunzione tramite la compensazione di uno spazio vuoto con materiali addizionali. Compressione, iniezione: gli elementi di giunzione sono per lo più connessi tramite un accoppiamento dina­ mico che avviene con una deformazione ­elastica del materiale ad esempio, viti, ­dispositivi di fissaggio, grappe, chiodi, ­aggraffatura, inchiavettature, serraggio. Giunzione tramite matrice: matrice è la prima forma di un elemento ­definito geometricamente prodotta da una massa priva di forma, ad esempio una fusio­ ne in acciaio. Si tratta di una tecnica di giun­ zione che si applica quando la massa priva di forma viene messa in connessione con un elemento come nel caso di calcestruzzo armato o nelle costruzioni di c.a. composite. Giunzioni tramite deformazione plastica: la giunzione si realizza tramite la deforma­ zione plastica degli elementi di connessione ad esempio tramite la clinciatura o l’aggraf­ fatura della lamiera. La deformazione può avvenire applicando una forza meccanica, idraulica o elettromagnetica. Giunzioni a saldatura: la tipologia di giunzione a saldatura si divide a sua volta in saldatura in fusione, dove i pezzi vengono connessi tramite fusione con o senza materiali addizionale e salda­ tura a pressione dove i pezzi vengono ­saldati tramite pressione meccanica (ad esempio tramite bulloni, o saldatura a punti). Giunzione tramite brasatura: a differenza della saldatura, nel processo di brasatura, la temperatura di fusione del pezzo non viene raggiunta, solo l’additivo è fluido e connette i due elementi. Giunzione tramite adesivo: pezzi di diversi o degli stessi materiali ­vengono connessi con un terzo materiale © perlblau 8 ∂ 2010 ¥ 6 tramite le forze di coesione e di adesione. Giunzione tessile (non ancora normata): In questa categoria ricadono materiali in ­fibra come fibra di carbonio e di vetro, ma anche l’acciaio puó essere giunto tramite tessili come ad esempio reti metalliche in ­funi di acciaio o piattine d’acciaio. Le giunzioni si suddividono in reversibili (viti e grappe) e irreversibili (saldatura, clincatu­ ra, chiodatura, incollaggio). L’efficacia della connessione si distingue tra accoppiamento formale, accoppiamento dinamico o di forza e di materiale. Nel primo caso, l’assemblag­ gio viene garantito tramite due elementi for­ mali tra loro adattabili come le viti calibrate, chiodi oppure tramite la clinciatura. Nel caso di un accoppiamento dinamico con viti e chiodi, si garantisce la tenuta solo tramite le forze attive ad esempio la pressione o l’attri­ to. Gli accoppiamenti possono essere anche contemporaneamente dinamici e formali. Gli assemblaggi di matrici sfruttano le forze atomiche e molecolari come la coesione e l’adesione; a titolo d’esempio citiamo la ­clinciatura, la saldatura e l’incollaggio. Rivettatura La rivettatura serve ad assemblare in ma­ niera irreversibile tramite estrusione attra­ verso un laborioso processo produttivo ed un elevato carico di rumore. Il rivetto pieno classico trova applicazione quasi esclusiva­ mente nella ristrutturazione di edifici storici in struttura d’acciaio. Per l’applicazione ­sono disponibili anche viti speciali con testa simile a quella di un rivetto. Le viti devono essere eventualmente precompresse per comprimere le parti congiunte e mantenere l’elevata capacità portante della connessio­ ne a rivetto tipica degli esempi storici. Rivet­ tando, la testa diventa rovente per l’elevata pressione esercitatavi, ma raffreddandosi, si restringe. Nel caso di rivetti ciechi, è pos­ sibile lavorare solo su un lato ad esempio nelle strutture cave. Tipico per le strutture storiche in acciaio sono le lamiere rivettate su profili di connessione e di irrigidimento. Attualmente le rivettature vengono utilizzate soprattutto per assemblare lamiere sottili ad esempio nella costruzione di facciata. Assemblaggio tramite viti: l’assemblaggio tramite viti è di norma facil­ mente realizzabile a mano, raramente dipen­ de dalle condizioni atmosferiche e per questi motivi è più idoneo ad essere realizzato in cantiere rispetto alla saldatura. La giunzione reversibile ha oltretutto il vantaggio della rici­ clabilità degli elementi edili. Le giunzioni tra­ mite saldatura possono supportare carichi elevati. Le strutture assemblate tramite viti sono più pesanti di circa il 10% rispetto a strutture saldate simili. Tra tutte le forme di ­viti disponibili sul mercato, nelle costruzioni in altezza le strutture portanti in acciaio ven­ gono assemblate quasi esclusivamente con viti a sei lati e viti a testa svasata. Le viti calibrate che chiudono l’asola dove si Traduzioni in italiano inseriscono senza gioco, o le viti grezze che consentono una certa tolleranza. Le viti cali­ brate devono essere utilizzate solo quando non è consentito alcun – anche se minimoscorrimento degli elementi da assemblare. Le viti autofilettanti producono la propria asola tramite la filettatura nel materiale; le viti maschianti avvitano solo una filettatura in un’asola preesistente. Entrambi i tipi di vi­ ti non necessitano di una madre e vengono spesso utilizzate per il fissaggio degli ele­ menti di facciata. La vite viene identificata come: tipo di vite, tipologia di filettatura, materiale di composizione della vite. Ad esempio: “vite calibrata ad alta resistenza M20 10.9” significa: vite calibrata ad alta re­ sistenza di 20 mm di diametro realizzata in un materiale di proprietà 10.9. Il numero do­ po il punto fornisce il quoziente di sollecita­ zione di snervamento nella resistenza alla rottura. Si distinguono viti a “resistenza nor­ male” (ad esempio 4.6 e 5.6) e “resistenza elevata” ( ad esempio 8.8 e 10.9). Mentre la giunzione tramite vite precompressa viene sollecitata fondamentalmente tramite taglio, tramite la precompressione le forze vengo­ no trasmesse in linea di massima tramite le forze di attrito delle superfici di contatto dei due elementi edili e la pressione di contatto. Si verifica di conseguenza una giunzione particolarmente resistente. Se il carico ­supera la forza di precompressione, la ­giunzione si comporta come una normale giunzione tramite fissaggio a vite. Saldatura Durante la saldatura, due tipi di acciai iden­ tici o con proprietà simili si fondono insieme tramite liquefazione o tramite deformazione plastica. Il processo si svolge con l’ausilio o senza di un materiale additivo di riempi­ mento dei punti di saldatura. La saldatura ­rappresenta la giunzione ottimale degli ele­ menti edili in acciaio per la realizzazione di connessioni rigide a flessione. La saldatura dovrebbe essere evitata in cantiere per il fatto che la prefabbricazione in officina con­ sente di sfruttare il preriscaldamento. D’altro canto, l’intenso riscaldamento dell’acciaio sino al punto di fusione modifica la struttura reticolare dei cristalli che ha come conse­ guenza la variazione delle proprietà dei ­materiali e l’origine di tensioni interne che in officina possono essere compensate tramite un trattamento termico. Anche il processo di zincatura e quello di protezione alla cor­ rosione possono essere compromessi sul cantiere. Il lavoro sul cantiere deve essere ridotto all’assemblaggio. Durante il proce­ dimento di saldatura di strutture in acciaio presistenti bisogna prestare attenzione che gli elementi edili sotto carico vengano ­ammorbiditi tramite un trattamento termico locale. Non tutti gli acciai sono adatti ad es­ sere sottoposti alla saldatura. A prescindere dal contenuto di carbonio, anche altri fattori influiscono sul processo di saldatura: la composizione chimica, la suscettibilità alla rottura fragile, al trattamento termico richie­ 9 sto. Per rendere confrontabili le diverse ­leghe, è stato sviluppato l’equivalente di contenuto di Carbonio (CEV Carbon equiva­ lent value), che indica la saldabilità di una lega in rapporto al contenuto di carbonio di un acciaio. Un valore basso significa una buona saldabilità, un valore elevato può ri­ chiedere il pretrattamento termico degli ele­ menti. A partire da un contenuto di carbonio dello 0,8%, non è più possibile saldare l’ac­ ciaio. I requisiti dell’acciaio di poter essere saldato si rapporta proporzionalmente alla sua durezza che dipende in linea di massi­ ma dal suo contenuto di carbonio. Acciai poco legati sono comunque adatti ad esse­ re saldati, anche se hanno una durezza in­ feriore, mentre acciai molto legati possono dimostrare una pessima predisposizione ­alla saldatura. Sottoponendo gli acciai ad un trattamento termomeccanico, la durezza può essere implementata notevolmente ­anche in presenza di una quantità scarsa di carbonio. Oltre al trattamento termico dell’acciaio prima e dopo la saldatura, è fondamentale la realizzazione dei punti di saldatura. La tipologia dei punti (punti ad I o punti ad X) dipende da quale larghezza è disponibile, dal procedimento di saldatura, dallo spessore della lamiera e dalla geome­ tria delle forme. L’aspetto dei punti può es­ sere deciso insieme all’impresa che realizza la saldatura. Se i punti, soprattutto nel caso di ampie superfici di lamiera non sono visi­ bili, possono essere quasi completamente levigati. La giunzione è allora riconoscibile solo per le diverse nuance cromatiche dei pezzi assemblati. Al contrario, i punti di ­saldatura possono diventare anche un ele­ mento formale estetizzante. Nelle strutture realizzate con acciai stabili alle intemperie, è importante che anche il materiale di sal­ datura sia stabile. La realizzazione dei punti di saldatura in­ fluisce sui costi, il punto di saldatura a gola risulta meno costoso di uno a testa levigata. Le due tecniche di saldatura principali sono il procedimento a arco e quello sotto gas inerte: nel primo, un arco tra due elettrodi produce il calore per la fusione dei due pezzi da saldare. Nel secondo, si realizza una forma dell’arco di saldatura tale per cui un flusso di gas impedisce una reazione del metallo con l’aria esterna. Nella saldatura ad arco con bulloni, un procedimento di sal­ datura a pressione, l’arco si accende senza ulteriore filo-elettrodo. La giunzione avviene sotto una leggera pressione. Il procedimen­ to viene utilizzato per la saldatura di piccoli elementi nelle costruzioni in c.a. Anche la saldatura con gas o autogena mantiene un certo uso in quanto non si richiede l’uso di corrente elettrica. Il procedimento si applica in cantiere per riparazioni o nel settore ter­ moidraulico e dei sanitari. Fissaggio diretto Nel fissaggio diretto sono inclusi il fissaggio tramite viti, chiodi, viti autofilettanti tramite le quali elementi in acciaio, legno e coibenti o Traduzioni in italiano 2010 ¥ 6 ∂ © Thomas Madlener, München 10 anche materiali plastici vengono fissati di­ rettamente su acciaio, calcestruzzo o mura­ tura. Un particolare vantaggio tecnologico sta nella rapidità del lavoro che consente di piazzare fino a 600 viti all’ora. L’energia ­viene trasmessa tramite uno spinotto sulla vite; il materiale portante subisce una defor­ mazione plastica nell’atto di inserire la vite. L’energia che viene trasmessa sulla vite du­ rante l’esplosione del materiale, consente la messa in sede diretta, l’inserzione della vite in materiali duri come l’acciaio. Da conside­ rare lo spessore minimo necessario in rela­ zione al materiale utilizzato, al tipo di vite e agli strumenti. Per ogni materiale da assem­ blare c’è una vite specifica e per ogni tipo di vite è importante utilizzare lo strumento adeguato. L’energia necessaria per il posi­ zionamento della vite normalmente viene prodotta tramite accensione di una vite ­madre con materiale infiammabile in polve­ re, e in alternativa tramite accensione di un gas compresso o aria compressa. Attrezza­ ture manuali consentono il posizionamento di bulloni in strutture d’acciaio sino a 5 mm di diametro nell’acciaio massiccio. Viti di ­dimensioni superiori richiedono strumenti che non possono essere tenuti a mano. ­Nella progettazione è raccomandabile con­ siderare lo spazio necessario al montaggio. Nella costruzione in acciaio vengono monta­ ti normalmente lamiere profilate, cassettoni e anche materiale composito con un fissag­ gio diretto. Le lamiere di norma vengono ­assemblate con rivetti; per la sospensione di installazioni e la connessione di profili spesso si utilizzano viti autofilettanti. Si tratta comunque di giunzioni reversibili. Se una ­vite autofilettante viene inserita in un’asola più piccola è possibile procedere ad un as­ semblaggio su un lato senza perforazione del materiale, in altre parole il rivestimento dell’altro lato rimane intatto. All’aperto o in strutture esposte alle intemperie le viti devo­ no essere in acciaio inox oppure avere un coperchio di protezione. Negli interni invece le viti possono essere non trattate. La strut­ tura a pieghe del terminal navale di Yokoha­ ma progettata da Foreign Office Architect è una delle maggiori strutture portanti montata con fissaggio diretto delle lamiere in acciaio stabili al fuoco che coprono una luce fino a 100 metri. Dato che le lamiere in acciaio so­ no resistenti al fuoco sino a temperature di 600°C sono stati sviluppati rivetti in acciaio inox con buone caratteristiche meccaniche ed elevata resistenza alla corrosione. Clinciatura La clinciatura è un metodo di giunzione pun­ tuale in cui i punti di fugatura vengono pro­ dotti comprimendo due o più lamiere tramite un compressore e una matrice. Il materiale durante il procedimento viene uniformemen­ te deformato. I pezzi vengono giuntati singo­ larmente tramite deformazione plastica. La giunzione avviene senza sottoporre a ca­ lore gli elementi e per questo non si creano tensioni termiche nel materiale come nella saldatura tradizionale. La clinciatura consen­ te anche di assemblare materiali diversi e in particolare anche materiali non saldabili ­come l’acciaio a rivestimento organico. Se il processo si svolge a mano e in maniera accurata, i rivestimenti e la protezione a ­corrosione non vengono danneggiati, anche se lo spessore del rivestimento può diminui­ re se la geometria varia dopo la giunzione. Altri vantaggi della clinciatura in particolare in raffronto alla saldatura a punti sono anche il consumo energetico, i costi contenuti e un procedimento “pilota” e silenzioso oltre a non produrre scarti. La tenuta è maggiore dato che non viene utilizzato materiale ­additivo. Se durante la clinciatura vengono inseriti ­rivetti supplementari nella lamiera il proces­ so assume il nome di ribaditura e che attual­ mente sta assumendo importanza nell’indu­ stria automobilistica. La clinciatura viene in­ tegrata ai processi di industrializzazione ma può essere realizzata anche con attrezza­ ture mobili. A parte le strutture alleggerite, in cantiere la clinciatura si utilizza soprattutto per il fissaggio di elementi di facciata, in particolare lamiere in acciaio inox nelle strut­ ture non a vista. Anche i canali di aerazione vengono prodotti tramite questa tecnica di giunzione. Ci sono alcuni punti da prendere in considerazione: 1. i punti di connessione devono essere ­accessibili su entrambi i lati 2. direzione della giunzione: dalle lamiere più spesse a quelle più sottili 3. la lamiera più sottile non dovrebbe essere più sottile della metà della più spessa 4. lo spessore massimo totale del punto di connessione è di circa 6 mm 5. lo spessore massimo si riduce se si ­implementano le qualità meccaniche dell’acciaio utilizzato. Assemblaggio con adesivi Si tratta di una tecnologia abbastanza re­ cente ancora in fase di sviluppo. Gli adesivi vengono utilizzati in misura minore nelle strutture in altezza rispetto alle applicazioni industriali di prefabbricazione come nella costruzione aeronavale; negli aerei ad esempio circa la metà delle giunzioni di ­assemblaggio vengono realizzate tramite adesivi. Un importante vantaggio dell’adesi­ vo rispetto alla saldatura tradizionale è che non si modificano le caratteristiche del ­materiale e non si creano tensioni interne. Nell’assemblaggio di diversi materiali, l’ela­ sticità della giunzione a colla è più vantag­ giosa per le diverse temperature di dilatazio­ ne dei materiali. La giunzione tramite adesivi trova spesso applicazione nel fissaggio di lamiere di facciata alle strutture non a vista anch’esse in metallo o in legno. L’assem­ blaggio di lastre in facciata viene concessa dagli organi competenti senza un fissaggio meccanico di sicurezza supplementare solo sino ad una certa altezza dell’edificio, solita­ mente tre piani. Mentre non si riscontrano problemi particolari nell’applicazione ad adesivo quando si tratta di interni. Importan­ te è la preparazione delle superfici pulendo e stendendo un fondo. Materiali compositi Un’applicazione usuale della tecnologia di giunzione tramite adesivi sono elementi san­ dwich e altri compositi in diversi materiali. I materiali sandwich sono composti di due strati di copertura ad esempio acciaio in la­ miera e uno strato per il nucleo ad esempio materiali sintetici come il PUR. Con i mate­ riali standard sandwich è possibile realizza­ re sia pareti che tetti. E’ anche possibile rea­ lizzare pareti tagliafuoco in lamiera d’acciaio rivestite di foamglas. In diversi casi, il nucleo rimane relativamente sottile, per lo più 1 cm (ad es. lastre sandwich polimeriche) che funge da riduttore del peso dell’elemento edile a parità di una maggiore rigidezza e di una coibentazione fonoassorbente. Il ­nucleo può avere anche una struttura a nido d’ape o ondulata. Le lastre possono essere tagliate, deformate plasticamente e imbutite. La giunzione avviene tramite rivettatura e ­incollaggio. Sistemi e tecnologie composite Per il comportamento di dilatazione termica di acciaio e calcestruzzo, il composito ac­ ciaio-calcestruzzo è una delle tecnologie di compositi maggiormente in uso. La collabo­ razione tra i due materiali conferisce all’ac­ ciaio la capacità portante negli elementi sol­ lecitati a trazione delle sezioni trasversali di un elemento edile; il calcestruzzo invece re­ siste ai carichi di compressione. La connetti­ vità fra superfici in acciaio lisce e calcestruz­ zo viene realizzata tramite chiodii di grande dimensione senza testa a scorrimento o pioli con testa saldate mentre nelle strutture di copertura con lamiere profilate con betonci­ ni. I ferri di armatura sono caratterizzati dalla tipica filettatura della sezione. La giunzione dell’acciaio non riguarda solo l’aspetto formale dell’involucro di facciata; è invece un aspetto che va considerato nella progettazione di una struttura d’acciaio e in particolare quando la struttura deve essere rivestita. ∂ Traduzioni in italiano Service ∂ 2010 ¥ 6 3 libri in un cofanetto Materiali isolanti Materiali differenti, applicati in maniera corretta. Il manuale per la scelta ed l’utilizzo consapevole dei materiali isolanti. Acustica e isolamento acustico Organizzazione spaziale appropriata per un’acustica ottimale – Il manuale per la pianificazioni acustica degli spazi Detail Praxis “Costruzioni a secco” fornisce uno sguardo d’insieme – articolato in base alle parti dell’edificio (parete, copertura, solaio) e alle possibilità di utilizzo – sui sistemi costruttivi a secco più utilizzati, costituendo un utile supporto alla progettazione e alla pianificazione. 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Scadenza (mese/anno) Verfallsdatum (Monat/Jahr) Via, piazza, no/ Straße, Hausnummer Importo €/ Betrag € CAP, città, prov./ PLZ, Stadt ¥ In contrassegno/Gegen Rechnung Cognome/Name Professione/Beruf Telefono, Fax / Telefon, Fax No. IVA Telefono cellulare/Handy Data, Firma del titolare/ Datum, Unterschrift E-Mail B050 ¥S i, desidero ricevere gratuitamente per e-mail la newsletter mensile di DETAIL I Suoi dati personali sono in buone mani ed è assolutamente da escludersi una loro diffusione. I suoi dati verranno utilizzati esclusivamente per le finalità per le quali sono stati raccolti e, con il suo consenso, per motivi commerciali relativi ai nostri prodotti e a ricerche di mercato. Se non volesse che i suoi dati vengano utilizzati a scopi pubblicitari, può disdire tale richiesta in qualsiasi momento. I prezzi sono riferiti al listino di 2010 ¥ Carta di credito/Kreditkarte Nome/ Vorname Institut für internationale Architektur-Dokumentation GmbH & Co. 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