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Subito dopo una ripresa de Il cavaliere della rosa a Genova, è in scena a Torino un nuovo allestimento di Salomè (con la regia di Robert Carsen e la bacchetta di Gianandrea Noseda), mentre l’opera di Belgrado porta la propria produzione di repertorio, tra cui c’è anche il dramma dell’eroina morbosa e lussuriosa, a Ravenna, Rovigo e in altri teatri. Al Regio di Torino l’allestimento è osé: la protagonista non si toglie i veli ma i sette giovani che recitano sul palcoscenico con lei sono in désabillé, mentre è di impianto tradizionale la produzione serba. Firenze e Venezia, invece, ospitano due allestimenti di Elektra, primo dei sette capolavori del binomio Richard Strauss-Hugo von Hofmannsthal. Nel capoluogo toscano la messinscena vede una nuova coproduzione di Robert Carsen (con il Teatr Nomori di Tokio) e a Venezia sale sul Teatro palco la versione di Klaus Michael Gruber che inaug inaugurò nel dicembre 2003 la stagione del C San Carlo. In questi giorni, inoltre, nella peniib sola iberica l’edizione di Elektra di Barcellona iretta viene mostrata in 50 sale cinematografiche in diretta. Nel catalogo Strauss-Hofmannsthal, Elektra è uno dei lavori rappr rappresentati con maggiore frequenza in Italia: negli ultimi anni si vist al Teatro alla Scala, all’Opera di Roma, al Maggio Musicale è visto Fiore Fiorentino, al Teatro Massimo Bellini di Catania, al Filarmonico di Veron e nei Festival di Taormina, Macerata, Pompei e Spoleto. Il Verona fascino di Elektra risiede in gran parte nella complementarietà e nel contrasto tra il testo di Hofmannsthal e la partitura di Strauss: circolare il primo, con il proprio epicentro nel confronto-scontro tra Elektra e Klytämnestra, vettoriale il secondo fino al tripudio sonoro in do maggiore del finale. L’edizione fiorentina, su cui vale la pena soffermarsi vista l’importanza dell’allestimento e della direzione musicale di Seji Ozawa, mostra come l’azione e la musica abbiano una struttura ellissoidale; un’introduzione quasi co contrappuntistica (il dialogo delle ancelle per pr preparare al monologo di Elektra) si snoda in una parte centrale in cui il confronto tra El Elektra e Klytämnestra è inserito nel confronto tra Elektra e Chrysothemis sul significato de vita e sul valore della vendetta. In tutta della qu questa parte centrale si sovrappongono due ton tonalità musicali molto differenti per unificarsi da scena del ritorno di Orest e del duplice dalla as assassinio e predisporre, quindi, il do maggiore della danza macabra finale. Ne Nell’edizione fiorentina la Reggia degli Atridi M a Micene è rappresentata da tre mura grigie ch racchiudono il palcoscenico. In questo cliche ma tra il claustrofobico e l’ossessivo, Elektra, Ch Christothemis e le loro ancelle sono in scarne tu tuniche nere, Orest e il suo precettore in gri grigio, Klytämnestra e Augestih in bianco (le sc scene sono di Michael Levine, i costumi di Va Matuz, le luci di Peter van Praet). Ozawa Vasul dan legge la partitura dandole una concezione lirica, soffermandosi sulla sofferenza dei personaggi e facendo esprimere dall’orchestra un fasto di colori. Tutte di gran livello di voci: notissime Agnes Balsta nel ruolo di Klytämnestrae e Susan Bullock in veste di Elektra, la vera scoperta, per il pubblico italiano, è la straordinaria Chrysothemis di Christine Goerke. (riproduzione riservata) n n Eventi Avrà inizio domani il festival di teatro sacro che toccherà ben 25 comuni lombardi La tromba di Paolo Fresu e testi biblici per Crocifixus di Barbara Rivoli L a passione di Dio, la passione dell’uomo e le tradizioni del sacro sono le tre direttrici lungo cui si articola l’edizione 2008 di Crocifixus, festival di teatro sacro in 25 comuni dislocati tra Bergamo e Brescia. Nato come rassegna nel 1998 e divenuto festival nel 2001, anche quest’anno anticipa l’appuntamento con la Pasqua recuperando da una parte gli antichi testi sacri, i sermoni e le sacre rappresentazioni medievali, le pratiche di devozione del passato tra feste e processioni e dall’altra indaga il nuovo attraverso testi contemporanei e contaminazione tra i generi. In questa direzione vanno, per esempio, Cifra Nueva (1° marzo a Bisogne), concerto pensato proprio per il festival e in cui si intrecciano la tromba jazz di Paolo Fresu e l’organo di Claudio Astronio, e il dramma Domani ti farò bruciare, in cui l’attore drammaturgo Sergio Catiglioni si ispira ai Fratelli Karamazov di Dostoevskij e immagina un colloquio tra Cristo e un Grande Inquisitore. Si rifanno invece alla tradizione sacra spettacoli come Il cattivo ladrone, interpretato da un inedito Leonardo Manera, che racconta vita e passione di Gesta, il ladrone crocifisso alla sinistra di Gesù, o ancora l’antica Passione di Clermont Ferrand, testo del X secolo probabilmente destinato ai pellegrini diretti a Santiago de Compostela. Un testo affascinante che racconta per quadri la storia di Gesù, dalla Passione alla Risurrezione, e riporta il lettore in un passato che è insieme storia laica e religiosa delle proprie radici. Crocifixus, festival del teatro sacro, dal 1° al 29 marzo 2008 info www. crocifixus.com. (riproduzione riservata) Lampi nel buio La tragedia consiste in questo: che l’albero non si piega ma si spezza Ludwig Wittgenstein