All’opera Al Rossini Opera Festival la «Gazza ladra» diretta dal veneziano Damiano Michieletto Guido De Monticelli ha riproposto il «Turco in Italia» di Arianna Silvestrini S i è conclusa martedì 21 agosto la ventottesima edizione del Rossini Opera Festival: record di incassi e di presenze, rinnovata attenzione dedicata alla rassegna dai più importanti nomi della critica internazionale. La percentuale di stranieri tra il pubblico si è attestata oltre il 70%, «caso unico in Europa» sottolineano gli organizzatori, registrando una continua crescita del pubblico giapponese. Ed è proprio sull’onda di questo grande interesse che il festival è stato invitato a portare in tournée due produzioni operistiche alla fine del 2008. Come tradizione, anche quest’anno il Rof ha scommesso sul talento di giovani artisti esordienti sulla scena del teatro musicale. Ben diciassette dei cantanti in cartellone sottolineare la notevole differenza stilistica e poetica tra l’Otello di Rossini e l’omonima opera di Verdi. Il maestro Renato Palombo ha diretto l’Orchestra del Teatro ComuTurco in Italia Otello nale di Bologna e del Coro da Camera di Praga. Il giorno seguente, giovedì 9 agosto, Guido De Monticelli ha riproposto (dopo il successo riscosso nel 2002) una spiritosa rivisitazione del Turco in Italia avvalendosi quest’anno di un cast di giovani interamente nuovo e della guida del maestro Antonello Allemandi. Oltre alle tre opere, il cartellone della rassegna è proseguito con il dittico eseguito in forma di concerto Edipo a Colono e Le nozze di Teti e di Peleo, che ha segnato il debutto a Pesaro del direttore d’orchestra Ottavio Dantone. È seguita sabato 18 la Petite Messe Solennelle, prima esecuzione assoluta con una versione strumentata del Preludio religioso che precede il Sanctus, nell’interpretazione dei quattro solisti Iano Tamar (soprano), Daniela Barcellona (mezzosoprano), Saimir Pirgu (tenore) e Michele Pertusi (basso già molto applaudito nella scorsa edizione) e con la direzione di Umberto Benedetti Michelangeli. Domenica 12 e lunedì 13 è stata la volta rispettivamente del Concerto per archi con l’Orchestra Sinfonica G. Rossini diretta da Fabrizio Dorsi e della ripresa del Viaggio a Reims interpretata dai giovani cantanti dell’Accademia Rossiniana e diretta dal giovane maestro giapponese Ryuichiro Sonoda. Per gli appassionati del Rof segnaliamo la mostra La fabbrica di Rossini curata da Fulvia Amati e Silvano Bacciardi, fotografi storici del festival. La mostra, che resterà aperta fino al 9 settembre, racconta la manifestazione attraverso un’ottantina di scatti realizzati dietro le quinte. provenivano dall’Accademia Rossiniana, tra cui le tre applaudite protagoniste femminili (Olga Peretyatko, Alessandra Marianelli e Mariola Cantarero). Tra i giovani artisti di talento va ricordato il trentenne veneziano Damiano Michieletto, rivelatosi proprio a Pesaro nel 2004 e che in pochi anni si è distinto anche a livello internazionale, che ha firmato la regia della Gazza ladra andata in scena venerdì 10 agosto al Teatro 2 dell’Adriatic Arena. L’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento e il Coro da Camera di Praga sono stati diretti dal maestro cinese Lü Jia. Terza opera in cartellone, La gazza ladra è stata preceduta dalla messinscena dell’Otello, dramma per musica in tre atti, che ha aperto il festival rossiniano mercoledì 8 agosto. La regia della nuova produzione è stata affidata a Giancarlo Del Monaco che ha pensato lo spettacolo «come un incubo marino, astratto e pieno di simbolismi», arrivando a 18 All’opera «Il gioco dei potenti» allo Sferisterio Opera Festival Si è chiusa la rassegna diretta da Pier Luigi Pizzi a Macerata P ier Luigi Pizzi, negli insoliti panni di direttore artistico, ci illustra la sua biennale esperienza allo Sferisterio Opera Festival di Macerata e svela i suoi progetti per il futuro. soggiorno. Va detto che la rassegna stava attraversando un momento di grave crisi economica, la cifra a disposizione per continuare era modesta e l’alternativa era la chiusura, così mi sono preso l’impegno di restare dentro il budget e andare avanti. Per fortuna, oltre al successo di pubblico, siamo riusciti a chiudere in pareggio. Questa è stata la vittoria dell’anno scorso, grazie alla quale abbiamo potuto varare il progetto del 2007. Questa volta il tema generale scelto è stato “Il gioco dei potenti”, svolto con Macbeth, Norma e Maria Stuarda, Verdi, Bellini e Donizetti, cioè il grande melodramma italiano, mentre per il Lauro Rossi Saül di Flavio Testi basato su un dramma di André Gide. Tra le altre proposte, il Requiem di Verdi, un balletto con Alessandra Ferri e Roberto Bolle, un recital di Anna Proclemer e la spettacolare conferenza sul potere condotta da Massimo Cacciari. «Macerata ha la peculiarità di avere due teatri: uno è lo Sferisterio, spazio teatrale anomalo, luogo unico al mondo progettato al principio del XIX secolo dall’Aleandri per il gioco della palla al bracciale. Il secondo è il Teatro Lauro Rossi, un edificio bibbienesco della fine del Settecento. Avevo già messo in scena lì nel 2004 I racconti di Hoffman di Offenbach e nel 2005 Andrea Chénier di Giordano (oltre che una serata di teatro contemporaneo al Lauro Rossi). Queste due esperienze mi avevano fatto innamorare del luogo, e quando Katia Ricciarelli decise di lasciare la direzione artistica e il Consiglio di Amministrazione mi propose l’incarico, dopo molti dubbi lo accettai, attratto dalla possibilità di costruirci un tipo di teatro particolare. Intanto sentii subito il bisogno di trasformare questa manifestazione in un festival. Questo ha significato cambiare l’impostazione generale, perché volevo che tutto ruotasse attorno a un progetto artistico definito. Perciò mi sono inventato un tema, “Il viaggio iniziatico”, aprendo il percorso con il Flauto magico di Mozart in una versione marcatamente esoterica. La scelta degli altri due titoli, tenendo conto della necessità di proporre delle opere più popolari, è caduta proprio sulle due più conosciute, Aida e Turandot. Ma è stata una scelta tutt’altro che casuale, perché anche queste sono state interpretate in chiave esoterica, rientrando così nella cornice tematica. Parallelamente al Teatro Lauro Rossi ho presentato la Turandot di Busoni, da confrontare con quella di Puccini, e ancora il Thamos, re d’Egitto di Mozart, che è un pre-Flauto magico, in modo da dare un’impronta culturale alla programmazione. Altra novità è stata quella di proporre i tre titoli dello Sferisterio in tre sere successive, in modo che lo spettatore avesse l’opportunità di vedere più opere in uno stesso Un’altra formula adottata nel 2006 è stata quella di utilizzare ogni anno un unico dispositivo scenico per i tre diversi allestimenti, ovviamente caratterizzando ogni opera con elementi particolari ed emblematici. Questo non ha assolutamente creato alcuna monotonia, e non ha vincolato il lavoro di Massimo Gasparon, architetto e mio collaboratore da molti anni, che si è inserito in questo discorso unitario con totale autonomia, realizzando ottime messinscene come Aida nel 2006 e Norma quest’anno. Per la prossima edizione il tema prescelto sarà la “Seduzione”. Nel programma Carmen di Bizet, Salome di Strauss, Manon Lescaut di Puccini e Cavalleria rusticana di Mascagni accoppiata a El amor brujo di Manuel de Falla. Al Lauro Rossi due opere contemporanee, l’inedito The Servant di Marco Tutino e Neues vom Tage di Paul Hindemith, e soprattutto una grossa novità legata al musicista che dà il nome al teatro, Cleopatra, che al primo ascolto si è rivelata molto interessante e la cui riproposta, a 130 dal suo debutto al Regio di Torino, credo costituirà una sorpresa per tutti.» (l.m.) 19