http://www.detail.de/Archiv/De/HoleHeft/232/ErgebnisHeft

∂   2010 ¥ 6
∂ – Rivista di Architettura
2010 ¥ 6 · Acciaio
Traduzioni in italiano
1
Inserto ampliato in italiano
Traduzione:
Rossella Mombelli
E-Mail: [email protected]
Potete trovare un’anteprima con immagine di tutti progetti cliccando su:
http://www.detail.de/Archiv/De/HoleHeft/232/ErgebnisHeft
saldava e curvava lamiera, utilizzava rivetti.
Verso la fine si è servito anche di un
­linguaggio i­ngegneristico per trovare
un’espressione artistica.
Detail: L’architettura di Calatrava è fuori
­dagli schemi. Realizzate opere in diversi
­paesi del mondo. Siete ingegnere, architetto
ed a
­ rtista. Come possiamo allora sintetizzare
la vostra visione?
Calatrava: Quello che faccio come pittore
o come scultore è una parte importante del
mio lavoro. In ufficio, abbiamo a disposizio­
ne un laboratorio in cui non realizziamo solo
modelli di architettura ma anche sculture.
A­volte progetto anche mobili, mentre
nell’atelier di New York dipingo. Fondamen­
talmente, il mio lavoro di pittore o scultore
­rimane un aspetto molto personale anche
se trova un’espressione nella mia architettu­
ra. In uno dei miei primi progetti, un centro
servizi nella Germania del Nord abbiamo
concepito le diverse facciate come dei qua­
dri con particolari portali che rappresentava­
no una scultura meccanica. E anche nelle
opere architettoniche successive ho sempre
cercato di inserire la mia attività di scultore.
Detail: Come mai dopo gli studi in architettura
avete intrapreso gli studi di ingegneria civile?
Calatrava: Per dir la verità, all’età di 23
­anni non volevo piombare nella dura realtà
lavorativa e per questo ho ricominciato a
studiare. Con un collega vinsi il concorso
per la stazione ferroviaria di Stadelhofen
­acquisendo lavoro per sette anni.
Detail: In altri termini, le sue architetture
­sono sculture costruite?
Calatrava: Dal passato si impara che l’archi­
tettura può servirsi di ogni arte. Una facciata
gotica fondamentalmente ha la funzione di
portare l’apparato scultoreo; nella Cappella
Sistina l’intera architettura è disposta ad
­accogliere il ciclo pittorico. Mi pare di poter
utilizzare le espressioni plastiche delle mie
sculture per un vocabolario architettonico.
All’inizio era segnato da formalismo, succes­
sivamente ho sperimentato che è diventato
un trend interpretare l’architettura come
una scultura. Non ho inventato nulla di
­nuovo, ma suppongo che Alexander Calder,
­Jean Dubuffet o Henry Moore debbano
aver avuto un enorme desiderio di forme
­architettoniche. Questo significa anche,
che l’architettura può essere misurata con
la scala della scultura e che io potrei
­utilizzare il linguaggio di una certa scultura
anche ­come ingegnere: Alexander Calder
Detail: Oggi si trova a capo di diversi studi di
architettura, ma lo studio principale è Zurigo?
Calatrava: Gli uffici di New York e di Zurigo
hanno approssimativamente la stessa
­dimensione. Poi ne ho uno a Valencia che
attualmente è intensamente coinvolto dalla
crisi spagnola. Siamo in totale 60 persone
tra ingegneri e architetti.
Detail: Riuscite sempre a dare prestazioni
­architettoniche e strutturali insieme?
Calatrava: Di norma, calcoliamo anche le
strutture e ci occupiamo di architettura del
paesaggio, costruiamo modelli e, almeno
nella progettazione preliminare, abbozziamo
un’idea degli impianti tecnologici.
Detail: Siete rimasto fedele al linguaggio
­architettonico dell’inizio, senza grandi
­mutamenti come avviene per molti?
Calatrava: Ho sempre cercato di parlare la
mia lingua e penso che questo sia un diritto
anche se ad alcuni piace interpretarlo come
una forma di arroganza. Approfitto anche
di insegnanti ma la mia scuola è pur sempre
la mia: ho studiato Michelangelo e anche
Borromini. Da studente ho visitato le città
classiche ma alla fine ho capito che come
architetto è importante trovare il proprio
­predicato. Questo non significa che ognuno
debba essere completamente autonomo.
Fondamentalmente avevo un’unica ambizio­
ne: trasmettere nelle mie architetture le
­sensazioni più intime.
Detail: La rende libero il fatto di essere
­contemporaneamente ingegnere, artista
e ­architetto?
Calatrava: La scelta di muovermi in diversi
campi forse è espressione della curiosità
e della ricerca di aree limite. L’ho sempre
considerata una fonte di curiosità.
Detail: Un edificio segue regole molto
­diverse da una scultura
Calatrava: La peculiarità fondamentale
dell’architettura è la funzionalità. L’architettu­
ra deve adeguarsi alle funzioni. Se l’archi­
tettura è funzionale si crea con gli uomini e
con il progettista una relazione amorosa.
Detail: Spesso le vostre architetture prendono
le distanze dall’intorno …
Calatrava: Ho progettato alcuni edifici che si
astraevano dal contesto nella maggior parte
dei casi per la bruttezza contestuale, come
© Palladium, Köln
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“Alla fine cerco sempre la chiarezza”
Intervista con Santiago Calatrava
­sull’architettura, le strutture e l’arte.
2
Traduzioni in italiano
ad esempio la stazione di Lisbona che ­sorge
sul terreno avvelenato di una ex-raffineria di
olii. O a Valencia, nell’area portuale, dove il
terreno presentava un contenuto di pirite e
nitrati. Tutto il terreno era come morto; era
indispensabile risanarlo prima che potessi­
mo iniziare con la costruzione di un nuovo
quartiere urbano. Ho anche costruito in am­
bienti di grande impatto paesaggistico come
nella provincia spagnola di Rioja. Nei pressi
della località di Laguardia ero stato incarica­
to della costruzione di una cantina per vini.
L’edificio aveva delle dimensioni relativa­
mente importanti e si inseriva in un paesag­
gio meraviglioso con colline sotto una parete
di roccia. Si trattava di un edificio industriale
di semplice funzionamento. Mi sono visto
confrontare con la sfida dell’integrazione
­architettonica nel paesaggio: per questo ho
utilizzato i toni del legno e l’alluminio grigio
traendo ispirazione dal paesaggio di falesie.
Anche con la scelta della copertura, sentita
da me come una scultura, mi relazionavo
con l’intorno. Oggi, chi parla di strutture
­consapevoli o di sostenibilità non deve pen­
sare solo al “Carbon Footprint” o all’efficien­
za energetica ma anche ad una relazione
­rispettosa con la visione paesaggistica.
Detail: L’edificio nella spagnola Rioja si
­distingue tra tutti gli edifici da lei costruiti
­anche perché non è bianco come gli altri.
Il colore bianco è un segno che contrad­
distingue l’architettura di Calatrava.
Calatrava: La mia prima architettura, la
­Halle in Germania non era bianca come
non lo era la stazione ferroviaria a Stadel­
hofen che era grigia o antracite. Ho utilizzato
anche ­superfici in rame patinato verde.
Detail: Utilizza linguaggi formali simili per i più
differenti progetti: edifici per il traffico come
aeroporti, stazioni, ponti, e poi a Valencia
­anche una grande Opera e un museo.
Calatrava: In realtà tutti gli edifici che ha ci­
tato sono formalmente molto diversi fra loro.
Dal punto di vista cromatico, a Valencia ogni
edificio pur essendo parte di un complesso,
vorrebbe uniformarsi. Sotto l’aspetto formale,
gli edifici si differenziano ma ciò che li acco­
muna è il fatto che ho usato gli stessi mate­
riali cioè acciaio, calcestruzzo e poco vetro
a causa delle condizioni climatiche. Un altro
elemento di comunanza è la ceramica an­
che se per motivi di costo abbiamo ripiegato
su rifiuti ceramici. Nonostante, infatti, il bud­
get fosse veramente limitato, l’edificio dove­
va essere rappresentativo, carattere che
­abbiamo ricreato tra le altre cose con il color
bianco. Uno dei miei primi ponti era bianco,
e allora era abbastanza raro vederne.
Detail: Ai nostri occhi, la sua forza sta in
­costruzioni per il trasporto non convenzionali.
Utilizza le stesse procedure anche quando
concepisce un museo o un teatro lirico?
Calatrava: Amo la musica e trovo sia mera­
viglioso costruire per lei. L’occasione mi
si porse non solo a Valencia ma anche a
2010 ¥ 6   ∂
­ eneriffa dove il centro concerti con ampia
T
sala per 1558 persone e una piccola sala
per musica da camera per 428 persone è
costata 72 milioni di Euro; ma si può costrui­
re anche con budget limitati come quando
ebbi l’opportunità di realizzare un auditorio
a Berlino.
Nel progetto Milwaukee Art Museum ricevetti
l’incarico di progettare un’architettura che
stimolasse il senso d’identità; oltretutto, il
committente aveva radunato un numero
­sufficiente di sponsor. Di base non vedo
perché una stazione debba essere comple­
tamente diversa da un museo o perché un
ponte in una città non debba avere una
­certa personalità. Prenda Parigi, se toglie i
ponti sarebbe un’altra città. Con questo
­voglio ­dire che tutti gli edifici hanno un loro
significato. Quando ho iniziato a lavorare, i
ponti erano costruzioni puramente funzionali.
­Tutto era prefabbricato per il fatto che a
­seguito della seconda guerra mondiale alcu­
ni erano stati danneggiati e dovevano esse­
re ricostruiti rapidamente. Di conseguenza,
negli anni 50, i ponti migliori erano quelli più
economici.
Detail: La maggior parte degli edifici da lei
­progettati sono facilmente riconoscibili come
“di Calatrava”. E’ un’architettura simbolo?
Calatrava: No, si tratta di una disposizione
personale.
Detail: Ma alcuni committenti, sicuramente
pensano “voglio un Calatrava”. Ha citato pri­
ma il Museo a Milwaukee dove i committenti
volevano qualcosa di molto particolare.
Calatrava: Succede a molti architetti, non
solo a me.
Detail: Le vostre architetture sono molto
­popolari, talvolta sono addirittura delle
­attrazioni turistiche. Per lei prevale il giudizio
del mondo professionale o la soddisfazione
dell’utente?
Calatrava: Rispetto molto la critica architet­
tonica e sono in costante dialogo con alcuni
critici. Quando, però, ci si siede davanti ad
un foglio di carta si è completamente soli.
Il critico è lontano. E io sono sicuro che
quando Matisse o Picasso dipingevano
non pensavano alla critica.
Detail: Quanti schizzi fa per ogni progetto?
Calatrava: E’ variabile, ma credo che
in 28 anni abbiamo catalogato circa
100.000 schizzi.
Detail: Disegna molto a mano … ma che
­ruolo assume il computer nel suo lavoro?
Calatrava: Per poter utilizzare il computer
­relativamente presto in Europa, me lo sono
portato dal Canada. Posso progettare
­anche senza computer, ma come interfaccia
con l’industria o come mezzo di presenta­
zione il computer rimane insuperabile.
Detail: Anche se le nuove opportunità che il
computer offre non hanno avuto un ruolo
­ reponderante sul suo progetto, è arrivato
p
­almeno ad influenzare la sua architettura?
Calatrava: Realizzo edifici che non potreb­
bero essere costruiti senza computer.
Ad esempio, il ponte a Gerusalemme senza
computer era impensabile, soprattutto per
i calcoli. Non ho nulla contro il computer
ma là dove viene a definirsi una forma non
v­oglio utilizzare altro che la mia mano. Non
rinuncio a questa relazione con l’oggetto.
Detail: Si potrebbe pensare ad un edificio
­come la stazione di Liegi che fino a dieci anni
fa non sarebbe stata possibile da edificare.
Ha iniziato nel 1996 con il progetto e proba­
bilmente avete realizzato l’opera senza i pro­
grammi di disegno più recenti. Sarebbe stato
possibile riprodurre la forma senza tecnologia
digitale?
Calatrava: Sicuramente, anche se l’analisi di
calcolo dell’edificio senza computer sarebbe
stata molto difficile da realizzare in quanto
concerne la dinamica e la statica. Le travi
sono estremamente sottili ma sicuramente le
si sarebbe potute disegnare anche a mano.
Detail: Quale è il motivo per aver disposto la
luce degli archi della struttura nel senso con­
trario rispetto a quanto si fa normalmente?
Calatrava: Per il processo costruttivo seguito
era più economico avere degli archi a
­sviluppo longitudinale. La copertura poteva
scivolare trasversalmente sopra i binari.
Un secondo motivo stava nel fatto che Liegi
è uno dei più importanti snodi ferroviari
­d’Europa. Per questo si richiedeva che fosse
costruita una stazione ampia e peculiare
nell’aspetto. Oltre a riprendere la forma
­della collina vicina nel profilo della coper­
tura, volevamo garantire una certa traspa­
renza tra città e stazione, trasparenza che
non sarebbe stata possibile con una
­disposizione trasversale della struttura di
­copertura. Il mio scopo era poi che i treni
lunghi da 220 a 240 metri, stessero in tutta
la loro lunghezza nella stazione.
Detail: Oltre agli obbiettivi formali e urbanistici
ha influito anche la logistica della struttura
­delle travi sulla forma definitiva della stazione?
Calatrava: Data la luce di 160 metri, l’impian­
to delle travi si è rilevato una struttura di ele­
vata complessità. Il rapporto spessore e lu­
ce della struttura è maggiore di uno a cento.
Inoltre, la struttura non è stata controventata.
Detail: Utilizzando le controventature avrebbe
ottenuto una struttura più economica?
Calatrava: La costruzione è assimilabile ad
una struttura portante piana, sebbene non lo
sia. Con la controventatura avremmo avuto
problemi di dilatazione, invece la struttura è
stata realizzata in modo semplice e funzio­
nale. Le giunzioni sono state fatte tramite viti
ad alta resistenza e non tramite saldature.
Detail: I particolari costruttivi hanno avuto
un ruolo rilevante?
Calatrava: Alcuni particolari sono stati
∂   2010 ¥ 6
Detail: L’intera compressione dell’arco in
­corrispondenza agli appoggi viene riassorbita
oppure sono stati inseriti elementi tiranti di
connessione con i terminali dell’arco?
Calatrava: In minima percentuale le forze
vengono compensate da contromensole in
aggetto. Si verificano forze opposte in corri­
spondenza degli appoggi piramidali, ma
la componente orizzontale dell’arco princi­
pale è molto più grande. Viene eguagliata
nella galleria tramite una struttura in acciaio
e ­ridistribuita sui diversi appoggi ma gli
­elementi in calcestruzzo tra i terminali
dell’arco sono pretensionati.
Detail: Il concetto generale della stazione
non include solo la hall e la struttura portante.
Un ulteriore aspetto può essere stato
­l’approvvigionamento di luce naturale
­soprattutto nelle gallerie di negozi sotto i
­binari ­della stazione.
Calatrava: Oltre all’ingresso di luce naturale
che logicamente era un fatto molto impor­
tante, c’era anche un altro aspetto: l’elevata
velocità del traffico ferroviario trasforma il
viaggio da Liegi sino a Bruxelles centro in
una tratta urbana. L’obbiettivo era realizzare
una stazione che fosse molto “aperta” cosa
che portò all’idea di una stazione senza fac­
ciata. La galleria doveva essere piacevole e
svolgere anche la funzione di sala attesa.
Detail: A quanti progetti state lavorando al
­momento?
Calatrava: Attualmente sto lavorando al pro­
getto di Taiwan e più precisamente a tre edifi­
ci universitari e ad una sala concerti. Per il
museo a Rio de Janeiro, sono ancora in una
fase preliminare. A tappe lo studio è anche
impegnato nella progettazione dell’aeroporto
di Denver. Ground Zero a New York costitui­
sce un progetto di enorme dimensione e
di grande complessità. L’impianto è intera­
mente ipogeo con una luce costruttiva di
70 metri. Anche in Ground Zero troviamo
un sistema portante lineare molto efficace.
Chiarezza e trasparenza implementano poi la
sicurezza sia perchè la gente riesce a ­trovare
velocemente la strada sia perché il numero
delle telecamere necessarie è inferiore.
3
Detail: Come viene trasferito al team di lavoro
un processo progettuale iniziato con un suo
disegno?
Calatrava: Poco prima che siete arrivati,
­abbiamo analizzato alcuni schizzi che ho
fatto durante il week end e ho tenuto una
­minivideoconferenza con New York per un
piccolo progetto a Taiwan. Come sistema di
comunicazione utilizziamo tutte le correzioni
apportate alle planimetrie e sugli schizzi.
Detail: Riesce a seguire ogni progetto sino
in dettaglio?
Calatrava: Sono l’autore di tutti i miei progetti
e se posso scendo sino in dettagli. Sono na­
turalmente circondato da ottimi collaboratori.
Detail: In quale fase di progetto si sente
­particolarmente bene?
Calatrava: Naturalmente la fase dello
­schizzo di progetto è quella più bella, anche
se i progetti che affrontiamo sono general­
mente complessi. La durata dei progetti
­richiede molta pazienza: Liegi ha richiesto
13 anni, sul Ground Zero siamo impegnati
già da otto anni e ho appena ricevuto la
­notizia che ci sono sempre discrepanze tra
i committenti. La realizzazione diventa un
processo noioso, mentre la fase di schizzo
è sempre piacevole.
Detail: In ultimo, ci potrebbe dire quale tra
i progetti realizzati è il suo preferito?
Calatrava: Mi piace Liegi. E’ un progetto
semplice, soprattutto se pensiamo alle
­grandi stazioni del passato che con i suc­
cessivi ampliamenti sono divenute sempre
più complesse. Se oggi potessi cominciare
nuovamente con il progetto, è probabile
che non arriverei al medesimo risultato.
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Padiglione a Zurigo
Dalla sua fondazione, avvenuta circa 20 an­
ni fa, la casa della cultura Dinamo offre l’op­
portunità ai giovani di occuparsi di creatività
formale nei più svariati modi. Tra il quartiere
di Limmat-Ufer e un complesso di edifici con
vincolo di tutela che accolgono spazi diffe­
renti della casa della cultura, si distingue un
altro luogo della creatività: il nuovo laborato­
rio dei metalli. Il padiglione emerge simile ad
un fungo creando uno spazio sulla piazza
un tempo eterogenea. La copertura in forte
aggetto sfrutta l’intera superficie edificabile
fungendo da area di lavoro all’aperto ma
­coperta, priva di pilastri e utilizzabile l’anno
intero. La struttura e il rivestimento del labo­
ratorio rispecchiano le funzioni: uno schele­
tro in acciaio come struttura portante di
­copertura sovrasta un box ufficio coibentato
e il ripostiglio. La pelle esterna–facciata,
estradosso di copertura e bordo è costituita
da una lamiera in acciaio traforata che con­
ferisce all’edificio un aspetto omogeneo.
La perforazione profonda soddisfa l’aspetto
estetico e quello di una sufficiente stabilità
© Dominique Marc Wehrli, CH–Regensdorf
­ eterminanti; ad esempio, l’articolazione
d
­piramidale in corrispondenza del punto di
spicco dell’arco, presenta un elemento in fu­
sione e un bullone a vista in acciaio cromato
che evidenzia che si tratta di uno snodo.
In corrispondenza dell’attraversamento
dell’arco nelle travi longitudinali che portano
le due gallerie, si trova una struttura in ac­
ciaio alquanto complessa. Abbiamo cercato
di minimizzare alcuni particolari costruttivi.
Con luci così ampie e budget limitato abbia­
mo dovuto trovare dei compromessi. Alcuni
dettagli sono stati definiti in loco. Con le
­tolleranze dei profili di alluminio per le vetra­
te abbiamo avuto diverse difficoltà: gli ambiti
di tolleranza delle strutture vetro-alluminio e
le strutture in acciaio con luci ampie si diffe­
renziano di molto.
Traduzioni in italiano
nei confronti di un’azione meccanica. In
­relazione alla luce e all’angolo visivo dell’os­
servatore, l’edificio sembra trasparente o
neutro o consente la visione notturna degli
interni illuminati.
Planimetria generale scala 1:1000
Pianta • sezione scala 1:200
1 Laboratorio metalli
2 WC/Guardaroba
3 Laboratorio gioielli
4 Ristorante
5 Area di lavoro coperta
6 Ufficio
7 Deposito
Sezioni scala 1:20
1 Lamiera d’acciaio calibrata zincata a fuoco 2 mm
struttura non a vista in profili di acciaio
fissaggio a vite | 60/60 mm o ¡ 60/40 mm
2 Pilastro in profilo in acciaio
HEB 120 mm
3 Pannelli di particelle
con legante cementizio 18 mm
isolante termico in cellulosa 160 mm
barriera al vapore
pannello in OSB 15 mm
4 Serramento in legno
con vetro a doppia camera
5 Profilo piatto 100/20/5 mm
6 Trave perimetrale HEA 140
7 Trave IPE 300 mm conica
8 Copertura a doppia aggraffatura
in lamiera di titanio e rame zincata 7 mm
materassino fonoassorbente
lamiera grecata 41 mm
9 Trave IPE secondaria 100 mm
10 Vetrata lucernario
in stratificato doppio + float 8 mm
11 Trave continua IPE 450 mm
12 Guaina impermeabilizzante
come protezione di sicurezza
elemento di copertura:
pannello in particelle 27 mm
isolante termico in cellulosa 220 mm
pannello in OSB 12 mm
13 Profilo in acciaio ad U 200 mm
14 Elementi portanti in legno:
pannelli di particelle
con legante cementizio 18 mm
isolante termico in cellulosa 160 mm
barriera al vapore, pannello in OSB 15 mm
15 Pannello OSB levigato, trattato a olio 18 mm
pannello in fibra morbida 12 mm
isolante termico in schiuma rigida 140 mm
barriera all’umidità, platea in c.a. 250 mm
strato di magrone 100 mm
16 deposito di profilati
Pagina 584
Villa a Chardonne
La casa di Chardonne non ha i piedi in terra
ma fluttua sopra una riva che degrada verso
il lago di Ginevra. Solo una minima parte
della struttura purista in acciaio e vetro pog­
gia su un muro portante; il resto del volume
Traduzioni in italiano
2010 ¥ 6   ∂
aggetta supportato da due puntelli diagona­
li. Anche la scala d’ingresso non ha contatti
con il pavimento, ma viene ribaltata solo in
caso di necessità. L’insolito progetto non so­
lo rispetta le richieste da parte della commit­
tenza: solo una piccola parte della superficie
del terreno doveva essere costruita e l’altez­
za dell’edificio era limitata alla quota della
strada soprastante. Dopo che i committenti,
i genitori di uno degli architetti, avevano re­
spinto il primo progetto che prevedeva un
volume introverso che si inseriva nella china
del terreno, gli architetti rivolsero le proprie
attenzioni verso l’idea opposta progettando
un edificio vetrato, estremamente aperto con
un panorama a 360° con area esterna ripa­
rata. All’interno coerentemente con gli ester­
ni si ritrova una semplicità radicale: gli spazi
si dispongono seguendo il reticolo della
struttura portante in profili a sezione rettan­
golare e cavi di acciaio. Nella parete doppia
centrale le porte scorrevoli integrate consen­
tono di passare di stanza in stanza in modo
tale da rendere superfluo un convenzionale
corridoio di distribuzione. Insolita è anche
la disposizione dei bagni separati da pareti
vetrate dagli spazi giorno e notte.
9
10
11
12
13
14
aule di insegnamento sino alla vastità
­della palestra alta 7 metri.
annello in fibra di gesso 20 mm
p
lamiera in alluminio
Lamiera traforata
in alluminio anodizzato
Ante di aerazione
in pannelli sandwich di alluminio 24 mm
Tubolare in acciaio ¡ 120/40/3 mm
Porta scorrevole con vetrata isolante
in stratificato di sicurezza 13 mm +
intercapedine 14 mm + vetro di sicurezza 8 mm
Montante in tubolare in acciaio | 300/300/16 mm
Porta scorrevole in pannello di particelle
verniciato all’interno
rivestito in alluminio all’esterno
Planimetria generale scala 1:4000
Piante • Sezioni scala 1:750
1 Ingresso
2 Caffetteria
3 Cucina
4 Area lavoro
5 Aula didattica
6 Area ricreazione
7 Aula magna
8 Aula insegnanti
9 Biblioteca
10 Palestra
Pagina 588
Scuola a Zurigo
Sezione facciata scala 1:50
1 Copertura:
Impermeabilizzazione a
doppio strato
pannello di coibentazione in
lana minerale 50-240 mm
barriera al vapore
su lamiera di acciaio 1 mm
lamiera grecata 153/1 mm, isolata
tubolare in acciaio ¡ 140/140/6,3 mm
isolato verso la facciata con PS espanso 60 mm
2 Tubolare in acciaio ¡ 200/100/6,3 mm
3 Corrente superiore ed inferiore:
tubolare in acciaio | 300/300 mm
spessore pareti in base alla posizione e
ai requisiti statici richiesti
4 Diagonali: tubolare in acciaio
sezione in base alla pos. e ai req. statici richiesti
5 Profilo in acciaio HEB 160 mm
6 Profilo in acciaio 100 mm saldato
7 Profilo in acciaio ad U 300 mm
Un edificio per 400 studenti, un cubo di
­vetro con una struttura fortemente caratteriz­
zante in acciaio e un’organizzazione spazia­
le non usuale. Spazi per le lezioni, aula
magna e palestra sono disposte una sull’al­
tra per minimizzare le superfici costruite a
vantaggio di un ampio parco per la scuola.
Le alte travi reticolari che corrono lungo tutte
le facciate sono disposte in due ordini che
fanno leggere il motivo a zig-zag: la reticola­
re inferiore alta tre livelli, sostiene i piani con
le aule d’insegnamento, mentre la reticolare
superiore supporta la palestra che corona
l’intero edificio scolastico. Nonostante la
­dimensione del volume, il corpo di fabbrica
sembra fluttuare dato che le facciate del
piano terra sono senza pilastri. Come ele­
mento portante si collocano al piano terra
sei pilastri a tre supporti in acciaio su cui
poggia l’intero edificio. La complessa
­struttura non è propriamente riconoscibile
dall’esterno: è composta di un sistema di
travi reticolari in parte sovrapposte in parte
sospese. Il quarto piano ha un ruolo fonda­
mentale nella statica dell’edificio: le reticolari
ad altezza di piano sono disposte all’interno
e trasmettono i carichi della palestra attra­
verso le travi reticolari mediane del tratto
delle aule per l’insegnamento ai bracci del
piano terra. In più dalle travi dipendono
­anche le reticolari esterne. Il solaio nervato
in c.a. che irrigidisce la struttura portante in
acciaio consente spazi ampi e privi di pila­
stri connessi visivamente tra loro tramite le
pareti in vetro traslucido profilato. Una parti­
colare soluzione è anche la disposizione
delle aule d’insegnamento distribuite su en­
trambi i lati del corpo scala. L’intero edificio
è caratterizzato dalla fluidità dei percorsi e
dalla drammatica successione di spazi dal
piano terra schiacciato in altezza all’ala delle
Planimetria generale scala 1:3000
Sezioni • piante scala 1:250
1 Scala d’ingresso ribaltabile
2 WC
3 Camera da letto
4 Ingresso
5 Bagno
6 Sala da pranzo/cucina
7 Soggiorno
8 Impianti
9 Studio
© Walter Mair, Zürich
Sezione orizzontale · sezione verticale scala 1:20
1 Copertura:
Trave in tubolare d’acciaio | 300/300/16 mm
con interposto: velo d’acqua
impermeabilizzazione a doppio strato
pannello di particelle 20 mm
lamiera grecata 120 mm
termoisolante in lana minerale 65 + 65 mm
pannello di gesso
2 Trave in tubolare d’acciaio | 300/300/16 mm
3 Protezione solare tessile
4 Tubolare in acciaio ¡ 160/80/5 mm
5 Vetrazione isolante in stratificato di sicurezza
17 mm + intercapedine 16 mm
+ vetro di sicurezza 10 mm
6 Rivestimento in lamiera traforata
di alluminio anodizzato
7 Lamiera di alluminio
8 Pavimento:
rivestimento in resina epossidica
c.a. 100 – 300 mm
lamiera grecata usata
come cassaforma a perdere
termoisolante in lana minerale 40 + 160 mm
Sezioni scala 1:20
1 Pavimentazione
in lastre di pietra artificiale 30 – 50 mm
struttura del pavimento galleggiante
sigillatura in stucco liquido
c.a. 220 – 430 mm
2 Pannello isolante in lana minerale 80 mm
3 Profilo in acciaio HEB 160 mm
4 Massetto cementizio 100 mm, levigato
materassino fonoassorbente 50 mm
c.a. 280 – 480 mm
5 Profilo in acciaio ad U 300 mm
con pioli connettori
6 Vetrazione a doppia camera
7 Rivestimento acustico
su pannello minerale 48 mm di supporto
8 Bocchette di aerazione
9 Sprinkler
10 Altoparlante
Pagina 593
Struttura di protezione e museo per
il ­sito archeologico della villa romana
di ­Pedrosa de la Vega
© Dario Pfamatter/Christian Kerez, Zürich
4
La villa romana scoperta 300 km a nord di
Madrid nei pressi di Pedrosa della Vega si
annovera tra case d’abitazione romane in
Spagna meglio conservate nei secoli. Intorno
allo scavo urbano di 4500 mq con preziosi
mosaici del IV secolo d.C. doveva essere
­realizzata una copertura di protezione, un
piccolo museo e attrezzature per i visitatori.
Gli architetti hanno progettato un edificio ca­
ratterizzato da pochi materiali come la lamie­
ra in Corten ossidato e da strutture portanti
semplici che ben si armonizza nel paesaggio
bucolico circostante. Partendo dalla presen­
za di due porzioni di edificio romano di diver­
se epoche, il progetto si imposta sulla pre­
senza di due hall attraversate da passerelle
Traduzioni in italiano
© Roland Halbe, Stuttgart
∂   2010 ¥ 6
in acciaio. Per motivi di conservazione ma
anche per focalizzare la propria attenzione
sullo scavo, la luce naturale penetra attraver­
so un lucernario continuo dalle lastre trasluci­
de in policarbonato. La struttura portante
di copertura in rombi d’acciaio prefabbricati
trasmette la sensazione della leggerezza di
una rete ed è costata relativamente poco.
Planimetria generale scala 1:5000
Pianta • Sezioni scala 1:750
1 Ingresso
2 Cassa
3 Negozio del museo
4 Caffetteria
5 Sala convegni
6 Museo
7 Seminari
Sezione verticale · Sezione orizzontale scala 1:20
1 Profili a clip in alluminio 46/550 mm
strato isolante 60 mm
lamiera profilata laccato
2 Tubolare in acciaio ¡ 200/80/8 mm
saldato, laccato
3 Connessione angolare in piatti d’acciaio
saldata, laccata
4 Profilo HEB 200 laccato
5 Trave in acciaio Å 845/50 mm saldata e laccata
6 Tendaggio in maglia di acciaio inossidabile
7 M
ontante in profilo doppio di acciaio
IPE 500 laccato
8 Vetro di sicurezza 15 mm
fissaggio in barre d’acciaio 15 mm laccate
9 Tavole in legno Ipe 22 mm,
pannello OSB 22 mm
profilo L in acciaio 40/40/5 mm
tubolare in acciaio ¡ 70/40/5 mm
10 Strato vegetativo 150 mm
vasca in acciaio preossidato 6 mm
tubolare in acciaio ¡ 70/40/5 mm
11 Profilo in acciaio HEB 160 laccato
12 Sistema di illuminazione lineare
13 Elemento scorrevole di aerazione
14 Elemento di facciata in acciaio preossidato,
traforato 2 mm
15 Pilastro in tubolare di acciaio | 80/80/4 mm
16 Tubolare in acciaio Ø 45/4 mm
17 Tubolare in acciaio ¡ 200/80/4 mm
saldato, laccato
18 Pannello in policarbonato 16/600 mm
19 C.a. colorato in pasta bianco 300 mm
Pagina 598
Edificio amministrativo a Linz
Il nuovo progetto per il centro direzionale e
finanziario del gruppo industriale dell’acciaio
voestalpine è parte integrante della ristruttu­
razione dell’area ad accesso pubblico
dell’acciaieria, che riunisce la sede centrale
del gruppo industriale, un centro visitatori
­oltre ad una piazza sotto la quale si trova un
parcheggio sotterraneo. Il corpo di fabbrica
ad arco lungo 220 metri si rastrema agget­
tando per 34 metri con una punta in vetro,
diventando una spettacolare pensilina per
l’ingresso. Contemporaneamente l’edificio
rappresenta anche i requisiti strutturali e
­formali del materiale acciaio. La stecca di­
stribuita su cinque piani è una struttura in
acciaio realizzata in piastre solaio precom­
presse. L’estremità in aggetto presenta due
travi reticolari che portano il carico del nu­
cleo di connessione e i pilastri cruciformi in
acciaio. In contrasto, la facciata mostra
tutt’altro aspetto del materiale: pannelli in la­
miera stirata posati all’intradosso della pen­
silina; gli elementi di protezione solare giallo
oro scorrevoli, contribuiscono a conferire
all’involucro di facciata un aspetto quasi
­tessile. La zona centrale con atrio vetrato,
le sale conferenza, gli spazi coffe-break e
i nuclei connettivi sono sovrastati da travi
in acciaio alte 70 cm. La struttura in acciaio
­rimane a vista. I pezzi sono stati sabbiati in
officina e le parti principali sono state verni­
ciate dopo l’assemblaggio. L’intero edifico
è dotato di impianto sprinkler. Sulla parte in
aggetto protetta da un vetro, la terrazza sulla
copertura regala un vasto panorama sui
­gasometri dell’acciaieria.
Sezione • Piante scala 1:2000
1 Ingresso
2 Atrio
3 Ufficio
4 Coffe-break
5 Archivio
6 Sala riunione
7 Ingresso al parcheggio sotterraneo
8 Terrazza
Planimetria generale scala 1:5000
9 Nuova costruzione
sede commerciale e finanziaria
10 Piazza
11 Edificio a torre del quartier generale (esistente)
12 Copertura verde del parcheggio
13 Centro visitatori “Mondo dell’acciaio”
1 P
rofilo in acciaio con rivestimento antincendio
T 265/140/15/20 – 170/70/15/20 mm
2 Tubolare in acciaio Ø 42,3/3,2 mm
∂
Service
∂ Abbonamento
Dodici riviste all’anno.
NUOVO: ora con due edizioni speciali DETAIL Green
Uno sguardo sui vantaggi del tuo abbonamento:
‡ traduzione dei testi più importanti e degli articoli inediti in italiano ottenibile tramite download
‡ notevole risparmio rispetto all’acquisto di singoli numeri
‡ un buono di € 20,– valido un anno per il download di articoli e informazioni da DETAIL Online-Services
‡ riceverai le riviste direttamente a casa tua
‡ non perderai più nessun numero
Temi delle riviste del 2010
1/2 Calcestruzzo
3 Conzept: Minicase
4
Luce + Interni
5 Componenti e sistemi analogici/digitali
+ DETAIL Green
6 Acciaio
7/8
9
10
11
12
Facciate
Conzept: Ricerca e formazione
Legno
Strutture leggere + DETAIL Green
Tema particolare
(Sono possibili eventuali modifiche.)
Institut für internationale Architektur-Dokumentation GmbH & Co. KG • Hackerbruecke 6 • 80335 Muenchen • Germania • Tel.: +49 89 38 16 20-0 • E-Mail: [email protected]
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5
Traduzioni in italiano
2010 ¥ 6   ∂
3 T
rave in profilo d’acciaio
Å 700/320/20/30 mm
4 Trave in profili di acciaio traforata
Å 700/300/20/35 mm
5 Trave in profili d’acciaio
Å 600/320/15/30 mm
6 Lamiera in acciaio zincato 2 mm
7 Sospensione in piatto d’acciaio
doppio 60/15 mm
8 Piatto in acciaio 220/20 mm
9 Piatto in acciaio 140/20 mm
10 Vetrata in temperato di sicurezza 10 + 10 + 10 mm
11 Fissaggio in piatto d’acciaio zincato 80/8 mm
12 Lamiera stirata zincata
verniciata a polvere 16/8/1,5/1 mm
13 Canale di raccolta in acciaio 2 mm
14 Pavimento terrazza:
legno di larice piallato 25 mm
magatelli 50/110 mm
strato termoisolante XPS con
canali di drenaggio 100 mm
impermeabilizzazione in guaina bituminosa
a doppio strato
strato termoisolante EPS 20/80 mm
in pendenza,
barriera al vapore, solaio in c.a. 260 mm
15 Parapetto in stratificato di sicurezza 10 + 10 mm
16 Grigliato in acciaio zincato a fuoco 40 mm
17 Travi in profili di acciaio Å 150/70/8/8 –
75/70/8/8 mm
18 Diagonale in tubolare di acciaio Ø 298,5/32 mm
Struttura di acciaio dell’aggetto
Particolari costruttivi scala 1:5
Sezione scala 1:20
Assonometria
Sezione verticale scala 1:20
1 Strato vegetativo 100 – 220 mm
strato filtrante
strato di raccolta dell’acqua in polietilene 20 mm
materassino granulare in gomma 10 mm
impermeabilizzazione
in guaina bituminosa a doppio strato
isolante termico in EPS 100 – 220 pendenza 2%
barriera al vapore, primer, solaio in c.a. 300 mm
2 Trave in aggetto di profili in acciaio rivestiti
Å 700 –190/300 –197/30 mm
3 Trave in aggetto di profili in acciaio rivestiti
Å 700 –190/354 –197/30 mm
4 Elemento scorrevole
in lamiera stirata 25/13,5/5/1,52 mm
zincato rivestito, su struttura non a vista
in piatti d’acciaio zincati e rivestiti 27– 60/10 mm
5 Elemento orientabile e scorrevole
in pannello sandwich 107 mm
strato protettivo in lamiera di alluminio
verniciata a polvere 3 mm
6 Protezione anticaduta
in piatti d’acciaio zincato verniciato 40/5 mm
7 Vetrazione fissa: float 8 + intercapedine 20
+ stratificato di sicurezza 11 mm
in telaio d’alluminio
8 Parquet incollato in frassino
pavimento galleggiante,
dimensione delle lastre 600/600/30 mm
solaio in c.a. 300 mm
9 Rivestimento in lamiera stirata
16/8/1,5/1 mm
10 Pilastro in tubolare di acciaio
Ø 244,5/20 mm
11 P
ilastro in tubolare di acciaio
Ø 323,9/50 mm
12 Parete divisoria ufficio
in stratificato di sicurezza 10 mm
13 Trave in profili d’acciaio ad
Å 700/300/30 mm
14 Trave in profili d’acciaio ad
Å 700/345/30 mm
15 Lucernario atrio in stratificato di sicurezza 8 +
intercapedine 16 + temperato 8 + 8 mm
© terrain /Hubertus Hamm
© Josef Pausch, Linz
6
Sezione orizzontale scala 1:10
1
2
3
4
lemento orientabile e scorrevole in pannello
E
­sandwich 107 mm, strato di protezione in
­lamiera di alluminio verniciato a polvere 3 mm
Elemento scorrevole in lamiera stirata
25/13,5/5/1,52 mm zincato rivestito su struttura
non a vista in piatti d’acciaio zincati e verniciati
27-60/10 mm
Montanti di facciata in profili di alluminio
Vetrazione fissa: float 8 + intercapedine 20 +
­stratificato di sicurezza 11 mm in telaio d’alluminio
Pagina 605
Trampolino per il salto con gli sci a
­Garmisch-Partenkirchen
A causa dell’evoluzione delle tecniche di
salto, il profilo della rampa olimpionica non
rispondeva più ai requisiti della FIS. Il
­progetto della nuova rampa originato dalla
dinamica di salto, non solo si inserisce come
un segno caratterizzante nel paesaggio,
ma disegna anche la topografia della catena
montuosa inserendosi come una sorta di
segmento costruito nel panorama. Nessuna
linea verticale avrebbe dovuto disturbare al
di sotto della testa della rampa la forma in
lungo aggetto dell’impianto. La rampa per il
salto – un ponte di ferro che prolunga verso
l’alto la curva della rampa di discesa – colle­
ga ulteriormente la rampa con il pendio.
Al di sotto dell’impianto si collocano gli spazi
per gli atleti e accessori. Dato che gli spazi
di servizio si dispongono a livello del piano
terra, l’impianto della rampa ha potuto esse­
re dimensionato con una sezione relativa­
mente snella e sottile. Un ascensore diago­
nale segue l’andamento della “scala verso
il cielo” assicurando una rapida risalita sino
alla testata della rampa. La struttura portante
dell’impianto è composta da una trave reti­
colare a briglie quadruple, telai trasversali
­irrigidiscono le sezioni trapezoidali la cui
­sezione si ispessisce gradualmente. Lastre
nervate in policarbonato traslucido rivestono
i fianchi della struttura in calcestruzzo. Il ca­
rattere dell’edificio varia in base al momento
della giornata e alla luminosità. Soprattutto
quando è coperta da una coltre di neve la
pelle bianco-grigia sembra sprofondare
­leggermente nel paesaggio mentre la notte
la fa assomigliare ad una scultura di luce.
Sezione • Planimetria generale scala 1:2500
1 Trampolino
2 Piattaforma di allenamento
3 Edificio infrastrutture: spazio atleti e spazi
­accessori (al di sotto del trampolino)
4 Curva di volo
5 Giudice del salto
6 Discesa
7 Tribune del pubblico
8 Piste per l’allenamento
Sezioni struttura in acciaio scala 1:500
Grafico assemblaggio struttura
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
Posizione di ricovero fresa neve
Terrazza
Livello visitatori Partenza ascensore
Arrivo ascensore
Area sosta saltatori
Gradini di partenza
Scala
Ascensore diagonale
Plinto di appoggio
Trampolino
Ponte/struttura di atterraggio
Ingresso scala/ascensore
Spazi atleti e spazi accessori
1
2
3
4
osizione di ricovero fresa neve
P
Ascensore diagonale
Pedane di partenza
Tratto per la rincorsa
(separato per utilizzo invernale o estivo)
Pedana operatore media
Limite per il tratto di rincorsa Makrolon
Pedana in grigliato metallico
Corrimano Ø 42,2/4 mm
Illuminazione rampa
Bordo superiore lamiera di alluminio
Profilato perimentrale U 160 mm
Lastra in policarbonato nervato 40 mm
profilo perimetrale in alluminio
Rivestimento in lamiera stirata
Traverso di facciata in tubolare d’acciaio
¡ 120/80 mm
Profilo di chiusura in alluminio
Briglia superiore in profilo d’acciaio Å 400 mm
(ali 40 mm, anima 25 mm)
Briglia inferiore in profilo d’acciaio Å 400 mm
(ali, a seconda della sezione, 40/60 mm, anima
25 mm), campate nei pressi della base Å 500 mm
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
Sezioni
scala 1:200
scala 1:20
Pagina 610
Stazione a Liegi
Con la nuova stazione, la città belga di Liegi
è diventata un importante snodo del traffico
su rotaie, a seguito di un cantiere durato più
di 12 anni. La costruzione della stazione per
i treni ad alta velocità ridefinisce con la sua
originale struttura in vetro e acciaio la tradi­
zione assodata in Europa delle grandi sta­
zioni. Nella progettazione, sin dalle prime fa­
si, Calatrava insegue come obbiettivo quello
di portare i treni completamente sotto la
pensilina. La stazione lunga 490 metri è
­dotata di una hall enorme caratterizzata da
archi portanti disposti sull’intera luce di
160 metri in direzione dei binari. Il fatto che
la hall non abbia una facciata rende peculia­
Traduzioni in italiano
1
2
3
iazza
P
Ingresso
Biglietteria
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
ersonale
P
Gastronomia
Galleria commerciale
Ascensore e scale
Negozi
Parcheggio
Accesso alle banchine
Ingresso alla galleria
Banchine
Deposito bagagli
Uffici SNCB
© Andreas Secci/archenova
re soprattutto la copertura della stazione in
tutta la sua complessità. La trave principale
di copertura è composta di 39 archi posti a
distanza di 1,9 metri. I montanti della coper­
tura trasparente della hall sono diventati sta­
bili alla flessione tramite il procedimento di
saldatura divenendo una sorta di trave a
­guscio. I profili cavi in acciaio dell’arco si ra­
stremano sino a 1,2 metri. In corrispondenza
dei punti di appoggio le sezioni trasversali
dell’arco si separano in briglia superiore e
briglia inferiore. Solo in corrispondenza della
punta estrema in aggetto i traversi delle reti­
colari si ripiegano verso il perimetro della
copertura. Le strutture in acciaio dei ponti
pedonali di 14 metri di luce tesi sopra ogni
binario radunano i carichi di tutti gli archi tra­
smettendoli ai cinque punti di appoggio di
ogni lato della hall. Essi consistono in punti
di appoggio articolari nella direzione longitu­
dinale dell’arco che si ramificano in quattro
profili cavi d’acciaio. La copertura di
33.000 mq è protetta da lastre in vetro di
23 mm di spessore. Il piano di basamento
che si colloca al di sotto della hall della
­stazione è stato realizzato in calcestruzzo a
vista chiaro. Dalla piazza antistante, taglia
trasversalmente lo spazio una galleria com­
merciale con area biglietterie. In ogni spazio
penetra la luce. Nelle banchine ferroviarie i
lucernari in vetro cemento portano luce na­
turale nella galleria commerciale, contrasse­
gnando contemporaneamente la posizione
degli accessi ad ogni binario.
Planimetria generale scala 1:10.000
Piante 1:2500
Sezioni scala 1:1500
Sezione struttura pensilina scala 1:250
Sezioni particolareggiate scala 1:20
1 Tubolare in acciaio Ø 660 mm
2 Vetrazione in stratificato di sicurezza 22,8 mm
3 Tubolare in acciaio Ø 324 mm saldato con
­doppia barra in acciaio 16 mm
4 Tubolare in acciaio Ø 457 mm
5 Lamiera in acciaio 20 mm
6 Lamiera in acciaio 5-10 mm
7 Tubolare in acciaio Ø 159/5,6 mm
8 Lamiera in acciaio 10-25 mm
9 Tubolare in acciaio Ø 159-/5,6 –14,2 mm
Sezione struttura in acciaio copertura della hall
scala 1:20
Sezioni punto di appoggio
scala 1:100
1 Copertura in vertro stratificato di sicurezza
22,8 mm
2 Briglia superiore profilo cavo in acciaio
267/1134 –1284 mm saldato in tubolare d’acciaio
Ø 267/25 mm e lamiera in acciaio 20 –30 mm
3 Briglia inferiore profilo cavo in acciaio
267/888-2092 mm saldato in tubolare d’acciaio
Ø 267/20-50 mm e lamiera in acciaio 25 – 40 mm
4 Ponte pedonale in struttura d’acciaio saldata a
­lamiera d’acciaio 2ß –40 mm
5 Elementi di appoggio in fusione di acciaio
6 Scala mobile alle banchine
in ∂
Tutti i libri della serie in DETAIL in hardcover, formato 23 x 29,7 cm
7 P
avimento in lastre di pietra 40 mm
malta di allettamento 30 mm
8 Pilastri saldati in lamiera d’acciaio 50 mm
9 Bullone articolare
in appoggio di acciaio inox Ø 460 mm
10 Elemento in fusione d’acciaio agganciato alla
­fondazione con 6 barre filettate di ancoraggio
Ø 40 mm
11 Corpo illuminante ad incasso
Sezioni particolareggiate scala 1:20
1 Vetrazione in stratificato di sicurezza 22,8 mm
con sistema di profili in alluminio
2 Listello con profilo di rivestimento in alluminio
verniciato bianco
3 Terzera in profilo d’acciaio ¡ 120/80/4–12 mm
4 Connessione alla terzeria rigida a flessione in
­lamiera d’acciaio saldata 15 mm
5 Lamiera in acciaio 25 mm
6 Lamiera in acciaio 15 mm
7 Tubolare in acciaio Ø 267/25 mm
8 Profilo speciale trave perimetrale per attacco
pensilina
9 Irrigidimento trave perimetrale
tubolare Ø 82,5/10,6 mm
10 Trave pensilina in profilo d’acciaio saldato
11 Rivestimento in lamiera di alluminio rivestito
­bianco 3 mm
12 Listello di copertura vetro in profilo di alluminio
13 Lamiera in alluminio 3 mm
14 Grigliato in metallo di copertura
∂
Edition
La sfida dell’edilizia residenziale – i dettagli della flessibilità tipologica
Di fronte alla prospettiva di una moltiplicazione continua degli stili di vita, la ricerca di flessibilità
e adattabilità planimetrica sta diventando una delle priorità dell’architettura residenziale. L’edilizia
­residenziale ad alta densità abitativa, con la crescita della domanda di spazi all’interno dei centri
urbani, rappresenta oggi più che mai una sfida importante e complessa per architetti e pianificatori.
Altri libri della serie:
‡ Involucri edilizi
‡ Case unifamiliari
‡ Architettura solare
‡ Ristrutturazioni
‡ Interni
Alta densità abitativa, Christian Schittich, 2005. 176 pagine con numerosi disegni e foto, formato 23 ≈ 29,7 cm. ISBN 978-3-7643-7529-4
€ 44.90 + costo di spedizione e imballaggio (+7% IVA se dovuta)
Institut für internationale Architektur-Dokumentation GmbH & Co. KG • Hackerbruecke 6 • 80335 Muenchen • Germania • Tel.: +49 89 38 16 20-0 • E-Mail: [email protected]
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7
I prezzi sono riferiti al listino di 2010
∂   2010 ¥ 6
Traduzioni in italiano
2010 ¥ 6   ∂
15 R
ivestimento epossidico
16 Profilo perimetrale copertura in lamiera di acciaio
bianca4/6 mm
17 Scolo acque meteoriche
18 Trave principale della copertura
profilo cavo in acciaio 267/20 – 50 mm saldato in tubolare d’acciaio Ø 267/20 – 50 mm e lamiera in acciaio 15 – 40 mm
lamiera grecata 60/160 mm
coibentata con lana di roccia
4 Meccanismo idraulico di apertura
5 Trave in acciaio 900/1200 mm
6 Traverso facciata
in tubolare di acciaio ¡ 450/300/15 mm
7 Montante facciata HEB 450 zincato
8 Maglia metallica in fune di acciaio inox Ø 10 mm
e nastro di acciaio inox
9 Pilastro in profilo d’acciaio
composto di doppia HEA 600
10 Parapetto in lamiera di acciaio zincata
1120/50/10 mm
11 Tubolare in acciaio | 140/140/3 mm
12 Lamiera di acciaio 520/530/15 mm
Pagina 618
Centro tennis olimpico a Madrid
Con la candidatura ai Giochi Olimpici del
2012, Madrid si pone come obbiettivo di
­costruire uno stadio per il tennis per 20.000
spettatori. La candidatura per il 2012 e
­nemmeno quella per il 2016 volgono a buon
fine. Tuttavia, Madrid possiede attualmente
un modernissimo centro per il tennis con in
totale 30 campi, piscina e club. Cuore pul­
sante dell’area è lo stadio, utilizzato anche
per grandi manifestazioni, per concerti o
congressi oppure per gare di box e hokey
sul giaccio. Lo stadio comprende i tre campi
di tennis principali per 12.000, 5.000 e 3.000
spettatori ed è rivestito con un tessuto in
­acciaio che lascia trasparire la luce. Il cubo
dello stadio è sovrastato da tre lastre di
­copertura che scorrono orizzontalmente ma
tramite un sistema idraulico possono essere
disposte in diverse posizioni per consentire
di riparare dal sole o dalla pioggia i tre
­campi da tennis.
Sezione verticale • Prospetto scala 1:10
1 Pilastro facciata
in profilo d’acciaio HEB 450 zincato
2 Fune acciaio inox Ø 10 mm, teso tra due supporti
3 Ritegno in piatto ¡ 360/150/20 mm e piatto
­doppio 100/150/15 mm, a distanza di 1,50 m
4 Maglia di metallo in acciaio inox composta di
­nastri da 10 mm
5 Vite di bloccaggio in acciaio inox
6 Barra filettata in acciaio inox Ø 16 mm
Pagina 626
Progettare i giunti
Alexander Reichel, Gerald Schnell
L’acciaio è disponibile sul mercato come
­semilavorato o come elemento parzialmente
prefabbricato da assemblare in laboratorio
o in officina. Le modalità di realizzazione e
le tipologie del giunto vengono controllate
­durante il processo progettuale in modo tale
che il materiale non debba essere lavorato
sul cantiere. I giunti diventano un elemento
formale di integrazione per abbinare consa­
pevolmente materiali, tecniche e finiture.
Nel saggio vengono trattati le tecnologie
­applicate normalmente nella costruzione in
acciaio e le relative realizzazioni.
Planimetria generale scala 1:6000
Sezioni • Piante scala 1:2000
1 Livello stampa e giocatori
2 Livello pubblico
3 Aree esterne
4 Stadio
5 Parcheggio
6 Campi coperti tennis
7 Club
8 Campi allenamento
© Georges Fessy/DPA/ADAGP
Sezione scala 1:100
Particolare costruttivo scala 1:20
1 Copertura:
lamiera in alluminio
con connessione a clip 65/400 mm
strato isolante in lana di roccia 100 mm
barriera al vapore in foglio di PE
lamiera in acciaio 1 mm
lamiera grecata 60/160 mm
isolata con lana minerale
2 Lamiera grecata di alluminio 44 mm
lana ­di roccia 40 mm
lamiera grecata 60/160 mm
3 Soffitto:
lamiera grecata di alluminio 44 mm
strato isolante 40 mm
membrana acustica
“Nascosto” per mantenere intatta “la forma
pura” o al contrario “tematizzante”, solita­
mente non è un problema di tecnologia ma
di estetica. Le sculture di Anatol Herzfeld e
José de Rivera illustrano in maniera esem­
plare la contraddizione del processo di
giunzione del materiale acciaio. Mentre in
“Osterei” di Anatol Herzfeld, la composizio­
ne di ogni lamiera saldata grossolanamente
e patinata in maniera differente emerge con
intensità, l’elegante scultura “Construction
#2” di Rivera non fa cenno all’aspetto arti­
gianale della sua realizzazione. La scultura
è stata realizzata componendo due mezzi
tubolari dove gli elementi sono stati modella­
ti tramite martello e cannello per la saldatura
da lamiera di acciaio inossidabile secondo
un processo simile alla forgiatura tradiziona­
le. Le due metà sono state saldate con una
saldatura longitudinale accuratamente levi­
gata e lucidata. Come anche in architettura,
la scelta ricade su elementi monolitici oppu­
re sull’evidenzizione delle fughe di ogni ele­
mento che compone l’oggetto. In entrambi i
casi viene richiesta una conoscenza appro­
fondita della tecnica di giunzione. Mentre
­sino alla metà del XX secolo la rivettatura
era l’unica tecnologia di connessione mobile
nella costruzione in acciaio, oggi abbiamo
diverse alternative. Accanto alle principali
soluzioni, saldatura e fissaggio a viti, sempre
più spesso si tende a preferire ad esempio
la compressione o clinciatura delle lamiere
tramite timbri e matrici (clinchen).
La DIN 8593 suddivide il processo di
­giunzione in 9 categorie:
Assemblaggio:
gli elementi di giunzione si mantengono in
aderenza tramite accoppiamento formale,
attrito o per forza di gravità ad esempio la
sospensione delle lamiere di rivestimento
o delle tegole di copertura.
Riempimento:
il riempimento cioè la giunzione tramite
la compensazione di uno spazio vuoto
con materiali addizionali.
Compressione, iniezione:
gli elementi di giunzione sono per lo più
connessi tramite un accoppiamento dina­
mico che avviene con una deformazione
­elastica del materiale ad esempio, viti,
­dispositivi di fissaggio, grappe, chiodi,
­aggraffatura, inchiavettature, serraggio.
Giunzione tramite matrice:
matrice è la prima forma di un elemento
­definito geometricamente prodotta da una
massa priva di forma, ad esempio una fusio­
ne in acciaio. Si tratta di una tecnica di giun­
zione che si applica quando la massa priva
di forma viene messa in connessione con
un elemento come nel caso di calcestruzzo
armato o nelle costruzioni di c.a. composite.
Giunzioni tramite deformazione plastica:
la giunzione si realizza tramite la deforma­
zione plastica degli elementi di connessione
ad esempio tramite la clinciatura o l’aggraf­
fatura della lamiera. La deformazione può
avvenire applicando una forza meccanica,
idraulica o elettromagnetica.
Giunzioni a saldatura:
la tipologia di giunzione a saldatura si divide
a sua volta in saldatura in fusione, dove i
pezzi vengono connessi tramite fusione
con o senza materiali addizionale e salda­
tura a pressione dove i pezzi vengono
­saldati tramite pressione meccanica (ad
esempio tramite bulloni, o saldatura a punti).
Giunzione tramite brasatura:
a differenza della saldatura, nel processo
di brasatura, la temperatura di fusione del
pezzo non viene raggiunta, solo l’additivo
è fluido e connette i due elementi.
Giunzione tramite adesivo:
pezzi di diversi o degli stessi materiali
­vengono connessi con un terzo materiale
© perlblau
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∂   2010 ¥ 6
tramite le forze di coesione e di adesione.
Giunzione tessile (non ancora normata):
In questa categoria ricadono materiali in
­fibra come fibra di carbonio e di vetro, ma
anche l’acciaio puó essere giunto tramite
tessili come ad esempio reti metalliche in
­funi di acciaio o piattine d’acciaio.
Le giunzioni si suddividono in reversibili (viti
e grappe) e irreversibili (saldatura, clincatu­
ra, chiodatura, incollaggio). L’efficacia della
connessione si distingue tra accoppiamento
formale, accoppiamento dinamico o di forza
e di materiale. Nel primo caso, l’assemblag­
gio viene garantito tramite due elementi for­
mali tra loro adattabili come le viti calibrate,
chiodi oppure tramite la clinciatura. Nel caso
di un accoppiamento dinamico con viti e
chiodi, si garantisce la tenuta solo tramite le
forze attive ad esempio la pressione o l’attri­
to. Gli accoppiamenti possono essere anche
contemporaneamente dinamici e formali.
Gli assemblaggi di matrici sfruttano le forze
atomiche e molecolari come la coesione
e l’adesione; a titolo d’esempio citiamo la
­clinciatura, la saldatura e l’incollaggio.
Rivettatura
La rivettatura serve ad assemblare in ma­
niera irreversibile tramite estrusione attra­
verso un laborioso processo produttivo ed
un elevato carico di rumore. Il rivetto pieno
classico trova applicazione quasi esclusiva­
mente nella ristrutturazione di edifici storici
in struttura d’acciaio. Per l’applicazione
­sono disponibili anche viti speciali con testa
simile a quella di un rivetto. Le viti devono
essere eventualmente precompresse per
comprimere le parti congiunte e mantenere
l’elevata capacità portante della connessio­
ne a rivetto tipica degli esempi storici. Rivet­
tando, la testa diventa rovente per l’elevata
pressione esercitatavi, ma raffreddandosi,
si restringe. Nel caso di rivetti ciechi, è pos­
sibile lavorare solo su un lato ad esempio
nelle strutture cave. Tipico per le strutture
storiche in acciaio sono le lamiere rivettate
su profili di connessione e di irrigidimento.
Attualmente le rivettature vengono utilizzate
soprattutto per assemblare lamiere sottili ad
esempio nella costruzione di facciata.
Assemblaggio tramite viti:
l’assemblaggio tramite viti è di norma facil­
mente realizzabile a mano, raramente dipen­
de dalle condizioni atmosferiche e per questi
motivi è più idoneo ad essere realizzato in
cantiere rispetto alla saldatura. La giunzione
reversibile ha oltretutto il vantaggio della rici­
clabilità degli elementi edili. Le giunzioni tra­
mite saldatura possono supportare carichi
elevati. Le strutture assemblate tramite viti
sono più pesanti di circa il 10% rispetto a
strutture saldate simili. Tra tutte le forme di
­viti disponibili sul mercato, nelle costruzioni
in altezza le strutture portanti in acciaio ven­
gono assemblate quasi esclusivamente con
viti a sei lati e viti a testa svasata.
Le viti calibrate che chiudono l’asola dove si
Traduzioni in italiano
inseriscono senza gioco, o le viti grezze che
consentono una certa tolleranza. Le viti cali­
brate devono essere utilizzate solo quando
non è consentito alcun – anche se minimoscorrimento degli elementi da assemblare.
Le viti autofilettanti producono la propria
asola tramite la filettatura nel materiale; le
viti maschianti avvitano solo una filettatura
in un’asola preesistente. Entrambi i tipi di vi­
ti non necessitano di una madre e vengono
spesso utilizzate per il fissaggio degli ele­
menti di facciata. La vite viene identificata
come: tipo di vite, tipologia di filettatura,
materiale di composizione della vite. Ad
esempio: “vite calibrata ad alta resistenza
M20 10.9” significa: vite calibrata ad alta re­
sistenza di 20 mm di diametro realizzata in
un materiale di proprietà 10.9. Il numero do­
po il punto fornisce il quoziente di sollecita­
zione di snervamento nella resistenza alla
rottura. Si distinguono viti a “resistenza nor­
male” (ad esempio 4.6 e 5.6) e “resistenza
elevata” ( ad esempio 8.8 e 10.9). Mentre la
giunzione tramite vite precompressa viene
sollecitata fondamentalmente tramite taglio,
tramite la precompressione le forze vengo­
no trasmesse in linea di massima tramite le
forze di attrito delle superfici di contatto dei
due elementi edili e la pressione di contatto.
Si verifica di conseguenza una giunzione
particolarmente resistente. Se il carico
­supera la forza di precompressione, la
­giunzione si comporta come una normale
giunzione tramite fissaggio a vite.
Saldatura
Durante la saldatura, due tipi di acciai iden­
tici o con proprietà simili si fondono insieme
tramite liquefazione o tramite deformazione
plastica. Il processo si svolge con l’ausilio
o senza di un materiale additivo di riempi­
mento dei punti di saldatura. La saldatura
­rappresenta la giunzione ottimale degli ele­
menti edili in acciaio per la realizzazione di
connessioni rigide a flessione. La saldatura
dovrebbe essere evitata in cantiere per il
fatto che la prefabbricazione in officina con­
sente di sfruttare il preriscaldamento. D’altro
canto, l’intenso riscaldamento dell’acciaio
sino al punto di fusione modifica la struttura
reticolare dei cristalli che ha come conse­
guenza la variazione delle proprietà dei
­materiali e l’origine di tensioni interne che in
officina possono essere compensate tramite
un trattamento termico. Anche il processo
di zincatura e quello di protezione alla cor­
rosione possono essere compromessi sul
cantiere. Il lavoro sul cantiere deve essere
ridotto all’assemblaggio. Durante il proce­
dimento di saldatura di strutture in acciaio
presistenti bisogna prestare attenzione che
gli elementi edili sotto carico vengano
­ammorbiditi tramite un trattamento termico
locale. Non tutti gli acciai sono adatti ad es­
sere sottoposti alla saldatura. A prescindere
dal contenuto di carbonio, anche altri fattori
influiscono sul processo di saldatura: la
composizione chimica, la suscettibilità alla
rottura fragile, al trattamento termico richie­
9
sto. Per rendere confrontabili le diverse
­leghe, è stato sviluppato l’equivalente di
contenuto di Carbonio (CEV Carbon equiva­
lent value), che indica la saldabilità di una
lega in rapporto al contenuto di carbonio di
un acciaio. Un valore basso significa una
buona saldabilità, un valore elevato può ri­
chiedere il pretrattamento termico degli ele­
menti. A partire da un contenuto di carbonio
dello 0,8%, non è più possibile saldare l’ac­
ciaio. I requisiti dell’acciaio di poter essere
saldato si rapporta proporzionalmente alla
sua durezza che dipende in linea di massi­
ma dal suo contenuto di carbonio. Acciai
poco legati sono comunque adatti ad esse­
re saldati, anche se hanno una durezza in­
feriore, mentre acciai molto legati possono
dimostrare una pessima predisposizione
­alla saldatura. Sottoponendo gli acciai ad
un trattamento termomeccanico, la durezza
può essere implementata notevolmente
­anche in presenza di una quantità scarsa
di carbonio. Oltre al trattamento termico
dell’acciaio prima e dopo la saldatura, è
fondamentale la realizzazione dei punti di
saldatura. La tipologia dei punti (punti ad I
o punti ad X) dipende da quale larghezza è
disponibile, dal procedimento di saldatura,
dallo spessore della lamiera e dalla geome­
tria delle forme. L’aspetto dei punti può es­
sere deciso insieme all’impresa che realizza
la saldatura. Se i punti, soprattutto nel caso
di ampie superfici di lamiera non sono visi­
bili, possono essere quasi completamente
levigati. La giunzione è allora riconoscibile
solo per le diverse nuance cromatiche dei
pezzi assemblati. Al contrario, i punti di
­saldatura possono diventare anche un ele­
mento formale estetizzante. Nelle strutture
realizzate con acciai stabili alle intemperie,
è importante che anche il materiale di sal­
datura sia stabile.
La realizzazione dei punti di saldatura in­
fluisce sui costi, il punto di saldatura a gola
risulta meno costoso di uno a testa levigata.
Le due tecniche di saldatura principali sono
il procedimento a arco e quello sotto gas
inerte: nel primo, un arco tra due elettrodi
produce il calore per la fusione dei due
pezzi da saldare. Nel secondo, si realizza
una forma dell’arco di saldatura tale per cui
un flusso di gas impedisce una reazione del
metallo con l’aria esterna. Nella saldatura
ad arco con bulloni, un procedimento di sal­
datura a pressione, l’arco si accende senza
ulteriore filo-elettrodo. La giunzione avviene
sotto una leggera pressione. Il procedimen­
to viene utilizzato per la saldatura di piccoli
elementi nelle costruzioni in c.a. Anche la
saldatura con gas o autogena mantiene un
certo uso in quanto non si richiede l’uso di
corrente elettrica. Il procedimento si applica
in cantiere per riparazioni o nel settore ter­
moidraulico e dei sanitari.
Fissaggio diretto
Nel fissaggio diretto sono inclusi il fissaggio
tramite viti, chiodi, viti autofilettanti tramite le
quali elementi in acciaio, legno e coibenti o
Traduzioni in italiano
2010 ¥ 6   ∂
© Thomas Madlener, München
10
anche materiali plastici vengono fissati di­
rettamente su acciaio, calcestruzzo o mura­
tura. Un particolare vantaggio tecnologico
sta nella rapidità del lavoro che consente
di piazzare fino a 600 viti all’ora. L’energia
­viene trasmessa tramite uno spinotto sulla
vite; il materiale portante subisce una defor­
mazione plastica nell’atto di inserire la vite.
L’energia che viene trasmessa sulla vite du­
rante l’esplosione del materiale, consente la
messa in sede diretta, l’inserzione della vite
in materiali duri come l’acciaio. Da conside­
rare lo spessore minimo necessario in rela­
zione al materiale utilizzato, al tipo di vite e
agli strumenti. Per ogni materiale da assem­
blare c’è una vite specifica e per ogni tipo
di vite è importante utilizzare lo strumento
adeguato. L’energia necessaria per il posi­
zionamento della vite normalmente viene
prodotta tramite accensione di una vite
­madre con materiale infiammabile in polve­
re, e in alternativa tramite accensione di un
gas compresso o aria compressa. Attrezza­
ture manuali consentono il posizionamento
di bulloni in strutture d’acciaio sino a 5 mm
di diametro nell’acciaio massiccio. Viti di
­dimensioni superiori richiedono strumenti
che non possono essere tenuti a mano.
­Nella progettazione è raccomandabile con­
siderare lo spazio necessario al montaggio.
Nella costruzione in acciaio vengono monta­
ti normalmente lamiere profilate, cassettoni
e anche materiale composito con un fissag­
gio diretto. Le lamiere di norma vengono
­assemblate con rivetti; per la sospensione
di installazioni e la connessione di profili
spesso si utilizzano viti autofilettanti. Si tratta
comunque di giunzioni reversibili. Se una
­vite autofilettante viene inserita in un’asola
più piccola è possibile procedere ad un as­
semblaggio su un lato senza perforazione
del materiale, in altre parole il rivestimento
dell’altro lato rimane intatto. All’aperto o in
strutture esposte alle intemperie le viti devo­
no essere in acciaio inox oppure avere un
coperchio di protezione. Negli interni invece
le viti possono essere non trattate. La strut­
tura a pieghe del terminal navale di Yokoha­
ma progettata da Foreign Office Architect è
una delle maggiori strutture portanti montata
con fissaggio diretto delle lamiere in acciaio
stabili al fuoco che coprono una luce fino a
100 metri. Dato che le lamiere in acciaio so­
no resistenti al fuoco sino a temperature di
600°C sono stati sviluppati rivetti in acciaio
inox con buone caratteristiche meccaniche
ed elevata resistenza alla corrosione.
Clinciatura
La clinciatura è un metodo di giunzione pun­
tuale in cui i punti di fugatura vengono pro­
dotti comprimendo due o più lamiere tramite
un compressore e una matrice. Il materiale
durante il procedimento viene uniformemen­
te deformato. I pezzi vengono giuntati singo­
larmente tramite deformazione plastica.
La giunzione avviene senza sottoporre a ca­
lore gli elementi e per questo non si creano
tensioni termiche nel materiale come nella
saldatura tradizionale. La clinciatura consen­
te anche di assemblare materiali diversi e
in particolare anche materiali non saldabili
­come l’acciaio a rivestimento organico.
Se il processo si svolge a mano e in maniera
accurata, i rivestimenti e la protezione a
­corrosione non vengono danneggiati, anche
se lo spessore del rivestimento può diminui­
re se la geometria varia dopo la giunzione.
Altri vantaggi della clinciatura in particolare
in raffronto alla saldatura a punti sono anche
il consumo energetico, i costi contenuti e
un procedimento “pilota” e silenzioso oltre
a non produrre scarti. La tenuta è maggiore
dato che non viene utilizzato materiale
­additivo.
Se durante la clinciatura vengono inseriti
­rivetti supplementari nella lamiera il proces­
so assume il nome di ribaditura e che attual­
mente sta assumendo importanza nell’indu­
stria automobilistica. La clinciatura viene in­
tegrata ai processi di industrializzazione ma
può essere realizzata anche con attrezza­
ture mobili. A parte le strutture alleggerite,
in cantiere la clinciatura si utilizza soprattutto
per il fissaggio di elementi di facciata, in
particolare lamiere in acciaio inox nelle strut­
ture non a vista. Anche i canali di aerazione
vengono prodotti tramite questa tecnica di
giunzione. Ci sono alcuni punti da prendere
in considerazione:
1. i punti di connessione devono essere
­accessibili su entrambi i lati
2. direzione della giunzione: dalle lamiere
più spesse a quelle più sottili
3. la lamiera più sottile non dovrebbe essere
più sottile della metà della più spessa
4. lo spessore massimo totale del punto di
connessione è di circa 6 mm
5. lo spessore massimo si riduce se si
­implementano le qualità meccaniche
dell’acciaio utilizzato.
Assemblaggio con adesivi
Si tratta di una tecnologia abbastanza re­
cente ancora in fase di sviluppo. Gli adesivi
vengono utilizzati in misura minore nelle
strutture in altezza rispetto alle applicazioni
industriali di prefabbricazione come nella
costruzione aeronavale; negli aerei ad
esempio circa la metà delle giunzioni di
­assemblaggio vengono realizzate tramite
adesivi. Un importante vantaggio dell’adesi­
vo rispetto alla saldatura tradizionale è che
non si modificano le caratteristiche del
­materiale e non si creano tensioni interne.
Nell’assemblaggio di diversi materiali, l’ela­
sticità della giunzione a colla è più vantag­
giosa per le diverse temperature di dilatazio­
ne dei materiali. La giunzione tramite adesivi
trova spesso applicazione nel fissaggio di
lamiere di facciata alle strutture non a vista
anch’esse in metallo o in legno. L’assem­
blaggio di lastre in facciata viene concessa
dagli organi competenti senza un fissaggio
meccanico di sicurezza supplementare solo
sino ad una certa altezza dell’edificio, solita­
mente tre piani. Mentre non si riscontrano
problemi particolari nell’applicazione ad
adesivo quando si tratta di interni. Importan­
te è la preparazione delle superfici pulendo
e stendendo un fondo.
Materiali compositi
Un’applicazione usuale della tecnologia di
giunzione tramite adesivi sono elementi san­
dwich e altri compositi in diversi materiali.
I materiali sandwich sono composti di due
strati di copertura ad esempio acciaio in la­
miera e uno strato per il nucleo ad esempio
materiali sintetici come il PUR. Con i mate­
riali standard sandwich è possibile realizza­
re sia pareti che tetti. E’ anche possibile rea­
lizzare pareti tagliafuoco in lamiera d’acciaio
rivestite di foamglas. In diversi casi, il nucleo
rimane relativamente sottile, per lo più 1 cm
(ad es. lastre sandwich polimeriche) che
funge da riduttore del peso dell’elemento
edile a parità di una maggiore rigidezza e
di una coibentazione fonoassorbente. Il
­nucleo può avere anche una struttura a nido
d’ape o ondulata. Le lastre possono essere
tagliate, deformate plasticamente e imbutite.
La giunzione avviene tramite rivettatura e
­incollaggio.
Sistemi e tecnologie composite
Per il comportamento di dilatazione termica
di acciaio e calcestruzzo, il composito ac­
ciaio-calcestruzzo è una delle tecnologie di
compositi maggiormente in uso. La collabo­
razione tra i due materiali conferisce all’ac­
ciaio la capacità portante negli elementi sol­
lecitati a trazione delle sezioni trasversali di
un elemento edile; il calcestruzzo invece re­
siste ai carichi di compressione. La connetti­
vità fra superfici in acciaio lisce e calcestruz­
zo viene realizzata tramite chiodii di grande
dimensione senza testa a scorrimento o pioli
con testa saldate mentre nelle strutture di
copertura con lamiere profilate con betonci­
ni. I ferri di armatura sono caratterizzati dalla
tipica filettatura della sezione.
La giunzione dell’acciaio non riguarda solo
l’aspetto formale dell’involucro di facciata;
è invece un aspetto che va considerato nella
progettazione di una struttura d’acciaio e in
particolare quando la struttura deve essere
rivestita.
∂
Traduzioni in italiano
Service
∂   2010 ¥ 6
3 libri in un cofanetto
Materiali isolanti
Materiali differenti, applicati in maniera corretta.
Il manuale per la scelta ed l’utilizzo consapevole dei
materiali isolanti.
Acustica e isolamento acustico
Organizzazione spaziale appropriata per
un’acustica ottimale – Il manuale per la pianificazioni
acustica degli spazi
Detail Praxis “Costruzioni a secco” fornisce
uno sguardo d’insieme – articolato in base
alle parti dell’edificio (parete, copertura,
solaio) e alle possibilità di utilizzo – sui sistemi
costruttivi a secco più utilizzati, costituendo
un utile supporto alla progettazione e alla
pianificazione. Le principali problematiche
relative alle costruzioni a secco come, ad
esempio, la resistenza al fuoco, la protezione
acustica o l’applicazione in ambienti umidi
vengono affrontate fornendo soluzioni
dettagliate. La parte generale è completata
con esempi di progetti realizzati presentati
con dettagli di elevata qualità. Il testo fornisce
inoltre importanti informazioni sull’utilizzo
di nuovi materiali e utili consigli sulle loro
modalità di applicazione.
Normalmente l’isolamento acustico e
l’acustica non sono tra i principali parametri
che influenzano la progettazione di un
edificio. Tuttavia, quando non è possibile
comprendere un relatore in una sala
conferenze, il rumore in uno studio openspace diviene insopportabile o il russare del
vicino ci impedisce di dormire, ci si rende
conto di come l’acustica di uno spazio
influenzi il benessere quotidiano dell’utente.
Ogni spazio ha un livello di comfort acustico
adeguato che varia in base alla funzione che
vi si svolge e alle esigenze individuali. Questo
testo fornisce ai pianificatori e agli architetti,
ma anche ai committenti interessati, le
nozioni pratiche relative al tema dell’acustica
negli edifici. Il testo vuole inoltre essere uno
strumento per aumentare la consapevolezza
collettiva che le condizioni acustiche possono
concorrere al successo di un progetto.
Detail Praxis “Materiali isolanti” offre un
ampio catalogo di materiali per l’edilizia. Le
dettagliate spiegazioni dei singoli isolanti
forniscono informazioni sui materiali che li
compongono, sulle loro peculiarità, sulle
possibili applicazioni e sui formati disponibili.
Le tabelle con i dati fisici e quelli relativi alla
resistenza al fuoco, così come le indicazioni
sull’impatto ambientale e sulla salute umana
fanno si che i materiali isolanti presentati
siano facilmente confrontabili tra loro. Uno
sguardo d’insieme sulle disposizioni di
legge e le norme nazionali ed europee sui
materiali isolanti e le delucidazioni sui marchi
e sui sistemi di certificazioni dei prodotti
costituiscono un valido aiuto alla pianificazione
e alla partecipazione a bandi di concorso.
Al fine di supportare la scelta del materiale
isolante più appropriato vengono presentati
i criteri di costruzione e di utilizzo. Inoltre le
riflessioni riguardanti gli effetti ambiente dei
materiali isolanti offrono un elevato potenziale
per una loro applicazione sostenibile.
Karsten Tichelmann, Jochen Pfau, 2009.
112 pagine con numerose illustrazioni e fotografie.
Formato 21 x 29,7 cm
Eckard Mommertz, Müller BBM, 2009.
112 pagine con numerose illustrazioni e fotografie.
Formato 21 x 29,7 cm
Margit Pfundstein, Roland Gellert, Martin H. Spitzner,
Alexander Rudolphi, 2009. 112 pagine con numerose
­illustrazioni e fotografie. Formato 21 x 29,7 cm
Costruzioni a secco
Costruire e progettare utilizzando tecnologie a
secco. Il manuale per l’utilizzo corretto di sistemi
costruttivi a secco
∂ Praxis
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(+7% IVA se dovuta)
Acustica, Materiali isolamenti, Costruzioni
Intonaci – stucchi e pitture, Luce, Trasparenze + CD-ROM
Riqualificazione energetica, Acciaio, Calcestruzzo + CD-ROM
Pietra naturale, Legno, Laterizi di grande formato + CD-ROM
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